L'addio a Giorgio Chinaglia - 1


Giorgio Chinaglia, attaccante della Lazio che conquistò lo Scudetto nella stagione 1973/74, si è spento nella mattinata di domenica 1 aprile 2012 in Florida dopo un infarto che lo ha colpito nella giornata di venerdi 30 marzo 2012. In Italia la notizia della scomparsa del calciatore giunge nel pomeriggio, intorno le ore 17.00. In questa pagina riportiamo gli articoli che la stampa dedica al grande campione biancoceleste scomparso a 65 anni.
► Dal sito web ufficiale della S.S. Lazio :
La S.S. Lazio si unisce al cordoglio della famiglia Chinaglia per la scomparsa di Giorgio, nato a Carrara il 24 gennaio 1947 e morto oggi negli Stati Uniti d'America. Fu giocatore del Club biancoceleste dal 1969 al 1976 (Campione d'Italia nella stagione 1973-1974), dal 1983 al 1985 fu Presidente della S.S. Lazio.
► Da Il Messaggero:
E' morto Giorgio Chinaglia. la bandiera della Lazio aveva 65 anni. L'annuncio del figlio. Si è spento in Florida l'ex centravanti della Lazio e simbolo dello scudetto del 1974. Fu campione in campo e poi presidente del club. Venerdì aveva avuto un infarto.
Continua il quotidiano romano: Lutto nel mondo del calcio che scuote la Lazio. Giorgio Chinaglia, centravanti bandiera del club biancoceleste è morto questa mattina in Florida. Aveva 65 anni. "Mio padre Giorgio Chinaglia è morto questa mattina". A confermare piangendo la notizia della scomparsa del leader del primo scudetto laziale data da Skysport, è al telefono dall'America il figlio Anthony: "Mio padre Giorgio Chinaglia è morto questa mattina intorno alle 9:30. Era stato operato una settimana fa dopo un attacco di cuore. Gli erano stati impiantati 4 stent e l'operazione era andata bene. Era stato rimandato a casa dove sembrava essersi ripreso. Stamattina si era svegliato per prendere una medicina e si era rimesso al letto. Poi sono andato a controllarlo ed ho scoperto che non respirava più. Ho provato a rianimarlo ma non c'è stato niente da fare".
Giorgio Chinaglia è morto così in Florida, tradito dal cuore a soli 65 anni. Dal 1983 "Long John" aveva appeso gli scarpini al chiodo ma la sua vita ha continuato ad essere piena di dribbling, tra annunci, fallimenti e truffe. In Italia, nella sua Roma dove negli anni '70 era un eroe, Giorgio Chinaglia non poteva più tornarci. Dalla primavera del 2006, infatti, era iscritto nel registro degli indagati con l'accusa di riciclaggio, poi un'ordinanza di custodia cautelare per estorsione ed aggiotaggio, nell'inchiesta sulle irregolarità nella scalata alla SS Lazio. Infine, nel luglio 2008, il suo nome è stato accostato al clan dei Casalesi. Per la giustizia italiana, Chinaglia era latitante. Ma l'ex bomber della Lazio, prima di decidere di far parlare di sè anche fuori dal campo, era stato la bandiera dei biancocelesti di Maestrelli, quelli dello scudetto del '74. Classico centravanti, forte, potente, impetuoso, entrava in area palla al piede e segnava. Era tanto forte in mezzo al campo, quanto provocatore fuori. A San Siro, di fronte ai tifosi interisti, scalciò il compagno di squadra D'Amico, reo di non aver rincorso Sandro Mazzola. All'Olimpico, dopo un gol nel derby, andò ad esultare la Sud, curva dei romanisti. Al San Paolo, prima di Napoli-Lazio, salutò il pubblico di casa mostrando le corna.
Nato a Carrara il 24 gennaio 1947, Chinaglia si trasferì con la famiglia a Cardiff all'età di nove anni. La sua carriera ebbe quindi inizio in Galles con lo Swansea City, con cui disputò le stagioni 1964-1965 e 1965-1966. Arriva poi il trasferimento in Italia alla Massese, Serie C, e poi all'Internapoli, sempre in C, per passare infine alla Lazio (neopromossa in Serie A) nell'annata 1969-1970. Un ariete dotato di grande forza fisica e grande temperamento segnò 12 gol nel primo anno e 9 nel secondo, in coincidenza però con un'amara retrocessione in Serie B. Nella stagione 1971-1972 vince la classifica cannonieri della serie cadetta e contribuisce con i suoi 21 gol al ritorno in A. Come giocatore di B, conquista addirittura la Nazionale azzurra: esordio con gol-lampo in Bulgaria, il 21 giugno del 1972.
