Mercoledì 5 gennaio 2000 - Venezia, stadio Pierluigi Penzo - Venezia-Lazio 2-0

Da LazioWiki.

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5 gennaio 2000 - 2.872 - Campionato di Serie A 1999/00 - XV giornata

VENEZIA: Konsel, Carnasciali, Cardone, Luppi, Dal Canto, Valtolina (76' Marangon), Iachini (45' Nanami), Volpi, Berg, Maniero, Ganz (82' Budan). A disposizione: Casazza, Borgobello, M.Bianchi, Pedone. Allenatore: Spalletti.

LAZIO: Marchegiani, Negro, Nesta, Mihajlovic, Favalli (54’ Conceição), Stankovic, Veron, Sensini, Nedved, Mancini (21’ Salas), Ravanelli. A disposizione: Ballotta, Pancaro, Couto, Lombardo, Simeone. Allenatore: Eriksson.

Arbitro: Sig. Farina (Novi Ligure) - Guardalinee Sigg. Russo e Raiola - Quarto uomo: Sig. Mattei.

Marcatori: 18' Ganz, 56' Maniero.

Note: serata gelida, campo in pessime condizioni con ampie zone ghiacciate. Ammoniti: Maniero per proteste, Valtolina per comportamento non regolamentare, Salas e Luppi per reciproche scorrettezze. Angoli 5-2 per la Lazio. Recuperi: 2' p.t., 3' s.t.

Spettatori: paganti 2.378 per un incasso di 131.360.000 lire, abbonati 7.410 per una quota di 245.572.000 lire.

Il biglietto della gara (Gent. Conc. Giancarlo D'Amato)
Il raddoppio dei lagunari con Maniero
Fabrizio Ravanelli in azione
Il bomber perugino in un altro fotogramma dell'incontro
La rete di Ganz per il vantaggio veneziano
Roberto Mancini guardato a vista dai difensori veneti
Nestor Sensini in un momento dell'incontro

Pessimo inizio dell'anno per i biancazzurri che, sul campo ai limiti della praticabilità di Venezia, incappano in una serata da dimenticare. I lagunari iniziano la gara in attacco lasciando poche iniziative ai biancocelesti e già al 18' vanno in vantaggio con Ganz che raccoglie un cross rasoterra di Maniero e da pochi metri insacca alle spalle di Marchegiani. La Lazio accusa il colpo e non reagisce affatto, anzi sono i veneti ad andare ancora vicini alla rete sempre con Ganz, ma il tiro dell'attaccante è ribattuto da Nesta. Alla mezz'ora c'è la prima azione laziale degna di nota con Negro che, dopo una mischia, spara alto da buona posizione. Al 45' è Salas a sprecare un prezioso invito di Ravanelli tirando debolmente. La ripresa inizia con il Venezia in avanti e padrone del centrocampo. Al 56' arriva il raddoppio grazie ad un lancio di Ganz per Maniero che di testa porta a due le reti dei veneziani. La Lazio si scuote ma Stankovic si vede parare in due tempi un insidioso tiro. Ci prova poi Negro dalla distanza a sorprendere Konsel, ma senza fortuna. Nel finale proteste laziali contro l'arbitro, reo di aver fermato Ravanelli in un fuorigioco ai più apparso dubbio. Con questa sconfitta la Lazio perde la testa della classifica, scavalcata dalla Juventus che si porta a 32 punti (contro i 31 dei biancazzurri), mentre si avvicina il Parma a 30 punti.


La Gazzetta dello Sport titola: "Ganz è il baco della Lazio. Manda in tilt la capolista: il 2000 si apre con la gioia del Venezia. Lazio brutta, irriconoscibile, molle, colpita da improvvisa involuzione tecnica e caratteriale. Un crollo su tutta la linea, in ogni reparto. Incerta la difesa, confusionario il centrocampo, inconsistente l'attacco. E così è stato premiato un bel Venezia, capace di un pressing asfissiante ed esaltato dall'innesto di un Ganz ispirato e subito in sintonia con Maniero: è nata un'interessante coppia-gol".

Continua la "rosea": Colpita da Ganz e affondata da Maniero. Battuta 0-2 nella ghiacciaia di Venezia, la Lazio scopre che il tanto temuto baco del nuovo millennio esiste, e anzi può addirittura essere doppio. Un baco così potente da mandare in tilt tutti i computer biancazzurri in una volta sola, perché oltre a condannare Nesta e compagni alla prima sconfitta del nuovo anno, compromette il loro primato in classifica per la gioia della Juventus che oggi può operare il sorpasso, e, come se non bastasse, guasta il clima di festa per i cento anni della società romana, in calendario domenica. Un crollo su tutta la linea, stile borsa, che ricorda (in peggio) l'identico 0-2 subito la stagione scorsa sempre qui a Venezia. Quella, però, era un'altra Lazio, più incompleta, più indietro in classifica, e più immatura, anche se dopo questo secondo scivolone, che segue l'ancor più pesante rovescio nel derby di novembre, è legittimo sollevare nuovi dubbi sulla consistenza della Lazio attuale, così forte sulla carta, ma così vulnerabile sul campo. Perché se è vero che c'è modo e modo di perdere, è soprattutto vero che la Lazio sceglie la strada peggiore per consegnarsi, senza alibi alcuno agli avversari. E allora, visto che ci siamo, giù il cappello davanti a questo Venezia d'assalto, capace a sua volta di ripetere in fotocopia la splendida prestazione con cui si concesse il doppio lusso di ottenere la sua prima vittoria in campionato, infliggendo la prima sconfitta all'Inter di Lippi. Tra mille anni, se esisterà ancora il calcio, qualcuno potrà ricordare che il primo gol del Duemila è stato firmato dal fresco ex milanista Maurizio Ganz, al suo esordio con la maglia del Venezia contro la capolista Lazio.

