Domenica 14 febbraio 1993 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Cagliari 1-2

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14 febbraio 1993 - 2553 - Campionato di Serie A 1992/93 - XX giornata - calcio d'inizio ore 15.00

LAZIO: Orsi, Corino (65' Marcolin), Favalli, Sclosa (77' Neri), Luzardi, Cravero, Fuser, Doll, Winter, Gascoigne, Signori. A disp.: Fiori, Bacci, Stroppa. All. Zoff.

CAGLIARI: Ielpo, Napoli, Festa, Bisoli, Firicano, Pusceddu, Moriero, Herrera (87' Sanna), Cappioli, Matteoli, Oliveira. A disp.: Di Bitonto, Villa, Pancaro, Criniti. All. Mazzone.

Arbitro: Sig. Pairetto (Torino).

Marcatori: 36' Fuser, 45' Cappioli, 60' Firicano.

Note: ammoniti Corino, Festa, Cappioli, Napoli. Antidoping: Luzardi, Cravero, Festa, Pancaro. Calci d'angolo: 12-6.

Spettatori: 43.225 (12.956 paganti e 30.269 abbonati) con un incasso di £.1.215.013.000.

Una fase della gara
Una fase della gara
Una fase della gara
Una fase della gara
Il biglietto della gara
Il goal di Diego Fuser

Dopo quello perfetto riuscitogli, seppur in due fasi, sulla scena della coppa Italia, la Lazio ha organizzato e attuato con eguali abilità e conseguenze, un altro suicidio collettivo, ancora chiaramente premeditato, allontanando in tal modo le mire sul traguardo del secondo posto, il sogno di ergersi come dignitario del Milan, e facendosi assorbire nel gruppone in rotta verso la zona Uefa. Non solo: ma la piccola e severa lezione di calcio impartitale dal non più che diligente Cagliari ha rimesso in discussione le qualità primarie e caratteriali d'una squadra che, purtroppo, mai s'è espressa all'altezza del pregevole, diciamo anche sofisticato, potenziale su cui poggia le sue ambizioni. Eppure di questa Lazio che sfidava soprattutto la sua rabbia per cancellare veleni e paure, ormai cronici, il Cagliari nutriva fondatissimo rispetto, ma anche un meno fondato timore. L' assenza di Francescoli non ha avvilito più di tanto l'allegra brigata allestita da Mazzone con la consueta abilità e furbizia tattica: meglio puntar tutto sulla solidità d'una difesa fra le migliori del torneo, che concedere l'una e l'altra guancia ai paventati schiaffi d'un centrocampo, quello laziale appunto, confortato da cervelli e genialità impareggiabili. Ma da parte biancoazzurra è mancato l'antidoto efficace per aggirare l'ostacolo eretto dagli eccellenti Napoli e Festa, implacabili pedinatori di Signori e Doll, spentisi troppo presto, dopo un avvio perlomeno confortante. Infatti, nelle rare occasioni in cui Favalli sulla sinistra e Fuser sull'altra sponda sono sgusciati nelle strette maglie rossoblù, la Lazio ha raccolto soddisfazioni benché puramente formali: un bolide di Signori in fuga dalla destra, un altro calcione del cannoniere alto su invito di Doll, una gran botta di Fuser a lambire il palo, una bella invenzione di Gascoigne sfumata sulla traversa. Robetta, insomma, a conferma d'una chiara superiorità decifrabile più nel genio di un buon Gascoigne e dei suoi slegati scudieri che in un congegno tattico preordinato e adattato alla bisogna. Superiorità improvvisata, quindi, ma comunque concretizzata da una prodezza, irripetibile, di Fuser che, ricevuto un appoggio di Gascoigne, s'è avvitato su se stesso fiondando in rete un colpo imprendibile per l'ottimo Ielpo. A questo punto fondata è stata la sensazione che i più quotati biancoazzurri avrebbero sfruttato efficacemente i maggiori spazi che il Cagliari giocoforza avrebbe concesso ai suoi fuoriclasse, fra i quali solo Winter s'è mantenuto su livelli continui ed accettabili. Perché Gascoigne, artista imprevedibile, s'è afflosciato anch'esso su di una raffinata incursione spentasi nelle mani protese di Ielpo. Mentre il resto della fiacca struttura tattica laziale è rimasto ingolfato nel sempre più stretto "imbuto" organizzato da Matteoli e compagni, che hanno materializzato in chiusura di tempo l'unica occasione creata dall'intesa fra il saggio capitano e lo sgusciante Oliveira, il quale ha deposto sul piede di Cappioli un invito allettante che il sostituto di Francescoli ha volentieri accettato confortato anche dalla accondiscendenza della difesa casalinga! Un gol che ha ricordato quello incassato in coppa Italia, all'Olimpico, da Fusi. La svolta nella ripresa è dovuta all'intuito di Mazzone che ha ordinato ai suoi di barricarsi in area, lasciando in avanscoperta il solo Oliveira, abile contropiedista ma tutt'altro che un fuoriclasse, il quale ha messo in perpetuo affanno Luzardi ed in crescente allarme la slegata retroguardia. La Lazio ha tentato soltanto due volte con Favalli e Fuser di aggirare l'ostacolo sempre più ferreo, come avrebbe dovuto, ma è stata scoraggiata da un pronto Ielpo. Poi s'è tirata, improvvisamente, un colpo alla tempia, allorché su di un angolo, molto teso, di Pusceddu la testa di Winter ha beffato il buon Orsi! Mancava una mezz'oretta, il tempo necessario per rimediare ad errori, arrendevolezze e sfortuna. Ma, a parte un timido risveglio di Signori, s'è notato un ingiustificato nervosismo di Gascoigne, simpatico guascone quando vince ma inaccettabile furbetto quando le cose vanno male. Della Lazio non s'è visto più nulla. Una squadra vanificata, sfumata, evaporata. E alla fine graziata dall'ingenuità di Oliveira, Herrera e Pusceddu, e salvata da Orsi. Peccato, il suicidio sarebbe riuscito meglio.

