Domenica 11 maggio 1997 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Perugia 4-1

Da LazioWiki.

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Campionato Italiano di calcio Divisione Nazionale Serie A 1996/97 - 30ª giornata - Lazio-Perugia 4-1

LAZIO: Marchegiani, Negro, Nesta, Grandoni, Chamot, Rambaudi (56' Gottardi), Fuser, Venturin, Nedved (80' Baronio), Casiraghi, Signori (65' Protti). n.e. Orsi, Fish, Buso, Piovanelli. All. Zoff.

PERUGIA: Bucci, Castellini, Di Cara, Mijalkovic, Di Chiara, Gautieri, Goretti (56' Rudi), Giunti, Kreek (83' Traversa), Rapaic (66' Pizzi), Negri. n.e. Spagnulo, Manicone, Matrecano, Cottini. All. Scala.

Arbitro: Sig. Bettin (Padova).

Marcatori: 7' Signori, 45' Rambaudi, 48' Casiraghi, 51' Casiraghi, 86' Pizzi.

Note: espulso Gautieri (fallo da dietro) 27' s.t. Ammoniti: Goretti, Traversa e Bucci. Calci d'angolo: 5-10.

Spettatori: 34.089 per lire 1.060.143.000 (paganti 7.718, abbonati 26.371, per una quota di 805.588.000).

Il raddoppio di Rambaudi
Il goal di Casiraghi del 3-0
Il goal di Beppe Signori
Il biglietto della gara

La Gazzetta dello Sport titola: "La Lazio si scopre irresistibile. Zoff non sbaglia nulla, Casiraghi e Signori lo ripagano: il Perugia verso la B. Tre gol in sette minuti spianano la strada ai biancocelesti, a cavallo tra la fine del primo tempo e l'inizio della ripresa. Per gli umbri è una giornataccia. E la squadra di Zoff continua a scalare la classifica".

Continua la "rosea": Non era all'Olimpico, e soprattutto con la Lazio di questi tempi, che il Perugia doveva salvarsi. Ne prende infatti 4 (a 1) e poteva pure andargli peggio. O meglio, dipende dai punti di vista, se solo Marchegiani e Kreek si fossero altrimenti comportati nei due episodi che nel primo tempo, dopo l'1-0 lampo di Signori, hanno "segnato" la gara. Strana, perché strachiusa (4-0) dopo appena sei minuti della ripresa, eppure in bilico fino alla fine del primo tempo regolamentare. La Lazio, se cancelliamo l'intervallo, ha segnato infatti tre gol in sette minuti: con Rambaudi nell'ultimo di recupero del primo tempo e con Casiraghi, doppietta (3' e 6') quando si era appena tornati in campo. Mettiamoci pure gli allenatori: il serafico Zoff, che avrà certo osservato i poco affettuosi striscioni di definitivo commiato riservati al neo-romanista Zeman, non ha sbagliato nulla, riconsegnando a Signori la maglia di titolare nonostante il derby-gol di Protti, riportato in panchina. Venendone ripagato subito, con un sinistro micidiale al termine d'una azione tutta in verticale (Venturin-Chamot) bellissima. Il meditabondo Scala ha invece sbagliato assai, sostituendo (38' p.t.) Kreek, dignitoso dirimpettaio di Fuser quanto sciagurato autore del mancato pareggio (30'), con Traversa, spedendo quest'ultimo a destra, per marcare Nedved. Si era sull'1-0 e il cambio è sembrato più orientato a difendere lo svantaggio che a pungere. Perché è vero che sul proprio fronte destro, come ha spiegato Scala, il Perugia soffriva l'asse Chamot-Nedved-Signori, ma è altrettanto vero che dalla parte opposta gli umbri pungevano. Come ben sa Marchegiani, autore d'una parata decisiva su Rapaic. La sostituzione ha invece avuto un effetto devastante, perché per ritrovare il Perugia dalle parti di Marchegiani si sarebbe dovuto aspettare il 4-0.

