Giovedì 16 settembre 2021 - Istanbul, Ali Sami Yen Spor Kompleksi - Galatasaray-Lazio 1-0

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15 settembre 2021 – Istanbul (Turchia), Ali Sami Yen Spor Kompleksi - Europa League – Fase a gironi Gruppo E, gara 1 - inizio ore 18.45


GALATASARAY: Muslera, Yedlin, Marcão, Nelsson, Van Aanholt, Kutlu, Antalyali (79' Emre Kilinç), Morutan (85' Feghouli), Cicaldau (90' Mohamed), Kerem (79' Babel), Dervişoğlu (90' Luyindama). A disposizione: Çipe, Öztürk, Ömer Bayram, Kaan Arslan, Atalay, Diagne. Allenatore: Terim.

LAZIO: Strakosha, Lazzari, Luiz Felipe, Acerbi, Hysaj, Akpa Akpro (56' Milinkovic), Leiva (83' Cataldi), Luis Alberto (65' Basic), Felipe Anderson (65' Pedro), Immobile (56' Muriqi), Zaccagni. A disposizione: Reina, Furlanetto, Patric, Radu, Marusic, Escalante, Moro. Allenatore: Sarri.

Arbitro: Sig. Matej (Slovenia) - Assistenti Sigg. Žunič e Vidali - Quarto uomo Sig. Smajc - V.A.R. Sig. Vinčić - A.V.A.R. Sig. Obrenovič – Delegato UEFA Sig. Zimmermann (Germania) - Osservatore arbitro Sig. Pedersen (Norvegia).

Marcatori: 67' Strakosha (aut).

Note: ammonito all'8' Muslera, al 43' Akpa Akpro, all'88' Muriqi, al 90+4' Zaccagni tutti per gioco falloso. Angoli 4-2. Recuperi: 0' p.t., 4' s.t.

Spettatori: 25.000 circa.


Lucas Leiva e Francesco Acerbi
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Mattia Zaccagni
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Luiz Felipe
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Vedat Muriqi
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Ciro Immobile
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Manuel Lazzari
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Luis Alberto
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Un'azione di gioco
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Felipe Anderson
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I due tecnici
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I calciatori convocati per la partita odierna

La Gazzetta dello Sport titola: "Strakosha? Strapapera. Il Galatasaray ringrazia. Un incredibile autogol del portiere decide la gara. Ma la Lazio paga anche una prova non convincente".

Continua la "rosea": Seconda sconfitta consecutiva per la Lazio. Dopo quella in campionato con il Milan arriva un k.o. pure nel debutto stagionale in Europa League. Prestazione un filo migliore per i biancocelesti rispetto a San Siro, ma delusione uguale. Anzi maggiore. Perché se la prima battuta d’arresto era giunta per mano di un Milan straripante, questa in coppa arriva per mano di un onesto (e nulla più) Galatasaray, che può solo (e lo fa) metterla sull’agonismo per stare al passo dei più tecnici avversari. Quanta sufficienza. E infatti il gol che decide la partita a metà della ripresa lo confeziona per i turchi la Lazio. "Assist" di Lazzari che svirgola un traversone che poteva tranquillamente lasciar scorrere (non c’era alcun avversario nei paraggi) e gol, anzi autogol di Strakosha che, sul campanile creato dal rinvio del compagno, interviene tardi e con sufficienza e finisce per mettere la sfera dentro la sua porta. Ma quello della troppa sufficienza è il filo rosso che accompagna l’intera gara della Lazio. Perché Immobile e Luis Alberto nel primo tempo e, ancora di più, Milinkovic nella ripresa (dopo l’1-0) falliscono delle comode occasioni nel tentativo di fare un gol bello oltre che utile (e invece sarebbe servito "solo" segnare). Un aspetto decisamente poco sarriano quella della eccessiva flemma nei momenti chiave di una gara. Il tecnico dovrà lavorare anche su questo, oltre che sulla ricerca di un gioco che per ora si vede solo a sprazzi.