"Non c'è stato il solito gioco sulle fasce, si sono intestarditi al centro e il Cagliari, giocando bene, ha meritato di vincere". Con quattro battute il presidente Cragnotti boccia i suoi. Una sconfitta, quella della Lazio, che arriva a cinque giorni di distanza dall'eliminazione in Coppa Italia. Un obiettivo è sfumato, per il posto in Uefa c'è una concorrenza agguerrita e Zoff non nasconde le difficoltà: "E' una sconfitta grave non tanto per i risvolti psicologici, ma proprio per questi punti perduti che potrebbero pesare molto", ammette il sempre più buio tecnico biancazzurro. I laziali continuano nel silenzio stampa e allora non resta che affidarsi a Zoff. "La loro rete alla fine del primo tempo ha mutato la gara. Il risultato? Hanno vinto, complimenti....", è l'ironico commento dell'allenatore. Di tutt'altro avviso il romano Mazzone: "Abbiamo sofferto all'inizio, nel primo tempo. Siamo cresciuti nella ripresa e sul 2-1 abbiamo avuto altre occasioni. Per noi era molto importante il pari, è addirittura eccezionale aver vinto", dice onestamente il tecnico rossoblù. Mazzone sottolinea poi che non si parla del rientro tra i ranghi di Gaudenzi, rivoltosi all'Associazione calciatori: "Colgo l'occasione per invitare Campana ad allenarlo. Anzi, mandasse un suo rappresentante visto che non ha il patentino da allenatore, ad occuparsi del ragazzo, perché io non ne voglio sapere. Se i giocatori non stanno alle regole, non si può subire passivamente. E le regole sono: educazione, disponibilità, serietà".


Fonte: Corriere della Sera