Domenica 4 dicembre 1988 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Atalanta 0-1

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4 dicembre 1988 - 2389. Campionato Italiano di calcio Divisione Nazionale Serie A 1988/89 - VIII giornata - Inizio ore

LAZIO: Martina, Marino, Monti, Pin, Gregucci, Gutierrez, Dezotti (46' Muro), Beruatto, Rizzolo, Di Canio (46' Acerbis), Sosa. A disp. Fiori, Piscedda, Sclosa. All. Materazzi.

ATALANTA: Ferron, Contratto, Pasciullo, Fortunato, Vertova, Progna, Stromberg (90' Barcella), Prytz, Evair (66' V.Esposito), El.Nicolini, Madonna. A disp. Piotti, De Patre, Serioli. All. Mondonico.

Arbitro: Paparesta (Bari).

Marcatori: 60' Stromberg.

Note: espulsi Mondonico e Monti. Ammoniti Stromberg, Gregucci, Gutierrez, Beruatto e Esposito. Angoli 8-3 per la Lazio.

Spettatori: 30.000 circa di cui 16.581 paganti, per un incasso compresa la quota abbonati di L.785.271.000.

Un'azione biancoceleste
Sosa ci prova invano
Nicolini imposta l'azione decisiva
Di Canio avanza

Imbattibilità e supremazia cittadina sparite in un sol colpo per mano dell'Atalanta corsara di Mondonico, che diventa di slancio la vera matricola terribile del campionato. Materazzi lo aveva presagito, ricordando alla vigilia la qualità dei fini palleggiatori avversari. Sul campo, la forzata rinuncia a Sclosa lo ha indotto a rinnegare i buoni propositi della vigilia, che prevedevano maggiore sostanza centrale. Dentro all'inizio due ali di nome, Di Canio e Dezotti, che non una volta sono riusciti a guadagnare la fascia: salvo poi a lasciarli negli spogliatoi nell'intervallo per lasciar spazio ai due arrugginiti Muro e Acerbis. Ammissione di errore di formazione. Nel caso specifico non si può dire però che i correttivi del tecnico siano stati migliori delle scelte iniziali. La verità è che l'Atalanta ha una difesa attenta e pulita, Mondonico ha allestito una fisarmonica centrale di tutto rispetto, capace di giocate di prima, geometrie secche sempre rasoterra, e dispone di attaccanti più mobili che potenti, bravissimi a dettare continuamente il passaggio. Lazio sfortunata in partenza: Dezotti, partito dalla trequarti in sospetto fuorigioco dopo appena tre minuti si è fatto chiudere l'angolo da Ferron una palla-gol non sbagliabile. Poi un lungo dormiveglia interrotto a fine primo tempo da un palo interno colpito da Rizzolo dalla distanza con una bomba di sinistro al volo. Che peccato!

I dribbling riescono a Sosa solo a mille miglia dalla porta, a Di Canio non riescono più, a Dezotti non sono mai riusciti. Cosicché, anche nella ripresa, a parte due conclusioni di poco alte di Muro (deviata) e dello stesso uruguayano, i padroni di casa si sono procurati la più limpida delle palle-gol solo quando Marino ha pescato Pin in profondità a destra e il centrocampista, in elegante giocata, ha scodellato dal fondo un pallone che chiedeva solo di trovare un piede dritto, incocciando invece in quello meno nobile dello stopper Gregucci. Gli ospiti sono passati al 16' della ripresa grazie a Stromberg, lasciato libero da Acerbis di controllare, appena defilato in area, e di scaraventare in diagonale nel sacco un pallone ben difeso dal volenteroso brasiliano Evair. Inutile il convulso finale dei biancocelesti, con Gutierrez ad alzare di un niente di testa una punizione di Muro dalla sinistra. Con l'espulsione di Monti per proteste le speranze di pareggio si sono andate via via spegnendo. Persa così l'imbattibilità stagionale con qualche ulteriore campanello d'allarme: manca chi possa trascinare la squadra nei momenti di difficoltà: Sosa in questo ruolo sta clamorosamente latitando. Scarsa personalità, anche se stavolta pure la jella ha inciso in maniera determinante.

Fonte: Il Tempo