Sabato 11 Agosto 2012 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Getafe 0-1

Da LazioWiki.

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11 agosto 2012 - Amichevole precampionato 2012/13 - inizio ore 21.00

LAZIO: Marchetti, Konko, Biava, Dias, Cavanda, Cana (46' Onazi), Ledesma (83' Kozak), Candreva, Hernanes (46' Mauri), Lulic (68' Floccari), Klose (67' Zarate). A disposizione: Bizzarri, Berardi, Scaloni, Rocchi. Allenatore: Petkovic.

GETAFE: Moya, Valera (69' Manè), Alexis, Abraham, M. Torres, D. Castro (88' Rodriguez), Michel, P. Leon (76' Sarabia), Lafita (46' Barrada), Xavi Torres (60' Lacen), Miku (75' Colunga). A disposizione: Codina, Garcia, Guiza, Arroyo, Rafa. Allenatore: Luis Garcia.

Arbitro: Sig. Guida (Torre Annunziata) - Assistenti Sigg. Costanzo e Rubino.

Marcatori: 14' P. Leon.

Note: ammonito Biava. Recuperi: 1' p.t., 2 s.t.

Spettatori: 8.000 circa.


La formazione del 1° tempo: Cana, Konko, Lulic, Dias, Klose, Marchetti; Hernanes, Candreva, Biava, Cavanda, Ledesma
La compagine biancoceleste per la stagione 2012/13 posa al completo per le foto di rito sotto la Curva Nord dello Stadio Olimpico di Roma
Antonio Candreva
Cristian Ledesma
Una fase di gioco
Miroslav Klose
Cristian Ledesma al tiro
Il biglietto della gara

Le immagini della presentazione della squadra

Da Il Messaggero:

La Lazio si presenta all'Olimpico ma va ko con il Getafe: fischi dal pubblico. Solo in 8mila allo stadio, finisce 1-0. Nuova sconfitta dopo Siena, Torino e Galatasaray.

Sarà che in tanti sono al mare o forse che il mercato biancoceleste è fermo al solo arrivo del trequartista italo-brasiliano Ederson, ma la presentazione della Lazio 2012/2013 è apparsa proprio sottotono. A partire dai circa ottomila presenti stasera allo stadio Olimpico nella prima capitolina della squadra di Vladimir Petkovic, coincisa con la sconfitta con gli spagnoli del Getafe per 1-0. È l'allenatore bosniaco la principale novità del club capitolino, dopo le due stagioni e mezza di Edy Reja che ha portato i biancocelesti ad accarezzare il sogno Champions, per poi accontentarsi di un piazzamento in Europa League. "Cercheremo di dare una soddisfazione in più cercando di arrivare in Champions e confermare le vittorie nel derby", promette in avvio capitan Rocchi. "È un grande piacere essere qua e salutare questa gente. Faremo di tutto per farvi felici e cominciamo da tutto", le parole di Petkovic ad inizio gara.

L'amichevole che va in scena con il modesto Getafe però prende subito binari diversi e agli spagnoli bastano 13 minuti per ipotecare il match grazie a una punizione calciata dal limite da Pedro Leon che batte un Marchetti forse non troppo incolpevole. Per i tifosi della Nord nemmeno la gioia di vedere in campo il nuovo arrivato Ederson. L'infortunio a un ginocchio rimediato nel ritiro di Auronzo di Cadore lo tiene infatti ancora fuori e l'ex calciatore del Lione è costretto a seguire i suoi dalla panchina. Anche il ritorno all'Olimpico del figliol prodigo Mauro Zarate va in scena in sordina con Petkovic che lo tiene in panchina sino al 23' del secondo tempo. I supporter biancocelesti avevano già iniziato a fischiare la squadra a metà della prima frazione e soprattutto al termine di un primo tempo scialbo in cui la squadra di casa ha trovato il tiro soltanto con Klose (che da quest'anno abbandona la maglia numero 25 per la numero 11) che ha costringe il portiere spagnolo Moya ad intervenire in due tempi e con Candreva che spara centrale. Pure nella ripresa le emozioni regalate dalla squadra capitolina si misurano con il contagocce: una con Zarate, l'altra con Floccari. Poca cosa per gli ottomila spettatori presenti all'Olimpico che accompagnano tra i fischi l'uscita del campo dei giocatori.

