L'addio a Giorgio Chinaglia - 2

Da LazioWiki.

Giorgio Chinaglia
La Chiesa del Cristo Re di Roma gremita
La rappresentanza biancoceleste
Stefano De Martino, Luca Crescenzi, Stefano Mauri e Tommaso Rocchi
Un momento della funzione religiosa
Giancarlo Oddi, Pino Wilson e Toni Malco
Felice Pulici durante la lettura
Uno striscione in ricordo di Long John
Il ricordo del campione biancoceleste nella camera ardente allestita negli Stati Uniti
Un momento dell'evento
La bandiera biancoceleste presente nella camera ardente
Un altro momento dell'evento

Giorgio Chinaglia, attaccante della Lazio che conquistò lo Scudetto nella stagione 1973/74, si è spento nella mattinata di domenica 1 aprile 2012 in Florida dopo un infarto che lo ha colpito nella giornata di venerdì 30 marzo 2012. In Italia la notizia della scomparsa del calciatore giunge nel pomeriggio, intorno le ore 17.00. In questa pagina riportiamo gli articoli che la stampa dedica al grande campione biancoceleste scomparso a 65 anni.


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L'addio a Giorgio Chinaglia - La rassegna stampa

La commemorazione allo Stadio Olimpico


Articoli pubblicati il 3 aprile 2012:


Da Il Messaggero:

Lazio, quelli del '74 salutano Chinaglia. L'addio a Long John a Roma.

La Lazio, in lutto per la morte di Giorgio Chinaglia, si avvicina a fari spenti verso la sfida di sabato sera con il Napoli. Ma in quella che Reja ha definito la "finalissima" per il terzo posto in classifica e l'accesso in Champions League, saranno tante le emozioni che si fonderanno insieme. Prima del fischio d'inizio, infatti, il popolo biancoceleste ricorderà il suo goleador (il terzo per numero di marcature nella storia del club romano): lo farà la curva Nord preparando una coreografia e ospitando Pino Wilson, Giancarlo Oddi, Mario Facco, compagni di Chinaglia in quella Lazio "pazza" che conquistò il primo scudetto; lo farà la squadra che scenderà in campo con il lutto al braccio e rispetterà un minuto di silenzio mentre alcune delle immagini più celebri del campione saranno proiettate sugli schermi dell'Olimpico.

Con il volo di Olimpia ad accarezzare in cielo "Long John", altro simbolo della lazialità. E, probabilmente, con la maglia numero 9 scudettata di Re Giorgio in panchina per spronare gli uomini di Reja all'impresa contro la squadra di Mazzarri. L'Olimpico saluterà così il suo attaccante. La tifoseria biancoceleste, invece, non potendo partecipare alle esequie che si svolgeranno giovedì mattina (ore 11) a Naples, città della Florida dove Chinaglia risiedeva (che ha dedicato all'ex giocatore un necrologio ufficiale), lo ricorderà anche oggi (ore 19) in una funzione religiosa che si terrà presso la chiesa romana del Cristo Re. Saranno presenti anche i rappresentanti della dirigenza e della polisportiva biancoceleste e alcuni giocatori della prima squadra, della Primavera e delle giovanili. Ieri Reja, aveva auspicato per i suoi un po' della grinta di Chinaglia e ne occorrerà tanta per prevalere sul Napoli.

Sempre dal quotidiano romano:

Il giorno dopo è ancora più triste. Il dolore per la scomparsa di Giorgio Chinaglia è una ferita lacerante per i tifosi laziali. Che via internet, sui social network, i forum e i blog di tifosi e le radio romane ieri hanno voluto ricordarlo, raccontando aneddoti ed episodi. Tutti sono stati d'accordo nel sostenere che "uno come Giorgio rappresenta il simbolo e la storia della Lazio e come tale va ricordato e onorato". Non sarà facile, ma la Lazio ha cominciato a pensare a una serie di iniziative. Nel tardo pomeriggio di ieri, al centro sportivo di Formello, dopo le sollecitazioni venute da tanti tifosi laziali (delusi per lo scarso e scarno comunicato sul sito ufficiale) le bandiere sono state issate a mezza asta, con una piccola cerimonia a cui hanno partecipato il capitano Tommaso Rocchi e il vice-capitano Stefano Mauri in rappresentanza della squadra. Sabato, prima della sfida con il Napoli ci sarà un minuto di silenzio e la squadra giocherà con il lutto al braccio.

