Domenica 9 settembre 1984 - Roma, stadio Olimpico - Roma-Lazio 2-0

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9 settembre 1984 - Coppa Italia 1984/85 - 1° turno eliminatorio - Girone 3 - gara 5

Roma: Tancredi, E.Oddi, Righetti, Nela, Falcao (30' Giannini), Maldera (III), Di Carlo, Buriani, Iorio, Chierico, Graziani. A disp. Malgioglio, Lucci, Di Livio, Antonelli. All. Clagluna. DT. Eriksson.

Lazio: Orsi, Calisti (67' D'Amico), Filisetti, Vianello, Batista, Podavini, Vinazzani, Manfredonia, Giordano, Laudrup, Marini (78' Storgato). A disp. Cacciatori, Fonte, Garlini. All. Carosi.

Arbitro: D'Elia (Salerno).

Marcatori: 66' Iorio (rig), 75' Di Carlo.

Note: giornata estiva, terreno in perfette condizioni. Ammoniti: Falcao (ostruzionismo), Manfredonia (gioco falloso), Buriani (gioco falloso). Calci d'angolo 4-0 per la Roma.

Spettatori: 60.360 per un incasso di £. 870.361.000.

Il biglietto della gara
L'infortunio a Falçao dopo uno scontro con Laudrup
Il rigore di Iorio in una figurina Campionissimi

Scrive La Stampa:

La Roma degli assenti ha vinto senza troppi meriti. Il rigore attribuito da D'Elia a Vinazzani, per fallo su Maldera, è stato semplicemente inventato. Vinazzani è intervenuto d'anticipo sulla palla scagliandola lontano e poco importa se dopo può esserci stato un contrasto. Spianata la strada con il tiro a bersaglio sicuro di Iorio, è venuto quasi come logica conseguenza il 2 a 0, ottenuto peraltro dall'uomo migliore e di maggior futuro, Antonio Di Carlo, ventiduenne di ritorno dall'Arezzo. Assenti Conti, Cerezo, Pruzzo, Ancelotti, recuperato Iorio che ha firmato giusto in mattinata, la Roma s'è giocata Paulo Roberto Falcao dopo meno di mezz'ora. E' stato lui, il divino brasiliano, ad entrare in tackle scivolato su Laudrup, tanto da meritarsi una punizione al passivo, ma nel contrasto la caviglia non ha retto.

Riprendono corpo le voci di un Falcao che non ha più le gambe sane, e dopo i trent'anni sospetti del genere, anche soltanto sospetti non avvalorati da conferme, possono mettere in grave soggezione psicologica un atleta. Non è che con Falcao in campo si fosse visto molto di questa Roma nuova negli schemi, ma almeno quando il pallone partiva avanti invece che lateralmente era il brasiliano ad effettuare il lancio e una volta su due la palla restava in possesso del giallorossi. Uscito lui, questa zona col pressing soltanto sognato, si è sviluppata per linee verticali ma a puro beneficio dei laziali che potevano sfruttar bene l'anticipo vista l'assoluta ripetitività delle trame.

Unica eccezione la fascia prima sinistra e poi destra coperta da Di Carlo, e non è un caso che proprio Di Carlo, dopo aver tirato due volte a botta certa (15') su Orsi e a fil di palo nel primo tempo, abbia trovato il gol con un gran sinistro da venti metri (75'). L'equilibrio del resto era saltato con l'episodio del rigore e l'affanno di andare a riprendere la Roma, avanti di un gol, ha riportato indietro la Lazio di un anno-luce. Soltanto Batista ha mantenuto la sua lucidità, l'incredibile capacità di recuperare palloni a decine, la precisione negli appoggi e la rapidità nel tamponare. Sono saltati i nervi a tutti gli altri e con quelli marcature e coperture. Se non è grandinato di più sulla porta laziale si deve all'inconsistenza della parte avversa, giustificata dal risultato a traccheggiare come dignità di grande squadra non vorrebbe. Passano i giorni e con questa squadra ancora in gestazione comincia a far paura non tanto il campionato, quanto il primo turno internazionale che segue a ruota.

Il derby si è svolto in un clima piuttosto surriscaldato. Sono riaffiorate fra le due tifoserie antiche rivalità che in alcuni casi sono sfociate in atti di teppismo. Fin dal mattino si è intuito che non sarebbe stata una giornata tranquilla. Un nutrito gruppo di sostenitori romanisti ha semidistrutto l'interno di un pullman dell'Atac nei pressi di Ponte Sisto. Tre pattuglie di carabinieri, intervenute tempestivamente, hanno fermato molti giovani, nove dei quali sono stati denunciati per danneggiamento aggravato. Altri tafferugli si verificavano nel frattempo nelle zone della città da cui partivano i gruppi dei tifosi per recarsi allo stadio. Fra le due curve 'nemiche; nutrite di folla, si è acceso il solito duello a distanza che a tratti ha assunto toni anche divertenti. Alle frecciate ironiche dei laziali che scandivano in coro "Grazie, Liverpool", i tifosi romanisti replicavano con grandi striscioni sui quali era scritto: «Ma le vostre mamme lo sanno che siete qui?».

Poi lo scontro sul campo vinto dai giallorossi che ha provocato una profonda amarezza fra i «cugini». Il presidente Chinaglia, dando sfogo alla sua esuberante natura, è stato particolarmente duro nei giudizi sulla sua squadra: «Parlate ancora bene di questi signori» ha detto sbattendo la porta. Poi è tornato fra i giornalisti per rincarare la dose: «Sono mortificato. La nostra gente non è stata ripagata. Cosa spiego adesso ai tifosi? Devo soltanto chiedere scusa». Falcao, rimasto a terra dopo un intervento su Laudrup, sta in attesa di conoscere il responso delle radiografie. Particolarmente felice è apparso Maurizio Iorio che aveva firmato il contratto poche ore prima di scendere in campo: «La mia domenica è cominciata bene e si è conclusa splendidamente. Ho vinto il mio primo derby, ho segnato il gol che ha sbloccato il risultato. Il pubblico vive intensamente tutti i derby. I giocatori dovrebbero tenerlo bene a mente».

