Campionato 1973/74 giorno per giorno - Febbraio 1974

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Contesto Storico

Scrive La Stampa: La Malfa si dimette da ministro del Tesoro, per divergenze con il socialista Giolitti sulla politica economica. Guido Carli, governatore della Banca d’Italia, medita le dimissioni. Scoppia il secondo scandalo dei petroli, che coinvolge anche i segretari amministrativi di Dc, Psi, Psdi e Pri: si tratta di fondi neri con cui i petrolieri pagavano i partiti di governo. Altri 35 avvisi di reato sono inviati a dirigenti dell’Enel che, pagando politici attraverso i soliti fondi neri, avrebbero contrastato la costruzione di centrali nucleari. Il Consiglio dei ministri aumenta il prezzo della benzina super da 200 a 260 lire il litro e decreta la circolazione delle auto a targhe alternate (un giorno quelle che hanno l’ultimo numero di targa pari, un altro giorno le altre). Mercato di auto “giuste” per chi rimane a piedi. A Firenze protesta dei reclusi alle Murate che chiedono l’attuazione della riforma carceraria: il detenuto Giancarlo Del Padrone, 20 anni, muore falciato da una raffica di mitra esplosa da un agente di custodia. Il Csm dispone il trasferimento del procuratore generale Spagnuolo e apre un’inchiesta sui magistrati coinvolti nelle indagini antimafia. Un gruppo di novantadue intellettuali cattolici firma un appello contro l’abrogazione della legge sul divorzio. Nel Regno Unito le elezioni generali vedono la vittoria del Labour party di Harold Wilson, che torna ad assumere la carica di primo ministro al posto del conservatore Edward Heath.

Venerdì 1 Febbraio

Scrive La Stampa: L'Ipotesi di una Lazio campione d'Italia nasce da una valutazione contingente del campionato. Il «se » è d'obbligo, se si vuole fare un discorso sul biancoazzurri in corsa verso lo scudetto, essendo tutt'ora valida la candidatura delle tradizionali pretendenti al titolo (anche se i laziali stavolta sembrano davvero lanciati). Il presidente Lenzini, con le sue simpatiche profezie, ha contribuito a sdrammatizzare il clima a volte concitato del torneo. Stavolta, però, il discorso spazia oltre i limiti di battute scherzose dal sapore scaramantico. La Lazio, se riuscirà a « tenere » fino In fondo, si troverà ad affrontare problemi difficili. Il presidente intuisce perfettamente che occorre trovare in tempo le soluzioni affinché la gloria attuale (e soprattutto quella eventuale di fine stagione) non sia soltanto un felice ricordo. L'esclusione dalle gare di Coppa Uefa (compresa la Coppa del campioni) decretata in seguito ai noti incidenti accaduti con gli Inglesi dell'Ipswich, è il primo scoglio che si porrà davanti alla Lazio, se riuscirà ad aggiudicarsi lo scudetto. « Lo so — dice con un mezzo sospiro Lenzini — ma ci stiamo già muovendo. Noi contiamo su una amnistia che potrebbe essere promulgata in occasione del Campionati del mondo. In caso contrario rivolgeremo un appello all'Uefa. Faremo presente che la Lazio ha conquistato per la prima volta il titolo e spera nell'indulgenza dei giudici. Il contributo che forniremo alla Nazionale, unito al nostro obiettivo di conquistare la Coppa disciplina nel campionato italiano, dovrebbero costituire titoli di merito sufficienti per indurre anche la nostra Federazione ad aiutarci presso l'Uefa ». La squadra è attrezzata validamente per affrontare impegni di Coppa e per difendere un eventuale scudetto? » Non faremo grossi acquisti — chiarisce il presidente —, cercheremo di inserire nell'attuale schieramento due nomi giovani che ci consentano di aumentare da 18 a 20 la rosa dei titolari. Questo è il nostro obiettivo più importante. Tentiamo di raggiungere tutti i traguardi che ci offrono le varie competizioni anche se devo riconoscere che per la Coppa dei campioni è indispensabile una grossa esperienza ». Per il presidente biancoazzurro il paragone non esiste. « Cagliari è una città di provincia. Invece nella capitale con i suoi quasi 4 milioni di abitanti esistono condizioni completamente diverse. Da quando la Lazio ha cominciato ad ipotecare traguardi di prestigio, sono aumentati gli incassi. Lo scorso anno gli abbonamenti hanno raggiunto la cifra di 730 milioni. Anche se non vinceremo lo scudetto sono sicuro che nella prossima stagione arriveremo al miliardo. La squadra sta conquistando i romani. Dilaga l'entusiasmo. Per la partita con la Juventus abbiamo già migliaia di richieste di biglietti. Sarà un incasso record mai registrato. Ci sono tutti i presupposti per fare della Lazio un club di prim'ordine sullo stesso stile del Real Madrid. Abbiamo fatto un piano per incrementare il numero dei soci azionisti che possono fornire un va¬ lido contributo finanziario. Avremo una serie di proprietà che sarà anche di rappresentanza, un complesso sportivo dove sorgeranno campi, attrezzature ricettive e una sala stampa con telefoni per i giornalisti ». In un tempo non molto lontano erano in molti ad avanzare dubbi sull'efficienza della squadra che tuttavia sembrano adesso svaniti. Permane però una certa diffidenza sulle strutture interne della società che danno l'Impressione di fragilità dopo la partenza di Sbardella. « E' ora di sfatare la figura del general manager — commenta il presidente — la Lazio non ha risentito minimamente dell'assenza di Sbardella. Anzi, la vita della società è più tranquilla. Siamo io e i miei due fratelli a governare la Lazio, aiutati da altri consiglieri. A che serve il general manager se è il presidente ad essere in primo piano sia nella campagna acquisti che nelle riunioni di Lega? ». Dopo la permanenza in serie B, sembrava che la società biancoceleste stesse per cadere da un momento all'altro in un baratro di debiti. Qual è la situazione attuale? Cosa significa sul piano economico questa nuova Lazio? Entro due mesi — replica orgogliosamente Lenzini — probabilmente riusciremo a portare il bilancio in pareggio dopo aver pagato tutti i debiti che ammontavano ad un miliardo e mezzo. Le società sportive non sono mai un utile investimento. Ma la Lazio potrebbe diventarlo. Ormai la società si regge da sola, sta per diventare autosufficiente ». « Non faccio cifre dico soltanto che con gran parte della cifra ricavata dalla vendita di Massa, abbiamo acquistato Re Cecconi, Frustalupi, Garlaschelli, Pulici e Oddi ». Saprà resistere alle allettanti cifre che verranno probabilmente offerte per alcuni del suoi giocatori? Lenzini evita diplomaticamente una risposta precisa affermando che « condurrà una politica suggerita da Maestrelli e dal consiglio di amministrazione ». Aggiunge: « Sono però orientato a tenere tutti, specialmente se vinceremo il titolo. Anche Maestrelli resterà al suo posto. Abbiamo già raggiunto una piena intesa. Oltre ad essere un bravo tecnico, Maestrelli si e dimostrato un vero galantuomo. Mi telefona perfino otto-dieci volte in una giornata per tenermi informato su ogni piccolo problema della squadra. Come si fa a non andare d'accordo con Maestrelli? ». Le profezie del presidente si sono quasi sempre avverate. Ma risponda sinceramente, lei credeva ad una Lazio campione d'inverno? « Ho acquisito la certezza — replica con tono deciso — in una giornata in cui sembrò che la Lazio stesse per colare a picco. Fu dopo la partita con la Juventus. Nonostante la sconfitta, mi resi conto che quella squadra sarebbe risorta clamorosamente. I fatti mi hanno dato ragione ».