E sì che la Lazio sull'1-0, complice il caldo estivo, s'era seduta, giochicchiando morbido, soffrendo l'altrui pressing e compiendo qualche panzana di troppo (Grandoni) in difesa, dove solo Chamot esterno sinistro (Favalli squalificato) funzionava a dovere, mentre il rientrante Nesta pareva ancora a corto di carburante. Nel Perugia, che ha la peggior difesa del campionato e guardando Mijalkovic e Di Chiara si capisce perché, il tandem d'attacco composto dall'ottimo Negri e dal furbo Rapaic s'era fatto rispettare, al pari di Goretti, anima d'un centrocampo in cui invece steccava Giunti. Le due grandi occasioni per l'1-1 se ne andavano e con esse il Perugia, che in pieno recupero prendeva gol in fotocopia da una situazione scampata appena un minuto prima. Corner, torre Casiraghi, Rambaudi sottomisura. La prima volta rovesciata alta, la seconda colpo di nuca e gol. L'uno-due di Casiraghi, ai suoi primi gol per Zoff, l'ultimo (e inutile) lo aveva segnato al Bologna nella domenica romana (1-2) della cacciata di Zeman, era di forza prima (Di Cara se ne doleva) e di fino poi. L'arbitro Bettin, crudele col Perugia, cacciava (25') Gautieri per un fallo da tergo su Nedved poco più che veniale. Infine il facile gol di Pizzi, subentrato a Rapaic. Giovedì col Bologna, domenica a Reggio Emilia, è lì che il Perugia deve fare il pieno per tentare di acciuffare il Piacenza. Quanto alla Lazio di Zoff, dopo il quarto posto, volendo, c'è il terzo...


Dal Corriere della Sera:

La difesa del Perugia è una vigna, ma pure i tiratori Kreek e Gautieri non scherzano nelle elargizioni per Marchegiani, rintracciabili fra il gol-lampo di Signori e l'azzeramento d'ogni speranza umbra. Ne discende un festival laziale (4-1) da sottoporre soprattutto all'attenzione di Luciano Gaucci, destinato quasi certamente ad espiare in B quel rovinoso avvicendamento Galeone-Scala. Via libera dunque al risorto Beppe-gol, sul primo suggerimento filtrante griffato Casiraghi. Come se dentro l'Olimpico biancoceleste, straripante scritte anti-Zeman, lampeggiasse l'unico cambio stagionale d'allenatore davvero azzeccato. O come se Dino Zoff, 24 punti in 12 partite, fosse solo presidente decorativo da restituire al ruolo d'allenatore, secondo vocazione prevalente. Certo, recuperato là dietro Nesta e riciclato Chamot propulsore esterno, il suo elastico 4-4-2 pare eludere subito le afflizioni dell'attesa, salvo speculare perfino troppo sugli sbilanciamenti avversari. Rallentamento scusabile, prima di fare quaterna con la doppietta di Casiraghi? Le raccomandazioni gridate di Zoff escludono indulgenze di percorso e comunque i laziali rischiano più volte d'essere raggiunti, presumendo troppo di sè stessi. Sonnecchiano in particolare Grandoni, Venturin e Nedved, mentre l'accoppiata Fuser-Rambaudi vorrebbe imporre le accelerazioni della tranquillità. Proprio Rambaudi, superati un paio di spaventi, impreziosisce una superba prestazione fissando il raddoppio, via Negro. Qua si sgretolano anche le convinzioni psicologiche dei perugini, che escono dal pensato dell'intervallo per andare allo sbando. Chi vigila su Casiraghi? Tanto Di Cara quanto Mijalkovic sono fantasmi svolazzanti, che non formano mai una dignitosa contraerea. E la Lazio, senza necessità d'imporre gioco, piomba in picchiata sui fraseggi sballati del Perugia, ridotto ad armata Brancaleone con l'anima in B. Casiraghi ringrazia svettando di testa nella difesa pietrificata ed aggiungendo il guizzo facile della quaterna, ancora servito da Negro. Quindi, sullo slancio manca la personale tripletta. Segue un finale di calcio simulato, dove Pizzi, subentrato all'evanescente Rapajc, alleggerisce il castigo subito.


