Sabato 11 novembre 2000 - Torino, stadio Delle Alpi - Juventus-Lazio 1-1
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11 novembre 2000 - 2918 - Campionato di Serie A 2000/01 - VI giornata
JUVENTUS: Van der Sar, Ferrara, Tudor, Iuliano (57' Montero), Conte, Tacchinardi, Davids, Pessotto (74' Zambrotta), Zidane, Trezeguet (59' F.Inzaghi), Del Piero. A disposizione: Rampulla, Paramatti, Bachini, Kovacevic. Allenatore: Ancelotti.
LAZIO: Peruzzi, Pancaro, Nesta, Mihajlovic, Favalli, D.Baggio, Veron, Simeone (73' Lombardo), Nedved, Crespo (73' S.Inzaghi), Salas (88' Ravanelli). A disposizione: Marchegiani, Negro, Fernando Couto, Baronio. Allenatore: Eriksson.
Arbitro: Sig. Braschi (Prato).
Marcatori: 22' Tudor, 30' Salas.
Note: ammoniti Nesta, Ferrara, Tudor, Veron. Recuperi: 1' p.t. 4' s.t.
Spettatori: 35.000 circa.
Si è giocato in un clima di grottesca contestazione, concertata non già dall'intero stadio come vorrebbero gli arruffapopolo professionali, ma dalla sola curva bianconera. Neppure quando la Juve è andata in vantaggio al 22' del primo tempo (calcio d'angolo di Del Piero per il colpo di testa in anticipo di Tudor) la marea urlante si è placata. Grottesca non era solo e tanto la contestazione ad Ancelotti ("Un maiale non può allenare", già sentita), a Moggi, a Zidane, a Del Piero, a tutti indistintamente i giocatori tranne Conte (invece del quale i Fighters avevano affrontato la questione del prolungamento del contratto l'estate scorsa), quanto inedito appariva il sostegno indiscriminato agli avversari ("Peruzzi torna con noi", uno dei cori).
Era poi paradossale la sfacciata speranza che Van der Sar incorresse in qualche errore. I Fighters hanno muggito delusi quando il portiere olandese è riuscito, seppur a fatica, a bloccare in presa alta un suggerimento profondo del centrocampo laziale. Hanno avuto moti di disappunto per le due respinte alle conclusioni ravvicinate di Crespo, ma finalmente hanno potuto sfogare il proprio autolesionistico entusiasmo quando un tiro da fuori area di Salas (30') ha toccato terra proprio mentre Van der Sar stava per intercettarne la traiettoria. Spiazzato dallo scarto provocato dal terreno, il portiere si è accasciato facendosi trafiggere dal pallone sotto le lunghe gambe.
A quel punto ha preso coraggio anche una Lazio fino ad allora poco più che accademica: Dino Baggio mancava il tocco vincente dopo una combinazione Veron-Crespo. Allo stesso modo ogni calcio d'angolo di Mihajlovic generava il panico e anche i compagni di reparto di Van der Sar denunciavano insicurezze addirittura maggiori di quelle del portiere. Sintomatico un mancato appoggio all'indietro di Iuliano forse per non angariare ulteriormente il numero 1, imbarazzante quando all'inizio di ripresa ha tentato di bloccare una bordata di Veron, schizzatagli tra le mani come un'anguria matura. Tuttavia si deve proprio a Van der Sar se la Juve è rimasta in partita (respinta decisiva a gambe unite su conclusione ravvicinata di Nedved). I bianconeri avrebbero addirittura potuto vincere se Tudor avesse piedi buoni come la testa. Però non lo avrebbero meritato. Troppo confusi loro, almeno quanto i laziali sono stati timidi e leggeri.
Fonte: Corriere della Sera