La storia dello scudetto della Pallanuoto 1945 assegnato nel 2021

Da LazioWiki.

Calottina 1 Tamagnini, cal. 2 Bitetti, cal. 3 Catalani, cal. 4 Ognio, cal. 5 Caselli, cal. 6 Ghira, cal. scura Mainetti
Dal sito della Lazio Nuoto
Da sin. Ognio, De Giovanni, Catalani, Bitetti, Caselli, Ghira, Tamagnini, Baccini
Dal sito della Lazio Nuoto
Il Corriere dello Sport del 14 settembre 1945 - Il programma degli eventi natatori
Il Corriere dello Sport del 17 settembre 1945 - I risultati della manifestazione con lo scudetto vinto dalla Lazio
Il Corriere dello Sport del 15 aprile 1946 - Lo scudetto della pallanuoto 1945 non viene aggiudicato
La Gazzetta dello Sport del 16 aprile 1946
Il Corriere dello Sport del 20 aprile 1946 - La lettera dei Campioni al Direttore del quotidiano sportivo romano
Il Corriere dello Sport del 16 ottobre 2021
La pagina Facebook della S.S. Lazio Nuoto con la notizia dell'assegnazione dello scudetto 1945

Pallanuoto - 1945

Il 28 luglio 1945 lo stato maggiore del nuoto italiano s’incontra nella sede milanese del C.O.N.I. Da una parte vi è il Commissario per il nuoto dell’Alta Italia Ambrogio Casalone e dall’altra, giunto da Roma, Giordano Bravin, reggente della F.I.N. centrale. L’Italia ormai libera dal giogo nazi-fascista torna a respirare dopo la fine di una guerra disastrosa e il Nord e il Sud del Paese lentamente si riavvicinano. Anche lo sport torna protagonista in questa direzione al fine di una ritrovata compattezza nazionale. Casalone e Bravin, ex avversari in passato di tante gare in acqua, mostrano entrambi la volontà di collaborare per il bene dello sport che rappresentano. Al termine del summit viene diramato un comunicato che tra i vari punti segnala la determinazione di unificare entro la fine di settembre le due gestioni amministrative e la convocazione dell’assemblea delle società federate entro il mese di novembre. Si stabilisce anche di effettuare in settembre a Roma e Torino i campionati nazionali assoluti maschili e femminili di nuoto, tuffi e pallanuoto. Sembra la partenza di una fattiva collaborazione tra le parti e invece è l’inizio di un lungo battagliare tra Casalone e Bravin, tra Milano e Roma.

L’attività natatoria riprende comunque in maniera vivace in tutto il Paese. Al Nord si effettuano molte gare di fondo, si svolgono i Campionati Alta Italia di nuoto a Busto Arsizio e di tuffi alla Canottieri Milano. In Liguria si svolge un torneo ligure di pallanuoto con il successo di Camogli, e un Campionato femminile che si disputa a Dalmine. A Roma i nuotatori della Lazio sono protagonisti di molte gare sul Tevere che vedono alla ribalta prima Edmondo Pennechini che è vincitore della gara di Apertura, della coppa Nuvoli e della coppa Libertà e quindi Geminio Ognio primo al traguardo della Traversata di Roma, della coppa Silvestri e della coppa Tofini. Le due piscine cittadine, quella dello stadio e quella del Foro Italico, tornano disponibili solo a metà estate, in quanto requisite sin dall’indomani della Liberazione della Capitale (4 giugno 1944) dalle truppe alleate che hanno fatto disputare nell’impianto del Flaminio anche un campionato militare del Mediterraneo che ha visto l’affermazione della V Armata. Roma ospita, dal 14 al 16 di settembre, i campionati maschili (seniores e allievi) di nuoto e tuffi, in un primo tempo assegnati a Torino, e di pallanuoto.

