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=== '''Fortunato Ballerini''' === |
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==Biografia== |
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Roberto (Bob) Lovati, portiere, è nato a Cusano Milanino (MI) il [[20 luglio]] [[1927]]. |
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[[Immagine:Lovati4.jpg|thumb|left|150px|L'attuale Lovati]] |
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===Dai primi passi all'arrivo alla Lazio=== |
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Nel [[1946/47]] inizia a giocare nella squadra della sua cittadina l'U.S. Gerli del presidente Romano Augusti. In questa società, che dal [[1947/48]] si chiamerà U.S. Cusano Milanino, il giocatore rimane tre stagioni. Nel [[1949/50]] viene acquistato dal [[Pisa]] in [[Serie B]] e con i nerazzurri toscani giocherà per altre tre stagioni sommando 5 presenze nel primo anno, 18 nel secondo e 36 nel terzo. |
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Nel [[1952/53]] viene comprato dal Monza Brianza, sempre in [[Serie B]], e giocherà per due stagioni per complessive 68 gare ed imponendosi come uno dei migliori portieri della categoria. |
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Nell'estate del [[1954]] la Lazio, improvvidamente, cede al [[Vicenza]] il grande [[Sentimenti (IV) Lucidio|Sentimenti (IV)]] e si appresta a disputare la nuova stagione con in porta il giovane e promettente [[De Fazio Aldo|De Fazio]] ed il vecchio [[Zibetti Giuseppe|Zibetti]], prelevato dal [[Brescia]]. |
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[[Tessarolo Costantino|Tessarolo]] e [[Vaselli Mario|Vaselli]] decidono di acquistare dal Monza Lovati per 40 milioni prestandolo, però, per un anno al [[Torino FC|Torino]], fortissimamente voluto dal nuovo allenatore granata Annibale Frossi proveniente proprio dal club brianzolo. |
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Non è troppo fortunata la stagione della Lazio per ciò che riguarda il portiere: De Fazio non si conferma ai livelli sperati e Zibetti è troppo anziano per dare sicurezza alla squadra. L'anno successivo, nella stagione [[1955/56]], ecco Lovati giungere finalmente nella squadra biancoceleste. |
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===Anni biancocelesti e l'esordio in Nazionale=== |
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La Lazio, in quel campionato, è allenata dal duo [[Copernico Roberto|Copernico]]-[[Ferrero Luigi|Ferrero]] ma a Gennaio avviene, a causa di risultati deludenti, un cambio di guida tecnica e viene preso l'inglese [[Carver Jesse|Carver]]. |
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I biancocelesti effettueranno una rimonta spettacolare e finiranno terzi in classifica a pari punti con l'[[Internazionale FC|Internazionale]]. E' una squadra molto forte che si avvale di giocatori come [[Selmosson Bernt Arne|Selmosson]], [[Bettini Lorenzo|Bettini]], [[Muccinelli Ermes|Muccinelli]], [[Sentimenti (V) Primo|Sentimenti (V)]], [[Vivolo Pasquale|Vivolo]], [[Fuin Luigi|Fuin]], [[Molino Giovanni|Molino]] e anche di Bob Lovati che disputa un campionato d'altissimo livello. |
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Fortunato Ballerini nasce a Sant'Angiolo (FI) il [[16 ottobre]] 1852. |
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Gioca 32 partite, saltandone solo due per infortunio in cui viene sostituito dalla riserva [[Bandini Giampiero|Bandini]]. La sua migliore prestazione è quella del [[4 aprile 1956 – Roma, stadio Olimpico - Lazio-Roma 1-0|derby di ritorno]] dove è un baluardo insormontabile per i pericolosi Da Costa e Nyers. |
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Passa alla storia per essere stato il primo vero presidente della Lazio, non considerando tale il fondatore idealista e generoso [[Bigiarelli Luigi|Luigi Bigiarelli]] che, pur avendo avuto per primo "l'idea", ne rifiuta fin da subito il patrocinio in nome dell'uguaglianza e della fratellanza, cardini di quello spirito olimpionico che doveva unire tutti i soci sotto la bandiera bianca e celeste. |
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La stagione successiva vede la conferma ad altissimi livelli del numero uno laziale che gioca tutte le partite, con [[Orlandi Nello|Orlandi]] riserva e con la Lazio, allenata ancora da Carver, splendida terza ad un solo punto dalla [[Fiorentina AC|Fiorentina]] e con la difesa meno battuta del campionato. |
