Giovedì 13 marzo 2025 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Viktoria Plzen 1-1
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13 marzo 2025 – Roma, stadio Olimpico - Europa League – Ottavi di finale – Gara di ritorno - inizio ore 18.45
LAZIO: Provedel, Marusic, Patric (79' Gila), Romagnoli, Nuno Tavares (67' Lazzari), Vecino, Guendouzi, Isaksen, Pedro (79' Dele-Bashiru), Zaccagni; Castellanos (67' Dia). A disposizione: Mandas, Furlanetto, Noslin, Tchaouna. Allenatore: Baroni.
VIKTORIA PLZEN: Jedlicka, Dweh, Markovic, Jemelka, Cadu (78' Doski), Sulc, Kalvach (86' Panos), Cerv, Vydra (78' Sojka), Durosinmi (72' Adu), Memic (86' Kopic). A disposizione: Hejda, Tvrdon, Valenta, Paluska, Baier. Allenatore: Koubek.
Arbitro: Sig. Makkelie (Olanda) - Assistenti Sigg. Steegstra e de Vries - Quarto uomo Sig. Nagtegaal - V.A.R. Sig. Dieperink - A.V.A.R. Sig. Blank – Delegato UEFA Sig. - Osservatore arbitro Sig.
Marcatori: 52' Sulc, 77' Romagnoli
Note: ammonito 1' Dweh, 4' Marusic, 40' Durosinmi, 69' Vecino. Angoli 12 a 4. Recuperi: 2' p.t., 3' s.t.
Spettatori: 40.000 circa.
► I calciatori convocati per la partita odierna
► Il Corriere dello Sport titola:
• Il Messaggero titola:.
• Il Tempo titola: “Missione compiuta”. Continua il quotidiano romano: “Alla Lazio basta il pareggio col Viktoria Plzen per volare ai quarti di Europa League. Il gran gol di Romagnoli scaccia la paura dopo il vantaggio ceco: ora il Bodo Glimt”.
Sant'Alessio Romagnoli. Ci ha preso gusto il capitano morale della Lazio, sul finire di una sfida pericolosa, svetta di testa e regala l'ottava qualificazione ai quarti di una coppa europea della storia del club (terzo gol nella sua settimana benedetta). Contro il Viktoria Plzen finisce 1-1, con la grande paura per la rete di Sulc che all'inizio della ripresa aveva rimesso la doppia sfida in parità ma la vittoria conquistata in trasferta con la rete al 98' segnata da Isaksen manda avanti i biancocelesti. Qualificazione sofferta che permette alla banda di Baroni di giocare i quarti contro i norvegesi del Bodo nella settimana del secondo derby della stagione. Certo, la stanchezza si fa sentire ma il risultato conquistato può dare energie per andare a Bologna tra poche ore per difendere il quinto posto. E, tra un mese, si spera i laziali abbiano ritrovato un po' di brillantezza perduta per affrontare i norvegesi. Alla fine sono quasi 40.000 gli spettatori, la Nord carica la squadra con una frase dannunziana: ci siamo levati soli contro un mondo folle e vile, ci siamo levati soli contro ladri, usurpatori e falsari.
Niente calcoli per Baroni che si affida tutti i titolari, compresi gli affaticati Tavares e Zaccagni. In attacco torna Castellanos, in porta c'è ancora Provedel. Sull'altro fronte il tecnico Koubek si presenta con una squadra molto raccolta, pronta a ripartire in contropiede. Davanti c'è il temibile Durosinmi seguito dal ds Fabiani per l'estate, alle sue spalle il fantasista Sulc. Primi minuti di studio poi si capisce che sarà una gara complicata, la squadra ceca lotta su tutti i palloni, la Lazio è statica e corre poco. Nei primi minuti soffre tanto come già successo in molte altre partite. Grande parata di Provedel su Kalvach e la traversa di Vydra sono un campanello d'allarme che suona forte e chiaro. La reazione è affidata a una girata di Pedro e a una conclusione alta del Taty, in chiaro ritardo fisico. Tutto qui, davvero troppo poco.