Lavori in corso. Il rischio è che, nell’attesa di far sbocciare in maniera continuativa il nuovo progetto, la Lazio si perda per strada. Le sconfitte non aiutano mai, specie quando si è all’inizio di un percorso diverso. Oltre che per partire con il piede giusto in un girone per nulla facile, a Istanbul alla squadra biancoceleste sarebbe servito fare risultato anche per ritrovare un briciolo di morale dopo la sconfitta senza attenuanti di San Siro. La formazione biancoceleste ha invece mostrato di essere ancora troppo preoccupata di cercare i movimenti giusti e gli schemi corretti piuttosto che mettere le mani su una partita che le avrebbe spianato il cammino europeo. Che viceversa adesso si fa in salita. Sarri apporta qualche cambio rispetto all’undici schierato finora in campionato. Non tanto per esigenze di turn over quanto per verificare lo stato dell’apprendimento della sua filosofia di gioco da parte di altri elementi della rosa. Le risposte non sono particolarmente confortanti. In particolare quelle fornite dagli ultimi arrivati Zaccagni (grande impegno, però pare ancora un pesce fuor d’acqua) e Basic (entrato nella ripresa). Ma il problema non sono certo i singoli. È la Lazio nel suo insieme che deve ancora salire parecchi gradini prima di diventare davvero sarriana.

Altra fame. E pensare che l’inizio della Lazio non era stato negativo. Tutt’altro. Alla lunga però a prevalere è la maggiore voglia di vincere del Galatasaray. Che, a differenza della squadra romana, conosce alla perfezione i suoi pregi e i suoi difetti e si regola di conseguenza. Quella vecchia volpe di Terim fa il contrario di quanto detto alla vigilia. Aveva annunciato un partenza aggressiva per mettere in difficoltà la Lazio come aveva fatto il Milan. E invece comincia guardingo per poi far salire la temperatura al momento giusto. Non ha i giocatori di prestigio che aveva quando portò il Gala a vincere la Coppa Uefa, ma si arrangia (bene) con quella che ha. Sarri (che lo ammirava e studiava quando l’Imperatore era sulla panchina della Viola) è invece ancora a metà del guado.


► Il Corriere dello Sport titola: "Strakosha fa una cosa turca. Determinante l'errore del portiere albanese: la Lazio perde anche a Istanbul e non dà segnali di crescita. Non si vede il calcio di Sarri. E i big sono in difficoltà. Parte male l'avventura europea del tecnico toscano: dopo il ko di Milano è in piena fase di involuzione. Il Galatasaray di Terim si impone senza incantare".

Prosegue il quotidiano sportivo romano: Per ora non c'è traccia del calcio di Sarri e (peggio) non si vede più la Lazio di Immobile, Luis Alberto, Milinkovic. Cose turche a Istanbul, il debutto in Europa League segnato dalla papera di Strakosha. Ha vinto Terim, l'Imperatore. Si è inchinato il Comandante, meno rabbioso rispetto a San Siro. Ha parlato di piccoli passi avanti, forse per proteggere la squadra e rendere meno evidente la realtà. Piena fase involutiva e di rigetto. Si poteva perdere con il Milan, non era uno scandalo. Molto meno con il Galatasaray di questi tempi, costruendo zero o quasi, le uniche due vere palle gol con i lanci dalla difesa di Luiz Felipe per Immobile a un sospiro dall'intervallo e di Acerbi per Milinkovic al settantesimo, prima volta in cui la Lazio ha centrato lo specchio e Muslera (l'ex perso a parametro zero nel 2011: sono passati dieci anni e Lotito ha cambiato tre portieri senza risolvere) ha parato. Se Sarri sosteneva a Milano che la sua squadra avesse giocato al contrario rispetto a quanto era stato provato in settimana, ieri si è avvicinato alla porta dei turchi soltanto nel modo opposto ai principi previsti dal suo calcio, tutto palla a terra e fraseggio corto.

Fuori contesto. Immobile, 21 palloni toccati in un'ora, è isolatissimo. Luis Alberto è irriconoscibile, non sembra possedere la rapidità e le caratteristiche per pressare come Sarri chiede agli interni nel 4-3-3. Ancora meno adatto appare Leiva. Il play brasiliano non si smarca quando portiere e linea arretrata devono avviare l'azione e soprattutto non ha più la gamba e il fiato per portare su il centrocampo della Lazio nei momenti in cui bisogna salire in pressione e andare a riconquistare il pallone. Il ritardo di distanze, metri e secondi spiegato da Sarri si riferisce proprio alla lentezza di certi suoi giocatori, conosciuti a queste latitudini. Il dubbio che siano fuori contesto tattico è fondato e spaventa più di tutto il resto. Serviranno tempo, addestramento sul campo e pazienza, tanta pazienza. Ieri si è visto un accenno di pressing e il baricentro più alto solo in avvio. Non a caso nell'undici titolare Sarri aveva scelto Akpa Akpro, un cursore che metteva dentro anche Inzaghi pur proteggendo i suoi tenori con il 3-5-2. Ora alla fantasia si chiede il podismo: qualcosa non torna.