Sabato 2 Febbraio

Scrive La Stampa: La Lazio accoglie con diffidenza l'impegno con il Lanerossi Vicenza, Il pareggio conquistato dal veneti sul campo della Juventus ha messo in allarme gli uomini di Maestrelli. « Si tratta di due punti preziosi che non dobbiamo assolutamente farci scappare, ma commetteremmo un grosso errore sottovalutando i nostri avversari. A volte la classifica inganna. Il Lanerossi è in ripresa. La Lazio dovrà giocare concentrata al massimo come ha saputo fare con il Bologna ». Per la partita di domani sarà assente ancora Re Cecconi, il quale dovrebbe tornare in squadra mercoledì prossimo in Coppa Italia contro il Palermo. Il Lanerossi si trova fin da ieri nella capitale. Nella comitiva regna un certo ottimismo scaturito dal parziale successo ottenuto contro la Juventus. Puricelli ha lasciato capire che imposterà una tattica chiusa. « Il risultato di parità è un traguardo che rientra nelle nostre possibilità attuali la Lazio è forte, ma il Lanerossi ha dato chiari segni di riscossa ».

Domenica 3 Febbraio

Vittoria per 3-0 sul Vicenza all'Olimpico

Lunedì 4 Febbraio

Scrive La Stampa: Maestrelli continua a ripetere che la Lazio vive alla giornata; Il presidente Lenzini si diverte con le consuete profezie che prevedono uno scudetto sicuro; i giocatori esprimono giudizi scarsamente impegnativi sfoderando, però, sul campo, una volontà entusiasmante; I tifosi, infine, sono felici. Il quadro della capoclassifica è dunque sempre lo stesso, almeno finché non sorgerà qualche difficoltà. L'Impegno di Coppa Italia con il Palermo, fissato per mercoledì prossimo, servirà al trainer bancoazzurro per collaudare le condizioni di Re Cecconi. Il centrocampista vorrebbe tornare in squadra a Marassi domenica, contro la Sampdoria, per non pregiudicarsi il posto in nazionale. Questa dovrebbe essere l'unica novità del laziali. Maestrelli ha lasciato capire che la sua squadra proverà ad andare avanti in Coppa Italia, ma con le dovute cautele. Quello che affronterà i palermitani sarà quindi uno schieramento rimaneggiato In cui però giocheranno sicuramente almeno per un tempo Chinaglia, Wilson e Frustalupi. Anche Viciani, che si trova già nella capitale con la squadra, ha detto chiaramente che il Palermo spera ancora in un riaggancio con le prime del campionato di serie B. Ciò significa che pure i rosanero hanno poche intenzioni di affrontare seriamente la gara di Coppa. Per quanto riguarda la lotta tutt'ora aperta per lo scudetto, Maestrelli ha voluto rispondere a Vycpalek il quale ieri aveva dichiarato a Foggia che il campionato potrebbe decidersi fra 15 giorni dopo lo scontro Lazio-Juventus. « Mi pare che Vycpalek sia eccessivamente precipitoso — ha detto il tecnico laziale — soltanto nel mese di aprile si comincerà a delineare la squadra candidata al titolo ».

Martedì 5 Febbraio

Scrive La Stampa: Non solo la Lazio, ma anche il Palermo affronterà questo turno della fase finale del primo turno della Coppa Italia in formazione d'emergenza. E' una ulteriore prova che la formula studiata e decisa dalla Lega è sbagliata. Tra I laziali (che stamane si sono allenati in compagnia di Gian Carlo Leone, figlio del presidente della Repubblica e 'simpatizzante' del giocatori biancoazzurri ci sarà anche Re Cecconi, che torna in squadra dopo lunga assenza per infortunio. La prova del biondo centrocampista sarà attentamente seguita in vista del rientro in campionato preannunciato per domenica prossima a Genova contro la Sampdoria. Il trainer lascerà a riposo assoluto Martini e Frustalupi, mentre Pulici, Petrelli e D'Amico siederanno in panchina pronti a giocare ma soltanto in caso di necessità. Gian Carlo Leone ha diciassette anni. E' studente del primo anno alla facoltà di legge. Si diletta di sport, gioca al tennis ed al calcio, ma soltanto con amici. Oggi è stato a Tor di Quinto per restituire la visita che Chìnaglia e Maestrelli fecero al Quirinale il giorno dopo la conquista del titolo platonico di 'campione d'inverno': il suo hobby, però, non è il calcio ma la fotografia. E' sua la foto ufficiale di Giovanni Leone (quella esposta in tutti gli uffici e nelle scuole).

Mercoledì 6 Febbraio

In Coppa Italia la Lazio ha la meglio sul Palermo per 1-0

Giovedì 7 Febbraio

Scrive La Stampa: La Lazio ha vinto con il Palermo, ma ha perso Re Cecconi per un grave infortunio. E' stato uno scontro casuale, ma con conseguenze molto serie. Era l'88° ed attaccavano i siciliani con buon ritmo ma con scarse idee. Volevano il pareggio, che avrebbero largamente meritato. I laziali erano raccolti a difesa della loro area di rigore, dove gli ospiti arrivavano sfiancati da una manovra troppo elaborata. Re Cecconi a tre quarti campo (dalla parte laziale, naturalmente) contrastava a Barlassina un pallone innocuo. Lo scontro era rude ma non cattivo. Re Cecconi, forse affaticato, cadeva e su di lui piombava il suo avversario. Re Cecconi rimaneva a terra torcendosi dal dolore. Accorrevano medico e massaggiatore. L'infortunio appariva abbastanza grave già al primo esame. L'arbitro sorreggeva il giocatore mentre usciva dal campo. Re Cecconi rimaneva in panchina e raggiungeva gli spogliatoi a gara finita, sorretto dal dott. Ziaco. La prima diagnosi è stata di contusione al piede sinistro e conseguente grave distorsione della caviglia, la stessa che aveva costretto al riposo il forte centrocampista per circa un mese. Il medico, preoccupato, ha disposto per un immediato esame radiografico, il cui esito è stato piuttosto serio: infrazione al malleolo peronale, lo stesso dott. Ziaco ha provveduto ad immobilizzare l'arto con uno stivaletto di gesso. La prognosi parla di 20-30 giorni di assoluto riposo.