Pur tra tante difficoltà logistiche e di trasferimento circa 200 atleti si iscrivono alla manifestazione. Dal nord arrivano in camion i triestini e i lombardi. I primi utilizzano un mezzo della Sepral (Sezione Provinciale Alimentazione) che va a rifornirsi di olive in Sabina, gli altri sono aiutati nel trasferimento dai militari della Divisione Legnano, di stanza a Bergamo. Ancora più avventurosi sono i nuotatori di Pesaro che affrontano il viaggio in motocarro. La manifestazione riscuote un ottimo successo con gare avvincenti e buoni riscontri cronometrici senza però registrare nuovi record nazionali. Brilla in particolare la rappresentativa triestina con 9 titoli all’attivo con Angeli e Bertetti sugli scudi, conferme arrivano dal fiorentino Manetti e dal napoletano Arena. Tra i giovani (assenti quelli della Lazio) emergono i nomi dei romani Lucio Ceccarini e Carlo Pedersoli che passeranno in seguito nei quadri della società biancoceleste. La S.S. Lazio fa la sua parte con un titolo nei tuffi dal trampolino con Ferrero Marianetti e nella 4x200 stile libero composta da Ognio, Crugnola, Mario Tofini e Pennechini. Ma la società biancoceleste è grande protagonista soprattutto nel torneo di pallanuoto che vede otto squadre, divise in due gironi, contendersi lo scudetto.

Scendono nella piscina dello stadio Nazionale le formazioni della Rari Nantes Napoli, Assi Giglio Rosso Firenze, Rari Nantes Camogli e Triestina nel primo raggruppamento e Giglio Bianco Catania, Virtus Bologna, Rari Nantes Florentia e Lazio nel secondo. Grandi favorite della vigilia sono i napoletani, campioni d’Italia in carica e la Florentia, con Camogli e Lazio nel ruolo di outsiders. La formazione laziale, che a causa della prolungata indisponibilità delle piscine romane, ha praticamente quasi nessun allenamento sulle spalle, è diretta dal veterano Gaudio Tamagnini nelle vesti anche di difensore. Con lui vi sono i portieri Marcello Mainetti e il giovanissmo Franco Baccini (che sarà tra i protagonisti dello scudetto del 1956), i difensori Camillo De Giovanni e Sergio Catalani, il metà campo Pietro Caselli, il centro sostegno Geminio Ognio e gli attaccanti Ivo Bitetti e Aldo Ghira. Nella prima giornata il team laziale si sbarazza facilmente del Catania (10-0) e s’impone di misura, al termine di una durissimo incontro, sui fortissimi fiorentini (6-5). Il giorno successivo vi è un 2-0 sulla Virtus Bologna che ha rinunciato all’ultimo a partecipare al campionato.

La Lazio quindi si qualifica da prima nel suo girone assieme alla Florentia; nell’altro raggruppamento si qualificano Napoli e Camogli, come a dire che nella poule finale arrivano le quattro favorite del torneo. Sempre il 15 di settembre la Lazio batte Camogli per 6 reti a 4. Nella giornata conclusiva, al mattino nuova affermazione sulla Florentia con il medesimo risultato del turno eliminatorio (6-5) mentre Napoli e Camogli impattano par 4-4. A sera sino a notte fonda si disputano le altre gare che iniziano con la Florentia che regola Camogli. Si passa quindi alla partita che può decidere l’assegnazione del titolo tra la Lazio con 4 punti e la Rari Nantes Napoli ad uno dopo il suo primo impegno di finale. Ai laziali basta un punto per lo scudetto ai napoletani non c’è alternativa se non la vittoria. La Rari Nantes partenopea è un autentico squadrone con i suoi nazionali Pasquale Buonocore, portiere saracinesca, il solido Emilio Bulgarelli, il veloce e furbo Gildo Arena, una formazione che ha già in bacheca 4 titoli tricolori compreso l’ultimo disputato tre anni prima. Sotto la luce dei riflettori con un pubblico numeroso e caldissimo scendono in acqua le due formazioni che danno vita a una partita vibrante, senza un attimo di respiro.

