Domenica 17 ottobre 1937 - Roma, stadio del P.N.F. - Lazio-Bologna 2-0

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17 ottobre 1937 - 524 - Campionato Italiano di calcio Divisione Nazionale Serie A 1937/38 - VI giornata

LAZIO: Provera, Zacconi, Monza (II), Baldo, Viani (I), Milano, Busani, Riccardi, Piola, Camolese, Capri. All. Giuseppe Viola.

BOLOGNA: Ceresoli, Fiorini, Pagotto, Montesanto, Andreolo, Corsi, Busoni, Sansone, Schiavio, Albanese, Reguzzoni

Arbitro: Sig. Ciamberlini di Sampierdarena

Marcatori: 13' pt Piola, 17' pt Busani

Note: Cielo sereno, campo in buone condizioni, leggero vento. Angoli 3 a 2 per la Lazio.

Spettatori: 15.000.


La prima rete di Piola, che elude la vigilanza di Montesanto e Fiorini
da Il Calcio Illustrato
Il colpo di testa di Piola, su passaggio di Riccardi ed eludendo la marcatura di Montesanto, anticipa l'entrata di Fiorini e mette in rete
da Il Littoriale
La seconda rete di Busani
da Il Calcio Illustrato
Altra immagine del secondo gol di Busani. Col suo astuto e deciso intervento sulla punizione di Capri, l'attaccante biancoceleste sorprende tutta la difesa rossoblu
da Il Littoriale
Parata del portiere bolognese Ceresoli
da Il Calcio Illustrato
Fiorini e Ceresoli alle prese con Piola in uno dei tanti serrati attacchi laziali
da Il Littoriale
Un attacco di Piola, contrastato da Montesanto
da Il Littoriale

Il Littoriale titola: “La Lazio batte per due a zero i campioni d'Italia del Bologna sfoggiando nettissima superiorità di attacco, ed eguaglia come armonia complessiva di squadra”.

Poco dopo il quarto d'ora, la Lazio era già in vantaggio di due punti; di quei due punti, con i quali doveva chiudersi la partita e che rispondono con fedele esattezza, tutto guardato e considerato con serena obiettività, alla differenza che passa attualmente tra le due squadre. Diciamo attualmente, non “ieri”. Perché la partita, per quanto riguarda le possibilità del Bologna di oggi, è stata lo specchio fedele delle altre, quali ci sono giunte attraverso i resoconti.

Trapezio difensivo solidissimo, ma attacco desolatamente sterile. Logico quindi che il Bologna, contro una Lazio che ha attaccato per due buoni terzi dell'incontro, e attaccato sempre pericolosamente, non giungesse a segnare; tanto più che la difesa della Lazio, quest'anno, non commette inutili e dannose imprudenze, e anche nei singoli componenti è migliorata del cento per cento. È logico anche che la roccaforte dovesse capitolare, contro un quintetto in vena, con quattro almeno dei cinque uomini in forma superba. Ma tutti e cinque pericolosissimi.

Infatti ieri anche Piola, o perché messo di puntiglio dalle critiche, in verità un po' troppo aspre, che in queste ultime settimane non gli erano state risparmiate, o perché galvanizzato dal pensiero delle imminenti contese internazionali (e chi non tiene alla maglia azzurra?), ha giocato molto meglio delle precedenti domeniche, dimostrandosi ormai non lontano dalle condizioni migliori.

Il totale squadra. Se il due a zero è logico, perché a parità di rendimento di difesa e mediana l'attacco di gran lunga superiore doveva far sentire il suo peso, può a prima vista sembrare illogico che le due reti siano state segnate ambedue nel primo tempo, e a pochissimi minuti di distanza una dall'altra; mentre nella ripresa che ha visto l'attacco della Lazio aumentare il tono e la quantità delle offensive, e la cifra tecnica del gioco anch'essa migliorare, Ceresoli ha potuto evitare altre violazioni della rete, ma l'incongruenza è solo apparente perché il bilancio complessivo non fa una grinza. E se il lavoro dell'attacco della Lazio è stato splendido, nel secondo tempo, quello della difesa ospite è stato altrettanto pregevole. Lo dicevamo nell'articolo di presentazione, che contro un Bologna è più facile segnare di sorpresa che di elaborata manovra, e i fatti ci hanno dato ragione.