Venerdì 8 Febbraio

Scrive La Stampa: Con i vecchi Sampdoria ancora in alto mare in vista dell'incontro con la Lazio. Vincenzi, per non avvantaggiare ulteriormente Maestrelli già avvantaggiato abbastanza dalla classifica, non intende svelare la formazione. Vincenzi è alle prese, al di là della pretattica, con numerosi problemi, non tutti, di facile soluzione. Il primo ed il più urgente si richiama direttamente alla situazione di classifica della sua squadra che, con una nuova sconfitta al cospetto del proprio pubblico, avrebbe un piede in serie B. I problemi contingenti di schieramento si chiamano Badiani, Salvi e Rossinelli. Il primo è stato squalificato dal giudice sportivo. Il secondo è ancora convalescente da un lungo infortunio ed il terzo, infine, accusato di aver messo della birra nella-provetta del doping per abbreviare l'« operazione » al termine della gara Vicenza-Sampdoria, ha il morale sotto la suola delle scarpe, visto che sul suo capo pende un'inchiesta per doping. L'allenatore, pur senza confermarlo ufficialmente, ha però ammesso che contro la Lazio ci saranno delle novità. Sembra che Vincenzi abbia l'intenzione di varare l'accoppiata Maraschi-Cristin con conseguente esclusione di Chiarenza.

Sabato 9 Febbraio

Domenica 10 Febbraio

La Lazio è sconfitta fuori casa dalla Sampdoria per 1-0

Lunedì 11 Febbraio

La Lazio dopo la tempesta. E' l'argomento principale dei commenti calcistici del lunedì. La « radiografia » della sconfitta subita a Genova con la Sampdoria, sembra aver già esaurito i temi di discussione. La Juventus batte alle porte, non c'è tempo per recriminare. Maestrelli è impegnato in un sottile lavoro di carattere psicologico nel tentativo di restituire serenità all'ambiente e soprattutto ai giocatori, alcuni dei quali hanno ceduto al nervosismo. Il telefono di casa Maestrelli ha squillato ininterrottamente per quasi tutta la giornata. Il trainer affronta con la consueta calma il prevedibile assalto del giornalisti. Avrebbe preferito commentare un successo almeno parziale della sua squadra, tuttavia non si tira indietro ricordando come egli abbia sempre mantenuto i piedi ben piantati in terra mai cedendo alle facili euforie. La Lazio saprà reagire — dice Maestrelli — nella stessa maniera in cui ci riuscì dopo la sconfitta con il Torino andando a vincere a Foggia. Come affermai dopo la gara con i granata, anche oggi ripeto che a volte gli schiaffi sono salutari ». Qualcuno ha criticato il gioco espresso dalla Lazio a Marassi. » Non sono d'accordo — replica il trainer — quasi sempre sono i risultati che condizionano i commenti sulla partita di una squadra. La stessa cosa è accaduta alla Juventus. Fino a pochi giorni fa si davano per spacciati i campioni d'Italia. E' bastato il vistoso successo sul Napoli per cancellare di colpo tutte le critiche. La Lazio ha giocato nel suo standard normale, soltanto nel finale, nel clima arroventato di Marassi, spinta dal desiderio di riequilibrare la gara, la squadra si è disunita. Si comincia ad avvertire più del previsto l'assenza di Re Cecconi? « In un campionato lungo e logorante come il nostro occorre mettere in preventivo gli infortuni che possono capitare al giocatori. Re Cecconi è una pedina di rilievo, è chiaro che avrei preferito averlo in formazione. Ma se una squadra mira allo scudetto deve trovare anche la maniera di saper rimediare agli inevitabili imprevisti. La partita con la Juventus è importante — conclude Maestrelli — ma non credo che sarà determinante ai finì della conquista del titolo. Il torneo è ancora lungo, pieno di trabocchetti per tutti. Ci rendiamo conto, però, che una nostra eventuale vittoria assumerebbe per noi un significato tutto particolare, specialmente sul piano psicologico. Sono certo che la Lazio domenica saprà disputare una partita eccezionale ».

Martedì 12 Febbraio

Scrive La Stampa: La Lazio tenta di rimettere insieme i cocci del bel vaso andato in pezzi sul campo di Marassi. Il paziente lavoro di ricostruzione iniziato da Maestrelli, che interessa soprattutto il morale della squadra, sembra facilitato dalla reazione dei giocatori. Nel quartier generale di Tor di Quinto è in pieno svolgimento la « operazione Juventus ». E' vietato parlare della sconfitta con la Sampdoria. Idee e muscoli devono concentrarsi soltanto sull'impegno futuro con i campioni d'Italia. Almeno in apparenza, quindi, 1 biancoazzurri sembrano aver dimenticato la brutta avventura. « La squadra è caricatissima — sottolinea Maestrelli — non credevo di trovare, alla ripresa della preparazione, i giocatori così "arrabbiati". E' un segno buono. Significa che questa Lazio ha carattere e saprà dimostrarlo domenica prossima ». Tuttavia, al di là dello scontatissimo atteggiamento battagliero, che serve a dar coraggio a chi ha paura, rimane l'impressione di una Lazio discutibile sul piano del gioco. Probabilmente comincia a farsi sentire l'assenza di Re Cecconi che giustamente veniva considerato il « motore » dei biancoazzurri. Il suo sostituto Inselvini ha dimostrato tanta buona volontà. Fin'ora si è battuto con coraggio cercando di nascondere una falla che è divenuta vistosa al primo impegno difficile. Torna, dunque, d'attualità il giudizio di Vycpalek il quale, qualche tempo fa, disse che la Lazio aveva tutte le apparenze di un meccanismo perfetto a cui però mancavano i pezzi di ricambio. Inselvini, infatti, non ha la personalità e il passo di Re Cecconi che se non fosse rimasto vittima del grave infortunio, quasi certamente sarebbe stato incluso nella formazione azzurra che affronterà la Germania. Marassi la Lazio è incappata in una giornata storta che ha finito per coinvolgere tutti i giocatori. La controprova si chiama Juventus. Sapremo così se si è trattato di un episodio isolato, oppure l'inizio di una parabola discendente.

