Domenica 4 dicembre 1983 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Fiorentina 1-2

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4 dicembre 1983 - 2186 - Campionato Italiano di calcio Divisione Nazionale Serie A 1983/84 - XI giornata

Lazio: Cacciatori, Podavini, Filisetti, Manfredonia, Batista, Spinozzi, D'Amico (80' Piscedda), Vinazzani, Giordano, Laudrup, Piraccini (87' Meluso). A disp. Orsi, Della Martira, Moccia. All. Morrone.

Fiorentina G.Galli, C.Pin, Contratto, Oriali, Massaro, Passarella, D.Bertoni, Pecci, Monelli (87' F.Rossi), Antognoni, P.Iachini. A disp. Alessandrelli, A.Ferroni, Miani, P.Pulici. All. De Sisti.

Arbitro: Mattei (Macerata).

Marcatori: 35’ Giordano, 54' Antognoni, 81' Passarella.

Note: giornata serena, terreno buono.

Spettatori: 45.000 circa.

Il biglietto (arancione) in "Curva Nord"
Il biglietto (verde) in "Distinti Sud Ridotti"
La rete di Giordano
La Lazio sbatte sul muro viola
La rete di Antognoni
La rete di Antognoni
Antognoni contrastato da Vinazzani
Batista in azione

Lazio e Fiorentina hanno mantenuto la promessa. La partita, a tratti spettacolare, è stata ricca di emozioni, di episodi, di gol fatti e mancati clamorosamente, che hanno tenuto in bilico il risultato di parità fino a nove minuti dal termine, quando Passarella ha indovinato il tiro del successo viola. La sconfitta è sembrata una punizione eccessiva per la squadra biancoceleste, che per tutto il primo tempo ha giocato meglio degli avversari, portandosi in vantaggio con uno strepitoso gol siglato da Giordano. Nella ripresa, spinta da un grande orgoglio e approfittando di un vistoso calo fra gli uomini chiave dello schieramento romano, la Fiorentina è venuta fuori con determinazione riequilibrando la fisionomia della gara. Poteva finire in parità. Forse sarebbe stato più giusto. Ma considerata la partita nel suo complesso, i gigliati non hanno rubato nulla. La Lazio ha sorpreso gli avversari con un inizio folgorante. La formula di un attacco con Giordano unica punta, affiancato da un ottimo Laudrup e dal classico D'Amico, ha creato parecchie difficoltà ai viola che non riuscivano a contenere le sfuriate avversarie, sostenute da Batista e Spinozzi, apparsi fra i migliori. Gli scambi fra Laudrup e Giordano scorrevano fluidi come in estate li avevano sognati i tifosi. Per 45 minuti si è vista la Lazio più bella dall'inizio di stagione. Il danese, partendo da dietro come preferisce, già al terzo minuto avrebbe potuto portare in vantaggio la sua squadra. Il suo tiro, che dopo aver scavalcato Galli stava per infilarsi in rete, veniva respinto da Pecci sulla linea bianca.

Lo stesso Pecci replicava con un bolide scagliato da lontano, respinto con una certa difficoltà da Cacciatori. Era questo l'unico pericolo corso dalla porta biancoceleste. La Lazio continuava a macinare gioco con grande scioltezza. Emergevano nitidamente le premesse del gol che giungeva puntuale al 34': dalla sinistra. Batista allungava verso Spinozzi che serviva subito Giordano. Il centravanti scattava e dall'altezza della linea dell'area, faceva partire un bolide che sorprendendo nettamente Galli lanciato vanamente in tuffo, si insaccava in rete. Fiacca e inconcludente appariva la reazione viola. Pin era costretto al fallo per fermare Giordano lanciato ancora in gol. I laziali quasi allo scadere del tempo, avrebbero potuto aumentare il vantaggio. Un tiro fortissimo di Podavini veniva respinto da uno strepitoso intervento di Galli. Nella ripresa la partita mutava di colpo fisionomia. Al 47' il primo episodio che ha rischiato di far degenerare il confronto, giocato su toni molto accesi, con ripetuti scontri, Podavini, vistosi scavalcato da Oriali falciava nettamente l’avversario in area. L'arbitro, Mattei, fra le accese proteste dei toscani, negava il fallo da rigore che era apparso ineccepibile.