L'ennesima sconfitta che arriva dopo quelle con Siena, Torino e Galatasaray ha ribadito che il cantiere di Petkovic è ancora aperto. Servono rinforzi, serve che qualcuno che faccia gol. Altrimenti anche i modesti sloveni del Mura con cui i biancocelesti esordiranno il 23 agosto in Europa League possono fare paura.


Da La Repubblica:

Lazio, dagli applausi ai fischi. Il Getafe rovina la festa. Primo giorno ufficiale davanti ai tifosi per i biancocelesti. Il clima positivo però viene rovinato da una brutta prova: gli spagnoli passano 1-0.

Di fronte a circa 4500 tifosi si è svolta la presentazione ufficiale della Lazio 2012/2013. Allo Stadio Olimpico hanno sfilato uno dopo l'altro tutti i giocatori biancocelesti davanti ai propri supporter. Tanti applausi per Klose, Hernanes, Ledesma, Mauri e Diakite, mentre una vera e propria ovazione è stata riservata per Mauro Zarate, entrato in campo per ultimo. Tanto affetto dimostrato anche per il nuovo allenatore Vladimir Petkovic che ha ringraziato il pubblico prendendo il microfono: "Per me è un grande piacere essere qui e vedere tutta la gente biancoceleste. Faremo di tutto per farvi felici e cominceremo da subito". Dopo il tecnico croato ha preso la parola anche il Capitano Tommaso Rocchi che ha fatto una promessa: "Proveremo a darvi delle soddisfazioni, cercheremo di raggiungere la Champions e di vincere i derby". Il clima di festa si raffredda (e molto) con l'inizio dell'incontro. La Lazio scende in campo con il 4-2-3-1 con Marchetti in porta, Konko, Biava, Dias e Cavanda in difesa, Cana e Ledesma davanti a loro e Candreva, Hernanes e Lulic a supporto dell'unica punta Klose. La squadra di Petkovic è statica, amorfa e indolente. Dopo appena 13 minuti arriva anche la rete del Getafe a condire il tutto con Pedro Leon che su calcio di punizione sorprende un Federico Marchetti leggermente in ritardo. Il malumore inizia a serpeggiare nella Curva Nord e la prova generale dei giocatori non aiuta di certo. Lenti e compassati, i biancocelesti non si fanno vedere praticamente mai dalle parti dell'0estremo difensore madrileno Moya, a parte alcune iniziative personali di Klose e Candreva. La prima frazione si chiude senza un vero e proprio acuto e mentre i giocatori rientrano negli spogliatoi arrivano inesorabilmente i primi fischi.

Nel secondo tempo entrano Mauri, Onazi al posto di Hernanes e Cana ma cambia veramente poco. La Lazio vuole cercare di pareggiare ma lo fa senza una vera e propria idea di gioco, gettandosi in avanti lasciando delle praterie agli avversari e dalla Curva Nord parte anche il coro ironico "vinceremo il tricolor". Al 66' è il momento di Zarate e Floccari che entrano al posto di Klose e Lulic, schierato per venti minuti nell'inedito ruolo di trequartista. Arriva qualche timido segnale di ripresa con i due nuovi entrati che riescono "nell’impresa" di arrivare al tiro. È comunque troppo poco. A dieci minuti dal termine Petkovic decide di far entrare anche Kozak al posto di Ledesma per una Lazio, almeno teoricamente, a trazione anteriore. Niente da fare. I fischi continuano ad accompagnare ogni errore e il Getafe rischia anche di portarsi sul 2 a 0 in contropiede. Doveva essere una festa, ma al 90' c'è spazio solo per i fischi.

