Domenica 27 novembre 1983 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Catania 3-0

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27 novembre 1983 - 2185 - Campionato Italiano di calcio Divisione Nazionale Serie A 1983/84 - X giornata

Lazio: Cacciatori, Podavini, Filisetti, Manfredonia, Batista, Spinozzi, D'Amico, Vinazzani, Giordano, Laudrup, Piraccini (86' Piscedda). A disp. Orsi, Della Martira, Moccia, Meluso. All. Morrone.

Catania Sorrentino, C.Ranieri, Mosti, M.Giovannelli, Chinellato, Mastropasqua, Morra II (76' Bilardi), Mastalli, Cantarutti, Luvanor (62' Crialesi), A.Carnevale. A disp. M.Onorati, Sabadini, Ciampoli. All. Di Marzio.

Arbitro: Ballerini (La Spezia).

Marcatori: 49’ Giordano (rig), 72' Laudrup, 85' Giordano.

Note: giornata nuvolosa, temperatura mite, terreno buono. Espulso al 41' st Chinellato per proteste.

Spettatori: 35.000 circa.

Una fase della gara
Joao Batista si prepara a battere una punizione
Un attacco dei biancocelesti
Il rigore trasformato da Bruno Giordano
Un calcio di punizione di Bruno Giordano
Un momento dell'incontro
Il biglietto della gara
(Gent. conc. Sig. Roberto Farina)

La Lazio ha allontanato la crisi passando il testimone al Catania, battuto nettamente all'Olimpico e sempre più solo in fondo alla classifica. La squadra biancoceleste, contratta e nervosa nel primo tempo, e uscita di prepotenza nella ripresa riuscendo ad imporsi più nettamente di quanto indichi il risultato di 3-0. Dopo molti tentennamenti, Morrone si è deciso a giocare la carta D'Amico, schierato fin dall'inizio al posto di Meluso. La mossa ha dato i suoi frutti. Sollecitato nell'orgoglio, D'Amico, lucido e continuo, ha disputato una grande partita facendo pesare il peso della classe specialmente quando la Lazio ha impresso alla gara il ritmo sostenuto della sua pressante offensiva. Tuttavia va sottolineato soltanto nel secondo tempo, quando il Catania ha ceduto di schianto dopo la prima rete biancoceleste siglata da Giordano su calcio di rigore al 49'. La Lazio ha potuto giostrare in scioltezza assicurandosi comodamente il prezioso successo. I siciliani hanno cercato di contrastare gli avversari nei primi 45 minuti manovrando, abbastanza bene nelle retrovie e puntando sul contropiede affidato alle due punte Cantarutti e Carnevale. Il primo tempo ha avuto un aspetto caotico, spigoloso, costellato di brutti falli, che l'arbitro Ballerini, in giornata negativa, non è quasi mai riuscito ad arginare con sufficiente autorità. La Lazio è sembrata in difficoltà. Negli spazi stretti non riusciva a trovare la chiave giusta per aprire la porta dei siciliani, difesa con acceso agonismo dai difensori. All'inizio della gara e al 18’ la squadra di Di Marzio era arrivata anche vicino alla marcatura sventata da tempestivi interventi di Cacciatori. Ma si trattava di un fuoco di paglia. Pericoli ben più consistenti era costretto ad annullare il portiere Sorrentino, fra i migliori, che si esibiva in strepitosi interventi su tiri di Laudrup e su un colpo di testa di Manfredonia, scagliato da corta distanza. La fisionomia della partita mutava di colpo nella ripresa. Al 49' D'Amico allungava di precisione verso Giordano che veniva fermato fallosamente da Ranieri appena oltre il limite dell'area. Calcio di rigore che batteva lo stesso Giordano in maniera un po' goffa. Il centravanti scivolava al momento di colpire la palla dal dischetto, ma riusciva ugualmente a centrare il bersaglio con un fiacco pallone che ingannava Sorrentino. Il Catania accusava nettamente il colpo. Si disuniva smarrendo la determinazione che in qualche modo era riuscita a frenare gli avversari nel primo tempo. La Lazio dilagava con manovre rapide a largo respiro, ispirate dal puntualissimo D'Amico, che contribuivano ad esaltare le doti di Laudrup e Giordano.

Specialmente il danese si faceva applaudire per alcuni spunti di limpida classe. Al 72' era proprio Laudrup a chiudere praticamente l'incontro: "rubava" una palla a Ranieri, avanzava di qualche passo e con Sorrentino fuori dei pali, infilava in rete con un pallonetto preciso al millimetro. Un gol che infiammava l'Olimpico e gli stessi giocatori laziali che insistevano nell'offensiva. Dopo una mischia con palla fermata sulla linea da Spinozzi, l'arbitro espelleva Chinellato per proteste. A quattro minuti dal termine, la rete che arrotondava il successo biancoceleste: Batista, su calcio di punizione toccava per Giordano. Tiro secco e preciso del centravanti che per l'occasione è sembrato tornare il cannoniere inesorabile vecchia maniera. La panchina laziale è salva. Ora è quella siciliana a correre seri pericoli. Gli ultimi contro i penultimi, ovvero una sorta di spareggio dopo appena dieci giornate di campionato. Il punteggio parla da solo, ce l'hanno messa tutta ed hanno vinto alla grande, esordisce Chinaglia negli spogliatoi. «La situazione era difficile, un nuovo passo falso avrebbe potuto compromettere il futuro della squadra. Invece... Una Lazio rigenerata, soprattutto nella ripresa. Il primo tempo lo avete visto: troppo nervosismo in campo, gioco frammentario, falli a non finire. Ma era inevitabile, la posta in palio era altissima. E il «bunker» del Catania ha retto. Puntavano allo zero a zero e si sono difesi coi denti. Dopo l'intervallo, però, siamo riusciti a sorprenderli in contropiede, e Giordano ha trasformato il calcio di rigore. La partita non ha avuto più storia. La Lazio ha giocato ad alti livelli, ho visto finalmente la formazione che voglio: grintosa, veloce, ben disposta in campo. C'è ancora molto da lavorare, la squadra, come la società, è giovane, deve e può migliorare. Per ora, ci godiamo questa vittoria». Morrone, la cui posizione sarebbe diventata assai critica in caso di mancato successo, elogia il collettivo: «Hanno fatto tutti il loro dovere sino in fondo». dice. Parla di due punti strameritati.

Un militare di 19 anni, Vito Nastasi, è stato ferito alla schiena mentre usciva dallo stadio Olimpico, poco prima della fine della partita Mentre scendeva le scale dello stadio - ha raccontato al pronto soccorso dell'ospedale Santo Spirito dove è stato ricoverato con una prognosi di dieci giorni - è stato circondato da una ventina di tifosi laziali: due di essi lo hanno immobilizzato, un altro lo ha colpito alla schiena con il coltello.