Domenica 19 febbraio 1984 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Sampdoria 2-1

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19 febbraio 1984 - 2195 - Campionato Italiano di calcio Divisione Nazionale Serie A 1983/84 - XX giornata

LAZIO: Orsi, Spinozzi (89' Miele), Filisetti, Piscedda, Batista, Podavini, Vinazzani, Manfredonia, D'Amico, Laudrup, Marini. A disp. Cacciatori, Cupini, Piga, Meluso. All. Carosi.

SAMPDORIA: Bordon, L.Pellegrini, Bellotto, Pari, Vierchowod, Guerrini, Chiorri (83' Picasso), Scanziani, R.Mancini, Brady, Zanone. A disp. Rosin, Gambaro, Aguzzoli, Marocchino. All. Ulivieri.

Arbitro: Bergamo (Livorno).

Marcatori: 4' Batista, 43' R.Mancini, 63' D'Amico (rig).

Note: pomeriggio sereno, terreno buono. Ammoniti: Vinazzani (proteste), Zanone (simulazione), D'Amico (ostruzionismo). Angoli 8-2 per la Lazio. Antidoping per Marini, Podavini, D'Amico, Bellotto, Scanziani, Mancini.

Spettatori: 23.137 paganti per un incasso di 221.686.500. Abbonati 17.357 per una quota di 210.526.000.

La Lazio ha saputo abilmente cogliere l'occasione per battere, più nettamente di quanto indichi il punteggio di 2-1, una Sampdoria largamente incompleta per squalifiche o infortuni che l'hanno privata di uomini importanti come Francis, Casagrande e Renica. Tuttavia, pur considerando il peso di tali assenze, era lecito attendersi qualcosa di più dalla formazione blucerchiata che quasi mai è stata in grado di impegnare seriamente l'avversaria. La maggiore pressione dei sampdoriani sollecitata dal tentativo di rimontare il gol subito quasi in apertura di gara è rimasta sul piano sterile delle buone intenzioni. Brady, limitatamente al primo tempo, ha cercato di mettere in movimento le manovre d'attacco affidate prevalentemente alle due punte Mancini e Zanone.

Ma l'Irlandese non ha trovato validi interlocutori, finendo per spegnersi alla distanza insieme con tutta la squadra. Il compito delle punte sampdoriane è risultato ancora più difficile per l'ottima prova sostenuta dalla difesa biancoceleste in cui sono emersi Filisetti, Spinozzi e Podavini. Bloccati gli uomini più pericolosi, la Lazio ha sofferto solo per le incursioni di Pellegrini, che uno spento Manfredonia, molto diverso dall'autentico trascinatore che si era messo in evidenza nelle ultime gare, raramente è riuscito a fermare. Il gol, valido o meno, è sembrato tuttavia un autentico regalo per la Sampdoria. Infatti di tono ben diverso era apparso il gioco della Lazio che si è sviluppato su livelli a tratti entusiasmanti. La rete segnata al 4' di gioco era la premessa della bella prova consolidata nel resto della gara dal biancocelesti. Nell'occasione Batista dava la dimostrazione del suo valore vanamente atteso finora da dirigenti e tifosi. Su passaggio di D'Amico, il brasiliano se ne andava portandosi dietro un paio di difensori. Entrava in area e, mentre Bordon usciva dal pali, infilava con un preciso diagonale rasoterra.

Il gol assai bello, sollevava sugli spalti entusiasmi che poi si tramutavano in rabbia quando Bergamo assegnava il gol del pareggio alla Sampdoria. Ma la Lazio vista ieri, con la sua tenace determinazione, non ha tardato a riprendere ancora più saldamente fra le mani le redini del confronto. I laziali hanno trovato spazio anche sul piano tecnico con Laudrup, il più bravo in campo. Il danese, scrollatosi di dosso una strana apatia che spesso in precedenti gare lo aveva frenato, é letteralmente esploso mostrando un repertorio di autentico fuoriclasse, nonostante avesse sulla sua strada Vierchwood. Quando il risultato era già acquisito per la Lazio, Laudrup ha colpito al 67' anche il palo, con un tiro tanto bello e tempestivo da meritare miglior sorte. In precedenza, al 62', D'Amico aveva trasformato in gol dagli undici metri un calcio di rigore concesso per plateale atterramento di Marini in area da parte di Scanziani. La rete costituiva il coronamento della chiara supremazia laziale. Successivamente la Lazio, anche se con qualche affanno causato soprattutto dalla delicata situazione di classifica, riusciva a condurre in porto il legittimo successo.

Fonte: La Stampa