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[[image:morte_maestrelli_Foto.jpg|180px|left|thumb|I giocatori accorsi dopo aver saputo della morte dell'allenatore. <br> (Gent. conc. Famiglia Ziaco)]] |
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Difensore, nato a Messina l'[[11 febbraio]] [[1961]]. |
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► '''[[La morte di Tommaso Maestrelli]]''' |
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Prima di iniziare a giocare al calcio faceva il pescatore a Galati Marina. Viene acquistato nell'ottobre del [[1986]] dal [[Napoli SSC|Napoli]]. Disputa 3 stagioni in maglia biancoceleste. Viene poi ceduto al [[Lecce]], dove resta per due anni. Nel [[1991]] passa in [[Serie B|B]] prima al [[Catanzaro]] e poi al [[Messina]], per andare poi a concludere la carriera con la maglia dell'Aquila Calcio in [[serie C]] e poi in Eccellenza nel [[1995/96]], anno in cui chiude tenendo il doppio incarico di calciatore e allenatore. |
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[[Maestrelli Tommaso|Tommaso Maestrelli]] è morto oggi pomeriggio alle tre nella clinica Paideia dove era stato ricoverato nella notte per un collasso cardiocircolatorio. Dopo un leggero miglioramento, le condizioni del paziente sono peggiorate. Verso le dieci è giunto, proveniente da New York, [[Chinaglia Giorgio|Giorgio Chinaglia]]. [[Maestrelli Tommaso|Maestrelli]] era già in coma. Forse non lo ha neppure riconosciuto, un'occlusione intestinale ha provocato un altro collasso ed è stata la fine. La notizia, sparsasi immediatamente in città, ha richiamato alla clinica numerosi sportivi, dirigenti federali e di società. Tutti i giocatori della Lazio accompagnati da [[Vinicio]] sono andati a rendere omaggio al loro ex allenatore. Verso sera il pubblico è stato ammesso alla camera ardente allestita in un salone al piano terreno. E' stato un mesto pellegrinaggio di amici e conoscenti, di giornalisti e di anonimi tifosi, che non scordavano come proprio un anno fa, il [[1 dicembre]] [[1975]], [[Maestrelli Tommaso|Tommaso Maestrelli]] era tornato alla guida tecnica della Lazio dopo la gestione [[Corsini Giulio|Corsini]]. I funerali sono fissati per domani pomeriggio alla basilica della Gran Madre di Dio al ponte Milvio. Parteciperanno tutti i giocatori in forza alla società. La partenza per Milano, dove la Lazio sarà impegnata domenica, è stata rinviata di qualche ora. |
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Con la Lazio colleziona 93 presenze e 5 reti in [[Campionato]]. Per lui (nel [[1980]]) 2 presenze con la Nazionale Under 21. |
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Era un uomo naturalmente elegante, d'un "tratto" civile che sapeva equilibrarsi assai bene tra modestia e consapevolezza. Era pronto al sorriso più che al riso, alla parola sussurrata più che alla sentenza o al grido. E' stato un esempio di gentilezza in un ambiente che spesso può sopravvivere e procedere solo sgomitando. [[Maestrelli Tommaso|Tom Maestrelli]] ha avuto pochi colleghi in grado di somigliargli. Persino lo [[scudetto]] vinto dalla Lazio fu un risultato che dipese molto dai suoi modi urbani, dalla sua tolleranza, dalla sua capacità di rifiutare ogni esagitazione, ogni connubio sgarbato. Ha sofferto molto, ha dovuto superare difficoltà aspre e talora tragicomiche. V'era gente — basti pensare al ragazzone [[Chinaglia Giorgio|Chinaglia]], condizionato da troppi umori — che solo grazie a [[Maestrelli Tommaso|Maestrelli]] seppero esprimere il meglio di sé. Se ne è andato in punta di piedi, soffrendo al di là del dicibile. Il suo esempio è scritto tutto in lettere minuscole; o, come direbbe un poeta, col lapis. Ma proprio qui vive il suo ricordo, l'affetto di chi lo conobbe e non riuscirà a dimenticarlo. |
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► [[Marino Raimondo|Clicca qui per continuare la lettura]] |
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[[Immagine:11feb04a.jpg|thumb|left|150px|Il biglietto della partita]] |
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[[Immagine:11feb04d.jpg|thumb|right|150px|Claudio Lopez e Costacurta in azione]] |
