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<!-- Gestione ultima gara disputata e prossima da disputare--> |
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| ► [[Timeline colori e simboli SS Lazio]] |
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| ''"[...] e scoccare verso le strepeanti acque, frecciate biancazzurre, due ghiandaie"''. <br> Da Mediterraneo di Eugenio Montale, estrapoliamo questo momento così prezioso: l’entrata, nella letteratura italiana, del neologismo "biancazzurro". <br> <br> I "composti giustappositivi bimembri di aggettivi coloristici" – come direbbe il pedante studioso – pare proprio siano, negli ultimi tempi, oggetto di controversia nel mondo degli affetti laziali. Biancazzurri o Biancocelesti, come li dobbiamo chiamare i nostri beneamati atleti? Di che colore devono essere le bandiere? L’Aquila ha sul timone un nastro bianco e celeste, una convessità gravida di vita ed emozioni, o invece reca un nastro bianco e azzurro, un gelido lapislazzuli persiano che svaria dal cilestro al turchino? Romano o medio-orientale, nelle pupille e sulle labbra, il nome comunque non tradisce e subitaneamente agisce: '''Lazio!''' <br> <br> D’istinto, ci verrebbe di scegliere un colore oppure l’altro, e quindi seguire il consiglio di frate Guglielmo da Occam: ''Non sunt multiplicanda entia sine necessitate''. Insomma, perché complicarsi la vita? I romanisti sono giallorossi, gli juventini sono bianconeri ("neribianchi stormi", scriverebbe Montale) e gli interisti e milanisti non dubitano d’essere nerazzurri e rossoneri. Ma noi laziali no: noi abitiamo in Danimarca: ci piace orzare per puro divertimento, mossi da una smania in tutto degna di Ulisse. <br> <br> Una ulteriore risposta plausibile è che passiamo dal celeste all’azzurro e dall’azzurro al celeste perché intuiamo la ricchezza che annuncia il continuo cambiamento. Avvertiamo la forza psichica che emana da due sfumature di uno dei colori più belli in natura; e allora giù a leggere le teorie di Luscher e Kandinskij, che ci rivelano mille cose al riguardo. Più prosaicamente, e rivolgendoci a una disciplina che, pur non essendo una scienza esatta, in certi casi – e questo è il caso – è come la bussola amalfitana che fornisce i punti cardinali al navigante, è sufficiente armarsi di carta, gomma e matita per risolvere il piccolo enigma. La nostra mano, seguendo le direttive della mente, deve solo tracciare [[Timeline colori e simboli SS Lazio|una "linea del Tempo"]]. <br> <br> In storiografia, nelle scienze naturali e anche in quelle forensi (pensate a investigatori da romanzo come Lincoln Rhyme, che hanno reso popolare il concetto), si utilizza la linea temporale per farsi le idee più chiare in merito a un’indagine. Non che questa nostra "Quest", sui colori "veri" della SS Lazio, unita al significato dei suoi simboli, abbia punti di contatto con l’identificazione di un serial killer, no: diciamo piuttosto che è più divertente. Un po’ come la "Linea" di Osvaldo Cavandoli che allietava i Caroselli degli anni Sessanta. <br> <br> La Linea si muoveva e parlava, forse in lingua polacca perché davvero poco si capiva. La Timeline si muove uguale, scivola avanti e indietro nel Tempo, via via che la si aggiorna; la sua lingua è come una Stele di Rosetta, in quanto traduce in lampadine d’Archimede Pitagorico – tante belle lucette che si accendono in sequenza – una serie di Ka’ba nere e lucide che, altrimenti, ci stavano comprando il biglietto di sola andata per Copenhagen. <br> <br> Costruiamo, ordunque (altro ricordo d’infanzia: Giocagiò, pastelli, scatole, colla e forbici...), la speciale Timeline sul tema: COLORI DELLA SOCIETA’ SPORTIVA LAZIO. <br> <br> <p align=center> NATI BIANCHI </p> Lo "start" è [[Martedì 9 gennaio 1900: la fondazione della Società Podistica Lazio|la nascita della Società Podistica Lazio]], il [[9 gennaio]] del [[1900]]. Il "final meeting" è oggi, ottobre del [[2020]]. Diciamo subito che i punti di riferimento della nostra Timeline saranno i seguenti: gli statuti e i regolamenti societari, gli stemmi e le insegne ufficiali, le casacche utilizzate dalle squadre di football, le deliberazioni assembleari, taluni elementi iconografici e di emeroteca, le memorabilia. E procuratevi subito un prontuario di araldica, che senz’altro vi sarà utile. <br> <br> |
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[[Immagine:10gen1900Messaggero.jpg|thumb|left|200px|La notizia della nascita della Podistica Lazio su Il Messaggero del 10 gennaio 1900]] |
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[[Immagine:PaglianiPericle2.jpg|thumb|left|200px|Pericle Pagliani]] [[Immagine:Squadra0.jpg|thumb|left|200px|15 maggio 1904]] [[Immagine:Ballerini.jpg|thumb|left|200px|Fortunato Ballerini]] [[Immagine:Olmo.jpg|thumb|left|200px|La Trattoria dell'Olmo]] [[Immagine:RZangrilli.jpg|thumb|left|200px|Romano Zangrilli]] [[Immagine:BrutoSeghettini.jpg|thumb|left|200px|Bruto Seghettini]] [[Immagine:07gen1911.jpg|thumb|left|200px|Il Messaggero del 7 gennaio 1912]] |
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Nel primo statuto, stilato il [[13 gennaio]] [[1900]], non vi è traccia di colori sociali. Alcune nebulose immagini, che coprono i primissimi anni di attività, mostrano i podisti della "Lazio" con una casacca bianca dal collo alto e il taglio attillato, adatta a un lavoro invernale. Sul petto hanno ricamato il nome "Lazio" con un filo scuro. Questo era il modo comune alle società podistiche dell’epoca, esemplato dai club del nord, uno dei quali addirittura si chiamava "SP Lario". <br> <br> Ma la SPL di Roma ebbe subito una sezione natatoria. Da una nota di emeroteca che data al [[1939]] e reca la firma del pioniere [[Spositi Vittorio|Vittorio Spositi]], sappiamo che i laziali ([[Balestrieri Arturo|Arturo Balestrieri]]), all’avvio dell’estate del [[1900]] portavano "mutandine a triangolo di tela azzurra". Non molto tempo dopo, alcuni podisti cominciarono a presentarsi alle gare con uno scudettino scuro sul petto. Come forma (a noi sembra uno scudo sagomato interzato in banda), l’emblema era simile a quello dei waterpolisti della Rari Nantes Roma. Società alla quale risultavano tesserati alcuni dei fondatori della SPL e che, come smalti, aveva il bianco e il celeste. E però, l’arme della RNR Waterpolo del [[1901]] era interzato in sbarra e bianco-azzurro! Vediamo già apparire, in questa annotazione, un fattore che non dobbiamo dimenticare, nel prosieguo dell’analisi: il celeste e l’azzurro erano intercambiabili, sulle vestimenta e sugli emblemi delle società fiumarole; un altro esempio l’abbiamo nel Club Canottieri Aniene, ufficialmente giallo-celeste ma anche giallo-azzurro; e perfino giallo-blu, a volte. <br> <br> La nostra linea temporale scivola in avanti, per sostare a due date davvero fondamentali, entrambe concernenti l’anno [[1904]]: la domenica del [[15 maggio]] [[1904]] la squadra di football disputa, sui prati di [[Piazza d'Armi]], [[Domenica 15 maggio 1904 - Roma, Piazza d'Armi - Lazio-Virtus 3-0|la prima partita ufficiale]] con i "cugini" della [[Virtus|SS Virtus]]. Siccome i rivali hanno da poco inaugurato una camiciola a scacchi bianchi e neri, coi bottoncini e all’ultima moda proprio, il capitano del team, [[Ancherani Sante|Sante Ancherani]], d’accordo con i compagni decide di farla in casa, una camicia uguale. Come materiale, la madre e una sorella di Santino indicano la flanella, che può essere confezionata sia con la lana che col cotone, è leggera, calda e resistente, e all’epoca la si usava per le lenzuola, le bende e i pannolini. Tra le varie tonalità, i calciatori optano per il celeste col bianco. Nasce una bella divisa, a scacchi bianchi e celesti. [[Ancherani Sante|Ancherani]], in seguito, avrebbe ricordato come l’abbinamento avesse subito incontrato il gradimento generale, in quanto giudicato "delicato e signorile". L’economicità del materiale, la qualità estetica, quindi, e anche una buona dose di casualità, furono alla base. La muta di maglie venne fatta lì per lì, cucendo le donne per tutta la notte tra il sabato e la domenica. Fino a quel momento, gli atleti laziali non avevano avuto bisogno di colori per distinguersi: bastava il nome cucito. Ora no: il gioco di squadra impone la differenziazione, e così arrivano i colori sociali. All’inizio, nessuno ci aveva pensato perché la Lazio era nata da un gruppo di ragazzi su un battello a capanna ancorato sul Fiume, con lo scopo dichiarato di marciare, correre e nuotare. <br> <br> Seconda data cardinale nella genesi ed evoluzione degli smalti della Lazio: l’[[8 agosto]] [[1904]]. Nel corso di un’assemblea straordinaria, tenuta nella sede-appartamento di via Pompeo Magno, il nuovo presidente eletto, il cavalier [[Ballerini Fortunato|Fortunato Ballerini]], dà l’incarico di creare un vessillo sociale. La bandiera viene inaugurata la domenica del [[23 ottobre]] ad un banchetto alla [[Trattoria dell'Olmo]], fuori Porta del Popolo. Dalla cronaca de [[Il Messaggero]], non si evince nulla sul "drappo" a battesimo: né i colori né la loro disposizione. Ma una testimonianza di [[Ballerini Fortunato|Ballerini]], rintracciabile alla pagina 144 del volume La Federazione Ginnastica Italiana e le sue origini (Roma, [[1939]]), è dirimente al riguardo: '''"La sua bandiera a strisce bianco-celesti''' è donata dal Vice Presidente del tempo [[Pastori Paolino|Paolino Pastori]] e ne è madrina la socia [[Tobia Massa Anna|Anna Tobia in Massa]], che la confeziona con le sue mani". Tutto lascia pensare che la bandiera in questione fosse a rigoni verticali, e la tinta adoperata la medesima dei footballers. Un celeste che dobbiamo credere acceso, giacché quella era la tonalità dei tessuti in flanella in vendita nei negozi. Volete un paragone? Il fiocco di seta che si pone davanti alla porta quando nasce un maschietto... <br> <br> Da questo momento, solo da questa data, cominciano i riferimenti sui giornali agli atleti della Lazio, impegnati in molteplici discipline, come ai "bianco-celesti": la "Società bianco-celeste". [[Zangrilli Romano|Romano Zangrilli]], vincitore di un [[campionato]] di marcia nel giugno [[1905]], si fa fotografare con una canotta a larghe fasce biancocelesti. <br> <br> Scorre la linea del Tempo. E qui abbiamo un primo documento originale, di quelli che il consocio Marco Impiglia ha scoperto all’Archivio Storico Capitolino. Nel marzo del [[1906]], in una lettera su carta intestata indirizzata da [[Ballerini Fortunato|Ballerini]] al conte di San Martino e Valperga, compare per la prima volta l’emblema dell’aquila; un motivo araldico probabilmente già acquisito da alcuni mesi, stando a una rara foto scovata da LW in cui si vede [[Seghettini Bruto|Bruto Seghettini]] esibirlo sul berretto, sotto la forma di un distintivo metallico, durante una giornata sportiva a Villa Borghese la domenica del [[1 ottobre|primo ottobre]] [[1905]]. E stiamo parlando di quello stesso stemma, graficamente raffinato, che ipotizziamo sia stato creato nella bottega d’arte di uno dei "nove", [[Massa Galileo|Galileo Massa]] – scultore e fonditore purtroppo non aduso a firmare le proprie opere – e che recentemente è stato assunto come ufficiale dalla SS Lazio. Il rapace – figura araldica naturale femminile – ha una posa "alpina", plastica, assai lontana da richiami romano-imperiali, e reca nel becco un cartiglio di un bell’azzurro netto, quasi foncé. L’aquila guarda correttamente a destra. <br> <br> Lo scudo, invece, è ''svizzero'' e presenta sette strisce verticali di cui tre in palo più chiare, nel monocromatismo obbligatorio per il modello e il tipo. Tutto fa pensare che quelle strisce azzurrine più tenui suggeriscano il celeste abbinato al bianco. Ma c’è di più: nello stesso periodo la SPL bandisce una manifestazione polisportiva a Villa Borghese, dove ha la sua nuova sede alla [[Casina di Via dell'Uccelliera|Casina dell'Uccelliera]]. Per l’occasione, oltre a gare atletiche è prevista a Piazza di Siena una sfida con il "[[Roman|Football Club di Roma]]" (il [[Roman]]: i futuri "giallorossi romanisti"). La partita poi non si gioca, e tuttavia, il fogliettino rosa, stampato dalla Lazio per pubblicizzare l’evento, reca in alto a sinistra il nuovo ''arme''. Si vede benissimo lo stacco di tonalità esistente tra il cartiglio e lo scudo: due colori diversi: l’azzurro e il celeste! Le tre strisce centrali sono più fini rispetto alle quattro che le contornano. Nella simbologia, questa sottile ma importante distinzione significa che esse sono dei "pilastri" e rispondono al trinomio dell’Arte Reale che regge il Tempio massonico: Saggezza, Forza, Bellezza. Chi si intende di aspilogia, non può nutrire dubbi in proposito. <br> <br> Tra l’altro, secondo le regole vigenti in araldica, la bandiera trasferisce in orizzontale ciò che sullo stemma è in verticale, per cui è lecito avanzare l’ipotesi che le "strisce bianco-celesti" citate da [[Ballerini Fortunato|Ballerini]] fossero, in realtà, disposte in orizzontale. Un esempio classico ce l’abbiamo nella bandiera americana. Detto vessillo riprende lo scudo composto da sette strisce verticali, con le tre centrali bianche in palo, a copiare pari pari lo stendardo di Ugo di Toscana. La cosa venne suggerita a George Washington da Filippo Mazzei, toscano di Poggio a Caiano che faceva il mediatore d’armi in Virginia. (Davvero incredibile questo collegamento segreto tra la Toscana, gli USA e la Lazio; e allora viva la "americana" [[Olimpia]]!) <br> <br> Ma non è finita qui. Stavamo dimenticando l’informazione cardinale che lo stemma del [[1905]] ci dona; un motivo che, con l’adozione da parte della SS Lazio Generale, pare valido tuttora. Il fatto che le strisce siano sette richiama la simbologia massonica del 7: secondo Pitagora, il sette, essendo l’unico valore numerico senza "madre" e, allo stesso tempo, "vergine" (non partorisce e non divide altri numeri compresi tra l’uno e il dieci), ha il significato di una ammonizione: ''l’unico valore per l’Uomo è la sua Coscienza, che ci rende tutti eguali e di pari dignità''. Ecco, dunque, confermata indirettamente la leggenda, rintracciabile alla pagina 10 del volume Storia della Lazio, che vede [[Bigiarelli Luigi|Luigi Bigiarelli]] rinunciare ad assumere la prima presidenza della Società con le famose parole: ''"È stata un’idea di tutti, questa Lazio, non cominciamo a distinguerci tra noi"''. <br> <br> Giunti a questo punto, è esiziale porsi la questione: quando vennero approvati, in assemblea, i colori sociali? E in quale, dei vari statuti pubblicati nel periodo anteguerra, entrò per la prima volta l’articolo riguardante? In questo campo, stante la mancanza di documentazione probante, possiamo solo avanzare ipotesi. Nel suo discorso di commiato alla presidenza, declamato nella sede di [[Via Vittorio Veneto ex 7|via Veneto]] il [[22 febbraio]] [[1922]] – e che LazioWiki ha nella sua forma completa così come riportata sul bollettino "Lazio" numero 6 del [[1922]] – [[Ballerini Fortunato|Fortunato Ballerini]] enumera, oltre al primo statuto successivo a quello di fondazione, risalente al [[24 marzo]] [[1901]], tre altri statuti, datati [[1 giugno|1° giugno]] [[1904]], [[3 gennaio]] [[1909]] e [[19 luglio]] [[1917]]. Detti statuti ebbero la funzione di riassumere l’iter ordinativo che veniva continuamente mutando, ogni volta che a un’assemblea si approvavano modifiche. Come esempio, portiamo l’assemblea ordinaria del [[14 gennaio]] [[1906]]. Da una nota di emeroteca, sappiamo che quel giorno [[Bigiarelli Luigi|Luigi Bigiarelli]] fu fatto "socio benemerito" e si votarono "modificazioni allo statuto". Forse proprio in quella circostanza entrarono i colori sociali; per uno scherzo del fato, giusto nel giorno in cui al Fondatore si riconosceva un merito. È quasi certo che nel [[1913]] venne prodotta una ulteriore, corposa revisione, al fine di rendere conto dello sviluppo della Istruzione Premilitare. Ma noi non crediamo che, a quella data, la SPL fosse ancora senza colori ufficiali, cioè menzionati nello statuto. E vedremo tra poco perché. <br> <br> In un libretto cartonato che ci plana tra le mani, stampato nel [[2005]] e storditamente impaginato alla rovescia, ''La maglia del cuore'', si passano in rassegna le divise usate dalle squadre di calcio. Si afferma recisamente che la prima casacca biancoceleste è stata indossata nella "primavera del [[1902]]". Indicazione che è un omaggio a ''Storia della Lazio''. (Impiglia, nel suo ''Pionieri del calcio romano'' uscito nel gennaio del [[2003]], aveva già corretto la data al [[1904]], ma il revisionismo non era ancora stato digerito). Nel défilé, un po’ alla buona, e che comunque ha il pregio di non uscire dal ''Romance'', si accenna alla prima maglia celeste a tinta unita del [[1912]]: un’altra delle piccole scoperte del revisionista Impiglia. Una tenuta più uniforme nella fattura di quella del [[1904]], sicuramente acquistata in un negozio specializzato e indossata il [[7 gennaio]] [[1912]] al Campo Due Pini, in casa del [[Roman]]. Nella circostanza, scrisse Alberto Caniggia, uno dei ''footballers'' di seconda generazione che si diedero al giornalismo, sul periodico L'Italia Sportiva: "La squadra della Lazio ha oggi inaugurato il nuovo costume sociale, serio, elegantissimo, abbandonando le vecchie casacche a quadri biancocelesti con una maglia celeste carico e cambiando i calzoncini neri con quelli di colore bianco". La maglia venne dai cronisti definita "turchina", e per un certo periodo i laziali furono chiamati "i blues", ma poi prevalse la dizione "biancazzurri". <br> <br> Cosa ci suggerisce tutto questo? Due cose: 1) '''l’attuale divisa da gioco ufficiale della SS Lazio nasce il [[7 gennaio]] [[1912]]'''. Quella domenica, i nostri ragazzi giocarono contro la futura "[[Roma]]" e [[Domenica 7 gennaio 1912 - Roma, campo dei Due Pini - Roman-Lazio 0-1|vinsero uno a zero]]; volarono botte, tra l’altro. Li capitanava [[Levi (II) Mario|Mario Levi]], di lì a poco volontario nella Grande Guerra come Bersagliere Ciclista; 2) quel "celeste carico", che con tutta probabilità già era stato inserito nello statuto, subito è confuso dai cronisti con l’azzurro, e "biancazzurri" diventano i laziali nelle cronache coeve. Da questo momento, i termini "biancazzurri" e "biancocelesti" assumeranno, agli occhi della gente, un carattere di intercambiabilità. Piacerà più il primo termine che il secondo, però... un po’ come a Montale. <br> <br> <p align=center> CELESTI CARICHI </p> Fossimo tipi normali, che so romanisti, torinisti o del Bussoacoppe, la vicenda del mistero dei colori della Società potrebbe dirsi risolta. Siamo nati belli bianchi senza quarti di nobiltà (se non morale), quindi senza blasone e fanfare (smalti ed emblema, un motto sociale), e poi ci siamo scelti un’aquila dei vicini Appennini come insegna abbinata a tre virtù cardinali, un antico passo latino a sostenerci nell’unità di azione e abbiamo vestito biancoceleste mentre tutti ci chiamavano "azzurri". ''Ad libitum''. <br> <br> |
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[[Immagine:Bigiarelli2.jpg|thumb|left|140px|[[Bigiarelli Luigi|Luigi Bigiarelli]], Sottufficiale dei Bersaglieri]] |
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[[Immagine:Ballerini.jpg|thumb|left|140px|[[Ballerini Fortunato|Fortunato Ballerini]]]] |
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[[Immagine:Ezio Sclavi.jpg|thumb|left|140px|[[Sclavi Ezio|Ezio Sclavi]]]] |
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[[Immagine:Pio.jpg|thumb|left|140px|[[Piola Silvio|Silvio Piola]]]] |
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[[Immagine:FlaminiIVLAS.jpg|thumb|left|140px|[[Flamini Enrique (Enrico)|Enrico "Flacco" Flamini]]]] |
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[[Immagine:Gradella4.jpg|thumb|left|140px|[[Gradella Uber|Uber Gradella]]]] |
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[[Immagine:Sentiminsieme.jpg|thumb|left|140px|[[Sentimenti|I fratelli Sentimenti]]]] |
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[[Immagine:30maggio1950d.jpg|thumb|left|140px|[[Martedì 30 maggio 1950 - Roma, Stadio Nazionale - Lazio-Glasgow Celtic 0-0|L'amichevole con il Celtic Glasgow per il Cinquantenario]]]] |
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[[Immagine:Teresa Herrera.jpg|thumb|left|140px|Il prestigioso trofeo "Teresa Herrera" [[Domenica 4 giugno 1950 - La Coruna, Estadio Municipal de Riazor - Atletico Madrid-Lazio 1-3|conquistato il 4 giugno 1950]]]] |
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[[Immagine:To1.jpg|thumb|left|140px|[[Tozzi Barbosa Humberto|Humberto Tozzi Barbosa]]]] |
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[[Immagine:23set58 messaggero.jpg|thumb|left|140px|La Coppa Italia del 1958 è biancoceleste]] |
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[[Immagine:Lenzini2.jpg|thumb|left|140px|[[Lenzini Umberto|Umberto Lenzini]]]] |
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[[Immagine:Re Cecconi 1.jpg|thumb|left|140px|[[Re Cecconi Luciano|Luciano Re Cecconi]], un campione prematuramente scomparso]] |
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[[Immagine:13mag1974aax.jpg|thumb|left|140px|[[Il Messaggero]] celebra il primo [[Scudetto]]]] |
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[[Immagine:VincenzoD'Amico11.jpg|thumb|left|140px|[[D'Amico Vincenzo|Vincenzo D'Amico]]]] |
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[[Immagine:Fiorini.jpg|thumb|left|140px|[[Fiorini Giuliano|Giuliano Fiorini]]]] |
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[[Immagine:5lug87.jpg|thumb|left|140px|[[Poli Fabio|Fabio Poli]] realizza la rete che evita la retrocessione in serie C]] |
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[[Immagine:Signori2a.jpg|thumb|left|140px|[[Signori Giuseppe|Giuseppe Signori]]]] |
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[[Immagine:19mag99o.jpg|thumb|left|140px|La [[Coppa delle Coppe]] conquistata al Villa Park di Birmingham]] |
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[[Immagine:27ago1999n.jpg|thumb|left|140px|La [[Supercoppa Europea]] conquistata a Montecarlo contro il Manchester United]] |
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[[Immagine:12mag04a.jpg|thumb|left|140px|La Coppa Italia 2003/04]] |
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[[Immagine:Klo.jpg|thumb|left|140px|[[Klose|Miroslav Klose]]: il grande campione tedesco in maglia biancoceleste]] |
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[[Immagine:Cristian Ledesma 15.jpg|thumb|left|140px|[[Ledesma Cristian Daniel|Cristian Ledesma]]]] |
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[[Immagine:26mag2013bh.jpg|thumb|left|140px|La Coppa Italia 2012/13]] |
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[[Immagine:27mag2013CopertinaCDS.jpg|thumb|left|140px|Il Corriere dello Sport all'indomani della storica e vittoriosa finale di Coppa Italia 2012/13]] |
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[[Immagine:Guerr.jpg|thumb|left|140px|[[Guerrini Giancarlo|Giancarlo Guerrini]]]] |
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[[Immagine:Gionta.jpg|thumb|left|140px|[[Gionta Salvatore|Salvatore Gionta]]]] |
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[[Immagine:Coppifausto.jpg|thumb|left|140px|[[Coppi Fausto|Fausto Coppi]], anche il "Campionissimo" è stato un atleta della S.S. Lazio]] |
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[[Immagine:MManzini.jpg|thumb|left|140px|[[Manzini Maurizio|Maurizio Manzini]]]] |
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[[Immagine:LulicSenad2.jpg|thumb|left|140px|[[Lulic Senad|Senad Lulic]]]] |
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[[Immagine:MParolo 2.jpg|thumb|left|140px|[[Parolo Marco|Marco Parolo]]]] |
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[[Immagine:Boselli.jpg|thumb|left|200px|Paolo Boselli]] |
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[[Immagine:Simboli - 1925 Medaglia.png|thumb|left|200px|La medaglia celebrativa del 25° anniversario]] |