Del resto, non si deve credere che il doppio successo sia stato raggiunto quando il Bologna si è scoperto, e tanto meno che - contro ogni sua abitudine - la squadra campione abbia impostato un gioco garibaldino, alla disperata. Anzi, se i rosso-blu hanno osato un po’ più, è stato dopo che la Lazio aveva segnato. E i due goals, perciò, sono stati frutto più di prontezza fulminea e di astuzia che non di metodico martellamento; ma non per questo il merito dell'attacco deve essere sminuito.

Il film del gioco. Il Bologna aveva iniziato cauto, guardingo. Aveva incassato un angolo subito al 1’; e al 4’ un'incertezza di Ceresoli per poco non permetteva a Busani di segnare.

La Lazio attaccava quasi ininterrottamente; nei contrattacchi, il Bologna, difficilmente passava la linea dell'area. Al 9’ la Lazio sfiorava il successo, intercettando una respinta di Fiorini, Camolese traversava a destra, Piola allargava le gambe, lasciava a Riccardi, ma il tiro del mezzo destro sibilava al lato. Poi una fuga di Reguzzoni era contenuta da Zacconi, con fatica. Al 13’, veniva il primo punto. Busani, su allungo di Viani, per poco non perdeva il pallone. Riusciva però a controllarlo, e lo passava a Riccardi, leggermente arretrato. Piola contemporaneamente scattava in profondità: la difesa ospite, probabilmente, si aspettava un nuovo triangolo Riccardi- Busani- Piola. Riccardi, Invece, centrava subito, e Piola di testa metteva in rete. Goal.

Il Bologna reagiva subito, e Busoni, in posizione favorevolissima, perdeva l'occasione di un quasi sicuro pareggio. Veniva invece, al 17’, il secondo punto laziale. Un brusco fallo di Fiorini su Capri fruttava una punizione a favore della Lazio, poco fuori dell’area.  Batteva Capri, proprio a fil di porta. Busani, correndo lungo la linea di fondo, interveniva indisturbato dalla parte opposta e con un colpo di testa segnava. Errore dei difensori, questo, che avevano lasciato troppo libero Busani; forse anche Ceresoli poteva e doveva tentare l'uscita e la presa sulla centrata. Una sconcertante azione di Sansone, imbeccato da Andreolo, ingannava poi Monza, e Schiavio, libero a pochi passi dalla rete, aveva la palla. Il tiro era alto, preciso. Ma Provera riusciva a salvarsi.

E riprendeva, pur con qualche alternativa, la prevalenza laziale: al 32’ Busani stava per segnare, ma il fischio dell'arbitro aveva già interrotto l'azione per fallo su Piola. Al 40’, dopo un nuovo angolo per parte, un tiro violentissimo di Piola colpiva Fiorini al bassoventre. Il tenace terzino era per qualche momento a terra, ma poi si rialzava, in buone condizioni. Un altro attacco laziale finito con Piola in fuorigioco; il terzo angolo contro gli ospiti. Indi, su un nuovo ennesimo tentativo degli ospiti, animatore Sansone, finiva il primo tempo.

Le prime battute della ripresa erano di marca bolognese. Provera doveva parare una punizione di Montesanto, e l'arbitro fischiava la carica di Albanese al portiere. Quindi, dopo uno scontro senza conseguenze tra le teste di Camolese e Andreolo, la Lazio riprendeva pian piano quota. E al 9’ su tiro fortissimo di Camolese, Fiorini salva in corner: e buon per lui che non era autorete! Una parata di Ceresoli su tiro di Busani al 12’; una sicura uscita di Provera, un minuto dopo, sui piedi di Busoni, servito da Albanesi; e, al 18’, Schiavio spostato sulla destra, raccogliendo un passaggio di Busoni, mandava fuori, con Provera spiazzato.