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[[Immagine:11feb04c.jpg|thumb|left|150px|Stefano Fiore: per il centrocampista calabrese una doppietta]] |
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[[Immagine:11feb04f.jpg|thumb|right|150px|Brocchi lascia il campo dopo l'espulsione]] |
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[[Immagine:11feb04b.jpg|thumb|left|150px|Esultanza biancoceleste]] |
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[[Immagine:11feb04e.jpg|thumb|right|150px|Corrsport del giorno dopo]] |
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[[2003/04|Stagione]] |
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[[Giovedì 5 febbraio 2004 - Milano, stadio Giuseppe Meazza - Milan-Lazio 1-2|Turno precedente]] - [[Mercoledì 17 marzo 2004 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Juventus 2-0|Turno successivo]] |
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{{datalink|11|febbraio|2004}} - '''[[Coppa Italia]]''' [[2003/04]] - Semifinale, gara di ritorno |
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'''LAZIO:''' [[Sereni Matteo|Sereni]], [[Oddo Massimo|Oddo]], [[Stam Jaap|Stam]], [[Mihajlović Siniša|Mihajlovic]] (72' [[Muzzi Roberto|Muzzi]]), [[Favalli Giuseppe|Favalli]], [[Fiore (I) Stefano|Fiore]], [[Albertini Demetrio|Albertini]] (62' [[Zauri Luciano|Zauri]]), [[Liverani Fabio|Liverani]], [[Cesar Rodriguez Aparecido|Cesar]], [[Corradi Bernardo|Corradi]] (71' [[Inzaghi (II) Simone|S.Inzaghi]]), [[Lopez Claudio Javier|Lopez]]. A disposizione: [[Peruzzi Angelo|Peruzzi]], [[Colonnese Francesco|Colonnese]], [[Gottardi Guerino|Gottardi]]. Allenatore: [[Mancini Roberto|Mancini]]. |
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'''MILAN:''' Abbiati, Simic, Laursen, Costacurta, Kaladze, [[Brocchi Cristian|Brocchi]], Redondo, Serginho, Rui Costa (46' Seedorf), Shevchenko (46' F.Inzaghi), Borriello (68' Gattuso). A disposizione: [[Fiori Valerio|Fiori]], [[Nesta Alessandro|Nesta]], Cafu, Kakà. Allenatore: Ancelotti. |
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'''Arbitro:''' Sig. Collina (Viareggio). |
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'''Marcatori:''' 11' [[Cesar Rodriguez Aparecido|Cesar]], 15' [[Liverani Fabio|Liverani]], 35' [[Fiore (I) Stefano|Fiore]], 41' [[Fiore (I) Stefano|Fiore]]. |
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'''Note:''' Espulso [[Brocchi Cristian|Brocchi]] al 58' per offese all'arbitro. Ammoniti Costacurta per comportamento non regolamentare e [[Mihajlović Siniša|Mihajlovic]] per gioco scorretto. Nessun recupero effettuato dall'arbitro. |
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'''Spettatori:''' Paganti 45.899 per un incasso di euro 613.520,00. |
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[[La Gazzetta dello Sport]] titola: "La Lazio fa poker. Il [[Milan AC|Milan]] fa pena. Bastano 45': [[Cesar Rodriguez Aparecido|Cesar]] apre, [[Liverani Fabio|Liverani]] e [[Fiore (I) Stefano|Fiore]] chiudono. [[Mancini Roberto|Mancini]] ancora in finale, rossoneri mai in partita". |
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Continua la "rosea": L'[[Stadio Olimpico - Roma|Olimpico]] ha instaurato la "legge del 4". [[Roma AS|Roma]] o Lazio non fa differenza. Solo che i giallorossi ci hanno messo due tempi per applicarla alla [[Juventus FC|Juventus]]; alla Lazio contro il [[Milan AC|Milan]] son bastati appena 41' e a questo punto nessuno tra [[Albertini Demetrio|Albertini]] e compagni se l'è sentita di sussurrare ad un avversario di prendere e andare a casa, anche perché bisognava comunque disputare il più inutile avvilente (per i rossoneri) secondo tempo. Non sappiamo con quanta convinzione il [[Milan AC|Milan]] si fosse presentato a Roma per tentare di recuperare una qualificazione alla finale di [[Coppa Italia|coppa Italia]] già largamente compromessa a [[Stadio San Siro - Milano|San Siro]]. Ancelotti ha ripresentato ugualmente la squadra bis, con la sola presenza del titolarissimo Shevchenko al quale nei piani della vigilia doveva affiancarsi Pippo Inzaghi. E questa era l'unica concessione alla ferrea disposizione di