Per tre quarti di gara sono i partenopei a menare le danze e sino a cinque minuti dal termine sono avanti con un doppio vantaggio (3-1). Negli ultimi 300 secondi di gioco entra però in scena Aldo Ghira che a suon di reti ha trascinato i suoi sino a quel punto del torneo. Il formidabile attaccante triestino s’inventa due goal meravigliosi che consentono un pareggio a lungo insperato. La Lazio è matematicamente campione d’Italia rendendo così inutile l’ultimo incontro in programma che la Rari Nantes deve ancora disputare con la Florentia. Ma mentre giocatori e pubblico di casa festeggiano in acqua e sugli spalti, matura negli spogliatoi un’infuocata situazione. La Rari Nantes lamenta un errore tecnico dell’arbitro nel corso della partita e presenta reclamo al direttore di gara che non è nient’altro che quel Giordano Bravin, reggente della F.I.N. centrale. Il dirigente-arbitro respinge immediatamente il ricorso adducendo il fatto che esso è stato presentato oltre i trenta minuti richiesti dal regolamento. Parte allora un contro reclamo che afferma che la procedura è avvenuta nel tempo richiesto. Bravin è preso da molti dubbi e non potendo più decidere da solo rimanda tutto a quell’assemblea delle società di cui conosce la prossima collocazione.

La serata finisce così, dimenticandosi pure dell’ultimo incontro in programma, tra la stessa compagine napoletana e la Florentia. Malgrado l’indubbio successo tecnico e organizzativo della manifestazione, dove, malgrado mille difficoltà, si è riusciti a sistemare con vitto e alloggio ben 200 atleti provenienti da tutta Italia, il capitolo finale si conclude nella maniera più imprevedibile. All’indomani il Corriere dello Sport annuncia il titolo alla Lazio segnalando che la partita tra la Rari Nantes Napoli e Florentia sarà disputata nella mattinata (incontro che non avrà luogo n.d.r.). La S.S. Lazio fa uscire un esposto denunciando l’incostituzionalità della decisione presa che vanifica il risultato di un campionato nazionale e il 22 del mese premia i suoi pallanuotisti insieme al giovane ciclista biancoceleste Bruno Pontisso neo campione d’Italia dilettanti. Con l’inizio dell’autunno le polemiche tra la due F.I.N., quella dei "reggenti" romani e quella dei "commissari" milanesi, si riaccendono con il numero 1 del C.O.N.I, Giulio Onesti, che cerca di ricucire le distanze. Ambrogio Casalone, invia ad Onesti una lettera, in cui denuncia le mancanze del rivale Bravin, venuto meno agli impegni presi nell’incontro del luglio a Milano.

Tra i vari punti dello scritto si segnalano la mancanza di rispetto verso il mondo natatorio del Nord, ignorato nello stabilire le date dei campionati nazionali, il completo disinteresse verso il nuoto femminile, l’aver fatto effettuare le gare dei tuffi nella Capitale e non come convenuto inizialmente a Torino considerando che la quasi totalità dei tuffatori vivessero e gareggiassero nel Nord Italia. Inoltre Bravin considera ormai esautorata la F.I.N. Alta Italia avendo iniziato a contattare le singole società nordiste motu proprio. I crescenti malumori venutisi a creare allontano le date di unificazione delle due gestioni amministrative e del Congresso federale. Il 16 ottobre, Giulio Onesti, viste anche le divergenze che coinvolgono anche altre discipline oltre che il nuoto, stabilisce che entro l’aprile dell’anno seguente si debbano effettuare i congressi nazionali delle singole federazioni. Così dopo lunghe trattative Giordano Bravin e Ambrogio Casalone si accordano per il congresso che si terrà a Genova nelle giornate del 13 e 14 aprile 1946. Il congresso, primo della nuova era democratica, si inaugura così nell’Associazione Stampa genovese con la partecipazione di 112 società.