La società sta valutando anche l'ipotesi di far scorrere dei video, accompagnati da musiche di sottofondo, per ripercorrere la vita laziale di Giorgio Chinaglia, e preparare una maglia celebrativa in onore di Giorgio. Gli ex compagni dello scudetto del 1974, se non voleranno in Florida per i funerali di Long John, potrebbero essere in campo, sabato sera, prima dell'inizio della partita che poi seguirebbero dalla curva Nord, in mezzo ai tifosi. Il figlio Antony e la moglie Angela sono comunque intenzionati a venire a Roma per ringraziare i tifosi di tanto affetto. In Italia, Long John sarà ricordato domani, alle 19, nella chiesa Cristo Re a Roma, nel quartiere Prati, in una funzione religiosa voluta dagli ex compagni di squadra della Lazio e dagli amici. Tra i ricordi toccanti, sono arrivati quelli dei New York Cosmos, la società americana con cui Chinaglia giocò dal 1976 al 1983 e che attraverso il web ha definito Giorgio "una leggenda". Anche lo Swansea City ha dedicato all'ex centravanti un'intera pagina web, nonostante Giorgio abbia giocato solo sei partite con gli Jacks; gli inglesi hanno però ricordato che solo due italiani hanno vestito la maglia dello Swansea, Chinaglia appunto e il romanista Borini. In America, poi, tantissimi giornali hanno ripreso la notizia della morte di Chinaglia, esaltando le sue gesta sportive e il ruolo che ha svolto nella fase di sviluppo e crescita del soccer, come chiamano il calcio negli Stati Uniti.

Nella trasmissioni radiofoniche, invece, i tifosi hanno lanciato un appello per far ritirare la maglia numero 9, la casacca che Giorgio Chinaglia ha indossato nei suoi sette anni di Lazio. Una proposta che sarebbe percorribile soltanto a fine stagione, ma che all'interno del club biancoceleste non avrebbe riscosso molti consensi. È stata anche avanzata l'idea che sia lo stesso Tommaso Rocchi a rinunciare alla maglia numero nove, oggi sulle sue spalle; almeno questo è quello che chiedono i sostenitori di fede laziale. Anche la Curva Nord, nonostante l'attrito che c'è stato in passato per la famosa vicenda dell'acquisizione della Lazio, vuole ricordare "il simbolo e la storia della società biancoceleste" nel modo più bello possibile.


Da Il Tempo:

Interrompendo un silenzio durato quasi 24 ore, fatta eccezione per lo scarno commiato pubblicato domenica sul sito ufficiale , ieri la SS Lazio ha cominciato a tributare i giusti onori a Giorgio Chinaglia. Che, al di là delle controverse vicende chelo hanno riguardato una volta appesi gli scarpini al chiodo, resta l'immagine sportiva più rappresentativa del mondo biancoceleste. Lo scudetto vinto nel 1974, il dito alzato a mo' di sfida sotto la curva dei romanisti in un derby e tanto, tanto altro. Troppo per essere ignorato da una società che, anche grazie alla recente acquisizione delle teche Rai riguardanti la Lazio, vuole costruire sempre più un ponte tra il passato e il presente biancoceleste. E così il primo a citare il nome di "Long John" è stato Edy Reja, chiamato come ogni lunedì a commentare ai microfoni di Lazio Style Radio la prestazione della sua squadra. Ma ancor di più la scomparsa di una bandiera che l'oblio non potrà mai ammainare: "Io non l'ho conosciuto personalmente - ha raccontato il tecnico - ma lo ricordo chiaramente come tutti i tifosi laziali, un grande atleta della Lazio di Maestrelli. Mi ha colto di sorpresa, sono personaggi che sembra non debbano morire mai. È un vuoto incolmabile, perché è stato un personaggio straordinario. Dal punto di vista della carica agonistica si è sempre contraddistinto, grande carisma e temperamento, un trascinatore. Noi dobbiamo prendere esempio da queste doti e questo modo di intendere il calcio". Qualche ora dopo, intorno alle 17.30, la bandiera della Lazio a Formello è stata messa a mezz'asta alla presenza di Rocchi e Mauri (capitano e vice), di un commosso Maurizio Manzini, del ds Igli Tare e del responsabile della comunicazione Stefano De Martino.