Papera. Ci poteva stare anche il pareggio, vero. E' la prestazione monocorde e un pochino triste della Lazio a preoccupare più del risultato che complica il girone. Resta il dato: due partite con Milan e Galatasaray, zero gol. La ripresa settembrina, dopo l'avvio spumeggiante con Empoli e Spezia, s'è rivelata una trappola. Non si sono viste occasioni, divertimento, gioco. Qualcosa ha combinato la Lazio sulla fascia destra con gli sprint di Lazzari e Felipe Anderson. Muslera ha rischiato il rosso, ma i turchi si sono assestati in fretta e hanno cominciato a governare la manova. Altro dato da esaminare: nel primo tempo la Lazio ha concesso quasi il 64% di possesso palla al Galatasaray e avrebbe potuto prendere gol nell'occasione in cui Hysaj si era fatto risucchiare da Acerbi e Luiz Felipe. Strakosha, con la punta delle dita, ha toccato il missile di Morutan sulla traversa. Il portiere albanese, che poi si sarebbe ripetuto due volte su Cicaldau, ha rovinato il suo ritorno in campo da titolare. decidendo la partita con un errore clamoroso. Sulla svirgolata di Lazzari, ha provato davanti alla linea a bloccare il pallone, ma gli è sfuggito come una saponetta e ha finito per metterlo in porta, dopo un rimbalzo sul palo. Era il ventunesimo della ripresa. Sarri, che aveva già inserito Muriqi e Milinkovic e ricevuto buone risposte da Zaccagni, ha messo dentro anche Pedro e Basic. Niente da fare. L'inerzia non è mai cambiata. Terim e il Galatasaray sono arrivati in fondo senza dannarsi l'anima. Un anno fa, è bene ricordarlo la Lazio di Inzaghi strapazzava il Borussia Dortmund in Champions. Ci vorrà tempo per tornare a quei livelli.


Il Messaggero titola: "Ahi, Strakosha. La Lazio si fa male. Esordio amaro in Europa League. L’autogol del portiere è decisivo. I biancocelesti sono ancora un cantiere. Il Galatasaray di Terim ne approf‌itta".

Prosegue il quotidiano romano: C'è più equilibrio, non il controllo. Strakosha mette dentro la sua porta il pallone del ko. Sul rinvio sbilenco di Lazzari, il portiere non riesce a bloccare e f‌inisce coi guantoni sul volto. A poco servono i baci di Luiz Felipe e Milinkovic a consolarlo. Thomas non si dà pace nemmeno a fine incontro, non avrebbe mai immaginato un ritorno fra i pali così sfortunato. Debutto amaro in Europa League per lui e per la Lazio, che non riesce con l'orgoglio a riacciuffare contro il Galatasaray il pareggio. E pensare che proprio Strakosha nel primo tempo aveva fermato i turchi sulla traversa con un volo decisivo. Sarri inizia contento, termina seduto in panchina scuotendo il capo. Perché, al di là dell’errore di Strakosha, intravede ancora la crisi di rigetto. Dopo la debacle di San Siro, sperava di arginarla subito. Invece la Lazio continua ad essere distratta dietro, nella nuova linea a quattro. E, quando si alza il livello, ogni sbaglio può diventare deleterio. Non a caso, non aveva intaccato la difesa titolare nemmeno a Istanbul: in questo momento, assimilare i movimenti di ogni reparto e le idee di gioco, conta più del risultato.