L’ordine dei lavori prevede le relazioni di Bravin e di Casalone, la discussione sul titolo del campionato di pallanuoto dell’anno precedente, l’elezione del nuovo direttivo e la scelta della sede della federazione. Dopo gli interventi di Bravin e Casalone, inizia il dibattito sul campionato troncato 7 mesi prima senza una decisione finale. Mimmo Ognio per la S.S. Lazio e Mimì Grimaldi della Rari Nantes Napoli (colui a cui si deve il nome "Settebello") sostengono le opposte tesi. Bravin, arbitro dell’incontro, ammette di aver commesso nella circostanza un errore tecnico. Si ascoltano anche i pareri dell’arbitro Carlo Marchetti, dell’ex campione Mario Cazzaniga e dello studioso Domenico D’Angelo propensi alla non assegnazione del titolo. Si passa quindi alla votazione dell’Assemblea che certifica l’annullamento del Campionato 1945. Si decide anche il trasferimento della F.I.N. da Roma a Milano. Eletto presidente è l’industriale milanese Giovanni Tappella che ottiene 60 voti contro i 44 del candidato romano Bravin. I tre vicepresidenti sono il genovese Corzetto e i milanesi Parodi (genero di Tappella) e Casalone.

Completa vittoria quindi del Nord su tutti i fronti (potendo contare su un numero superiore di società affiliate), che mette in ombra il pur validissimo nuoto centromeridionale. L’abolizione del campionato e quindi la negazione del titolo alla Lazio appaiono come un più che probabile dispetto nei confronti del movimento natatorio della Capitale. Anche l’ultima replica della società biancoceleste di rigiocare la partita viene respinta al mittente dichiarando che ormai troppo tempo è passato dall’avvenimento contestato. Mesto è il ritorno a casa del Presidente della Lazio Nuoto Giovanni Penza e di Geminio Ognio. Pochi giorni più tardi il Corriere dello Sport pubblica una lettera al suo direttore firmata "I componenti della squadra campione del 1945". Lo scritto dei pallanuotisti della Lazio ricapitola le varie fasi della convulsa vicenda che ha annullato un campionato italiano per "un presunto errore tecnico", rimarcando il fatto che l’esposto della società al contro-reclamo della Rari Nantes Napoli, che sottolineava l’incostituzionalità e la sciocchezza nel rinviare una decisione da prendere subito e non alle calende greche, non aveva ricevuto una benché minima risposta.

Si contesta anche il fatto che si è ricorsi a una votazione risolutiva dell’assemblea delle società sul contro reclamo e sui contenuti tecnici, un’azione che andava invece valutata da un giudice sportivo. Ci si augura anche che la Federazione Nuoto possa anche interpellare l’International Board per ottenere un parere sulla questione. Il resto della lettera punzecchia i rivali partenopei, almeno alcuni di essi, incapaci di ammettere la superiorità mostrata dalla Lazio nel torneo. Non mancherà pochi giorni dopo la replica sullo stesso giornale della parte avversa, replica pepatissima che amplierà ulteriormente le polemiche. Le due squadre torneranno ad incontrarsi nell’estate successiva per il campionato 1946. Sono scintille sia nella partita di qualificazione (vittoria di misura di Napoli per 4-3) quanto nella fase finale quando nel giorno di Ferragosto la Lazio abbandona la piscina per le decisioni dell’arbitro con conseguente reclamo. Ci vorrà la Nazionale per smussare antipatie e rivalità tra le due compagini: Buonocore, Bulgarelli e Arena da una parte e Ghira e Ognio dall’altra, uniranno le loro forze riuscendo a vincere per il nostro Paese l’oro ai campionati europei di Montecarlo del 1947 e l’oro alle Olimpiadi di Londra dell’anno successivo.

Il 15 ottobre del 2021, settantasei anni dopo quella tormentata serata allo stadio Nazionale di Roma, la Federazione Italiana Nuoto, grazie all’impegno e alla determinazione del Presidente della Polisportiva Lazio Antonio Buccioni, ha riconosciuto finalmente le ragioni dei pallanuotisti romani, assegnando così alla società biancoceleste lo scudetto del 1945 legittimando la classifica finale del torneo: S.S. Lazio (5), Rari Nantes Napoli e Rari Nantes Florentia (2), Rari Nantes Camogli (1).