non distrarre forze utili al [[Campionato|campionato]]. Invece all'ultimo momento Superpippo si è seduto in panchina, al suo posto ha giocato Borriello e Sheva al 5' ha dato sfogo al suo desiderio (e a quello dei compagni) di rivalsa con una bordata dal limite che il portiere [[Sereni Matteo|Sereni]] ha deviato in angolo con un certo affanno. Tutta qui la "partecipazione" del [[Milan AC|Milan]] alla semifinale di ritorno di [[Coppa Italia|coppa Italia]]. Dopo ci ha pensato la Lazio: due gol alle spalle di Abbiati in 15' e il discorso qualificazione era chiuso. [[Milan AC|Milan]] di sasso, di stucco, di sale: scegliete voi. E visto che ci aveva preso gusto, la Lazio si è premunita di piazzare altri due palloni nella rete avversaria, questa volta con la gentile collaborazione di tutta la difesa rossonera. |
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I primi due invece sono stati autentici capolavori di intuito e tecnica individuali oltre che di straordinaria coralità di manovra. Più semplice, essenziale e irresistibile l'1-0 all'11', con [[Liverani Fabio|Liverani]] che fingeva la battuta e poi faceva filtrare un pallone centrale rasoterra che ipnotizzava il danese Laursen, ma sul quale si gettava [[Cesar Rodriguez Aparecido|Cesar]] per anticipare in piena corsa Abbiati in uscita. Il secondo è da cineteca: [[Fiore (I) Stefano|Fiore]], qualche metro prima della linea di centrocampo sulla destra, raggiungeva con un lancio di circa 50 metri [[Cesar Rodriguez Aparecido|Cesar]] sull'angolo sinistro dell'attacco, corsa velocissima verso il fondo del brasiliano che vedeva [[Liverani Fabio|Liverani]] sul limite dell'area e lo serviva con un passaggio all'indietro da manuale del calcio; il centrocampista fintava la bordata e poi invece piazzava di precisione rasoterra vicino al primo palo, mandando in bambola Abbiati. Un 2-0 ineccepibile per una Lazio bellissima, che giocava un calcio di qualità e velocità, due requisiti che non sempre si combinano bene. Ma ieri sera c'era tanta qualità di giocatori in campo. Assenti [[Dabo Ousmane|Dabo]] e [[Giannichedda Giuliano|Giannichedda]], [[Mancini Roberto|Mancini]] ha rinunciato anche all'idea di piazzare [[Zauri Luciano|Zauri]] a centrocampo e allora lo schieramento era il 4-3-3 di ultima matrice con un centrocampo che poteva apparire da brividi: [[Fiore (I) Stefano|Fiore]], [[Albertini Demetrio|Albertini]] e [[Liverani Fabio|Liverani]]. Invece sono stati proprio i tre che hanno messo in ginocchio il reparto avversario creando gioco e azioni su azioni sempre con il timbro della classe e dell'inventiva. [[Albertini Demetrio|Albertini]] dominava nella fase di rilancio con una regia di consueta personalità, ma stupefacente dinamismo, [[Liverani Fabio|Liverani]] rifiniva da grande cesellatore e [[Fiore (I) Stefano|Fiore]] partecipava e concludeva da uomo gol ritrovato in un momento di forma magica. |
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► [[Mercoledì 11 febbraio 2004 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Milan 4-0|Clicca qui per continuare la lettura]] |
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Versione delle 21:07, 11 feb 2014

Difensore, nato a Messina l'11 febbraio 1961.
Prima di iniziare a giocare al calcio faceva il pescatore a Galati Marina. Viene acquistato nell'ottobre del 1986 dal Napoli. Disputa 3 stagioni in maglia biancoceleste. Viene poi ceduto al Lecce, dove resta per due anni. Nel 1991 passa in B prima al Catanzaro e poi al Messina, per andare poi a concludere la carriera con la maglia dell'Aquila Calcio in serie C e poi in Eccellenza nel 1995/96, anno in cui chiude tenendo il doppio incarico di calciatore e allenatore.
Con la Lazio colleziona 93 presenze e 5 reti in Campionato. Per lui (nel 1980) 2 presenze con la Nazionale Under 21.
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Turno precedente - Turno successivo
11 febbraio 2004 - Coppa Italia 2003/04 - Semifinale, gara di ritorno
LAZIO: Sereni, Oddo, Stam, Mihajlovic (72' Muzzi), Favalli, Fiore, Albertini (62' Zauri), Liverani, Cesar, Corradi (71' S.Inzaghi), Lopez. A disposizione: Peruzzi, Colonnese, Gottardi. Allenatore: Mancini.