Nella stagione 1972-1973 la Lazio neopromossa sfiora lo scudetto. Un gruppo di grandi calciatori come Pino Wilson, Luciano Re Cecconi, Felice Pulici e Renzo Garlaschelli, del giovane Vincenzo D'Amico e di Luigi Martini, di Mario Frustalupi e Giancarlo Oddi, ma principalmente è la Lazio di Chinaglia. E l'anno successivo, con 24 reti, mette il suggello sulla galoppata che porta allo scudetto: è suo il gol al Foggia che decide il campionato. E' il momento migliore della sua carriera: ai Mondiali tedeschi del 1974 parte titolare, ma i problemi con l'allenatore Ferruccio Valcareggi lo relegano in secondo piano (dopo una sostituzione Chinaglia lo manda platealmente a quel paese).
Anche nella Lazio, dopo un quarto posto (ed un bottino personale di 14 reti) e la fascia di capitano, iniziano i problemi. A poche giornate dalla fine del torneo 1975-1976, decide di lasciare l'Italia per andare a giocare nei New York Cosmos. Sono i Cosmos di Pelé, Franz Beckenbauer, Carlos Alberto e, anche se per sole due partite, di Johan Cruyff. Giorgio Chinaglia fu il miglior marcatore della storia della North American Soccer League: in sette anni segnò 193 gol in 213 partite. Vinse il premio come miglior marcatore della NASL per ben 5 volte, tra il 1976 e il 1982. Giudicato miglior giocatore del torneo nel 1981, fu tra i protagonisti delle quattro Soccer Bowl vinte dai Cosmos nel 1977, 1978, 1980 e 1982. Nel 1983, ritorna in Italia, questa volta come presidente della Lazio, accolto dai tifosi come un mito. L'avventura però dura poco ed è costretto a cedere il club per problemi economici, a Franco Chimenti. Ritorna negli States occupandosi sempre di calcio (è stato coinvolto in vicende societarie di Ferencvaros, Foggia, Lanciano e di nuovo Lazio). Da questo momento in poi si susseguono anche i problemi con la giustizia italiana.
Nel 1996, una condanna a due anni di reclusione per bancarotta fraudolenta e falso in bilancio riconducibili alla gestione della Fin Lazio (1986-87), la finanziaria proprietaria della società biancoceleste. A metà degli anni '90 si parlò di un suo interessamento ad acquistare la squadra ungherese del Ferencvaros. Chinaglia, in quel momento, era vicepresidente del Dicobe International Associates ma l'affare sfumò. Quattro anni dopo Chinaglia tornò in Italia con una finanziaria svizzera per acquisire il Catania (allora in C1) dagli eredi di Angelo Massimino. Non ci fu accordo sulle cifre e la firma saltò. Dal Catania passò al Marsala: acquistato nel giugno del 2000 con una finanziaria ungherese, ne divenne presidente onorario. Per poco, però, perchè nell'ottobre dello stesso anno il finanziere romano Marco Russo acquistò il Foggia dai Sensi e Long John divenne presidente, fino al marzo del 2001.
Nel luglio dello stesso anno fu interrogato dalla procura di Roma nell'ambito dell'inchiesta sul Foggia per riciclaggio. Nel luglio 2004 acquisì il Lanciano (C1). Poi l'annuncio, nell'ottobre 2005: Long John torna alla Lazio. Ritorna assieme agli ungheresi: la curva nord è contro il presidente Lotito, Chinaglia riabbraccia i suoi vecchi tifosi e va perfino in mezzo a loro a vedere una partita. Ma Lotito resiste. Fino a quando, nell'aprile del 2006, si apre un'inchiesta per aggiotaggio sulla scalata in borsa alla Lazio tramite la mediazione di Giorgio Chinaglia. L'ultima bomba, la più pesante, gli arrivò da Napoli nel luglio 2008: c'è anche l'ex capitano e bandiera della Lazio tra i dieci destinatari delle ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip per il tentativo di acquisto della Lazio con denaro della camorra. Poi di lui si erano perse le tracce fino all'annuncio odierno del figlio Anthony della scomparsa di Giorgio Chinaglia a seguito di problemi cardiaci.