Con il seguente comunicato del 15 ottobre 2021, la F.I.N. chiude la vicenda legata allo scudetto della Pallanuoto 1945 vinto dalla Lazio ma annullato dopo pochi mesi:

Tenuto conto del parere rilasciato dalla Commissione Federale di Garanzia, il Consiglio Federale ha accolto l'istanza formulata dalla Società Sportiva Lazio Nuoto, deliberando l'attribuzione del titolo di campione d'Italia di pallanuoto per l'anno 1945. Come noto dalle fonti dell'epoca, il titolo del 1945 non fu assegnato per un contenzioso sorto tra Lazio e RN Napoli relativo alla partita del campionato disputato dal 14 al 16 settembre su cui non si pronunciò il giudice sportivo; pertanto la delibera federale legittima il risultato sportivo ottenuto sul campo. Classifica finale: Lazio 5, RN Napoli e RN Florentia 2, RN Camogli 1.

Il presidente Massimo Moroli ha così commentato la sentenza: "Grande soddisfazione per un riconoscimento doveroso a un titolo conquistato sul campo in sede di girone finale e poi incredibilmente annullatoci per un contenzioso con la R.N. Napoli ininfluente sul risultato finale, rigettato dal giudice di primo grado e poi non più valutato in appello. Ringrazio la FIN e il presidente Paolo Barelli per aver riesaminato a fondo le dinamiche che portarono all’errore giudiziario ristabilendo la verità. Mi dispiace che i protagonisti del successo non possano festeggiare con noi, ma li ricordo tutti con affetto. Mi hanno accolto e fatto crescere in questa straordinaria società chi come compagno, decano di squadra, chi come allenatore e chi come dirigente. Inoltre ci tengo a ringrazare il presidente della Polisportiva Lazio, Antonio Buccioni, per il grande impegno e la determinazione con cui ha portato avanti questa istanza".


Tratto da La Stampa del 16 ottobre 2021, un articolo sulla vicenda:

"Pallanuoto, assegnato lo scudetto del 1945. È della Lazio 76 anni dopo. Nell’albo d’oro la ripartenza dopo la Seconda Guerra Mondiale era fissata al campionato 1946. Ma l’anno prima il torneo venne regolarmente disputato, pochi giorni dopo la fine della guerra, dal 14 al 16 settembre".

Una storia infinita. È quella dello scudetto di pallanuoto del 1945. Scorrendo l’albo d’oro di questa gloriosa disciplina che da sempre regala medaglie all’Italia, vi accorgereste che ci sono degli anni mancanti. Il primo titolo italiano fu assegnato nel 1912. La Grande guerra determinò lo stop delle attività dal 1914 fino al 1919, anno in cui il Genoa vinse il suo quarto titolo consecutivo. Più di vent’anni dopo un altro buco, causato dal secondo conflitto mondiale: campionato sospeso dal 1943 al 1946, l’anno in cui la Rari Nantes Camogli riportò il titolo in Liguria dopo più di un decennio. Fin qui quello che potreste trovare sui libri, negli annali, scorrendo le tante pagine web dedicate alla pallanuoto. E invece non andò proprio così. In realtà il torneo del 1945 venne regolarmente disputato, pochi giorni dopo la fine della guerra, dal 14 al 16 settembre di quell’anno. Poche squadre e tanto entusiasmo con lo sport che univa di nuovo l’Italia da Nord a Sud. La partita decisiva si giocò tra la fortissima Rari Nantes Napoli e la Lazio Nuoto, costola natatoria della Società Sportiva Lazio. Un match tiratissimo, anche perché in acqua scese il meglio della waterpolo di quell’epoca.