Un gol arrivato dopo 18 minuti, grazie a una pronta correzione dell'attaccante su un tiro cross di Maniero dalla destra, con la grave complicità di Marchegiani che non interviene malgrado lo spazio lasciatogli, forse un po' troppo ingenuamente, da Nesta. Infortuni del genere non dovrebbero mai accadere, ma il calcio del 2000 non è ancora così diverso da quello del 1999, per cui non ci si può sorprendere in assoluto. Semmai è la Lazio a meravigliare per la propria involuzione rispetto alle ultime partite dell'anno vecchio. Una involuzione caratteriale, ma anche tattica e tecnica, perché la squadra di Eriksson, che era partita benino con un paio di conclusioni di Stankovic e Nedved, bloccate da Konsel, non ha la forza di risalire la corrente, chiudendo in svantaggio il primo tempo. Stranamente molle sul piano atletico, incapace di sfruttare a dovere le fasce laterali, e per di più imprecisa nei passaggi e nei tiri con i suoi uomini migliori, la Lazio corre meno del Venezia che occupa gli spazi mostrando la stessa grinta e lo stesso pressing, già rivelatisi vincenti il 17 ottobre contro l'Inter. E a poco serve ricordare che Almeyda, Simone Inzaghi e Boksic sono rimasti a Roma, perché Spalletti in rapporto all'organico di cui dispone lamenta le assenze, per lui ancora più gravi, di Brioschi, Pavan, Bilica, Bettarini e del nuovo arrivato Rukavina. Eppure, malgrado sia costretto a schierare una difesa alternativa, il tecnico riesce a schierare un Venezia da combattimento, bravo a chiudersi davanti a Konsel e pronto a ripartire in contropiede. Abituata a risolvere ben altre situazioni, stavolta invece la Lazio balbetta per demeriti propri, al di là degli indubbi meriti degli avversari. Più ancora delle incertezze del quartetto arretrato, colpisce l'incapacità dei biancazzurri di creare gioco in mezzo al campo, dove il solo Sensini, che tra l'altro è il meno titolare di tutti, si rivela all'altezza. E mentre Veron giochicchia con sufficienza, sovrastato dal dinamismo di Volpi, Stankovic e Nedved girano a vuoto, facendo confusione al centro, invece di sfruttare come dovrebbero le fasce laterali, per la gioia dei rispettivi avversari Berg e Valtolina. Poco e mal servito, l'inedito tandem d'attacco Mancini-Ravanelli resta così un progetto mai realizzato.

E non serve neppure il forzato inserimento di Salas che rileva l'infortunato Mancini, 3' dopo la rete di Ganz, perché anche il cileno si rileva fuori forma e fuori partita, sbagliando allo scadere del tempo la deviazione del possibile pareggio, dopo il precedente e ancor più grave errore conclusivo di Negro. Costretto a rinunciare per tutta la ripresa al gran cuore di Iachini, che lascia zoppicando il posto a Nanami, il Venezia soffre la disordinata pressione della Lazio, ma riesce a resistere. Stankovic spara alto all'inizio del secondo tempo, poi Konsel para una punizione di Mihajlovic. Sembrano segnali di ripresa, che invece ingannano anche Eriksson. Il tecnico, infatti, dopo 9' toglie Favalli inserendo Conceiçao che si piazza sulla destra. Il risultato è un centrocampo più robusto, con l'intenzione di sfruttare i cross del portoghese dalla destra, ma la coperta più lunga davanti si rivela più corta dietro, dove la difesa resta a tre. E guarda caso soltanto 2' più tardi il Venezia raddoppia. Punizione di Nanami dalla sinistra che pesca Ganz solo dalla parte opposta, dove non c'è più Favalli, pronto a rimettere al centro per la testata vincente di Maniero. E a questo punto la notte diventa ancora più gelida per la Lazio, che continua a pasticciare senza riuscire neppure a limitare i danni in termini numerici e tantomeno di immagine. E anzi la squadra di Eriksson nel finale torna a evidenziare un limite preoccupante, già emerso dopo il derby, ovvero un controproducente nervosismo. Salas infatti se la cava con un'ammonizione dopo una brutta testata di reazione su Luppi, che peraltro accentua il danno ricevuto. Ma anche se spiacevoli, sono semplici dettagli, come gli ultimi inserimenti di Marangon e Budan entrati al posto di Valtolina e dell'applauditissimo Ganz. Il primo baco che ha minato il primato della Lazio. Costretta a tifare Verona oggi pomeriggio, per non ritrovarsi a inseguire la Juve.