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Così, ufficialmente, la Lazio nasce senza presidente pur essendo Bigiarelli a tutti gli effetti la guida riconosciuta di quel manipolo di giovani e promettenti atleti, figli di una borghesia che sembra essersi dimenticata di loro, incapace di offrir loro un pò di sano divertimento per perdersi in passatempi frivoli e noiosi. |
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[[Foni Alfredo|Alfredo Foni]], D.T. della Nazionale, lo convoca in maglia azzurra e lo fa esordire a Roma contro l'Irlanda del Nord il [[25 aprile]] [[1957]] nelle qualificazioni ai Mondiali. L'Italia si impone per 1-0 e Bob se la cava egregiamente. |
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I biancocelesti, con in cuore le gesta degli Antichi Greci, concepiscono lo sport in modo assolutamente moderno, cimentandosi nel podismo, nella ginnastica, nel nuoto, nel canottaggio, nell'alpinismo, finchè, nel [[1901]], conoscono, per merito del socio del Racing Club di Parigi [[Seghettini Bruto|Bruto Seghettini]], un oggetto misterioso quanto affascinante fino ad allora mai visto a Roma: un pallone di cuoio per il gioco del calcio. |
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Viene confermato per la difficile trasferta di Zagabria del [[12 maggio]] (data "magica" fondamentale per la vittoria del primo [[Scudetto]] biancoceleste nel [[1974]]), contro la Jugoslavia, ma una squadra azzurra disorganizzata, stanca e passiva, subisce ben sei reti dagli scatenati avversari. |
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In città, tra gli sportivi, è una sorta di rivoluzione e la Lazio si incarica di convocare per la prima volta un'assemblea tra soci il [[29 marzo]] [[1901]] nella quale viene approvato lo statuto sociale ed eletto presidente il cavaliere [[Pedercini Giuseppe|Giuseppe Pedercini]], persona assai stimabile ma di salute cagionevole, e vicepresidente [[Pastori Paolo|Paolo Pastori]]. |
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Lovati non ha particolari colpe ma la sua carriera in Nazionale finirà precocemente, anche a causa della concorrenza di portieri italiani molto forti e soprattutto di proprietà degli squadroni del Nord, come Ghezzi, Buffon, Mattrel. Il campionato seguente, [[1957/58]], vede il cambio dell'allenatore. [[Carver Jesse|Carver]] non resiste al fascino dei soldi dell'[[Internazionale FC|Inter]] e va a Milano, mentre la Lazio fa ricorso allo slavo [[Ciric Milovan|Ciric]]. |
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La sede sociale di [[Via Valadier]] è un continuo affluire di atleti e, già a partire dal gennaio [[1901]] quando la direzione generale dell'Audax Podistico Italiano è trasferita da Milano a Roma con sede proprio in [[Via Valadier]], diventa il punto di riferimento per tutti gli Audax romani. [[Bigiarelli Luigi|Luigi Bigiarelli]] viene eletto direttore generale dell'A.P.I., il fratello [[Bigiarelli Giacomo|Giacomo]] cassiere e Guido Annibaldi segretario. |
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La stagione si rivela un inferno: si conclude con la Lazio in dodicesima posizione e con 65 goal al passivo. Lovati fa ogni domenica dei veri e propri miracoli ma la squadra non ha gioco, né schemi, né coraggio. Lovati gioca 26 partite e si conferma uno dei migliori portieri italiani sebbene per lui cominci l'"incubo Da Costa". Il centravanti romanista segna sempre con regolarità nei derby ed i tifosi beccano il povero Bob con benevole prese in giro che durano ancora ai nostri giorni. |
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Per far fronte alle prime spese necessarie ad arredare il rustico stanzone al pianterreno di [[Via Valadier]], la Società è costretta a vendere i suoi primi trofei. Questo rappresenta un sacrilegio inconcepibile per l'idealista Bigiarelli, per il quale quelle medaglie hanno un valore spirituale insostituibile e così, amareggiato e spinto anche dall'esigenza di raggiungere il fratello emigrato in Belgio, abbandona Roma e l'Italia ma non la Lazio. |
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In realtà Da Costa è uno dei più forti attaccanti della fine degli anni '50 ed i goal li realizza a tutti i portieri, tanto da vincere anche la classifica dei cannonieri. La stagione seguente è molto simile a quella precedente. La Lazio è affidata a [[Bernardini Fulvio|Bernardini]] ma si dibatte in una crisi finanziaria gravissima. |
