Domenica 26 giugno 1932 - Roma, Campo Testaccio - Roma-Lazio 0-3
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26 giugno 1932 - Amichevole - Coppa Fornari - Finale - inizio ore 17.15
ROMA: Masetti, Mattei (I), Bodini, Ferraris, Bernardini, D'Aquino, Costantino, Fasanelli, Volk, Eusebio, Chini.
LAZIO: Sclavi, Mattei (II), Del Debbio, Pardini, Furlani, Fantoni (II), Guarisi, Malatesta, Fantoni (I), Castelli, De Maria. All. Sturmer.
Arbitro: sig. Pizziolo (Firenze).
Marcatori: 63' Fantoni (I), al 71' Fantoni (I), al 76' Malatesta.
Note: è stato osservato un minuto di raccoglimento per la scomparsa del padre del Gen. Giorgio Vaccaro e di Gino Bolognesi. La Lazio si aggiudica la Coppa Fornari. Le due semifinali (andata e ritorno), della competizione erano state disputate nel settembre 1930. La Lazio aveva eliminato la Fiorentina mentre la Roma aveva superato il Bari.
Spettatori: come riporta Il Littoriale, "gran folla nei popolari e pubblico discreto nei distinti; semivuote invece le tribune".
Arriva in "amichevole", per quanto valga un trofeo, la prima vittoria della Lazio nel derby. E' una vittoria vera perché le due squadre schierano la loro formazione migliore e i biancocelesti straripano sul campo avverso solo dopo un'ora abbondante di gioco con doppietta di Fantoni I e gol della sicurezza di Malatesta. Appena dieci giorni prima la panchina della Lazio era passata da Barbuy a Sturmer, che come prima cosa setaccerà le giovanili, lanciando i famosi "pulcini".
Il Messaggero titola: "La finale della "Coppa Fornari" al campo Testaccio vinta dalla "Lazio" per 3-0 sulla Roma.
Prosegue il quotidiano romano: Decisamente la Lazio, in vena di riabilitazioni sensazionali, prima contro il Modena e poi, ieri, contro la Roma, ha sfoderato uno slancio garibaldino che se se ne fosse... ricordata nel corso del campionato, la graduatoria delle squadre di testa avrebbe suvito delle varianti assai interessanti. Molto probabilmente la presenza del nuovo trainer Sturmer, e molto più le dichiarazioni di tenere in isquadra solo i giuocatori che andavano bene, ha fatto scattare tutti come molle, e tener duro sullo scatto fino alla fine. Anzi ha fatto terminare la partita in pieno crescendo, ed a velocità sempre più accelerata, talchè bisogna pur dire che i giallo-rossi sono ieri stati presi in velocità nel secondo tempo della partita; in velocità e infine nel puntiglio. Forse la squadra romanista è scesa in campo con molta, troppa fiducia aumentata poi dallo svolgimento del primo tempo, dove sfoggiava rilevante superiorità di pressione, nonostante alcune improvvise e sintomatiche rovesciate di fronte all'attacco laziale. Ma tale superiorità era rimasta sterile e qui comincia la sconfitta della Roma.
Perché lasciati passare 45 minuti favorevoli inutilmente, con tiri più o meno sprecati, con occasioni non sfruttate convenientemente, con povertà d'idee e risolutive e di slancio immediato in area di rigore, con una sequela di veri e propri errori sul pallone da parte degli uomini del trio centrale; trascorsa oziosa, per quanto infiorata di spunti accademici, e straricca di preziosi palloni della seconda linea invano forniti alla prima, una intera ripresa si dava agio agli uomini della Lazio di riconoscere quale era la vera debolezza della Roma, e di maturare il loro piano di contrattacco. L'andamento e il risultato della finale della Coppa Fornari hanno così servito a scoprire quali sono le reali forze e le reali deficienze delle due squadre. Nessuna di esse aveva fatto scendere in campo nuovi acquisti, come si riteneva o si sperava. Nessuna ha scoperto le proprie batterie, forse perché non ancora completamente smontate. Del resto un riesame completo dei vecchi elementi era utile e doveroso. Così è stato fatto, e sono i giallo-rossi che presentemente hanno più bisogno di innesti gagliardi. Ma i processi ricostitutivi dei rispettivi organismi sono in corso tanto presso la Roma che la Lazio, e per la ventura stagione possiamo essere certi che ci troveremo di fronte a due unità ben altrimenti potenti che non ieri nella disputa per la elegante e ricca Coppa Fornari; che servirà a brindisi augurale per le sempre migliori fortune delle squadre dell'Urbe. I tre goals laziali sono stati segnati nel secondo tempo da Fantoni (2) e Malatesta.