Tratte dal quotidiano romano, una serie di dichiarazioni:
"Giorgione mi è rimasto vicino anche dopo che abbiamo smesso di giocare, lo sentivo spesso: per me era un amico vero". Fabio Capello è rimasto di stucco nel ricevere la notizia della morte dell'ex centravanti della Lazio e della Nazionale italiana. "Il gol di Wembley che ci diede la prima vittoria in Inghilterra? È vero, nacque da una sua fuga sulla destra, io misi la palla dentro ma a pensarci adesso non me ne frega proprio niente. Piuttosto il mio ricordo va alle telefonate che mi faceva negli ultimi tempi per intervistarmi, con me si è sempre comportato bene: perdo una persona cara".
"Ci sentivamo tutte le settimane, era molto rammaricato che non poteva tornare in Italia per discolparsi, aveva capito che aveva sbagliato e voleva tornare per discolparsi". Non si dà pace Giancarlo Oddi, ex compagno di squadra di Chinaglia ai tempi della Lazio campione d'Italia nel '74, per la scomparsa di Long John che voleva ritornare in Italia. "Ma se davvero aveva sbagliato - aggiunge Oddi - l'ha fatto solo per amore della Lazio e non come qualcuno diceva per i soldi. Ne aveva guadagnati tanti e ne ha sperperati altrettanti solo per generosità. Ripeto, se ha sbagliato l'ha fatto solo per amore della Lazio. La cosa che mi dispiace di più - ricorda l'ex difensore della Lazio - è non averlo potuto rivedere. Martedì ci siamo sentiti e gli avevo detto "mica te ne andrai prima che ci rivediamo. Ma purtroppo è successo proprio questo. Quando parliamo di Chinaglia, parliamo di una gran brava persona: era un uomo generoso che io ho avuto una gran fortuna di conoscere. Per me era come un fratello. Sono felice di averlo conosciuto e chi non l'ha potuto conoscere non sa cosa si è perso".
"Nonostante i media per tanto tempo abbiano sottolineato lo screzio tra Giorgio Chinaglia e mio padre Ferruccio, quel gesto venne subito sanato con un abbraccio e le scuse". Così Furio Valcareggi, figlio dell'ex ct della Nazionale, ricorda Chinaglia, sottolineando che "era una grande persona, uno innamorato della Lazio". Furio Valcareggi ricorda l' episodio del gestaccio che Chinaglia fece a suo padre in occasione di una sostituzione durante una gara della Nazionale. "Avvenne a Monaco, ai Mondiali del 1974, nella gara contro Haiti. Al momento della sostituzione, con un plateale gesto del braccio mandò a quel paese papà, poi entrò negli spogliatoi e spaccò tutte le bottiglie. Ma quando a fine gara mio padre rientrò negli spogliatoi Chinaglia si avvicinò a lui e lo abbraccio chiedendogli scusa per quel vaffa…. Fu un bel gesto che mio padre apprezzò".
Ecco il testo comparso sul sito dei Cosmos che ricordano con il cuore affranto Giorgio Chinaglia definito una "leggenda" e uno dei giocatori "più eccezionali" che abbiano mai giocato negli States: "It is with a heavy heart that the New York Cosmos report that former Italy and Lazio Striker and New York Cosmos Legend, Giorgio Chinaglia has passed away this morning. Giorgio Chinaglia was one of the most exceptional soccer players to ever play in the United States and the New York Cosmos greatest player ever. During his remarkable career with the Cosmos, Chinaglia won 4 NASL titles and scored 242 goals in 254 matches, making him the NASL's all-time leading scorer. Chinaglia was elected into the US National Soccer Hall of Fame in 2000".
► Dalla La Gazzetta Dello Sport:
E' morto Giorgio Chinaglia. Tricolore con la Lazio nel '74, L'ex cannoniere biancoceleste e della Nazionale è morto nella sua casa in Florida dove era rientrato da una clinica dopo un infarto. Vita complicata in campo e fuori: da 5 anni all'estero con due mandati d'arresto per lui per il coinvolgimento nel tentativo illegale di scalata alla Lazio di Lotito. Anche i Cosmos piangono sul sito ufficiale la loro "leggenda". Il cordoglio dell'amico Capello.
