Martedì 11 dicembre 2007 - Madrid, stadio Santiago Bernabeu - Real Madrid-Lazio 3-1
11 dicembre 2007 - 3.259 - Champions League 2007/08 - 1° turno eliminatorio - Girone C, gara 6 - inizio ore 20.45
REAL MADRID: Casillas, Sergio Ramos, Pepe, Cannavaro, Marcelo, Diarra, Robinho (46' Robben), J.Baptista, Schneijder (46' Guti), Raul, Van Nistelrooy (73' Higuain). A disposizione: Dudek, Torres, Gago, Saviola. Allenatore: Schuster.
LAZIO: Ballotta, Scaloni, Siviglia, Cribari, De Silvestri, Mudingayi, Ledesma (46' Baronio), Mutarelli, Meghni (63' Manfredini), Pandev (82' Makinwa), Rocchi. A disposizione: Muslera, Stendardo, Zauri, Mauri. Allenatore: D.Rossi.
Arbitro: Sig. Busacca (Svizzera).
Marcatori: 13' J.Baptista, 15' Raul, 36' Robinho, 80' Pandev.
Note: angoli 9-3 per il Real. Al 93' Casillas ha parato un rigore a Rocchi. Recuperi: 0' p.t., 2' s.t.
Spettatori: 79.000 circa.
Il Real nel primo tempo ha spazzato via la Lazio che pure aveva cominciato bene ed aveva mancato un gol con Meghni. Rossi aveva auspicato la partita perfetta della sua squadra, ma impeccabili sono stati invece i madrileni. Nel giro di cinque minuti la squadra di Schuster ha colpito un palo con Raul, ha segnato con una gran botta di Baptista da fuori, ha raddoppiato con Raul e poi, nel finale di primo tempo, ha fatto il tris con lo scatenato Robinho. La Lazio a sprazzi ha tentato di giocare e cercare il gol (esterno rete di Pandev), ma in realtà dopo il secondo gol dei madrileni non c'è stata partita. La difesa biancoceleste è apparsa in difficoltà su tutte le incursioni del Real che con improvvise accelerazioni ha reso inutile qualsiasi velleità della squadra di Rossi. La Lazio nella ripresa è apparsa meglio messa in campo, ha evitato la goleada e ha segnato il gol della bandiera con Pandev dopo una bella azione Mutarelli-Rocchi. Una bella prova d'orgoglio che avrebbe potuto essere premiata dal 3-2 se Rocchi non si fosse fatto parare un rigore al 48' della ripresa. Schuster ha preferito Schneijder a Guti (e ha fatto bene, vista la grande serata dell'olandese) mentre Delio Rossi ha perduto nel riscaldamento Zauri ed ha fatto ricorso al giovane De Silvestri (molto irruento, ma anche molto ingenuo); inoltre ha optato per Meghni dietro le punte (che errore all'inizio: avrebbe potuto cambiare il corso degli eventi, invece ha messo fuori una bella palla).
Dopo la buona partenza, la squadra di Delio Rossi ha prima dato spazio a Raul su angolo (palo di testa al 10'). Poi al 13' Marcelo ha dato a Baptista sulla sinistra, il centrocampista si è accentrato senza che Ledesma (male) intervenisse e ha sparato un destro micidiale sul palo più lungo. Il secondo gol del Real, al 15', è scaturito da un traversone da sinistra del micidiale Robinho e Raul ha insaccato di testa, anticipando gli immobili difensori della Lazio. Al 37', triangolo strettissimo in area fra Ronbinho e Van Nistelrooy con il brasiliano che ha toccato il rete da due passi. Forse si è sperato troppo nel miracolo della Lazio, apparsa mal messa in fase di interdizione e marcatura. Evidentemente i miracoli nel calcio d'oggi sono sempre più rari. I cambiamenti del secondo tempo (Baronio al posto del deficitario Ledesma), poi Manfredini al posto di Meghni; Robben e Guti per Robinho e Schneijder hanno un po' cambiato la partita, senza tuttavia alterarne il corso. La Lazio è sembrata più compatta e meglio messa in campo, ma Ballotta ha dovuto parare volando a sinistra su una gran botta di Robben, Meghni ha impegnato a terra Casillas, Robben ha sfiorato la traversa, qualche affondo biancoceleste, una grande occasione per Van Nistelrooy, una rovesciata (parata) di Rocchi e poi il gol della bandiera della Lazio al 36': bella azione sul fianco destro di Mutarelli e Rocchi che ha messo la palla bassa sul secondo palo dove Pandev l'ha sospinta in rete di sinistro sbattendo sul montante.