Anche un modo per dare seguito all'appello che era arrivato in mattinata da Pino Wilson, capitano e grande amico di Chinaglia: "La Lazio deve fare qualcosa per Giorgio, per quello che ha dato alla società e a quella squadra che ha portato il primo scudetto a Roma". Non finisce qui: sabato allo stadio il campione scomparso sarà ricordato con altri omaggi. Di sicuro, come accaduto di recente per Bob Lovati, sarà trasmesso un video delle sue prodezze sui maxischermi dell'Olimpico. Un anticipo è stato già "postato" sul sito facebook della società: si vedono le giocate di Chinaglia, i suoi gol, si sente la sua voce e anche quelle degli indimenticabili Maestrelli e Lovati: "Un grande giocatore - dice il "Maestro" - che potrebbe dare ancora di più. A volte un po' bizzoso, come un cavallo di razza da domare". Il grande Bob, invece, ne esalta "la forza fisica e il senso del gol". Lo spettacolo, come è ovvio che sia, sarà però soprattutto sugli spalti. Grande riserbo da parte della tifoseria sulla coreografia che omaggerà Long John, di certo nelle radio romane ieri risuonavano gli appelli dei tifosi che chiedevano a tutta la squadra di entrare in campo, sabato, con una maglia con il 9 sulla schiena. Molti, invece, hanno ripreso la proposta fatta dal delegato allo Sport del Campidoglio, Alessandro Cochi: quella di ritirare il numero del campione. Un'ipotesi che però dovrebbe vedere d'accordo Tommaso Rocchi, attuale "titolare" del 9. Intanto, i tifosi potranno tributare il primo omaggio a Chinaglia domani alla chiesa del Cristo Re a viale Mazzini, dove verrà celebrata una messa per Long John alle 19. Un orario scelto non casualmente. Secondo alcune indiscrezioni infatti i funerali in Florida dovrebbero tenersi domani alle 13 americane. Sarebbe un modo per celebrare le esequie in contemporanea a cavallo dei due mondi in cui Chinaglia ha espresso la sua grandezza calcistica.


Dal sito web Goal.com:

Non solo Lazio, anche l'America piange "Long John"! I Cosmos: "Addio Chinaglia, il più grande di sempre con la nostra maglia". L'ex attaccante della Lazio è morto domenica per un infarto: la squadra di New York gli rende omaggio sul proprio sito ufficiale. Domani forse i funerali in Florida.

Due giorni fa è morto Giorgio Chinaglia. I suoi tifosi e chi gli ha voluto bene potrebbero chiamarlo l'"Eroe dei due mondi", considerato che Giorgio fu grande in Italia con la Lazio e guidò la rivoluzione del calcio negli Stati Uniti, dove - assieme a campioni leggendari come Pelé - vestì la maglia dei Cosmos. L'ex squadra di "Long John" ha reso omaggio all'attaccante con un messaggio sul proprio sito ufficiale: "Addio Giorgio, il calciatore più importante di sempre ad aver vestito la nostra maglia". Domani o dopodomani, in Florida, verrano celebrati i funerali. Chinaglia è stato amato più di Pelé a New York. Con i Cosmos ha segnato 242 reti in 251 partite, è stato venerato come una leggenda e ha sempre mantenuto un ottimo rapporto con la società. Non solo Cosmos però, "Long John" è stato celebrato da mezza America. Anche la "Espn" - la nota emittente sportiva a stelle strisce - gli ha reso omaggio, stessa cosa ha fatto anche "Sirius XM", la radio per la quale Chinaglia parlava di calcio ogni giorno. "Long John" viveva a Naples, in Florida, e lì verranno celebrati i funerali. Verrà girato un video della cerimonia, che sarà poi spedito via mail in Italia e proiettato nella funzione prevista a Roma tre ore dopo la conclusione di quella americana.