Continua la "rosea": E' morto Giorgio Chinaglia. L'ex attaccante di Lazio e Nazionale, 65 anni compiuti a gennaio, aveva avuto un infarto una decina di giorni fa ed era stato ricoverato in un ospedale di Naples in Florida dove ormai viveva stabilmente da un paio d'anni. Era stato operato e l'intervento con cui gli erano stati inseriti quattro stunt era andato bene. "Niente poteva far prevedere questa tragica fatalità", racconta Charlie Stillitano, con cui Chinaglia da anni conduceva un programma radio. E aggiunge: "Lui è intervenuto per telefono anche mercoledì, giovedì e venerdì. E con Giorgio ho parlato anche ieri sera: abbiamo discusso delle partite della Juve e dell'Internazionale FC. Incredibile che oggi non ci sia più". Chinaglia era stato rimandato a casa già da qualche giorno e proprio questa domenica aveva fatto un test per il diabete prima di sentirsi male verso le nove del mattino, quando lo ha trovato il figlio Anthony. Centravanti della Lazio degli anni '70, cannoniere di primissimo piano, Chinaglia andò con la Nazionale di Valcareggi al Mondiale '74, con un "vaffa" al c.t. dopo una sostituzione durante Italia-Haiti che gli costò un mare di polemiche ("Gesto subito sanato con un abbraccio e le scuse" ha detto oggi Furio Valcareggi, figlio del c.t.), ma anche bandiera della Lazio di Maestrelli che conquistò con lui goleador il primo scudetto della propria storia nel 1974. Fu di Chinaglia, leader di un gruppo di uomini fuori dal comune, il gol della vittoria sul Foggia che consegnò il tricolore.
Alcuni suoi gesti da calciatore laziale hanno fatto storia, come quello della corsa col dito indice alzato sotto la Curva Sud dopo un gol alla Roma AS. Sbarcò nella capitale nel 1969, a 22 anni, arrivando dall'Internapoli. In brevissimo tempo conquistò a suon di gol i tifosi biancocelesti, spesso dopo sgroppate terribili e tiri di potenza che bucavano la rete: 12 gol nel primo anno laziale, 9 nel secondo, quando la Lazio retrocesse in B. Ma poi con Maestrelli allenatore il boom: prima capocannoniere in B nel 1972 con 21 gol, conquistando la Nazionale senza giocare in A, poi tre stagioni ai vertici della A, con Wilson, Re Cecconi, D'Amico, Frustalupi, Garlaschelli. E lo scudetto nel 1974 con 24 gol di "Long John", come i tifosi laziali chiamavo Chinaglia, cresciuto in Gran Bretagna con la famiglia, dove si era trasferito da bambino e dove aveva iniziato a giocare con lo Swansea. In Nazionale per lui 14 partite e 4 gol, prima del polemico addio all'Italia per andare a giocare in Usa nei Cosmos, lasciando la sua squadra in difficoltà. Quindi il rientro da salvatore della sua Lazio nel 1983 come presidente. Un'avventura terminata con una disastrosa retrocessione in B due anni dopo. Poi solo l'oblio in Usa, da dove parve poter rientrare in Europa per comprare prima il Ferencvaros, poi in Italia (attraverso una finanziaria) il Catania, il Marsala (acquistato nel giugno del 2000) e poi il Foggia di cui fu presidente fino al marzo del 2001. Quindi il coinvolgimento nel 2006 nello scandalo legato alla scalata illegale alla Lazio di Lotito, avventura chiusa con due mandati d'arresto e di conseguenza il mancato ritorno in Italia e la residenza in Florida. Dove è morto.