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Tutto chiaro? E – attenzione! – quel che finora si è detto ha un alto grado di oggettività. E’ scritto senza voli di fantasia, così come scriveva sui suoi registri il piccolo burocrate della Russia zarista nel racconto ''Il Cappotto'' di Gogol; o, se preferite la letteratura inglese, l’ha redatto lo scrivano Bartleby. L’analisi presente rinuncia a schemi astratti e aprioristici. Non cerca un modello, non vuole condurre all’altare un’idea iniziale, non intende creare un mito di fondazione: è la mera esposizione dei dati oggettivi disposti sulla Linea del Tempo. Ognuno di voi può interpretarli in maniera differente. L’esegesi è libera. <br> <br> L’omino di Osvaldo (bello quel [[Verona]], ricordate?) si ferma, col classico punto interrogativo e la manina portata al mento, al [[1923]]. L’eroteme trasmuta in un punto esclamativo ed esplode il classico "Eureka! Eureka!" Quale lampadina si è accesa nel nido di Archimede Pitagorico? Sfogliamo cautamente un giornale, tutto a pezzi, che abbiamo solo noi monaci laziowikiani: il bollettino "Lazio" del [[30 marzo]] [[1923]], un numero appartenuto a uno dei presidenti della [[S.S. Lazio Escursionismo|sezione escursionismo]]. Oltre al bilancio patrimoniale, il giornale espone alle migliaia di soci il Regolamento revisionato; si tratta, in effetti, di una bozza che poi, in sede di assemblea generale, il [[9 aprile|9 di aprile]] all’ex Convento dei Cappuccini, subirà ulteriori, lievi cambiamenti. Stampato dalla Cooperativa Tipografica "Egeria" in via San Giacomo, dalle parti del Mausoleo di Augusto, lo Statuto e Regolamento Generale del [[1923]] consta di 36 pagine ed è firmato in calce dal presidente [[Bompiani Gen. Giorgio|Giorgio Bompiani]] e dal segretario generale [[Genna Enrico|Enrico Genna]]; esso riforma lo Statuto e Regolamento del [[3 gennaio]] [[1909]]. Nella parte statutaria, all’Art. 15, sta scritto: "I colori sociali sono il bianco e celeste. Il motto: Concordia parvae res crescunt". Nella parte regolamentaria, firmata in calce pure dal Presidente Onorario [[Boselli Paolo|Paolo Boselli]], l’Art. 66 recita: "I costumi sociali obbligatori in tutte le gare sono quelli indicati nella seguente tabella: ''Podismo''. - Maglia celeste carico, con bottoniera sulla spalla sinistra, calzoncini bianchi. ''Nuoto''. - Mutandine celeste carico. ''Calcio''. - Maglia celeste carico allacciata al petto, calzoncini bianchi. ''Water Polo''. - Costume celeste carico con bottoniera sulla spalla sinistra. ''Tennis''. - Camicia e pantaloni bianchi con sciarpa celeste. ''Tamburello''. - Idem. In genere, il bianco-celeste in tutte le gare sportive dovrà ritenersi come il distintivo della "Lazio"". Un manufatto originale, la medaglia celebrativa del [[1925|‘25]], attesta la qualità del celeste in un nastrino che è rimasto "carico" a distanza di 100 anni! <br> <br> Quale preziosa indicazione ci fornisce questo documento che la SS Lazio conserva in formato digitale? Semplice: in quanto revisione dello ''Statuto e Regolamento Generale'' [[1909]] (scelto tra gli altri statuti per via che era precedente all’ingresso degli articoli sull’organizzazione dell’Istruzione Premilitare), l’informazione che trasmette è che, al gennaio del [[1909]], la SPL avesse con buona probabilità ufficializzato i colori bianco e celeste. <br> <br> Smalti che hanno un’ascendenza "calcistica" e non "podistica"; né, tanto meno, "olimpica". Fosse stato olimpico il motivo, perché non dirlo espressamente nelle carte statutarie? E con un’''arme parlante'' di quel tipo, poi... Si potrebbe obbiettare sull’azzurro degli slip di [[Balestrieri Arturo|Balestrieri]]. Perché proprio azzurri? A parer nostro, un caso dovuto al fatto che l’azzurro e il celeste erano colori usuali per i fiumaroli nuotatori nel Tevere; oppure collegabile a una "Podistica" uscita fuori tutta bella azzurra. Non abbiamo dubbi, invece, sull’assenza di suggestioni decoubertiniane per la scelta del celeste. Lo ''Statuto e Regolamento Generale'' del [[1923]] appare dettagliato, ma in esso non è ravvisabile alcun approdo all’olimpismo. Eppure, ''les Jeux Olympiques'', in quel punto preciso della Timeline, erano un evento al quale i giornali ampiamente si interessavano, e non un qualcosa di sconosciuto ai più come nel [[1900]]. In effetti, di Lazio nata biancoceleste perché "olimpica" non si parlerà mai, nei ricordi orali e scritti dei pionieri, nei documenti societari ufficiali, o sui giornali e sulle riviste, magari anche di marca laziale, fino al [[1969]]. Settanta anni di silenzio perfetto su un particolare che, oggi, viene considerato fondamentale nella genesi della SS Lazio. Non vi pare bizzarro? Illogico? (Romantico?) <br> <br> <p align=center> E CI CHIAMAVANO "AZZURRI" </p> Gli anni Venti registrano esiziali cambiamenti. La Podistica muta il titolo in "Società Sportiva" nel giugno del [[1926]]. Entrano nuove discipline come il rugby e diventa fortissima nel nuoto e nella pallanuoto. Le maglie dei calciatori continuano ad adeguarsi alla moda di uno sport sostenuto dal campanilismo e oramai assai popolare, presentando una turnazione rapida (gli impegni sono tanti, per cui si logorano rapidamente) e raffinandosi nella struttura: esse sono quasi sempre celesti. Il Capodanno del [[1920]] è festeggiato con un veglione nella sede di [[Via Vittorio Veneto ex 7|Via Veneto]]. Una foto ritrae le signore socie della Podistica con i figlioletti in completa tenuta da baby-calciatori: pochi dubbi che quel colore così chiaro sia il celeste e non l’azzurro. Ma sul settimanale genovese Il Calcio del [[15 luglio]] [[1923]] c’è una cronaca completa della finale di andata per il titolo nazionale col [[Genoa|Genoa FC]]. Ebbene, l’anonimo cronista locale definisce gli ospiti "azzurri laziali". Evidentemente, a contrasto col verde del campo e col rosso-blu dei grifoni incarogniti, i nostri campioni non dovevano apparire tanto celesti. Anche negli anni anteguerra, a partire ovviamente dal [[1912]], i giornalisti del nord, a vedere i laziali della Capitale alle prese con le loro squadre, li avevano sempre definiti azzurri. <br> <br> |
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[[Immagine:23giu1926GueSport.jpg|thumb|left|200px|Il "Guerin Sportivo" del 23 giugno 1926 riporta la notizia inerente il cambio di nome da "Società Podistica Lazio" a "Società Sportiva Lazio"]] |
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Sta di fatto che la definizione "biancazzurri" prende il sopravvento nelle cronache del decennio successivo. Mentre la SS Lazio abbandona il glorioso stemma con l’aquila – alternato nei documenti ufficiali con un altro, tondeggiante, creato nel [[1914]] – e adotta un emblema esteticamente meno valido, e però più consono alla "sobrietà" dell’Era Fascista: uno scudo ''svizzero'' a sette strisce ''in palo'' bianche e celesti, che nel [[1928]] vede l’innesto di un imponente fascio romano al centro, con una ''banda'' (che scende da destra in alto a sinistra in basso) recante il titolo sociale. Occhio alla disposizione delle strisce, perché esse sono state scientemente invertite: spariti i tre pilastri Saggezza-Forza-Bellezza, ora il "pilastro centrale" è il Fascio, cioè la Forza! Abbiamo, quindi, quattro strisce bianche e tre celesti, queste ultime belle piene e non sottili. In ultima analisi: il pilastro che regge l’emblema è il fascio romano. <br> <br> |
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[[Immagine:Figurine1931-32.jpg|thumb|left|200px|La "Brasilazio"]] |
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Ma – e qui è il bello! – su taluni giornali satirici, ad esempio Il Brivido Sportivo, che si diverte a riprendere la zoologia araldica inventata dal giornalista Carlin Bergoglio, la Lazio di [[Piola Silvio|Piola]] è rappresentata da un sorta di Minotauro: un calciatore con la testa di aquila. <br> <br> Sovvertito almeno ufficialmente il simbolismo, la nuova SS Lazio, che ha in [[Mussolini Benito|Benito Mussolini]] il primo socio, non cambia la tradizione quasi ventennale della divisa. Le maglie presentano un celeste a tinta unita, più o meno carico a seconda dell’alea ("Questo celeste c’avevano, a Dotto’…"); e anche una tenuta a righe verticali, nel [[1931]], per la famosa "Brasilazio". T-shirt usata poco e che resta la versione più fedele alla bandiera [[1904]] e allo stemma [[1905]]: non sarebbe una cattiva idea se la Lazio Calcio la riproponesse per la stagione 2024-25. Del [[1936]] è un’altra casacca a righe, ma questa volta sottili e azzurre. <br> <br> Al volgere dell’Era Fascista, la Lazio gioca in maglia celeste, dunque. Difficile chiamarla azzurra. Eppure, nelle cronache si descrivono le gesta del "biancazzurro [[Piola Silvio|Silvio Piola]]". "Gli azzurri della Lazio". Ma perché?! Un attimo e ve lo spieghiamo: il giustappositivo bimembro "biancazzurri" suona meglio, una volta stampato, e piace molto di più alla gente che va allo stadio. Provateci voi a gridare in pubblico "Forza biancazzurri! e Daje biancocelesti!", e sentite la differenza. La doppia zeta e la doppia erre sono così trasteverine... <br> <br> Nei giorni in cui costruimmo un impero di karkadè, il nuovo modello di stemma rettangolare – assai vicino al tipo che in araldica si definisce "a bandiera" – che compare nelle tessere sociali e sulla carta intestata della SS Lazio, è tanto semplice quanto azzurro, sempre a sette strisce di cui tre azzurre e col fascio inserito; il distintivo da bavero propone, correttamente, il celeste. Perché l’azzurro qui e il celeste là? Una teoria possibile è che la difficoltà oggettiva di trasferire sulla carta intestata, porosa com’è, il colore celeste abbia portato i tipografi a preferire una tonalità azzurra, più facile nella stampa. <br> <br> Un volantino del [[1940]] per il III Torneo Interno squadre ragazzi, proveniente dalla collezione della Famiglia Ancherani, evidenzia l’intercambiabilità: il foglio è diviso ''a trinciato'', metà bianco e metà celeste carico, e in alto a destra campeggia l’emblema ufficiale biancazzurro a nuova ''partizione'': le sette strisce rimangono ''in palo'' ma non più a tutto campo, e il titolo SS Lazio sta su una ''pezza in capo'' così come il fascio, inscritto in un ''bisante'' nel ''canton sinistro''. Questo dettaglio in araldica è importante, perché dà potestà all’elemento principe della pezza onorevole – che in questo frangente è il fascio – allogato nel terzo superiore dello scudo. <br> <br> Lo stesso anno, XVIII E.F., la medaglia commemorativa del quarantennale vede l’ingresso di una rozza aquila ad ali spiegate. In sostanza, un’aquila fascista imperiale, proterva e metallica, non in carne e piume come quella del [[1905]], molto più aggraziata lei e che bada cautamente agli affari suoi. Il celeste smaltato dà una vivace nota al fregio, con la futura "[[Olimpia]]" – ancora innominata bontà sua – che cavalca bellamente il duro fascio. Dall’aquila primo-novecentesca degli Appennini, appollaiata tranquilla sul picco, all’aquila-razzo-di-guerra, che veleggia ardita nell’aria come il Barone di Münchhausen, il passo è stato conseguente e, fortunatamente, non definitivo. <br> <br> <p align=center> BIANCAZZURRI DI NOME E DI FATTO </p> L’aquila, già. Un simbolo forte: la figura araldica per eccellenza. Talmente ingombrante, che il fascismo l’aveva impallinata per sostituirla col fascio, e al diavolo l’odiosa simbologia dei "pilastri". Ma, caduto il regime, nell’Italia repubblicana e parlamentare, almeno l’aquila si ripresenta. Essa è dorata, guarda correttamente alla sua destra e sormonta uno scudo ''francese antico'' a sette strisce bianco-celesti eguali in larghezza, con le tre centrali bianche. Nella ''panoplia'' c’è il titolo "SS Lazio", posto ''in capo'' e in rosso. <br> <br> |
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[[Immagine:ZenobiRemoX.jpg|thumb|left|200px|Remo Zenobi]] [[Immagine:EVarini.jpg|thumb|left|200px|Ettore Varini]] [[Immagine:Tessarolo.jpg|thumb|left|200px|Costantino Tessarolo]] |
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Il [[12 febbraio]] [[1949]], un’assemblea generale, tenuta a [[Via Frattina, 89|via Frattina]] sotto la presidenza del neo-eletto [[Zenobi Remo|Remo Zenobi]], mette finalmente mano allo statuto, non più toccato dall’assemblea del [[18 luglio]] [[1926]]: quella avvenuta all’indomani della trasformazione in "SS". Il nuovo statuto, una volta discusso e votato a maggioranza, viene stampato e ospita sul frontespizio uno stemma leggermente diverso dal precedente: le strisce sono bianco-azzurre, l’aquila è ''rivoltata'' (testa diretta verso il fianco sinistro dello scudo) e spiegata (punte delle ali verso l’alto, in questo caso in posa ''abbassata''). Come la prima post-bellica, anche quest’aquila del periodo repubblicano è una via di mezzo tra la Art Déco del [[1905]], la "spiegata-abbassata" del [[1914]] e la fascista mai resa ufficiale dei primi anni Quaranta. E non crediamo di andare lontani dalla verità nello scorgerci un’impressionante somiglianza con lo stemma della casa Moto Guzzi, per altro assai popolare in quegli anni. Posti uno accanto all’altro, i due animali araldici sono graficamente identici e la nostra "[[Olimpia]]" allunga il collo verso destra (secondo l’osservatore, ché il modus araldico inverte) solo un po’ di più. L’atto è quello di spiccare il volo, quindi niente aquile-razzo o pigramente appisolate sulla cima del Soratte. A rifletterci un attimo, quest’aquila volitiva della Prima Repubblica ci dice pure qualcos’altro, un motivo che quasi commuove: essa sta "ripartendo". <br> <br> Ma la data del [[12 febbraio]] [[1949]], notevole picco sulla piana della Timeline, balza all’occhio piuttosto per un'altra ragione. Su deliberazione assembleare e "per referendum", la SS Lazio zenobiana, di matrice democristiana, statuisce, all’articolo uno, i nuovi colori sociali. Essi sono "il bianco e l’azzurro". Nel [[1926]] erano stati il bianco e il celeste. Pure se, il [[23 luglio]] [[1927]], il presidente e generale miliziano, [[Varini Ettore|Ettore Varini]], illustrando in ordinaria i programmi della Lazio fascistizzata, aveva definito azzurro l’abito sociale. Cosa potrebbe spiegare la strambata notevole della Lazio di [[Zenobi Remo|Zenobi]]? Il ritrovamento, nel riordino delle carte per preparare l’assemblea, di uno statuto in cui la Podistica risultava nata azzurra? Non sarebbe poi così incredibile, se pensiamo al caso dei cugini giallorossi, che nello stesso periodo si riunirono a via del Tritone e scoprirono, da statuto, di essere nati il [[2 maggio]] del [[1927]]! <br> <br> Non si levarono voci contrarie sul viraggio alchemico dal ''partito'' celeste al ''partito'' azzurro, pare. La squadra di calcio continuò a vestire preferibilmente tinte celesti. I giornali, d’altronde, da molto tempo descrivevano le gesta dei "biancazzurri", mai dei "biancocelesti". Questa abitudine reiterata al suono – ''biancazzurri'' – probabilmente influì sulla scelta: quasi un caso esemplare di usucapione. Tuttavia, a livello iconografico e documentale, anche qui notiamo la dicotomia che percorre tutta la storia: una tessera originale del [[1951]], appartenuta al direttore della sezione di scherma, il Maestro Vito Resse, presenta sulla fronte lo stemmino "Moto Guzzi" azzurrino e, sul retro, una simpatica sbarra diagonale celeste carico. <br> <br> A "Papà" [[Zenobi Remo|Zenobi]], dunque, a questo presidente dalla personalità dura e inesorabile, a quest’uomo di sangue umbro appartenente a una delle grandi Famiglie Laziali che hanno sostenuto la Società nei momenti di travaglio (e quella stagione [[1948/49|1948-49]] fu difficile, sul piano societario e sotto il profilo dei risultati calcistici), dobbiamo un cambiamento statutario destinato a durare trentatré anni. Seguiranno, infatti, altre assemblee e modifiche: nel [[1952]], [[1955]], [[1964]] e [[1965]], e via su fino al volgere del [[1982]], quando si riapproderà, per volere di [[Nostini Renzo|Renzo Nostini]], al bianco e celeste. Ma, a livello di stemmi ufficiali, già con [[Tessarolo Costantino|Costantino Tessarolo]] giunto alla doppia presidenza (SS Lazio e Sezione Calcio) nella stagione [[1953/54|1953-54]], si era tornati allo scudo ''francese antico'' a strisce bianco-celesti, di cui le tre bianche centrali. L’aquila, pure, in questi anni Cinquanta e Sessanta, perde la sua carica scultorea e viene raffigurata secondo uno schema essenziale di linee e colori. <br> <br> Particolarmente importante fu la decisione del Consiglio assembleare del [[2 maggio]] [[1964]], che riconobbe la trasformazione della SS Lazio [[1926]] nella nuova ''Associazione delle Società Sportive "Lazio"'', vale a dire l’amministrazione autonoma delle singole sezioni assurte a club a sé stanti. E allora vediamo che, all’Articolo 1 – ''Costituzione, scopo e sede'' –, lo Statuto del [[1964|’64]] recita testualmente: "l’Associazione ha i colori comuni a tutti i Sodalizi aderenti, che sono il bianco e l’azzurro". Ergo, l’attuale SS Lazio è nata biancazzurra il [[2 maggio]] del [[1964]]. Questo ci dicono i registri e gli atti ufficiali. <br> <br> La Timeline serve a fare chiarezza concettuale e, soprattutto, ha l’ufficio di spingerci a porre le domande giuste. In questo caso: perché l’azzurro, nel fondante [[1964|Sessantaquattro]]? Solo per non divergere dalla tradizione degli statuti post-regime? Ma lo stemma ufficiale non era di nuovo bianco-celeste? Vero! E la squadra di calcio non giocava con le casacche celesti? Eh no, affatto! Dalla stagione della discesa in [[Serie B]], nel [[1961/62|1961-62]], la SS Lazio Sezione Calcio, e poi la SS Lazio Calcio, avevano dimenticato la fedeltà al celeste con cui [[Mercoledì 24 settembre 1958 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Fiorentina 1-0|s’era vinto il primo trofeo nazionale della storia]]: la [[Coppa Italia]] del [[1958]]. I calciatori avevano iniziato ad usare, sempre più spesso in [[campionato]] e nelle competizioni, vari set di maglie azzurre, turchesi (azzurro-verde) o blu; inequivocabilmente blu. Sfogliando una collezione di Album Panini, per esempio l’annata [[1966/67|1966-67]], la descrizione della divisa, posta sopra uno stemmino adesivo di un bell’azzurro, informa: "Colori sociali: maglia azzurra con bordi bianchi, calzoncini bianchi, calzettoni bianchi con risvolto bianco-azzurro". Il capitano della squadra quell’anno era [[Pagni Pierluigi|Pierluigi Pagni]], oggi socio decano del centenario [[Circolo Canottieri Lazio]]. <br> <br> |
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[[Immagine:Ci58d.jpg|thumb|left|200px|La Coppa Italia 1958]] [[Immagine:Pagni figurina 4.jpg|thumb|left|200px|Pierluigi Pagni]] |
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[[Immagine:Rosa 1973-74.jpg|thumb|left|200px|La Lazio 1973/74]] |
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Chi di voi appartiene alla generazione dei "boomers" (i nati negli anni [[1955]]-[[1965|65]]) sa bene che l’imprinting, per loro, è arrivato su una Lazio biancazzurra. I negozi di articoli sportivi mostravano in vetrina sette maglie: Nazionale, [[Inter]], [[Milan]], [[Juventus]], [[Roma]], Lazio e [[Napoli SSC|Napoli]]. La tonalità della maglia azzurra girocollo bianco della Lazio differiva di poco da quella della Nazionale o anche del [[Napoli SSC|Napoli]]; in effetti, non c’era in vendita una Lazio celeste! La bandiera che sventolava sui tre pennoni dello [[Stadio Olimpico - Roma|Stadio Olimpico]], sopra la Tribuna Tevere – qualcuno dei lettori certo se la ricorderà –, era metà bianca e metà azzurra (''partito di destra'' azzurro e ''partito di sinistra'' bianco). La "Lazietta" dello [[Stadio Flaminio - Roma|Stadio Flaminio]], dove era di casa anche perché vi aveva sede la Polisportiva, in altalena sofferta tra [[Serie A|la A]] e [[Serie B|la B]] per tutto il decennio, esibiva maglie a volte celesti e altre di un azzurro elettrico, quasi marino, cioè Navy; oppure Denim e Blu Reale, nelle sfumature sia chiaro che scuro; e via anche i pantaloncini bianchi, che negli anni del Boom economico, e fino al [[1970/71|1970-71]], lasciavano sovente il posto a tenute interamente blu-azzurre. Gli "anni yé-yé" contrapposti alla "serietà" di una Lazio in scuro. E con le prime "English shirt" firmate da ditte britanniche, tipo la Umbro. <br> <br> Sembrerà strano, ma, sulla Timeline, il celeste torna a regnare incontrastato in epoca di "Austerity": la crisi del petrolio. Nel [[1972]], il celeste con lo scollo a V è netto. La squadra vincitrice dello [[scudetto]] [[1973/74|1973-74]] è addirittura cilestrina; e l’anno successivo [[Chinaglia Giorgio|Giorgione Chinaglia]] porta agli amici dalla natia Inghilterra un paio di scatoloni pieni di maglie di tonalità cerulea. Una casacca jersey a maniche lunghe di un tessuto di qualità superiore, rispetto alle maglie degli altri club professionistici italiani. Uno di noi Laziowikiani l’ha avuta tra le mani, quella bellissima maglia, e può testimoniare al riguardo. Essa rispecchiava lo standard sportivo britannico: rammentate le stupefacenti tenute dell’Inghilterra di Kevin Keegan? <br> <br> Ma, non dimentichiamolo, la SS Lazio in tutte le sue diramazioni, ancora negli anni Settanta era sempre, ufficialmente, bianca e azzurra. Nel [[1974]], però, essa presenta un rivoluzionario stemma sociale, che sconfessa lo statuto in vigore: la grafica è modernissima, lo scudo, sempre di foggia ''francese antica'', ha una ''bordatura'' celeste e le strisce sono biancocelesti, singolarmente abbinate in tre "colonne" che spiccano sul campo bianco. La versione "marchio" – in pratica il logo – non ha tracce di celeste: è tutto bianco e azzurro! Il problema è dato dal fatto che l’emblema confonde l’osservatore sul numero esatto delle strisce: sono sei? Così pare. E perché sei? Sicuramente solo un caso. Ma nella simbologia, uno dei significati del numero sei è il raggiungimento di un determinato obbiettivo. <br> <br> Nel [[1979]], in omaggio alle strategie di merchandising, la SS Lazio S.p.A. per la prima volta nella sua storia diverge, nella scelta dell’emblema, dalla polisportiva. Infatti, la Lazio Calcio affida a Piero Gratton (designer milanese scomparso lo scorso aprile, a lui si deve il "lupetto" romanista del [[1978|‘78]]) la creazione di un logo di forte impatto e assai innovativo. Così che l’Aquila Reale abbandona il modello "Moto Guzzi", dimentica i suoi rigidi codici araldici, volge le iridi divine a mancina e un minimo si destruttura. La creazione di Gratton porta con sé un Blu Reale abbastanza consono. Il rapace si posa sulle maglie della Pouchain, dando vita a un logo lineare come il monogramma "SPL", bianco su fondo blu, usato sulle maglie dei primi anni Venti, ai tempi del mitico [[Bernardini Fulvio|Fulvio Bernardini]]. <br> <br> Ci sarebbe, poi, un ulteriore discorso: l’identificazione del simbolo nelle bandiere e negli oggetti in vendita, di cui è "spia" l’utilizzo negli album di figurine. E allora vediamo che, negli anni del Boom, la Lazio Calcio è simboleggiata da un campo azzurro o Blu Navy, traversato da una ''fascia'' bianca oppure da una ''banda''. Nel decennio successivo, invece, torna lo scudo ''francese antico'', con le sette strisce di cui le tre ''in palo'' celesti. Prepotente è il rientro dell’aquila dorata: la cara immagine svalutata prima e, a volte, perfino sostituita dalla "ciociara". <br> <br> <p align=center> MA NO, GUARDATE LA STORIA: SIAMO BIANCOCELESTI! </p> E il balletto continua. Il [[9 dicembre]] del [[1982]], nella sede di [[Via Col di Lana 8|via Col di Lana]], giusto a fianco del Bar Vanni dove, ogni tanto, noi monaci LW (nome acrostico-palindromico per il nostro ordine: significa "Viva la Lazio") ci riuniamo, un’assemblea decide che il bianco e il celeste debbano essere considerati i colori ufficiali della Società. Che ricambia il titolo in "SS Lazio", abbandonando il chilometrico "Associazione delle...". Quella stagione registra il passaggio della presidenza generale della Polisportiva da [[Nostini Renzo|Nostini]] a [[Sandulli Ruggiero|Ruggiero Sandulli]]; e vede i nostri atleti entrare in campo con le mitiche "maglie bandiera" della ditta Ennerre (una curiosità: la sigla sta per "Nicola Raccuglia" e furono delle suore abruzzesi le prime a filarle) marcate Seleco, metà bianche e metà celesti, volante sul petto l’aquila-marchio realizzata da Cesare Benincasa su incarico del grande presidente, di Famiglia lazialissima, [[Casoni Chiarion Gian|Gian Chiarion Casoni]]. Il logo ha una duplice versione, grazie a un poligono complesso a sei lati con panoplia bianco-blu-celeste; detto per inciso, la forma dell’esagono non è di quelle che consentono l’inscrizione al suo interno di una stella massonica. Inoltre, da ora in avanti il magico tris bianco-blu-celeste (il bianco e il blu abbinati sono molto usati nei marchi della finanza, esprimendo sicurezza e solidità, il celeste ha un suo "trasporto" spirituale) acquista una sua costante visibilità sui loghi e sulle maglie laziali. <br> <br> |