Baroni non fa cambi in avvio di ripresa e sbaglia perché il Plzen trova con Sulc il gol che manderebbe la sfida ai supplementari. La Lazio si scuote e va all'arrembaggio ma sempre con poca lucidità. Entrano Lazzari e Dia per Tavares e Taty, tanti angoli sciupati fino al momento decisivo: minuto 77, corner del capitano, spunta la capoccia benedetta di Romagnoli a portare la squadra di Baroni ai quarti. Nel finale spazio anche per Gila e Dele Bashiru per difendere il prezioso vantaggio conquistato in Repubblica Ceca. La festa comincia all'Olimpico, l'Europa continua contro il Bodo. Poi si accende un'aquila in curva e compare la scritta “respiriamo il nostro orgoglio” mentre escono le bandiere con i rioni storici della Capitale.
• La Gazzetta dello Sport titola: “Lazio ok. Ora c’è il Bodo”. Continua la “rosea”: “Romagnoli rimedia al gol del Viktoria e regala i quarti dopo sette anni. Gara in salita, i biancocelesti soffrono la fisicità del Plzen. Basta il pari dopo il 2-1 dell’andata”.
Date a Alessio Romagnoli una maglia da attaccante e anche l’ultima parte della stagione per la Lazio sarà una festa. Uno, due, tre, come indica il difensore dopo il suo pareggio, ieri. Uno sta per la rete all’andata; due per quella di lunedì all’Udinese; tre per questa, pur con deviazione di Vydra e complicità del portiere. Tutte da angolo. Ai fini della qualificazione, il gol più importante potrebbe essere quello di Isaksen, al 98’ dell’andata, che ha modificato due match da 1-1. Ma Romagnoli riporta verso il cielo la Lazio che stava di nuovo soffrendo. Anzi, più che in cielo, verso la Norvegia: la banda di Baroni fa rotta a Nord, perché incontrerà nei quarti il Bodo Glimt, con la soddisfazione di essere diventata l’euro-orgoglio della capitale, vista l’eliminazione della Roma. Per restare anche l’ultima italiana sopravvissuta in Europa League, srotola una prestazione ancora incompleta e con patimenti diffusi, ma ci sarà tempo per studiarli. Giusto il ballo finale collettivo sotto la curva: l’emozione batte la fredda analisi.
I motivi. La Lazio raddrizza una gara che la vede sotto dal 52’, con possibilità dunque di supplementari, quando sta mostrando tutta la sua stanchezza, dovendo rincorrere i cechi senza mantenere equilibrio e distanze. Ma dopo lo svantaggio ha una reazione rabbiosa che va a cercare più precisione. Inoltre al 67’ Baroni inizia con i cambi: Lazzari e Dia per Tavares e Castellanos, il primo va a destra spostando dall’altra parte Marusic e la Lazio comincia ad avere più profondità in fascia. Aumentano i cross e la presenza è più corposa in area. Da una percussione con poi corner scaturisce l’urlo del pari. Quindi il tecnico ricorre al 4-3-3 protettivo, con Dele-Bashiru per Pedro più Gila dietro per Patric e i brividi si riducono, anche se l’ultimo colpo di testa, alto, di Markovic al 93’ viene seguito con il fiato sospeso da tutto lo stadio.
I rischi. Già nel primo tempo il Viktoria ha le opportunità più chiare: la migliore è una traversa di Vydra al minuto 12, su un rinvio sbagliato di Provedel, che prima aveva salvato su Kalvach: sembra quasi che il portiere, pur molto sollecitato con i passaggi indietro, abbia un abbonamento per un errore a gara. Alla Lazio comunque va bene perché i boemi sbagliano parecchio in area. Baroni può riproporre soprattutto Zaccagni e Castellanos, fuori a Plzen, ma non ha Rovella e Gigot, squalificati. Il Taty ha la ruggine dello stop ancora addosso: come anche Isaksen, pretende di passare attraverso i corpi dei rivali perché non riesce a superarli. Baroni non ha l’obbligo di fare la partita, viste le vantaggiose condizioni di partenza (2-1 in trasferta), e anche se la Lazio non si trincera con atteggiamento rischioso, soffre ancora la fisicità dei cechi e li aiuta nel costruire le opportunità con alcuni strafalcioni in uscita. Dalle fasce arriva poco: a destra (Marusic-Isaksen) nulla, a sinistra (Tavares-Zaccagni) qualcosina di più: il capitano però viene picchiato senza ritegno, e già dopo 14 secondi Dweh doveva essere espulso e non solo ammonito. Quando però riesce a mettere in azione Tavares, il portoghese non viene seguito in area dai compagni. Il gesto che riesce meglio alla Lazio è la riconquista e il lancio immediato, approfittando anche di difensori legnosi, però Castellanos non chiude con precisione. La sintesi iniziale si legge nei numeri: un tiro laziale verso la porta contro cinque nei primi 20’. Ma alla fine tutto si riequilibra, come il risultato: 9-9 i tiri totali, 23-20 le giocate utili in area. Anche i dati testimoniano la risalita laziale dopo lo spavento dello 0-1.
