Sabato 1 novembre 2003 - Udine, stadio Friuli - Udinese-Lazio 1-2

Da LazioWiki.

Stagione

Turno precedente - Turno successivo

1 novembre 2003 - 3065 - Campionato di Serie A 2003/04 - VIII giornata -

UDINESE: De Sanctis, Bertotto, Sensini, Kroldrup, Castroman (46' Pieri), Pinzi, Pazienza (78' Muntari), Jankulovski, Iaquinta (70' Nomvete), Fava, Jorgensen. A disposizione: Renard, Pierini, T.Manfredini, Rossitto. Allenatore: Spalletti.

LAZIO: Sereni, Oddo, Negro, Mihajlovic, Zauri, Fiore (83' Favalli), Dabo (67' Giannichedda), Liverani (64' C.Lopez), Stankovic, Corradi, S.Inzaghi. A disposizione: Casazza, Couto, Albertini, Muzzi. Allenatore: Mancini.

Arbitro: Sig. Trefoloni (Siena).

Marcatori: 17' Corradi, 28' Iaquinta, 34' S.Inzaghi.

Note: giornata fredda, terreno in buone condizioni. Ammoniti Pinzi, Inzaghi e Liverani per gioco scorretto. Calci d'angolo: 6 -6. Recupero 1' p.t., 4' s.t.

Spettatori: 892 paganti, incasso 27.171 euro, abbonati 14.530 per una quota di 138.057,16 euro.


Bernardo Corradi ha appena siglato il vantaggio biancoceleste
Corradi sblocca l'incontro
Esultanza biancoceleste
Simone Inzaghi in azione

La Gazzetta dello Sport titola: "E' tornata la Lazio di Mancini. Ancora a segno la coppia Corradi-Inzaghi: il capolavoro di Iaquinta illude l'Udinese".

Continua la "rosea": Non che servisse una conferma, si sa che la Lazio è usa a giocare bene e a esibire campioni capaci di colpi magnifici. Casomai stupisce che a Mancini, per imporsi, sia stato sufficiente disegnare una specie di Lazio-bis, con Albertini, Lopez, Couto e Favalli a far numero in panchina. Potenza della turnazione imposta dalla Champions League. Gran bella Lazio, decisa il giusto e capace di tessere azioni pulite, palla a terra e in semplicità, che nel calcio è la cosa più difficile da perseguire. Aveva destato perplessità in tribuna stampa la scelta di consegnare le chiavi del centrocampo al duo Dabo-Liverani. Niente di inedito, la coppia si era già fatta valere in un paio di circostanze, ma si presumeva che sotto la pioggia e nel fango del Friuli sarebbe stato meglio affidarsi a un fante da combattimento come Giuliano Giannichedda, peraltro ex dell'Udinese. Ha avuto ragione Mancini, va riconosciuto, nel privilegiare un tandem creativo e di piede fino. Il tacco di Dabo che ha innescato la rete dell'1-2 verrà archiviato come uno dei gesti tecnici più belli della stagione. La Lazio ha dominato in mezzo. Non c'era palla che sfuggisse o che venisse sciupata. Manovra ariosa, logica, efficace.

Reso onore ai vincitori, resta da fissare il confine con i demeriti degli avversari: grande Lazio o piccola Udinese? Di certo l'Udinese ha sbagliato l'approccio alla partita. Gambe molli, teste svagate e cattiveria ai minimi storici, basti pensare che a metà della ripresa il tabellino segnalava sei falli sei a carico dei bianconeri friulani. Nello sport il buonismo non paga. Sul piano tecnico-tattico si è scontata la mancanza di David Pizarro, bloccato da un pittoresco malanno, la tendinite a un gluteo. Si è capito che il cileno rappresenta buona parte dell'Udinese, diciamo il 40 per cento circa. Senza il suo direttore d'orchestra, la squadra di Spalletti si è persa e dispersa. Né Pazienza né tantomeno Pinzi sono riusciti a surrogare David il Conquistatore. Recuperata palla, l'Udinese non sapeva come spenderla. Si è assistito a imbarazzanti tocchetti laterali, a passaggi timidi e sbagliati una volta su due. Per scelta, o per disperazione, molti palloni sono stati appoggiati all'indietro su Kroldrup, che rilanciava in avanti, con spioventi a saltare il centrocampo. Un difensore chiamato a costruire, il sintomo di un certo imbarazzo. L'importanza di Pizarro nell'economia calcistica del Friuli: se serviva un certificato che comprovasse la cosa, la partita di ieri l'ha servito. L'Udinese ha patito anche sulle fasce. Annichilito Castroman, silenziato Jankulovski. E la difesa ha tentennato per via di certe incomprensioni tra Sensini e De Sanctis. Imbarazzante il primo gol della Lazio: cross da destra di Oddo, De Sanctis incerto (esco o non esco?), Sensini sotto anestesia e testata vincente di Corradi. Era il 17' del p.t. e la partita si è riequilibrata in 10 minuti grazie a una maradonata di Iaquinta.

Cross da destra di Castroman e fantasmagorica girata al volo di Iaquinta dal limite. Sereni immobile, palla all'incrocio e discussioni in tribuna: un gol alla Gigi Riva o alla Marco Van Basten? Una rete che rinnova la discussione su Vincenzo Iaquinta, attaccante capace di tutto, di sbagliare un tocco a due metri e di firmare reti d'autore come questa. Come dire: l'istinto c'è ed è quello giusto, semmai è questione di personalità e continuità. Un'altra manciata di minuti è stata però sufficiente per comprendere che trattavasi di pareggio estemporaneo. Stupendo l'1-2 laziale: tacco di Dabo a innescare Fiore sulla destra, palla in mezzo, tiro di Stankovic e Inzaghi come un nibbio sulla respinta. Palla dentro e proteste friulane per presunta posizione irregolare di Inzaghino. Rumori tacitati dalle prime moviole, è stato Sensini ad appisolarsi davanti a De Sanctis e a tenere in gioco sia Inzaghi sia Corradi. Gol regolare, dunque. L'Udinese non si è più ripresa dallo choc. Ha avuto un buon quarto d'ora in avvio di ripresa, quando Spalletti ha ridisegnato la formazione: fuori Castroman, dentro Pieri a sinistra e Jankulovski spostato a destra. La Lazio ha tenuto botta con autorità e con ripartenze a tre-quattro tocchi ha tenuto in apprensione i rivali. Come prevedibile, c'è stato l'assalto finale al fortino. Muntari ha avuto una palla ghiotta e l'ha sparata alta, Fava o chi per lui non si è fatto trovare pronto su una respinta corta di Sereni. Dettagli di relativa importanza. La Lazio è una gran squadra e speriamo che la bocciatura del decreto salva-calcio non ne smonti i congegni.