Da la Repubblica:

Mio fratello è figlio unico: "Chinaglia ha fatto la rivoluzione a Roma - tuona il compagno Pulici - e ci sono tanti modi per ricordare l'emblema dei colori biancocelesti. Ritirare il numero 9 è solo un'idea". Invocata dai tifosi, ma percorribile - regole di Lega - solo a fine campionato. Un minuto di silenzio ieri in Campidoglio, bandiere a mezz'asta alle 17.45 a Formello.

La Nord si prepara per sabato: "Ci sarà un ricordo scenografico speciale". La "banda del '74", con Oddi e Wilson, sarà in curva per lui. La voglia di non dimenticare la storia, il cuore, il mito Chinaglia. È nello sguardo lucido del capitano Pino Wilson: "La Lazio deve ricordare al meglio chi l'ha resa grande". Un accenno di polemica: "La società ha diramato un comunicato asettico e gelido domenica sera (i Cosmos un lungo e sentito cordoglio) - lo confortano in tanti sui forum - ma ora ci aspettiamo una celebrazione degna del suo nome". La Lazio porterà sabato al centro del campo la sua maglia originale, quella dello scudetto del '74. Passeranno le immagini di Long John sui maxischermi, il film di un poeta maledetto, lo stadio sarà inghiottito da una lacrima. Fra il fango e il profumo dei ricordi, rivedrà il guerriero della Nord, il sogno e l'incubo dell'Olimpico, un moto perpetuo che neppure la morte fermerà: "Giorgione se ne andò, tornò, se ne riandò, tornò e se ne riandò ancora. La storia e gli errori li sappiamo tutti, ma non ce ne frega niente. Stavolta se n'è andato - piangono i laziali - e non tornerà più". Ogni singolo angolo biancoceleste sarà listato a lutto. Sarà al braccio di qualsiasi laziale sabato nella voce del silenzio: "Tutto il mondo Lazio, da sempre diviso e dilaniato in guerre senza capo né coda, senza vincitori né vinti - il richiamo delle radio - si riunisca il giorno prima di Pasqua. In 60mila sugli spalti con la maglia numero 9 per il ricordo più bello". Giorgione ribelle, guascone, attaccabrighe, semplicemente unico. Come il legame indissolubile con la Lazio. Che ripartirà da "Chinaglia è il grido di battaglia": "Dobbiamo prendere esempio da questo grande campione - sussurra Reja - che non mollava mai. Contro il Napoli c'ispireremo a uno spirito immortale".

Calcio e pistole, gigante buono e orco delle favole, il bene e il male, una bandiera mai piegata. Così ricordava Long John un mese fa in una trasferta partenopea: "Mi trovavo in auto con mio padre e stavo andando verso Fuorigrotta. A un certo punto dei tifosi del Napoli ci circondarono. Allora uscii dalla macchina con il mio Winchestere sparai due colpi in aria. In un attimo fu il vuoto. Risali e ce ne andammo". Quando la follia diventa splendida malattia, Giorgione ha contagiato un popolo. Le sue corna al San Paolo con ghigno beffardo, ora irridono tutti dall'alto. Chi singhiozzerà insieme ai familiari ai funerali (fra giovedì e sabato a Naples) in Florida, chi lo ricorderà domani alle 19 nella chiesa del Cristo Re a viale Mazzini. Una messa organizzata dal presidente della Polisportiva Buccioni per l'eroe dei due mondi. È stato invitato Lotito, ci sarà? "Da cattolico praticante mi dispiace per la morte di una persona". La bandiera Chinaglia già risponde piccato dall'aldilà: "Io sono la Lazio". Un dito che indica il cielo per sempre.

In un altro articolo:

"Mio padre mi parlava sempre e solo della Lazio. E' un modo bellissimo per ricordarlo. Sento l'Italia e la gente di Roma vicina a me e alla mia famiglia". Così Anthony Chinaglia, figlio di Giorgio, a Lalaziosiamonoi.it ha parlato di suo padre, scomparso domenica scorsa in Florida, a Naples, dove Long John e la sua famiglia risiedevano da tempo, e che in questi giorni gli regalerà l'ultimo saluto. "I funerali ci saranno giovedì mattina alle 11, mentre domani sarà aperta la camera ardente", conferma Anthony, insieme a una promessa: "Presto verrò a Roma. Vogliamo organizzare una commemorazione per mio padre anche là, perché papà con la testa e i sentimenti è sempre stato lì da voi. Certo qui stava bene era tranquillo, ma a Roma ha vissuto tanti anni belli...". Il pensiero va anche agli ultimi giorni di vita: "In generale sono stati sereni. Papà aveva subito un'operazione al cuore e martedì scorso era uscito dall'ospedale. Sarebbe dovuto rientrare per un secondo intervento, ma non c'è arrivato. Domenica mattina aveva preso le sue medicine, poi sono andato a controllare ed era morto...", il ricordo del figlio.


