Domenica 30 aprile 1978 – Milano, stadio San Siro - Milan-Lazio 0-1 (0-2 per delibera del G.S.)

Da LazioWiki.

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30 aprile 1978 - 1968 - Campionato di Serie A 1977/78 - XXIX giornata

MILAN: Albertosi, Sabadini, Maldera (III), Capello, Bet, Turone, Tosetto, Bigon, Gaudino (46' Boldini), Rivera, Buriani. A disp.: Rigamonti, Carotti. All. Liedholm.

LAZIO: Garella, Ghedin (53' Pighin), Martini, Wilson, Manfredonia, Cordova, Boccolini, Agostinelli, Giordano, Lopez, Badiani. A disp.: Cari, Clerici. All. Lovati.

Arbitro: sig. Michelotti (Parma).

Marcatori: 86' Martini.

Note: giornata invernale, con violenta pioggia nella ripresa. Terreno in buone condizioni. Ammonito Bet per gioco scorretto. l'incontro è stato annullato per delibera del Giudice Sportivo ed assegnato il 2-0 per la Lazio.

Spettatori: 35 mila circa dei quali 20.798 i paganti per un incasso lordo pari a £ 79.790.100 lire.

Il biglietto della gara
Garella para in presa aerea
Wilson e Lovati
(Gent.conc. famiglia Vespasiani)
Rivera in azione (Gent. conc. www.magliarossonera.it)
Un tiro di Rivera ribattuto dalla difesa (Gent. conc. www.magliarossonera.it)
I giocatori richiamano l'attenzione dell'arbitro
Ghedin a terra colpito da un petardo
La rete di Martini
Da l'Unità: la cronaca della gara

«Più polli di così...» ha commentato Rivera. Ed in effetti miglior fotografia di questa non potrebbe esserci per una partita nata male e finita peggio per un Milan scarsamente concentrato. Oltre alla terza sconfitta casalinga — rimediata in seguito ad una travolgente azione iniziata con un colpo di tacco smarcante da Agostinelli e conclusa da Martini — i rossoneri rischiano la beffa di un'immeritata punizione disciplinare, cioè la squalifica del campo. L'episodio che da dato una svolta alla partita, è avvenuto all'8' della ripresa quando si è visto Ghedin crollare a terra mentre nell'aria scoppiavano alcuni petardi lanciati dal settore ribollente del 'commandos' rossoneri. Si è pensato subito alla solita "sceneggiata" da parte di un laziale che cercava di modificare tramite il giudice sportivo lo 0 a 0 in un successo a tavolino. Sennonché si è visto Wilson invocare la barella e l'arbitro Michelotti, dopo alcuni rapidi controlli, autorizzare l'ingresso degli infermieri.

Ghedin in effetti stava vomitando ed accusava un ronzio all'orecchio sinistro: mentre veniva trasportato fuori in barella, sempre dagli spalti piovevano sul campo due bottiglie di vetro d'acqua minerale che sfioravano di poco il malcapitato giocatore laziale. Poi con un'autoambulanza Ghedin veniva trasportato all'ospedale San Carlo. A fine gara, il direttore sportivo biancoceleste, Manni, ha precisato che la sua società non farà alcun reclamo: «Non lo presentammo a Perugia quando un petardo mise fuori causa Manfredonia, non lo faremo sicuramente ora. Se l'arbitro ha visto quanto è successo, bene, altrimenti ci terremo questo punteggio». Particolare curioso: a Perugia, arbitro dell'incontro era lo stesso di ieri, Michelotti, che a fine gara non ha potuto rilasciare dichiarazioni. E' scontata comunque la squalifica di San Siro, anche se la precedente diffida emessa dal giudice sportivo venne poi annullata. In sede d'appello, il Milan è attualmente la società più multata (dai quindici ai venti milioni).

Dopo questo ennesimo incidente, difficilmente se la caverà. In proposito c'è stato un amaro sfogo da parte del presidente Colombo. Dopo avere smentito una trattativa con la Fiorentina per Antognoni («Mai pensato a questo genere di operazione», ha detto riferendosi ad una notizia della radio secondo la quale l'interno sarebbe diventato rossonero in cambio di un miliardo più Tosetto e Buriani ha commentato: «un gruppo di tifosi, purtroppo, non ha ancora capito che agendo a questo modo fa soltanto il male della società. Posso capire il loro stato d'animo, la loro delusione ma non certo questi atteggiamenti che hanno portato il Milan in una situazione disciplinare che falsa completamente la realtà. La rete dietro la porta "pericolosa" oppure altri palliativi come questi non servirebbero a nulla. Sono dettagli tecnici da studiare. Purtroppo basta una minoranza di pseudo tifosi per causare gravi danni al Milan»).

In effetti, a risentire dell'Infortunio patito da Ghedin (Tosetto che era a poca distanza dall'avversario ha dichiarato di avere sentito lo scoppio del petardo senza però avvertire alcuna conseguenza) è stato più il Milan che la Lazio. Quasi tutti i rossoneri hanno perso la necessaria concentrazione: si sono lanciati allo sbaraglio senza quella lucidità che sarebbe stata indispensabile in una gara come questa che vedeva la Lazio prudentemente attestata in difesa e a centrocampo, pronta ad accontentarsi del pareggio e talmente rinunciataria, specie nel primo tempo, da allontanare il pallone quando si avvicinava nella zona di Albertosi.

Quasi avesse timore di ripetere l'errore compiuto una settimana fa dalla Roma, quando con un gol di Casaroli aveva svegliato l'Inter dal suo dormiveglia. Uscito Ghedin, soltanto alla mezz'ora la Lazio è riuscita a concludere il suo primo pallone in rete con Agostinelli, ma era più un passaggio per Albertosi che altro. Poi ci ha pensato Garella a salvare il risultato per due volte con altrettante splendide parate, lui che viene sistematicamente contestato dall'ambiente biancoceleste. Dopo di che al 41' Agostinelli quasi sulla metà campo ha smarcato il lanciatissimo (e bravissimo) Martini con un colpo di tacco degno di un fuoriclasse brasiliano: il terzino è piombato nell'area di Albertosi e ha battuto con un tiro imparabile. Immaginarsi la festa in casa del biancocelesti. Il Milan ancora una volta ha denunciato i suoi limiti casalinghi. «Da quando ci siamo messi a giocare bene — ha commentato Liedholm — non facciamo più punti».

Diciamo anche che da quando la società ha rinunciato al suo unico, autentico attaccante, Calloni, i gol sono diventati rari: Maldera è andato vanamente all'attacco alla ricerca della sua decima rete stagionale, quella che gli avrebbe permesso di eguagliare il record di Facchetti, ma non c'è riuscito. Merito di Garella, che ha bloccato anche una pronta deviazione di testa di Bigon su allungo di Rivera (splendido nel primo tempo). Il Milan ha peraltro indugiato troppo prima di attaccare in modo serio: ha lasciato che la Lazio diluisse con la sua falsa indifferenza l'essenza del gioco, cadendo poi nel trabocchetto causato dall'infortunio di Ghedin. Era probabilmente un'altra domenica segnata non tanto dal destino avverso quanto dal gesto assurdo di alcuni tifosi, autentici nemici della società, ieri come oggi. Non è la prima volta che vengono lanciati petardi in campo provocando il ferimento di giocatori. Di questo passo non sarà neppure l'ultima. «Anche i carabinieri — diceva un dirigente del Milan — non si fidano ad avventurarsi durante la partita nel settore incriminato».

Fonte: La Stampa