Domenica 6 dicembre 1936 - Milano, Arena Civica - Ambrosiana-Lazio 2-2

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6 dicembre 1936 - 493 - Campionato Italiano di calcio Divisione Nazionale Serie A 1936/37 - XI giornata

AMBROSIANA: Peruchetti, Buonocore, Ballerio, Ghidini, Villa, Locatelli, Frossi, Antona, Bisigato, Ferrari, Ferraris (II).

LAZIO: Blason, Zacconi, Monza (II), Baldo, Viani (I), Milano, Busani, D'Odorico, Piola, Camolese, Costa. All. Viola.

Arbitro: sig. Ciamberlini di Genova.

Marcatori: 10' pt Bisigato, 44' Ferraris (II), 9' st Camolese, 25' Piola.

Note: tempo e campo discreti.

Spettatori 20.000.

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Milano, 7 mattino. L'Ambrosiana ha incominciato la partita da dominatrice e l'ha terminata, non da dominata, ma, quasi e ringraziando il cielo che l'esito pari non si fosse tramutato in una sconfitta. Incominciò come se volesse tutto travolgere, l'Ambrosiana. I primi attacchi milanesi furono l'irruenza personificata. Dopo dieci minuti di giuoco il primo pallone già era penetrato nella rete di Blason. Per una buona ventina di minuti la metà campo dei neroazzurri fu quello che gli spettatori dei « popolari » definiscono « terreno da vendere ». Questa la fisionomia iniziale dell'incontro. Inizio « neroazzurro » « Messa in marcia » lenta e difficoltosa quella della Lazio. La difesa correva, saltava di qua e di là, cercando di arginare, di turar falle, di trattenere; ma quello che fermava da una parte le sfuggiva dall' altra.

L'attacco semplicemente non esisteva; una parte di esso collaborava colla difesa, il rimanente faceva da spettatore. L'edificio della squadra pareva reggersi a stento. A veder l'undici romano operare in tante difficoltà, non si sarebbe dato un centesimo per le sue sorti definitive. Il primo punto cadde, come sì è detto, al 10° minuto, fu un autentico regalo, una cortesia degli ospiti ai padroni di casa. Un'azione veloce e travolgente aveva portato l'Ambrosiana in piena aerea di rigore laziale. Un traversone forte dalla destra verso il centro: Baldo interviene da buon tempista, per impedire a Ferrari e Ferraris di approfittarne, ma, trasportato dal proprio slancio, dopo aver fermato la palla col petto, se la lascia sgusciare in avanti, a terra. Ne esce un passaggio perfetto a Bisigato, un passaggio che più preciso ed opportuno un neroazzurro non lo poteva fare. Bisigato, liberissimo, infila la rete da quattro passi.

Uno a zero. Continua la solfa degli attacchi milanesi. Per poco Bisigato non segna ancora, quando un passaggio indietro eseguito con troppa economia di forza da un terzino laziale trova Blason in ritardo nell'uscita. Verso la metà del tempo, la Lazio comincia a svegliarsi. Qualche attacco di poca convinzione, poi di colpo una offensiva rapida. Bonocore fa per intercettare di testa un centro alto proveniente dalla sinistra, ed imprime, invece, una deviazione inaspettata alla palla, che trova Busani solo davanti la porta, a dieci passi da Peruchetti. Avviene l'incredibile: Busani avanza e poi spara sulle ginocchia di Peruchetti.

La Lazio persevera nello sforzo, e nuove occasioni favorevoli le si presentano. Non ne approfitta, ma ormai è lanciata, aggressiva, minacciosa. Tanto che ha sapore di sorpresa, non più di cosa conseguente, il secondo punto che essa, ad un minuto dal riposo, deve incassare. L'azione è di nessun rilievo. Da un scatto contemporaneo fra un laziale ed un milanese la palla schizza alta nell'arca di rigore degli ospiti. Blason esce, ha Baldo ad un passo che lo sta a guardare. Pare la cosa più semplice di questo mondo, quando Ferraris piomba sui due alla disperata, giunge prima di Blason sulla palla e, sopra le mani protese del portiere, la spedisce nella rete sguarnita. Due à zero. La ripresa trova la Lazio piena di intraprendenza. E' la volta dell'Ambrosiana a doversi difendere, a fare quello che può invece di quello che vuole.