Da l'Unità:

"Chinaglia mi voleva alla Lazio. Lo ringraziai ma rifiutai l'offerta". Questo il ricordo di Sebino Nela, ex idolo della Roma, ai microfoni di Radio Manà Manà. "Chinaglia era appena diventato presidente della Lazio, e mi invitò a cena: desiderava parlarmi - racconta Nela -. Ad un certo punto mi offrì un foglio bianco e disse "Scrivi la cifra che vuoi". Rimasi incredulo, e risposi che giocavo nella Roma. Dissi: "Sai cosa succede se passo alla Lazio?" Ma lui era convinto della sua idea".


Dal Corriere della Sera:

L'addio a Chinaglia. Bandiera a mezz'asta ieri nel centro biancoceleste. "Ricordiamolo come si deve". Edy Reja: "Un grande, lascia un vuoto incolmabile. Dovremmo prendere esempio da lui". Felice Pulici: "Giorgio è stato troppo importante, deve restare nella memoria di tutti". Alessandro Cochi: "Si ritiri la sua maglia mitica, come è accaduto per altri campioni". Prima idea: via la maglia numero 9. Domani la messa degli ex compagni.

Due inviti rivolti alla Lazio: il primo lo fa Pino Wilson, capitano di Giorgio Chinaglia nell'indimenticabile impresa del '74, invitato assieme a Giancarlo Oddi a seguire in curva Nord, sabato prossimo, la partita tra Lazio e Napoli proprio per ricordare Long John. "Intanto, mettere le bandiere a mezz'asta e ricordare Giorgio nel modo giusto". La Lazio ha recepito subito e ieri, alle ore 18, ha calato le bandiere dai pennoni di Formello. Il secondo appello arriva direttamente dal Campidoglio e reca la firma di Alessandro Cochi, delegato allo sport di Roma Capitale: "Chiedo di valutare la possibilità di ritirare la mitica maglia numero 9, come avvenuto per molti altri campioni". Su web e forum sono tutti d'accordo. "È un'idea - il commento di Felice Pulici, portiere del primo scudetto - Giorgio è stato un personaggio troppo importante per la Lazio e i suoi tifosi". Per ora la 9 è sempre sulle spalle di Tommaso Rocchi, più avanti si vedrà. Mentre gli ex compagni di Chinaglia si sono dati appuntamento per le 19 di domani (messa nella basilica del Cristo Re in viale Mazzini), la Lazio ha affidato a Edy Reja il compito di mettere un po' di sostanza di polpa allo scarno comunicato pubblicato domenica scorsa sul sito. "Il mio ricordo è ben chiaro - ha detto il tecnico - È stato un grandissimo e lascia un vuoto incolmabile. Il suo agonismo è sempre stato famoso, dovremmo prendere esempio da lui". Giancarlo Oddi ancora non si dà pace. "L'ho sentito martedì scorso per l'ultima volta, non sospettavo stesse così male. Mi vengono in mente tanti episodi che descrivono il carattere di Giorgio. Quando giocavamo gli dicevamo tutti: "Quando prendi calci in area, buttati per terra. Ma lui niente, barare non rientrava nella sua indole. Pensate a quanti rigori avrebbe potuto prendere al giorno d'oggi... Sono stato in camera con lui per quattro stagioni, abbiamo fatto tutto insieme. Per un anno intero ci siamo giocati una Volkswagen a "spizzichino". L'ultima partita la vinse lui e gli ho dovuto dare la macchina e 50mila lire...". Infine Franco Nanni, "Bombardino", altro protagonista di quegli anni. "Ritirassero la maglia, gli dedicassero un centro o un campo sportivo, facessero un triangolare in suo onore, purché Giorgio non venga dimenticato e abbandonato come tanti prima di lui che hanno fatto la storia di questa società. Era un uomo solo negli ultimi tempi, voleva tornare per riassaporare quei momenti indimenticabili vissuti da calciatore".