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Continuerà a correre con i suoi colori e ad onorarli di fronte al pubblico di tutto il mondo. "Orfani" della loro guida spirituale e con, sulla carta, un presidente poco presente per le cattive condizioni di salute, i soci si organizzano soprattutto intorno alle personalità dei Fondatori. Il [[20 ottobre]] [[1902]] il destino della Lazio si incrocia con quello di un ironico e romantico personaggio e nessuno immagina che quest'uomo di mezza età, presentatosi in abiti borghesi ed ombrello al braccio a disputare una marcia di 100 km indetta dall'Audax, diventerà una pietra angolare di tutta la storia laziale, a cui seppe dare fin da subito una superiorità culturale e sportiva che culminò, il [[2 giugno]] [[1921]], con il riconoscimento, per la Lazio, di Ente Morale. |
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[[Siliato Leonardo|Siliato]] è il presidente reggente. E' animato da sano realismo e arriva a vendere persino il fuoriclasse Selmosson alla [[Roma AS|Roma]] per tentare di salvare il bilancio. Gli acquisti sono di seconda fascia e le cessioni privano la squadra dei migliori giocatori. La Lazio arriva undicesima e ancora una volta Lovati risulta tra i più affidabili. Gioca 26 partite e nelle altre viene sostituito da un portiere toscano dai grandi mezzi: [[Cei Idilio|Idilio Cei]]. |
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La bizzarra idea di percorrere 18 ore di gara vestito a quel modo, sfidando le più ovvie convenzioni, sembra essere frutto della trovata di un pazzo, soprattutto se calata nel contesto di una società ancora ottocentesca nei costumi e un pò bigotta che inseguiva il progresso ma si confortava nelle tradizioni. E' invece da sola sufficiente a delineare la forza e l'intelligenza del personaggio in questione, avvolto quasi da un'aurea di leggenda, molto più avanti della sua generazione ancora imparruccata. |
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I due campionati successivi si concludono il primo al dodicesimo posto (Lovati gioca solo 9 gare), ed il secondo con la prima, tristissima ma non sorprendente, retrocessione della Lazio, che vide il vecchio portiere in campo solo per 8 volte. La Lazio è una società in preda al caos: [[Bernardini Fulvio|Bernardini]] viene esonerato e gli subentra la vecchia gloria [[Flamini Enrico|Flamini]] al quale subentrerà di nuovo [[Carver Jesse|Carver]]. |
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Fortunato Ballerini è un uomo dell'alta borghesia, ex Presidente e tra i fondatori della "Società Ginnastica Roma", grand'ufficiale della Corona d'Italia e capo sezione del Ministero di Grazia e di Giustizia dove non raggiungerà mai i gradi più elevati perchè sulle sue note caratteristiche vi era scritto come accezione negativa "dedito allo sport": dunque non il primo arrivato. |
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Il reggente [[Siliato Leonardo|Siliato]] se ne va e il suo posto viene preso dal redivivo [[Tessarolo Costantino|Tessarolo]] che però sarà sostituito dal commissario imposto dalla Lega Calcio, [[Giovannini]]. Roberto Lovati ha 34 anni e decide di chiudere con l'agonismo sebbene abbia ricevuto buone offerte da squadre di [[Serie B]]. |
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Non c'è da stupirsi quindi se una personalità così all'avanguardia abbia subito colpito e affascinato i Laziali, pionieri e anticipatori, nel loro piccolo, dello sport moderno. L'incontro avviene quindi nella mattina del [[20 ottobre]] [[1902]] ed è [[Masini Tito|Tito Masini]], vedendolo tagliare il traguardo come tutti gli altri concorrenti, a farsi coraggio e a presentarsi con [[Ancherani Sante|Sante Ancherani]] e [[Baccani Guido|Guido Baccani]] a Ballerini offrendogli la presidenza della Società con queste semplici parole: "Solo uno come Lei è degno di essere il presidente della Lazio". |
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Ormai Roma l'ha adottato e Bob decide di non spostarsi dalla Capitale. Si è sposato, è nato un figlio e a Roma sta ottimamente. Si iscrive al Centro tecnico per Allenatori e prende il patentino risultando il migliore dei candidati. |
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Come Segretario della Federazione Ginnastica, ruolo che ricopre dal 1888 al [[1914]], deve inizialmente esimersi dall'impegno, ma ha già fatto sua la causa biancoceleste e diventa subito un podista simpatizzante della Lazio. Passano due anni e il [[25 gennaio]] [[1904]] l'assemblea dei soci lo elegge presidente; stavolta il cav. Ballerini accetta e la nomina viene festeggiata alla [[Trattoria dell'Olmo|trattoria dell'Olmo]] in via Angelica, dove il neo presidente pronuncia il suo primo discorso destando l'allegria dei convitati con un gran senso dell'umoria e dove, qualche mese più tardi, il [[24 ottobre]] [[1904]], inaugura e bacia la bandiera della Lazio donata dalla madrina [[Tobia Anna|Anna Tobia in Massa]], dal Vice presidente [[Pastori Paolo|Paolo Pastori]] e dal cassiere [[Galvagni Arnaldo|Arnaldo Galvagni]]. |