Il Littoriale titola: "La Lazio, fresca e volitiva, batte per 3 a 0 la Roma menomata nei ranghi ma slegata e priva di mordente. (Fantoni I (2), Malatesta)".
Prosegue così il giornale sportivo: Vittoria piena di significato, e grande giornata, quella di ieri, per la "Lazio". Si è verificato un evento invano tentato per degli anni, e lungamente atteso: gli azzurri sono riusciti a piegare i giallo-rossi. La legittima gioia della "Lazio" non resta offuscata anche se un più sereno e dettagliato esame delle fasi della partita consiglia a non sopravalutare la portata di questa vittoria. La superiorità netta degli azzurri laziali nella ripresa, concretatasi in tre sonanti goals, non è che il logico corollario del progresso costante che l'attacco azzurro aveva mostrato nelle ultime battute del campionato, e che si era tradotto in punti col pareggio di Vercelli e con la schiacciante vittoria sul "Modena". Tuttavia appunto perché ottenuta con punteggio troppo netto per esser considerata fortunosa, la vittoria della "Lazio" sulla "Roma" merita un'attenta disamina. La questione della superiorità cittadina, anche se non era risolta ieri - e la "Roma" mai era stata battuta dalla "Lazio"! - meno che mai può considerarsi risolta adesso.
I giallo-rossi hanno avuto due torti: uno tecnico, uno psicologico. Il primo, quello di insistere nel lasciare Bodini in campo, e per di più al ruolo abituale, quando era reso praticamente inservibile perché azzopatosi nel primo tempo, in un fortuito scontro con Fantoni I. Il secondo, nell'aver preso la partita alla leggera, con eccesso di confidenza nella vittoria. Ne è conseguito che, incassato il primo goal - che con Bodini, o un altro al suo posto, in piena efficienza, non sarebbe stato forse segnato - la "Roma" ha perduto la testa, e costretta anche in formazione ridotta e rimaneggiata, non più minacciato seriamente Sclavi. Masetti invece doveva incassare altri due goals; e un quarto all'ultimo momento, ne evitava con una parata miracolosa. Non è certo al portiere che anche i più intolleranti potranno dar colpa del grave smacco. I due torti della "Roma" che abbiamo or ora illustrato, possono costituire delle spiegazioni, e sotto certi aspetti anche delle attenuanti. Ma è onesto affermare che la superiorità laziale, sia come temi tecnici di assieme, sia come impegno e volontà (proprio quella dote che - durante il campionato - più d'una volta abbiamo rammaricato che la "Lazio" non avesse quanto era necessario) è stata nel secondo tempo nettissima: e non esitiamo a dichiarare che anche contro la "Roma" a ranghi completi, la "Lazio" di ieri aveva tutte le probabilità di vincere il confronto.
Raramente infatti abbiamo visto l'attacco giallo-rosso così slegato, povero di idee, e assolutamente incapace di concludere: a voler enumerare i tiri imprecisi e quelli mancati in pieno da Fasanelli e da Volk specialmente, non sappiamo quale cifra elevata ci sarebbe da raggiungere! Costantino solo non ha sprecato una palla; ha operato centri perfetti, mai sfruttati a dovere, e non ha segnato il suo goal solo per una prodezza di Sclavi; Chini ed Eusebio, che non avevano cominciato male, sono andati a finire nel nulla con un inopportuno scambio di ruoli. E il torto è tanto più grave, quando si metta in risalto la grande partita di Bernardini e Ferraris: ma con quell'attacco, e - dopo l'incidente Bodini - con quella difesa, possono due mediani, per quanto assi, sostenere il peso di una partita? Ben diverso giudizio bisogna dar della "Lazio", specie nella ripresa. E citeremo, in ordine di merito, Fantoni II, De Maria, Del Debbio, Fantoni I e Filò, per non parlare di Sclavi, al quale, come a Masetti non possono esser rivolte che lodi. Anche Furlani e Pardini non hanno sfigurato; ma bisogna altresì non dimenticare che il loro còmpito era ben facilitato dall'insufficienza del trio attaccante che avevano di fronte.