Sempre dal Corriere:

Anche l'Internapoli, la squadra partenopea da cui la Lazio prelevò un giovane Giorgio Chinaglia, intende ricordare con un triangolare il campione scomparso domenica scorsa, uno dei giocatori più illustri ad aver indossato la casacca a righe biancazzurre, all'epoca iscritta nel campionato di serie C. "Siamo pronti - dice il presidente Francesco Di Marino - ad organizzare una manifestazione sportiva in suo onore".


Dal "Giornale di Montesilvano":

Chinaglia raccontato da un amico di famiglia, Lino Manocchia. All'età di 65 anni un attacco cardiaco ha troncato la vita di un gigante del calcio. Giorgio Chinaglia: da tempo era stato ricoverato in Florida per problemi cardiaci, che gli esperti attribuivano alle sue molteplici attività sportive e commerciali. Il flamboyant centro attacco co-autore della "nascita" del memorabile Cosmos, era nato a Carrara ma, all'età di nove anni, si trasferì a Cardiff (Galles) dove iniziò a giocare con la Swansea City. Più tardi arrivò il trasferimento in Italia, alla Massese (Serie C), per passare infine alla Lazio, Serie A anni 1969-70. Dotato di grande forza sopperiva la scarsa esperienza in un campionato di livello; Chinaglia mancava inizialmente di tecnica e per migliorare la sua condizione sportiva si allenava per molto tempo con impegno e dedizione, giungendo ad egregi risultati. Era la Lazio di Giuseppe Wilson, Luciano Re Cecconi, Felice Pulici e altri ancora, ma principalmente era la Lazio di Chinaglia, trascinatore del team. Alieno all'esibizionismo, altero e stizzoso spesso, esuberante istrionico, dal maschio egocentrismo, aveva più talento che carisma.

Fu la malattia del suo grande allenatore Maestrelli a spingere Giorgio ad attraversare l'Atlantico. New York lo accolse da trionfatore (1975) col Cosmos che attendeva il grande avvenimento. Rapidamente vinse il premio come miglior marcatore della storia della North American Soccer League ed in sette anni segnò 193 goal in 213 partite. Giudicato miglior giocatore del torneo nel 1981 fu tra i protagonisti delle Quattro Soccer Bowl vinte dai Cosmos dal 1977 al 1982. La moglie Connie Eruzione, sorella di Mike Eruzione, campione olimpico di Hockey nella leggendaria finale di Lake Placid, fu una saggia istruttrice della vita Americana e finanziaria di Giorgio, come il campione confessò spesso. Come tutti i maremmani "Giorgione", che mio fratello Benny, corrispondente dall'America della Rusconi Italy, definiva alquanto "scontrosetto", ma che ha amato sempre l'Italia, ebbe modo di intrattenersi con lui più volte per un giudizio su una data partita o meno.

Era il periodo in cui i Cosmos acquistavano le vecchie glorie brasiliane: "Ora arriva quel rompiscatole… di Pelé", ebbe a sentenziare Chinaglia. Amava bere un buon wisky ed anche una sigaretta. Non è che abbia mai tenuto conto del suo fisico. Acquistò una stupenda villa nel New Jersey che era stata di una famosa attrice Americana, dove spesso con Benny, ci siamo intrattenuti con la gentile Connie, che confidava essere Giorgio uno "spendaccione".. Giorgio era un "burbero benefico", col cronista, che spesso chiamava per dirgli che nella prossima domenica avrebbe segnato tre goal. Spesso ci azzeccava. Mio figlio Adriano era benvoluto da Giorgio che voleva essere fotografato sino all'impossibile. Pelé disse un giorno a mio fratello Benny: "Sono convinto che intimamente ce l'ho sullo stomaco". Era quello un sentimento reciproco che posso confermare conoscendo bene entrambi. Chinaglia, che tornò in Italia nel 1983 accolto dalla folla come un Salvatore, e l'anno seguente la Warner Comunications gli cedette parte delle azioni dei Cosmos – ma la NASL era ormai al tramonto – e due anni dopo un'amichevole con la Lazio, i Cosmos chiusero definitivamente. Personaggio dinamico ed eclettico, Chinaglia si era cimentato anche nelle vesti di cantante incidendo nel 1974 il brano "Football Crazy" che fu colonna sonora del film "L'arbitro" interpretato da Lando Buzzanca. Una vita alquanto scapestrata viene abbracciata dall'incurante ex campione della palla e ben presto deve accettare gli ordini medici. La Florida appare come la regione più adatta alla sua debole fibra. Giunge il 65mo compleanno che lo arresta, pur non essendo tale età un sintomo di vecchiaia. Gli sportivi avvertiranno la sua mancanza. A Connie, ai familiari tutti sentite condoglianze. Ciao Giorgione.


