Domenica 4 marzo 1973 - Terni, stadio Libero Liberati - Ternana-Lazio 0-1

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Stagione

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1762. Campionato di Serie A 1972/73 - XX giornata

TERNANA: Alessandrelli, Benatti, Agretti, Mastropasqua, Rosa, Marinai, Cardillo, Grossetti (56' Brutto), Traini, Russo, Luchitta. (12 Geromel). All. Viciani.

LAZIO: Pulici F., Facco, Martini L., Wilson, Oddi, Nanni, Garlaschelli, Re Cecconi, Chinaglia, Frustalupi, Manservisi. (12 Moriggi, 13 Petrelli). All. Maestrelli.

Arbitro: sig. Torelli di Milano.

Marcatori: 21' Mastropasqua (aut).

Note: giornata di sole, terreno in perfette condizioni. Ammonito Oddi per fallo di reazione. Angoli 9-4 per la Ternana.

Spettatori: 25.000.

Il biglietto della partita
(Gent.conc.Marco Barcarotti)
Chinaglia in azione
L'entrata in campo delle squadre
L'entrata vista da un'altra angolazione
La rete biancazzurra
Un momento della gara
Agretti sventa un'azione biancoceleste
Facco e Wilson fanno muro in difesa
Re Cecconi in azione

E' una vittoria che conta. Conta per la classifica e per il morale, cioè serve a non perdere contatto con il Milan e ad attutire — almeno per il momento — le polemiche che erano sorte per le dichiarazioni di Chinaglia. Si dirà che la Lazio a Terni non ha impressionato, ma nel campionato italiano lo spettacolo non è di moda. Valgono due punti, e la Lazio li ha presi, sia pure con l'aiuto di un po' di fortuna che non guasta mai. La Ternana ha colpe precise per questa sconfitta che porta i rossoverdi sull'orlo dell'abisso. E quando parliamo di colpe non ricordiamo tanto l'autogol di Mastropasqua, che ha «regalato» alla Lazio la vittoria, ci riferiamo invece al gran correre a vuoto dei ternani, ai numerosi gol sbagliati, alla strana ed inutile fatica sostenuta da tutti. Viciani potrà difendere fin che vuole il suo «gioco corto», ma tutto lascia credere che la tattica riporterà la squadra in serie B. D'accordo che la validità di una formula dovrebbe subire collaudi con altri e ben più forti giocatori, prima di una condanna così severa, ma noi dobbiamo soltanto tenere presente i fatti, e la classifica che è lo specchiò del torneo sta dimostrando che sarebbe meglio un cambio della tattica di gioco, con un modulo più prudente.

Alcune volte i giocatori rossoverdi si sono presentati davanti a Pulici in condizioni di segnare, ma per lo spreco di energie determinato dal «gioco corto», questi uomini sono pervenuti al tiro sfiatati dopo aver già speso tutto. C'è un limite alle possibilità umane e correre per novanta minuti non è consentito a nessuno. Il «collettivo» voluto da Viciani non entusiasma i suoi protagonisti. Nelle file degli umbri non si notano elementi di spicco. C'è squallida monotonia. Sono scomparsi anche i «forti», come Mastropasqua, che sta pagando una sbagliata preparazione estiva e Benatti, a cui si chiede il doppio sforzo di difendere e di attaccare con il risultato di averlo sempre stanco. Corrono tutti, manovrano in spazi brevi, e tentano pure qualche puntata in avanti, ma con un gioco elaborato che consente agli avversari di chiudere in tempo le strade del pericolo. Il bello, anzi il brutto, è che questi passaggi sono un'abitudine anche in difesa. Così al 21' uno scambio nei pressi dell'area di rigore fra Agretti e Mastropasqua veniva sbadatamente risolto da quest'ultimo con un tocco in avanti che Nanni intercettava. Il mediano laziale calciava pronto a rete, ma mentre Alessandrelli tentava la parata, lo stesso Mastropasqua con un intervento inutile spiazzava il suo portiere nel più classico degli autogol. Per la Ternana era notte fonda. I giocatori umbri tentavano di avanzare con i soliti mille passaggi, ma per i vari Re Cecconi, Frustalupi, Oddi, Wilson e Nanni era facile bloccare ogni loro, iniziativa. Si registrava un'occasionale possibilità di pareggio, ma al 25' Marinai non riusciva a sfruttare un lancio intelligente di Traini ed al 36' su punizione battuta da Marinai Cardillo calciava alle stelle da facile posizione. Alla fine del tempo su contropiede fuggiva Garlaschelli, il guardalinee indicava la posizione di fuorigioco del laziale, ma Torelli (un arbitro sempre fermo e spesso strano nelle sue decisioni) lasciava correre. Garlaschelli tentava anche di superare Alessandrelli che gli era uscito incontro. Poi tardava, permetteva ad Alessandrelli di ritornare sui suoi passi e calciava. Alessandrelli respingeva di pugno. Riprendeva ancora Garlaschelli sbagliando la porta. Incredibile. La situazione non mutava nella ripresa. Erano sempre gli umbri ad attaccare, mentre i laziali agivano in contropiede. Al 57' Viciani tentava di rendere più robusta la manovra dei suoi mandando in campo Brutto in sostituzione di Grossetti. Non succedeva niente; sbagliava un gol facile Cardillo al 62', ed al 78' Pulici bloccava da campione un tiro improvviso di Brutto. La Lazio sfiorava il raddoppio poco dopo con Chinaglia; la palla colpita con forza da «Giorgione» batteva sul montante. La partita finiva tra gli urli della folla che gridava: «ladri, ladri.». Era la reazione di un pubblico deluso. La Lazio ha vinto senza fatica, ma non ha dimostrato di aver risolto i dubbi sul suo attuale rendimento. Come squadra completa (cioè attacco e difesa) è durata sino al disgraziato autogol di Mastropasqua. Poi s'è vista solo una Lazio difensiva, ma nonostante questo tre o quattro volte i modesti ternani sono giunti a tu per tu con il portiere Pulici. Se hanno sbagliato è colpa loro, non merito degli azzurri. Chiudiamo con Chinaglia. La tensione all'interno della Lazio è realtà. Ad ogni errore di un compagno Chinaglia alza le braccia per una clamorosa protesta. Pare scontento di tutto e di tutti. Ma sbaglia anche lui con stop a venti metri e con passaggi imprecisi. La vittoria attutisce le polemiche, ma non le cancella. Chinaglia si sente troppo forte per questa Lazio. Lo dimostra con reazioni inconsulte e pericolose. La squadra azzurra è a ridosso delle grandi, ma rischia di perdere posizione per contrasti fra i suoi giocatori.

Fonte: La Stampa