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===La prima Coppa Italia=== |
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Sulle ali dell'entusiasmo portate da questo spirito illuminato, la giovane Lazio spicca il volo: non c'è manifestazione sportiva in cui manchi una rappresentanza biancoceleste, i premi e i trofei messi in palio diffondono la popolarità della Società che ora, grazie al suo nuovo presidente, può vantare grandi conoscenze tra le autorità politiche cittadine e nazionali. |
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Roberto Lovati è il portiere del primo trofeo vinto dalla Lazio nella sua lunga storia. La [[Coppa Italia]] del [[1958]] vede il trionfo dei biancocelesti che vincono 7 partite e ne pareggiano 2 e battono in [[24 settembre 1958 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Fiorentina 1-0|finale]], all'[[Stadio Olimpico - Roma|Olimpico]], la Fiorentina con un goal di [[Prini Maurilio|Prini]] all'82'. Lovati è l'artefice di quella vittoria con parate superlative mentre il brasiliano [[Tozzi Humberto|Humberto Tozzi]] segnerà 10 reti in nove incontri. |
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Eppure, tra le alte gerarchie, non tutti si dimostrano accondiscendenti con Ballerini, che viene posto di fronte all'aut-aut: o la Lazio o il Ministero. Ballerini, giocando d'astuzia, rinuncerà temporaneamente e in via del tutto formale alla presidenza, per poi riprenderla una volta ottenuta la promozione a capo divisione. Ma da lì in poi non sarà più tollerato che un uomo "dedito allo sport", come attesta una nota sulla sua cartella personale, ricopra cariche ministeriali e per questo motivo Ballerini non potrà più aspirare alla direzione generale. |
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Ma il suo spirito pragmatico e trascinatore non conosce ostacoli. Riceve l'incarico di trattare con il comitato olimpico internazionale l'assegnazione a Roma delle Olimpiadi del [[1908]], poi assegnate a Saint Louis, ed è tesoriere dei Comitati Italiani per le stesse Olimpiadi del [[1908]] e del [[1912]]. Nel frattempo studia scrupolosamente i libri contabili della Lazio, fino ad allora tenuti con premura dai fratelli Bigiarelli, poi ha a cuore di trovare un'altra sede sociale più ampia e accogliente trovandola in [[Via Pompeo Magno|via Pompeo Magno]]. |
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=== Il giocatore=== |
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Infine, nel [[1906]], riesce a ottenere per i giovani calciatori un campo di allenamento che si rispetti, [[Parco dei Daini|Parco dei Daini]], nella verde e aristocratica villa Borghese. E' proprio qui che i pionieri del calcio romano apprendono dai seminaristi scozzesi e irlandesi, che vengono quotidianamente sfidati dalla brigata di [[Ancherani Sante|Sante Ancherani]], i primi trucchi del gioco divenendo ben presto imbattibili. |
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Bob Lovati è stato uno dei più forti portieri della Lazio e tra i migliori d'Italia. Imbattibile nelle uscite alte anche grazie ai suoi mezzi fisici (m 1,88, kg 77), dotato di un eccezionale piazzamento e di un formidabile colpo d'occhio, sapeva dirigere la difesa in maniera ottima. |
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La Lazio incanta le folle e diventa il faro di luce dello sport cittadino, sempre sotto l'ala protettrice e la spinta propulsiva del suo Presidente "dedito allo sport", che nel [[1908]] alla maratona delle Olimpiadi di Londra è immortalato da un'istantanea come l'uomo di spalle, con paglietta in testa, che sembra tendere la mano al sofferente Dorando Pietri. E' ancora Ballerini a confermarsi uomo dalle inesauribili risorse quando, nel [[1913]], in una partita amichevole contro l'[[Audace]], [[Saraceni (I) Fernando|Saraceni]] colpisce involontariamente con il pallone il volto di una nobildonna venuta ad assistere all'incontro: si tratta della moglie del prefetto di Roma Annaratone e per i laziali l'incidente significa lo sfratto da [[Parco dei Daini]]. |
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Dava un senso di sicurezza ai compagni ed era dotato di forte carisma. Proverbiali le sue spettacolari e potenti uscite di pugno con cui riusciva a mandare il pallone oltre la metà campo. Anche nei poderosi rinvii con il piede sinistro arrivava facilmente nell'area opposta. Qualche leggera difficoltà, per via dell'altezza, si riscontrava nei tiri bassi. |