Dal quotidiano "Leggo":

Il popolo biancoceleste dal web, dalle radio e dalle tv chiede a gran voce alla Lazio di ritirare la maglia numero 9. E' l'ennesimo atto d'amore dei tifosi del club di Lotito, legati al ricordo di Giorgio Chinaglia, bandiera della squadra che vinse il primo Storico scudetto nel '74. All’appello si è aggiunto anche Alessandro Cochi, delegato allo sport di Roma Capitale. A Formello ieri Rocchi e Mauri hanno abbassato a mezz'asta la bandiera della Lazio, dopo l'allenamento, mentre domani, la presidenza generale della Società Sportiva Lazio farà celebrare una Santa Messa presso la parrocchia di Cristo Re, in viale Mazzini (ore 19) in suffragio di Long John. Tra i tantissimi messaggi di cordoglio per la scomparsa di Chinaglia anche quello del New York Cosmos, ultimo club di Long John, negli anni '70, con in squadra il grande Pelé.


Articoli pubblicati il 4 aprile 2012:


Da La Gazzetta dello Sport:

Chinaglia: in mille per l'ultimo saluto fra cori, striscioni e bandiere. Una messa ha commemorato l'indimenticato "Long John" nella chiesa romana di Cristo Re, alla presenza di giocatori della Lazio di ieri e di oggi e di tanti tifosi.

"Giorgio Chinaglia è il grido di battaglia". "Evviva Long John, evviva Long John". Per un momento gli scalini del sagrato della chiesa del Cristo Re, sembrano i gradoni della curva Nord. E il tempo sembra riavvolgersi indietro come un nastro. Il suo corpo è lontano migliaia di chilometri, a Naples, in Florida dove domenica si è spento, eppure è presente nelle tante sciarpe e bandiere, nei volti di chi da spettatore ne ha apprezzato le gesta e in quelli di chi è stato con lui protagonista dell'impresa di portare il primo scudetto a Roma sulla sponda biancoceleste del Tevere, nel 1974. Di quella "banda di pazzi" che agli ordini di Maestrelli si fregiò del tricolore, tanti non ci sono più ma altrettanti erano presenti oggi alla cerimonia: da Pino Wilson a Giancarlo Oddi, da Mario Facco a Vincenzo D'Amico e Felice Pulici. C'è il figlio di Luciano Re Cecconi, Stefano, e un bandierone con il volto del padre. Ci sono anche gli ex biancocelesti Nello Governato, Massimo Piscedda e Bruno Giordano, goleador nella storia biancoceleste come Chinaglia e come Tommaso Rocchi, in rappresentanza della Lazio di oggi con il vice capitano Stefano Mauri, il team manager Maurizio Manzini e il giovane biancoceleste Luca Crescenzi.

La commozione si respira ovunque e si manifesta nelle parole interrotte da un singhiozzo di Pulici, mentre legge un passo del Vangelo. Il grido "Vai Felice" e un lungo applauso l'ha poi spronato a continuare. Come tanti sono stati gli applausi per quei campioni di ieri. "È stato commovente sentire le testimonianze dei suoi ex compagni di squadra - ha ammesso Rocchi al termine della cerimonia - sembrava stessero insieme sino a ieri. Era una persona di grande carattere e personalità. Davvero una cerimonia commovente. Ora pensiamo a sabato, al Napoli, speriamo di dedicargli una vittoria".


Dal Corriere dello Sport:

Lazio, oltre mille tifosi per salutare Chinaglia. Striscioni, cori e ricordi prima della messa alla Chiesa Cristo Re di Roma per salutare la bandiera biancoceleste scomparsa domenica in Florida.

