Domenica 5 maggio 1996 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Napoli 1-0

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5 maggio 1996 - 2698 - Campionato di Serie A 1995/96 - XXXIII giornata

LAZIO: Marchegiani, Negro, Favalli (75' Gottardi), Di Matteo, Grandoni, Chamot, Signori, Winter, Casiraghi (80' M.Esposito), Marcolin, Boksic. A disp.: Orsi, Bergodi, Piovanelli. All. Zeman.

NAPOLI: Taglialatela, Baldini (70' Imbriani), Ayala, Cruz, Colonnese, Bordin, Buso, Pari, Pecchia, Agostini (68' Taccola), Di Napoli (46' Policano). A disp.: Infanti, Longo. All. Sensibile. D.T. Boskov.

Arbitro: Bolognino (Milano).

Marcatori: 19' Di Matteo.

Note: ammonito Signori. Calci d'angolo: 4-4.

Spettatori: 45.891 circa

Dal Guerin Sportivo: foto della gara
Dal Guerin Sportivo: foto della gara
Dal Guerin Sportivo: foto della gara
Dal Guerin Sportivo: foto della gara
Di Matteo festeggiato dai compagni
Zdenek Zeman

Si son viste cose non sempre immaginabili: Signori che sbaglia un rigore, Policano che prende un palo, la Lazio che manca almeno sei sette occasioni da gol, il Napoli che ne manca almeno la metà. Tutto, cosa ancora meno immaginabile, in una partita brutta, giocata male, più dalla Lazio che dal Napoli, per quanto viva e piena di sussulti. Il marchio più profondo, l'unico che resta in mezzo a una galleria di umane debolezze, è quello che imprime dopo appena venti minuti Di Matteo, facilitato fino all'estremo da Alen Boksic, straordinario nel saltare il suo uomo, Baldini, e a mettere il compagno nelle condizioni migliori per fissare attraverso quel gesto il punto chiave dell'incontro. Per quanto possa contare la questione estetica, ci sono fasi di un percorso in cui sono i fatti ad assumere un'importanza primaria, i risultati. E così, pur esibendo uno spettacolo tra i meno brillanti della stagione, la squadra di Zeman si trova nella zona Uefa con quasi tutto il corpo: ha raggiunto la Fiorentina al quarto posto in classifica, quindi sarebbe in Europa se il campionato fosse finito ieri senza nemmeno dover aspettare Coppa dei Campioni e Coppa Italia, e la certezza dell' ingresso è ragionevole pensare che verrà conquistata domenica prossima contro il Torino. Semmai è sul futuro che la Lazio dovrebbe interrogarsi. Ieri abbiamo visto all'opera per l'ultima volta all'Olimpico l'olandese Aron Winter, che ha già firmato il nuovo contratto con l'Inter. E potrebbe essere stata la recita del congedo anche per Boksic, fortemente desiderato dalla Juve e sempre di meno da Zeman, e per lo stesso Di Matteo, che il boemo da tempo non vede più con gli stessi occhi, tanto da non opporsi a una sua cessione al Parma, specie se in cambio dovesse davvero arrivare alla Lazio Dino Baggio. Poi si dovrebbe interrogare non sul primo rigore sbagliato da Signori, dopo dodici realizzati in questo campionato, ma su chi allenerà la squadra il prossimo anno: se ancora Zeman oppure no. E su quando Cragnotti, il padre padrone, prenderà finalmente una decisione togliendo tutti dall'impaccio. Forse è per questa situazione di scarsa chiarezza che la Lazio ha sofferto se stessa e poi il Napoli. Il palo di Policano nella ripresa, nel periodo più ricco della formazione di Boskov, rappresenta soltanto il momento più significativo. Ma già in precedenza, e cioè nel primo tempo in cui i biancocelesti hanno fatto vedere qualcosa di più e di meglio, il Napoli non si era lasciato suggestionare dalla forza potenziale dell'avversario. Buso infatti ha chiamato in due occasioni Marchegiani ad interventi problematici, probabilmente stimolato dalla prospettiva di finire fra qualche mese proprio alla Lazio, mentre nella seconda parte il Napoli ha decisamente fatto capire di avere un po' più di voglia e un po' più di concentrazione. Rischiato il pareggio, la Lazio ha prodotto una discontinua reazione nel finale, ma senza andare oltre. Dopotutto una cosa buona l'aveva già fatta. Riuscendo perfino a non sprecarla.

Fonte: Corriere della Sera