La Lazio, che al 15’ si era visto annullare un terzo punto di Piola per indiscutibile fuorigioco, subiva la pressione perché Viani, uno dei migliori nel primo tempo, era adesso meno mobile. Ma poi, anche da fermo, il centro mediano laziale riprendeva a dominare e per venti minuti buoni la difesa bolognese era sottoposta ad un lavoro improbo. Al 21’ su perfetta centrata di Busani, Piola mancava l'entrata di testa, ed entrava in rete senza palla; in seguito Ceresoli era ripetutamente impegnato; ma mentre il primo tempo era trascorso liscio, correttissimo, ora non si facevano più complimenti, e le cinture a Piola erano all'ordine del giorno; e anche le cariche, in area e fuori area, area, non tutte perfettamente ortodosse.

La Lazio, così, alla mezz'ora costrinse ancora gli avversari in angolo; li dominò; ma non riuscì a segnare più. Ceresoli, ora, era oberato di lavoro, anche se non sempre difficile: ma parava tutto. Ebbe una leggera ripresa il Bologna sul finire: e ne prese lo spunto in un breve periodo in cui Camolese, momentaneamente inutilizzato da un doloroso campo, si relegò per qualche minuto a far da comparsa all'ala sinistra e Provera, in questo tempo ebbe il suo da fare; ma parate difficili una sola, a terra, su azione personale di Reguzzoni.

A un minuto dalla fine, Andreolo, tentò la discesa. Zacconi, decisissimo, lo affrontò, lo atterrò. Forse colpito, Il mediocentro nazionale, da terra, reagì con un calcio. Zacconi fu pronto… alla parata, ed afferrò saldamente la gamba del rivale. Andreolo, evidentemente non apprezzando il gesto… diplomatico e pacificatore di Zacconi, urlava come un ossesso. L'arbitro intervenne a mettere pace, poi concesse la punizione contro la Lazio. Il tiro di Reguzzoni fu intercettato al volo da Monza, che lanciò Capri. E, a questo punto, Ciamberlini fischiò la fine.

Due grandi squadre. Troppo presto la Lazio ha conseguito un vantaggio sufficientemente cospicuo, ieri, per poter pensare che il Bologna con quell'attacco, riuscisse a colmarlo. Perciò le grosse emozioni sono mancate, e mancando le emozioni e le apprensioni, la folla, solo preoccupata e desiderosa di vedere la Lazio arrotondare il bottino, non ha apprezzato forse in pieno quanto di bello gli azzurri hanno fatto, senza fortuna, nella ripresa.

Ma non per questo le bellezze del gioco svolto vanno passate sotto silenzio. E maggiormente debbono essere sottolineate che la mediana, con un Viani altrettanto abile e preciso nei passaggi, ma meno mobile che nel primo tempo, non dava agli attaccanti lo stesso prezioso, infaticabile contributo. Qualcuno vi dirà che le centrate di Busani, ad esempio, non sono state tutte indovinate, perché, il più delle volte, intercettate dagli avversari. Ma costoro non vi diranno probabilmente quanto accorto, abile, preciso, continuo, fosse il lavoro dei difensori bolognesi, quanto indovinato sempre il loro piazzamento!

Controllare uno per uno gli avversari, senza che questo controllo vada a detrimento della scioltezza e precisione del gioco proprio, è un caposaldo del calcio. Questo controllo il Bologna ha eseguito a puntino, solo lasciandosi sorprendere nelle due fasi dei goals; ma lavoro analogo, altrettanto preciso, ha saputo fare la Lazio.

Nulla di simile, d'accordo, tra il quintetto azzurro e quello rosso-blu: ma se nei non numerosi ma sovente precisi attacchi, il Bologna ben di rado è riuscito a rendersi veramente pericoloso, molto, quasi tutto anzi, si deve al perfetto schieramento e all'abile marcatura dei difensori laziali. Monza ieri, dovendo controllare Schiavio, ché Viani si è dedicato interamente - e con felicissimo risultato – al gioco di squadra (è stata una partita prevalentemente d'attacco, quella di ieri; proprio ciò che occorre per mettere in risalto le qualità di Viani) ha brillato forse meno di Zacconi; ma ha finito in crescendo, pur avendo di fronte gli avversari più pericolosi del quintetto.

