Domenica 17 marzo 1991 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Cagliari 1-1

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17 marzo 1991 - 2480 - Campionato di Serie A 1990/91 - XXV giornata

LAZIO: Fiori, Bergodi, Sergio, Pin, Gregucci, Soldà, Bacci, Troglio, Riedle, Sclosa, Sosa. A disp.: Orsi, Lampugnani, F.Marchegiani, Madonna, Saurini. All. Zoff.

CAGLIARI: Ielpo, Festa, Nardini, Herrera, Valentini (67' Rocco), Firicano, Cappioli, Pulga, Francescoli, Matteoli (72' Corellas), Fonseca. A disp.: Scarpi, Coppola, Paolino. All. Ranieri.

Arbitro: Sig. Ceccarini (Livorno).

Marcatori: 48' Sosa (rig), 89' Herrera.

Note: ammoniti al 40' Festa, 67' Francescoli, 77' Riedle, 91' Gregucci, 93' Herrera. Espulso: 81' Rocco.

Spettatori: paganti 19.050, incasso 528.695.000 lire; abbonati 15.821, quota 463.416.000 lire.

Un attacco biancoceleste
Troglio controllato da Firicano
La rete di Herrera
Il rigore di Sosa
Il biglietto della gara
Dal Guerin Sportivo: la notizia di un interessamento della Lazio su Gascoigne

Il Cagliari è riuscito ad acciuffare il pareggio all'ultimo minuto consentendo alla Lazio di sbandierare l'alibi della beffa per giustificare in qualche modo il punto perso in casa. Certo, quando l'arbitro sta per fischiare la fine, subire un gol genera immancabilmente rabbia e recriminazioni. Ma scorrendo il film della gara salta fuori senza la minima ombra di dubbio che la formazione sarda ha meritato ampiamente di guadagnare il parziale successo, prezioso per la sua classifica. Anzi, se la partita è stata ricca di gioco, spettacolo ed emozioni, va dato il giusto riconoscimento al Cagliari che si è rivelato un partner all'altezza della lanciatissima formazione romana. La Lazio, apparsa in giornata non proprio brillante, si è trovata subito in difficoltà contro avversari che hanno ribadito i recenti progressi generando fondate speranze di salvezza. Gli uomini di Ranieri si muovevano sfruttando precisi sincronismi suggeriti da un Matteoli in vena, di gran lunga il migliore in campo. Intorno al suo regista ha girato un Cagliari attento, caparbio, deciso a combattere su ogni pallone, ma che non ha trascurato neppure l'estetica del gioco. Tuttavia la Lazio, formazione di rango poco abituata a deludere i suoi tifosi, ha saputo ribattere nel primo tempo puntando più sulla sua veemente andatura che sulla costruzione razionale della manovra. Pin e Sclosa si accollavano il pesante fardello di organizzatori più assidui dell'offensiva biancoceleste, però ieri le due punto titolate come Riedle e Sosa erano in vacanza. Il tedesco si è spesso nascosto invece di correre verso il pallone. L'uruguaiano non ha mai trovato la posizione giusta sbagliando inoltre facili passaggi che finivano regolarmente sulle gambe degli avversari. Una maggiore pressione produceva inevitabilmente qualche favorevole occasione per i laziali che un paio di volte con Sclosa e Riedle creavano problemi alla porta difesa da Jelpo. Ma pure i cagliaritani provocavano un grosso brivido al 32' quando Fiori in volo, in seguito a calcio d'angolo battuto da Matteoli, deviava un insidiosissimo pallone, facendo perdere il tempo di battuta ad Herrera piazzato davanti alla porta. Dopo appena tre minuti dall'inizio della ripresa, balzava alla ribalta un protagonista negativo che ha rischiato di falsare il risultato. Il riferimento è per l'arbitro Ceccarini, un fischietto stonato in un concerto che ha offerto molte note piacevoli. In direttore di gara non fermava Riedle in sospetta posizione di fuori gioco, consentendo al tedesco di effettuare un cross che batteva sul braccio di Festa in area. E' sembrato un fallo del tutto involontario ma non per Ceccarini, collezionista di altri interventi estemporanei, che indicava il dischetto del calcio di rigore. Inutili le proteste sarde. Sosa infilava dagli undici metri con un fortissimo rasoterra. La squadra di Ranieri reagiva rabbiosamente con forza ma anche con intelligenza mantenendo intatte le sue risorse di gioco. La Lazio traballava vistosamente anche se Gregucci e Bergodi riuscivano spesso a tamponare con successo le larghe falle provocate dai compagni. Fonseca, Francescoli, Cappioli riuscivano ad insidiare seriamente la porta di Fiori, ma probabilmente la gara, con il Cagliari ridotto in 10 per l'espulsione di Rocco all'81', si sarebbe conclusa con la vittoria laziale di stretta misura se Herrera non avesse azzeccato ad un minuto dalla fine il tiro che restituiva legittimità al risultato: punizione battuta con effetto dal vertice sinistro dell'area laziale. La palla calciata dall'uruguaiano si infilava all'incrocio dei pali superando Fiori piazzato male, sommerso dai rimproveri di Riedle.