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[[Immagine:Renzo Nostini 3.jpg|thumb|left|200px|Renzo Nostini]] [[Immagine:Casoni.jpg|thumb|left|200px|Gian Chiarion Casoni]] [[Immagine:Simboli - 1993-oggi.png|thumb|left|200px|Il logo dal 1993]] |
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[[Immagine:TPBigiarelli.jpg|thumb|right|140px|Dal "Tevere al Piave" sulla stele che ricorda Luigi Bigiarelli nel cimitero di Ixelles a Bruxelles]] |
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[[Immagine:BiancoAzzurro.jpg|thumb|right|140px|In memoria di Emiliano Filippini - 1983/2012]] |
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[[Immagine:10gen1900Messaggero.jpg|thumb|right|140px|Il Messaggero riporta la notizia della nascita della Società "Lazio"]] |
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[[Immagine:Primafotolazio1901.jpg|thumb|right|140px|La prima foto conosciuta della Lazio: è il 16 maggio 1901. ''Courtesy M. Impiglia'']] |
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[[Immagine:logobaccan.jpg|thumb|right|140px|L'intestazione ufficiale della S.P. Lazio nel 1913]] |
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[[Immagine:Podistica lazio1web.jpg|thumb|right|140px|Vittorio Emanuele III erige la Lazio ad Ente Morale]] |
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[[Immagine:Podistica lazio2web.jpg|thumb|right|140px|La seconda pagina del decreto]] |
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[[Immagine:E.morale2.jpg|thumb|right|140px|L'evento pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale]] |
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[[Immagine:ZenobiRemo.jpg|thumb|right|140px|[[Zenobi Remo|Remo Zenobi]]]] |
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[[Immagine:Puccinelli1.jpg|thumb|right|140px|[[Puccinelli Aldo|Aldo Puccinelli]]]] |
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[[Immagine:Lovati7.jpg|thumb|right|140px|[[Lovati Roberto|Roberto Lovati]]]] |
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[[Immagine:Fb.jpg|thumb|right|140px|[[Bernardini Fulvio|Fulvio Bernardini]]]] |
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[[Immagine:RozzoniOrlando.jpg|thumb|right|140px|[[Rozzoni Orlando|Orlando Rozzoni]]]] |
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[[Immagine:Morrone1.jpg|thumb|right|140px|[[Morrone Juan Carlos (Giancarlo)|Giancarlo Morrone]]]] |
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[[Immagine:12mag1974aax.jpg|thumb|right|140px|Lazio-Foggia 1-0 del [[12 maggio]] [[1974]]]] |
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[[Immagine:12maggio74g.jpg|thumb|right|140px|Lazio Campione d'Italia 1973/74]] |
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[[Immagine:Chinaglia 26.jpg|thumb|right|140px|[[Chinaglia Giorgio|Giorgio Chinaglia]]]] |
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[[Immagine:Garlaschelli 11.jpg|thumb|right|140px|[[Garlaschelli Renzo|Renzo Garlaschelli]]]] |
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[[Immagine:Bruno Giordano.jpg|thumb|right|140px|[[Giordano Bruno|Bruno Giordano]]]] |
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[[Immagine:Sergio Cragnotti a1.jpg|thumb|right|140px|[[Cragnotti Sergio|Sergio Cragnotti]]: sotto la sua gestione una Lazio vincente]] |
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[[Immagine:100.16.jpg|thumb|right|140px|Luigi Bigiarelli rappresentato nel giorno del Centenario]] |
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[[Immagine:14mag2000.13.jpg|thumb|right|140px|14 maggio 2000 ore 18.04: la Lazio vince il secondo Scudetto]] |
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[[Immagine:Messaggero 15mag2000.jpg|thumb|right|140px|Il Messaggero del 15 maggio 2000 celebra il tricolore biancoceleste]] |
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[[Immagine:Nesta7.jpg|thumb|right|140px|[[Nesta Alessandro|Alessandro Nesta]]]] |
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[[Immagine:Tim23.jpg|thumb|right|140px|La Coppa Italia 2008/09]] |
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[[Immagine:Sup09-13.jpg|thumb|right|140px|[[Rocchi Tommaso|Tommaso Rocchi]] nella vittoria della Supercoppa Italiana 2009 a Pechino]] |
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[[Immagine:Paolo Pucci2.jpg|thumb|right|140px|[[Pucci Paolo|Paolo Pucci]]]] |
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[[Immagine:Renzo Nostini 3.jpg|thumb|right|140px|[[Nostini Renzo|Renzo Nostini]]]] |
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[[Immagine:Jeelani 77-78 2.jpg|thumb|right|140px|[[Jeelani Abdul Qadir|Abdul Qadir Jeelani]]]] |
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[[Immagine:Giulio Glorioso.jpg|thumb|right|140px|[[Glorioso Giulio|Giulio Glorioso]]]] |
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[[Immagine:SimoneInzaghi.jpg|thumb|right|140px|[[Inzaghi (II) Simone|Simone Inzaghi]]]] |
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[[Immagine:Immobile2.jpg|thumb|right|140px|[[Immobile Ciro|Ciro Immobile]]]] |
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[[Immagine:LeivaLucasLazio.jpg|thumb|right|140px|[[Leiva Pezzini Lucas|Lucas Leiva]]]] |
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[[File:nuotatori.jpg|thumb|right|140px||Nuotatori della Lazio nel 1903]] |
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Avete mai ballato il valzer? Arriva un momento che vi tocca fare la doppia giravolta completa, stando bene attenti che la vostra compagna (o compagno) non vada giù per le terre. Nel [[1987]], assieme alla prima maglia acetata (''orribile visu'') e per mano del presidente [[Calleri Gian Marco|Gian Marco Calleri]], lo stemma post-bellico riappare. La rivisitazione in chiave grafica, per dar vita al marchio brevettato, lo pone parecchio più in basso, come qualità estetica, rispetto agli emblemi araldici, pregni di messaggi sottesi, del [[1945]] e [[1949]]. Ma l’aspetto basilare è che le righe del nuovo scudo, ora di tipo ''sannitico'', si mantengono celesti e non azzurre, in accordo con lo statuto modificato. Cinque strisce di cui le ''due in palo'' bianche, obliando la tradizione risalente al primo Novecento: quella che ci ricordava la nascita di una Lazio composta da "tutti uguali". Non muta l’aquila, che è sempre la solita ''spiegata, rivoltata abbassata'' che volge il capo alla destra dell’osservatore. <br> <br> Il restyling prosegue senza tregua e ha un upgrade nel [[1993]], con la super-Lazio di [[Cragnotti Sergio|Sergio Cragnotti]]: l’aquila d’argento posa baldamente su uno scudo ''francese antico'' con la campitura celeste e una striscia ''in palo'' bianca: sono solo tre le strisce. Notiamo, soprattutto, che negli anni dei trionfi cragnottiani la SS Lazio S.p.A. si premura di adottare il pantone 297C come colore componente il logo coperto da copyright. (Della serie: ora non si può più sbagliare...). La Polisportiva segue prontamente la sua prediletta figlia nel pantone, ma fa di più: registra il vecchio emblema della prima "Podistica" e, nel [[2015]], lo affianca allo stemma del [[1974]]: un logo "pas de deux" che riesuma l’aquila balleriniana e i suoi valori; tra i quali, senza dubbio, anche quelli "olimpici". Nel [[2019]] è stato registrato un ulteriore marchio: un bollino bianco, celeste e blu con dentro un Colosseo stilizzato, l’aquila dorata, il titolo e la data di fondazione della Società. Oggi, ogni società/sezione aderente ha il suo logo particolare, e diverse tra loro, ad esempio la [[S.S. Lazio Nuoto|SS Lazio Nuoto]], mantengono lo scudo classico del dopoguerra, il più "repubblicano": il francese antico a sette strisce di cui le tre ''in palo'' bianche; l’aquila, così come le bordature, è tradizionalmente color oro e guarda a mancina. <br> <br> Per concludere, è giusto sottolineare che una sorta di crociata, volta a favore del recupero del "biancoceleste" non solo sui loghi e sui marchi, sugli emblemi e sulle maglie, ma anche nelle cronache e nel tifo, è stata portata avanti nelle ultime due o tre decadi. Vero è che lo statuto in vigore, approvato dalla Società Sportiva Lazio il [[12 luglio]] del [[2012]], parla chiaro. Esso recita, all’Art. 2: "I colori dell’Associazione e dei Sodalizi costituenti sono il bianco ed il celeste, propri della bandiera greca, scelti per esaltare lo spirito olimpico dell’Associazione". <br> <br> Ecco, magari noi di LazioWiki avremmo qualcosina da obiettare sulla seconda parte della proposizione. Ma l’antica Costantinopoli dell’imperatore Giustiniano non c’è più, per cui non è il caso di impiantare qui un concilio per metterci d’accordo sul presunto "olimpismo laziale". Il monito per i più giovani, comunque, resta validissimo. Sempre che noi si vada indietro allo spirito olimpico in auge cento anni or sono ai tempi di [[Ballerini Fortunato|Ballerini]] presidente; o anche solo cinquant’anni fa, quando [[Bitetti Olindo|Olindo Bitetti]] e [[Pennacchia Mario|Mario Pennacchia]] offersero la loro bella narrazione, tanto cara ai tifosi della Lazio nello scorrere della Timeline. |
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| LAZIOWIKI.ORG E' CONTRO OGNI RAZZISMO |
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| ► [[Timeline colori e simboli SS Lazio]] |
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| align=center | I TRE MOSCHETTIERI E LA BANDA OSSIMORICA |
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| <p style="text-align:center; font-weight:bold; font-size:20px; color:navy;"> Benvenuti su LazioWiki! </p> |
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| Nel corso delle nostre ricerche, ci siamo recentemente imbattuti in tre atleti biancocelesti di cui ignoravamo tutto. Dopo aver scritto oltre 9.000 biografie, pensavamo, illusoriamente, che avessimo individuato tutti coloro che, in 120 anni di ambaradan, avevano vestito l’amata maglia. Ma i tre atleti in questione ci erano sfuggiti. Nelle emeroteche, nelle biblioteche, negli archivi sparsi ovunque, i tre non si erano mai palesati, finché, in un ritaglio di giornale del [[1933]], nascosti tra mille altri nomi, abbiamo letto con la lente d’ingrandimento i nomi sconosciuti di tre giovani e, accanto, la società di appartenenza: S.S. Lazio. Chi sono questi? Da dove spuntano? Che hanno fatto nella Lazio? Ma soprattutto: ora che si fa? La prima opzione a ronzare, come una mosca stanca di fine estate, è stata cinica: ignoriamoli. La seconda, minimalista: riportiamoli nell’elenco delle biografie con lo sport praticato e gli anni: solo i nomi e nient’altro. La coscienza, così tacitata, pareva quasi a posto. Avevamo acciaccato il grillo, da bravi Pinocchi, ma qualcosa di amaro pizzicava alcune corde interiori e la musica prodotta ci disturbava il core. Finalmente, la terza opzione si è catapultata dentro come un Mennea in rincorsa all’inglesotto nella finale olimpica di Mosca [[1980|‘80]]. A braccia levate, bella e piena come un gol nel [[derby]]: ‘sti tre hanno la stessa dignità e importanza degli altri 9.000. Approfondire! <br> <br> [[Cavallera Vindice|Vindice Cavallera]], [[Di Carpegna Nolfo|Nolfo di Carpegna]], [[Contini Edgardo|Edgardo Contini]]. Già i nomi risultavano un tantino inquietanti. Ci hanno fatto subito pensare a tre capitani di ventura rinascimentali. Tipo: Erasmo Stefano da Narni, detto il Gattamelata; oppure: Mostarda da Forlì. Ma soprattutto, ci ha sorpreso il fatto che avessero gareggiato nelle stesse stagioni con la maglia laziale, e tutti e tre nella [[S.S. Lazio Atletica leggera|Sezione di Atletica leggera]]. L’attività madre di quella Podistica che "il Puntale" aveva avuto l’idea di fondare con lo scopo di "marciare e correre". A quel punto, il famoso grillo, quello nell’angolo che si era salvato dal tiro di scarpa, è saltato su a dirci un’altra cosa. A suggerire che i nostri "tre moschettieri della Regina" avevano bussato all’ingresso del castello per un motivo preciso, e con un tempo puntuale: Loro, in effetti, erano un Monito. |
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| align=center | <p style="color:#23426e; font-weight:bold; font-size:16px;"> <html> <marquee scrollamount="4"> LazioWiki: dal 2007 online il primo sito enciclopedico sulla Storia della S.S. Lazio </marquee> </html> </p> |
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| <b> LazioWiki </b> è un progetto collaborativo finalizzato alla creazione della più definitiva, accurata ed accessibile enciclopedia sulla S.S. Lazio. Aperto alla consultazione di tutti, LazioWiki non è dedicato soltanto alla raccolta di numeri e statistiche, ma soprattutto al racconto di una storia ancora in divenire, ricostruita attraverso le mille e mille voci di un'enciclopedia unica nel suo genere. Partite, persone, luoghi e vicende nati e vissuti dentro ed intorno questo sogno ultracentenario chiamato S.S. Lazio, sotto l'abbraccio della bandiera più grande del mondo. La sua redazione è iniziata il [[14 maggio]] [[2007]]; consiste attualmente di [[Special:Allpages|{{NUMBEROFARTICLES}} articoli]], di oltre 130.000 foto ed è in costante evoluzione. L'opera è aperta a chiunque desideri collaborare, non ha fini di lucro, non contiene pubblicità, si autofinanzia ed è consultabile in forma del tutto gratuita. <br> Le persone che contribuiscono, hanno contribuito e contribuiranno alla sua stesura non hanno ricevuto e non riceveranno alcun compenso, se non la soddisfazione di partecipare ad un'opera nata per amore della S.S. Lazio. Se desiderate contattare il comitato editoriale per partecipare all'opera, per inviare contributi, scansioni di foto, articoli, memorabilia in vostro possesso, per richiamare l'attenzione su errori o inesattezze o semplicemente per complimentarvi o salutarci, potete farlo scrivendo a [mailto:redazione@laziowiki.org redazione@laziowiki.org]. Per ulteriori informazioni e per il disclaimer vi invitiamo a leggere la pagina "[[LazioWiki:Avvertenze_generali|Disclaimer]]". <br> <br> <html> <div style="text-align:center;"> <b> | <a href = "#SSLazio"> Società Sportiva Lazio </a> | <a href = "#Consulta"> Consulta LazioWiki per </a> | <a href = "#SezPolisportiva"> Polisportiva </a> | <a href = "#Palmares"> Palmares </a> | <a href = "http://www.laziowiki.org/wiki/Sostieni_LazioWiki"> Sostieni LazioWiki </a> | </b> </div> </html> |
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| Ci sono un paio di considerazioni di Arthur Bloch, quello di "la legge di Murphy", che cascano a fagiolo. La prima considerazione dice: ''La somma dell'intelligenza che esiste sulla Terra è costante, la popolazione è in aumento''. La seconda è pure meglio: ''Non discutere mai con uno sciocco: gli altri potrebbero non notare la differenza''. Sapete, i paesaggi in cui si muovono gli sciocchi hanno piazze che si chiamano "conformismo" e vie che si chiamano "cliché"; o "luoghi comuni", per dirla più semplice. Le strade cliché sono battute e ben conservate come le strade della nostra povera Roma non lo saranno mai. Le piazze dei conformisti sono a ogni ora strapiene di gente, di uomini e donne di ogni età desiderosi solo di stare insieme per fare "numero"; ed è capitato pure che dicessero tutti in coro un bel "sì" a chi proponeva di muovere guerra al resto del pianeta unendosi a un folle Adolfo. Sono passati tanti anni da quel maledetto momento. Addirittura generazioni. Ma Murphy non perdona, e i fiumi sono in piena così che gli sciocchi stanno a galla – come cantava il bardo. Un luogo comune che circola da molto tempo, in questo nostro mondo di affetti che ha nome "Lazio", dice più o meno così: La Lazio ha un'anima di Destra, difende valori che, a condensarli, rispondono ai concetti di Onore, Patria, Discendenza. <br> <br> Principi travisati, però; maneggiati grossolanamente e infine annullati dalla stupidità conformista. Ad esempio, pare proprio che certe categorie – comunisti e anarchici, non ariani, non cristiani, omosessuali e "deboli" in generale – non abbiano, nel pensiero della élite che si preme di governare il flusso sciapo, quarti di nobiltà sufficienti per entrare a pari diritto nella casa "Lazio". A ogni occasione, lo gridano e quindi lo ricordano, i maneggioni, perché solo così vivono a sprazzi e si riconoscono in quanto entità a se stante: un meccanismo naturale. LazioWiki vuole, invece, avvisare tutti i suoi amici che il sentimento di "lazialità" ha una ampiezza molto maggiore, in rispetto al pensiero angusto e senza sbocchi della "élite conformista". In esso non è tanto centrale il concetto di "egualitarismo", ché in Natura nulla è eguale e domina la subordinazione, quanto piuttosto il principio di "umana libertà"; il cui prezzo, poi, è una vigilanza eterna. Siamo vigili (non vigili urbani, non del tipo che ci propose Albertone per farci riflettere ridendo), dunque, e allora proponiamo le tre belle storie recuperate dei nostri "moschettieri". Uomini d'ingegno e di cuore puro. Anime che oggi, ancora oggi, la banda ossimorica strepitante non ammetterebbe mai nella koinè biancoceleste. |
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| [[Immagine:Eventi.jpg|50px]] '''I racconti di Olimpia''' |
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| '''PUBBLICATO''' per la rubrica '''"I racconti di Olimpia"''' il nuovo lavoro di '''Olimpicus''': ► [[Olimpicus - Cinque rasature e un taglio|Cinque rasature e un taglio]] [[Immagine:Novità.jpg|50px]] <br> <br> ► [[:Categoria:I racconti di Olimpicus|I precedenti racconti di Olimpicus già pubblicati su LazioWiki.org]] |
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| [[Immagine:Cavallera.jpg|border|right|200px]] ► [[Cavallera Vindice|Vindice Cavallera]] <br> <br> Mezzofondista della [[S.S. Lazio Atletica leggera|Sezione di Atletica leggera]], nato a Genova il [[9 giugno]] [[1911]] da Giuseppe e Annetta Vassallo, deceduto a Cuneo il [[12 novembre]] [[1998]]. <br> <br> Il padre fu un medico, legato al Partito Socialista, che, dopo essere stato deputato dal [[1913]] al [[1919]], diventerà senatore nel [[1948]]. Vindice, cresciuto in ambiente socialista, si laureò in Giurisprudenza a Roma nell'agosto [[1933]], dopo aver compiuto parte dei suoi studi all'Università di Torino, dove si era iscritto nel [[1930]]. Fervente antifascista sin da ragazzo, fece parte del movimento "Giustizia e Libertà" di Carlo Rosselli. Giunto a Roma nel tardo [[1932]] per completare gli studi, già nel gennaio di quell'anno venne denunciato al Tribunale speciale dalla questura di Torino, ottenendo ad aprile l’assoluzione per "non aver commesso il fatto". ► [[Cavallera Vindice|Clicca qui per continuare la lettura...]] |
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| [[Immagine:Inmi.jpg|left|350px|border]] |
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| [[Immagine:Nolfo Di Carpegna.jpg|border|right|200px|Nolfo di Carpegna]] ► [[Di Carpegna Nolfo|Nolfo di Carpegna]] <br> <br> Velocista della [[S.S. Lazio Atletica leggera|Sezione di Atletica Leggera]], nato a Roma il [[5 febbraio]] [[1913]] dalla nobile e antica famiglia Carpegna, originaria del Montefeltro, e deceduto a Roma il [[30 settembre]] [[1994]]. <br> <br> Nolfo di Carpegna era un pronipote del fondatore dell'ASCI (Associazione Scautistica Cattolica Italiana), il conte Mario di Carpegna, dignitario pontificio, che nel [[1916]] volle creare questa organizzazione giovanile di matrice cattolica in contrapposizione al CNGEI, che aveva un'impostazione laica e finalità pedagogico-educative, fondato nel [[1913]] da [[Colombo Carlo Giovanni|Carlo Giovanni Colombo]]. Mal sopportata dal regime fascista, l'ASCI fu abolita definitivamente in due diversi momenti tra il [[1927]] e il [[1928]] e sostituita con l'Opera Nazionale Balilla. Nolfo entrò a far parte dell'ASCI nel periodo immediatamente precedente allo scioglimento. In seguito svolse attività clandestina tra il [[1928]] e il [[1930]] nel gruppo Roma V come caposquadriglia delle Aquile. ► [[Di Carpegna Nolfo|Clicca qui per continuare la lettura...]] |
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| '''LazioWiki, in conformità ai suoi obiettivi istituzionali ed etici, destina Euro 200,00 all'Ospedale Lazzaro Spallanzani di Roma per favorire l'impegno che questa struttura profonde per la cura del Coronavirus. Si invitano tutti gli sportivi a voler contribuire, ognuno con le proprie possibilità, a questa iniziativa. Nel box sottostante sono riportati i dati necessari per la donazione diretta, tratti dal sito ufficiale del nosocomio romano: <html> <a href="https://www.inmi.it/" target="_new"> https://www.inmi.it/</a>. </html> <br> <br> Grazie a tutti - Lo staff di LazioWiki.org''' |
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| [[Immagine:continiedgardo.jpg|border|right|200px|Edgardo Contini]] ► [[Contini Edgardo|Edgardo Contini]] <br> <br> Mezzofondista della [[S.S. Lazio Atletica leggera|Sezione di Atletica Leggera]], nato a Ferrara il [[22 aprile]] [[1914]] e deceduto a Los Angeles il [[28 aprile]] [[1990]]. <br> <br> Di famiglia ebraica, era figlio di Ciro e Luisa Malvano. Suo padre fu ingegnere e realizzò un masterplan di Ferrara, diverse abitazioni in stile Liberty e il portale d'ingresso del Cimitero della città emiliana. Diretto discendente della famiglia Finzi-Contini le cui vicende ispirarono a Giorgio Bassani il romanzo "Il giardino dei Finzi-Contini" da cui poi Vittorio De Sica trasse il suo film, dall'omonimo titolo, Premio Oscar nel 1972. La famiglia si trasferì nel [[1917]] a Roma e pertanto Edgardo compì tutto il suo ciclo di studi nella capitale, fino a laurearsi in Ingegneria nel [[1937]] all'età di 23 anni con una votazione di 110 e Lode con una tesi incentrata sulla costruzione di uno stadio. Giovane prestante e sportivo, si era iscritto nel [[1933]] nella neonata [[S.S. Lazio Atletica leggera|Sezione di Atletica Leggera della S.S. Lazio]]. ► [[Contini Edgardo|Clicca qui per continuare la lettura...]] |
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| align=center | ERIKA BALESTRIERI E’ LA PRESIDENTE ONORARIA DI LAZIOWIKI |
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| [[Immagine:Novità.jpg|70px]] '''Le ultime pubblicazioni sul sito di LazioWiki.org:''' <br> <br> |
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[[Immagine:Soc Rondinella 1.jpg|border|150px|left]] <font color=darkred> '''► LazioWiki ha acquisito l’inedito atto notarile con cui nel maggio [[1923]] fu costituita la Società per la ristrutturazione della [[Stadio Rondinella - Roma|Rondinella]], SAECS'''. </font> <br> <br> '''LazioWiki ha recentemente acquisito al Notariato di Roma la documentazione originale riguardante la costituzione della Società Anonima per l’Esercizio del Campo Sportivo Lazio (SAECS). Tale Società fu creata da alcuni dirigenti biancocelesti nel maggio [[1923]] per reperire i fondi necessari alla ristrutturazione del [[Stadio Rondinella - Roma|campo della Rondinella]]. I soci furono [[Bitetti Olindo|Olindo Bitetti]], [[Zenobi Remo|Remo Zenobi]], [[Giamminuti Giovanni|Giovanni Giamminuti]], [[Fraschetti Silvio|Silvio Fraschetti]] e [[Palmieri Alfredo|Alfredo Palmieri]]. Essi erano i fautori, nell’ambito della dirigenza della Podistica Lazio, del potenziamento della Sezione Calcio ai fini di superare la rigida connotazione dilettantistica dell’attività sportiva improntata alla visione olimpica di [[Ballerini Fortunato|Fortunato Ballerini]]. I succitati dirigenti, grazie alla conoscenza delle realtà calcistiche del nord, intuirono che il football sarebbe divenuto il fattore trainante, sia a livello di diffusione che di incremento economico, di ogni società sportiva e che il possesso di un moderno e funzionale stadio era la condizione primaria e ineludibile per favorirne la stabilità finanziaria a fronte di impegni sempre più dispendiosi. La divergenza tra la visione romantica e quella più moderna del fenomeno sportivo nell’ambito della Lazio aveva già determinato, nel [[1922]], l’uscita dalla Società dello storico presidente [[Ballerini Fortunato|Ballerini]] e vide il progressivo affermarsi di una concezione dello sport di tipo professionistico. ► [[Stadio Rondinella - Roma#Atto|Clicca qui per consultare l'atto...]]''' {{-}} {{-}} |
