Domenica 22 ottobre 1978 - Firenze, stadio Comunale - Fiorentina-Lazio 3-0

Da LazioWiki.

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22 ottobre 1978 - 1977 - Campionato di Serie A 1978/79 - IV giornata

FIORENTINA: G.Galli, Marchi, Tendi, Galbiati, Lelj, Amenta, Restelli, Orlandini, Sella, Di Gennaro (88' Bruni), Pagliari. A disp.: Carmignani, Venturini. All. Carosi.

LAZIO: Cacciatori, Ammoniaci, Martini, Wilson, Manfredonia, Cordova, Garlaschelli, A.Lopez, Giordano, D'Amico, Nicoli (63' Agostinelli). A disp.: Fantini, Pighin. All. Lovati.

Arbitro: D'Elia (Salerno).

Marcatori: 12' Amenta, 53' Sella, 85' Sella.

Note: giornata di sole, temperatura autunnale. Angoli 10-4 per la Lazio. Esordio in serie A per Bruni e Pagliari.

Spettatori: 35.405 di cui 20.291 paganti per un incasso di £. 78.071.400.

Antonio Di Gennaro, vent'anni, è entrato nel cuore dei fiorentini. Segnò due gol al Napoli nella prima partita interna dei viola ed ebbe grandi titoli sui giornali, interviste, ritratti a mezzo busto e interi. Contro la Lazio non ha segnato, ma ha fatto segnare, e soprattutto ha guidato con fredda lucidità il gioco della Fiorentina, un gioco abbastanza sostanzioso, abbastanza dinamico, anche se ancora discontinuo, che ha portato i toscani a superare nettamente la Lazio.

Le premesse erano tutte contro i viola. Mancavano tre giocatori. Galdiolo, Antognoni e Desolati, i primi due per squalifica il terzo per infortunio, e c'era il fantasma di una tradizione nettamente favorevole agli ospiti. Paolo Carosi, giovane allenatore alla sua prima stagione di serie A dopo il successo ottenuto l'anno scorso con l'Avellino, temeva chiaramente l'avversario, e in particolare quei due o tre uomini, come Manfredonia, Giordano e Agostinelli, che lui stesso aveva svezzato anni fa nelle squadre giovanili laziali. Il tecnico viola ha fatto esordire subito un attaccante e negli ultimi due minuti di gioco ha lanciato anche un giovane.

L'esordiente a tempo pieno si chiama Pagliari, il «rampollo» è un vispo livornese di nome Bruni. Dino Pagliari, classe '57, è nato a Macerata, ha giocato in «D» con la Maceratese poi è passato (via Firenze) alla Spal e alla Ternana. L'anno scorso fece mezzo campionato, l'altro mezzo lo passò a zoppicare (menisco) prima e dopo l'intervento chirurgico. Attaccante barbuto, biondo, insistente nel controllo della palla, ha preso il posto di Desolati. Luciano Bruni, chiamato «il bimbo» perché appunto livornese, è nato il 26 dicembre 1960. Viene naturalmente dalla Primavera, ha fatto, coi grandi, un paio di partite di Coppa Italia, per esempio contro la Juventus a Firenze. Carosi lo ha mandato in campo a pochi istanti dalla fine, e Bruni non ha nemmeno toccato il pallone.

Ci si chiederà il perché di questo esordio «bianco». La risposta è questa: Carosi ha mandato in campo Bruni per dar modo a Di Gennaro, protagonista della partita, di uscire da solo tra gli applausi. Di Gennaro è giocatore essenziale, tira molto bene da lontano; ha un ottimo sinistro. Opposto a Ciccio Cordova ha fatto un primo tempo quasi impeccabile, ha tenuto i fili di una manovra che Amenta (avversario di Lopez), Restelli (avversario di Martini) e Orlandini (avversario di Nicoli) avevano impostato sul piano della forza. Il pezzo di bravura del giovane centrocampista della Fiorentina è stato un cross di sinistro che al settimo minuto della ripresa ha permesso al piccolo centravanti Sella di battere in corsa, da vicino, il portiere Cacciatori e di irrobustire quel vantaggio che la Fiorentina aveva acquisito sin dalle prime battute (12') con Amenta su calcio piazzato.

La partita, che fin lì aveva mostrato una Fiorentina abbastanza piacevole e una Lazio senz'altro opaca, si è animata proprio da quel momento. I viola, Di Gennaro incluso, hanno avuto un calo di rendimento, un vuoto: la Lazio è diventata improvvisamente scattante, svelta, ma imprecisa sotto rete. Sono stati minuti nei quali la squadra di Lovati ha sfiorato il bersaglio più di una volta, con Gariaschelli, Wilson e Giordano. La Fiorentina era disorientata, i suoi incontristi perdevano colpi, il suo uomo d'ordine, Di Gennaro, aveva il suo daffare nel controllo di un Cordova più vispo. Pagliari ha fallito l'occasione di chiudere il conto. Al 30' in contropiede, dopo che Lelj aveva tolto, di testa, una palla-gol a Gariaschelli.

Il fresco attaccante viola ha scavalcato con grande abilità il proprio avversario e si è presentato, solo, in area. Ha voluto tirare subito, e ha mandato alto. Dieci minuti dopo è arrivato il gol della assoluta tranquillità. Lo ha segnato di nuovo Sella dopo un bello spunto personale, molto insistito, ma con un tiro tutt'altro che irresistibile: il portiere laziale é incorso in una vera disavventura, e la palla ha ballonzolato pigramente oltre la linea bianca.

Fonte: La Stampa





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