Con l'ombra di Gascoigne da scacciare e il punto perso da evocare davanti ai cronisti, il primo biancoceleste a presentarsi in sala stampa è il presidente Calleri. «Il Cagliari ci ha rovinato la festa, anche se la formazione di Ranieri non ha rubato nulla. Alla deconcentrazione per l'affare Gascoigne non ci credo». Così a precisare i perché di un punto perso malamente in casa ci pensa Dino Zoff. A lui, più di tutti, dispiace per quel gol di Herrera a un minuto dal termine. «Più della deconcentrazione per le voci su Gascoigne, oggi sui miei ragazzi ha pesato una eccessiva preoccupazione del Cagliari. Non abbiamo letto bene la partita e abbiamo rinunciato al contropiede manovrato quando i sardi si sono gettati in avanti. Lì abbiamo preparato la strada al pareggio. Era una partita da chiudere all'inizio della ripresa». Al sorriso amaro di Zoff si sostituisce quello entusiasta di Ranieri: «Dopo il rigore laziale abbiamo giocato benissimo. Chiudendo ogni spazio per le loro penetrazioni. Con la compattezza e le palle lunghe su Fonseca abbiamo conquistato metri preziosi e la punizione decisiva». «Abbiamo il contratto di cessione di Gascoigne in mano, con la firma di Solomon, l'unico che conta nel Tottenham», così apre la sua domenica romana Calleri. Anche il Ds Regalia ripete il concetto con chiarezza: «Dobbiamo solo aspettare che il "Take Over Panel" (la Consob londinese, ndr) esamini la nostra offerta. Comunque è fatta». A ribadire l'interesse dello stesso Gascoigne a giocare nella Lazio da luglio sono arrivati ieri a Roma il procuratore di «Gazza», Mel Stein, e il suo avvocato, Lazarus. «Siamo qui per conoscere da vicino questo club, questa città, questo stadio - ha detto Stein -, dopo aver incontrato Calleri. Per un giocatore giovane e ambizioso come Paul, il palcoscenico italiano sarebbe ideale per un'affermazione a livello mondiale. A Gascoigne, comunque, dopo questi nostri incontri romani (utili a definire i dettagli del contratto), farò una dettagliata relazione». Stein ha anche negato di aver consigliato a Gascoigne di accettare l'offerta di un sensibile aumento (un miliardo a stagione per due anni) del suo contratto da parte della società inglese. Da Londra giunge però notizia che Venables abbia bloccato l'offerta della sua cordata per rilevare il Tottenham: «L'offerta è valida - ha detto - solo se resta Gascoigne».

Fonte: La Stampa