Domenica 20 aprile 1997 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Reggiana 6-1

Da LazioWiki.

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Campionato Italiano di calcio Divisione Nazionale Serie A 1996/97 - 28ª giornata - Lazio-Reggiana 6-1

LAZIO: Marchegiani, Negro, Chamot, Grandoni, Favalli, Rambaudi (61' Buso), Fuser, Venturin, Nedved, Protti (77' Casiraghi), Signori (71' Fish). n.e. Orsi, Baronio, Gottardi, Piovanelli. All. Zoff.

REGGIANA: Ballotta, Parente, Cherubini (84' Carr), F.Galli, Beiersdorfer (71' Grun), Grossi (51' Sabau), Longhi, Mazzola, Tonetto, Minetti, Simutenkov. n.e. Gandini, Caini, Hatz, De Napoli. All. Oddo.

Arbitro: Sig. Racalbuto (Gallarate).

Marcatori: 12' Signori (rig), 16' Nedved, 22' Protti, 32' Protti, 37' Protti, 42' Simutenkov, 66' Nedved.

Note: al 25' Marchegiani para rigore di Simutenkov (mani di Chamot) Espulsi: Chamot 24' s.t. fallo ultimo uomo. Ammoniti: Grun. calci d'angolo: 10-3. Recuperi: 3' più 3'.

Spettatori: 32.273 per lire 978.478.000 (abbonati 26.371 per una quota di lire 805.588.000, paganti 5.902 per un incasso di lire 172.890.000).

Il rigore di Signori
La seconda rete di Protti
Un abbraccio tra Protti e Nedved
La terza rete di Protti
Signori al tiro
Il biglietto dei Distinti
Il titolo de Il Messaggero
Il biglietto della gara
Il biglietto della Curva Nord

La Gazzetta dello Sport titola: "Prestazione ricca di gol della squadra di Zoff contro una formazione ormai rassegnata alla retrocessione. Protti e Nedved spettacolo Lazio. Un attaccante ritrovato e un tiratore formidabile annientano la Reggiana. I padroni di casa hanno giocato con umiltà e determinazione. Sono andati subito a segno ma non si sono fermati. Decisivo anche Marchegiani che ha parato un rigore. Discutibile espulsione di Chamot".

Continua la "rosea": Ci voleva Dino Zoff, col suo pragmatismo molto prossimo al vecchio e caro buon senso per restituire la Lazio alle goleade. Ci voleva anche la Reggiana, piedi e testa in serie B. Che tuttavia era già scesa all'Olimpico due mesi fa, e come ieri aveva concesso due gol di vantaggio ai padroni di casa nel primo quarto d'ora. Solo che con la mediocre Roma di Carlos Bianchi (quella pessima di Liedholm e Sella è venuta dopo) la partita finì 2-2, perché i giallorossi ritennero con largo anticipo la pratica chiusa. La Lazio no. Ha uno spirito diverso. Un'umiltà sconosciuta altrove. La Lazio non si è fermata, nonostante Nesta e Okon fossero in infermeria e Casiraghi in panchina, fin quando non si è trovata con tale e tanto vantaggio da poter davvero cominciare a pensare al derby del prossimo 4 maggio. Così la Reggiana è stata travolta. Sei a uno. Ma poteva andare peggio. Cartoline da Igor Protti, resuscitato del gol. Ne aveva segnato solo uno nella tormentata annata romana. Ne mette insieme tre in una volta. Gli sta dietro Nedved, doppietta robusta, piedi fotocopia (un gol di destro e uno di sinistro) e palma di migliore in campo. Podio completato da Signori. Per il (netto) rigore che si guadagna e trasforma aprendo la goleada e per l'altruistico e meditato assist del facile 3-0 che, dopo il raddoppio di Nedved, sblocca Protti. Capace, nel giro dei successivi sedici minuti, di andare a segno altre due volte, prima di forza (complice il portiere Ballotta) e poi di fino, con un pallonetto. Ci sarebbe anche da citare Marchegiani, che dopo essersi inchinato sul 5-0 al diagonale di Simutenkov (lasciato in libera uscita da Negro), gli ha negato il raddoppio nella ripresa, e si trattava d'un rigore. Che merita un capitolo a parte: sul 6-1 (Nedved aveva nel frattempo concesso il bis), un tiro di Simutenkov a porta vuota, dopo una mischia, è stato respinto volontariamente con le braccia da Chamot.

