L'addio a Bob Lovati

Da LazioWiki.

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La scheda di Roberto "Bob" Lovati

Roberto Lovati, un personaggio importante nella Storia della S.S. Lazio e da tutti più conosciuto come "Bob", ci ha lasciato il 30 marzo 2011. In questa pagina riportiamo immagini ed articoli tratti da diversi organi di stampa sulla notizia della scomparsa del grande Campione biancoceleste.


Il Corriere dello Sport titola: "Il mondo del calcio piange un grande personaggio: è stato portiere di grande livello negli anni '50-'60. Le maggiori presenze (135) le ha collezionate con la maglia biancoceleste. Aveva 84 anni. Nel club capitolino era rimasto poi come allenatore delle giovanili, preparatore dei portieri, tecnico della prima squadra e poi dirigente. Due le sue presenze con la maglia azzurra".

Di certo era un grande intenditore di calcio. Chi lo conosceva bene diceva amasse molto il buon vino e le belle donne. Assieme alla Lazio, naturalmente, la società che lo ha amato e osannato prima in campo poi da osservatore a cui Roberto "Bob" Lovati, morto a Roma a 84 anni, ha dato tutto. Neanche sulla sponda opposta del Tevere riuscivano ad odiarlo: simpatico, sorridente e misurato cancellava anche l'odio stracittadino. Nato a Cusano Milanino (Milano) il 20 luglio 1927, a venti anni, si ritrovò nei dilettanti del US Gerli. Passa un anno e nella stagione 1947/48 arrivò al Pisa con cui, la stagione successiva, esordì in B. Nel 1952/53 passò al Monza, sempre nel campionato cadetto, e per due anni giocò titolare. Nel 1954/55 arrivò il debutto in serie A con la maglia del Torino AC. Ma Lovati è stato, soprattutto, Lazio. Dal Nord arrivò nelle Capitale nel 1956, sei stagioni a difendere la porta della Lazio. Bravissimo nelle uscite e famoso per il rinvio di pugno nelle situazioni più difficili, Lovati non fece rimpiangere Sentimenti IV. In Nazionale fu di passaggio, soltanto per due partite, esperienza breve e intensa, forse troppo. Durò una settimana. Bene all'esordio, difese la porta e non subì reti contro l'Irlanda del Nord (gli azzurri vinsero 1-0), che poi eliminò l'Italia che non partecipò alla fase finale del Mondiale di Svezia. Ma il 12 maggio 1957, durante la trasferta a Zagabria, Lovati fu battuto per ben sei volte(e i romanisti lo sfottevano e lo chiamavano "Bob a sei").

L'Italia perse 6-1 contro la Jugoslavia e per lui si chiusero le porte dell'azzurro anche se è sempre stato considerato uno dei migliori portieri della sua generazione. Continuava, però, ad esserci la Lazio e con la maglia biancoceleste Lovati vinse la Coppa Italia del 1958. Da calciatore appese gli scarpini al chiodo nell'estate del 1961, a 33 anni, ma restò in casa Lazio. Dal giorno dell'addio al calcio giocato, Lovati divenne un punto di riferimento fuori dal campo per la società capitolina. Istruttore dei giovani, osservatore, dirigente, vice-allenatore e allenatore della prima squadra, Lovati prese in mano la Lazio spesso nei momenti più difficili, una sorta di tappabuchi che riusciva sempre a risolvere le situazioni. Ebbe un rapporto speciale con Tommaso Maestrelli: lo aiutò in campo e fuori, come mediatore di quella Lazio che nel '74 vinse lo scudetto, piena di campioni ma anche di personalità forti. Quando Maestrelli si ammalò, Lovati prese le redini della squadra gestendo un periodo terribile. Il suo curriculum da calciatore con la Lazio è di 146 presenze complessive, di cui 135 in campionato e 11 in Coppa Italia. Il bilancio da allenatore è di 105 partite (93 in campionato e 12 in Coppa Italia).

"Oggi ci lascia una persona straordinaria, che aveva stretto con la Lazio un legame indissolubile". Questo il comunicato ufficiale con cui la Lazio ha voluto esprimere il proprio cordoglio per la scomparsa di Bob Lovati. "La S.S. Lazio, il suo Presidente Claudio Lotito, i giocatori, i tecnici e tutto lo staff biancoceleste - si legge ancora sul sito del club biancoceleste - si stringono attorno alla famiglia ed esprimono il proprio cordoglio".

"L'ho sentito la scorsa settimana, mi ha telefonato confermandomi la sua totale fiducia. Mi è stato sempre vicino". È questo il ricordo più fresco di Bob Lovati nella mente del tecnico della Lazio, Edy Reja. "Era un personaggio straordinario - ha ammesso l'allenatore biancoceleste in un'intervista che andrà in onda su "Lazio Style Radio" nel corso del programma "Parla la Lazio" - si può dire che era la memoria storica della Lazio, ma non solo. Io penso che nell'ambiente sportivo lo conoscono tutti per l'aspetto morale e umano. Lo conoscevo già prima di arrivare alla Lazio - ha aggiunto Reja - Ci trovavamo in giro per l'Europa, lui faceva l'osservatore per la Lazio, io giravo per altre squadre. La sera ci trovavamo spesso a tavola".

Alessandro Nesta è "affranto" dopo aver ricevuto la notizia della scomparsa di Roberto "Bob" Lovati, un personaggio chiave per tanti giovani che, come il difensore del Milan AC, sono passati negli anni scorsi dal vivaio della Lazio. "Lovati è un monumento per la storia della Lazio, una delle persone che più mi ha aiutato a crescere, e come me tanti altri giovani del vivaio laziale - ha sottolineato Nesta in un messaggio affidato all'ANSA -. Lo ricordo con affetto infinito, facendo le condoglianze alla sua famiglia".

"Una persona di grande umanità". Così Mauro Tassotti ricorda lo scomparso Roberto "Bob" Lovati, un punto di riferimento per l'attuale vice allenatore del Milan AC quando a fine anni Settanta passava dalle giovanili alla prima squadra della Lazio. "Lo voglio ricordare con grande affetto, come un personaggio dalla grande umanità - ha commentato Tassotti -. È stato l'allenatore che mi ha fatto esordire, oltre che un grande uomo di sport, un punto di riferimento per tutta la famiglia della Lazio".