Mercoledì 13 Febbraio

Scrive La Stampa: Le squadre piemontesi pare che abbiano tutta l'intenzione di diventare le nostre bestie nere — diceva Maestrelli con tono un po' preoccupato dopo l'allenamento a Tor di Quinto — nel doppio confronto dello scorso anno lasciammo tre punti alla Juventus e due al Torino. Nonostante la prestigiosa stagione disputata dalla Lazio, non ci riuscì di andare oltre il pareggio, Anche quest'anno la faccenda sembra aver preso una brutta piega: siamo stati sconfitti al comunale dai bianconeri per tre a uno e dal Torino all'Olimpico per una rete a zero. Possibile che non ci riesca di sfatare questa fastidiosa tradizione?. Il trainer biancazzurro ha tirato fuori il dato statistico, a cui molti non avevano fatto caso, probabilmente per scaramanzia ma anche per anticipare i commenti di quei cronisti sportivi che forse se ne sarebbero ricordati alla vigilia della partita con la Juventus, rischiando di turbare la serenità dei laziali. Infatti il lavoro più importante che sta svolgendo Maestrelli e di natura soprattutto psicologica. Sotto questo profilo, lo stesso trainer ha ammesso in serata, apprendendo la squalifica di Causio, che la Lazio ne trarrà un grosso vantaggio, non solo sul piano tecnico. « Causio è una pedina importante per la Juventus — ha commentato Maestrelli — per noi, invece, è un grosso pensiero in meno. Però bisogna stare attenti. I campioni d'Italia possono contare su un vastissimo parco giocatori che consente a Vycpalek di trovare ottime soluzioni di ricambio ». Ammettiamo che il tecnico bianconero faccia giocare tre punte, chiedendo magari a qualcuno di sacrificarsi indietro, quali misure adotterà? «Sono sicuro che Bettega non giocherà — ha replicato Maestrelli — almeno così spero perché in questi ultimi tempi è stato proprio lui a darci i maggiori dispiaceri ». Anche i giocatori laziali hanno accolto con sollievo le decisioni del giudice sportivo in cui ravvisano un lieto auspicio per la pronta riscossa che si sono prefissi. Intanto, sono quasi riusciti a mettere in archivio l'insuccesso di Marassi e non si fanno sfuggire neppure un'occasione per ripetere che si e trattato soltanto di una giornata storta destinata a rimanere un episodio isolato. « La Juventus troverà una Lazio caricatissima — ha sottolineato il capitano Wilson — ma non perché abbiamo perduto contro la Sampdoria. Ci batteremo con i bianconeri nella stessa maniera in cui li avremmo affrontati anche se avessimo vinto a Marassi. A chi ha criticato il nostro gioco, rispondo che riconosco giusti gli apprezzamenti negativi solo per quanto riguarda gli ultimi tredici minuti della partita, cioè dopo il gol siglato da Maraschi. Ma a quel punto qualsiasi altra squadra si sarebbe smontata ». Sarà quindi la Lazio di sempre quella che incontrerà i campioni d'Italia?. «Certamente — ha replicato il capitano — forse con un pizzico di agonismo in più perché abbiamo tanta voglia di rifarci. Quando si perde ti danno tutti addosso, anche se c'è ancora un primo posto in classifica. Nel calcio è così. Avremmo meritato uno zero a zero. Ma chi perde ha sempre torto. Guardate la Juventus. Ha segnato quattro gol al Napoli e la crisi di cui si parlava è scomparsa di colpo. Quelle quattro reti ci mettono in allarme ». I tifosi, ovviamente, sembrano molto più baldanzosi dei loro beniamini, guardando di traverso Maestrelli per il suo tono prudente. Sono sicuri che domenica sera la Lazio avrà di nuovo quattro punti di vantaggio sulla rivale. In questo clima è facile intuire le dimensioni dell'attesa che si va sviluppando intorno all'avvenimento. Sono le cifre a fornire l'impressione più eloquente: i biglietti sono esauriti. La Lazio ha incassato la cifra record di 235 milioni ai quali si possono aggiungere i 48 milioni della quota abbonamenti. E' la prima volta che si registra un incasso simile allo stadio Olimpico per partite di campionato. Adesso si spera soltanto che la partita sia all'altezza dell'imponente cornice di folla.

Giovedì 14 Febbraio

Scrive La Stampa: Tu prendi da piazza Colonna, svicoli per un paio di stradine dal vecchio, glorioso selciato, infili il Lungotevere, passi un ponte di ferro e traballanti legni, imbocchi il viale dove ogni tre metri stazionano incredibili ninfe felliniane di mostruosa dimensione ed età, in guaine scarlatte e gambaloni bianchi, accudite da ambulanti che tranciano porchetta e allineano accessori per auto. Laggiù è Tor di Quinto, terreni affidati ai militari. Laggiù è la Lazio società sportiva. Lovati sta allenando due portierini, Frustalupi si arrabbia perché non c'è acqua per la doccia, tra poco i giocatori in accappatoio saliranno su un pullman alla ricerca di lavacri agibili, forse un « diurno ». Appare il volto chiaro e sereno di Maestrelli, Giorgione Chinaglia arriva con un'automobile di adeguata grandezza. Sono i « cow-boys » biancocelesti, attendati alla buona nell'infinita pianura giallorossa. Stanno dando una lezione di calcio e di abilità societaria al mondo pallonaro nostrano, ma se ne rendono appena conto. Il presidente Lenzini, che io chiamo 'Beato' per i vaticini e il candore ora autentico ora recitante, arriverà dopo certi suoi girl bancari, sempre sognando di rinnovare i fasti del Real Madrid. E mi dirà: « Voglio passare alla storia ». Come un antico console in Campidoglio. Confida invece Giorgione, di cui ammiro il carattere nudo e crudo: « Non abbiamo mai vinto niente, per questo teniamo tanto a batterci, allo scudetto, a non regalar nulla agli avversari. Giusto?: Giustissimo, la fame di pane e di gloria è la miglior molla del mondo. Malgrado alcuni recenti addobbi letterari dipintigli addosso, Giorgione è uomo netto, consapevole, geloso di sé ma certo non privo di autocritica. E tranquillamente confessa: « Noi calciatori, quasi tutti, siamo figli di buone mamme. Diabolici nel crearci scuse a parole. Però, mi creda: anche quando sì gioca male, uno non si rende conto d'aver sbagliato. Sul campo, un giocatore è convinto di dar tutto, di spremersi. Poi, dopo, riflettendo... ». Maestrelli sorride. Fa il padre putativo con convinzione e mano sempre tesa. Lo rimproverano di parlar poco, e di dire niente in questo « poco ». Evidentemente non sanno capirlo. Una sua strizzata d'occhi sa confidare quantità di cose, al di là della semplice « notizia ». Ed eccolo tirar le orecchie al ragazzino D'Amico. Settemila lire di telefono sul conto della tua pensione? Non le hai certo spese per parlare con tua madre. E allora? Bisogna stringere i conti anche della bolletta, ammonisce. D'Amico arriccia il naso e il mento adolescenziali, arrossendo sotto un principio di barba. « Calci nel didietro », aggiunge Chinaglia. E ancora D'Amico accoglie, rattrappendosi, perché lui considera Giorgione come un maestro, un fratello maggiore, un general-manager di spirito e consiglio. Ecco la Lazio. Il suo biglietto da visita è scritto a mano. I sogni di grandezza sono chiusi in un cesto di vimini, non in un baule Hermes foderato di pelliccia. E questo contrasta con le smisurate ambizioni dei tifosi che esagerano sempre, questo irrita i fanfaroni della critica imperiale, anche se sotto sotto non leva un'unghia a certi giocatori del team biancoceleste, un po' presuntuosi », confida chi li conosce bene. La Lazio società sportiva è straordinariamente in salute, come club. Il Beato Lenzini (« che me ne faccio di un general-manager? Alla mattina mi metto lì coi miei fratelli, tiro i conti, apro le lettere, destino i biglietti-omaggio. Tutto in famiglia ») l'ha benedetta con pronostici quasi sempre azzeccati, ma soprattutto ha eliminato le cifre in rosso. Per « passare alla storia», il presidente vuole e sa necessari i bilanci positivi, non solo le vittorie a suon di gol. Nel panorama del calcio, spesso critico e angustiato dai debiti, e che nel Sud ha pesanti tradizioni di rischi e di bancarotta, la Lazio è inglese, è nordica, come certi suoi giocatori, da Wilson a Re Cecconi, da Chinaglia a Garlaschelli. » Il più terrone è il ragazzino D'Amico, che è di Latina », ridono tutti. « Ma ci sono anch'io », si fa sotto Maestrelli, un toscano felice di considerarsi mezzo pugliese e mezzo romano. Chinaglia sta fumando troppo, quindici sigarette al giorno. Gli consiglio di cambiare almeno marca di tabacco, quella che usa è notoriamente pestilenziale. Dice, ammiccando dietro la sua robusta cocciutaggine positiva: Proverò. Ma io, se non tocco con mano.... Se non tocca con mano cosa significa? Che deciderà dall'alto di tremendi catarri? Persino Gigirrìva riuscì a limitare il vizio, deleterio per un « punterò ». Mormora.