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Quella pallonata si rivela però un colpo di fortuna perchè permetterà ai biancocelesti di ottenere dal sindaco Ernesto Nathan, per intercessione del proprio instancabile presidente, il campo della [[Stadio Rondinella - Roma|Rondinella]] nel rione Flaminio, per gli allenamenti ed il campo della [[Farnesina]] per le partite ufficiali, oltre una golena di 100 metri sul Tevere per il nuoto ed il canottaggio. Con lo scoppio della [[Prima Guerra Mondiale]] il campionato viene interrotto e la [[Stadio Rondinella - Roma|Rondinella]], su decisione di Ballerini stesso, diviene orto di guerra e apre le porte alle donne che formano la sezione femminile e assistono maternamente nei vasti locali della sede sociale, spostatasi in [[Via Vittorio Veneto, 7|Via Veneto]], i figli dei combattenti. |
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===Dai pali alla scrivania, passando per la panchina=== |
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Tutte queste iniziative benefiche sono determinanti a innalzare la Lazio al più alto rango di nobiltà quando, il [[2 giugno]] [[1921]], il regio decreto n. 907 la riconosce ''Ente Morale'' per le sue benemerenze sociali, culturali e sportive, coronando così l'immensa dedizione ai colori biancocelesti del suo presidente. Mai nella storia una società sportiva aveva ottenuto una così importante investitura che, oltre a onorarla e a distinguerla ulteriormente, le permetterà di sopravvivere, nel [[1927]], al rocambolesco tentativo di fusione delle diverse società romane, voluto da Mussolini per formare un'unica forte squadra che portasse il nome della capitale dell'impero fascista e potesse competere alla pari con le grandi squadre del nord: la [[Roma AS|Roma]]. |
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Dal giorno del ritiro dall'agonismo, Bob Lovati è stato sempre nella Lazio. Non è possibile, sia pure con le più accurate ricerche, elencare la successione degli incarichi che Bob ha ricoperto nel sodalizio biancoceleste: allenatore della prima squadra per ben 105 partite in totale, sostituendo [[Gei Renato|Gei]], [[Lorenzo Juan Carlos|Lorenzo]], [[Maestrelli Tommaso|Maestrelli]], [[Vinicio (Luís Vinícius de Menezes)|Vinicio]] e inoltre allenatore della [[Primavera]], della [[Campionato Italiano De Martino|De Martino]], allenatore dei portieri, viceallenatore, capo degli osservatori, dirigente, talent scouts, ma soprattutto la voce amichevole, esperta, competente, fidata di intere generazioni di giocatori, presidenti, allenatori e dirigenti che hanno vissuto la Lazio negli ultimi 50 anni. |
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Con la fine della guerra, in seno alla Società, cominciano le prime divergenze tra Ballerini, strenuo difensore del puro dilettantismo nello sport, e altri soci e atleti più giovani capeggiati da [[Bitetti Olindo|Olindo Bitetti]] che invece intuiscono che il calcio si sta modernizzando e avviando verso il professionismo, sostenendo la necessità di stare al passo dei tempi per poter competere con le rivali. |
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L'unica vera icona della Lazialità per signorilità, disincanto, humor, sportività, eleganza e amore per i colori. Bob Lovati è stato più volte l'ascoltatissima fedele spalla di famosi allenatori della Lazio. Basti ricordare [[Vinicio (Luís Vinícius de Menezes)|Vinicio]] e [[Lorenzo Juan Carlos|Lorenzo]] oltre il grande [[Maestrelli Tommaso|Maestrelli]]. Dopo la parentesi di [[Vinicio (Luís Vinícius de Menezes)|Vinicio]] a Lovati è offerto un contratto biennale di allenatore della prima squadra. |
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Il contrasto diventa insanabile nel [[1925]] quando i dirigenti decidono di cambiare la ragione sociale rinominando la "Società Podistica Lazio" in "Società Sportiva Lazio" per darle un connotato di "polisportività" e prepararla ad affrontare la nuova Divisione Nazionale. Così come era avvenuto per il padre fondatore [[Bigiarelli Luigi|Luigi Bigiarelli]], per Ballerini gli ideali olimpici non possono essere messi da parte e così, arresosi di fronte alla realtà dei cambiamenti, è costretto in un gesto tanto doloroso quanto necessario: rassegnare le dimissioni per non ripudiare le proprie convinzioni. |
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Al termine della stagione [[1979/80]] scoppia lo scandalo delle scommesse e Bob, con la squadra decimata dalle squalifiche e sconvolta dal coinvolgimento di molti suoi campioni, riuscirà con immensa abilità e schierando una buona parte della squadra Primavera, a salvare la Lazio dalla retrocessione. Non c'è stato un solo periodo critico, negli ultimi cinque decenni, che non ha visto Lovati pronto a rimboccarsi le maniche e trovare le soluzioni adatte per il bene dei colori biancocelesti. |
