Domenica 22 settembre 1985 - Roma, stadio Olimpico – Lazio-Campobasso 2-0

Da LazioWiki.

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22 settembre 1985 - 2248 - Campionato Italiano di calcio Divisione Nazionale Serie B 1985/86 - III giornata

LAZIO: Malgioglio, Podavini, Calisti, Galbiati, Calcaterra, Magnocavallo, Poli (83' Dell'Anno), Vinazzani, Fiorini, Caso (71' Fonte), Garlini. A disp. Ielpo, Filisetti, Spinozzi. All. Simoni.

CAMPOBASSO: M.Bianchi, Anzivino, Della Pietra, Maestripieri, Parpiglia, Lupo, Boito, Di Risio (22' Cannito), Bonesso, Goretti, Pivotto (57' Maragliulo). A disp. Nunziata, Evangelisti, Caruso. All. Mazzia.

Arbitro: Bergamo (Livorno).

Marcatori: 42' Garlini (rig), 56' Garlini.

Note: giornata di caldo torrido, terreno in ottime condizioni. Ammonito al 56' Garlini per comportamento non regolamentare. Angoli 6-6. In tribuna il tecnico della Under Vicini.

Spettatori: 21.146 paganti per 214.446.000, 9123 abbonati per quota £. 142.895.000.

La rete in rovesciata di Garlini
Il biglietto della gara
Poli in azione

Il Campobasso ha cullato nei primi 42 minuti della partita il sogno di poter conquistare un risultato utile all'Olimpico. Ma quando il tempo stava per scadere, la Lazio si è vista offrire su un piatto d'argento la possibilità di portarsi in vantaggio con un calcio di rigore realizzato da Garlini. Su lancio di Vinazzani, si proiettava in area Poli all'inseguimento della palla, che forse non sarebbe riuscito a recuperare. Però Lupo agganciava il piede dell'avversario che cadeva a terra. Un fallo inutile, ma netto, che veniva punito giustamente da Bergamo, tornato a dirigere per la prima volta dopo aver scontato una squalifica di 3 mesi e mezzo per dichiarazioni rilasciate alla stampa. Calciava dal dischetto Garlini un autentico bolide che passava rapido sotto il corpo del portiere molisano e si insaccava in rete. Come accade spesso nel calcio, è stata premiata la squadra che fino a quel momento aveva subito il gioco degli avversari.

Il Campobasso, che molti si attendevano chiuso nella sua area a difesa dello 0-0, mostrava fin dalle prime battute un volto assai diverso. Agile, precisa negli scambi, rapida nella manovra di contropiede, la formazione di Mazzia sorprendeva nettamente una Lazio che non riusciva a trovare la formula per controbattere efficacemente. Condizionati dal caldo torrido i biancocelesti riuscivano a sviluppare una platonica superiorità territoriale facilmente controllata, dai difensori avversari. Assai poco consistenti apparivano i contrattacchi del Campobasso in cui si distinguevano Goretti e Boito. Era proprio quest'ultimo che faceva tremare la difesa laziale al 9' e al 16'; fallendo due preziose palle gol, costruite abilmente dai cross di Maestripieri e Di Risio.

Gli episodi non scuotevano tuttavia la Lazio, che continuava a vagare sul campo senza idee. Caso e Fiorini, la «mente» e il «braccio» della Lazio, incappavano in una giornata decisamente negativa. La squadra si reggeva praticamente sulla generosità di Galbiati, Magnocavallo e Garlini. Il calcio di rigore che ha sbloccato l'imbarazzante situazione per i biancocelesti ha avuto un vistoso effetto contrario sulla formazione molisana che nella ripresa è quasi scomparsa dalla scena, pagando duramente la fatica spesa senza successo.

La Lazio si è rinfrancata. La manovra ha cominciato finalmente a scorrere precisa e veloce. Si è rivista in parte la bella squadra, che nonostante la sconfitta si era fatta apprezzare sul campo del Bologna. Si venivano quindi a creare le premesse per la seconda rete, che giungeva puntualmente al 56' fallo di Goretti su Poli. La punizione battuta da Caso veniva raccolta da Garlini che colpiva al volo centrando il bersaglio. Un gol spettacolare, molto bello, che serviva a consolidare il risultato e a restituire alla squadra la tranquillità per arrivare in discesa verso il traguardo. Una traversa colpita da Vinazzani al 63' suggellava il successo dei biancocelesti.

Un curioso episodio ha movimentato allegramente i minuti che hanno preceduto la partita Lazio-Campobasso all'Olimpico. Al centrocampo è stato notato un animale di colore scuro che all'apparenza sembrava un grosso topo. Si trattava invece di un istrice che si è rapidamente chiuso nel guscio a forma di palla, quando si sono avvicinati poliziotti e fotografi. Un agente ha tentato di afferrare l'animale a mani nude, ma ha dovuto fare una rapida marcia indietro di fronte agli aculei. Il poliziotto ha estratto di tasca un fazzoletto con il quale ha potuto finalmente, con comprensibile timore, sollevare l'insolito visitatore.

Fonte: La Stampa