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[[Immagine:TotoBigio.jpg|border|150px|right]] <font color=navy> '''► Una strana storia dove la Lazio c'entra ben poco ma LazioWiki ce la fa entrare: <br> Luigi Del Bigio''' </font> <br> <br> '''Nello Statuto di LazioWiki si sottolinea come tra gli scopi dell’Associazione vi sia anche quello di portare alla luce fatti, persone, situazioni che, pur non essendo legati strettamente al mondo della Società Sportiva Lazio, siano ad essa collegabili e abbiano contribuito a caratterizzare la città di Roma dal punto di vista antropico, culturale, sociale, urbanistico e quanto altro possa ricondursi, a qualsiasi titolo, alla storia dell’Urbe'''. <br> <br> '''Questa è la premessa per far comprendere ai nostri lettori i motivi che ci hanno spinto a dipanare i nodi di una vicenda minima, ma per noi malati (ammaliati) di Lazio importantissima, dell’antico barcone che, ancorato sulla riva destra del Tevere proprio sotto [[Piazza della Libertà]], accolse, allo spirare del XIX secolo, un ristretto gruppo di fiumaroli, nuotatori e sportivi che il [[9 gennaio]] [[1900]] [[Martedì 9 gennaio 1900: la fondazione della Società Podistica Lazio|decisero di costituire la Podistica Lazio]]'''. <br> <br> '''Di questo natante LazioWiki e altri storici dello sport hanno a lungo trattato e si è appurato che esso fu lì posizionato da un certo non ancora identificato "Gamba di Legno" che, avendo forse intuito il ruolo sempre più incisivo che lo sport avrebbe assunto in città, destinò questa imbarcazione a sede di un circolo sportivo fluviale dal nome bizzarro di "Pippanera". L’origine di questo nome è discussa: c’è chi dice sia riferibile al fiume Nera, affluente del Tevere, chi lo fa nascere dalla pipa sempre accesa, e quindi annerita, di Gamba di Legno e altri che, beffardi sostenitori di altre sponde sportive dai colori comunali, ne suggeriscono ben più icastiche scaturigini popolaresche e dialettali'''. <br> <br> ► '''[[Capanno di Pippanera#StranaStoria|Clicca qui per continuare la lettura...]]''' {{-}} {{-}} {{-}} |
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[[Immagine:Tevere 4.jpg|border|450px|center]] <font color=navy> <br> '''► Il barcone di Toto Bigio''' </font> <br> <br> '''LazioWiki ha acquistato una stampa originale, risalente al [[1878]], che rappresenta dei cittadini che si imbarcano sul barcone che, anteriormente alla costruzione del Ponte di Ripetta del [[1879]], permetteva di collegare le due rive del Tevere. Esso era trattenuto da una fune trasversale che impediva al natante di essere trascinato a valle dalla corrente. La tariffa era popolare e ammontava a mezzo bajocco. Di questo traghetto ne parla anche il Belli in una sua composizione dal titolo "Er diluvio univerzale"''': {{-}} {{-}} <p style="text-align:center;"> Iddio disse a Nnovè: "Ssenti, Patriarca: <br> Tu cco li fijji tui pijja l’accetta, <br> E ssur diseggno mio frabbica un’arca <br> Tant’arta, tanto longa, e ttanto stretta. <br> <br> Poi fa’ un tettino, e ccròpisce la bbarca <br> Com’e cquella der Porto de Ripetta; <br> E ccom’ hai incatramato la bbarchetta, <br> Curri p’ er monno, acchiappa bbestie, e imbarca. <br> <br> Vierà allora un diluvio univerzale, <br> C’appett’a a llui la cascata de [[Tivoli]] <br> Parerà una pissciata d’urinale. <br> <br> Cuanno poi vederai l’arco-bbaleno, <br> Cuell’è er tempo, Novè, cche tte la sscivoli, <br> Scopi la fanga, e ssemini er terreno". </p> <br> '''Il barcone era governato da un tale Toto Bigio, detto Bucalone, che, una volta che il servizio a fiume risultò inutile in quanto facilmente attraversabile tramite il nuovo ponte, decise di spostarsi più a monte per consentire ai romani di raggiungere dalla popolosa zona di Piazza del Popolo la sponda opposta dell’allora disabitata spianata di Prati, ricca di canneti, orti e, soprattutto, di apprezzate osterie che la domenica si riempivano di avventori che grazie all’imbarcazione di Toto potevano facilmente raggiungerle. La costruzione di Ponte Regina Margherita, inaugurato nel [[1891]], ancora una volta andò a detrimento di Toto che, ormai vecchio e stanco, cedette per una modesta cifra questo barcone a tale Gamba di Legno che lo ancorò definitivamente sulla riva destra appena a valle del nuovo ponte e immediatamente sotto [[Piazza della Libertà]]. Fu qui che si installò, al declinare del secolo, la società del Pippanera che costituì il luogo di elezione dei giovani nuotatori e podisti che il [[9 gennaio]] [[1900]] [[Martedì 9 gennaio 1900: la fondazione della Società Podistica Lazio|fondarono la S.P. Lazio]]'''. <br> <br> '''La stampa ci permette di cogliere l’aspetto del barcone (forse anticamente una lancia papalina) e il personaggio storico di Toto Bigio, rappresentato a bordo con una pertica in mano e posizionato nei pressi della fune che collegava l’imbarcazione alla corda-guida tesa trasversalmente tra le due rive. L’opera, una xilografia su legno di testa prodotta dalla tipografia Centenari di Roma, fu eseguita dal notissimo incisore Dante Paolacci. Egli, discendente da un’antica famiglia vetrallese, figlio di un magistrato che per i propri ideali risorgimentali fu anche incarcerato sotto lo Stato Pontificio, nacque a Civitavecchia il [[6 luglio]] 1849. Studiò pittura a Roma presso l’Accademia di San Luca con Alfonso Chierici (Reggio Emilia 1816 – Roma [[1873]]) e Francesco Podesti (Ancona 1800 - [[1895]]). Pittore e fotografo sin da quando la fotografia era agli albori e artista rinomato, fu tra i maggiori illustratori della sua epoca. E’ importante ricordare l’incontro e il sodalizio con il gruppo dei XXV della Campagna Romana, di cui fece parte Pascarella che gli scrisse un sonetto sul retro di una sua fotografia e quello con il giovane artista Duilio Cambellotti, molto vicino alla S.P. Lazio e probabile autore del primitivo stemma biancoceleste del [[1906]]'''. <br> <br> '''Purtroppo poco dopo aver compiuto i sessant’anni, Paolocci contrasse una malattia che gli impedì di usare con la consueta destrezza la mano e, progressivamente, dovette abbandonare la matita. Pur vivendo e lavorando a Roma, Paolocci tornava frequentemente a Vetralla, dove ancora oggi si trova la casa avita. Si spense a Roma il [[23 giugno]] [[1926]]. <br> ► [[Capanno di Pippanera|Il Capanno di Pippanera]]''' {{-}} {{-}} |
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[[Immagine:Scudetto D'Annunzio1.jpg|border|150px|right]] <font color=navy> '''► D'Annunzio e lo scudetto degli azzurri'''. </font> <br> <br> '''Recentemente, il nostro sodale dott. Marco Impiglia ha partecipato alla settimana dannunziana a Pescara, dove ha parlato - al cospetto del presidente della Figc dott. Gabriele Gravina - della sua scoperta dello "scudetto" inventato da Gabriele d'Annunzio a Fiume nel febbraio del 1920. Ma la cosa non è finita qui. Ecco un'anticipazione del lavoro che Impiglia, col supporto del giornalista Mediaset Giammarco Menga, sta tuttora svolgendo sull'argomento'''. <br> '''[[D'Annunzio e lo scudetto degli azzurri|Clicca qui per continuare la lettura...]]''' {{-}} {{-}} |
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[[Immagine:03giu1926Messaggero.jpg|border|150px|left]] <font color=navy> '''► La Società Podistica Lazio diventa Società Sportiva Lazio''' </font> <br> <br> '''L'Assemblea Generale del [[19 giugno]] [[1926]] delibera la variazione della denominazione sociale del Sodalizio biancoceleste da Società Podistica a Società Sportiva. <br> [[La Società Podistica Lazio diventa Società Sportiva Lazio|Clicca qui per continuare la lettura...]]''' {{-}} {{-}} |
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[[Immagine:Dossantos.jpg|border|150px|right]] <font color=navy> '''► Francisco dos Santos - Il calciatore e l'artista''' </font> <br> <br> '''[[Dos Santos Francisco|Francisco dos Santos]] sarà ricordato nella storia dell’arte come uno dei più grandi artisti e calciatori dei primi anni del ventesimo secolo. Morì nel pieno della sua attività, la sua vita non fu di lunga durata e questo gli impedì di manifestare ulteriormente il suo talento. Può essere considerato senza alcun dubbio la personalità riomorense storicamente e culturalmente più illustre. [[Francisco dos Santos - Il calciatore e l'artista|Clicca qui per continuare la lettura...]]''' {{-}} {{-}} |
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[[Immagine:Lettera ballerini 17 marzo 1.jpg|border|left|150px]] <font color=navy> '''► LazioWiki.org scopre la data esatta in cui la Lazio adottò l’aquila come suo simbolo: [[17 marzo]] [[1906]] </font> <br> <br> E’ del [[25 marzo]] [[2019]] la notizia che il confratello istituto di ricerca storica "Centro Studi Nove Gennaio 1900" ha scoperto che la più antica immagine ufficiale del simbolo della Lazio, l’aquila, risale all’ottobre [[1907]]. Tutto ciò comprova come tale simbolo appaia ben quattro anni prima di quanto fino ad ora creduto e permette di ipotizzare il fattivo intervento di [[Ballerini Fortunato|Fortunato Ballerini]] nell’adozione dell’aquila nel contesto del concomitante sviluppo della [[S.S. Lazio Escursionismo|Sezione Escursionismo]]. Tale scoperta, dedotta da un documento ufficiale al momento non pubblicato, è utile a rendere più chiara la genesi della Società Podistica Lazio, cui LazioWiki sin dal [[2007]] ha dedicato molte delle sue ricerche. <br> <br> Proprio per contribuire a fissare la data esatta a cui il simbolo laziale per eccellenza realmente risalga, LazioWiki è lieta di pubblicare due documenti autografi di [[Ballerini Fortunato|Fortunato Ballerini]] in cui l’aquila appare in un contesto decorativo e grafico non conosciuto fino ad oggi e antecedente all’ottobre [[1907]]. Una lettera, su carta intestata della Società Podistica Lazio, precede di un anno e mezzo il documento di cui oggi si è annunciata la scoperta. Essa è datata infatti [[23 aprile]] [[1906]] e permette di retrodatare ancor di più l’adozione del nostro storico simbolo. Un'altra lettera autografa di Ballerini ci permette di anticipare ulteriormente l'adozione dello stemma. Essa è datata infatti [[17 marzo]] [[1906]]. <br> [[L'aquila e la Lazio|Clicca qui per continuare la lettura]]...'''. |
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| LazioWiki ha il piacere di annunciare che, dal primo settembre [[2020]], la dottoressa Erika Balestrieri sarà Presidente Onorario della nostra Associazione. LazioWiki è lieta e onorata di averla in un ruolo così significativo e importante. Savonese, classe [[1974]] (un buon anno per nascere...), la nostra Erika è la nipote diretta di [[Balestrieri Arturo|Arturo Balestrieri]]. Già questo sarebbe sufficiente per invitarla a entrare nel consesso laziowikiano dalla porta principale; anzi, con la fanfara dei bersaglieri proprio, che fa sempre buon umore e ringalluzzisce anche gli incartapecoriti. Ma Erika è molto di più: laureata in psicologia, da giovane è stata un’ottima delfinista. Nuota ancora oggi e con indomita perseveranza, al punto che si può dire sia tra le più valenti master italiane. Raccoglie successi sia nelle gare di fondo in acque libere che in vasca. E qui buon sangue non mente. Il nonno era un bel nuotatore, al punto da ricevere una medaglia per avere salvato la vita a un ragazzo che stava annegando nel Tevere. Roscio e quindi estroso, solfeggiava su una ocarina di coccio un "Inno Sociale" a ogni nuovo affiliato della "Podistica". Ma [[Balestrieri Arturo|Balestrieri]] è stato soprattutto un eccellente marciatore, campione nazionale e recordman. E un giornalista sportivo fondatore di federazioni, nonché il primo arbitro famoso della boxe italiana, poliedrico e versatile nelle sue passioni. La nostra Erika non boxa ma ama molto camminare. E siccome l’escursionismo è da sempre una delle colonne portanti della SS Lazio, anche qui ci siamo: la tradizione è rispettata. <br> <br> Ma è "laziale", la celtica Erika? No, di più: è superlaziale! Quando ci contattò per la prima volta, un po’ di stagioni fa, ci chiese notizie sul nonno fondatore. Gliele fornimmo, compresa l’informazione sul luogo dove era sepolto, e oggi sta collezionando materiali per scrivere una biografia. Un bel libro che non vediamo l’ora di leggere: la aiuteremo e sarà un’altra ricerca marchiata LW. Erika ha un simpaticissimo e sportivissimo figlio di otto anni, Lorenzo, e un marito, Paolo, che condividono con lei l’amore per i colori bianco e celeste. Il piccolo Lorenzo fa opera di apostolato presso i suoi amichetti che stanno diventando tutti laziali; e in questo è proprio tale e quale al [[Balestrieri Arturo|bisnonno Arturo]], agit-prop a favore della "Lazio" in quei primi giorni del [[1900|Novecento]]. L'[[11 febbraio]] [[2017]], pur risiedendo ad Albisola Marina, Erika Balestrieri si è iscritta alla SS Lazio Nuoto. Subito ha gareggiato nella piscina di Ostia ai Campionati Regionali Master, e con ottimi risultati! Beh, noi laziowikiani in generale non brilliamo, lo confessiamo, per qualità agonistiche. Ad esempio, non scriviamo poesie a cavallo come Gabriele d’Annunzio. E tuttavia, ora abbiamo una presidentessa onoraria che ci riscatta ampiamente. La meritiamo? La meriteremo? Capovolgendo una frasetta di Oscar Wilde: "''It is no bad for one’s morals to see good acting''". |
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| align=center | <p style="text-align:center; font-weight:bold; font-size:16px; color:navy;"> I libri di LazioWiki </p> '''► [[I libri di LazioWiki|Clicca qui per ordinare online i libri sui siti "Amazon.it" o "Ibs.it"]]''' |
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| ► [[Balestrieri Erika|La scheda di Erika Balestrieri]] |
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| [[Immagine:Faber1a.jpg|border|left|200px|]] <font color=darkred> '''Casacche Divise 1940-45 - Gli Atleti della Lazio nella Seconda Guerra Mondiale di [[Bellisario Fabio|Fabio Bellisario]] e [[Munno Fabrizio|Fabrizio Munno]] - Edizioni Eraclea''' </font> <br> <br> Dopo "Dal Tevere al Piave", che ha affrontato i temi relativi alla Grande Guerra, con "Casacche divise" gli storici di LazioWiki portano in luce con accuratezza il destino di tanti sportivi biancocelesti che, spesso loro malgrado ma sempre con valore, decisero di onorare la patria nella guerra coloniale e nel secondo conflitto mondiale, in molti casi passando nelle schiere partigiane dopo l'[[8 settembre]] [[1943]]. Al commovente e drammatico racconto delle vicende umane e sportive si accompagna la rigorosa ricostruzione dei fatti storici. Ai sette caduti accertati dalla storiografia ufficiale, gli autori hanno aggiunto altri 23 nomi finora completamente ignorati. Il libro usa un registro serrato, secco, privo di pause, proprio come gli avvenimenti che interessarono la vita dei tanti atleti-soldati in quella guerra distruttiva. Emergono storie tragiche, esaltanti, commoventi di ragazzi che avevano amato lo sport e che si ritrovarono, spesso su fronti opposti - da qui il titolo del libro - a combattere. Tutte le vicende raccontate e le testimonianze sono inedite, così come gran parte dell'apparato iconografico che accompagna il testo. |
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| [[Immagine:Balestrierierika3.jpg|center|550px]] |
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| [[Immagine:SP Lazio Impiglia Copertina.jpg|border|right|200px]] <font color=darkred> '''Società Podistica "Lazio" - Ideali sportivi olimpici unitari romani e biancocelesti di Marco Impiglia - Franzè Editore''' </font> <br> <br> Con due riunioni tenute il 9 e il [[13 gennaio]] [[1900]], di martedì e di sabato, alla [[Capanno di Pippanera|Pippa Nera]] e nell'appartamento dei Bigiarelli al [[Vicolo degli osti, 15|vicolo degli Osti 15]], nel rione Ponte, la Società Podistica Lazio si costituì. Fu l'atto alchemico conclusivo di una serie di conciliaboli avvenuti durante gite podistiche e su una panchina prospiciente [[Piazza della Libertà|piazza della Libertà]], dove oggi una lapide ricorda l'evento. Il Zenone della situazione, l'artefice dell'opus nigrum, fu [[Bigiarelli Luigi|Luigi Bigiarelli]], che letteralmente fece attraversare la fase della nigredo a quelli della [[Capanno di Pippanera|Pippa Nera]], e chiarificò il tutto in una pietra filosofale davvero magica, per che avrebbe saputo creare nel secolo a venire. |
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| Erika Balestrieri è premiata dal Presidente della Lazio Generale [[Buccioni Antonio|Antonio Buccioni]], a destra, e dal Presidente della Sezione Nuoto [[Moroli Massimo|Massimo Moroli]] |
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| [[Immagine:LibroCoppi.jpg|border|left|200px|]] <font color=darkred> '''Coppi 1945, una primavera a Roma - Fausto, Nulli e la Società Sportiva Lazio di Giampiero Petrucci e [[Bellisario Fabio|Fabio Bellisario]] - Edizioni Eraclea''' </font> <br> <br> [[9 gennaio]] [[1945]]. [[Coppi Fausto|Fausto Coppi]] si trova a Caserta, in un campo di prigionia degli Inglesi dai quali è stato catturato in Africa dove lui, ultimo vincitore del Giro d'Italia ([[1940]]) ed ancora recordman in carica dell'Ora ([[1942]]), ha combattuto come un qualsiasi soldato. L'industriale capitolino Edmondo Nulli, accompagnato da Pietro Chiappini (ex compagno di Coppi nella "Legnano"), gli offre un ingaggio per correre nella sua piccola squadra. [[Coppi Fausto|Coppi]] accetta all'istante. Indosserà la maglia arancione della "Nulli" dopo aver firmato il regolare cartellino FCI con la Società Sportiva Lazio. <br> <br> Inizia così una storia poco nota e spesso trascurata, ma che si rivelerà invece fondamentale nella vita e nella carriera di [[Coppi Fausto|Coppi]]. A Roma Fausto trascorre l'intera Primavera, gareggiando e vincendo, ponendo le basi di quella fenomenale "rinascita" che lo porterà poi a diventare l'indimenticabile Campionissimo. [[Coppi Fausto|Coppi]]-Nulli-Lazio: il trinomio che nel [[1945]], in un'Italia ancora spezzata dalla Linea Gotica, sale agli onori della cronaca romana ma che spesso è stato dimenticato, sottovalutando l'importanza di chi concesse al campione piemontese non solo un cartellino, una bici ed una maglia ma anche e soprattutto la fiducia e la speranza. <br> <br> [[Coppi Fausto|Coppi]], sotto la paterna guida di Nulli e l'organizzazione professionale della Società Sportiva Lazio, ritrovò se stesso, come uomo e come atleta. Il libro si avvale di documenti e di un apparato iconografico in gran parte inediti con i quali è stato possibile ricostruire quel periodo difficile ma denso di speranze. Quei giorni meritano di essere rivissuti nel dettaglio perché nella Primavera del [[1945]] l'Airone volò anche sulle rive del Tevere. |
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| [[Immagine:LibroSclavi.jpg|border|right|200px]] <font color=darkred> '''Ezio Sclavi Portiere Pittore di [[Bellisario Fabio|Fabio Bellisario]] - Edizioni Eraclea''' </font> <br> <br> Il racconto della vita di [[Sclavi Ezio|Ezio Sclavi]], portiere della Lazio e della Nazionale tra gli anni '20 e '30, che ha saputo raggiungere i livelli più alti sia in campo sportivo sia artistico. Se la sua pittura gli consente di essere annoverato tra i massimi esponenti della "Scuola Romana" e della pittura aniconica italiana degli anni '50 e '60, il calcio, che lo ha visto portiere di Lazio, [[Juventus]] e della Nazionale, lo annovera tra i più straordinari interpreti del difficile ruolo. <br> <br> Il libro è il racconto, affascinante come un romanzo, della sua vita, contrassegnata da momenti dolorosi e altri esaltanti, ma sempre improntata al coraggio, la passione, la sincerità e la coerenza. Un uomo, dalla personalità estremamente complessa, che è stato allo stesso tempo protagonista e vittima del suo tempo e del tempestoso contesto storico e sociale presente in Italia in quegli anni. Il libro si avvale di una documentazione quasi del tutto inedita, di tantissime immagini di calcio scovate miracolosamente, di riproduzioni fotografiche di circa cinquanta sue opere pittoriche e di testimonianze dirette, raccolte nei luoghi dove Sclavi è vissuto, da parte di chi l'ha conosciuto e apprezzato. <br> <br> ► [[Ezio Sclavi Portiere Pittore - Recensioni|Le recensioni al libro "Ezio Sclavi Portiere Pittore" di Fabio Bellisario]] |
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| [[Immagine:Dal tevere al piave.jpg|border|left|200px]] <font color=darkred> '''DAL TEVERE AL PIAVE - [[1915]]-[[1918]] - Gli atleti della Lazio nella Grande Guerra'''. </font> <br> <br> LazioWiki ha ricostruito con tale opera, con assoluta precisione storica, le vicende esistenziali, sportive e belliche degli atleti della Società Podistica Lazio impegnati nella Prima Guerra Mondiale, le azioni a cui parteciparono, le decorazioni ottenute sul campo, le circostanze in cui ben trenta di essi, e non undici come si era creduto, si immolarono, i luoghi dove riposano. Il tutto nel contesto storico in cui si svolsero gli avvenimenti bellici e il riflesso che essi ebbero a Roma.'' <br> <br> ''Il libro si avvale di documentazioni e fonti iconiche-fotografiche in gran parte inedite, e di eccezionale rilevanza testimoniale. Sullo spartito di questo testo risuonano le note delle battaglie, delle sofferenze, degli eroismi di tanti giovani sportivi romani ammaliati dagli ideali biancocelesti e coscienti, ma senza alcuna retorica, di dover servire la Patria. La Presidenza del Consiglio dei Ministri, riconoscendo a questo libro il suo alto valore storico, ha voluto concedergli il logo ufficiale della Commemorazione del Centenario. <br> <br> Dal Tevere al Piave - 1915-1918 - Gli Atleti della Lazio nella Grande Guerra - Edizioni ERACLEA - pag. 226 - € 14,90 <br> <br> ► [[Dal Tevere al Piave - Recensioni|Le recensioni al libro "Dal Tevere al Piave" di LazioWiki a cura di F. Munno e F. Bellisario]] |
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| [[Immagine:Pubblicazioni.jpg|50px]] '''Ultimi lavori pubblicati su LazioWiki.org:''' |
