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Da LazioWiki.


Silvio Piola
Silvio Piola con la maglia della Pro Vercelli

Silvio Piola

Attaccante, nato a Robbio (PV) il 29 settembre 1913, deceduto a Gattinara (VC) il 4 ottobre 1996.

Silvio Piola è stato il più prolifico centravanti italiano di tutti i tempi. Iniziò giovanissimo la carriera nella Pro Vercelli, esordendo sedicenne in Serie A nel campionato 1929/30 e diventando titolare l'anno seguente. Si dimostrò subito un goleador di razza segnando 13 reti all'età di soli 17 anni. Nell'estate 1934 lascia Vercelli dopo aver segnato con la casacca bianca 51 reti in Campionato, diventando il massimo bomber dei piemontesi in Serie A. Molte squadre vorrebbero averlo in formazione; alla fine è la Lazio ad aggiudicarsene i favori grazie anche ad un intervento da parte del Partito Fascista (il giocatore avrebbe preferito Ambrosiana o Torino AC, ma gli interventi del segretario amministrativo del Partito Fascista, Marinelli, e del generale Giorgio Vaccaro, risulteranno decisivi per il trasferimento a Roma). Dopo una lunga trattativa, per la straordinaria cifra di 250.000 lire, la Lazio lo acquista dalla Pro Vercelli, squadra nella quale è cresciuto.

In maglia biancoazzurra rimane per nove stagioni dando il meglio di sé: è due volte capocannoniere, nel 1936/37 e nel 1942/43, realizza ben 142 reti in campionato e 6 in Coppa Italia, con una media gol per partita invidiabile. Al periodo laziale sono legati i suoi successi in maglia azzurra. Con la nazionale esordisce con una doppietta il 24 marzo 1935 contro l'Austria al Prater di Vienna, prendendo il posto che era stato di Angelo Schiavio, centravanti bolognese decisivo alla vittoria della Coppa del Mondo del 1934. In Francia nel 1938 realizza due doppiette fondamentali, l'una nei quarti contro i padroni di casa, la seconda, assolutamente memorabile, nella finalissima contro l'Ungheria.


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Il Generale Giorgio Vaccaro
Un'altra foto di Vaccaro
Il giovane Giorgio Vaccaro quando praticava il ciclismo
Giorgio Vaccaro in un'altra immagine
Il Generale in abiti civili

Giorgio Vaccaro

Biografia

Giorgio Vaccaro nasce a San Marzanotto d'Asti (AT) il 12 ottobre 1892, deceduto a Roma il 25 settembre 1983. Giunto in giovane età a Roma, si può considerare romano a tutti gli effetti. In gioventù pratica diversi sport tra cui il pugilato, la scherma ed il ciclismo con ottimi profitti. Fu anche uno dei fondatori della Sezione Rugby della Lazio.


Giovane atleta e combattente

Durante la Prima Guerra Mondiale parte per il fronte dove ottiene la medaglia d'argento per le azioni compiute in battaglia. Dopo il conflitto aderisce al Partito Nazionale Fascista dove scala diverse gerarchie e ritorna a Roma, dopo alcuni anni di lontanza, nel 1922 per rimanerci stavolta stabilmente. Nonostante la carriera militare, il Luogotenente Generale della Milizia Giorgio Vaccaro non dimentica l'amore per lo sport ed in pochi anni ricopre numerose cariche: da consigliere nella Federazione Italiana Scherma a presidente di quella del Rugby. Nel 1926 viene nominato consigliere della F.I.G.C. ed in seguito presidente del C.O.N.I., carica che manterrà fino al 1939.

Nel 1922 divenne socio della Lazio, polisportiva che incarnava in pieno i suoi ideali di sport ed aveva in Olindo Bitetti un amico fraterno. Il 5 maggio 1933 succede a Leandro Arpinati alla presidenza della F.I.G.C. organizzando con successo i Campionati del Mondo in Italia nel 1934. Nel 1939 diviene anche membro del C.I.O.. Praticamente ha in mano tutto lo sport nazionale grazie alla sua competenza ed organizzazione che fanno dell'Italia un Paese all'avanguardia in quegli anni.

Il rifiuto della fusione

Nella primavera del 1927 il Partito Fascista dà ordine al Federale Foschi di creare una nuova squadra che portasse il nome della Capitale, assorbendo in un'unica società tutte le squadre della città di Roma. Un inquietante telegramma giunse anche alla sede della Lazio, con "l'ordine di presentarsi dal Federale Foschi per importanti comunicazioni". Olindo Bitetti capì subito il pericolo che stava correndo la Lazio e si recò subito dall'amico Vaccaro per chiedere aiuto e scongiurare la fusione. Vaccaro prese immediatamente sul serio la faccenda capendo che il vero scopo di Italo Foschi era quello di assorbire la Lazio perchè era l'unica ad avere uno stadio degno della massima serie. Consigliò così a Bitetti di indire un'assemblea immediata in cui nominare lui stesso Vicepresidente, mentre alla presidenza doveva essere eletto il Generale di Cavalleria Ettore Varini.


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