Caduta e reazione. Nonostante il prossimo tour de force, in Europa League il turnover è minimo. Appena tre "riserve" in campo: Strakosha, Akpa Akpro e Zaccagni dal primo minuto. Sarri cerca di trovare maggior equilibro a centrocampo, senza rinunciare all'assalto. E nei primi 20 minuti è più che soddisfatto. Perché Felipe è ispirato, mette subito il turbo. E allora il tecnico chiede anche a Lazzari di insistere sull’esterno destro. Proprio il terzino all’8' viene falciato in uscita da Muslera mentre scatta verso la porta, ma l’arbitro Jug grazia il portiere e non estrae il rosso. Dall’altra parte Zaccagni resta timido, sbatte sul muro avversario, forse tradito dall’emozione dell'esordio assoluto europeo. La Lazio ha un palleggio fluido, ma Immobile resta isolato e spesso f‌inisce in fuorigioco. In questo sterile possesso, il Galatasaray prende coraggio e colpisce la traversa con un siluro di Morutan all’improvviso. Diventa una bolgia, il Turk Telekom. Sarri comincia a rimproverare la difesa che indietreggia e lascia troppa distanza dal centrocampo. Anche perché Akpa Akpro fa il lavoro sporco, pressa alto, anche se talvolta è irruento. Come Marcao, che sbilancia in area Immobile dopo l'aggancio a f‌ine primo tempo. L'arbitro non ravvisa il rigore fra le proteste di Ciro.

Nella ripresa Acerbi cerca subito il lancio ancora per il bomber partenopeo, ma Muslera lo anticipa e, sulla ribattuta, Felipe Anderson non riesce a beffarlo. Luis Alberto è spento come a San Siro, si sveglia solo per un rasoterra angolato. Ma ecco i primi sintomi del calo psicologico dietro: Luiz Felipe e Acerbi per poco non combinano il pasticcio, poi Akturkoglu si divora un rigore in movimento e Cicaldau mette di poco al lato. Quindi ci pensa Strakosha col clamoroso autogol. Il subentrato Milinkovic, a tu per tu con Muslera, sciupa subito con uno scavetto ibrido il pareggio. Sarri poco prima aveva inserito anche Basic e Pedro. È sempre lo spagnolo a metterci maggior testa, un rasoterra e tanto veleno, ma non evita il peggio. Il suo Chelsea, Sarri lo aveva prelevato da Conte e trasformato. Il 3-5-2 d'Inzaghi ancora è un ostacolo duro per il trapasso definitivo. Maurizio sta sudando più del previsto. Figuriamoci dopo questo pessimo bagno turco.


► Il sito web "Uefa.com" commenta così la gara:

Errore Strakosha, Galatasaray - Lazio 1-0. Autogol del portiere e occasioni sprecate, la Lazio perde in Turchia.

Parte male l'avventura della Lazio nel Gruppo E della UEFA Europa League: un errore del portiere Thomas Strakosha regala la vittoria al Galatasaray. Maurizio Sarri parte con Mattia Zaccagni e Felipe Anderson davanti ai lati di Ciro Immobile e Luis Alberto ad inventare a centrocampo. Inizialmente in panchina Sergej Milinković-Savić. Fatih Terim schiera invece un 4-2-3-1 con Halil Dervişoğlu terminale offensivo. Il Galatasaray fa più possesso, la Lazio è sempre pronta a ripartire. La grande occasione del primo tempo è per i padroni di casa. Olimpiu Vasile Moruțan riceve dopo un velo di Kerem Aktürkoğlu e scarica un bolide che manda il pallone a stamparsi sulla traversa con Strakosha battuto. Si gioca su ritmi elevati e il tema della partita non cambia con la Lazio che è spesso costretta ad abbassarsi, cercando però di sfruttare gli spazi lasciati dalla squadra di Terim, soprattutto con Immobile. Si va a riposo con il risultato inchiodato sullo 0-0. Stesso copione in apertura di ripresa e dopo una decina di minuti Sarri decide di inserire Milinković-Savić e Vedat Muriqi al posto di Jean-Daniel Akpa-Akpro e Immobile. La Lazio si rende subito pericolosa con la conclusione di Luis Alberto sventata in tuffo dall’ex Fernando Muslera. Il Galatasaray risponde con decisione: Aktürkoğlu sfiora il palo con un rasoterra che non avrebbe lasciato scampo a Strakosha, poi è Alexandru Cicâldău a non centrare il bersaglio da posizione favorevole. Ancora un doppio cambio per Sarri: fuori Felipe Anderson e Luis Alberto, dentro Toma Bašić e Pedro. Poco dopo arriva però la "frittata" di Strakosha che mette il pallone nella sua porta sulla svirgolata in chiusura di Manuel Lazzari. Milinković-Savić ha subito l'occasione per pareggiare ma, a tu per tu con Muslera dopo un ottimo controllo, calcia debolmente tra le braccia del portiere del Galatasaray. Muslera neutraulizza anche una conclusione di Pedro con la Lazio che spinge cercando il pari. Che però non arriva.