Il vistoso premio di 10 milioni a testa promesso da Chinaglia in caso di qualificazione potrebbe aver condizionato il comportamento della squadra? Carosi non ha escluso che i giocatori abbiano accentuato sul campo la partita che era stata preparata dallo stesso tecnico. L'euforia in casa giallorossa è stata in parte offuscata dalle notizie poco rassicuranti sulla caviglia infortunata di Falcao. Il giocatore è apparso demoralizzato. «Non so come sia accaduto — ha detto con un filo di voce — purtroppo si tratta della stessa caviglia che mi aveva provocato fastidi in settimana». Al termine della partita sono tornati a riaccendersi gli scontri fra le opposte fazioni. In viale del Vignola e in via Tiepolo, due carabinieri che avevano fermato per accertamenti un tifoso, sembra un romanista; sono stati aggrediti da un gruppo di giovani scesi da un autobus di passaggio. I carabinieri hanno sparato due colpi di rivoltella in aria a scopo intimidatorio, poi sono stati costretti a rifugiarsi in un portone fino all'arrivo di rinforzi. Il tifoso è stato successivamente arrestato, mentre nella zona degli incidenti sono state fermate altre sette persone. In via di Ripetta, nel centro della città, i tutori dell'ordine hanno fermato altri giovani, alcuni dei quali armati di catene.


Da La Repubblica:

Forse tradita da un tabellone birichino, che continuava a segnalare lo 0-0 a Marassi, forse atterrata da un rigore dubbio (questo, almeno, dice Carosi), certo non all'altezza di tenere il pari con una Roma dimezzata e di intascare i 200 milioni promessi da Chinaglia. E' stato un derby brutto per il gioco e cattivo per gli incidenti fuori campo: però ha detto molto sulla forza complessiva della Roma e sulla non forza complessiva della Lazio, che forse è presto per chiamare debolezza. In mezzo al campo s'è sentita la mancanza di Manfredonia, che faceva lo stopper su Graziani e dappertutto non può essere. Segnando tre gol negli ultimi otto minuti alla Pistoiese, il Genoa ha eliminato una Lazio ignara (ma che ci vuole a portarsi una radiolina in panchina?) ma non incolpevole. La salvezza senza angoscia predicata quest'estate sembra un po' più lontana. Facile dare la colpa agli stranieri: e Giordano, quando si decide a giocare come saprebbe e dovrebbe?

Ventiquattr'ore non hanno frenato l'ira di Chinaglia: "Prima di far morire me o i tifosi" ha esclamato ieri a Tor di Quinto "certi giocatori moriranno loro. Adesso basta: ho sbagliato molto, ma sono deciso a cambiare la musica. Ho visto una squadra priva di carattere, senza orgoglio, incapace di battersi. Un solo uomo posso salvare tra i miei ed è Batista. Ed è quello che mi hanno costretto a degradare da capitano...". Le accuse di Chinaglia alla squadra battuta nel derby sono state durissime. Ieri notte, fino alle tre del mattino, lui, Carosi, Pulici e Governato son rimasti a parlare della Lazio. "Neppure venti milioni di premio a testa li hanno spronati" ha detto il presidente: "ora voglio proprio vedere come reagiranno. Quando son tornato a prendere la mia automobile a Tor di Quinto ho visto dei tifosi piangere. All'uscita qualcuno dei miei giocatori si è addirittura permesso di rispondere male ai tifosi. Non posso sopportarlo. Evidentemente tra i nostri giocatori ce n'è qualcuno che deve imparare a vivere". Chinaglia ha poi dichiarato che domenica giocheranno tutti i nuovi: Vianello, Torrisi, Garlini e Storgato e che spera in loro. Carosi ha escluso provvedimenti immediati come andare subito in ritiro. "Non si è ricreato però lo spirito di gruppo che l'anno passato s'era formato in seno alla squadra nel girone di ritorno". Carosi vuole rinforzi. Difficile però che sia esaudito. Si è appreso infine che durante il derby la moglie di Graziani ha scalciato Felice Pulici. Vendicava il marito, tartassato da Manfredonia.

Note[modifica | modifica sorgente]

Incidenti all'allenamento della Lazio l' 11 settembre. Sassi, bottiglie, lattine sono stati lanciati dai tifosi contro i giocatori mentre si stavano allenando sul campo di Tor di Quinto. All'allenamento non si è visto Giorgio Chinaglia che domenica e lunedì aveva duramente contestato la squadra. Il presidente in un incontro avuto l' altra notte con Carosi avrebbe anche contestato le scelte del tecnico per la partita con la Roma. Carosi intanto ha detto che per l' esordio della Lazio in campionato potrebbe procedere ad un radicale cambiamento della formazione. Secondo alcune voci il tecnico vorrebbe addirittura lasciare fuori squadra il centravanti Bruno Giordano che ieri è stato a lungo contestato dai tifosi. "Buffone" hanno ripetuto più volte. L' unico a salvarsi dalla contestazione è stato Batista, uno dei migliori in campo domenica. Intanto Massimo Cacciatori, secondo portiere della Lazio, è stato allontanato dalla rosa della prima squadra per aver rivolto "parole ingiuriose" a Chinaglia.