Prosegue a ritmo sostenuto la preparazione della Lazio per la partita con la Juventus. I giocatori sembrano aver dimenticato l'insuccesso di Marassi. Il pensiero di tutti è ormai rivolto all'impegno con i campioni d'Italia che potrebbe infondere una svolta decisiva al campionato. I biancocelesti hanno persino chiesto a Maestrelli di anticipare di un giorno il ritiro per prepararsi meglio. Stamane non si sono allenati Martini e Frustalupi, apparsi leggermente affaticati. I due giocatori, torneranno In campo fin da domani per la solita partitella in famiglia di fine settimana. Maestrelli non ha quindi particolari problemi da risolvere. Secondo quanto ha già preannunciato, li trainer schiererà contro I bianconeri la stessa formazione sconfitta a Genova dalla Sampdoria. Non si esclude, però, qualche cambiamento se Vycpalek dovesse scegliere un attacco a tre punte con Bettega accanto ad Altafini e Anastasi. Si parla Intanto di un favoloso premio partita (oltre un milione a testa) che avrebbe promesso il presidente Lenzini ai suoi giocatori. Il confronto fra i biancocelesti e i campioni d'Italia verrà trasmesso dalla televisione in diretta, via satellite, negli Stati Uniti e in Canada. Questa notizia dell'ultima ora fornisce la dimensione dell'interesse che circonda l'avvenimento considerato uno del più Importanti della storia calcistica della capitale


Venerdì 15 Febbraio

Scrive La Stampa: Uno dei personaggi più suggestivi della Lazio è Umberto Lenzini, soprannominato il « presidente profeta ». In un primo tempo i suoi pronostici venivano sottolineati con benevola ironia. In seguito, però, visto che indovinava quasi sempre il punteggio con cui la Lazio si sarebbe assicurata la vittoria, qualcuno ha cominciato a pensare che il presidente fosse dotato veramente di facoltà fuori del comune. Bene, allora come andrà a finire con la Juventus? Lenzini diventa improvvisamente serio. Domenica scorsa è stato tradito dalla sua vena profetica a Marassi, dove aveva preventivato di portare via almeno un punto. « Stavolta non dico nulla — replica risentito — però prevedo una grossa partita e una Lazio entusiasmante che punterà decisamente alla vittoria travolgendo ogni ostacolo anche se questo si chiama Juventus. Non ci importa nulla di avere di fronte i campioni d'Italia. Meglio loro che un avversario modesto. Se deve essere festa, che sia festa grande ». Lasciandosi trascinare dalla foga, Lenzini quasi non si accorge di aver formulato anche stavolta la sua brava previsione. Rimane solo da stabilire se ha trovato un'altra valida sfera di cristallo dopo che quella precedente se ne era andata in frantumi a Genova. Ma cosa l'ha spinto in passato a prevedere il futuro della Lazio? « Non lo so esattamente — dice il presidente — forse ho voluto insegnare ai ragazzi ad essere ottimisti, a scoprire la fiducia in se stessi attraverso la fiducia che io riponevo e ripongo in loro. Lo scopo principale della mia vita è quello di essere contento e di vedere gente contenta vicino a me. Un gran giorno sarà quello che sancirà la fine del campionato ». Perché? « Ma è semplice, perché vinceremo lo scudetto ». Va bene la profezia che infonde fiducia. Ma Lenzini, per prudenza, ha pensato di tirare fuori anche un argomento che spesso favorisce la riuscita di una impresa. Ha promesso ai giocatori di mettere mano al portafogli se riusciranno a regalargli una vittoria sulla Juventus. Si parla di oltre un milione. In questi giorni, l'ufficio del presidente ha dovuto sostenere il massiccio assalto di gente che chiedeva biglietti per assistere alla partita. Ad un certo momento stavano per mancargli le energie e aveva deciso di «fuggire» a Viareggio. «Ma alla fine ho deciso di restare al mio posto di battaglia — dice orgogliosamente —. Fino a domenica pomeriggio resteremo tutti in trincea, io, Maestrelli e la squadra».

Sabato 16 Febbraio

Scrive La Stampa: La Lazio è pronta per il «battesimo del fuoco». La partita di domani con la Juventus potrebbe risultare decisiva per la conquista del primo scudetto. L'abilità di Maestrelli è riuscita a riequilibrare il morale dei biancoazzurri, uscito alquanto scosso dal bollente campo di Marassi. Nel solitario ritiro sulla via Aurelia, si sono notati, fra i giocatori, volti sereni e distesi. Durante la mattinata, però, nell'affollatissima hall dell'albergo, non si è fatto altro che discutere sulla gara con i bianconeri. I giocatori della Juventus chiamati in causa con maggiore frequenza sono stati Altafini e Anastasi, considerati gli uomini più temibili dello schieramento avversario. E' in ballo Il primato della difesa laziale contro l'attacco più prolifico del campionato. Il terzino Petrelli è apparso alquanto polemico nei confronti del brasiliano, di cui non avrebbe gradito certi apprezzamenti. « Se ne accorgerà sul campo — ha dichiarato il difensore laziale — dove troverà un osso duro per i suoi denti ». Un punto sarebbe comodo sia a noi che alla Juventus — ha commentato Chinaglia — per mantenere aperto il dialogo sullo scudetto. Spero soltanto che non finisca zero a zero. Sarebbe una grossa delusione per il pubblico. Noi però dobbiamo puntare alla vittoria. Non tanto per interessi di classifica, ma soprattutto perché la Lazio sa esprimersi al massimo quando attacca, Per quanto mi riguarda, penso che anche stavolta sarà dura con Morini ». Il presidente Lenzini, giunto in albergo per la consueta partita a scopa con Maestrelli, ha portato anche le ultime notizie sull'incasso record: 239 milioni e 600 mila lire cui vanno aggiunti i 48 milioni della quota abbonamenti per un totale di 287 milioni. Si tratta del primato assoluto, mai registrato in Italia, per partite di campionato. Il precedente record apparteneva al derby Inter-Milan, del campionato in corso, con 263 milioni. Sono cifre che consentono di dare una dimensione all'attesa che regna nella capitale per il match-scudetto. La gara sarà utilissima anche a Valcareggi, La formazione della Lazio sarà la stessa che ha giocato domenica scorsa contro la Sampdoria perdendo per una rete a zero. In panchina, però, sembra che Maestrelli abbia deciso di portare Manservisi al posto di Franzoni. L'ala tornante potrebbe rivelarsi utile nel caso che la Lazio avesse bisogno di difendere un eventuale vantaggio oppure che il giovane D'Amico, frenato dall'emozione, non si rivelasse all'altezza del delicato impegno.

Domenica 17 Febbraio

Dopo la gara

Davanti a quasi 90.000 spettatori la Lazio batte la Juventus 3-1.

