Domenica 7 febbraio 1993 - Firenze, stadio Artemio Franchi - Fiorentina-Lazio 0-2

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7 febbraio 1993 - 2551 - Campionato di Serie A 1992/93 - XIX giornata - calcio d'inizio ore 15.00

FIORENTINA: Mannini, Carnasciali, Carobbi, Di Mauro, Faccenda, Luppi, Effenberg, Laudrup, Batistuta, Orlando, Baiano. A disp.: Mareggini, D'Anna, Iachini, Vascotto, Beltrammi. All. Agroppi.

LAZIO: Orsi, Luzardi, Bacci, Sclosa, Gregucci, Bergodi, Fuser, Winter, Riedle, Gascoigne, Signori. A disp.: Fiori, Marcolin, Stroppa, Neri. All. Zoff.

Arbitro: Sig. Cesari (Genova).

Marcatori: 59' Signori, 90' Fuser.

Note: ammoniti Orlando, Gregucci, Gascoigne, Luzardi, Bacci. Antidoping: Mareggini, Beltrammi, Fuser, Neri. Calci d'angolo: 11-3. Numerosa rappresentanza di tifosi della Lazio al seguito.

Spettatori: paganti 9.570 per un incasso di L. 394.643.000, abbonati 25.006 per una quota di L. 913.024.000.

La rete di Beppe Signori
Fuser impegna la difesa della Fiorentina
Una fase della gara
Una fase della gara
Il biglietto della gara

Un'altra domenica senza appello per la Fiorentina di Aldo Agroppi. Restano due, ma oramai in cinque partite, i punti incassati dalla nuova gestione tecnica viola: uno "share" del 20% nel rapporto tra quanto era a disposizione e quanto è stato preso, che, messo a confronto con il 53,5% delle quattordici giornate a conduzione Radice, ha sempre più inequivocabile il sapore della condanna per l'isterica e cinematografara decisione di avvicendamento sul set fiorentino presa dai Cecchi Gori. E la Lazio va. Senza grilli per la testa, umile e concreta, stupita della farfallonesca generosità con la quale un'avversaria senza capo né coda ha pensato di poterla mettere in difficoltà, conservando in ogni momento la giusta lucidità per poter sfruttare senza rischi gli sbrindellamenti di un assetto tattico incapace di funzionare in chiave di collettivo. Hanno gli stessi limiti strutturali le due squadre, sembrano due "sirene", belle dalla vita in su, ossia nelle loro componenti offensive, ma risultano assai modeste nel loro reparto difensivo, soprattutto, contingentemente, la Lazio che s'è trovata a dover fare a meno di Bonomi, Favalli, Cravero e, all'ultimo momento, Corino ed ha dovuto improvvisare davanti al bravissimo Orsi una linea d'argine che Zoff non avrebbe immaginato neanche in una notte di incubi. Partendo da questa premessa, la partita ha faticato parecchio a decollare: "Palla a loro ? Tutti indietro" è stata la scelta a specchio, con il risultato di vedere i centrocampisti godere di grande libertà nel portar sotto palloni, ma di trovarsi poi a fare i conti con intricati problemi di circolazione nei pressi delle aree avversarie. E più libertà di tutti godeva Gascoigne sul quale Agroppi aveva deciso di non sacrificare un uomo. Era guardato a zona o meglio attraversava indisturbato gli altrui territori. Sulle prime la mossa è sembrata azzeccata: l'inglese, come Tomba, è uno slalomista puro, i "paletti" lo esaltano, gli accendono la fantasia e gli danno velocità, con la discesa libera davanti si lascia prendere da irrisolti stupori. Per una buona mezz'ora il confronto è risultato inguardabile, poi, dopo il segnale di una "garrinchata" di Carobbi, che al 27' ha scodellato sulla testa di Batistuta un pallone d'oro intercettato con una prodezza sotto la traversa da Orsi, negli ultimi 10' del primo tempo i viola hanno speso il meglio, costruendosi l'intima convinzione di poter venire a capo del risultato. Quante occasioni hanno avuto i solisti viola per andare a segno ? Almeno quattro. Improvvisamente tutto sembrava venir loro facile, ma al momento della battuta risolutiva l'estro s'inceppava (quello di Batistuta in sequenza stretta al 37', al 38' e al 47') e Orsi tra i pali laziali confermava di esser tutto meno che un precario (un gran balzo, al 46', su un colpo di testa ravvicinatissimo di Baiano). Un gran mangiarsi di mani, lo stanco ciabattare di Effenberg, il solo frullar acqua di Di Mauro, un tirare avanti senza un minimo di identità tattica: solo questa la Fiorentina di Agroppi. Ed è bastato che la Lazio non se ne stesse più sulle sue e seguisse le eleganti imbeccate di Winter, autentico "Rijkaard de noantri"; è bastato che Signori, dopo un tempo che è stato il più pigro della sua stagione, sprizzasse per un attimo scintille perché il bluff viola fosse evidente. Un inserimento gladiatorio di Gregucci offre al 13' al destro del bomber biondo l'opportunità per schioccare. Botta secca, tutta potenza e niente angolazione, che "pettina" Mannini e spezza l'equilibrio. Ci sarebbe il tempo per ripristinarlo, ma solo quello. Non uno straccio di idea, non una mossa dalla panchina, è tutto un poco convinto provarci, attraverso le solite scontatissime vie, il solito Batistuta che si fa trovare al posto giusto a fare la mossa sbagliata, i soliti aggiramenti di Laudrup, il solito intrupparsi. Basterebbe prendere esempio dalla Lazio, una squadra in cui ognuno fa il suo (a cominciare da Orsi, sicurissimo su Laudrup e Batistuta al 41' e al 45'), in cui perfino Gascoigne non si sciupa in tocchi di troppo e in avventure sul proscenio e in pieno recupero serve a Fuser l'occasione per un raddoppio che sotterrerà per i viola la tentazione di dire che "se almeno una gliene fosse andata bene". No, qui sul lungarno non ne va più bene nessuna, e non certo a caso.

La Lazio si conferma la terza forza del campionato insieme alla sempre più sorprendente Atalanta, ma Zoff si arrabbia con chi gli parla di Coppa Uefa già sicura. Riceve con piacere i complimenti di Ferruccio Valcareggi, il c.t. che lo lanciò in nazionale più di 25 anni fa, ma continua a seguire la linea della prudenza. "E' stata - dice - una vittoria importante come sono stati importanti gli altri successi che abbiamo conseguito finora, ma non spingiamoci molto in là con la fantasia. Il difficile deve ancora venire. Attendevo con fiducia questa trasferta, ma debbo riconoscere che alla fine è stata una grossa impresa uscire dal campo con i due punti. Nel primo tempo la Fiorentina ha giocato alla grande, è andata più volte vicina al gol e ci ha creato diversi problemi. Siamo riusciti a tamponare le offensive e nella ripresa abbiamo approfittato del logico calo di avversari che avevano speso troppo. La vittoria conta parecchio perché ottenuta contro una squadra validissima che meriterebbe una classifica migliore. Noi abbiamo superato felicemente l'handicap costituito dall'assenza di mezza difesa titolare, visto che dopo Cravero e Favalli c'è venuto improvvisamente a mancare anche Corino per un attacco influenzale. Il reparto è andato benissimo. Gascoigne è in crescita. Pensate che nell'intervallo mi aveva detto che forse non avrebbe potuto finire la partita per un dolore a un polpaccio. "Gazza" invece ha superato l'infortunio e alla fine è stato capace di offrire a Fuser la palla del secondo gol".

Fonte: Corriere della Sera