E' uscito lievemente infortunato. Solo una bella soddisfazione perché il risultato era stato determinato nel primo tempo. La squadra romana avrebbe potuto segnare il gol del 3-2 al 48' su rigore (mani di Pepe): ma Rocchi ha tirato debole alla sinistra di Casillas che ha parato. Così la Lazio ha detto addio all'Europa e il Real si è qualificato primo nel girone.
La Gazzetta dello Sport titola: "Poker, adios. Al Real basta mezz'ora. La Lazio fuori dall'Europa. Agli ottavi ne portiamo 3".
Continua la "rosea": Avete presente gli Harlem Globetrotters, i fenomeni da circo del basket che danno spettacolo contro avversari disposti ad assecondarli? Qualcosa del genere si è visto al Bernabeu. Per un'ora il Real si è esibito e la Lazio ha assistito allo show. Un pugile campione del mondo che fa i guantoni contro un mediocre sparring partner. Il Real "macellava" la Lazio e veniva da pensare che se fosse stato pugilato, sarebbe stato opportuno lanciare la spugna. Fine del match per manifesta inferiorità, ma nel calcio non si può. Sul 3-0 la partita è diventata un allenamento e tanti ringraziamenti al Real che non ha infierito né insistito, anzi ha concesso la grazia del gol dell'onore e di un rigore poi sbagliato da Rocchi. Se Madrid fosse in Inghilterra, si sarebbe andati al massacro. Eppure se Rocchi non si fosse emozionato dagli 11 metri, avrebbe preso corpo un 3-2 bugiardissimo, che per nulla avrebbe rispecchiato l'anima del match. Fin troppo scontata: il siderale abisso che divide Real e Lazio a ogni livello. Alfa e omega, il giorno e la notte. Due realtà ad anni luce di distanza. Si sono manifestati duelli tipo Cribari-Raul o Siviglia-Van Nistelrooy, "fate vobis"... Sentiti cori inneggianti a Sergio Cragnotti da parte dei tremila laziali al seguito. E qui va però ricordato che Cragnotti spendeva soldi che non aveva. Claudio Lotito sarà pure un presidente micragnoso, ma ha preso una Lazio in agonia e in poco tempo l'ha rimessa nella condizione di giocare una partita di Champions al Bernabeu. Non era così scontato che ciò accadesse.
Capitolo Real. Duole affermarlo, ma quello con la Lazio non è stato un test attendibile. Troppo sproporzionate le forze. Non sappiamo dirvi se questo Real sia il candidato numero uno alla conquista della Champions. Certo, il tridente Raul-Van Nistelrooy-Robinho "encanta", ma ci chiediamo se sia sostenibile contro squadre di pari lignaggio. Il Real è parso vulnerabile sulle corsie laterali, dato che i due attaccanti esterni, Raul e Robinho, non si sporcano i piedi con ripiegamenti o pressing alto, e la linea mediana assomiglia a una coperta troppo corta, non ce la fa a coprire tutta la metà campo in larghezza. Che poi la Lazio non abbia saputo sfruttare questa presunta debolezza madridista è un discorso che attiene al capitoletto precedente, sulla differenza di categoria. Cinque terribili minuti hanno tolto alla Lazio ogni residua speranza di qualificazione. Tra il 10' e il 15' del primo tempo il destino si è compiuto. Prima Raul ha colpito un palo, di testa su angolo di Sneijder. Poi Baptista ha imbalsamato Ballotta con un destro da fuori. Infine Raul, un'altra volta di crapa su assist di Robinho, ha messo dentro il gol numero 59 in Champions. A quel punto nella testa della Lazio è scattato il "tutti a casa" che coglie noi italiani negli sbandamenti. C'è stato un momento in cui il Real faceva i comodacci suoi. Van Nistelrooy ha ricevuto palla in area e con calma l'ha servita a Robinho per il 3-0. Una rete mortificante per l'arrendevolezza mostrata dalla difesa laziale, anche se ripetute moviole dimostrano che il brasiliano giaceva in posizione di fuorigioco.
Nella ripresa il Real si è allenato e la Lazio ha segnato il golletto salvafaccia, una co-produzione Rocchi-Pandev. A chiudere (48') il rigore concesso per mani di Pepe e parato da Casillas. Capitolo Lazio. Non ha inciso soltanto il "gap" tecnico. Guardate il tabellino: zero assoluto alla voce ammoniti. Come si fa a uscire dal Bernabeu senza lo straccio di un giallo? E' mancato lo spirito da battaglia. A parte i 10 minuti iniziali, in cui la Lazio ha imbastito qualcosina e ha pure liberato Meghni in area - ma sciagurato è stato il tiro del francese -, s'è colta una Lazio timorosa. Sembrava che la squadra di Rossi avesse paura di disturbare. Vabbé, è andata. Fine dell'illusione. Sfumato anche lo "scivolamento" in coppa Uefa, la Lazio raddrizzi il campionato. Altro da fare non c'è.
