Domenica 24 novembre 1974 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Cagliari 1-0

Da LazioWiki.

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24 novembre 1974 1830. Campionato di Serie A 1974/75 - VII giornata - inizio ore 14,30

LAZIO: Pulici, Petrelli (31' Polentes), Martini, Wilson, Oddi, Nanni, Garlaschelli, Re Cecconi, Chinaglia, Frustalupi, Badiani. (12 Moriggi, 14 D'Amico). All. Maestrelli.

CAGLIARI: Copparoni, Poli (82' Virdis), Quagliozzi, Gregori, Niccolai, Roffi, Novellini, Bianchi O., Gori, Butti, Nené. (12 Vecchi, 14 Mancin). All. Chiappella.

Arbitro: sig. Gussoni di Tradate.

Marcatori: 76' Frustalupi.

Note: cielo sereno, terreno scivoloso. Calci d'angolo 7-1 per la Lazio. Sorteggio antidoping per Chinaglia, Petrelli, Polentes, Copparoni, Gori e Nené.

Spettatori: 45.000 circa (19.086 paganti). Incasso £. 60.592.400.

C'è malumore alla Lazio. Eppure la squadra ha vinto, ma ha vinto male suscitando polemiche, discussioni, accuse. Chinaglia è il più arrabbiato. Prima non voleva parlare, poi è esploso e ha tradotto in verbo tutta la sua delusione. Ha detto: « Inutile parlare di nervosismo e di paura, inutile e dannoso. La verità è che giochiamo male. Oggi abbiamo disputato la più brutta partita che io ricordi. Siamo tornati ai tempi difficili di tre anni fa, ad un gioco involuto e senza sbocchi ». Gli abbiamo riferito un giudizio prudente di Maestrelli (sfortuna e nervosismo) e Chinaglia di rimando: « Tecnicamente avrà ragione lui. ma io che sono il centravanti ho avuto una palla buona in tutta la partita. Lo ripeto, una sola. Così non si può continuare. Ma che nervosismo! La diagnosi è un'altra: più nessuno di noi vuole sacrificarsi. Tutti, dai dirigenti sino alle squadre minori, siamo convinti di essere dei campioni. Oggi abbiamo rubato un punto, ma ricordiamo che sono sette gare che giochiamo male. Se si esclude il primo tempo con il Cesena, per il resto del campionato la Lazio ha sempre vivacchiato alla meno peggio ». Giorgio è sincero. In sostanza ha affermato che i laziali sono dei "montati". E' vero? In parte sì, perché il gioco del calcio è ritmo, decisione, caparbietà. I biancazzurri invece manovrano al piccolo trotto, con mille passaggi laterali, con azioni infiorate di tocchi e di virtuosismi inutili.

Martini sempre pronto a buttarsi nella mischia, Re Cecconi corridore scriteriato ma continuo, e Chinaglia orgoglioso e caparbio, sono i tre « non colpevoli » di una pattuglia di atleti responsabili chi più e chi meno di questo calo. E tra i colpevoli vogliamo includere anche Maestrelli. che ha lasciato fuori squadra D'Amico, proprio il ragazzo più dotato di tutta la compagnia. D'Amico ha estro, fantasia, precisione. E' forse discontinuo, ma in una squadra di faticatori, un campione non guasta. Anzi completa il lavoro degli altri. Il Cagliari ha perso male. Ha perso immeritatamente, anche se la condotta rinunciataria della ripresa ha giustificato in parte almeno la sconfitta. Prima gli ospiti avevano affrontato i più quotati rivali a testa alta. Chiappella aveva presentato sei centrocampisti, impegnati a costruire una ragnatela in cui cadevano tutti gli sforzi dei laziali.

Non era soltanto un gioco di costruzione, era un gioco di rimessa, e sono stati proprio gli isolani ad andare più vicini al gol. Al 7' Gregori, lanciato da Gori avanzava in velocità, superava Nanni e Wilson e batteva a rete con sicurezza. La palla colpiva la base del montante. Salvava Martini. La reazione dei campioni era fragile. C'era più confusione che gioco, tanto che Copparoni non doveva mai intervenire. Anzi al 22' era ancora il Cagliari a sfiorare il gol con Gori, che di testa alzava di pochi centimetri sopra la traversa. Petrelli, infortunato, lasciava il posto a Polentes.

Il pubblico protestava contro Maestrelli. I tifosi suggerivano al trainer di impiegare D'Amico. Ma usciva Petrelli e Maestrelli non aveva il coraggio di rischiare un attaccante in cambio di un terzino.

Al 41' l'arbitro bloccava una valida azione del Cagliari. Butti lanciava Novellini che scattava in posizione regolare. Il guardalinee sbandierava e Gussoni cadeva nell'errore. Novellini segnava, ma il gol non era valido. Si riprendeva ed i padroni di casa iniziavano subito un forcing forsennato. Forse Maestrelli li aveva severamente richiamati nell'intervallo, forse era la tattica più prudente del Cagliari a favorire questo rilancio. Sta di fatto che il Cagliari brillante di prima non c'era più. C'era la Lazio, confusionaria, arruffona, senza idee, ma una Lazio costantemente all'attacco. Batti e ribatti, errore dopo errore, il gol doveva fatalmente venire. Eravamo al 75'. Avanzava anche Polentes che centrava dalla destra un pallone che Bianchi in spaccata regalava a Frustalupi. Il tiro dell'interno era fiacco e impreciso. Niccolai respingeva male e la palla tornava ancora a Frustalupi, che faceva centro: 1-0. Per il Cagliari era finita. I laziali prendevano coraggio. Attaccavano in contropiede contro un avversario sbilanciato in avanti nel disperato tentativo di pareggiare (era entrato in campo anche Virdis al posto di Poli). I romani andavano vicino al gol all'84' quando Niccolai bloccava Garlaschelli con un placcaggio da rugby. Fuori o dentro l'area di rigore? Per Gussoni era fuori area.

Tra le proteste del pubblico Chinaglia « steccava » la conclusione. La Lazio aveva vinto senza tanto merito - « Abbiamo rubato un punto » - avrebbe ribadito poco dopo negli spogliatoi Wilson: il Cagliari pagava amaramente gli errori iniziali dei suoi attaccanti e rinuncia a giocare nella ripresa.

Fonte: La Stampa





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