Viktoria fisico. Il Viktoria da viaggio non cambia poi tanto, prova con il lancio e l’aggressione ai palloni sporchi che escono dai duelli o dalle respinte. Ma sale anche molto sull’esterno. Durosimni, Vydra e Sulc si muovono sull’intero arco d’attacco, ma Sulc resta spesso più indietro (3-5-2) per favorire le connessioni con le punte e sfuggire ai difensori. Sulla rete che dà un altro colore alla ripresa, Sulc si conferma il migliore facendosi trovare libero sulla sponda di Durosinmi. La Lazio però dopo non si fa scappare l’Europa: ottava volta ai quarti con la leadership di Guendouzi, la caparbietà di Zaccagni e la nuova vita da attaccante di Romagnoli, mai a segno prima in tre match di fila.
► Il sito web "Uefa.com" commenta così la gara:
Lazio-Vikoria 1-1 (tot. 3-2). Biancocelesti ai quarti. All'Olimpico, la Lazio va sotto contro il Viktoria Plzeň ma pareggia a 13 minuti dalla fine grazie al difensore, che aveva segnato anche all'andata. Ora sfida al Bodø/Glimt.
La Lazio torna a qualificarsi per i quarti di UEFA Europa League, sette anni dopo esserci riuscita l'ultima volta. All'Olimpico, un gol di Alessio Romagnoli a tredici minuti dalla fine annulla il vantaggio del Viktoria Plzeň realizzato da Pavel Šulc e consente ai Biancocelesti di qualificarsi grazie alla vittoria (2-1) dell'andata. Ora la squadra di Marco Baroni se la vedrà con i norvegesi del Bodø/Glimt. Come previsto, Baroni recupera Taty Castellanos - assente nelle ultime cinque partite per infortunio - ma sono i cechi a partire con il piede premuto sull'acceleratore, anche in considerazione della sconfitta subita all'andata. Ivan Provedel è subito costretto alla respinta in tuffo sul tentativo di Lukáš Kalvach, poi la squadra di Miroslav Koubek costruisce la migliore occasione di tutto il primo tempo. Un disimpegno del portiere Biancoceleste si trasforma involontariamente in un assist per i giocatori ospiti, che liberano al tiro Matej Vydra: il sinistro dell'ex giocatore del Como si infrange sulla parte superiore della traversa. Con il passare dei minuti si "scioglie" anche la squadra di Baroni, che va vicina al gol prima con Pedro Rodríguez e poi proprio con Castellanos. Nella ripresa, dopo sette minuti, gli ospiti sbloccano il risultato e pareggiano il conto rispetto all'andata. Su un cross dalla sinistra, il temutissimo Rafiu Durosinmi scarica un ottimo pallone all'indietro per Šulc, che calcia di destro e supera Provedel, che tocca solo il pallone: per il centrocampista ceco, che non segnava da quattro partite, è il 13esimo gol in stagione. Baroni corre ai ripari e inserisce Manuel Lazzari e Boulaye Dia, che prendono il posto di Nuno Tavares e Castellanos. Ma i padroni di casa per pareggiare hanno bisogno di una palla inattiva: corner di Mattia Zaccagni, il capitano, e perfetto colpo di testa di Romagnoli, che Martin Jedlička riesce a respingere solo dopo che il pallone ha superato la linea di porta. Per il difensore - che aveva segnato anche all'andata sette giorni prima - è il terzo gol nella competizione, il quarto stagionale. I padroni di casa resistono agli attacchi degli ospiti nel finale e conducono in porto un risultato che significa qualificazione. La festa dell'Olimpico può avere inizio.
► Per questa partita il tecnico biancoceleste Marco Baroni ha convocato i seguenti calciatori:
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