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Il marchese [[Guglielmi Giorgio|Giorgio Guglielmi]] ne raccoglie, anche se per brevissimo tempo, la pesante eredità. Finiscono così 20 anni di gloriosa presidenza durante i quali la Lazio era cresciuta in tutte le sue sezioni vantando più di 4.000 soci, riconoscendo in Ballerini il padre protettore, il maestro e l'anima pulsante di quel progetto di amicizia, generosità e fratellanza nato all'alba del secolo su una panchina di [[Piazza della Libertà]]. |
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Con [[Maestrelli Tommaso|Tommaso Maestrelli]] il rapporto è stato profondo. Aiutante principale in campo, confidente e mediatore di quella banda di irregolari, osservatore puntuale delle squadre avversarie, è suo un bel pezzo di [[Scudetto]]. Quando Tommaso si ammala, Bob prende le redini della squadra con umiltà e amore e gestirà quel tremendo periodo, così denso di altri gravi lutti, con un affetto per l'amico scomparso che ancor oggi commuove i tifosi. |
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Egli tuttavia, nonostante l'età avanzata, continua a coltivare la sua passione sportiva e non perde mai quella caratteristica verve fantasiosa e ironica. Già nel [[1922]] aveva fondato la Roma Salus, dalla curiosa sigla "Società Astemio Longevo Universale Sanitaria". Salutista convinto, infaticabile podista, abile tiratore e giocatore di tamburello, a 81 anni si arrampica ancora sulle Dolomiti. |
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===L'oggi=== |
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Dopo 88 anni la sua incredibile esistenza si spegne a Roma, rimpianta da tutti, il [[19 settembre]] [[1940]]. |
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Con il passare degli anni gli incarichi di Lovati in seno alla Lazio sono stati rivolti agli aspetti dirigenziali e organizzativi riguardanti il settore giovanile. A tal proposito non va dimenticato che giocatori come [[Tassotti Mauro|Mauro Tassotti]], [[Massa Giuseppe|Giuseppe Massa]] e [[Montesi Maurizio|Maurizio Montesi]], ad esempio, sono stati lanciati in prima squadra proprio da Bob. |
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Oggi Roberto Lovati è un magnifico signore, prestante, elegante ed arguto, di 80 anni. Non lavora più nella Lazio, sebbene vi collabori come medico sportivo suo figlio, ma è sempre pronto a raccontare le "storie di Lazio" che i tifosi gli chiedono di ricordare quando l'incontrano. |
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A Roma è popolarissimo ed il giorno del suo ottantesimo compleanno ha ricevuto gli auguri delle più alte cariche politiche cittadine e di tantissimi riconoscenti sportivi di ogni età. Per i Laziali quest'uomo per tutte le stagioni è il vero punto di riferimento e l'unico che incarni ancora quell'ideale di "Sport" nato sulla panchina di [[Piazza della Libertà]] il [[9 gennaio]] del [[1900]]. |
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== Palmares == |
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* 1 [[Immagine:Coppa Italia.png|10px]] Coppa Italia (Lazio) nel [[1957/58]] |
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[[Categoria:Biografie| |
[[Categoria:Biografie|Lovati, Roberto]] |
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[[Categoria: |
[[Categoria:Calciatori|Lovati, Roberto]] |
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[[Categoria: |
[[Categoria:Allenatori|Lovati, Roberto]] |
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Versione delle 13:54, 23 mar 2009
Biografia
Roberto (Bob) Lovati, portiere, è nato a Cusano Milanino (MI) il 20 luglio 1927.





Dai primi passi all'arrivo alla Lazio
Nel 1946/47 inizia a giocare nella squadra della sua cittadina l'U.S. Gerli del presidente Romano Augusti. In questa società, che dal 1947/48 si chiamerà U.S. Cusano Milanino, il giocatore rimane tre stagioni. Nel 1949/50 viene acquistato dal Pisa in Serie B e con i nerazzurri toscani giocherà per altre tre stagioni sommando 5 presenze nel primo anno, 18 nel secondo e 36 nel terzo.
Nel 1952/53 viene comprato dal Monza Brianza, sempre in Serie B, e giocherà per due stagioni per complessive 68 gare ed imponendosi come uno dei migliori portieri della categoria.
Nell'estate del 1954 la Lazio, improvvidamente, cede al Vicenza il grande Sentimenti (IV) e si appresta a disputare la nuova stagione con in porta il giovane e promettente De Fazio ed il vecchio Zibetti, prelevato dal Brescia.