Tratte dalla Gazzetta dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:

Riecco Casiraghi, con i suoi primi gol dell'era zoffiana. Il centravanti aveva segnato la sua ultima rete il 26 gennaio al Bologna, proprio quando Zeman veniva esonerato. Una doppietta per dire "ci sono", alla nazionale, al mondo pallonaro. Ma Gigi in questo periodo non le manda a dire: "Sono i miei primi gol con Zoff, anche perché sono le prime partite che gioco con lui, visto l'infortunio che ho avuto. Segnerò poco, ma chissà perché i miei partner fanno sempre tanti gol e non si è mai lamentato nessuno. Questo per dire che non ci sto male per il gol, basta che segnino i miei compagni". Sembra un messaggio per il nuovo tecnico (Eriksson che ha voluto a tutti i costi Roberto Mancini) e per una società alla ricerca di attaccanti: "Siamo in tre e tutti in buone condizioni. Avete visto Signori? Quando viene criticato un po', ecco che segna, dimostrazione di personalità. Peccato manchino solo quattro gare. Poi si vedrà. L'anno prossimo? Lasciamo perdere...". Evidentemente le campagne acquisti della Lazio non convincono. E in proposito ecco Cragnotti, in partenza per il Brasile, che ripete il tormentone: "Se si aprirà uno spazio ritenterò per Ronaldo. Comunque vado in Sudamerica per completare l'operazione d'inglobamento della Cirio in Bombril". Dribbla abilmente il discorso sul passaggio di Zdenek Zeman all'altra sponda del Tevere: "Non ho sentito i cori contro di lui. Comunque lasciatelo lavorare in pace, ne ha bisogno poverino. Piuttosto ho visto una grandissima Lazio che dovrà ripetersi giovedì. Se batterà il Napoli, l'Uefa sarà cosa fatta". La pensano così anche Casiraghi e Fuser, convinti che la vittoria col Perugia sia stato un ottimo passo in avanti. Non Dino Zoff, che ha infilato la sua quinta vittoria consecutiva all'Olimpico: "Non è cambiato molto per la corsa Uefa. L'Udinese continua a vincere, il Bologna pure. Ci sarà da soffrire sino in fondo. La sostituzione di Signori? E' uscito per problemi a una caviglia, io volevo mandare negli spogliatoi Casiraghi".

Alla fine dalla curva nord si sono alzati cori pro-Zoff: "Non ho sentito a sufficienza. E comunque non ho rimpianti e non cambia niente per le mie scelte". Dall'altra parte Nevio Scala prova a spiegare la sconfitta del suo Perugia, sempre più inguaiato: "Siamo stati un po' polli noi, questa è la verità. Abbiamo preso un gol subito e va bene. Ma poi abbiamo sbagliato due occasioni d'oro, imperdonabili. Il 2-0 è arrivato nel recupero, un modo per andare negli spogliatoi senza riuscire a riordinare le idee. Sul 3-0 la partita è finita. Noi eravamo venuti qui per vincere, ma una sconfitta con la Lazio era da mettere in bilancio. Abbiamo la coscienza a posto per come abbiamo giocato. Il problema sono gli errori, quando se ne fanno parecchi e così decisivi c'è poco da fare. Non ci sono tattica o preparazione atletica che tengano. Non sono amareggiato per la sconfitta, lo sono per le concessioni che l'hanno provocata. Giovedì è la partita della verità, contro il Bologna ci giochiamo tutto, ancora possiamo salvarci. Proprio pensando a questo incontro ho fatto uscire Goretti, che era stato impegnato anche in azzurro: gli ho voluto risparmiare una mezz'ora di fatica. La sostituzione di Kreek è stata invece tattica, sulla destra soffrivamo e ho inserito Traversa per metterlo proprio da quella parte". Questione di punti di vista, non condivisi dall'olandese, uscito più che contrariato.