Non può essere soddisfatto Vladimir Petkovic in conferenza stampa: "Il primo tempo sicuramente male. Klose unica punta? Non è vero, c'erano anche Candreva, Hernanes e Lulic che dovevano fare altre tre punte. Vedendo il primo tempo è suonato l'allarme. Adesso diventa più dura fare anche le scelte sul campo. Nel secondo tempo la situazione è un po' migliorata ma è mancata la cattiveria. Il modulo conta poco, anche nel secondo tempo abbiamo giocato alla stessa maniera e c'è stato qualche miglioramento. Con Onazi e Mauri che hanno dato più supporto alla fase offensiva. È l'interpretazione che conta". Difficile anche cercare i motivi di questa disfatta: "C'è ancora un po' di stanchezza. Ci è mancata la testa, perché arriviamo in partite che vogliamo fare bene e non riusciamo a entrare con la mentalità giusta. Ci sono tanti giocatori che sono seduti e devono alzarsi il prima possibile perché così non va bene". Il lato positivo, se c'è, è quello di aver potuto analizzare i tanti errori: "Ho capito che può fare tanto di più. Manca un organico completo, che lavora nella stessa maniera. Abbiamo giocatori tipo Klose o altri che non sono al 100%. Servono giocatori che danno l'anima e non conta se uno sta qui da dieci anni, dieci mesi o dieci giorni. Dobbiamo dare sempre tutto. Nel primo tempo era un diesel che non si accendeva, abbiamo viaggiato sempre in seconda senza mai cambiare marcia. L'avversario era alla nostra portata. Serve più cattiveria, più testa. Ci si è presi poca responsabilità nel concludere in porta". Un Petkovic a viso aperto, che glissa solamente quando gli viene chiesto se si aspetta rinforzi dal mercato: "Io cerco di modellare l'organico che ho a disposizione. Se giochiamo 4-2-3-1 o 3-4-3 dipende dai giocatori. Sto cercando di cambiare, ma anche i giocatori devono dare un aiuto per dimostrare la vera faccia. Ci vuole carattere". La ricetta per riprendersi, adesso, passa attraverso tre cardini: "Parlare, lavorare sodo e far bene in allenamento, e chi non capisce non ci sarà".


Dal Corriere dello Sport:

Se questa è la Lazio, Lotito e il ds Tare dovranno intervenire nel modo giusto e correre ai ripari da qui al 31 agosto, quando si chiuderà un mercato sinora deludente. L'unico acquisto è stato Ederson, ancora fermo per infortunio, ed è difficile immaginare che possa fare subito la differenza: è un altro dei numerosi trequartisti a cui Petkovic sta cercando faticosamente di trovare collocazione. Il nuovo allenatore - alla quarta sconfitta in altrettanti test di livello senza segnare un gol - finirà nel vortice delle polemiche. Il cantiere è ancora aperto. Qualsiasi altro tecnico, al suo posto, avrebbe difficoltà a trovare la quadratura senza compiere scelte dolorose, ma è anche chiaro che il gioco promesso e sbandierato sinora non si è proprio visto, per carenze di condizione atletica e forse perché la squadra fatica a convertirsi. Con Reja giocava d'attesa, ora deve pressare e non è abituata. Petkovic potrebbe ricominciare a vedere la luce cominciando a osare. E dura giustificare le esclusioni di Zarate e Floccari se poi sul campo la Lazio non attacca e non crea pericoli negli ultimi trenta metri, come è successo per tutto il girone di ritorno dell'ultimo campionato. Klose ha bisogno di un partner, c'è ampia scelta in organico per giocare con due punte e non si può continuare ad aspettare in eterno Hernanes. Impalpabile e senza ritmo, invece di essere un leader, il Profeta sta finendo sempre di più ai margini della Lazio. Il campo aveva già messo Reja di fronte ad un interrogativo che ora non si può più rimandare. Petkovic cerca il modulo, la Lazio continua a perdere. Le amichevoli non conteranno, ma la gente è delusa e anche la presentazione dell'Olimpico, con il Getafe padrone del campo, s'è trasformata in un flop. Finito tra i fischi dei tifosi, delusi per il risultato e per la prestazione. Deprimente.