Piola è in ripresa, e presto lo vedremo l'irresistibile catapulta dello scorso anno. Busani ottimo, come ottimi, da Provera in poi, tutti gli altri. Capri, forse un po’ emozionato, non ha sempre portato a fondo le azioni intelligentemente imbastite, ma ha tuttavia egualmente mostrato la sua stoffa. Un elogio particolare però deve essere tributato a Riccardi e a Camolese, mezze ali infaticabili, coordinatrici e coadiutrici del lavoro di Viani. Questo triangolo è stata la vera forza della Lazio; e Camolese, ancora una volta, il migliore in campo in senso assoluto.

Del Bologna, giusta la premessa, non giova ripetersi. Squadra di acciaio, come assieme; ma troppo squilibrio tra i reparti arretrati e l'attacco, dove il generoso magnifico prodigarsi di Sansone, il migliore dei rossoblù, ben di rado trova rispondenza nei compagni di linea, anche se tra questi Reguzzoni, sornione, quasi assente, trova più spesso degli altri il destro per scoccare la frecciata pericolosa. Albanese, dal gioco uniforme, monotono (nove passaggi su dieci indirizzati a Sansone) ha fatto di gran lunga rimpiangere tanto Fedullo che Maini.

Corsi è stato il migliore dei mediani, pur se superato in combattività da Andreolo; Pagotto calmo e coriaceo, più redditizio ancora del magnifico Fiorini. L'arbitraggio di Ciamberlini è stato soddisfacentissimo e tecnicamente ineccepibile, benché talora un po’ longanime nella valutazione dei falli.

Corretto anche nell'entusiasmo il numeroso pubblico. In tribuna d’onore abbiamo veduta: S.E. Valle, l'on. Marinelli, e il Presidente della F.I.G.C. cons. Gen. Vaccaro.


La Gazzetta dello Sport titola: “Gli azzurri sfondano di slancio e poi vivono brillantemente sul vantaggio – Lazio – Bologna 2- 0 (2 - 0)”.

Roma - Il Bologna è caduto sul terreno dello Stadio, poiché di caduta si tratta, anche se non di un vero e proprio capitombolo. Caduto dopo avere duramente combattuto, ma in un modo netto, preciso, inequivocabile. Si potrebbe, anzi, giungere a dire che il verdetto non è stato con i bolognesi del tutto crudele, dato che la Lazio ha avuto, nei due tempi, occasioni che, per pura combinazione, non si sono tradotte in concreto punteggio.

È innegabile che dal Bologna che conoscevamo a quello che abbiamo visto oggi corre un abisso, tanto deciso, irresistibile, prepotente, realizzatore era quello, tanto incerto e sterile è questo. La squadra campione sembra,  quasi, preda di un magico filtro che sia sceso nelle sue vene e abbia impoverito il sangue generoso dei suoi atleti, la cui volontà tenace non trova più nei muscoli la necessaria, indispensabile rispondenza. Da che cosa dipende, dunque, una simile poco lieta trasformazione? La diagnosi non è difficile, tanto chiara è apparsa a tutti la causa e la sede del male; la linea di attacco è il reparto che richiede d'urgenza l'intervento del medico e anche quello, più doloroso, del chirurgo.

Per qualche atleta, infatti, è questione di forma o di processo, di ambientamento, ma per qualche altro non c'è assolutamente rimedio e non c'è altro da fare che “tagliare”. Certo, è doloroso criticare severamente un giocatore indissolubilmente legato alla gloria del nostro sport calcistico, ma come si fa a non rilevare che anche per Schiavio l'ora del riposo e inesorabilmente suonato? Oggi Schiavio ha costituito un'autentica palla di piombo per i suoi compagni e non perché gli facessero difetto volontà e tenacia; al contrario. Ma i mezzi fisici non c'erano e con essi mancavano la prontezza, la velocità, la chiarezza di idee, la capacità di realizzazione. Un paio di volte Schiavio si è trovato sui piedi il pallone da rete e lo ha fallito da principiante.