► Tratte da Il Messaggero, alcune dichiarazioni post-gara:

Altra scivolata, ma Sarri spiazza tutti e va in contropiede. La sua Lazio cade per la seconda volta in cinque giorni, dopo il Milan perde pure col Galatasaray al debutto europeo, ma il tecnico ha visto dei progressi. Forse un modo per tutelare la squadra e il suo metodo, ma osservandolo con attenzione e ascoltando attentamente le sue parole, Maurizio crede che nella seconda battuta d'arresto stagionale ci sia qualcosa di buono. Di interessante da cui ripartire. E il fatto che l'abbia visto e sottolineato proprio lui, può essere l'unica nota lieta in una serata che sembra ancora una volta un passo indietro. "Rispetto a domenica, ho visto dei progressi, vi sembrerà strano, ma è così. Non mi faccio influenzare da un errore. Abbiamo subito meno e siamo stati più corti e compatti, per me è stato un piccolo passo in avanti", spiega con diversi particolari l’allenatore nella sua analisi post-gara, dove ribadisce che i suoi hanno condotto la partita per larghi tratti, avendola spesso sotto controllo. Qualcosa non va. Forse però, dopo due mesi di lavoro, ci si aspettava qualcosa di più a questo punto della stagione, almeno nel fraseggio, nella velocità nel far scorrere il pallone. Ma soprattutto nella sicurezza e nel coraggio di portare avanti un'idea, ovvero di una formazione che scende in campo tentando di imporre il proprio gioco, col pressing e con un pizzico di faccia tosta. Ma fino ad ora tutto ciò si è appena intravisto. Nell’azione dell'autogol— pasticcio di Strakosha, Lazzari e i suoi compagni sono apparsi paralizzati dalla preoccupazione, e hanno dato l'impressione di non sapere cosa fare esattamente nei movimenti dentro l'area.

Per Sarri potrà essere una fase di rigetto, e sicuramente sarà così, ma quello che si è visto in campo a San Siro e in gran parte ieri a Istanbul, è lontano dall’idea di calcio dell'allenatore. Lui stesso, in qualche modo, lo ammette, anche se con forza ribadisce il concetto del "piccolo passo in avanti", aggiungendo che "qualcosa da registrare ancora c’è, come la distanza e i tempi che, spesso, non vengono ancora rispettati". Difende il suo lavoro, ed è normale che sia così, ma la sensazione è che l’allenatore dovrà lavorare molto di più rispetto a quello che aveva pensato di fare quando ha accettato di trasferirsi nella capitale. Ripartenza con handicap. Adesso viene il diff‌icile, il momento più delicato dal suo arrivo a Roma. E' la prima volta che Sarri perde al debutto in Europa con la nuova squadra, col Napoli e col Chelsea aveva vinto, con la Juve pareggiato. Non gli va giù e non vede l'ora che arrivi domenica per sfidare il Cagliari e dare una chance ai suoi ragazzi. Ma non sarà facile ed è lui stesso a lamentarsi un po’ e a lanciare un allarme: "Il problema è che adesso non si lavora tanto sul campo, come vorrei fare da domani, ma sui recuperi. Per questo il calcio di adesso non mi piace più come prima, si gioca troppo e non c'è tempo per allenarsi come si dovrebbe perché impongono un calendario pesante". Un grido di sofferenza, anche un po' preoccupante per uno abituato a combattere contro tutto e tutti.



L'autorete di Thomas Strakosha



La formazione biancoceleste:
Strakosha, Immobile, Acerbi, Luiz Felipe, Akpa Akpro, Luis Alberto;
Hysaj, Leiva, Felipe Anderson, Lazzari, Zaccagni
La formazione iniziale biancoceleste in grafica



► Per questa partita il tecnico biancoceleste Maurizio Sarri ha convocato i seguenti calciatori:

I convocati in grafica






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