La Fiorentina non si scoraggiava. Assumeva decisamente le redini della gara. Oriali, che uno spento D'Amico non riusciva più a contrastare, era l'animatore principale della riscossa. Si svegliavano anche Jachini. Massaro, Passarella, Pecci, Sul fronte opposto Batista, Manfredonia, la coppia Laudrup-Giordano, ma soprattutto D'Amico, smarrivano la lucidità sfoggiata nel primo tempo. La squadra di De Sisti sorniona, non si faceva sfuggire l'occasione per muoversi con il «passo» della squadra aspirante alle prime posizioni. Al 53', in seguito ad una caotica mischia in area laziale, la palla arrivava sui piedi di Antognoni che centrava il bersaglio da corta distanza. Al 70', Spinozzi appostato, sulla linea di porta, deviava un colpo di testa di Bertoni. La Lazio tentava, senza successo, qualche timido contropiede negli spazi larghi lasciati dai fiorentini che inseguivano tenacemente il successo pieno. Quando sembrava che la gara stesse per imboccare la via del pareggio, giungeva per i biancocelesti la doccia fredda: un dubbio calcio di punizione, concesso dall'arbitro per un fallo di Podavini su Jachini, veniva battuto dallo stesso Jachini con uno spiovente respinto debolmente dalla difesa biancoceleste. Sulla palla si avventava Passarella che infilava.

«Nessuna attenuante: abbiamo perso e basta. Evidentemente questa Lazio - si sfoga Chinaglia - ha paura di vincere. Ha giocato un primo tempo splendido, poi, dopo l'intervallo, si è afflosciata. E' un problema di mentalità: non si può mollare dopo 45 minuti, lasciandosi condizionare dalla reazione degli avversari. La nostra classifica, purtroppo, è quella che è e domenica, a Napoli, dovremo affrontare una trasferta durissima». La sconfitta, il presidente laziale non riesce proprio a digerirla: «Non sono ragazzini, devono cambiare mentalità una volta per tutte prima che per la Lazio sia troppo tardi». Morrone recrimina: «Più giusto un pari, la partita l'avete vista, la squadra non ha affatto demeritato, anche se è sensibilmente calata nel secondo tempo. La Fiorentina ne ha approfittato, dominando a centrocampo e costringendoci a giocare Indietro. Se non avessimo fallito banalmente l'occasione per raddoppiare sull'uno a zero, ora non saremmo qui a parlare di questa sconfitta». Laudrup, chiamato In causa dall'allenatore, si difende: «Il gol non l'ho sbagliato per colpa mia, è stato Contratto e sbilanciarmi con una gomitata al momento del tiro».

Prima D'Amico, come confermano molti altri biancazzurri, dice chiaro e tondo che il calcio di punizione che ha propiziato il raddoppio della Fiorentina non c'era, poi mette sotto accusa i compagni di squadra: «Qualcosa non ha funzionato, soprattutto a centrocampo. Loro attaccavano e qualcuno ha clamorosamente ceduto». Secondi in classifica, a un punto dalla Juve: De Sisti, dove arriverà la Fiorentina? «Siamo appena all'undicesima giornata — ricorda l'allenatore Viola — e poi ci sono addirittura cinque squadre che inseguono i bianconeri. Per battere la Lazio, credetemi, abbiamo dovuto soffrire moltissimo. Nel primo tempo hanno dominato, ma hanno forse speso troppe energie, raccogliendo poco in proporzione». E il 2 a 2 di Torino fra Juventus e Roma? «Lasciatemi pensare alla Fiorentina». Il fallo su Oriali all'inizio della ripresa? «Era rigore, almeno così mi è sembrato. Si vede che l'arbitro era coperto».

Fonte: La Stampa