Del resto, fra gli attaccanti, il solo Sansone ha fatto cose egregie; Busoni e Reguzzoni, ad esempio, benché sempre veloci e intraprendenti, sono nettamente fuori fase, mentre Albanese è, evidentemente, in pieno periodo di ambientamento; a parer nostro, però, si tratta di un atleta di classe, che prima o poi dovrà necessariamente venire fuori.

Benché in misura infinitamente minore, nemmeno i reparti arretrati sono immuni da critiche; sarà, forse, conseguenza della povertà di gioco della prima linea, ma anche mediana e difesa ci sono sembrati meno forti e potenti del solito. Dei tre mediani, il migliore è stato Montesanto, mente Corsi ha lasciato troppo libero Busani; quanto ad Andreolo ci è piaciuto come sempre il senso di posizione, ma bisogna anche dire che oggi Viani lo ha nettamente superato. Benché meno spettacolare del compagno, Pagotto è stato più efficace del compagno; Ceresoli, infine, ha compiuto belle parate, ma del tutto normali; nulla di comune, insomma, con il Ceresoli di sette giorni addietro che compì miracoli contro l'Ambrosiana.

E veniamo alla Lazio, protagonista brillantissima della partita e dominatrice sicura ed irresistibile. La presenza di Viani, che ieri era dato come fuori combattimento per uno strappo muscolare, non è stata solo una gradita sorpresa per i partigiani laziali, ma un coefficiente inestimabile per la saldezza e la poderosità della squadra. Viani, Riccardi, Camolese: questo è il triangolo che ha servito di base per costruire l'edificio della vittoria azzurra e questo lo sbarramento contro cui si sono infrante tutte le velleità offensive avversarie.

Degli undici romani meritano l'elogio più schietto, ma un elogio particolare va tributato ai tre atleti che hanno dato il “la” a tutte le azioni laziali e che si sono dimostrati efficacissimi fra gli efficaci. Per merito loro, la Lazio ha giocato senza un attimo di sosta, attuando la tattica più intelligente e più redditizia: quella di non dare tregua agli avversari, affrontandoli con insistenza caparbia, senza dare loro respiro, senza permettere loro di organizzarsi, superandoli in velocità, in prontezza, in decisione.

La Lazio ha giocato “con anticipo” sugli avversari, i quali erano sempre battuti sul tempo; e la tattica è stata così efficace da disorientare addirittura la difesa bolognese che è caduta più volte in errori non compatibili con la sua provata esperienza. Come appunto nel caso dei due gol laziali.

Abbiamo detto che Viani, Riccardi e Camolese sono stati i migliori, ma tutti meritano l'onore della citazione; così Piola, che, con grande grande gioia dei suoi ammiratori, è di nuovo vicino alla sua forma più luminosa; così Baldo e Milano che hanno perfettamente integrato il loro gioco con quello del compagno di centro, così Busani, sempre veloce e pericoloso, così Capri che ha rimediato alle evidenti manchevolezze del suo gioco con l'impegno e la tenacia, così Zaccone e Monza, terzini che ogni domenica appaiono più sicuri e poderosi, così Provera, poco impegnato, ma autore di tre parate sensazionali: una al 18’ del primo tempo, alta, su tiro violento di Schiavio; la seconda, al 18’ della ripresa, con un tuffo coraggioso sui piedi di Busoni, che lanciato da Schiavio era a pochi metri dalla rete; la terza al 35’ su azione di Reguzzoni annullata con un intervento tempestivo e audacissimo. Tre parate che stabiliscono la classe dell'atleta. Ottimo arbitro, Ciamberlini di Sampierdarena.

I goal. Il primo al 12’: azione laziale sulla destra e passaggio radente di Busani a Riccardi; questi tira a spiovente in area bolognese e Piola, inspiegabilmente lasciato libero., tocca di testa e mette in rete. Errore certo dei difensori, forse di Ceresoli.