Dopo un quarto d'ora di sonno, il Getafe è passato in vantaggio su punizione. Palla persa da Konko, Dias ha murato Lafita con le cattive maniere e da venticinque metri il destro di Pedro Leon a scavalcare la barriera ha fulminato Marchetti, partito in ritardo. Più sicuri nel controllo, veloci di pensiero e rapidi di gamba, gli spagnoli hanno cominciato a palleggiare, sottolineando tutta la differenza con la Lazio, lenta e appesantita, incapace di sostenere il pressing come chiede il suo allenatore. La melina si è trasformata in torello, anche perché Hernanes e Klose non riuscivano a disturbare i due difensori centrali e neppure a dare profondità quando veniva riconquistato il pallone. L'unica occasione vera del primo tempo è arrivata al 16' quando il Profeta è riuscito a indovinare un lancio per il tedesco, che ha avuto la forza di andare via sullo spunto e si è presentato davanti a Moya. Da posizione defilata, ha provato a infilare il pallone sul primo palo, ma il portiere spagnolo si è opposto con una prodezza. C'è voluto un altro quarto d'ora perché Candreva ci provasse dal limite con una sventola toccata in angolo da Moya e ad un sospiro dall'intervallo Klose ci ha riprovato senza successo non trovando nessuno dei suoi compagni al centro dell'area. Poco, troppo poco per pensare soltanto di segnare. Dietro la Lazio non ha rischiato, ma davanti non è mai riuscita a essere pericolosa: ordinata nell'impostazione, decisa ad allargare il gioco sulle fasce, poco incisiva in mezzo al campo, con Ledesma e Cana votati al recupero e alla fase d'interdizione e mai pronti ad aggiungersi agli attaccanti, come invece servirebbe. Non solo colpa della preparazione, questione di caratteristiche. Questo non è un gruppo di velocisti. Nel tentativo di velocizzare il gioco e restituire brio al centrocampo, Petkovic nella ripresa ha iniziato con Mauri al posto di Hernanes e ha sostituito Cana con Onazi, bravo e di personalità il nigeriano, ma forse ancora troppo giovane per dargli tutta questa responsabilità: se oggi è quasi titolare, significa che nella costruzione della squadra qualcosa manca. Ritoccato anche il modulo: 4-1-4-1 con Onazi e Lulic protetti da Ledesma, Mauri (a destra) e Candreva (a sinistra) esterni. Ci ha provato un paio di volte Zarate, il Getafe ha sfiorato il raddoppio in contropiede. Niente da fare. Lazio ancora ko, senza gol. E fischiata dai suoi tifosi.


Dalla Gazzetta dello Sport:

E sono quattro. E adesso l'allarme non può non scattare. La Lazio perde ancora e per l'ennesima volta resta pure all'asciutto. Dopo i k.o. con Siena, Torino e Galatasaray, i biancocelesti si arrendono pure al Getafe, onesta (nulla più) squadra della Liga che appena tre giorni fa il Torino ha battuto 2-1. Un fìlotto così negativo in precampionato la Lazio non lo faceva registrare da una cinquantina d'anni. Neppure l'aria di casa e il clima di festa (era la prima stagionale all'Olimpico, occasione per la presentazione della squadra) riescono a risvegliare la squadra romana. Che semplicemente non c'è. Giù fisicamente (i pesanti carichi di lavoro della prima fase di ritiro non sono stati ancora smaltiti), senza un briciolo di idee in mezzo al campo, spaurita quando si tratta di buttarla dentro (perché qualche occasione da gol comunque arriva, frutto dell'iniziativa di Klose). Un quadro desolante e allarmante a due settimane dal via del campionato e a pochi giorni dal preliminare di Europa League (che, per fortuna di Petkovic sarà comunque contro un avversario morbido, il Mura 05). Il tecnico croato, accolto all'inizio dalle ovazioni degli ottomila presenti sugli spalti, avrà molto su cui riflettere nei prossimi giorni. Il suo progetto di gioco, fatto di sfruttamento delle fasce, pressing, azioni in velocità, per il momento non solo non decolla, ma non si vede neppure allo stadio embrionale. Così per mandare in tilt questa Lazio basta una squadra solo un tantino organizzata come il Getafe. Che sblocca subito il risultato con una punizione di Pedro Leon al 14' e poi si limita a controllare la gara, evitando di infierire.










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