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| Nel numero di novembre del [[2000]] la rivista Lazialità pubblicò, a cura di Fabio Argentini, un diario redatto nel [[1899]] dal fondatore [[Bigiarelli Luigi|Luigi Bigiarelli]]. Alcune notizie riportate all'epoca della pubblicazione si sono rivelate negli anni successivi non esatte, grazie a successivi approfondimenti e nuove ricerche. Riportiamo in galleria cinque articoli ritagliati. Per una loro miglior lettura, potete cliccare sulle foto per ingrandirle. Questi diari erano noti sin dal [[1948]], quando furono resi pubblici da [[Bitetti Olindo|Olindo Bitetti]] in un articolo apparso sul [[Corriere dello Sport]]. La vicenda è inedita e assai curiosa: Edmondo Pollini si recò, un giorno di fine estate, alla sede del giornale. Il [[Corriere dello Sport|"Corriere"]] stava, all’epoca, a via del Corso, e precisamente in un palazzo a Largo dei Lombardi e la sua tipografia rombava proprio sotto l’altare maggiore della Chiesa di San Carlo. <br> <br> Edmondo aveva letto i precedenti articoli di [[Bitetti Olindo|Bitetti]], pubblicati in una rubrica dal titolo "Ciarle sportive". In essi, il decano della Lazio aveva raccontato le origini del nuoto e della pallanuoto a Roma; e come fossero collegabili ai primi passi della Podistica Lazio. Pollini recò con sé il diario, tenuto in custodia dalla sorella di [[Bigiarelli Luigi|Luigi Bigiarelli]], la signora Anna. Dal testo di [[Bitetti Olindo|Bitetti]], che inizia col report della visita inattesa, si evince che il diario sia stato, nella circostanza, addirittura lasciato al giornalista, forse per consentire una più attenta disamina. Ma cosa scrisse il fondatore della [[Circolo Canottieri Lazio|Canottieri Lazio]], nonché futuro "suggeritore" (così diceva agli amici...) dei colori laziali, nel [[1948]]? Ebbene, la cosa vi stupirà: [[Bitetti Olindo|Bitetti]] riporta i dubbi podistico-natatori del Fondatore e non allude ad altre motivazioni per la nascita del sodalizio se non alle disgrazie amorose di [[Bigiarelli Luigi|Bigiarelli]]. Con spirito elzeviristico, ne fa il centro del titolo: "DALL’AMORE...........". <br> <br> Se pensiamo che da pochi giorni si erano chiusi i Giochi Olimpici a Londra, sorprende che [[Bitetti Olindo|Bitetti]] non abbia approfittato della coincidenza per ricordare la matrice "a cinque cerchi" della Società che amava tanto. Cosa se ne può dedurre? Beh, noi di LazioWiki ne deduciamo che anche questo episodio non fa che avvalorare quanto sostenuto da noi e dallo storiografo dello sport Marco Impiglia, fresco socio di LazioWiki: qualsiasi ipotesi relativa alla scelta dei simboli, dei colori e dei riferimenti olimpici, coeva alla fondazione della Lazio, è non provata e non suffragata da documenti. [[Bitetti Olindo|Bitetti]] conclude il suo articolo del [[1948|’48]] con una informazione pure preziosa: [[Bigiarelli Luigi|Bigiarelli]] partì per il Belgio e portò con sé il "seguito" del diario, che come sappiamo si interrompe a dicembre del [[1899]]. Secondo fantasmagorico diario di cui si sono perse le tracce. Ma è sicuro che in questo "Santo Graal" sta il Segreto Vero della Fondazione della Lazio. Beato il Cavaliere del Cigno che lo troverà. <br> <br> Certo è che [[Bitetti Olindo|Bitetti]], nel raccontare a [[Pennacchia Mario|Mario Pennacchia]] delle scaturigini della SS Lazio vent’anni dopo la visita di Edmondo Pollini, non prende assolutamente in esame il diario bigiarelliano. E non ne parla all’amico giornalista! Infatti, non rientrano nelle storie tutti i dubbi di "Giggi" riguardo al nome da dare alla costituenda società. Al contrario, emerge una storia nuova e tenera, ma fino a quel momento sconosciuta. Beh, abbiamo la netta impressione che il "mito di fondazione" sia partito da lì: dal desiderio di [[Bitetti Olindo|Bitetti]] di appaiare la Lazio ai Giochi Olimpici; che giusto pochi anni prima aveva visto "esplodere" di bellezza e vitalità nella sua città. Una romantica quanto studiata idea, degna dell’uomo che più a lungo si è speso per il bene della SSL. E però LazioWiki è tetragona a simili fantasticherie. LazioWiki ragiona come Sherlock Holmes, motivo per cui ribadisce le sue ferme convinzioni: i colori furono introdotti il [[15 maggio]] [[1904]] in occasione [[Domenica 15 maggio 1904 - Roma, Piazza d'Armi - Lazio-Virtus 3-0|della prima partita]] giocata con i "cugini" della [[Virtus]] a [[Piazza d'Armi]]. <br> <br> Nacquero – quasi per un processo biologico naturale – dai capricci del Fato e furono ufficializzati nel corso del pranzo alla [[Trattoria dell'Olmo]] il [[24 ottobre]] [[1904]], allorché fu donata la bandiera al neo-presidente [[Ballerini Fortunato|Fortunato Ballerini]]. E parimenti vale il discorso inerente all’aquila. Che non spiccò il volo sullo scudo della SPL all’attimo della fondazione. Il simbolo araldico per eccellenza venne adottato almeno dal primo ottobre [[1905]] – sempre secondo le nostre ultime indagini. Il documento più antico in cui compare rimane quello del marzo [[1906]], scoperto da Impiglia. Anche per l'ispirazione olimpica, dunque, la bilancia del merito sembra pendere dalla parte di [[Ballerini Fortunato|Ballerini]] – uno dei personaggi più importanti nell’impianto sportivo nazionale nel periodo ante prima guerra mondiale. [[Ballerini Fortunato|Ballerini]], funzionario incaricato di intrattenere i rapporti con il C.I.O. per far assegnare a Roma le Olimpiadi del [[1908]], approva nel [[1904]] un vessillo a righe bianche e celesti che ricorda un poco la bandiera della Grecia. <br> <br> Ed è lui, il futuro segretario del primo CONI, l’uomo che si incarica di trasmettere alla Podistica i valori connessi al concetto decoubertiniano di "amateur", in un ambito disciplinare quanto mai eclettico e venato di sentimenti pedagogici e formativi. Il Mito della Lupa e di Romolo e Remo è cosa grandiosa. Ma è pur sempre una storia. Il Mito della Fondazione Olimpica della Società Sportiva Lazio è grandioso, ma è pur sempre un racconto morale, una carezzevole fiaba. Un racconto che ancor oggi commuove i più giovani lettori. Utile a trasmettere i valori giusti a chi prosegue il cammino. Codesta è, dunque, la "lectio facilior" consegnataci da [[Bitetti Olindo|Olindo Bitetti]]. Cinquanta anni or sono. |
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| ► <font color=darkred> '''LazioWiki, nella sua continua azione di ampliamento della conoscenza delle origini della Lazio, ha reperito degli straordinari e inediti racconti che, pubblicati su un giornale del 1914 (Lo Sport Italiano), tratteggiano con vivezza, spontaneità ed esattezza storica le figure di alcuni atleti biancocelesti che furono artefici dei tanti prodigiosi successi che il sodalizio biancoceleste raccolse sin dal suo apparire sulla scena cittadina e nazionale nel 1900.''' <br> '''[[Il buon tempo antico|Leggi qui i racconti de "Il buon tempo antico - Sfogliando il gran libro dei ricordi"]]''' </font> |
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| align=center | ► [[I diari di Luigi Bigiarelli]] |
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| ► '''ER TEVERE DE FIUME. In questo interessantissimo articolo un testimone diretto rievoca con vivacità e precisione il mondo dei fiumaroli tra fine '800 ed inizi [[1900|'900]]: protagonisti di quel tempo, personaggi notevoli o folkloristici, sportivi famosi si muovono sulle sponde del Tevere contribuendo a creare un contesto umano e naturale unico e irripetibile. Si incontrano molti nomi che daranno vita alla Società Podistica Lazio o ne difenderanno i colori. <br> [[Capanno di Pippanera#ErTevere|Clicca qui per continuare la lettura...]]''' |
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| ► '''La bicicletta di Fausto. Ci sono pagine che raccontano la Storia. E oggetti che la testimoniano. Meglio ancora, oggetti che l’hanno fatta, la Storia. Prendete il ciclismo, lo sport per eccellenza almeno da noi per l’intera prima metà del ‘900, a cavallo delle due guerre e ancora avanti fino ai nostri giorni. Deciso a sconfinare nella leggenda come tutte le attività di fatica, l’unico forse in grado di contrastare lo strapotere del calcio... [[Coppi Fausto#Bicicletta|Clicca qui per continuare la lettura...]]''' |
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| Cliccare sull'immagine per aprirla in una nuova scheda e successivamente nuovamente sulla stessa due volte per la visualizzazione ingrandita del testo contenuto nell'articolo riportato |
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| ► '''LazioWiki.org reperisce un documento che dà finalmente un volto ad [[Varini Ettore|Ettore Varini]], Presidente Generale della S.S. Lazio dal [[1927]] al [[1930]]. [[Varini Ettore|Varini]], unitamente al [[Vaccaro Giorgio|Generale Giorgio Vaccaro]], riuscirà ad impedire la fusione della Lazio nella costituenda [[Roma|AS Roma]]. [[Varini Ettore|Clicca qui per vedere la scheda di Ettore Varini]]... |
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| ► '''Da bisnonno a pronipote: in campo prima di Lazio-[[Sampdoria]] dell'[[8 dicembre]] [[2018]] il piccolo Lorenzo G., pronipote di [[Balestrieri Arturo|Arturo Balestrieri]]. [[Da bisnonno a pronipote|Clicca qui per continuare la lettura...]]''' |
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| ► '''La fusione tra la Società Ginno-Podistica Esperia e la Società Podistica Lazio.''' Nella sua costante opera di ricerca sulla Storia ultracentenaria del Sodalizio biancoceleste, LazioWiki.org trova un articolo di stampa in riferimento alla fusione tra l'Esperia e la Lazio. '''[[La fusione tra Esperia e Lazio|Clicca qui per saperne di più...]]''' |
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| ► '''Scoperta sensazionale di LazioWiki: i "nove" erano "quindici"... [[I Nove erano Quindici|Clicca qui per leggere la novità sul numero dei Soci Fondatori della S.P. Lazio...]]''' |
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| ► '''LazioWiki pubblica per i propri lettori la lettera che [[Bigiarelli Luigi|Luigi Bigiarelli]] scrisse alla [[Gazzetta dello Sport]] all'indomani della conquista del record dell'ora di marcia. [[La lettera di Luigi Bigiarelli alla Gazzetta dello Sport dopo il record dell'ora|Clicca qui per continuare la lettura...]]''' |
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| ► '''LazioWiki è venuta in possesso di un documento, finora inedito, che è di grande importanza relativamente alla storia delle divise di gioco. E’ certo che il [[7 gennaio]] [[1912]] la Lazio inaugura la sua nuova divisa da gioco in occasione dell’incontro [[Roman]]-Lazio 0-1 disputato al [[Campo Due Pini|campo dei Due Pini]]. La maglia è a tinta unita e di un celeste più carico rispetto a quella a quadri bianco e celesti usata fino ad allora. Inoltre vengono indossati pantaloncini bianchi che vanno a sostituire quelli neri. Riteniamo che il cambio di vestiario sportivo possa essere messo in relazione al 12° Anniversario della nascita della Società. Resta da verificare se proprio in quest’occasione sia stato introdotto il logo con l’aquila che sia LazioWiki che altri storici concordano risalga al [[1911/12|1911-1912]]. [[Domenica 7 gennaio 1912 - Roma, campo dei Due Pini - Roman-Lazio 0-1|Clicca qui per vedere la scheda della gara Roman-Lazio 0-1...]]''' |
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| ► '''La prima gara ufficiale della neonata Società Podistica Lazio disputata in data [[2 febbraio]] [[1900]]. [[La prima gara ufficiale della S.P. Lazio il 2 febbraio 1900|Clicca qui per continuare la lettura...]]''' |
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| ► '''Ci è stato richiesto di riportare dettagliatamente quanto accaduto nella gara Lazio-[[Torino]] giocata in data [[11 dicembre]] [[2017]] durante la quale ci sono state veementi proteste della Società biancoceleste verso alcune decisioni arbitrali apparse ai più inadeguate. [[Il contestato arbitraggio di Giacomelli in Lazio-Torino 1-3 dell'11 dicembre 2017|Clicca qui per leggere il racconto di quei momenti e gli sviluppi della vicenda...]]''' |
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| ► '''LazioWiki è lieta di pubblicare alcuni preziosi documenti inediti reperiti dallo storico dello sport e collaboratore di LazioWiki Marco Impiglia. Essi chiariscono, una volta per tutte, quali furono i reali rapporti tra Benito Mussolini, il gioco del Calcio e la Lazio. [[Le squadre del Duce|Clicca qui per leggere...]]''' |
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| ► '''Il dott. Marco Impiglia, storico dello sport, dona a LazioWiki la prima foto della Società Podistica Lazio: è il [[16 maggio]] [[1901]] e l'immagine ritrae una giornata vissuta come "podistica-archeologica". [[1901 (stagione)|Clicca qui per visualizzare l'immagine]] e leggere una breve nota del dott. Impiglia...''' |
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| ► '''LazioWiki acquisisce il certificato di nascita di [[Chinaglia Giorgio|Giorgio "Long John" Chinaglia]]! [[Chinaglia Giorgio|Clicca qui per visualizzare la scheda del grande bomber e il documento citato...]]''' |
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| ► '''LazioWiki, come noto, è alla continua ricerca di notizie inerenti la Storia biancoceleste. Attraverso un articolo di giornale, pubblicato in provincia di Varese, il nostro socio Samuele Z. cerca notizie di [[Molina Andrea Teodoro|Andrea Teodoro Molina]], suo conterraneo, calciatore nei primi anni di vita della S.P. Lazio e soldato disperso durante la [[Prima Guerra Mondiale|Grande Guerra]]. [[Molina Andrea Teodoro|Clicca qui per leggere l'intervista...]] |
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| ► '''La Società Podistica Lazio e le Sezioni distaccate di Frascati, Tivoli, Formello e Frosinone. LazioWiki reperisce alcuni articoli di giornale in cui si racconta la nascita di quattro Sezioni del Sodalizio biancoceleste e di un Comitato promotore per l'istituzione di un'altra Sezione a Londra. [[La Società Podistica Lazio e le Sezioni di Frascati, Tivoli, Formello e Frosinone|Clicca qui per visualizzare la scheda...]] |
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| ► <b> [[Bigiarelli Giacomo|Giacomo Bigiarelli]]: LazioWiki è riuscita ad appurare che [[Bigiarelli Giacomo|Giacomo Bigiarelli]] risulta ancora in vita il [[12 marzo]] [[1943]] come da documentazione da poco acquisita. Questa scoperta (ottobre-novembre [[2016]]) permette di posporre di ben 22 anni le notizie fino ad ora accertate sulla sua esistenza in vita ed è di sicuro riferimento per tutti coloro che, con le loro ricerche, tentano di scoprire dove è collocata la sua tomba. LazioWiki ha infatti individuato [[I soci fondatori della Società Podistica Lazio 1900#Sepolture|dove riposano otto dei nove Fondatori]] e da quasi 10 anni sta compiendo complesse ricerche per individuare anche il luogo di sepoltura di Giacomo. Finalmente nell'estate 2017 il ricercatore Angelo Franzè ha individuato la tomba di Giacomo in un cimitero di Montreal. </b> |
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<!-- AREA NEWS --> |
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| [[Immagine:News.jpg|35px]] <b> Area News: </b> |
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| align=center | I Terrapiattisti |
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| ► <font color=darkred> <b> Mario Pennacchia accetta la nomina a Presidente Onorario di LazioWiki.org! [[Mario Pennacchia Presidente Onorario di LazioWiki.org|Continua qui la lettura...]] </b> </font> |
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| Anassagora, Eratostene, Pitagora, Parmenide, pure quel pedante di Platone, Aristotele e poi Plinio il Vecchio, Sant’Agostino, l’Alighieri ne erano certi: la terra è una sfera. Poi intervennero Huyghens, Richer, Newton e ci spiegarono che proprio una palletta la terra non era, bensì un ellissoide. Gli astronauti ci hanno fatto vedere fotografie che solo qualche marziano probabilmente aveva scattato prima di loro e tutti ci siamo convinti che abitiamo su una superficie curva a forma di mela. Tutti? No, non tutti. Ci sono i "terrapiattisti". Coloro che giurano che la terra è una tavola, che il sole dista appena 5000 chilometri e che tutta la scienza precedente e quella attuale sono parte di un complotto; al punto che il loro teorico Charles Kenneth Johnson scrisse un dotto articolo dal titolo "L'idea di un globo rotante è una cospirazione fallace contro la quale Mosè e Colombo si batterono...". <br> <br> In effetti, il mondo dei terrapiattisti (esiste anche la Società) è un assieme variegato come un gelato all’amarena, in quanto a idee bislacche e teorie fumose. Ci sono quelli che sostengono che le scie lasciate dagli aerei in cielo, normali fenomeni di condensazione, siano irrorazioni chimiche rilasciate a fini complottisti da alcune superpotenze. Altri affermano che l’uomo non sia mai stato sulla luna, che Leonardo fosse un alieno, che i "protocolli dei savi di Sion" fossero mezzi per permettere ai perfidi giudaico-massoni di dominare il mondo. Più o meno dalla metà dell’Ottocento circolano queste organizzazioni, e, guarda un po’, sorsero in America. Ricordiamo di aver letto, da ragazzi, una simpatica novella di Rudyard Kipling: ''The village that voted the Earth was flat''. Un divertissement letterario in cui lo scrittore anglo-indiano dimostra come si possa tranquillamente sfruttare la credulità popolare. <br> <br> Una caratteristica comune a tutti i terrapiattisti è che non si smontano nemmeno davanti alla prova provata. Niente, intignano. Sono refrattari. I terrapiattisti ci interessano perché pure nella nostra "piccola patria" laziale abbondano e prosperano. E’ vero: prudenza, tolleranza e saggezza vorrebbero che fossero lasciati liberi di credere a ciò che vogliono. Purtroppo, però, costoro instillano le loro convinzioni negli abitanti del villaggio di cui Kipling parla. E il risultato è che elementi storici oramai accertati scendono di rango, divenendo essi stessi oggetto di controversie aleggianti sul tam-tam delle radio e Tv private e dei blog, se non addirittura dichiarati falsi. <br> <br> E qui LazioWiki, sito enciclopedico che da 13 anni, per primo, si adopera a ricostruire la storia della SS Lazio, artefice dell’aver portato alla luce almeno l’80% di tale storia tramite le 25.000 pagine pubblicate e i 130.000 documenti e fotografie messi a disposizione degli appassionati gratuitamente, noi (i "laziowikiani") che abbiamo pubblicato quattro libri sulla Lazio di grande successo critico e commerciale e collaborato alla redazione di un ulteriore volume di fondamentale importanza per conoscere – alla luce della storiografia più seria – la genesi della Società biancoceleste, noi – si diceva – ci alteriamo. Una alterazione amara, un sentimento delicato da luna che si riflette nel pozzo, un rammarico interiore, intimo. Notturno. Laziale. Ma che è successo di così grave? <br> <br> Durante una recente trasmissione televisiva imperniata sulla Lazio, un intervistato, dopo aver dottamente spiegato la situazione concernente l’iter del procedimento teso a far assegnare alla Lazio ex aequo col [[Genoa]] il sacrosanto titolo di [[Campione d'Italia|campione d’Italia]] [[1914/15|1914-15]], nelle more affermava, ex abrupto e con inossidabile certezza, che la Lazio, in sostanza per circa un secolo, ha avuto i colori biancoazzurri e non quelli biancocelesti. A molti potrebbe sembrare una questione di lana caprina. Forse a Montale quel bianco-azzurro piacerebbe molto più del bianco-celeste. Ma per chi ha indagato per anni in biblioteche, emeroteche, archivi e istituti di ricerca, per noi che abbiamo sfogliato migliaia di pagine di giornali, libri, opuscoli, e tutto al fine di dimostrare quali fossero i veri colori della Lazio, udire il pressapochismo ci fa cadere letteralmente le braccia. <br> <br> Dice l’intervistato che la Lazio è biancoceleste perché uno statuto di fine anni ’90 ha deliberato che i colori sociali sono il bianco e il celeste. Tuttavia, aggiunge, la Lazio nasce il [[9 gennaio]] del [[1900]] e sceglie come bandiera quella greca che era bianca e azzurro chiaro e che prima del [[campionato]] [[1912/13]] la Lazio veniva riportata sui giornali solo per le Sezioni [[S.S. Lazio Escursionismo|Escursionismo]], [[S.S. Lazio Atletica leggera|Podismo]] e [[S.S. Lazio Nuoto|Nuoto]] e non veniva definita cromaticamente. <u>Poi, dal [[1912/13]] è stata bianca e azzurra fino alla seconda guerra mondiale e fino agli anni ‘90 la Lazio è sempre bianco azzurra.</u> Fino al [[2001]] ancora veniva comunemente indicata come biancoazzurra e solo con il nuovo millennio sia diventata biancoceleste. <br> <br> Vogliamo prendere in considerazione la parte sottolineata. E’ certo che i giornali scrivessero "biancoazzurro" e addirittura "turchino", per indicare le maglie dei calciatori della Lazio; ad esempio, lo scrivono La Capitale Sportiva, L’Italia Sportiva e vari altri giornali. Ma la dizione più comune resta "biancoceleste". Se l’intervistato pone come vincolante la decisione dello statuto di fine millennio per il cambiamento da "biancazzurro" a "biancoceleste", perché mai non ritiene altrettanto vincolante lo statuto approvato nell’assemblea dei soci tenuta all’ex convento dei Cappuccini il [[9 aprile]] [[1923]], in cui, all’articolo 15, si stabilisce che: ''I colori sociali sono il bianco e il celeste. Il motto: Concordia parvae res crescunt."''? Tale decisione è confermata anche nel contemporaneo Regolamento della società che all’articolo 66 specifica nel dettaglio colori e divise. <br> <br> [[Immagine:Terrapiattisti1.jpg|center|border|300px]] <br> <br> Se poi si desiderassero altre prove, è sufficiente scorrere le pagine de L’Italia Sportiva del [[27 settembre]] [[1920]], e leggere un breve segmento dell’articolo dedicato all’inaugurazione dello chalet del Circolo Canottieri Lazio, che recita: <br> <br> [[Immagine:Terrapiattisti2.jpg|center|border|550px]] <br> <br> Risibile, poi, è l’assunto dell’intervistato laddove afferma che prima del [[campionato]] [[1912/13]] la Lazio veniva riportata sui giornali solo per le Sezioni [[S.S. Lazio Escursionismo|Escursionismo]], [[S.S. Lazio Atletica leggera|Podismo]] e [[S.S. Lazio Nuoto|Nuoto]] e non veniva definita cromaticamente. ''"Ma siamo pazzi?"'', direbbe Totò. A parte che i giornali trattavano di Calcio e di Lazio quasi quotidianamente, per smentire che non ci siano stati riferimenti cromatici è sufficiente leggere una parte della cronaca del settimanale Roma Sportiva del [[4 maggio]] [[1908]], relativa [[Domenica 26 aprile 1908 - Napoli, Campo di Bagnoli - Naples-Lazio 1-3|al match]] [[Naples|Naples FC]]-SP Lazio valido per la Coppa Salsi: ''"...Alle quattro e pochi minuti l’arbitro, il signor Lau-Esposito, chiama in campo le due squadre. La squadra della Lazio (camicette bianco-celesti) è favorita dalla sorte e il suo capitano, [[Dos Santos Francisco|Dos Santos]], sceglie il campo: alla squadra del [[Naples]] (camicette bleu-celesti), capitano Potts, resta la palla..."'' <br> <br> E di che colore erano le sette strisce della prima bandiera sociale donata al presidente [[Ballerini Fortunato|Ballerini]] alla [[trattoria dell'Olmo]] il [[24 ottobre]] [[1904]]? Bianche e celesti, naturalmente. Giunti a questo punto, sempre Totò esploderebbe la celebre frase: ''"Si informi e si convinca!"'' Tuttavia, dovendo convincere gli increduli, qui offriamo loro altre prove. Con quali colori il grande [[Ancherani Sante|Santino Ancherani]] aveva fatto confezionare da sua madre e dalla sorella le camicie da gioco a riquadri per indossarle [[Domenica 15 maggio 1904 - Roma, Piazza d'Armi - Lazio-Virtus 3-0|nella prima partita ufficiale]] Lazio-[[Virtus]], giocata a [[piazza d'Armi]] il [[15 maggio]] [[1904]]? E’ facile: il bianco e il celeste. In un articolo apparso sul [[Corriere dello Sport]] nel [[1961]], il primo centravanti – l’antenato più lontano di [[Immobile Ciro|Ciro Immobile]] – spiegava al giornalista Vittorio Finizio la cosa. <br> <br> [[Immagine:Terrapiattisti3.jpg|thumb|center|550px|Il ritaglio proviene dall'archivio Ancherani]] <br> <br> Fu lui, dunque, come ci ha ricordato il libro di Impiglia sulla "Podistica", l’atleta che diede ai compagni i bei colori. La storia della bandiera greca e dell’aggancio alle Olimpiadi fu una versione assai tarda, risalente alla metà degli anni sessanta, operata da [[Bitetti Olindo|Olindo Bitetti]] per il libro di [[Pennacchia Mario|Mario Pennacchia]]. Infatti, per quanto noi si sia solcato in lungo e in largo i mari della documentazione critica, archivistica o di emeroteca, mai è uscito fuori alcun accenno all’"olimpismo" genetico della SPL, avanti detta pubblicazione. Forse – come ci ha più volte detto l’amico Marco – l’idea geniale della bandiera greca sopravvenne a [[Bitetti Olindo|Bitetti]] in rapporto all’inaugurazione del vessillo sociale a rigoni bianchi e celesti, occorsa poco dopo l’avvento alla presidenza di [[Ballerini Fortunato|Fortunato Ballerini]]. Che giusto in quei giorni portava avanti il progetto di allestire a Roma i Giochi Olimpici del [[1908]]. E se c’è qualcuno che ha dato alla Lazio un assetto amatoriale altamente organizzato e lo spirito olimpico pan-culturale che fu del barone Pierre Fredy de Coubertin, costui è stato il grande [[Ballerini Fortunato|Ballerini]]. "Sua Eccellenza", come gli si rivolgevano i pionieri. Crediamo sia inutile continuare, giacché i documenti da mostrare, a sostegno del nostro logos, sarebbero numerosi. E allora, ancora una volta ci viene in soccorso il Principe De Curtis: ''"Ogni limite ha una pazienza"''. <br> <br> A noi di LazioWiki il biancoceleste piace. Ci gusta un chicchero. I primi footballers lo scelsero perché era "delicato e signorile" – come ricordò con tanta emozione e sentimento [[Ancherani Sante|Santino]] –, motivo per cui ce lo teniamo ben stretto. Inoltre, resiste da 116 primavere. Ciò detto, rispettando il pensiero democratico di Gorgia, è pure vero che a ogni questione sono applicabili almeno due argomentazioni. Così la terra è rotonda e piatta allo stesso tempo. Ma a ognuno il suo mestiere, per cortesia! <br> <br> [[Immagine:soragi.jpg|thumb|center|550px|Le "celestiali" maglie dello scudetto 1973/74 accudite e lavate dalla "sora" Gina Ciaschini a Tor di Quinto]] |