Lunedì 18 Febbraio

Scrive Stampa Sera: Il campionato tira il fiato. La settimana che precede la partita Italia-Germania consente alle squadre di riordinare muscoli e idee in attesa di riprendere le ostilità. La marcia spedita della Lazio e la forma strepitosa dei suoi giocatori si impongono come elementi nuovi nelle scelte di Valcareggi. Alla piacevole situazione di poter contare sul fresco serbatoio biancoazzurro, si contrappone però l'imbarazzo di mutamenti di indirizzi, che come è noto non piacciono molto al commissario tecnico. Maestrelli lo sa, non desidera assolutamente forzare la mano a Valcareggi, ma nello stesso tempo sembra giusto al trainer biancoazzurro affrontare serenamente Il discorso sul contributo che potrebbe portare la Lazio attuale alla Nazionale. Scontato l'impiego di Chinaglia per la partita con la Germania, secondo Maestrelli sarebbe giunto il momento di collaudare anche il libero Wilson. Non discuto la capacità ed esperienza di Burgnich, che rimane sempre il titolare del ruolo — commenta l'allenatore — ma contro i tedeschi bisognerebbe far giocare almeno un tempo Wilson che da due stagioni a questa parte si sta esprimendo su valori eccezionali. Già tre anni fa, quando eravamo in serie B, parlai a Valcareggi di Wilson ma trovai un clima di titubanza. Oggi, però, mi pare che questi dubbi non abbiano più ragione di esistere . Sembra che stavolta Valcareggi abbia deciso di accontentare Maestrelli, perché a quanto ci risulta Wilson giocherà per un tempo. « io voglio soltanto far risaltare l'attuale realtà del campionato — prosegue il trainer — che non può essere trascurata. Siamo tutti tifosi della Nazionale, ognuno cerca di portare il suo contributo. Qui non si tratta di scrivere una lettera di raccomandazione per un impiegato del ministero da promuovere . Chiarito il suo pensiero, Maestrelli elenca i nomi dei suoi giocatori che hanno tutti i requisiti per entrare a far parte del Club Italia. Martini, sul piano del dinamismo — aggiunge il tecnico —si sta rivelando uno dei migliori giocatori del torneo. Conoscendo il suo carattere, penso che potrebbe fare grandi cose anche in nazionale. A Martini, però, aggiungerei anche Oddi che fin'ora è riuscito a fermare con autorità da campione tutte le punte più pericolose. — Quali sono gli altri atleti che potrebbero vestire la maglia azzurra? Garlaschelli, oltre a rivelarsi una ottima spalla per Chinaglia, segna anche i gol. Non dico altro. Con la penuria che c'è in giro di uomini che sappiano andare in rete, Garlaschelli si presenta da sé. Ma vogliamo proprio dimenticare Pulici? E' il portiere che ha preso meno gol e non per merito soltanto della difesa. Infine vorrei spendere due parole per Frustalupi. E' vero che Il nostro regista ha trentadue anni, ma avete visto come sta giocando? In una prospettiva troppo lontana il discorso su Frustalupi in maglia azzurra sarebbe assurdo. Però voglio ricordare che i campionati del mondo si disputano tra soli quattro mesi. — Insomma vorrebbe tutta la Lazio in Nazionale come ha auspicato Wilson con una battuta e che molti hanno preso sul serio? « Rispondo soltanto che il campionato parla un linguaggio chiarissimo, io non voglio imporre nessuno, non fa parte della mia natura. Sono i responsabili azzurri che devono decidere. Certo, alla luce di ciò che sta accadendo nel torneo, mi auguro che la Lazio possa ottenere quella considerazione che mi pare giusto assegnarle. A frenare gli entusiasmi di Maestrelli c'è la gravità dell'infortunio di Petrelli nello scontro con Altafini. Al difensore è stata oggi ingessata la caviglia destra e sarà indisponibile per tre settimane. Altri timori si nutrono in casa laziale anche per la possibilità che il giudice sportivo Barbè possa squalificare il campo per il solitario invasore del campo in occasione del secondo rigore concesso alla Juventus dall'arbitro Panzino. La Lazio quest'anno aveva già avuto un analogo incidente nella gara di andata con la Sampdoria ed il club era stato multato e diffidato, si teme ora che la recidività provochi la squalifica dell'Olimpico.

Martedì 19 Febbraio

Per la gara di Coppa Italia contro il Cesena, Maestrelli ha deciso di tenere a riposo molti titolari. Dentro Moriggi, Facco, Polentes, Franzoni, Inselvini e Manservisi. Il trainer cerca di preservare i titolari per evitare altri infortuni e problemi in vista delle prossime gare.

Mercoledì 20 Febbraio

Pareggio per 1-1 fra Lazio e Cesena in Coppa Italia

Giovedì 21 Febbraio

Venerdì 22 Febbraio

Scrive La Stampa: L'amichevole di martedì prossimo con la Germania Ovest è la penultima partita di preparazione ai « mondiali ». Valcareggi, da tempo, ha ormai le idee chiare circa l'ossatura della squadra che ha già sostenuto numerosi collaudi positivi: deve unicamente registrarla (in base alle sue necessità ed alle Indicazioni del campionato] aggiornarla e completare la « rosa » del ventidue che prenderanno parte alla spedizione in Germania Ovest. L'esigenza di trovare una valida alternativa a Burgnich e gli infortuni capitati a Riva e Re Cecconi hanno costretto Valcareggi ad inserire qualche novità nel « club Italia » e a modificare la formazione-base rispetto a quella che aveva trionfato a Wembley. Martedì all'Olimpico ci sarà il debutto di Wilson e il rilancio di Chiarugi, cinque anni dopo il suo esordio in maglia azzurra. Facce nuove oggi al raduno di Coverciano. Tra i convocati si rivede Juliano, che è In gran forma e potrebbe essere utilizzato nel secondo tempo e c'è la - matricola Oddi. Giuseppe Wilson, dopo una lunga anticamera in panchina, verrà provato, quasi certamente per 90 minuti, a Roma. E' tempo d'esami per il capitano della Lazio: martedì c'è la laurea in azzurro, giovedì l'esame di diritto commerciale per la laurea in legge. L'esame più importante e senz'altro quello calcistico — dice Wilson, nato 27 anni fa a Darlington, in Inghilterra. — Dovrei essere facilitato dal fatto che si gioca a Roma. Se dovesse andar male, meriterei una prova d'appello, se invece andrà tutto bene potrei confermare la candidatura a vice Burgnich. Esordire In nazionale all'Olimpico è per me un grosso traguardo. E' tutto ». In abiti civili Wilson ha l'aspetto di un gentleman: elegante, gesti misurati, linguaggio forbito. In campo si trasforma: diventa un « fighter » e spesso litiga. Perché questa metamorfosi? Diciamo che non mi tiro indietro — replica. — Se non avessi certe reazioni non potrei nemmeno giocare. Fisicamente non sono un drago. Però non c'è malafede. Dopo il novantesimo minuto tutto finisce e con i miei avversari sono più amico di prima. Mi ha molto amareggiato, ad esempio, la discussione che ho avuto con Altafini. Per me è un capitolo chiuso. José deve capire che la posta in palio era importantissima: Wilson, come libero, non si ispira a nessuno. Dice: « Anche volendo non potrei somigliare a quei grandi giocatori che sono Beckenbauer e Burgnich. Cerco di essere me stesso, cioè essenzialmente un difensore che si è fatto una lunga esperienza in tutti i ruoli della difesa. Se mi sgancio qualche volta, nella Lazio, è perché ormai recito un copione a memoria e tutto è facile. In nazionale dovrò farlo con meno frequenza ». — Lei pensa che il suo impiego contro i tedeschi dipenda anche dal fatto che la Lazio è prima in classifica? Sarebbe un controsenso far giocare i primi e trascurare gli altri che nel loro ruolo sono i migliori — spiega Wilson — Non è giusto fare una valutazione in base alla classifica ». Burgnich invece pensa che se la Lazio non fosse al comando, a Roma avrebbe giocato ancora lui. Non fa comunque polemiche ed accetta le decisioni di Valcareggi — che considera l'interista titolare a Monaco — ma garbatamente contesta al ct. di aver annunciato ai giornali che voleva parlargli mentre avrebbe potuto comunicargli per telefono che, all'Olimpico, sarebbe andato in panchina.