L'esperienza in Usa di Chinaglia ha un valore storico importantissimo: eravamo nel 1976, in Usa il calcio era appena un'attività semisconosciuta, Chinaglia da capitano laziale mollò tutto e partì per New York e giocare nei Cosmos, convinto dalla moglie americana Connie Eruzione. In quella squadra Chinaglia giocava accanto a Pelé, Beckenbauer, Carlos Alberto e, per due partite, Cruijff. Una squadra delle meraviglie che ebbe in Chinaglia il goleador: miglior marcatore della storia della North American Soccer League: in sette anni segnò 193 gol in 213 partite, miglior marcatore della Nasl per 5 volte, tra il 1976 e il 1982. Vinse quattro Soccer Bowl: nel 1977, 1978, 1980 e 1982. Con il record di sette gol in una partita contro i Tulsa Roughnecks. E Chinaglia era il re, al punto da potersi permettere anche un tentativo musicale come cantante. Nel gennaio 2011 Chinaglia era stato nominato ambasciatore insieme a Carlos Alberto dei New York Cosmos, sua ex squadra con cui aveva vinto quattro titoli in Usa, con l'obiettivo di rilanciare la societá insieme al presidente Pelè e al direttore tecnico Eric Cantona. Figura importante, Chinaglia, in Usa, come testimonia l'immediata nota dell'ambasciatore Usa in Italia, David Thorne, di ritorno dallo stadio Olimpico dove aveva assistito a Roma AS-Novara: "In una bella giornata di calcio, un caro ricordo per Long John Chinaglia, che ha fatto conoscere il grande calcio agli americani". Il sito dei Cosmos ha immediatamente dedicato la home page alla sua "leggenda".
Per Chinaglia gli ultimi anni sono stati complicati per i guai giudiziari: nel 2006 era stato iscritto nel registro degli indagati della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, con l'accusa di riciclaggio, ma su di lui aveva messo gli occhi anche il nucleo valutario della Guardia di Finanza, che aveva richiesto un'ordinanza di custodia cautelare ai danni di Chinaglia per estorsione ed aggiotaggio, nell'ambito dell'inchiesta della procura della Repubblica di Roma sulle irregolaritá nella scalata alla Lazio di Lotito. A suo carico era pendente un mandato d'arresto europeo ed era ancora latitante per la giustizia italiana. Nel luglio 2008 è stato colpito anche da un mandato di arresto per riciclaggio. La Lazio, appresa la notizia, ha diffuso una nota esprimendo il cordoglio della società: "La S.S. Lazio si unisce al cordoglio della famiglia Chinaglia per la scomparsa di Giorgio, giocatore del club biancoceleste dal 1969 al 1976 (campione d'Italia nella stagione 1973-1974), dal 1983 al 1985 fu presidente della S.S. Lazio".
Tratte dal quotidiano sportivo, alcune dichiarazioni:
Quelli della Lazio di Maestrelli, di cui Chinaglia era il leader, sono sconvolti. Giancarlo Oddi: "Ci sentivamo tutte le settimane, era molto rammaricato che non poteva tornare in Italia per discolparsi, aveva capito che aveva sbagliato e voleva tornare per discolparsi. Ma se davvero aveva sbagliato, l'ha fatto solo per amore della Lazio e non come qualcuno diceva per i soldi. Ne aveva guadagnati tanti e ne ha sperperati altrettanti solo per generosità. Ripeto, se ha sbagliato l'ha fatto solo per amore della Lazio. La cosa che mi dispiace di più è non averlo potuto rivedere. Quando parliamo di Chinaglia, parliamo di una gran brava persona: era un uomo generoso che io ho avuto una gran fortuna di conoscere. Per me era come un fratello. Sono felice di averlo conosciuto e chi non l'ha potuto conoscere non sa cosa si è perso". Giuseppe Papadopulo: "Una perdita grande, un ex compagno e un amico. Siamo arrivati insieme semisconosciuti alla Lazio e abbiamo portato insieme quella maglia con molto orgoglio. Giorgio ha fatto grande il nome della Lazio. Un ricordo? Un suo pallonetto a Rivera, bandiera del calcio mondiale, che suscitò la rabbia dei milanisti...".
