Domenica 26 febbraio 1984 - Roma, stadio Olimpico - Roma-Lazio 2-2

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26 febbraio 1984 - 2196 - Campionato Italiano di calcio Divisione Nazionale Serie A 1983/84 - XXI giornata

ROMA Tancredi, Nela, Oddi, U.Righetti, Falcao, Maldera III, B.Conti, Cerezo, Pruzzo, Di Bartolomei, Graziani. A disp. Malgioglio, Nappi, Strukelj, Chierico, F.Vincenzi. All. Liedholm.

LAZIO: Orsi, Della Martira, Filisetti, Piscedda, Batista, Podavini, Vinazzani, Manfredonia, D'Amico (81' Piraccini), Laudrup, Marini (57' Cupini). A disp. Cacciatori, Miele, Meluso. All. Carosi.

Arbitro: Agnolin (Bassano del Grappa).

Marcatori: 9' Di Bartolomei (aut), 24' D'Amico (rig), 40' Di Bartolomei (rig), 53' Cerezo.

Note: espulso al 46' Manfredonia. Ammoniti Della Martira, Manfredonia, Orsi, Di Bartolomei, Pruzzo. In tribuna d'onore il sindaco di Roma Vetere, il segretario del PCI Berlinguer, il ministro della funzione pubblica Gaspari, l'assessore alla cultura Nicolini, l'assessore allo sport Rossi Doria e gli onorevoli Ciccardini, Becchetti e Fiori.

Spettatori: 63.776 (incasso 998.144.000 lire).

La curva laziale
Joao Batista contro Cerezo
Il rigore trasformato da Vincenzo D'Amico
Fernando Orsi festeggia così il raddoppio

Un derby passionale che la Lazio, pur abbandonata da una parte dei suoi tifosi delusi, riesce a portare a casa nonostante la maggior forza della Roma scudettata. Un punto importante e uno smacco per i rivali giallorossi, incapaci di vincere nonostante un tempo intero giocato con l'uomo in più. Tre protagonisti su tutti in casa biancoceleste: il tecnico Carosi in grado di infondere alla squadra quella forza caratteriale che lui stesso mostrava in campo; Vincenzo D'Amico, autore dei due gol che hanno fatto trovare incredibilmente la Lazio in doppio vantaggio a metà del primo tempo; e Lionello Manfredonia, ingenuo quanto scriteriato nel lasciare i suoi in inferiorità numerica a inizio ripresa. Senza l'espulsione del suo centrocampista propulsivo la Lazio probabilmente avrebbe potuto vincere o comunque colpire ancora in contropiede, vista l'abulia degli avversari, incartati in una manovra sterile e compassata per via della luna storta di Falcao, non del tutto sopperita dalla buona vena del connazionale Cerezo. In crescita per parte laziale Joao Batista mentre Vinazzani ha centuplicato le forze, sacrificandosi a tratti anche da terzino.

D'Amico aveva dunque beffato Tancredi dopo appena nove minuti, approfittando di una punizione dal limite e di una deviazione in barriera di Di Bartolomei. E, sorretta dell'ottima vena di Orsi tra i pali, la Lazio aveva colpito ancora di rimessa un quarto d'ora dopo, con Podavini atterrato da Nela in area e relativa trasformazione del glaciale Vincenzino. Agnolin ha sorvolato poi su una poderosa spinta in area laziale di Della Martira su Pruzzo, con tanto di ammonizione del centravanti romanista per proteste. Ma il rigore è arrivato qualche minuto più tardi per un fallo analogo e dal dischetto lo specialista Di Bartolomei ha accorciato le distanze. Per poi prendersi un cartellino giallo con Manfredonia per un battibecco immotivato. Il laziale è così tornato in campo con un'ammonizione inutile sul groppone ed è subito ricaduto in tentazione stendendo Conti sfuggito alla marcatura di Filisetti e lasciando i suoi in dieci: una follia che poteva costare carissima perché la Roma ha ripreso coraggio e si è riversata in area biancoceleste per vincere il match. Carosi ha rinforzato gli ormeggi inserendo il guerriero Cupini al posto di Marini e in seguito Piraccini per lo stremato D'Amico. Per contro Liedholm ha lasciato fino in fondo gli undici iniziali rinunciando alla freschezza di un Chierico o di uno Strukelj e andando a sbattere contro il muro biancoceleste, superato solo in occasione del pareggio, realizzato da Cerezo che ha risolto in mezzo all'area un'azione convulsa. Il merito della Lazio è stato quello di non lasciarsi prendere a questo punto dal panico ma di disporsi in un'ordinata difesa che ha retto le spallate romaniste. Poche emozioni nel finale e chiusura in perfetto equilibrio. I biancocelesti potevano festeggiare il pareggio insperato sotto la Nord vuota per metà, mentre la Roma vedeva sfuggirle via la Juventus, avviata verso il titolo.