Sabato 23 Febbraio

Scrive La Stampa: Chinaglia è davvero in gran forma. Ne hanno avuto conferma i medici dello staff azzurro quando hanno registrato 40 pulsazioni al minuto. E' il segno che Chinaglia è in splendide condizioni fisiche. « Chinaglia è determinante nella Lazio », dice Causio. Chinaglia sorride. Questa volta è titolare indiscusso della maglia numero 9. Anastasi, infatti, non fa la minima polemica poiché sa che Chinaglia merita il posto. Il centravanti della Lazio, anche se si giocherà a Roma, è convinto che l'amichevole con la Germania Ovest sarà per lui un nuovo esame. « Ho meno responsabilità che a Wembley ma sarà dura — dice "Long John". — La Germania Ovest è forte. I tedeschi giocano come gli inglesi, ma hanno più fantasia. Può venirne fuori una bella partita.

Domenica 24 Febbraio

Scrive La Stampa: Anche il calcio ha la sua vicenda all'« italiana » che ha per protagonista il centravanti della Lazio e della Nazionale Giorgio Chinaglia. Si è scoperto improvvisamente che «Long John », come viene chiamato per le sue origini calcistiche inglesi, non è tesserato come professionista della palla rotonda. Egli è soltanto un semiprofessionista ed è scritto ben chiaro sul contratto che lo lega alla società biancoazzurra. La singolare posizione del giocatore si è mantenuta in piedi per anni senza che la nostra Federazione si accorgesse della carenza legislativa che affermi con chiarezza la differenza fra giocatore professionista e dilettante. E' strana anche la « distrazione » della Lazio la quale non ha pensato a legittimare la posizione del giocatore che è rimasta la stessa di quando venne acquistato dall'Internapoli, squadra militante in serie C. La storia si può così riassumere per arrivare poi alla conclusione all'« italiana » di cui si accennava all'inizio: Il giocatore arrivò in Italia proveniente dalla federazione inglese? cozzando la sua importazione contro il veto federale, ottenne una deroga speciale, risultando incontrastata la sua discendenza italiana. La Internapoli lo tesserò dopo una breve pratica nella Massese come dilettante, in qualità di semiprofessionista, essendo l'Internapoli un club di serie C. Quando la Lazio l'ingaggiò, continuò a tesserarlo come semiprofessionista e ancora oggi è in questa posizione di cartellinamento. Ora c'è di mezzo la sua attività extra sportiva che costituisce l'unica eccezione in materia. A questo punto due sono i casi: o dall'anno prossimo Chinaglia dovrà essere tesserato dalla Lazio come professionista o saranno modificate le norme federali, nel senso che i semiprofessionisti non potranno svolgere attività collaterali, come adesso accade ai professionisti. La scoperta di Chinaglia semiprofessionista è venuta fuori in seguito alle iniziative pubblicitarie del giocatore che sta girando alcuni caroselli televisivi per una nota marca di whisky. Giorgio ha inciso anche un disco che fa parte della colonna sonora del film « L'arbitro » che viene proiettato da alcuni giorni nelle sale cinematografiche. Ma se non ne avessero parlato i giornali, la nostra Federazione avrebbe forse continuato tranquillamente a ignorare il caso. Il presidente Franchi ha detto che il consiglio federale se ne occuperà al più presto facendo rilevare nello stesso tempo che « non ci sono state né frodi e né pratiche di malafede da parte di nessuno ». E' vero. Eccetto, però, una macroscopica « noncuranza» che ha consentito al giocatore di intascare centinaia di milioni alla barba di evasivi regolamenti. Evidentemente Chinaglia sapeva di trovarsi in una botte di ferro e non ha esitato ad accettare le favolose offerte della pubblicità mentre altri suoi compagni, famosi quanto lui, hanno dovuto finora rifiutare perché « professionisti ». Secondo un suggerimento avanzato a suo tempo dall'Associazione calciatori (nel caso che in futuro sia consentito ai tesserati professionisti svolgere attività extracalcistiche), gli atleti più famosi che avrebbero ricevuto offerte di reclamizzare un prodotto, avrebbero dovuto versare una percentuale da stabilire in favore della stessa associazione. Ma Chinaglia sembra aver precorso i tempi. Qualche giorno fa, dopo un allenamento a Tor di Quinto, disse a proposito dei suoi caroselli pubblicitari che sta girando:« Io non so quale cifra devo versare all'Associazione calciatori. Sono loro che devono farsi vivi. Io per ora penso soltanto a intascare. Poi si vedrà ». E il signor Chinaglia, « semiprofessionista », continua tranquillamente a intascare. Non solo i proventi dei caroselli, ma anche le centinaia di milioni che paga la Lazio per i suoi gol, senza contare la percentuale sugli incassi (si parla del 9 per cento) di cui sembra che il giocatore abbia diritto. Il « dilettante » Giorgione fa benissimo a sfruttare la sua popolarità servendosi dell'astutissima scappatoia. La colpa è solo dei dirigenti che glielo consentono.

In un Paese che quotidianamente si nutre di scandali, il caso Chinaglia non è destinato a suscitare larga sensazione: resterà entro limitati confini d'interesse. Alla gente che va alla partita la domenica poco importa se il centravanti della Lazio è professionista della palla rotonda oppure è calciatore a mezzo servizio che per le leggi federali subordina il gioco del calcio ad altre attività non meno lucrose (canto, cinema, pubblicità, boutique). Chinaglia guadagni pure i milioni che vuole, bravo se ci riesce; essenziale è che egli la delizi con un football sopraffino e le regali in ogni partita gol entusiasmanti. La paradossale vicenda del giocatore laziale, attualmente capocannoniere del campionato e centravanti della Nazionale, non avrà riflessi negativi sul governo del calcio italiano, principale responsabile dell'assurda situazione, poiché alla maniera italiana si troverà la via di soffocarla o d'insabbiarla (Franchi ha già messo le mani avanti preannunciando modifiche alle norme federali affinché mai più si ripetano esempi del genere); è però indubbio che questa vicenda verrà usata e forse strumentalizzata dai « professionisti » della palla rotonda i quali chiedono da tempo, inascoltati, il diritto di reclamizzare televisori, frigoriferi, abiti, profumi o cose del genere allo stesso modo che « Long John » raccomanda ai bevitori di whisky una particolare marca.

