Domenica 6 settembre 1992 - Genova, stadio Luigi Ferraris - Sampdoria-Lazio 3-3

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6 settembre 1992 - 2530 - Campionato di Serie A 1992/93 - I giornata - calcio d'inizio ore 15.00

SAMPDORIA: Pagliuca, Mannini, Lanna, Walker, Vierchowod, Invernizzi, Lombardo (88' Chiesa), Jugovic, Bertarelli (I) (70' Buso), R.Mancini, Serena. A disp.: Nuciari, Sacchetti, Corini. All. Eriksson.

LAZIO: Fiori, Bonomi (68' Marcolin), Favalli, Bacci, Gregucci, Cravero, Fuser, Doll (60' Stroppa), Riedle, Winter, Signori. A disp.: Di Sarno, Corino, Sclosa. All. Zoff.

Arbitro: Sig. Pezzella (Frattamaggiore).

Marcatori: 7' Fuser (aut), 19' Signori, 22' Signori, 38' Jugovic, 53' R. Mancini (rig), 75' Buso (aut).

Note: ammoniti Fuser ed Invernizzi. Antidoping: Invernizzi, Chiesa, Bonomi, Winter. Esordio in serie A per Aron Winter classe 1967, Jugovic e Bertarelli (I). Al 19' del p.t. Giuseppe Signori ha realizzato il gol numero 2.000 della Lazio in Serie A. Calci d'angolo: 7-8.

Spettatori: 30.000 circa.

Dal Guerin Sportivo: foto della partita
Dal Guerin Sportivo: foto della partita
Dal Guerin Sportivo: foto della partita
Dal Guerin Sportivo: foto della partita
Il biglietto della partita

Spettacolo sempre imprevedibile allo stadio Marassi, nella girandola di emozioni. Bel pareggio fra Sampdoria-Lazio con 6 reti. Bella allora la nuova formazione biancazzurra, proprio dal momento in cui dovrebbe mollare, dopo un'imparabile deviazione di piatto di Fuser, che spiazza Fiori, su angolo calciato da Mancini. Dopo appena cinque minuti di schermaglie, verrebbe già voglia di ironizzare sul ritorno al passato nonostante il "cragnottismo", ma ogni accenno canzonatorio viene dissipato nell'immediato inseguimento cui sovrintendono Winter e Doll, virtuosi con la marcia in più.

Che sono ghiotti rifornimenti, per dire sì Signori, per ammirare cioè la seconda punta di Zoff, imprendibile sull'intero fronte d'attacco. Lo schema funziona. Riedle attira i controllori doriani più veloci e il partner, sprintando da dietro, realizza un'immediata doppietta, lavorando appena tre palloni. Perfetta, ad esempio, la palombella dell'1 a 1, quando a dispetto di Walker e Vierchowod, che lo caricano, sa girarsi, arcuando il diagonale obliquo verso il secondo palo. Pagliuca appare in difetto di piazzamento, ma lo stesso azzurro di Tor di Quinto allargherà di lì a poco la ferita doriana appena aperta, approfittando d'un Lanna forse bloccato dall'idea di tormentare il proprio portiere col retropassaggio. Provvidenziale nuova regola, almeno nell'ottica di Fuser, che gli soffia palla, rifinendo per il bis dell'ex foggiano.

E adesso, quali altri contenuti s'aggiungeranno ad una contrapposizione di invenzioni tanto vibrante? Beh, mentre la Lazio sfoggia cose nuove, tipo il pressing, gli inserimenti di Cravero, la spinta di Favalli, capita da un rovesciamento che Winter entri in collisione con Serena, 22 metri dal bersaglio. Calcio piazzato, che lo specialista Jugovic trasforma in sassata nell'angolo mancino di Fiori. Due gol, dunque, con palla ferma, frenano il volo laziale e si arriva sullo slancio alla terza illusoria rete doriana, in avvio di ripresa, quando un velo di Mancini impreziosisce la lunga volata del trascinatore Jugovic e il redivivo Bertarelli cade in area, anticipando l'intervento di Fiori, verso cui Bonomi in affanno alleggerisce corto.

Rigore ancora ribaltante, firmato Mancini, che sembra utile per fissare una conquista un po' rocambolesca, visto che la Lazio, sostituito inspiegabilmente lo spumeggiante Doll, articola adesso football meno intenso. Però questa è sfida ardente di forze e debolezze equivalenti. Difatti succede che Buso, sostituito Bertarelli, impieghi poco o niente a rovinare i sacrifici dell'operosa compagnia, restituendo di testa il regalo Fuser, su corner. Fuser, stessa porta. Deviazione da amico del giaguaro. Che aggiusta la prima domenica di serie A del finanziere Cragnotti, pronto a dichiarare: "Presto saremo una grossa realtà. Ho visto una squadra di carattere, Signori è un campione, vale molto più di Sosa". Più misurati Zoff ed Eriksson, coi rispettivi rimpianti. Sì, per loro va bene spartire, nel campionato dei primi capitomboli.

Fonte: Corriere della Sera - Articolo a firma di Franco Melli.