MILAN: Abbiati, Simic, Laursen, Costacurta, Kaladze, Brocchi, Redondo, Serginho, Rui Costa (46' Seedorf), Shevchenko (46' F.Inzaghi), Borriello (68' Gattuso). A disposizione: Fiori, Nesta, Cafu, Kakà. Allenatore: Ancelotti.
Arbitro: Sig. Collina (Viareggio).
Marcatori: 11' Cesar, 15' Liverani, 35' Fiore, 41' Fiore.
Note: Espulso Brocchi al 58' per offese all'arbitro. Ammoniti Costacurta per comportamento non regolamentare e Mihajlovic per gioco scorretto. Nessun recupero effettuato dall'arbitro.
Spettatori: Paganti 45.899 per un incasso di euro 613.520,00.
La Gazzetta dello Sport titola: "La Lazio fa poker. Il Milan fa pena. Bastano 45': Cesar apre, Liverani e Fiore chiudono. Mancini ancora in finale, rossoneri mai in partita".
Continua la "rosea": L'Olimpico ha instaurato la "legge del 4". Roma o Lazio non fa differenza. Solo che i giallorossi ci hanno messo due tempi per applicarla alla Juventus; alla Lazio contro il Milan son bastati appena 41' e a questo punto nessuno tra Albertini e compagni se l'è sentita di sussurrare ad un avversario di prendere e andare a casa, anche perché bisognava comunque disputare il più inutile avvilente (per i rossoneri) secondo tempo. Non sappiamo con quanta convinzione il Milan si fosse presentato a Roma per tentare di recuperare una qualificazione alla finale di coppa Italia già largamente compromessa a San Siro. Ancelotti ha ripresentato ugualmente la squadra bis, con la sola presenza del titolarissimo Shevchenko al quale nei piani della vigilia doveva affiancarsi Pippo Inzaghi. E questa era l'unica concessione alla ferrea disposizione di non distrarre forze utili al campionato. Invece all'ultimo momento Superpippo si è seduto in panchina, al suo posto ha giocato Borriello e Sheva al 5' ha dato sfogo al suo desiderio (e a quello dei compagni) di rivalsa con una bordata dal limite che il portiere Sereni ha deviato in angolo con un certo affanno. Tutta qui la "partecipazione" del Milan alla semifinale di ritorno di coppa Italia. Dopo ci ha pensato la Lazio: due gol alle spalle di Abbiati in 15' e il discorso qualificazione era chiuso. Milan di sasso, di stucco, di sale: scegliete voi. E visto che ci aveva preso gusto, la Lazio si è premunita di piazzare altri due palloni nella rete avversaria, questa volta con la gentile collaborazione di tutta la difesa rossonera.
I primi due invece sono stati autentici capolavori di intuito e tecnica individuali oltre che di straordinaria coralità di manovra. Più semplice, essenziale e irresistibile l'1-0 all'11', con Liverani che fingeva la battuta e poi faceva filtrare un pallone centrale rasoterra che ipnotizzava il danese Laursen, ma sul quale si gettava Cesar per anticipare in piena corsa Abbiati in uscita. Il secondo è da cineteca: Fiore, qualche metro prima della linea di centrocampo sulla destra, raggiungeva con un lancio di circa 50 metri Cesar sull'angolo sinistro dell'attacco, corsa velocissima verso il fondo del brasiliano che vedeva Liverani sul limite dell'area e lo serviva con un passaggio all'indietro da manuale del calcio; il centrocampista fintava la bordata e poi invece piazzava di precisione rasoterra vicino al primo palo, mandando in bambola Abbiati. Un 2-0 ineccepibile per una Lazio bellissima, che giocava un calcio di qualità e velocità, due requisiti che non sempre si combinano bene. Ma ieri sera c'era tanta qualità di giocatori in campo. Assenti Dabo e Giannichedda, Mancini ha rinunciato anche all'idea di piazzare Zauri a centrocampo e allora lo schieramento era il 4-3-3 di ultima matrice con un centrocampo che poteva apparire da brividi: Fiore, Albertini e Liverani. Invece sono stati proprio i tre che hanno messo in ginocchio il reparto avversario creando gioco e azioni su azioni sempre con il timbro della classe e dell'inventiva. Albertini dominava nella fase di rilancio con una regia di consueta personalità, ma stupefacente dinamismo, Liverani rifiniva da grande cesellatore e Fiore partecipava e concludeva da uomo gol ritrovato in un momento di forma magica.
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