Mille tifosi della Lazio, di tutte le età, si sono ritrovate alla Chiesa Cristo Re di Roma per salutare Giorgio Chinaglia scomparso domenica 1 aprile in Florida. Striscioni, cori e ricordi prima della messa dove hanno preso voce, tra gli altri, Felice Pulici e Giancarlo Oddi. Il portiere ed il difensore della Lazio scudettata nel 1974 hanno letto passi del Vangelo. Particolarmente sentito l'intervento di Pulici costretto più volte a fermarsi per l'emozione e l'applauso di tutta la chiesa.


Da la Repubblica:

Un grosso striscione blu sul sagrato della chiesa, con la scritta bianca "C. M. L. '74" e, accanto, un altro che recita "Giorgio Chinaglia, leggendaria emozione che non muore mai". E poi le sciarpe, tantissime le sciarpe biancazzurre al collo delle centinaia di persone accorse alla Chiesa "Cristo Re" di viale Mazzini, dove stasera si è svolta una messa in memoria di Giorgio Chinaglia, il campione della Lazio morto lo scorso primo aprile nella sua casa di Naples, in Florida, e i cui funerali si svolgeranno domani negli Stati Uniti.

Prima delle messa, dal sagrato si sono alzati più volte i cori "Giorgio Chinaglia è il grido di battaglia" e "W Long John", mentre dall'altro lato della strada sventolava un'enorme bandiera con l'immagine del campione biancoceleste. Tanti gli ex compagni di Chinaglia presenti alla cerimonia, tra cui Giancarlo Oddi, Pino Wilson, Stefano Re Cecconi, Bruno Giordano, Mario Facco. Dei giocatori di oggi hanno partecipato, tra gli altri, il capitano della Lazio, Tommaso Rocchi, il vicecapitano, Stefano Mauri, e il team manager, Maurizio Manzini. Presenti anche il padre e il fratello di Gabriele Sandri. Nel corso della liturgia, un passo del Vangelo è stato letto dall'ex compagno Felice Pulici che, commosso, è stato incitato a proseguire la lettura dall'applauso dei presenti. Al termine dalla celebrazione, davanti alla chiesa, i presenti hanno intonato ancora tanti cori per "Long John", oltre all'inno della Lazio.

"Sentendo i suoi ex compagni - ha commentato all'uscita il capitano della Lazio, Tommaso Rocchi - sembrava che fossero stati insieme fino a ieri. Chinaglia ha dato tanto sia dal lato professionale che umano, è stata una celebrazione commovente". A chi gli chiedeva della proposta di ritirare la maglia numero 9, Rocchi ha risposto che "per me non sarebbe un problema", per poi aggiungere: "Ora pensiamo alla partita di sabato, proveremo a dedicargli la vittoria".


Da Il Tempo:

Oggi in Florida, infatti, sarà aperta la camera ardente, e la famiglia riceverà gli amici dalle 15 alle 19, mentre i funerali si svolgeranno domani alle ore 11, presso la Hodges Funeral Home del Naples Memorial Gardens (525 111th Avenue North, Naples, FL 34108). "Mio padre mi parlava sempre e solo della Lazio - ha raccontato a Lalaziosiamonoi Anthony Chinaglia - sento l'Italia e la gente di Roma vicina a me e alla mia famiglia. Presto verrò a Roma per commemorarlo, con la testa e i sentimenti è sempre stato lì in Italia". A Roma, invece, una messa presso la chiesa Cristo Re di viale Mazzini sarà dedicata stasera alle 19 a Long John: sarà presente una delegazione della squadra biancoceleste. "Un uomo capace di cambiare il corso della nostra storia - ha ricordato il presidente della Polisportiva Antonio Buccioni - in particolare quella calcistica". Intanto, l'Internapoli, club dove Chinaglia militò in C (ora nei Dilettanti) sta pensando a un triangolare con Lazio e Massese in ricordo del grande attaccante. Sabato la squadra potrebbe entrare portando a centrocampo (poi in panchina) una maglia numero 9 di Chinaglia dell'anno dello scudetto: Wilson, Facco e Oddi saranno in Curva Nord insieme con i tifosi. Che propongono anche una Olimpia listata a lutto durante il suo volo.



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