Domenica 3 dicembre 1995 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Milan 0-1

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3 dicembre 1995 - 2676 - Campionato di Serie A 1995/96 - XII giornata

LAZIO: F.Mancini, Nesta, Favalli, Di Matteo (46' Marcolin), Negro, Bergodi, Rambaudi (83' M.Esposito), Fuser, Casiraghi, Winter, Signori. A disp.: Orsi, Gottardi, Piovanelli. All. Zeman.

MILAN: S.Rossi, Panucci, Costacurta, Baresi, Maldini, Eranio, Desailly, Albertini (27' Ambrosini), Weah, Savicevic (88' Di Canio), Baggio (69' Coco). A disp.: Ielpo, Tassotti. All. Capello.

Arbitro: Treossi (Forlì).

Marcatori: 87' Weah.

Note: ammoniti Eranio, Costacurta, Casiraghi. Calci d'angolo: 7-2.

Spettatori: 61.800 per un incasso di £. 2.511.640.000.

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Di Matteo e Baggio entrano in campo
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Il biglietto della gara

Da tempo uscito dalle cronache delle nequizie da campo, Sebastiano Rossi, che credevamo ormai redento e avviato ad un auspicato equilibrio, è tornato ieri prepotentemente in scena. Con una censurabile alzata di gamba su Favalli, sospetta frattura del setto nasale, il portiere del Milan, in ritardo nell'intervento, ha chiuso un primo tempo nel quale si è avvertita la distanza di comportamento tra lui, il resto del reparto e la squadra nel suo complesso. Baresi, per esempio, non ha avuto remore nell'ingaggiare scontri duri e spigolosi con Casiraghi. Al pari suo Costacurta, anche ammonito. Ma è il gioco a richiederli, non la prepotenza. Tantomeno un malinteso senso di giustizia "fai da te" che in passato ha sostenuto molte delle azioni di Rossi. Anzi, dopo un impatto aereo tra il portiere e Casiraghi, Maldini ha addirittura rimproverato il compagno per la reazione che, intimamente, deve avere originato in Rossi la ritorsione, di lì a qualche minuto, sull'avversario sbagliato (Favalli, appunto). L'arbitro Treossi, ammirevole per il resto, in questo caso è stato tollerante anziché punitivo (ammonizione e calcio a due). Intenzione intelligente su soggetto renitente. E' assurdo perdere una partita così importante nel recupero? Può esserlo, ma il calcio è bello perché imprevedibile. Guai a sottovalutare l'avversario, specie quando questi è un diavolo con la maglia rossonera. In settimana Zeman aveva compiuto il solito errore: quello di parlar male del Milan. Lo aveva già fatto con la Juve (e gli era andata bene), lo ha ripetuto con la squadra di Berlusconi. "Non capisco perché si debbano premiare con il pallone d'oro giocatori che non hanno vinto niente", aveva sostenuto il mister. E, puntuale, gli è arrivata tra capo e collo la mazzata. Proprio quando sembrava che la Lazio avesse meritato un "quid", un piccolo "quid" più del Milan. Allora, Zeman, intesi: meglio tenerla ferma questa lingua, anche a costo di dichiarare il ridicolo silenzio stampa. Signori e il suo maledetto novembre. Il mese più scarognato è finito. Ora la curva Nord si aspetta il ritorno del bomber. Presto ? Prestissimo. Si è capito che, senza i suoi gol, i biancazzurri sono zoppi. Camminano a tre cilindri, non possono più distruggere gli avversari così come quando il piccoletto venuto da Bergamo faceva, mandando ai pazzi le difese e ridicolizzando i portieri

Fonte: Corriere della Sera