I napoletani schierarono, tra gli altri, Gildo Arena, primo vero fuoriclasse della pallanuoto mondiale, inventore della leggendaria "beduina", il colpo che ancora oggi manda in estasi gli appassionati. Dall’altra parte gente come Aldo Ghira, Geminio Ognio, Franco Baccini: grandi nuotatori oltre che pallanuotisti. La partita (il campionato n.d.LW) la vinse la Lazio e i giocatori biancazzurri furono anche premiati con tanto di medaglia e pergamena. Campioni d’Italia ma solo per poche ore. Un paio di giorni e la Rari Nantes, espressione di uno dei circoli più antichi e chic della Napoli del Novecento, presentò ricorso citando un "errore arbitrale" nel corso della gara e che, a detta dei napoletani, incise in maniera decisiva nell’assegnazione del titolo. Il giudice federale accolse il ricorso dando partita vinta alla Rari Nantes. Un ribaltone. Senza appello, perché all’epoca ci fu un solo grado di giudizio. Del titolo però non si ebbe più traccia negli anni, anzi nei decenni. Ufficialmente risulta il 1946 l’anno della ripresa del campionato. Nel frattempo la Lazio mai ha digerito la sottrazione di quel titolo, secondo il sodalizio capitolino conseguente al maggiore peso sportivo del circolo napoletano rispetto a quello laziale.

Scarne le cronache dell’epoca, unici testimoni i presenti alla partita. Nei decenni tante le richieste di ricostruire quanto accaduto quell’anno. Nulla però mai cambiato. Sempre rimasta vuota, nell’albo d’oro del massimo campionato di pallanuoto, la riga del 1945. Per 76 anni, fino a ieri pomeriggio. A riavvolgere il nastro della storia un breve comunicato della Federazione Nuoto: "Tenuto conto del parere rilasciato dalla Commissione Federale di Garanzia, il Consiglio Federale ha accolto l'istanza formulata dalla Società Sportiva Lazio Nuoto, deliberando l'attribuzione del titolo di campione d'Italia di pallanuoto per l'anno 1945". Cinque righe su carta intestata che hanno riscritto la storia, restituendo lo scudetto alla Lazio. La Fin, presieduta dall’ex nuotatore Paolo Barelli, parlamentare di Forza Italia, chiude il breve comunicato stilando la classifica di quella stagione e dipanando finalmente la matassa: "Come noto dalle fonti dell'epoca, il titolo del 1945 non fu assegnato per un contenzioso sorto tra Lazio e RN Napoli relativo alla partita del campionato disputato dal 14 al 16 settembre su cui non si pronunciò il giudice sportivo; pertanto la delibera federale legittima il risultato sportivo ottenuto sul campo. Classifica finale: Lazio 5, RN Napoli e RN Florentia 2, RN Camogli 1".

Non si fa attendere la reazione della Lazio, a parlare non senza emozione è l’attuale presidente del club Massimo Moroli: "Grande soddisfazione per un riconoscimento doveroso a un titolo conquistato sul campo e poi incredibilmente annullatoci per un contenzioso con la Rari Nantes Napoli, ininfluente sul risultato finale, rigettato dal giudice di primo grado e non più valutato in appello". Moroli non nasconde però il rimpianto più grande: "Mi dispiace che i protagonisti del successo non possano festeggiare con noi ma li ricordo tutti con affetto. Mi hanno accolto e fatto crescere in questa straordinaria società chi come compagno, chi come decano, chi come allenatore o dirigente". Ringraziamenti finali per Antonio Buccioni, presidente della Polisportiva Lazio, autore delle istanze inoltrate in sede federale, e allo stesso Barelli che della Federazione Nuoto è il numero uno. E pensare che dopo quel campionato fantasma del 1945, Gildo Arena passò dalla Rari Nantes proprio alla Lazio diventando uno dei protagonisti del successo italiano alle Olimpiadi del 1948 insieme a quelli che nel frattempo da avversari si erano trasformati in suoi compagni di squadra: Ghira e Ognio. Sì, erano i ragazzi del Settebello, il nome che la nostra nazionale di pallanuoto porta ancora adesso. Un termine coniato proprio dai napoletani che passavano le serate giocando a carte. Convinsero il leggendario Nicolò Carosio a chiamare così la nazionale azzurra durante le radiocronache dei Giochi del 1948. Ma questa è un’altra storia. A proposito: ma siamo sicuri che dopo 76 anni si sia chiusa la partita? Chissà cosa ne pensano sulla scogliera di Santa Lucia, là dove si affaccia la balaustra carica di gloria del circolo Rari Nantes. In fondo Ccà nisciuno è fesso, per dirla alla Totò.



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