Tessarolo e Vaselli decidono di acquistare dal Monza Lovati per 40 milioni prestandolo, però, per un anno al Torino, fortissimamente voluto dal nuovo allenatore granata Annibale Frossi proveniente proprio dal club brianzolo. Non è troppo fortunata la stagione della Lazio per ciò che riguarda il portiere: De Fazio non si conferma ai livelli sperati e Zibetti è troppo anziano per dare sicurezza alla squadra. L'anno successivo, nella stagione 1955/56, ecco Lovati giungere finalmente nella squadra biancoceleste.
Anni biancocelesti e l'esordio in Nazionale
La Lazio, in quel campionato, è allenata dal duo Copernico-Ferrero ma a Gennaio avviene, a causa di risultati deludenti, un cambio di guida tecnica e viene preso l'inglese Carver.
I biancocelesti effettueranno una rimonta spettacolare e finiranno terzi in classifica a pari punti con l'Internazionale. E' una squadra molto forte che si avvale di giocatori come Selmosson, Bettini, Muccinelli, Sentimenti (V), Vivolo, Fuin, Molino e anche di Bob Lovati che disputa un campionato d'altissimo livello.
Gioca 32 partite, saltandone solo due per infortunio in cui viene sostituito dalla riserva Bandini. La sua migliore prestazione è quella del derby di ritorno dove è un baluardo insormontabile per i pericolosi Da Costa e Nyers.
La stagione successiva vede la conferma ad altissimi livelli del numero uno laziale che gioca tutte le partite, con Orlandi riserva e con la Lazio, allenata ancora da Carver, splendida terza ad un solo punto dalla Fiorentina e con la difesa meno battuta del campionato.
Alfredo Foni, D.T. della Nazionale, lo convoca in maglia azzurra e lo fa esordire a Roma contro l'Irlanda del Nord il 25 aprile 1957 nelle qualificazioni ai Mondiali. L'Italia si impone per 1-0 e Bob se la cava egregiamente.
Viene confermato per la difficile trasferta di Zagabria del 12 maggio (data "magica" fondamentale per la vittoria del primo Scudetto biancoceleste nel 1974), contro la Jugoslavia, ma una squadra azzurra disorganizzata, stanca e passiva, subisce ben sei reti dagli scatenati avversari.
Lovati non ha particolari colpe ma la sua carriera in Nazionale finirà precocemente, anche a causa della concorrenza di portieri italiani molto forti e soprattutto di proprietà degli squadroni del Nord, come Ghezzi, Buffon, Mattrel. Il campionato seguente, 1957/58, vede il cambio dell'allenatore. Carver non resiste al fascino dei soldi dell'Inter e va a Milano, mentre la Lazio fa ricorso allo slavo Ciric.
La stagione si rivela un inferno: si conclude con la Lazio in dodicesima posizione e con 65 goal al passivo. Lovati fa ogni domenica dei veri e propri miracoli ma la squadra non ha gioco, né schemi, né coraggio. Lovati gioca 26 partite e si conferma uno dei migliori portieri italiani sebbene per lui cominci l'"incubo Da Costa". Il centravanti romanista segna sempre con regolarità nei derby ed i tifosi beccano il povero Bob con benevole prese in giro che durano ancora ai nostri giorni.
In realtà Da Costa è uno dei più forti attaccanti della fine degli anni '50 ed i goal li realizza a tutti i portieri, tanto da vincere anche la classifica dei cannonieri. La stagione seguente è molto simile a quella precedente. La Lazio è affidata a Bernardini ma si dibatte in una crisi finanziaria gravissima.
Siliato è il presidente reggente. E' animato da sano realismo e arriva a vendere persino il fuoriclasse Selmosson alla Roma per tentare di salvare il bilancio. Gli acquisti sono di seconda fascia e le cessioni privano la squadra dei migliori giocatori. La Lazio arriva undicesima e ancora una volta Lovati risulta tra i più affidabili. Gioca 26 partite e nelle altre viene sostituito da un portiere toscano dai grandi mezzi: Idilio Cei.
I due campionati successivi si concludono il primo al dodicesimo posto (Lovati gioca solo 9 gare), ed il secondo con la prima, tristissima ma non sorprendente, retrocessione della Lazio, che vide il vecchio portiere in campo solo per 8 volte. La Lazio è una società in preda al caos: Bernardini viene esonerato e gli subentra la vecchia gloria Flamini al quale subentrerà di nuovo Carver.
Il reggente Siliato se ne va e il suo posto viene preso dal redivivo Tessarolo che però sarà sostituito dal commissario imposto dalla Lega Calcio, Giovannini. Roberto Lovati ha 34 anni e decide di chiudere con l'agonismo sebbene abbia ricevuto buone offerte da squadre di Serie B.
Ormai Roma l'ha adottato e Bob decide di non spostarsi dalla Capitale. Si è sposato, è nato un figlio e a Roma sta ottimamente. Si iscrive al Centro tecnico per Allenatori e prende il patentino risultando il migliore dei candidati.