All' 8' fallo di Locatelli, fuori dell'area di rigore. Tira Baldo, alto. Salto di tutta una schiera di uomini. La palla, toccata quasi contemporaneamente dalle due teste di Piola e di Camolese, quella di Piola per ultimo, schizza irresistibilmente nell'angolo alto della rete, sulla destra di Peruchetti. Allarmata, l'Ambrosiana tenta di reagire. Vi riesce anche, ma trova una difesa chiusa e centrata, ora.

Di situazioni pericolose non riesce più a provocarne. Viceversa la Lazio è minacciosa ogni volta che si proietta in avanti. Al 25' Piola si scrolla d'attorno un paio di difensori, passa a Busani, torna a ricevere dal compagno e, mentre cade ed è impacciato da un avversario, spara di sinistro. La palla infila di precisione l'angolo basso della rete sulla sinistra del portiere. Tutto il vantaggio dei milanesi è scomparso. Due a due. Allora i nero-azzurri modificano la formazione dell'attacco: mandano Ferraris al centro e Bisigato all'ala sinistra. Dominano, ma non ottengono nulla. Sono, invece, costretti, per due volte, a trattenere ansiosi il fiato, quando Costa, la minuscola ala sinistra laziale, sgattaiola via, giunge sola davanti a Peruchetti, e poi sbaglia proprio il più facile, non riuscendo a battere il portiere da quattro passi di distanza.

La partita della Lazio fu tutta un «crescendo», quella dell'Ambrosiana tutta un « calando ». I milanesi cominciarono vincendo, quasi stravincendo, perdettero per istrada tutto il vantaggio, ed il pareggio finì di lasciare per essi quasi un'impressione di cosa mantenuta a stento. La Lazio cominciò perdendo, accennando quasi ad un disastro, poi poco per volta risalì: finì in corsa, anelando alla vittoria, ch'essa svanì anche per l'assenza di Riccardi. D'Odorico, che lo sostituiva, andò a finire, dopo mezz'ora di giuoco, all'ala destra, cambiandosi il posto con Busani. L'impressione prima fu, quasi di apatia: quando la squadra si scosse, l'impressione stessa fu di notevoli capacità e possibilità.

V'è nell' undici qualche uomo che va forte, vedasi Piola, vedasi Viani. Il lungo centro mediano si trova in condizioni eccellenti di forma: si piazza con criterio, -manovra- con discernimento, distribuisce con giudizio. Piola, marcatissimo all'inizio, finì per sconquassare il sistema difensivo che gli sbarrava la via. Ma altri elementi richiamano l'attenzione nella compagine laziale. Ad esempio, il piccolo Costa, ala veloce ed intraprendente, per quanto inesperta ed esile di corporatura. Ad esempio, Baldo, buon tecnico ed ottimo combattente, malgrado i momenti di distrazione e di torpore di cui è vittima. Ad esempio, Busani, preciso palleggiatore e tecnico pregevole, pur non possedendo temperamento di combattente.

Il posto che la Lazio occupa in classifica, non è affatto usurpato. Di tutte le squadre italiane, essa è quella che ha compiuto i maggiori progressi nel confronto colla stagione passata. Una squadra che può anche non essere adatta per rudi combattimenti e per battaglie piene di responsabilità, ma una squadra che sa giuocare e sa dare discrete soddisfazioni dal lato tecnico. Le due unità poca meraviglia, occorre dire, per l'Ambrosiana, che i neroazzurri ci hanno oramai abituati a simile comportamento di gara. Mancava Meazza, e Bisigato ne aveva preso il posto come condottiero dell'attacco, posto che poi lasciò ad altri quando giunse il momento cruciale della gara.

Pur con un centro lento a concepire e ad operare, la prima linea, non si portò male. Essa costituisce di gran lunga la parte migliore della squadra, per la velocità e lo spirito di iniziativa delle due ali, e più di tutto per le buone condizioni di forma di Ferrari, il quale è da tempo il miglior uomo della compagine. E bene o male questo attacco un vantaggio di due punti alla squadra lo diede. Questo vantaggio, se lo lasciò soffiare di mano e poco mancò che non ci rimettesse anche del suo. Forse la presenza di un solo uomo, in seconda o di terza linea, possedente esperienza e personalità basterebbe a conferire vigore e consistenza all'opera del settore, basterebbe per farne un blocco. Così come le cose vanno, nei resti di quella che fu una delle migliori squadre d'Italia, di consistenza difensiva non si può per ora parlare. Diversa è l'impressione che lascia la Lazio. Qui manca forse un po' il temperamento, la fermezza, la continuità, ma la squadra c'è, l'equilibrio esiste, la consistenza la si vede. La Lazio era ieri incompleta.

Fonte: La Stampa

Piola cerca il gol