Solo che le braccia (non le mani, che erano più in basso) dell'argentino si trovavano a proteggere il corpo e uno dei suo beni più preziosi. Per l'arbitro Racalbuto, rigore ed espulsione che si poteva anche risparmiare. E che costeranno a Chamot il derby. Della partita, naturalmente, poco da dire. La Lazio l'ha affrontata concentrata, col suo 4-4-2 zoffiano che ha restituito a tutto l'ambiente la consapevolezza dei mezzi ragguardevoli che possiede. A centrocampo Rambaudi, Fuser, Venturin e Nedved, ben sostenuti a sinistra da Favalli, hanno subito fatto polpette di Longhi, Mazzola e Tonetto. Né è sembrata particolarmente felice l'idea di Oddo di blindarsi con una difesa a cinque e Galli libero staccato. Il lasciare Parente e Grossi sulle corsie laterali ma in rigorosa linea con gli stopper Cherubini e Beiersdorfer è servito a niente, perché piccoli e coi piedi buoni Signori e Protti hanno subito capito che la via del gol era quella centrale. L'altrui disastro è continuato anche quando Oddo, sul 3-0, ha sostituito l'infortunato Beiersdorfer (auguri!) con Grun ed è passato al 4-4-2, facendo salire Parente. Ha continuato a diluviare, dalle parti di Ballotta, e solo l'intervallo, e il 5-1 alle spalle, ha placato la Lazio. Nel finale, dopo l'espulsione di Chamot, ci sono stati spiccioli per Fish e Casiraghi, che non si vedevano da metà di febbraio. Difficile che questo quarto d'ora consenta a Casiraghi di acciuffare la Nazionale.


Dal Corriere della Sera:

Fosse così facile prendere pure Ronaldo. O entrare in Europa l'anno prossimo. Per dieci minuti è stata una cosa quasi seria, la Reggiana a fare finta di essere una squadra, ancora capace di pronunciare frasi di senso compiuto. Poi è stato il terremoto. Cinque a zero appena passata la mezz'ora, un gol dietro l'altro, uno ogni cinque minuti, tre addirittura segnati da Protti, clamoroso all'Olimpico, dopo il rigore di Signori e la botta di Nedved. Partita chiusa eppure non vuota, perché il bello doveva ancora arrivare. Con il 6-1 già confezionato e con qualche pensiero già rivolto al derby del 4 maggio. Ma in un istante quei pensieri sono diventati di fuoco. Su tiro ravvicinato di Simutenkov, 24' del secondo tempo, Chamot è andato istintivamente a tutelare la sua zona intima. Si trovava sulla linea di porta e di colpo ha piegato un po' le ginocchia, facendo convergere le braccia verso il pube. L'arbitro Racalbuto ha fischiato il calcio di rigore e tirato fuori il cartellino rosso. Per Chamot, la prima cosa che saltava in mente, nessun derby con la Roma. L'argentino provava a strapparsi i capelli, cercava di spiegarsi con l'arbitro, mimando più volte il gesto, ma poi capiva l'inutilità dei suoi sforzi e allora non trovava altro che mandare a quel paese Racalbuto.

Imbufalita quanto incredula, la Lazio non è più riuscita a godersi la vittoria. Raccontava Signori negli spogliatoi: "L'arbitro mi ha detto che il fallo di Chamot era volontario, perché lui aveva le gambe aperte e la palla di Simutenkov stava per passare lì in mezzo. Chamot avrebbe abbassato le braccia proprio per evitare il secondo gol della Reggiana, e allora ha deciso di buttarlo fuori". Per la cronaca, il rigore calciato da Simutenkov è stato parato da Marchegiani, ma è logico che la cosa non ha rilevanza alcuna. Resta, invece, e in maniera molto pesante, l'ingiustizia subita dalla Lazio, l'espulsione che priverà Zoff del suo difensore più esperto e versatile nella gara più sentita della stagione. Ci saranno polemiche e reazioni rabbiose, dopo aver passato al setaccio le immagini della televisione. Eppure il danno è fatto, e tutto ciò che la Lazio può sperare è che per il derby almeno Nesta abbia recuperato e possa giocare. Isolando il disappunto per l'errore arbitrale, emerge comunque il dato di una squadra in salute, per niente afflitta dalla sconfitta di sette giorni prima a Genova contro la Sampdoria. L'Uefa non si è trasformata in un traguardo più agevole, però la Lazio di Zoff continua a non perdere colpi e a non mancare gli appuntamenti casalinghi. Il Bologna è stato raggiunto in classifica, com'era prevedibile, e la Sampdoria ha solo una lunghezza di vantaggio. La strada insomma è quasi in discesa: superando senza danni il derby, il calendario poi darebbe una mano decisiva: Perugia e Napoli all'Olimpico, Milan fuori, Verona in casa e Juve a Torino. Signori ha ribadito che dieci punti basteranno per l'Europa. Ed in questa chiave, al di là dell'episodio contestato di Chamot, il ritorno al gol di Protti e quello sui campi di gioco di Casiraghi (un quarto d'ora ieri per lui) vanno salutati con un sorriso.