La prima Coppa Italia
Roberto Lovati è il portiere del primo trofeo vinto dalla Lazio nella sua lunga storia. La Coppa Italia del 1958 vede il trionfo dei biancocelesti che vincono 7 partite e ne pareggiano 2 e battono in finale, all'Olimpico, la Fiorentina con un goal di Prini all'82'. Lovati è l'artefice di quella vittoria con parate superlative mentre il brasiliano Humberto Tozzi segnerà 10 reti in nove incontri.
Il giocatore
Bob Lovati è stato uno dei più forti portieri della Lazio e tra i migliori d'Italia. Imbattibile nelle uscite alte anche grazie ai suoi mezzi fisici (m 1,88, kg 77), dotato di un eccezionale piazzamento e di un formidabile colpo d'occhio, sapeva dirigere la difesa in maniera ottima.
Dava un senso di sicurezza ai compagni ed era dotato di forte carisma. Proverbiali le sue spettacolari e potenti uscite di pugno con cui riusciva a mandare il pallone oltre la metà campo. Anche nei poderosi rinvii con il piede sinistro arrivava facilmente nell'area opposta. Qualche leggera difficoltà, per via dell'altezza, si riscontrava nei tiri bassi.
Dai pali alla scrivania, passando per la panchina
Dal giorno del ritiro dall'agonismo, Bob Lovati è stato sempre nella Lazio. Non è possibile, sia pure con le più accurate ricerche, elencare la successione degli incarichi che Bob ha ricoperto nel sodalizio biancoceleste: allenatore della prima squadra per ben 105 partite in totale, sostituendo Gei, Lorenzo, Maestrelli, Vinicio e inoltre allenatore della Primavera, della De Martino, allenatore dei portieri, viceallenatore, capo degli osservatori, dirigente, talent scouts, ma soprattutto la voce amichevole, esperta, competente, fidata di intere generazioni di giocatori, presidenti, allenatori e dirigenti che hanno vissuto la Lazio negli ultimi 50 anni.
L'unica vera icona della Lazialità per signorilità, disincanto, humor, sportività, eleganza e amore per i colori. Bob Lovati è stato più volte l'ascoltatissima fedele spalla di famosi allenatori della Lazio. Basti ricordare Vinicio e Lorenzo oltre il grande Maestrelli. Dopo la parentesi di Vinicio a Lovati è offerto un contratto biennale di allenatore della prima squadra.
Al termine della stagione 1979/80 scoppia lo scandalo delle scommesse e Bob, con la squadra decimata dalle squalifiche e sconvolta dal coinvolgimento di molti suoi campioni, riuscirà con immensa abilità e schierando una buona parte della squadra Primavera, a salvare la Lazio dalla retrocessione. Non c'è stato un solo periodo critico, negli ultimi cinque decenni, che non ha visto Lovati pronto a rimboccarsi le maniche e trovare le soluzioni adatte per il bene dei colori biancocelesti.
Con Tommaso Maestrelli il rapporto è stato profondo. Aiutante principale in campo, confidente e mediatore di quella banda di irregolari, osservatore puntuale delle squadre avversarie, è suo un bel pezzo di Scudetto. Quando Tommaso si ammala, Bob prende le redini della squadra con umiltà e amore e gestirà quel tremendo periodo, così denso di altri gravi lutti, con un affetto per l'amico scomparso che ancor oggi commuove i tifosi.
L'oggi
Con il passare degli anni gli incarichi di Lovati in seno alla Lazio sono stati rivolti agli aspetti dirigenziali e organizzativi riguardanti il settore giovanile. A tal proposito non va dimenticato che giocatori come Mauro Tassotti, Giuseppe Massa e Maurizio Montesi, ad esempio, sono stati lanciati in prima squadra proprio da Bob.
Oggi Roberto Lovati è un magnifico signore, prestante, elegante ed arguto, di 80 anni. Non lavora più nella Lazio, sebbene vi collabori come medico sportivo suo figlio, ma è sempre pronto a raccontare le "storie di Lazio" che i tifosi gli chiedono di ricordare quando l'incontrano.
A Roma è popolarissimo ed il giorno del suo ottantesimo compleanno ha ricevuto gli auguri delle più alte cariche politiche cittadine e di tantissimi riconoscenti sportivi di ogni età. Per i Laziali quest'uomo per tutte le stagioni è il vero punto di riferimento e l'unico che incarni ancora quell'ideale di "Sport" nato sulla panchina di Piazza della Libertà il 9 gennaio del 1900.
Palmares
- 1
Coppa Italia (Lazio) nel 1957/58