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| <font color=navy> ► '''LazioWiki acquisisce il certificato di nascita di [[Maestrelli Tommaso|Tommaso Maestrelli]] da cui si evincono i nomi di battesimo del tecnico biancoceleste: Tommaso, Arturo e Renzo. [[Maestrelli Tommaso|Clicca qui per visualizzare l'atto e la scheda dell'allenatore del primo scudetto biancoceleste]]''' </font> |
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| ► <font color=darkred> <b> LazioWiki comincia a svelare la nebbia che avvolgeva il personaggio [[Seghettini Bruto|Bruto Seghettini]]. Le ultime scoperte - assieme alla firma autografa ed alcune foto inedite - effettuate da LazioWiki [[Seghettini Bruto|in questa pagina...]] </b> </font> |
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| ► <font color=navy> <b> Acquisito l'atto di nascita di Giorgio Vaccaro! [[Vaccaro Giorgio|Vai alla pagina...]] </b> </font> |
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| ► [[Immagine:GoldMedal.png|25px]] <font color=darkred> <b> [[Felipe Anderson]] conquista l'oro olimpico nella finale Brasile-Germania di calcio a Rio [[2016]] e diventa il decimo atleta medagliato d'oro della Polisportiva biancoceleste! [[Medaglie olimpiche della SS Lazio|Vai alla pagina degli atleti biancocelesti medagliati...]]</b> </font> |
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| ► <font color=navy> <b> La Lazio U20 Maschile di pallanuoto vince lo Scudetto 2016! [[La Lazio U20 Maschile di pallanuoto vince lo Scudetto 2016|Vai alla pagina...]] </b> </font> |
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| ► <font color=darkred> <b> Reperiti alcuni articoli di stampa francesi sul record dell'ora battuto da [[Bigiarelli Luigi|Luigi Bigiarelli]]. [[Articoli di stampa su Luigi Bigiarelli|Vai alla pagina...]] </b> </font> |
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| ► <font color=navy> <b> LazioWiki trova una significativa documentazione riguardante le "tre vittorie in un giorno" al [[Torneo Interregionale di Pisa|Torneo di Pisa]] del [[1908]]. La storica impresa dei pionieri biancocelesti in un dettagliato articolo de "La Lettura Sportiva". [[Torneo Interregionale di Pisa|Vai alla pagina...]] </b> </font> |
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| ► <font color=darkred> <b> LazioWiki ritrova una lettera del [[1923]] indirizzata al direttore della rivista "Il Calcio". In vista delle imminenti partite di finale da disputarsi contro il [[Genoa]], per la conquista del titolo di [[campione d'Italia]], un giocatore biancoceleste si lamenta della scarsa considerazione riservata dalla stampa alla Lazio. [[La lettera di un giocatore al direttore della rivista "Il Calcio"|Vai alla pagina...]] </b> </font> |
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| ► <font color=navy> <b> LazioWiki scopre una partita spareggio del Campionato 1923/24 tra Lazio e Ideale Bari, fatta sparire dagli archivi storici del calcio. Storia di una beffa che vide vittima la società biancoceleste. [[Domenica 6 luglio 1924 - Ancona, Campo Dorico - Lazio-Ideale Bari 2-1 (d.t.s.)|Vai alla pagina...]] </b> </font> |
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| ► <font color=darkred> <b>Gli articoli di stampa, tratti da "[[Il Messaggero]]", che documentano l'attività della neonata S.P. Lazio nell'anno [[1900]]. [[I primi anni di attività della Società Podistica Lazio p. 1|Vai alla pagina...]] </b> </font> |
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| ► <font color=navy> <b>Pubblicata un'intervista a [[Zanetti Diego|Diego Zanetti]] e [[Moschino Giambattista|Giambattista Moschino]] </b> </font> |
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| ► <font color=darkred> <b> LazioWiki, su invito della Presidenza della S.S. Lazio, partecipa all'udienza privata concessa dal Santo Padre Francesco alla Polisportiva. [[7 maggio 2015: la Polisportiva incontra Papa Francesco|Vai alla pagina...]] </b> </font> |
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| ► <font color=navy> <b> In occasione del 70° Anniversario della Liberazione, prendendo spunto dall'interessante articolo di Marco Impiglia pubblicato su "Repubblica.it" circa il ruolo svolto dal polisportivo della S.S. Lazio [[Bitetti Ivo|Ivo Bitetti]] nella cattura di [[Mussolini Benito|Benito Mussolini]], ci pregiamo di pubblicare un altro articolo che il dott. Impiglia ha voluto appositamente scrivere per LazioWiki. Di ciò sentitamente lo ringraziamo. [[La fine di Mussolini segnata da due campioni sportivi|Clicca qui per leggere l'articolo...]] </b> </font> |
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| ► <font color=darkred> <b> A partire dalla stagione [[1931/32]] e sino al [[1934/35]], la Lazio Calcio veniva chiamata "la BrasiLazio". </b> [[La "Brasilazio"|Clicca qui per saperne di più...]] </font> |
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| ► <font color=navy> <b> LazioWiki ha reperito il ruolino militare del Fondatore [[Bigiarelli Luigi|Luigi Bigiarelli]]! Clicca sul link per visualizzarlo! </b> </font> |
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| ► <font color=darkred> <b> LazioWiki, nella sua costante opera di ricerca, è venuta in possesso dei ruolini militari di [[Balestrieri Arturo|Arturo Balestrieri]], [[Bigiarelli Giacomo|Giacomo Bigiarelli]], [[Grifoni Alceste|Alceste Grifoni]], [[Massa Galileo|Galileo Massa]] e [[Venier Enrico|Enrico Venier]] che possono essere visionati nelle rispettive biografie qui linkate. </b> </font> |
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| ► <font color=navy> <b> LazioWiki è lieta di mostrare ai propri lettori un'immagine rarissima del [[Capanno di Pippanera]] e di [[Piazza della Libertà]] nell'anno [[1906]] prese da un aerostato. Questi luoghi appaiono così come li vedevano i nostri Padri Fontatori nel [[1900]] e rappresentano una parte fondamentale nella Storia della Società Podistica Lazio. </b> [[Capanno di Pippanera|Vai alla pagina...]] </font> |
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| ► <font color=darkred> <b> Gentilmente donato dai Signori Francesco e Massimiliano Panzino, LazioWiki è lieta di mostrare in esclusiva ai propri lettori <u>il referto arbitrale ufficiale</u> [[Domenica 12 maggio 1974 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Foggia 1-0|della gara]] Lazio-[[Foggia]] 1-0 del [[12 maggio]] [[1974]] che valse il primo [[Scudetto|titolo tricolore]] per la Società biancoceleste. </b> [[Domenica 12 maggio 1974 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Foggia 1-0|Vai alla pagina...]] </font> |
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| ► <font color=navy> <b> LazioWiki, nella sua incessante e continua ricerca su ogni aspetto riguardante la Storia ultracentenaria della S. S. Lazio, è venuta in possesso di immagini inedite e mai pubblicate sul <u>Fondatore Galileo Massa</u> ed è lieta di mostrarle in esclusiva ai propri lettori. </b> [[Massa Galileo|Vai alla pagina...]] </font> |
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| ► <font color=darkred> <b> LazioWiki, nella sua continua ricerca storica sulla Lazio, è lieta di offrire ai propri lettori una visione finalmente completa della [[Piazza d'Armi]]. </b> [[Come era Roma nel 1900|Vai alla pagina...]] </font> |
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| ► <font color=navy> <b> Due recenti scoperte di LazioWiki:</b> </font> <br> ► una fotografia inedita e storicamente importante di [[Balestrieri Arturo|Arturo Balestrieri]] con la casacca della Lazio nel [[1904]]. [[Balestrieri Arturo|Vai alla pagina...]] <br> ► [[Maestrelli Tommaso|Tommaso Maestrelli]] eletto Consigliere Comunale della città di Bari. [[Maestrelli_Tommaso#Politico|Vai alla pagina...]] |
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| ► <font color=darkred> <b> LazioWiki è entrata in possesso ad agosto [[2013]] di due immagini di opere completamente inedite di [[Sclavi Ezio|Ezio Sclavi]]. Desideriamo metterle a disposizione del pubblico e della critica. </b> [[21 Agosto 2013 Appendice Ezio Sclavi - Galleria immagini|Vai alla pagina...]] </font> |
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| ► <font color=navy> <b> LazioWiki a Bruxelles per i 113 anni della Lazio </b> - [[LazioWiki - Bruxelles 2013|Vai alla pagina...]] </font> |
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| ► <font color=darkred> <b> [[5 giugno]] [[1932]], campo del Muro Torto: la Lazio scopre la [[S.S. Lazio Basket|Pallacanestro]] </b> - [[5 giugno 1932 - La Lazio scopre la Pallacanestro|Vai alla pagina...]] </font> |
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| ► <font color=navy> <b> [[Sclavi Ezio|Ezio Sclavi]]: sono disponibili sulle nostre pagine i contenuti della Mostra/Conferenza "[[Sclavi Ezio|Ezio Sclavi]] - Il calciatore, l'artista - Un uomo d'Oltrepò" sul grande Campione biancoceleste e sulle sue opere artistiche tenutasi dal 24 al [[25 agosto]] scorso a Monteveneroso di Canneto Pavese (PV) </b> - [[24-25 Agosto 2012 Mostra/conferenza su Ezio Sclavi|Vai alla pagina...]] </font> |
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| ► <font color=darkred> <b> Eccezionale scoperta:</b> finalmente anche [[Bigiarelli Giacomo|Giacomo Bigiarelli]] ha un volto. LazioWiki è orgogliosa di mostrare in prima assoluta l'immagine dell'ultimo fondatore dal volto fino ad oggi ignoto - [[Bigiarelli Giacomo|leggi qui]] </font> |
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| ► <font color=navy> <b> Recentissime scoperte</b> di LazioWiki su [[Bigiarelli Luigi|Luigi]] e [[Bigiarelli Giacomo|Giacomo Bigiarelli]] </font> |
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| '''Società Sportiva Lazio''' <br> <br> La Società Sportiva Lazio (nota anche come '''S.S. Lazio''' o '''Lazio''') è una Società Polisportiva fondata a [[Roma]] il [[9 gennaio]] [[1900]] in [[Piazza della Libertà]] nel rione Prati. Probabilmente la sua genesi è anteriore alla data storicamente provata della sua nascita. [[Martedì 9 gennaio 1900: la fondazione della Società Podistica Lazio|Concepita come società podistica]] da [[Bigiarelli Luigi|Luigi Bigiarelli]] e dagli altri otto padri fondatori, ha visto via via aumentare le sue discipline sportive tra le quali quella che ha reso la Lazio più famosa, la [[SS Lazio - Calcio|calcistica]] (istituita nel [[1901]] ed ufficializzata nel [[1910]]). |
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Grazie alla volontà di personaggi come [[Ballerini Fortunato|Fortunato Ballerini]] e [[Ancherani Sante|Sante Ancherani]], il sodalizio biancoceleste iniziò a praticare il gioco del football che giunse nella capitale agli albori del XX secolo. I primi anni furono giocati a livello pionieristico ma numerose furono le vittorie in molti tornei, fino ad arrivare a disputare le finali nazionali nel [[1912/13|1913]] e nel [[1913/14|1914]] perse rispettivamente con la [[Pro Vercelli]] e il Casale. |
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Dopo una forzata inattività dovuta alla [[Prima Guerra Mondiale|prima guerra mondiale]], i biancazzurri ripresero l'attività arrivando a sfiorare lo [[Scudetto]] nel [[1922/23|1923]] battuti solo dal fortissimo [[Genoa]] [[Domenica 15 luglio 1923 - Genova, stadio Marassi - Genoa-Lazio 4-1|4-1 all'andata]] e [[Domenica 22 luglio 1923 - Roma, campo della Rondinella - Lazio-Genoa 0-2|0-2 al ritorno ]] nelle finali nazionali. Nel [[1921]], intanto, la società biancazzurra venne eretta ad [[La Società Podistica Lazio viene eretta Ente Morale|Ente Morale]] per Regio decreto. Nel [[1927]] è grazie al Generale [[Vaccaro Giorgio|Giorgio Vaccaro]] che venne evitata la fusione con altre squadre minori della Capitale che diedero vita ad un unico sodalizio che prenderà il nome di [[Roma AS|AS Roma]]. |
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I primi [[Campionato|campionati]] a girone unico non portarono grandi soddisfazioni ma, a metà degli anni trenta, con l'acquisto del fortissimo centravanti [[Piola Silvio|Silvio Piola]], la Lazio tornò a risiedere nei piani alti della classifica sfiorando di nuovo lo [[Scudetto]] al termine della stagione [[1936/37]]. Sono gli anni del grande Presidente mecenate [[Zenobi Remo|Remo Zenobi]]. Nel [[1944]] la Lazio vinse il [[Campionato]] Romano superando la [[Roma AS|Roma]]. Dopo la fine della [[Seconda Guerra Mondiale]] i biancocelesti si collocarono a metà classifica ma, tra il [[1949]] ed il [[1952]], centrarono per tre [[Campionato|campionati]] consecutivi il quarto posto e nelle stagioni [[1955/56]] e [[1956/57]] ottennero il terzo posto. |
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Nel [[1958]] la Lazio vinse la sua [[Mercoledì 24 settembre 1958 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Fiorentina 1-0|prima Coppa Italia]] contro la [[ACF Fiorentina|Fiorentina]], ma tre anni dopo conobbe l'onta della sua prima retrocessione in [[Serie B]]. Gli anni sessanta videro i biancocelesti, con gravi problemi economici, salire e retrocedere dalla [[Serie A|massima serie]]. Neanche l'avvento alla presidenza dell'italoamericano [[Lenzini Umberto|Umberto Lenzini]] sembrò cambiare le cose. Nell'estate [[1971]], dopo un'altra retrocessione tra i cadetti, venne chiamato ad allenare la squadra [[Maestrelli Tommaso|Tommaso Maestrelli]]. Era la svolta che si attendeva da tanti lustri. Con [[Maestrelli Tommaso|Maestrelli]] in panchina e grazie alle reti del giovane centravanti [[Chinaglia Giorgio|Giorgio Chinaglia]], la promozione venne subito centrata e [[1972/73|l'anno successivo]] i biancazzurri sfiorarono un clamoroso [[Scudetto]], perso a 2 minuti dalla fine dell'ultima giornata in un clima di [[L'ultima giornata del campionato 1972/73, tra luci e ombre|pesanti sospetti]]. |
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Titolo rimandato di un anno, però, perché la stagione [[1973/74]] vide le ''Aquile'' dominare e laurearsi [[Campione d'Italia|'''Campioni d'Italia''']] il [[12 maggio]] [[1974]] dopo aver battuto in casa il Foggia [[Domenica 12 maggio 1974 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Foggia 1-0|per 1-0]]. La Lazio mise in luce un gioco totale che fece invidia a tutti i più grandi club mondiali. Arrivata all'apice, però, iniziò la parabola discendente, causata dapprima dalla malattia di [[Maestrelli Tommaso|Maestrelli]] che lo porterà alla prematura scomparsa, e poi dall'improvvisa morte del calciatore [[Re Cecconi Luciano|Luciano Re Cecconi]] rimasto [[La tragedia della morte di Re Cecconi|ucciso per un tragico equivoco]]. |
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La fine degli anni settanta vide i biancocelesti navigare a metà classifica, ma la vicenda del [[Calcioscommesse 1980|calcioscommesse]], scoppiato nel marzo [[1980]] e culminato con l'arresto di alcuni giocatori, la vide precipitare in [[Serie B]] d'ufficio. Furono anni bui, ravvivati soltanto dalla promozione al termine della stagione [[1982/83]]. Le attese della presidenza di [[Chinaglia Giorgio|Chinaglia]] vennero poi disilluse ed alla fine del [[1984/85|1985]] i biancazzurri retrocessero nuovamente. |
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Un altro [[Calcioscommesse 1986|scandalo scommesse]] rischiò di farla precipitare in [[Serie C]], ma la Lazio riuscì a salvarsi con una penalizzazione di 9 punti da scontare sulla classifica del [[Campionato|campionato]] successivo. La squadra di [[Fascetti Eugenio|Eugenio Fascetti]] ottenne la salvezza dopo un drammatico spareggio a tre con Taranto e Campobasso giocato sul campo neutro di Napoli. Persa la [[Sabato 27 giugno 1987 - Napoli, stadio San Paolo - Taranto-Lazio 1-0|prima partita per 1-0]] contro il Taranto, riusci a [[Domenica 5 luglio 1987 - Napoli, - stadio San Paolo - Lazio-Campobasso 1-0|vincere con il medesimo punteggio]] contro il Campobasso salvandosi dalla retrocessione. |
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L'anno successivo la Lazio tornò nella [[Serie A|massima serie]] e la squadra, guidata dal presidente [[Calleri Gian Marco|Gian Marco Calleri]], riuscì a navigare in acque tranquille fino all'inizio degli anni [[1990|'90]]. Con l'acquisto del pacchetto azionario da parte del finanziere [[Cragnotti Sergio|Sergio Cragnotti]], la società biancoceleste fece registrare una svolta epocale. Grazie ad acquisti di grandi campioni, i biancocelesti s'imposero all'attenzione del panorama calcistico mondiale. |
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Nel [[1997/98|1998]] la Lazio vinse la sua [[Mercoledì 29 aprile 1998 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Milan 3-1|seconda]] [[Coppa Italia]] contro il [[Milan AC|Milan]] mentre il [[6 maggio]] la Società biancoceleste [[La Lazio è quotata in borsa|è quotata nella Borsa Valori]], prima società calcistica italiana ad entrare in Piazza Affari. Il [[29 agosto]] [[Sabato 29 agosto 1998 - Torino, stadio Delle Alpi - Juventus-Lazio 1-2|conquistò la prima]] [[Supercoppa Italiana]] contro la [[Juventus FC|Juventus]]. L'anno seguente la squadra, guidata da [[Eriksson Sven Goran|Sven Goran Eriksson]], sfiorò lo [[Scudetto]], perso nelle ultime giornate, ma [[Mercoledì 19 maggio 1999 - Birmingham, Villa Park - RCD Mallorca-Lazio 1-2|vinse l'ultima edizione]] della [[Coppa delle Coppe]] ed aprì la successiva stagione [[Venerdì 27 agosto 1999 - Montecarlo, stadio Louis II - Manchester United-Lazio 0-1|aggiudicandosi]] la [[Supercoppa Europea]] contro il Manchester United. La stagione [[1999/00]] vide i biancocelesti laurearsi per la seconda volta nella loro storia '''[[Campione d'Italia|Campioni d'Italia]]''' e vincere la [[Giovedì 18 maggio 2000 - Milano, stadio Giuseppe Meazza - Inter-Lazio 0-0|terza]] [[Coppa Italia]], contro L'[[Internazionale FC|Inter]], centrando il '''Double''' (vittoria in [[Campionato]] e Coppa nazionale). |
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Nel settembre dello stesso anno la Lazio si aggiudicò la sua [[Venerdì 8 settembre 2000 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Inter 4-3|seconda]] [[Supercoppa Italiana]] di nuovo contro l'[[Internazionale FC|Inter]]. Finita l'era di [[Cragnotti Sergio|Sergio Cragnotti]], nel [[2004]] i biancocelesti conquistano [[Mercoledì 12 maggio 2004 - Torino, stadio Delle Alpi - Juventus-Lazio 2-2|la quarta]] [[Coppa Italia]] contro la [[Juventus FC|Juventus]]. Una grave crisi societaria sembrò poi sfociare nel fallimento ma alla fine, con l'acquisizione del pacchetto di maggioranza da parte di [[Lotito Claudio|Claudio Lotito]], la situazione si sbloccò in maniera positiva. Dopo una difficile salvezza nel [[campionato]] [[2004/05]], la Lazio raggiunse un prestigioso terzo posto al termine della stagione [[2006/07]]. |
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La stagione ([[2007/08]]) ha visto i biancocelesti, allenati per il terzo anno consecutivo dal riminese [[Rossi Delio|Delio Rossi]], giungere al 12° posto nel campionato di [[Serie A|massima serie]]. Il [[13 maggio]] [[2009]] la Lazio [[Mercoledì 13 maggio 2009 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Sampdoria 1-1 (d.t.s.) - 7-6 (d.c.r.)|conquista la quinta]] [[Coppa Italia]], il primo trofeo dell'era [[Lotito Claudio|Lotito]], battendo ai calci di rigore per 7-6 (1-1 il risultato finale della partita), la [[Sampdoria]]. L'[[8 agosto]] [[2009]], la formazione biancoceleste si aggiudica la terza [[Supercoppa Italiana]] della propria storia [[Sabato 8 agosto 2009 - Pechino, stadio Bird's Nest - Inter-Lazio 1-2|nella gara]], disputata a Pechino, contro l'[[Internazionale FC|Inter]], battuta per 2 a 1. |
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La stagione [[2009/10]] vede la Lazio disputare un torneo mediocre e salvarsi con due giornate di anticipo, chiudendo il torneo a 46 punti e dopo aver sostituito il tecnico [[Ballardini Davide|Davide Ballardini]] con [[Reja Edoardo|Edoardo Reja]] dopo una [[Domenica 7 febbraio 2010 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Catania 0-1|sconfitta interna]]. Forti contestazioni al presidente biancoceleste [[Lotito Claudio|Claudio Lotito]] sono state manifestate nel corso del [[campionato]], per un torneo disputato sotto le attese. La partecipazione all'[[Europa League]], ottenuta di diritto a seguito [[Mercoledì 13 maggio 2009 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Sampdoria 1-1 (d.t.s.) - 7-6 (d.c.r.)|della conquista]] della [[Coppa Italia]] contro la [[Sampdoria]], termina nella fase a gironi. La stagione [[2010/11]] vede la Lazio sempre agli ordini del tecnico goriziano [[Reja Edoardo|Edy Reja]] e la Lazio si classifica al quarto posto con 66 punti, in coabitazione con l'[[Udinese]] la quale, per una migliore differenza reti, ottiene la qualificazione alla fase preliminare di [[Champions League]] relegando i biancocelesti alla partecipazione all'[[Europa League]]. |
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Nella stagione [[2011/12]] i biancocelesti si classificano al quarto posto in classifica e si qualificano ai play-off dell'[[Europa League]], mentre nella [[2012/13|stagione successiva]], agli ordini del nuovo tecnico [[Petkovic|Vladimir Petkovic]], conquistano la [[Coppa Italia]], con una rete di [[Lulic Senad|Senad Lulic]], nella [[Domenica 26 maggio 2013 - Roma, stadio Olimpico - Roma-Lazio 0-1|storica finale]] disputata il [[26 maggio]] [[2013]] contro la [[Roma]]. Secondo una statistica del [[2001]] di AC Nielsen, la Lazio vanta una platea di circa 1.100.000 sostenitori, sesta squadra in Italia dopo [[Juventus FC|Juventus]], [[Internazionale FC|Inter]], [[Milan AC|Milan]], [[SSC Napoli|Napoli]] e [[Roma AS|Roma]]. Altre discipline nelle quali la Lazio si è fatta notare sono il [[S.S. Lazio Calcio a 5|calcio a 5]], il [[S.S. Lazio Nuoto|nuoto]], la [[pallanuoto]], il [[S.S. Lazio Rugby 1927|rugby]], il [[S.S. Lazio Baseball Softball e Cricket|baseball]], il [[S.S. Lazio Baseball Softball e Cricket|softball]], il [[S.S. Lazio Paracadutismo|paracadutismo]], il [[S.S. Lazio Ciclismo A.S.D.|ciclismo]] e, in epoche meno recenti, la [[S.S. Lazio Basket|pallacanestro]]. |
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| '''Polisportiva''' <br> <br> La sezione calcistica è compresa in una società polisportiva, una delle più antiche d'Europa e più grandi del mondo, che conta attualmente, incluso il [[Calcio (sport)|calcio]], 46 sezioni sportive, 16 attività associate e, socio onorario, la Lazio Master di Calcio a 5. Queste le attuali Sezioni della Polisportiva: |