Il semiprofessionismo di Chinaglia e in fondo il frutto di giustificate deroghe, di facile acquiescenza, di pigrizia di funzionari della federazione (sembra che Franchi sia caduto dalle nuvole quando gli sono stati chiesti chiarimenti poi, abile in dialettica come egli è, ha trovato le parole adatte per uscire dall'imbarazzante situazione), un insieme di favorevoli circostanze maturate all'ombra del quieto vivere. Se risponde a verità la voce che Chinaglia percepisce a termini di contratto la percentuale del nove, per cento sugli incassi della Lazio (a esempio, otto-nove milioni in occasione della recente partita tra Lazio e Juventus), sorprendente e la passiva approvazione dei suoi compagni di squadra che certo non fruiscono di così generose clausole, a meno che essi non sappiano, e ciò è assai probabile, o tacciano perché in contropartita Lenzini ha offerto altre cose. Lo stesso presidente della Lazio non ha valutato nella giusta misura i rischi che egli corre. Proprio per questa posizione di giocatore a mezzo servizio, Chinaglia un giorno potrebbe anche rifiutare la sua cessione ad altre società, e non vi sarebbero magistrati (qualora la cosa finisse dinanzi a un tribunale), disposti a non riconoscere il diritto del giocatore.


Lunedì 25 Febbraio

La prima sfida, quella fra i giovani, è andata alla Fiorentina, dopo un match drammatico: Maestrelli, venuto da Roma per seguire i giovani laziali allenati da Carosi, c'è rimasto male, ed alla fine è stato estremamente scortese con chi gli chiedeva un commento. Forse, il tecnico ha visto nel risultato odierno un cattivo presagio per il match di domenica prossima a Firenze... Desolati, l'atleta che dopo 118 minuti di gioco ha deciso la finale, schiacciando In rete di testa un corner, con ogni probabilità sarà avversario anche della Lazio di Wilson e Chinaglia a fine settimana. L'occasione per una vendetta arriverà quindi presto. Il malumore del laziali, comunque, non è una semplice reazione alla sconfitta. E' maturata durante una delle più drammatiche partite della storia del torneo. Pensate: i romani rimangono in dieci dopo quattordici minuti per l'espulsione di Castellucci (una gomitata in viso a Prestanti, in reazione, con palla lontana). Va quindi in vantaggio la Lazio al 40' con Coletta (colpo di testa su tocco di Tripodi). Perde lo stesso Tripodi (uno degli elementi più tecnici e freddi) per infortunio. Regge con tenacia al forcing continuo, anche se impreciso dei viola, ma subisce il pareggio a tre minuti dalla fine, quando una botta tagliata di Rosi (l'unico veramente valido fra i toscani) sorprende il bravo portiere Avagliano. Sempre in dieci, ovviamente, i laziali sono così costretti al supplementari: reggono bene nel primo, sfiorando il gol, nel secondo, perdono il portiere titolare, colpito duro da Rosi, quindi incassano la rete della sconfitta a due minuti dalla fine, appunto ad opera di Desolati. Un vero dramma per la Lazio, ed anche per gli organizzatori della Giovani Calciatori Viareggio, che già sognavano gli altri quindici milioni di incasso che garantiva la ripetizione della finale, giovedì. Desolati ha rovinato tutto la Lazio meritava il successo io non metterei mai, in queste gare giovanili, un elemento che abbia giocato in serie A) , ci ha detto a fine partita il presidente Lenzini, mentre il collega fiorentino Ugolini e il trainer viola Radice non sapevano come ribattere, o per lo meno di ripetere il match ad armi pari. Fra i protagonisti — tutti ammirevoli per lo sforzo fisico sostenuto avendo già sulle spalle cinque partite in dieci giorni — ricordiamo Borgo. Un « motorino » senza pause, lucidissimo, corretto. La Lazio lo ha acquistato dalla Pro Patria, l'estate scorsa, un altro Re Cecconl (gli assomiglia anche nella taglia atletica e nei capelli biondi), con un po' di Lodetti, che le società del Nord si sono lasciate sfuggire.

Serena vigilia degli azzurri: cinema e autografi tanti applausi all'arbitro (ma nel film di Chinaglia) In albergo s'è presentato anche Frustalupi. « Vorrei giocare », ha detto a Valcareggi in tono scherzoso; « mi sono portato anche la tuta ». Valcareggi l'ha salutato con un abbraccio e gli ha detto: « Se tu avessi cinque anni in meno ci faresti davvero comodo ». « Ma per i mondiali in Argentina potrò avere qualche speranza? » ha replicato il « cervello » della Lazio. « Forse », gli ha detto Valcareggi congedandosi. Chinaglia ha regalato il disco da lui inciso e con il quale fa da sigla al film « L'arbitro » che gli azzurri hanno visto ieri privatamente. Film divertente, ma applausi per « Long John » la cui voce è calda e molto intonata.

Martedì 26 Febbraio

Pareggio a reti bianche fra Italia e Germania Ovest nell'amichevole disputata a Roma. Esordio assoluto con la maglia della Nazionale per Giuseppe Wilson. In campo anche Chinaglia.

Mercoledì 27 Febbraio

Per gli Incidenti avvenuti durante l'incontro con la Juventus (tifoso in campo), la Lazio se l'è cavata con una forte multa: tre milioni e mezzo. Il giudice sportivo ha quindi squalificato per una giornata il juventino Anastasi (espulso durante la gara di Coppa Italia con il Palermo), Massimelli (Bologna), Gorin (Vicenza), Petrelli (Lazio) e Boni (Sampdoria).

Giovedì 28 Febbraio

La Lazio riprende la corsa in campionato dopo la parentesi azzurra. La partita di domenica prossima contro la Fiorentina potrebbe risultare decisiva per gli uomini di Maestrelli. Stamane, sul campo di Tor di Quinto, I biancoazzurri hanno ripreso la preparazione a ritmo sostenutissimo. Sono rimasti a riposo Garlaschelli, impegnato ieri con la Under 23 a Taranto, Petrelli infortunato (è anche squalificato per una giornata) e Re Cecconi, che sta gradatamente rieducando la gamba ingessata fino a pochi giorni fa. Maestrelli, rispettando la consuetudine, non ha voluto parlare della formazione che affronterà i viola. Si può però anticipare che, rispetto allo schieramento standard, ci sarà un solo cambiamento: Polentes al posto di Petrelli. In panchina dovrebbero andare il portiere di riserva Moriggi, il terzino Facco e l'attaccante Manservisi. « Contro le grandi la Fiorentina ha sempre giocato ottime partite — ha commentato Chinaglia — noi potremmo accontentarci anche di un pareggio. Ma l'amara esperienza di Marassi con la Sampdoria, ci ha insegnato che la Lazio gioca meglio quando si propone come obiettivo tutti e due i punti ». Sarà dunque una Lazio ambiziosa, che punterà decisamente al successo? « io dico soltanto che non dovremo lasciare l'iniziativa alla Fiorentina ». Anche Maestrelli, pur evitando di parlare della tattica che adotterà la sua squadra, ha abbandonato il suo tono prudente. « A questo punto mi sembra inutile il solito giro di parole — ha dichiarato — possiamo tranquillamente affermare che lo scudetto ce lo giocheremo a Firenze domenica prossima e il 7 aprile a Napoli ». La Lazio completerà domani pomeriggio la preparazione con la solita partitella a ranghi misti.