Tuttavia, e secondo il solito, le cose migliori la "Lazio" le ha fatte vedere a metà campo; ma anche in area di rigore, come assieme, ha superato i giallo-rossi, e ha meritato la vittoria sopratutto per questo: perché ha dimostrato che anche con un'avversaria irriducibile, extra campionato, si può lottare con impegno pur non dimenticando la cordialità di rapporti. Anche la "Roma" è stata cordialissima: ma quanto ad impegno meglio non parlarne! Gran folla nei popolari, e pubblico discreto nei distinti: semivuote invece le tribune. Assistono in tribuna d'onore: S.E. Bontempelli, gli on.li Melchiori e Baccarini, l'ing. Graziani, il maestro Zanetti. Con delusione di coloro che si attendevano le novità, le squadre scendono in campo nelle seguenti formazioni:
Lazio: Sclavi, Mattei II, Del Debbio; Pardini, Furlani, Fantoni II, Filò, Malatesta, Fantoni I, Ratto, De Maria.
Roma: Masetti, Mattei I, Bodin, Ferraris, Bernardini, D'Aquino; Costantino, Fasanelli, Volk, Eusebio, Chini.
La Roma ha la palla e predomina nelle prime fasi, senza peraltro impegnare Sclavi; rasenta il successo al 2' su traversone di Chini, che Costantino in corsa, non raccoglie. La Lazio pian piano si rianima, e al 15' ottiene un corner. Al 17' l'arbitro fischia un minuto di silenzio e di raccoglimento in memoria del padre del gen. Vaccaro e di Gino Bolognesi. Ripreso il giuoco, che è ora più equilibrato, registriamo al 22' una cannonata di Bernardini contro la traversa, e al 24' un tiro alto di De Maria. Al 30' Bodini si scontra con Fantoni I e resta a terra; al 36' nuovo scontro con Filò, e Bodini esce dal campo; Fasanelli arretra al posto di Ferraris, che passa terzino. La Lazio domina, e al 40' Masetti para in corner un insidiso tiro di Filò. Prima della fine, la Roma torna all'attacco e Sclavi, all'ultimo minuto, si libera bene da un pericoloso tiro di Chini, a coronamento di una ben congegnata discesa in linea.
All'inizio della ripresa, la Roma si fa sotto minacciosa: Bodini è rientrato in campo, Costantino e Chini lavorano instancabili ma Sclavi e... Volk si incaricano di frustarne gli effetti. Al 4' corner contro gli azzurri. Riprende Fasanelli di testa, e Sclavi para. Altra parata di Sclavi, al 13', su tiro di Eusebio. Bodini, benché zoppicante continua a giocare avanzato, dimodoché quando al 18' De Maria e Ratto, con bella azione combinata, tagliano la difesa romanista, Fantoni I ha buon gioco a trovarsi solo dinanzi a Masetti: raccoglie il passaggio di De Maria, e segue il primo goal. La Roma si sbanda; Volk manca una puerie occasione, poi è la Lazio che torna all'attacco: ancora Fantoni I al 26', è solo a tu per tu con Masetti, che para un magnifico tiro; ma il pericolo non è passato, e 30 secondi dopo, su passaggio di Ratto, lo stesso Fantoni segna per la seconda volta. Bodini esce definitivamente, sotituito da Ferraris: ma il nervosismo si è impadronito ormai della Roma che subisce il gioco avversario.
Al 31' su bella azione di De Maria, Malatesta, raccogliendo di testa, segna il terzo goal. Tardi ormai, la Roma arretrando Chini e mandando Bernardini all'attacco, tenta la riscossa. Al 36' magnifica prodezza di Costantino parata da Sclavi in corner, che dà modo a Sclavi di parare ancora un tiro di Bernardini. Al 43' è la volta di Masetti di salvare in corner. All'ultimo minuto, sembra stia per maturare il quarto goal: azione Malatesta-Filò, e allungo a sinistra a De Maria. Masetti, con salto acrobatico salva e manda fuori della linea di fondo; ma il corner non è fatto tirare dall'arbitro Pizziolo della Fiorentina, non sempre attentissimo, ma equanime e pieno di tatto, perché il tempo regolamentare è scaduto. E il fischio, invece, è il segnale della fine. La Lazio ha vinto la Coppa Fornari. Il pubblico applaude i giocatori, che fraternamente accomunati, salutano romanamente.
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