Lionello Manfredonia: "Prima abbiamo giocato insieme, poi è stato il mio presidente, infine ha fatto anche il padrino a mio figlio Andrea. Tantissimi episodi, come il calcio nel sedere a Vincenzo D'Amico, è stato un grandissimo personaggio. Ricordare l'uomo che portò alla vittoria dello scudetto nel '74. Nella vita si può anche sbagliare, ma non sta a nessuno giudicare. Purtroppo è morto lontano dalla Capitale, i tifosi se lo ricordano come un grande condottiero, qualcosa si dovrà fare per commemorare questa grande figura". In lacrime Gigi Simoni, allenatore della Lazio con Chinaglia presidente: "Di lui ho un ricordo bellissimo, mi ha segnato profondamente. Giorgio per me è stato un ragazzo di una bontà incredibilie, tenevamo tantissimo al nostro rapporto. Al lunedì veniva da me a correre nei prati di casa mia, poi c'erano le serate nella sua casina a piazza di Spagna. Un laziale particolare, forse il più amato". Ha parlato anche Fabio Capello, compagno di Nazionale: "Giorgione mi è rimasto vicino anche dopo che abbiamo smesso di giocare, lo sentivo spesso: per me era un amico vero. Il gol di Wembley che ci diede la prima vittoria in Inghilterra nacque da una sua fuga sulla destra, io misi la palla dentro ma a pensarci adesso non me ne frega proprio niente. Piuttosto il mio ricordo va alle telefonate che mi faceva negli ultimi tempi per intervistarmi, con me si è sempre comportato bene: perdo una persona cara".
► Da La Repubblica:
Addio a Chinaglia. Fece grande la Lazio. A 65 anni si è spento in Florida per un infarto l'ex stella dei capitolini, con i quali vinse uno scudetto storico. Chiuse la carriera negli Stati Uniti, insieme alle stelle dei Cosmos.
Un lutto sconvolge il mondo del calcio. All'età 65 anni è morto Giorgio Chinaglia, ex gloria della Lazio e della Nazionale azzurra. Chinaglia si trovava ricoverato dallo scorso venerdì in un ospedale della Florida dove era stato ricoverato per un attacco di cuore. La notizia è stata riportata su Twitter dal direttore organizzativo del Milan AC, Umberto Gandini, in contatto con ambienti dello sport americano, è stata successivamente ripresa da Sky Sport. "Ho appena saputo che un grande amico è scomparso prematuramente, il grande Giorgio Chinaglia. Riposa in pace, Campione!" le parole del dirigente milanista, che poi ha scritto altri particolari. "Purtroppo non è un pesce d'Aprile.... Mi dispiace! Era ricoverato da una settimana per problemi cardiaci, era tornato a casa da qualche giorno dopo una crisi cardiaca che sembrava avesse superato. Purtroppo non è stato cosi. Non me la sento di aggiungere molto, se non che era un carissimo amico che ho conosciuto negli Stati Uniti dopo che aveva smesso di giocare. L'ho visto l'ultima volta l'anno scorso, gli avevo parlato recentemente, ero molto legato a lui per questioni personali".
"Mio padre - ha detto Anthony Chinaglia, figlio dell'ex giocatore - è morto questa mattina intorno alle 9:30. Era stato operato una settimana fa dopo un attacco di cuore. Gli erano stati impiantati 4 stent e l'operazione era andata bene. Era stato rimandato a casa dove sembrava essersi ripreso. Stamattina si era svegliato per prendere una medicina e si era rimesso al letto. Poi sono andato a controllarlo ed ho scoperto che non respirava più. Ho provato a rianimarlo ma non c'è stato niente da fare". Da giocatore Chinaglia iniziò la sua carriera in Galles, nelle file dello Swansea City, quindi arrivo in Italia nelle serie minori con Massese e Internapoli. La squadra alla quale legò indissolubilmente la sua carriera è però la Lazio, dove arrivò nel 1969 e dove vinse uno scudetto storico nella stagione 1973-74. In quello stesso anno, fece parte della sfortunata spedizione della Nazionale ai mondiali di Germania, in cui fu protagonista di accese polemiche con il ct Ferruccio Valcareggi. Nel 1976 lasciò l'Italia per iniziare l'avventura americana con i Cosmos, insieme ad altre stelle del calcio mondiale. Nel 1983 tornò alla Lazio, questa volta come presidente, ma due anni dopo fu costretto a cedere la società per problemi economici. Nell'ottobre del 2006 cercò una nuova scalata ai vertici della Lazio, ma il nucleo valutario della Guardia di Finanza ne richiese una ordinanza di custodia cautelare. Nel luglio 2008 è stato colpito da un mandato di arresto per riciclaggio. Dal gennaio 2011 era ambasciatore insieme a Carlos Alberto dei New York Cosmos, con l'obiettivo di rilanciare la società insieme al presidente Pelè e al direttore tecnico Eric Cantona.
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