Il secondo al 16’: fallo di Fiorini su Capri e calcio di punizione da una decina di metri fuori dall'area sulla sinistra. I bolognesi sono tutti a protezione di Ceresoli, ma non vedono Busani che giunge da destra, si fa luce nel mucchio e comodamente da un metro batte Ceresoli. Errore nettissimo e ingenuo dei difensori.

In tribuna d'onore erano presenti S.E. Valle, l'on. Marinelli, gli onorevoli Riccardi, Rocca, Ferretti, il gen. Vaccaro, il gen. Tarabini.


La Stampa titola: “L’attacco azzurro folgora i rosso-bleu petroniani. Lazio-Bologna 2-0 (2-0)”.

Roma - Quindicimila spettatori hanno assistito all'incontro. Vittoria netta, indiscutibile, ben meritata dalla Lazio, la quale tanto nel primo che nel secondo tempo ha marcato una evidente superiorità.

Il contributo dato dall'attacco laziale al successo dei propri colori è stato notevole. Gli avanti romani si sono trovati di fronte a una barriera solidamente costrutta, a uomini vigili, combattenti, di razza, a un Pagotto in grande giornata, a un Fiorini rude nelle entrate, a una mediana dal rendimento costante; ciò nonostante sono riusciti due volte a battere Ceresoli in virtù di un gioco veloce, non classicamente ortodosso ma quanto mai redditizio.

Questo reparto, forte di un Piola tornato in piena forma, ha capito il tono dell'incontro ed è stato indubbiamente l'artefice del successo, conquistato alla bersagliera nello spazio di sedici minuti. Erano infatti passati 16 minuti dal fischio di inizio che la Lazio si trovava in vantaggio di due punti segnati. Al 12’ e al 16’ per merito di Piola e di Busani: due palloni scaraventati in rete di testa, concludenti un periodo di manifesta superiorità, che sorprendeva il Bologna. Nella fase di reazione bolognese più che mai si è notato lo squilibrio sensibilissimo esistente tra il reparto difensivo e quello di attacco dei rosso bleu.

Le caratteristiche dell'incontro sono state la velocità e la decisione. Di bel gioco se n'è visto di più nella ripresa, in cui le squadre si sono affrontate a viso aperto: di momenti pericolosi e di occasioni perdute ne ho avuto in maggior copia Lazio, la quale ha usufruito di cinque calci d'angolo e ne ha subiti solamente due. Tutti i reparti azzurri hanno funzionato bene; qualche giocatore non ha ancora raggiunto l'efficienza desiderabile, ma si tratta di manchevolezze eliminabili e che non sono peraltro troppo appariscenti.

Prima che scatti il primo minuto di gioco il Bologna è già in angolo. La Lazio è già protesa all'attacco e le sue azioni veloci culminano in tiri fuori bersaglio di Riccardi e di Piola. Al 12’, in una nuova offensiva azzurra, Busani passa a Riccardi, questi scarta un avversario e centra alto a Piola, che con un preciso colpo di testa spedisce la palla nell'angolo destro della rete di Ceresoli.

Il Bologna reagisce e al 14’, su passaggio di Sansone, Busoni calcia fuori un pallone d'oro. Il pareggio è sfumato. Gli azzurri proseguono l'offensiva: al 16’ punizione dal limite contro i rossoblù. Batte Capri: il pallone, che sembra inoffensivo, spiove tra la porta e lo schieramento dei giocatori, Ceresoli dovrebbe uscire ma non si muove. Anche un terzino bolognese che è lì a due passi, indeciso sul da farsi, finisce col restarsene al suo posto, immobile. Di quell'attimo di esitazione approfitta Busani, che sbuca fuori dal gruppo anonimo per colpire di testa e il pallone. A nulla giova l'estremo tentativo di Ceresoli.

Il Bologna muta tattica, va all'attacco con più decisione. Al 18’, un forte tiro di Schiavio viene deviato in angolo da Provera; al 21’ è Montesanto che impegna il portiere laziale. Lentamente la Lazio riprende a dominare e al 37’ Ciamberlini fischia un fallo su Piola, mentre Busani, superati tutti gli avversari, si appresta a concludere.

Nella ripresa, caratterizzata da un gioco più aperto e brillante, la gara non muta fisionomia.





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