Tratte dalla Gazzetta dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:

Al Foro Italico fervono i preparativi per gli Internazionali d'Italia e la Lazio si adegua rifilando un risultato tennistico alla Reggiana. Roba che in questa stagione nemmeno il profeta del gol Zdenek Zeman era riuscito a realizzare. Ma la festa è rovinata dall'espulsione di Chamot, che salterà il derby. Persino Dino Zoff, non abituato a commentare le decisioni arbitrali, sottolinea: "Mi è parso che il nostro difensore avesse le braccia aderenti al corpo, che non ci fosse volontarietà. Pazienza, significa che l'emergenza continua. Il recupero di Nesta per la prossima partita con la Roma? Penso ci siano delle possibilità". E qui sta la buona notizia, per l'azzurro si temeva fosse finita la stagione, invece sta recuperando in fretta e chissà non sia pronto già fra due settimane. Ma il protagonista del giorno è Igor Protti, tornato in gol dopo oltre 6 mesi, addirittura siglando una tripletta: "Cosa ho provato nel momento in cui ho rotto il digiuno non so nemmeno dirvelo. Ho sofferto davvero tanto per questo lungo periodo e la soddisfazione è stata pari alla sofferenza precedente. Devo ringraziare Beppe Signori che è stato bravissimo a servirmi quell'assist, aspettando il momento giusto per offrirmi una palla troppo facile da mettere dentro. Poi mi sono sbloccato e credo di aver realizzato due reti abbastanza belle. Non so spiegarvi bene il perché, ma indubbiamente l'aspetto psicologico è importante. Ora mi sento sollevato da un peso. E devo ringraziare soprattutto Zoff che mi ha sempre dato fiducia. Ricordo con particolare piacere che dopo la partita con l'Atalanta mi fece i complimenti pubblicamente, pur continuando la mia astinenza da gol. Mi ha fatto capire che crede in me. Ero quello che avevo bisogno di capire e avevo chiesto circa sei mesi fa a società e tecnico", che allora era Zeman, ma Protti non è tipo da aprire polemiche.

Anzi trova il modo di ringraziare anche Cragnotti: "E' venuto nello spogliatoio per complimentarsi con me. La cosa mi ha fatto particolarmente piacere". Poi Protti si impone un nuovo traguardo: "Questa domenica non deve rimanere isolata. Voglio essere utile alla squadra per raggiungere l'Uefa. Ma non c'è problema fra me e Casiraghi, che per fortuna sta recuperando. Zoff potrà scegliere in tutta tranquillità, sapendo di poter contare sulla stima piena dell'intera squadra". E a proposito di corsa per l'Europa, capitan Signori sottolinea: "Ci ha sorpreso il risultato dell'Udinese che diventa un avversario in più. Comunque noi conquistando altri dieci punti saremmo sicuri almeno del sesto posto. E possiamo farli tutti all'Olimpico. Certo però che è un peccato perdere Chamot per il derby. La sua espulsione è ingiusta. L'arbitro mi ha spiegato che ha preso la palla con le mani fra le gambe. Ma Antonio si è solo coperto una parte delicata". Zoff è moderatamente soddisfatto ma continua a tenere il freno a mano ben tirato: "Avevamo avuto qualche difficoltà iniziale ma devo dire un bravo ai ragazzi per come sono riusciti a sbloccare una gara che non si presentava facilissima. Sono contento per i gol di Protti, ma del rendimento di Igor ero soddisfatto anche prima. Bene anche Casiraghi, che ha cominciato a recuperare. Per il derby sono pessimista, perché di solito chi arriva peggio poi riesce a risollevarsi. Dunque la Roma è favorita". Qualcuno obietta: ma Zoff, lei non ha mai perso un derby. Dino sgrana gli occhi, fa gli scongiuri di rito e quasi scappa dalla sala stampa.