Il sito web "Uefa.com" commenta così la gara:
Dura tredici minuti il sogno della S.S. Lazio di violare il Santiago Bernabéu e proseguire l'avventura in UEFA Champions League. Nel "tempio" del Real Madrid CF la squadra di Delio Rossi parte bene ma cade sotto i colpi dei più quotati avversari, che si impongono 3-1 e condannano i biancocelesti all'ultimo posto nel gruppo C, ossia all'eliminazione anche dalla Coppa UEFA. Apre il brasiliano Julio Baptista al 13', mettono al sicuro il risultato già nel primo tempo il capitano Raúl González (15') e l'altro brasiliano Robinho (36'); nella ripresa gol della bandiera – il quarto nella competizione – di Goran Pandev a dieci minuti dalla fine. Nel recupero Tommaso Rocchi si fa respingere un rigore da Iker Casillas: le merengues chiudono al primo posto il raggruppamento e accedono agli ottavi. Rossi cambia per due undicesimi la squadra che ha battuto 2-0 il Calcio Catania: in difesa, torna Sebastiano Siviglia al posto dell'acciaccato Luciano Zauri (inutile il suo provino pre-gara), con Lorenzo De Silvestri e l'argentino Lionel Scaloni sugli esterni; in attacco Pandev ritrova la maglia da titolare al posto di Stephen Makinwa. Bernd Schuster presenta un'unica novità rispetto alla formazione reduce dal successo sul campo dell'Athletic Club Bilbao: in difesa, il brasiliano Marcelo sostituisce Miguel Torres.
La Lazio parte senza timori reverenziali e mette in crisi i padroni di casa con il fraseggio rapido a centrocampo. Al 9' Mourad Meghni va vicinissimo al gol, ma il fantasista francese – in sospetto fuorigioco – non sfrutta a dovere l'assist di Rocchi. La reazione del Real arriva un minuto dopo con Raúl, che di testa colpisce il palo su corner di Wesley Sneijder. La pressione dei campioni di Spagna aumenta e, dopo un tiro alto sempre di Sneijder, arriva il vantaggio: Baptista, servito da Robinho, supera Cristián Ledesma e con un tiro a giro sul secondo palo non dà scampo a Marco Ballotta. Per il raddoppio bisogna aspettare solo due minuti: su cross di Robinho, Raúl sovrasta Ledesma e di testa batte Ballotta. I biancazzurri, storditi, provano a imbastire una reazione. Prima Rocchi non crea problemi a Casillas con un tiro dalla distanza, poi è provvidenziale il recupero di Pepe su un'incursione di De Silvestri; al 24' un errore di Mahamadou Diarra libera Pandev, ma il sinistro dell'attaccante macedone termina a lato. Così, al 36', Robinho realizza il quarto gol in cinque gare e firma il 3-0: il brasiliano serve Ruud van Nistelrooy, che supera Siviglia e gli restituisce il pallone per la più comoda delle conclusioni. La ripresa si apre con tre novità: nella Lazio, Roberto Baronio rileva uno spaesato Ledesma; nel Real Madrid, Guti e Arjen Robben rimpiazzano Sneijder e Robinho. L'ex giocatore del Chelsea FC costringe Ballotta a un grande intervento al 54'; nove minuti dopo entra Christian Manfredini per Meghni, ma è ancora l'ala olandese a sfiorare il quarto gol con un tiro a giro di sinistro.
Al 73' Schuster richiama un opaco van Nistelrooy, in condizioni fisiche imperfette, e inserisce l'argentino Gonzalo Higuaín; quattro minuti dopo Casillas fa buona guardia su una spettacolare rovesciata di Rocchi. All'80' la Lazio segna il gol della bandiera: perfetta verticalizzazione di Massimo Mutarelli per Rocchi, sul pallonetto dell'attaccante Pandev, bravo a seguire l'azione, ribadisce in rete. Nell'azione il macedone si fa male e viene sostituto da Makinwa. Rocchi va vicino al secondo gol, Ballotta è bravissimo su un bolide di Guti. Al terzo minuto di recupero l'arbitro svizzero Massimo Busacca concede un rigore per un fallo di mano di Pepe su cross di Rocchi: dal dischetto va lo stesso attaccante biancazzurro, ma Casillas lo "ipnotizza" e respinge. Non c’è più tempo: i biancazzurri si consolano con un ottimo secondo tempo, ma devono dire addio alla Champions League.