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| ► [[S.S. Lazio Arti Marziali]], ► [[S.S. Lazio Atletica leggera]], ► [[S.S. Lazio Attività subacquee e di pesca sportiva]], ► [[S.S. Lazio Baseball Softball e Cricket]], ► [[S.S. Lazio Badminton]], ► [[S.S. Lazio Basket in Carrozzina]], ► [[S.S. Lazio Biliardo]], ► [[S.S. Lazio Bowling]], ► [[S.S. Lazio Bridge Liegi]], ► [[S.S. Lazio Calcio femminile]], ► [[S.S. Lazio Calcio a 5 Femminile]], ► [[S.S. Lazio Calcio a 5]], ► [[S.S. Lazio Cricket]], ► [[S.S. Lazio Canoa Polo]], ► [[Circolo Canottieri Lazio]], ► [[S.S. Lazio Ciclismo A.S.D.]], ► [[S.S. Lazio Equitazione]], ► [[S.S. Lazio Escursionismo]], ► [[S.S. Lazio Marines|S.S. Lazio Marines (Football americano)]], ► [[S.S. Lazio Ginnastica]], ► [[S.S. Lazio Hockey]], ► [[S.S. Lazio Motociclismo]], ► [[S.S. Lazio Nuoto|S.S. Lazio Nuoto, Pallanuoto, Tuffi]], ► [[S.S. Lazio Pallamano]], ► [[S.S. Lazio Pallavolo]], ► [[S.S. Lazio Basket]], ► [[S.S. Lazio Paracadutismo]], ► [[S.S. Lazio Paralimpica]], ► [[S.S. Lazio Pattinaggio]], ► [[S.S. Lazio Pentathlon Moderno]], ► [[S.S. Lazio Pesca Sportiva]], ► [[S.S. Lazio Polo]], ► [[S.S. Lazio Pugilato]], ► [[S.S. Lazio Rugby 1927]], ► [[S.S. Lazio Scacchi]], ► [[S.S. Lazio Scherma Ariccia]], ► [[S.S. Lazio Sci Club]], ► [[S.S. Lazio Sport su Ghiaccio Mezzaluna]], ► Squash, ► [[S.S. Lazio Tennis]], ► [[S.S. Lazio Tennis Tavolo]], ► [[S.S. Tiro con l'arco]], ► [[S.S. Lazio Triathlon]], ► [[S.S. Lazio Vela]], ► [[S.S. Lazio V.D.S.|S.S. Lazio Volo da Diporto o Sportivo]] |
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| <br> Il Consiglio generale della S.S. Lazio nel mese di dicembre [[2007]] ha approvato delle importanti modifiche statutarie, tra cui quelle che hanno introdotto, accanto alle storiche sezioni sportive, le attività associate. Al momento se ne contano 16: [[S.S. Lazio Calcio a 8|Calcio a 8]], [[S.S. Lazio Tfc|Calcio Tavolo]], [[S.S. Lazio Difesa Personale|Difesa Personale]], [[S.S. Lazio Foot Volley|Foot Volley]], [[S.S. Lazio Golf|Golf]], [[S.S. Lazio Surf e Boarding|Surf e Boarding]], [[S.S. Lazio Danza Sportiva|Danza Sportiva]], Burraco, Calcio Gaelico, Cheerleaders, Darts, Footgolf, Padboll, Spinning, Training Academy, Beach Soccer. In passato hanno fanno parte della famiglia laziale altre sezioni quali: Hockey femminile; Tennis tavolo, Calcio a 5 Master. |
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Il Consiglio generale della S.S. Lazio nel mese di luglio [[2012]] ha inoltre approvato l'ingresso di altre due sezioni sportive: lo Squash ed il Basket in carrozzina e delibera l'istituzione di un dipartimento di servizi in materia fiscale e giuridica a favore delle sezioni, nell'ambito del quale sarà possibile un confronto sulle normative di riferimento e che sarà coordinato da un commercialista. I Sodalizi biancocelesti diventano pertanto sessantadue: 46 Sezione Sportive, 16 attività associate e la Lazio Master di Calcio a 5 come socio onorario. La Polisportiva vanta iscritti nelle sue sezioni circa 10.000 atleti e 800 tra dirigenti e tecnici. Oltre alla già citata erezione ad [[La Società Podistica Lazio viene eretta Ente Morale|Ente Morale]] nel [[1921]], la S.S. Lazio è stata insignita delle due massime onorificenze sportive italiane: [[la Stella d'Oro al Merito Sportivo]] e [[il Collare d'Oro al Merito Sportivo]]. |
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| '''Palmares''' <br> <br> |
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La Lazio è una Polisportiva e pertanto si enumerano i trofei vinti dai suoi atleti senza suddividerli per specialità e limitatamente alle medaglie d'oro: |
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* Giochi Olimpici: 10 medaglie d'oro |
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* Campionati del mondo: 16 medaglie d'oro |
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* Campionati d'Europa: 26 medaglie d'oro |
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* Record europei: 2. |
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Inoltre la Lazio ha vinto più di 70 titoli italiani assoluti, i più recenti dei quali sono stati quello del [[S.S. Lazio Calcio a 5 Femminile|Calcio a 5 Femminile]] nel giugno [[2008]], quello di [[S.S. Lazio Marines|Football americano]] conquistato vincendo il [[Campionato]] Italiano College U. 23 il [[10 gennaio]] [[2009]] ed a settembre [[2009]] il titolo italiano di Paracadutismo specialità RW4, mentre i titoli individuali sono stati oltre 600. Gli ultimi quattro titoli italiani conquistati da Sezioni della S.S. Lazio sono stati quelli del Futsal Under 21 il [[6 giugno]] [[2014]], quello Assoluto del Futsal Femminile l'[[8 giugno]] [[2014]], quello della Pallanuoto Under 20 il [[10 luglio]] [[2016]] e nel [[2018]] quello del Calcio a 8. Impressionante il numero dei titoli individuali vinti a livello giovanile: circa 1.000. A fronte di tali numeri è indiscutibile considerare la Lazio la società più titolata d'Italia. |
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| ► <html> <a href = "#SSLazio"> Società Sportiva Lazio </a> </html> |
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| ► <html> <a href = "#SezPolisportiva"> Polisportiva </a> </html> |
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| ► [[Sostieni LazioWiki]] |
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Versione delle 09:13, 10 dic 2020
| ► Timeline colori e simboli SS Lazio |
| "[...] e scoccare verso le strepeanti acque, frecciate biancazzurre, due ghiandaie". Da Mediterraneo di Eugenio Montale, estrapoliamo questo momento così prezioso: l’entrata, nella letteratura italiana, del neologismo "biancazzurro". I "composti giustappositivi bimembri di aggettivi coloristici" – come direbbe il pedante studioso – pare proprio siano, negli ultimi tempi, oggetto di controversia nel mondo degli affetti laziali. Biancazzurri o Biancocelesti, come li dobbiamo chiamare i nostri beneamati atleti? Di che colore devono essere le bandiere? L’Aquila ha sul timone un nastro bianco e celeste, una convessità gravida di vita ed emozioni, o invece reca un nastro bianco e azzurro, un gelido lapislazzuli persiano che svaria dal cilestro al turchino? Romano o medio-orientale, nelle pupille e sulle labbra, il nome comunque non tradisce e subitaneamente agisce: Lazio! D’istinto, ci verrebbe di scegliere un colore oppure l’altro, e quindi seguire il consiglio di frate Guglielmo da Occam: Non sunt multiplicanda entia sine necessitate. Insomma, perché complicarsi la vita? I romanisti sono giallorossi, gli juventini sono bianconeri ("neribianchi stormi", scriverebbe Montale) e gli interisti e milanisti non dubitano d’essere nerazzurri e rossoneri. Ma noi laziali no: noi abitiamo in Danimarca: ci piace orzare per puro divertimento, mossi da una smania in tutto degna di Ulisse. Una ulteriore risposta plausibile è che passiamo dal celeste all’azzurro e dall’azzurro al celeste perché intuiamo la ricchezza che annuncia il continuo cambiamento. Avvertiamo la forza psichica che emana da due sfumature di uno dei colori più belli in natura; e allora giù a leggere le teorie di Luscher e Kandinskij, che ci rivelano mille cose al riguardo. Più prosaicamente, e rivolgendoci a una disciplina che, pur non essendo una scienza esatta, in certi casi – e questo è il caso – è come la bussola amalfitana che fornisce i punti cardinali al navigante, è sufficiente armarsi di carta, gomma e matita per risolvere il piccolo enigma. La nostra mano, seguendo le direttive della mente, deve solo tracciare una "linea del Tempo". In storiografia, nelle scienze naturali e anche in quelle forensi (pensate a investigatori da romanzo come Lincoln Rhyme, che hanno reso popolare il concetto), si utilizza la linea temporale per farsi le idee più chiare in merito a un’indagine. Non che questa nostra "Quest", sui colori "veri" della SS Lazio, unita al significato dei suoi simboli, abbia punti di contatto con l’identificazione di un serial killer, no: diciamo piuttosto che è più divertente. Un po’ come la "Linea" di Osvaldo Cavandoli che allietava i Caroselli degli anni Sessanta. La Linea si muoveva e parlava, forse in lingua polacca perché davvero poco si capiva. La Timeline si muove uguale, scivola avanti e indietro nel Tempo, via via che la si aggiorna; la sua lingua è come una Stele di Rosetta, in quanto traduce in lampadine d’Archimede Pitagorico – tante belle lucette che si accendono in sequenza – una serie di Ka’ba nere e lucide che, altrimenti, ci stavano comprando il biglietto di sola andata per Copenhagen. Costruiamo, ordunque (altro ricordo d’infanzia: Giocagiò, pastelli, scatole, colla e forbici...), la speciale Timeline sul tema: COLORI DELLA SOCIETA’ SPORTIVA LAZIO. NATI BIANCHI Lo "start" è la nascita della Società Podistica Lazio, il 9 gennaio del 1900. Il "final meeting" è oggi, ottobre del 2020. Diciamo subito che i punti di riferimento della nostra Timeline saranno i seguenti: gli statuti e i regolamenti societari, gli stemmi e le insegne ufficiali, le casacche utilizzate dalle squadre di football, le deliberazioni assembleari, taluni elementi iconografici e di emeroteca, le memorabilia. E procuratevi subito un prontuario di araldica, che senz’altro vi sarà utile.Ma la SPL di Roma ebbe subito una sezione natatoria. Da una nota di emeroteca che data al 1939 e reca la firma del pioniere Vittorio Spositi, sappiamo che i laziali (Arturo Balestrieri), all’avvio dell’estate del 1900 portavano "mutandine a triangolo di tela azzurra". Non molto tempo dopo, alcuni podisti cominciarono a presentarsi alle gare con uno scudettino scuro sul petto. Come forma (a noi sembra uno scudo sagomato interzato in banda), l’emblema era simile a quello dei waterpolisti della Rari Nantes Roma. Società alla quale risultavano tesserati alcuni dei fondatori della SPL e che, come smalti, aveva il bianco e il celeste. E però, l’arme della RNR Waterpolo del 1901 era interzato in sbarra e bianco-azzurro! Vediamo già apparire, in questa annotazione, un fattore che non dobbiamo dimenticare, nel prosieguo dell’analisi: il celeste e l’azzurro erano intercambiabili, sulle vestimenta e sugli emblemi delle società fiumarole; un altro esempio l’abbiamo nel Club Canottieri Aniene, ufficialmente giallo-celeste ma anche giallo-azzurro; e perfino giallo-blu, a volte. La nostra linea temporale scivola in avanti, per sostare a due date davvero fondamentali, entrambe concernenti l’anno 1904: la domenica del 15 maggio 1904 la squadra di football disputa, sui prati di Piazza d'Armi, la prima partita ufficiale con i "cugini" della SS Virtus. Siccome i rivali hanno da poco inaugurato una camiciola a scacchi bianchi e neri, coi bottoncini e all’ultima moda proprio, il capitano del team, Sante Ancherani, d’accordo con i compagni decide di farla in casa, una camicia uguale. Come materiale, la madre e una sorella di Santino indicano la flanella, che può essere confezionata sia con la lana che col cotone, è leggera, calda e resistente, e all’epoca la si usava per le lenzuola, le bende e i pannolini. Tra le varie tonalità, i calciatori optano per il celeste col bianco. Nasce una bella divisa, a scacchi bianchi e celesti. Ancherani, in seguito, avrebbe ricordato come l’abbinamento avesse subito incontrato il gradimento generale, in quanto giudicato "delicato e signorile". L’economicità del materiale, la qualità estetica, quindi, e anche una buona dose di casualità, furono alla base. La muta di maglie venne fatta lì per lì, cucendo le donne per tutta la notte tra il sabato e la domenica. Fino a quel momento, gli atleti laziali non avevano avuto bisogno di colori per distinguersi: bastava il nome cucito. Ora no: il gioco di squadra impone la differenziazione, e così arrivano i colori sociali. All’inizio, nessuno ci aveva pensato perché la Lazio era nata da un gruppo di ragazzi su un battello a capanna ancorato sul Fiume, con lo scopo dichiarato di marciare, correre e nuotare. Seconda data cardinale nella genesi ed evoluzione degli smalti della Lazio: l’8 agosto 1904. Nel corso di un’assemblea straordinaria, tenuta nella sede-appartamento di via Pompeo Magno, il nuovo presidente eletto, il cavalier Fortunato Ballerini, dà l’incarico di creare un vessillo sociale. La bandiera viene inaugurata la domenica del 23 ottobre ad un banchetto alla Trattoria dell'Olmo, fuori Porta del Popolo. Dalla cronaca de Il Messaggero, non si evince nulla sul "drappo" a battesimo: né i colori né la loro disposizione. Ma una testimonianza di Ballerini, rintracciabile alla pagina 144 del volume La Federazione Ginnastica Italiana e le sue origini (Roma, 1939), è dirimente al riguardo: "La sua bandiera a strisce bianco-celesti è donata dal Vice Presidente del tempo Paolino Pastori e ne è madrina la socia Anna Tobia in Massa, che la confeziona con le sue mani". Tutto lascia pensare che la bandiera in questione fosse a rigoni verticali, e la tinta adoperata la medesima dei footballers. Un celeste che dobbiamo credere acceso, giacché quella era la tonalità dei tessuti in flanella in vendita nei negozi. Volete un paragone? Il fiocco di seta che si pone davanti alla porta quando nasce un maschietto... Da questo momento, solo da questa data, cominciano i riferimenti sui giornali agli atleti della Lazio, impegnati in molteplici discipline, come ai "bianco-celesti": la "Società bianco-celeste". Romano Zangrilli, vincitore di un campionato di marcia nel giugno 1905, si fa fotografare con una canotta a larghe fasce biancocelesti. Scorre la linea del Tempo. E qui abbiamo un primo documento originale, di quelli che il consocio Marco Impiglia ha scoperto all’Archivio Storico Capitolino. Nel marzo del 1906, in una lettera su carta intestata indirizzata da Ballerini al conte di San Martino e Valperga, compare per la prima volta l’emblema dell’aquila; un motivo araldico probabilmente già acquisito da alcuni mesi, stando a una rara foto scovata da LW in cui si vede Bruto Seghettini esibirlo sul berretto, sotto la forma di un distintivo metallico, durante una giornata sportiva a Villa Borghese la domenica del primo ottobre 1905. E stiamo parlando di quello stesso stemma, graficamente raffinato, che ipotizziamo sia stato creato nella bottega d’arte di uno dei "nove", Galileo Massa – scultore e fonditore purtroppo non aduso a firmare le proprie opere – e che recentemente è stato assunto come ufficiale dalla SS Lazio. Il rapace – figura araldica naturale femminile – ha una posa "alpina", plastica, assai lontana da richiami romano-imperiali, e reca nel becco un cartiglio di un bell’azzurro netto, quasi foncé. L’aquila guarda correttamente a destra. Lo scudo, invece, è svizzero e presenta sette strisce verticali di cui tre in palo più chiare, nel monocromatismo obbligatorio per il modello e il tipo. Tutto fa pensare che quelle strisce azzurrine più tenui suggeriscano il celeste abbinato al bianco. Ma c’è di più: nello stesso periodo la SPL bandisce una manifestazione polisportiva a Villa Borghese, dove ha la sua nuova sede alla Casina dell'Uccelliera. Per l’occasione, oltre a gare atletiche è prevista a Piazza di Siena una sfida con il "Football Club di Roma" (il Roman: i futuri "giallorossi romanisti"). La partita poi non si gioca, e tuttavia, il fogliettino rosa, stampato dalla Lazio per pubblicizzare l’evento, reca in alto a sinistra il nuovo arme. Si vede benissimo lo stacco di tonalità esistente tra il cartiglio e lo scudo: due colori diversi: l’azzurro e il celeste! Le tre strisce centrali sono più fini rispetto alle quattro che le contornano. Nella simbologia, questa sottile ma importante distinzione significa che esse sono dei "pilastri" e rispondono al trinomio dell’Arte Reale che regge il Tempio massonico: Saggezza, Forza, Bellezza. Chi si intende di aspilogia, non può nutrire dubbi in proposito. Tra l’altro, secondo le regole vigenti in araldica, la bandiera trasferisce in orizzontale ciò che sullo stemma è in verticale, per cui è lecito avanzare l’ipotesi che le "strisce bianco-celesti" citate da Ballerini fossero, in realtà, disposte in orizzontale. Un esempio classico ce l’abbiamo nella bandiera americana. Detto vessillo riprende lo scudo composto da sette strisce verticali, con le tre centrali bianche in palo, a copiare pari pari lo stendardo di Ugo di Toscana. La cosa venne suggerita a George Washington da Filippo Mazzei, toscano di Poggio a Caiano che faceva il mediatore d’armi in Virginia. (Davvero incredibile questo collegamento segreto tra la Toscana, gli USA e la Lazio; e allora viva la "americana" Olimpia!) Ma non è finita qui. Stavamo dimenticando l’informazione cardinale che lo stemma del 1905 ci dona; un motivo che, con l’adozione da parte della SS Lazio Generale, pare valido tuttora. Il fatto che le strisce siano sette richiama la simbologia massonica del 7: secondo Pitagora, il sette, essendo l’unico valore numerico senza "madre" e, allo stesso tempo, "vergine" (non partorisce e non divide altri numeri compresi tra l’uno e il dieci), ha il significato di una ammonizione: l’unico valore per l’Uomo è la sua Coscienza, che ci rende tutti eguali e di pari dignità. Ecco, dunque, confermata indirettamente la leggenda, rintracciabile alla pagina 10 del volume Storia della Lazio, che vede Luigi Bigiarelli rinunciare ad assumere la prima presidenza della Società con le famose parole: "È stata un’idea di tutti, questa Lazio, non cominciamo a distinguerci tra noi". Giunti a questo punto, è esiziale porsi la questione: quando vennero approvati, in assemblea, i colori sociali? E in quale, dei vari statuti pubblicati nel periodo anteguerra, entrò per la prima volta l’articolo riguardante? In questo campo, stante la mancanza di documentazione probante, possiamo solo avanzare ipotesi. Nel suo discorso di commiato alla presidenza, declamato nella sede di via Veneto il 22 febbraio 1922 – e che LazioWiki ha nella sua forma completa così come riportata sul bollettino "Lazio" numero 6 del 1922 – Fortunato Ballerini enumera, oltre al primo statuto successivo a quello di fondazione, risalente al 24 marzo 1901, tre altri statuti, datati 1° giugno 1904, 3 gennaio 1909 e 19 luglio 1917. Detti statuti ebbero la funzione di riassumere l’iter ordinativo che veniva continuamente mutando, ogni volta che a un’assemblea si approvavano modifiche. Come esempio, portiamo l’assemblea ordinaria del 14 gennaio 1906. Da una nota di emeroteca, sappiamo che quel giorno Luigi Bigiarelli fu fatto "socio benemerito" e si votarono "modificazioni allo statuto". Forse proprio in quella circostanza entrarono i colori sociali; per uno scherzo del fato, giusto nel giorno in cui al Fondatore si riconosceva un merito. È quasi certo che nel 1913 venne prodotta una ulteriore, corposa revisione, al fine di rendere conto dello sviluppo della Istruzione Premilitare. Ma noi non crediamo che, a quella data, la SPL fosse ancora senza colori ufficiali, cioè menzionati nello statuto. E vedremo tra poco perché. In un libretto cartonato che ci plana tra le mani, stampato nel 2005 e storditamente impaginato alla rovescia, La maglia del cuore, si passano in rassegna le divise usate dalle squadre di calcio. Si afferma recisamente che la prima casacca biancoceleste è stata indossata nella "primavera del 1902". Indicazione che è un omaggio a Storia della Lazio. (Impiglia, nel suo Pionieri del calcio romano uscito nel gennaio del 2003, aveva già corretto la data al 1904, ma il revisionismo non era ancora stato digerito). Nel défilé, un po’ alla buona, e che comunque ha il pregio di non uscire dal Romance, si accenna alla prima maglia celeste a tinta unita del 1912: un’altra delle piccole scoperte del revisionista Impiglia. Una tenuta più uniforme nella fattura di quella del 1904, sicuramente acquistata in un negozio specializzato e indossata il 7 gennaio 1912 al Campo Due Pini, in casa del Roman. Nella circostanza, scrisse Alberto Caniggia, uno dei footballers di seconda generazione che si diedero al giornalismo, sul periodico L'Italia Sportiva: "La squadra della Lazio ha oggi inaugurato il nuovo costume sociale, serio, elegantissimo, abbandonando le vecchie casacche a quadri biancocelesti con una maglia celeste carico e cambiando i calzoncini neri con quelli di colore bianco". La maglia venne dai cronisti definita "turchina", e per un certo periodo i laziali furono chiamati "i blues", ma poi prevalse la dizione "biancazzurri". Cosa ci suggerisce tutto questo? Due cose: 1) l’attuale divisa da gioco ufficiale della SS Lazio nasce il 7 gennaio 1912. Quella domenica, i nostri ragazzi giocarono contro la futura "Roma AS" e vinsero uno a zero; volarono botte, tra l’altro. Li capitanava Mario Levi, di lì a poco volontario nella Grande Guerra come Bersagliere Ciclista; 2) quel "celeste carico", che con tutta probabilità già era stato inserito nello statuto, subito è confuso dai cronisti con l’azzurro, e "biancazzurri" diventano i laziali nelle cronache coeve. Da questo momento, i termini "biancazzurri" e "biancocelesti" assumeranno, agli occhi della gente, un carattere di intercambiabilità. Piacerà più il primo termine che il secondo, però... un po’ come a Montale. CELESTI CARICHI Fossimo tipi normali, che so romanisti, torinisti o del Bussoacoppe, la vicenda del mistero dei colori della Società potrebbe dirsi risolta. Siamo nati belli bianchi senza quarti di nobiltà (se non morale), quindi senza blasone e fanfare (smalti ed emblema, un motto sociale), e poi ci siamo scelti un’aquila dei vicini Appennini come insegna abbinata a tre virtù cardinali, un antico passo latino a sostenerci nell’unità di azione e abbiamo vestito biancoceleste mentre tutti ci chiamavano "azzurri". Ad libitum.L’omino di Osvaldo (bello quel Verona, ricordate?) si ferma, col classico punto interrogativo e la manina portata al mento, al 1923. L’eroteme trasmuta in un punto esclamativo ed esplode il classico "Eureka! Eureka!" Quale lampadina si è accesa nel nido di Archimede Pitagorico? Sfogliamo cautamente un giornale, tutto a pezzi, che abbiamo solo noi monaci laziowikiani: il bollettino "Lazio" del 30 marzo 1923, un numero appartenuto a uno dei presidenti della sezione escursionismo. Oltre al bilancio patrimoniale, il giornale espone alle migliaia di soci il Regolamento revisionato; si tratta, in effetti, di una bozza che poi, in sede di assemblea generale, il 9 di aprile all’ex Convento dei Cappuccini, subirà ulteriori, lievi cambiamenti. Stampato dalla Cooperativa Tipografica "Egeria" in via San Giacomo, dalle parti del Mausoleo di Augusto, lo Statuto e Regolamento Generale del 1923 consta di 36 pagine ed è firmato in calce dal presidente Giorgio Bompiani e dal segretario generale Enrico Genna; esso riforma lo Statuto e Regolamento del 3 gennaio 1909. Nella parte statutaria, all’Art. 15, sta scritto: "I colori sociali sono il bianco e celeste. Il motto: Concordia parvae res crescunt". Nella parte regolamentaria, firmata in calce pure dal Presidente Onorario Paolo Boselli, l’Art. 66 recita: "I costumi sociali obbligatori in tutte le gare sono quelli indicati nella seguente tabella: Podismo. - Maglia celeste carico, con bottoniera sulla spalla sinistra, calzoncini bianchi. Nuoto. - Mutandine celeste carico. Calcio. - Maglia celeste carico allacciata al petto, calzoncini bianchi. Water Polo. - Costume celeste carico con bottoniera sulla spalla sinistra. Tennis. - Camicia e pantaloni bianchi con sciarpa celeste. Tamburello. - Idem. In genere, il bianco-celeste in tutte le gare sportive dovrà ritenersi come il distintivo della "Lazio"". Un manufatto originale, la medaglia celebrativa del ‘25, attesta la qualità del celeste in un nastrino che è rimasto "carico" a distanza di 100 anni! Quale preziosa indicazione ci fornisce questo documento che la SS Lazio conserva in formato digitale? Semplice: in quanto revisione dello Statuto e Regolamento Generale 1909 (scelto tra gli altri statuti per via che era precedente all’ingresso degli articoli sull’organizzazione dell’Istruzione Premilitare), l’informazione che trasmette è che, al gennaio del 1909, la SPL avesse con buona probabilità ufficializzato i colori bianco e celeste. Smalti che hanno un’ascendenza "calcistica" e non "podistica"; né, tanto meno, "olimpica". Fosse stato olimpico il motivo, perché non dirlo espressamente nelle carte statutarie? E con un’arme parlante di quel tipo, poi... Si potrebbe obbiettare sull’azzurro degli slip di Balestrieri. Perché proprio azzurri? A parer nostro, un caso dovuto al fatto che l’azzurro e il celeste erano colori usuali per i fiumaroli nuotatori nel Tevere; oppure collegabile a una "Podistica" uscita fuori tutta bella azzurra. Non abbiamo dubbi, invece, sull’assenza di suggestioni decoubertiniane per la scelta del celeste. Lo Statuto e Regolamento Generale del 1923 appare dettagliato, ma in esso non è ravvisabile alcun approdo all’olimpismo. Eppure, les Jeux Olympiques, in quel punto preciso della Timeline, erano un evento al quale i giornali ampiamente si interessavano, e non un qualcosa di sconosciuto ai più come nel 1900. In effetti, di Lazio nata biancoceleste perché "olimpica" non si parlerà mai, nei ricordi orali e scritti dei pionieri, nei documenti societari ufficiali, o sui giornali e sulle riviste, magari anche di marca laziale, fino al 1969. Settanta anni di silenzio perfetto su un particolare che, oggi, viene considerato fondamentale nella genesi della SS Lazio. Non vi pare bizzarro? Illogico? (Romantico?) E CI CHIAMAVANO "AZZURRI" Gli anni Venti registrano esiziali cambiamenti. La Podistica muta il titolo in "Società Sportiva" nel giugno del 1926. Entrano nuove discipline come il rugby e diventa fortissima nel nuoto e nella pallanuoto. Le maglie dei calciatori continuano ad adeguarsi alla moda di uno sport sostenuto dal campanilismo e oramai assai popolare, presentando una turnazione rapida (gli impegni sono tanti, per cui si logorano rapidamente) e raffinandosi nella struttura: esse sono quasi sempre celesti. Il Capodanno del 1920 è festeggiato con un veglione nella sede di Via Veneto. Una foto ritrae le signore socie della Podistica con i figlioletti in completa tenuta da baby-calciatori: pochi dubbi che quel colore così chiaro sia il celeste e non l’azzurro. Ma sul settimanale genovese Il Calcio del 15 luglio 1923 c’è una cronaca completa della finale di andata per il titolo nazionale col Genoa FC. Ebbene, l’anonimo cronista locale definisce gli ospiti "azzurri laziali". Evidentemente, a contrasto col verde del campo e col rosso-blu dei grifoni incarogniti, i nostri campioni non dovevano apparire tanto celesti. Anche negli anni anteguerra, a partire ovviamente dal 1912, i giornalisti del nord, a vedere i laziali della Capitale alle prese con le loro squadre, li avevano sempre definiti azzurri.Sta di fatto che la definizione "biancazzurri" prende il sopravvento nelle cronache del decennio successivo. Mentre la SS Lazio abbandona il glorioso stemma con l’aquila – alternato nei documenti ufficiali con un altro, tondeggiante, creato nel 1914 – e adotta un emblema esteticamente meno valido, e però più consono alla "sobrietà" dell’Era Fascista: uno scudo svizzero a sette strisce in palo bianche e celesti, che nel 1928 vede l’innesto di un imponente fascio romano al centro, con una banda (che scende da destra in alto a sinistra in basso) recante il titolo sociale. Occhio alla disposizione delle strisce, perché esse sono state scientemente invertite: spariti i tre pilastri Saggezza-Forza-Bellezza, ora il "pilastro centrale" è il Fascio, cioè la Forza! Abbiamo, quindi, quattro strisce bianche e tre celesti, queste ultime belle piene e non sottili. In ultima analisi: il pilastro che regge l’emblema è il fascio romano. Sovvertito almeno ufficialmente il simbolismo, la nuova SS Lazio, che ha in Benito Mussolini il primo socio, non cambia la tradizione quasi ventennale della divisa. Le maglie presentano un celeste a tinta unita, più o meno carico a seconda dell’alea ("Questo celeste c’avevano, a Dotto’…"); e anche una tenuta a righe verticali, nel 1931, per la famosa "Brasilazio". T-shirt usata poco e che resta la versione più fedele alla bandiera 1904 e allo stemma 1905: non sarebbe una cattiva idea se la Lazio Calcio la riproponesse per la stagione 2024-25. Del 1936 è un’altra casacca a righe, ma questa volta sottili e azzurre. Al volgere dell’Era Fascista, la Lazio gioca in maglia celeste, dunque. Difficile chiamarla azzurra. Eppure, nelle cronache si descrivono le gesta del "biancazzurro Silvio Piola". "Gli azzurri della Lazio". Ma perché?! Un attimo e ve lo spieghiamo: il giustappositivo bimembro "biancazzurri" suona meglio, una volta stampato, e piace molto di più alla gente che va allo stadio. Provateci voi a gridare in pubblico "Forza biancazzurri! e Daje biancocelesti!", e sentite la differenza. La doppia zeta e la doppia erre sono così trasteverine... Nei giorni in cui costruimmo un impero di karkadè, il nuovo modello di stemma rettangolare – assai vicino al tipo che in araldica si definisce "a bandiera" – che compare nelle tessere sociali e sulla carta intestata della SS Lazio, è tanto semplice quanto azzurro, sempre a sette strisce di cui tre azzurre e col fascio inserito; il distintivo da bavero propone, correttamente, il celeste. Perché l’azzurro qui e il celeste là? Una teoria possibile è che la difficoltà oggettiva di trasferire sulla carta intestata, porosa com’è, il colore celeste abbia portato i tipografi a preferire una tonalità azzurra, più facile nella stampa. Un volantino del 1940 per il III Torneo Interno squadre ragazzi, proveniente dalla collezione della Famiglia Ancherani, evidenzia l’intercambiabilità: il foglio è diviso a trinciato, metà bianco e metà celeste carico, e in alto a destra campeggia l’emblema ufficiale biancazzurro a nuova partizione: le sette strisce rimangono in palo ma non più a tutto campo, e il titolo SS Lazio sta su una pezza in capo così come il fascio, inscritto in un bisante nel canton sinistro. Questo dettaglio in araldica è importante, perché dà potestà all’elemento principe della pezza onorevole – che in questo frangente è il fascio – allogato nel terzo superiore dello scudo. Lo stesso anno, XVIII E.F., la medaglia commemorativa del quarantennale vede l’ingresso di una rozza aquila ad ali spiegate. In sostanza, un’aquila fascista imperiale, proterva e metallica, non in carne e piume come quella del 1905, molto più aggraziata lei e che bada cautamente agli affari suoi. Il celeste smaltato dà una vivace nota al fregio, con la futura "Olimpia" – ancora innominata bontà sua – che cavalca bellamente il duro fascio. Dall’aquila primo-novecentesca degli Appennini, appollaiata tranquilla sul picco, all’aquila-razzo-di-guerra, che veleggia ardita nell’aria come il Barone di Münchhausen, il passo è stato conseguente e, fortunatamente, non definitivo. BIANCAZZURRI DI NOME E DI FATTO L’aquila, già. Un simbolo forte: la figura araldica per eccellenza. Talmente ingombrante, che il fascismo l’aveva impallinata per sostituirla col fascio, e al diavolo l’odiosa simbologia dei "pilastri". Ma, caduto il regime, nell’Italia repubblicana e parlamentare, almeno l’aquila si ripresenta. Essa è dorata, guarda correttamente alla sua destra e sormonta uno scudo francese antico a sette strisce bianco-celesti eguali in larghezza, con le tre centrali bianche. Nella panoplia c’è il titolo "SS Lazio", posto in capo e in rosso.Il 12 febbraio 1949, un’assemblea generale, tenuta a via Frattina sotto la presidenza del neo-eletto Remo Zenobi, mette finalmente mano allo statuto, non più toccato dall’assemblea del 18 luglio 1926: quella avvenuta all’indomani della trasformazione in "SS". Il nuovo statuto, una volta discusso e votato a maggioranza, viene stampato e ospita sul frontespizio uno stemma leggermente diverso dal precedente: le strisce sono bianco-azzurre, l’aquila è rivoltata (testa diretta verso il fianco sinistro dello scudo) e spiegata (punte delle ali verso l’alto, in questo caso in posa abbassata). Come la prima post-bellica, anche quest’aquila del periodo repubblicano è una via di mezzo tra la Art Déco del 1905, la "spiegata-abbassata" del 1914 e la fascista mai resa ufficiale dei primi anni Quaranta. E non crediamo di andare lontani dalla verità nello scorgerci un’impressionante somiglianza con lo stemma della casa Moto Guzzi, per altro assai popolare in quegli anni. Posti uno accanto all’altro, i due animali araldici sono graficamente identici e la nostra "Olimpia" allunga il collo verso destra (secondo l’osservatore, ché il modus araldico inverte) solo un po’ di più. L’atto è quello di spiccare il volo, quindi niente aquile-razzo o pigramente appisolate sulla cima del Soratte. A rifletterci un attimo, quest’aquila volitiva della Prima Repubblica ci dice pure qualcos’altro, un motivo che quasi commuove: essa sta "ripartendo". Sembrerà strano, ma, sulla Timeline, il celeste torna a regnare incontrastato in epoca di "Austerity": la crisi del petrolio. Nel 1972, il celeste con lo scollo a V è netto. La squadra vincitrice dello scudetto 1973-74 è addirittura cilestrina; e l’anno successivo Giorgione Chinaglia porta agli amici dalla natia Inghilterra un paio di scatoloni pieni di maglie di tonalità cerulea. Una casacca jersey a maniche lunghe di un tessuto di qualità superiore, rispetto alle maglie degli altri club professionistici italiani. Uno di noi Laziowikiani l’ha avuta tra le mani, quella bellissima maglia, e può testimoniare al riguardo. Essa rispecchiava lo standard sportivo britannico: rammentate le stupefacenti tenute dell’Inghilterra di Kevin Keegan? Ma, non dimentichiamolo, la SS Lazio in tutte le sue diramazioni, ancora negli anni Settanta era sempre, ufficialmente, bianca e azzurra. Nel 1974, però, essa presenta un rivoluzionario stemma sociale, che sconfessa lo statuto in vigore: la grafica è modernissima, lo scudo, sempre di foggia francese antica, ha una bordatura celeste e le strisce sono biancocelesti, singolarmente abbinate in tre "colonne" che spiccano sul campo bianco. La versione "marchio" – in pratica il logo – non ha tracce di celeste: è tutto bianco e azzurro! Il problema è dato dal fatto che l’emblema confonde l’osservatore sul numero esatto delle strisce: sono sei? Così pare. E perché sei? Sicuramente solo un caso. Ma nella simbologia, uno dei significati del numero sei è il raggiungimento di un determinato obbiettivo. Nel 1979, in omaggio alle strategie di merchandising, la SS Lazio S.p.A. per la prima volta nella sua storia diverge, nella scelta dell’emblema, dalla polisportiva. Infatti, la Lazio Calcio affida a Piero Gratton (designer milanese scomparso lo scorso aprile, a lui si deve il "lupetto" romanista del ‘78) la creazione di un logo di forte impatto e assai innovativo. Così che l’Aquila Reale abbandona il modello "Moto Guzzi", dimentica i suoi rigidi codici araldici, volge le iridi divine a mancina e un minimo si destruttura. La creazione di Gratton porta con sé un Blu Reale abbastanza consono. Il rapace si posa sulle maglie della Pouchain, dando vita a un logo lineare come il monogramma "SPL", bianco su fondo blu, usato sulle maglie dei primi anni Venti, ai tempi del mitico Fulvio Bernardini. Ci sarebbe, poi, un ulteriore discorso: l’identificazione del simbolo nelle bandiere e negli oggetti in vendita, di cui è "spia" l’utilizzo negli album di figurine. E allora vediamo che, negli anni del Boom, la Lazio Calcio è simboleggiata da un campo azzurro o Blu Navy, traversato da una fascia bianca oppure da una banda. Nel decennio successivo, invece, torna lo scudo francese antico, con le sette strisce di cui le tre in palo celesti. Prepotente è il rientro dell’aquila dorata: la cara immagine svalutata prima e, a volte, perfino sostituita dalla "ciociara". MA NO, GUARDATE LA STORIA: SIAMO BIANCOCELESTI! E il balletto continua. Il 9 dicembre del 1982, nella sede di via Col di Lana, giusto a fianco del Bar Vanni dove, ogni tanto, noi monaci LW (nome acrostico-palindromico per il nostro ordine: significa "Viva la Lazio") ci riuniamo, un’assemblea decide che il bianco e il celeste debbano essere considerati i colori ufficiali della Società. Che ricambia il titolo in "SS Lazio", abbandonando il chilometrico "Associazione delle...". Quella stagione registra il passaggio della presidenza generale della Polisportiva da Nostini a Ruggiero Sandulli; e vede i nostri atleti entrare in campo con le mitiche "maglie bandiera" della ditta Ennerre (una curiosità: la sigla sta per "Nicola Raccuglia" e furono delle suore abruzzesi le prime a filarle) marcate Seleco, metà bianche e metà celesti, volante sul petto l’aquila-marchio realizzata da Cesare Benincasa su incarico del grande presidente, di Famiglia lazialissima, Gian Chiarion Casoni. Il logo ha una duplice versione, grazie a un poligono complesso a sei lati con panoplia bianco-blu-celeste; detto per inciso, la forma dell’esagono non è di quelle che consentono l’inscrizione al suo interno di una stella massonica. Inoltre, da ora in avanti il magico tris bianco-blu-celeste (il bianco e il blu abbinati sono molto usati nei marchi della finanza, esprimendo sicurezza e solidità, il celeste ha un suo "trasporto" spirituale) acquista una sua costante visibilità sui loghi e sulle maglie laziali.Avete mai ballato il valzer? Arriva un momento che vi tocca fare la doppia giravolta completa, stando bene attenti che la vostra compagna (o compagno) non vada giù per le terre. Nel 1987, assieme alla prima maglia acetata (orribile visu) e per mano del presidente Gian Marco Calleri, lo stemma post-bellico riappare. La rivisitazione in chiave grafica, per dar vita al marchio brevettato, lo pone parecchio più in basso, come qualità estetica, rispetto agli emblemi araldici, pregni di messaggi sottesi, del 1945 e 1949. Ma l’aspetto basilare è che le righe del nuovo scudo, ora di tipo sannitico, si mantengono celesti e non azzurre, in accordo con lo statuto modificato. Cinque strisce di cui le due in palo bianche, obliando la tradizione risalente al primo Novecento: quella che ci ricordava la nascita di una Lazio composta da "tutti uguali". Non muta l’aquila, che è sempre la solita spiegata, rivoltata abbassata che volge il capo alla destra dell’osservatore. |
| ► Timeline colori e simboli SS Lazio |
| I TRE MOSCHETTIERI E LA BANDA OSSIMORICA |
| Nel corso delle nostre ricerche, ci siamo recentemente imbattuti in tre atleti biancocelesti di cui ignoravamo tutto. Dopo aver scritto oltre 9.000 biografie, pensavamo, illusoriamente, che avessimo individuato tutti coloro che, in 120 anni di ambaradan, avevano vestito l’amata maglia. Ma i tre atleti in questione ci erano sfuggiti. Nelle emeroteche, nelle biblioteche, negli archivi sparsi ovunque, i tre non si erano mai palesati, finché, in un ritaglio di giornale del 1933, nascosti tra mille altri nomi, abbiamo letto con la lente d’ingrandimento i nomi sconosciuti di tre giovani e, accanto, la società di appartenenza: S.S. Lazio. Chi sono questi? Da dove spuntano? Che hanno fatto nella Lazio? Ma soprattutto: ora che si fa? La prima opzione a ronzare, come una mosca stanca di fine estate, è stata cinica: ignoriamoli. La seconda, minimalista: riportiamoli nell’elenco delle biografie con lo sport praticato e gli anni: solo i nomi e nient’altro. La coscienza, così tacitata, pareva quasi a posto. Avevamo acciaccato il grillo, da bravi Pinocchi, ma qualcosa di amaro pizzicava alcune corde interiori e la musica prodotta ci disturbava il core. Finalmente, la terza opzione si è catapultata dentro come un Mennea in rincorsa all’inglesotto nella finale olimpica di Mosca ‘80. A braccia levate, bella e piena come un gol nel derby: ‘sti tre hanno la stessa dignità e importanza degli altri 9.000. Approfondire! Vindice Cavallera, Nolfo di Carpegna, Edgardo Contini. Già i nomi risultavano un tantino inquietanti. Ci hanno fatto subito pensare a tre capitani di ventura rinascimentali. Tipo: Erasmo Stefano da Narni, detto il Gattamelata; oppure: Mostarda da Forlì. Ma soprattutto, ci ha sorpreso il fatto che avessero gareggiato nelle stesse stagioni con la maglia laziale, e tutti e tre nella Sezione di Atletica leggera. L’attività madre di quella Podistica che "il Puntale" aveva avuto l’idea di fondare con lo scopo di "marciare e correre". A quel punto, il famoso grillo, quello nell’angolo che si era salvato dal tiro di scarpa, è saltato su a dirci un’altra cosa. A suggerire che i nostri "tre moschettieri della Regina" avevano bussato all’ingresso del castello per un motivo preciso, e con un tempo puntuale: Loro, in effetti, erano un Monito. |
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| Ci sono un paio di considerazioni di Arthur Bloch, quello di "la legge di Murphy", che cascano a fagiolo. La prima considerazione dice: La somma dell'intelligenza che esiste sulla Terra è costante, la popolazione è in aumento. La seconda è pure meglio: Non discutere mai con uno sciocco: gli altri potrebbero non notare la differenza. Sapete, i paesaggi in cui si muovono gli sciocchi hanno piazze che si chiamano "conformismo" e vie che si chiamano "cliché"; o "luoghi comuni", per dirla più semplice. Le strade cliché sono battute e ben conservate come le strade della nostra povera Roma non lo saranno mai. Le piazze dei conformisti sono a ogni ora strapiene di gente, di uomini e donne di ogni età desiderosi solo di stare insieme per fare "numero"; ed è capitato pure che dicessero tutti in coro un bel "sì" a chi proponeva di muovere guerra al resto del pianeta unendosi a un folle Adolfo. Sono passati tanti anni da quel maledetto momento. Addirittura generazioni. Ma Murphy non perdona, e i fiumi sono in piena così che gli sciocchi stanno a galla – come cantava il bardo. Un luogo comune che circola da molto tempo, in questo nostro mondo di affetti che ha nome "Lazio", dice più o meno così: La Lazio ha un'anima di Destra, difende valori che, a condensarli, rispondono ai concetti di Onore, Patria, Discendenza. Principi travisati, però; maneggiati grossolanamente e infine annullati dalla stupidità conformista. Ad esempio, pare proprio che certe categorie – comunisti e anarchici, non ariani, non cristiani, omosessuali e "deboli" in generale – non abbiano, nel pensiero della élite che si preme di governare il flusso sciapo, quarti di nobiltà sufficienti per entrare a pari diritto nella casa "Lazio". A ogni occasione, lo gridano e quindi lo ricordano, i maneggioni, perché solo così vivono a sprazzi e si riconoscono in quanto entità a se stante: un meccanismo naturale. LazioWiki vuole, invece, avvisare tutti i suoi amici che il sentimento di "lazialità" ha una ampiezza molto maggiore, in rispetto al pensiero angusto e senza sbocchi della "élite conformista". In esso non è tanto centrale il concetto di "egualitarismo", ché in Natura nulla è eguale e domina la subordinazione, quanto piuttosto il principio di "umana libertà"; il cui prezzo, poi, è una vigilanza eterna. Siamo vigili (non vigili urbani, non del tipo che ci propose Albertone per farci riflettere ridendo), dunque, e allora proponiamo le tre belle storie recuperate dei nostri "moschettieri". Uomini d'ingegno e di cuore puro. Anime che oggi, ancora oggi, la banda ossimorica strepitante non ammetterebbe mai nella koinè biancoceleste. |
Mezzofondista della Sezione di Atletica leggera, nato a Genova il 9 giugno 1911 da Giuseppe e Annetta Vassallo, deceduto a Cuneo il 12 novembre 1998. Il padre fu un medico, legato al Partito Socialista, che, dopo essere stato deputato dal 1913 al 1919, diventerà senatore nel 1948. Vindice, cresciuto in ambiente socialista, si laureò in Giurisprudenza a Roma nell'agosto 1933, dopo aver compiuto parte dei suoi studi all'Università di Torino, dove si era iscritto nel 1930. Fervente antifascista sin da ragazzo, fece parte del movimento "Giustizia e Libertà" di Carlo Rosselli. Giunto a Roma nel tardo 1932 per completare gli studi, già nel gennaio di quell'anno venne denunciato al Tribunale speciale dalla questura di Torino, ottenendo ad aprile l’assoluzione per "non aver commesso il fatto". ► Clicca qui per continuare la lettura... |
Velocista della Sezione di Atletica Leggera, nato a Roma il 5 febbraio 1913 dalla nobile e antica famiglia Carpegna, originaria del Montefeltro, e deceduto a Roma il 30 settembre 1994. Nolfo di Carpegna era un pronipote del fondatore dell'ASCI (Associazione Scautistica Cattolica Italiana), il conte Mario di Carpegna, dignitario pontificio, che nel 1916 volle creare questa organizzazione giovanile di matrice cattolica in contrapposizione al CNGEI, che aveva un'impostazione laica e finalità pedagogico-educative, fondato nel 1913 da Carlo Giovanni Colombo. Mal sopportata dal regime fascista, l'ASCI fu abolita definitivamente in due diversi momenti tra il 1927 e il 1928 e sostituita con l'Opera Nazionale Balilla. Nolfo entrò a far parte dell'ASCI nel periodo immediatamente precedente allo scioglimento. In seguito svolse attività clandestina tra il 1928 e il 1930 nel gruppo Roma V come caposquadriglia delle Aquile. ► Clicca qui per continuare la lettura... |
Mezzofondista della Sezione di Atletica Leggera, nato a Ferrara il 22 aprile 1914 e deceduto a Los Angeles il 28 aprile 1990. Di famiglia ebraica, era figlio di Ciro e Luisa Malvano. Suo padre fu ingegnere e realizzò un masterplan di Ferrara, diverse abitazioni in stile Liberty e il portale d'ingresso del Cimitero della città emiliana. Diretto discendente della famiglia Finzi-Contini le cui vicende ispirarono a Giorgio Bassani il romanzo "Il giardino dei Finzi-Contini" da cui poi Vittorio De Sica trasse il suo film, dall'omonimo titolo, Premio Oscar nel 1972. La famiglia si trasferì nel 1917 a Roma e pertanto Edgardo compì tutto il suo ciclo di studi nella capitale, fino a laurearsi in Ingegneria nel 1937 all'età di 23 anni con una votazione di 110 e Lode con una tesi incentrata sulla costruzione di uno stadio. Giovane prestante e sportivo, si era iscritto nel 1933 nella neonata Sezione di Atletica Leggera della S.S. Lazio. ► Clicca qui per continuare la lettura... |
| ERIKA BALESTRIERI E’ LA PRESIDENTE ONORARIA DI LAZIOWIKI |
| LazioWiki ha il piacere di annunciare che, dal primo settembre 2020, la dottoressa Erika Balestrieri sarà Presidente Onorario della nostra Associazione. LazioWiki è lieta e onorata di averla in un ruolo così significativo e importante. Savonese, classe 1974 (un buon anno per nascere...), la nostra Erika è la nipote diretta di Arturo Balestrieri. Già questo sarebbe sufficiente per invitarla a entrare nel consesso laziowikiano dalla porta principale; anzi, con la fanfara dei bersaglieri proprio, che fa sempre buon umore e ringalluzzisce anche gli incartapecoriti. Ma Erika è molto di più: laureata in psicologia, da giovane è stata un’ottima delfinista. Nuota ancora oggi e con indomita perseveranza, al punto che si può dire sia tra le più valenti master italiane. Raccoglie successi sia nelle gare di fondo in acque libere che in vasca. E qui buon sangue non mente. Il nonno era un bel nuotatore, al punto da ricevere una medaglia per avere salvato la vita a un ragazzo che stava annegando nel Tevere. Roscio e quindi estroso, solfeggiava su una ocarina di coccio un "Inno Sociale" a ogni nuovo affiliato della "Podistica". Ma Balestrieri è stato soprattutto un eccellente marciatore, campione nazionale e recordman. E un giornalista sportivo fondatore di federazioni, nonché il primo arbitro famoso della boxe italiana, poliedrico e versatile nelle sue passioni. La nostra Erika non boxa ma ama molto camminare. E siccome l’escursionismo è da sempre una delle colonne portanti della SS Lazio, anche qui ci siamo: la tradizione è rispettata. Ma è "laziale", la celtica Erika? No, di più: è superlaziale! Quando ci contattò per la prima volta, un po’ di stagioni fa, ci chiese notizie sul nonno fondatore. Gliele fornimmo, compresa l’informazione sul luogo dove era sepolto, e oggi sta collezionando materiali per scrivere una biografia. Un bel libro che non vediamo l’ora di leggere: la aiuteremo e sarà un’altra ricerca marchiata LW. Erika ha un simpaticissimo e sportivissimo figlio di otto anni, Lorenzo, e un marito, Paolo, che condividono con lei l’amore per i colori bianco e celeste. Il piccolo Lorenzo fa opera di apostolato presso i suoi amichetti che stanno diventando tutti laziali; e in questo è proprio tale e quale al bisnonno Arturo, agit-prop a favore della "Lazio" in quei primi giorni del Novecento. L'11 febbraio 2017, pur risiedendo ad Albisola Marina, Erika Balestrieri si è iscritta alla SS Lazio Nuoto. Subito ha gareggiato nella piscina di Ostia ai Campionati Regionali Master, e con ottimi risultati! Beh, noi laziowikiani in generale non brilliamo, lo confessiamo, per qualità agonistiche. Ad esempio, non scriviamo poesie a cavallo come Gabriele d’Annunzio. E tuttavia, ora abbiamo una presidentessa onoraria che ci riscatta ampiamente. La meritiamo? La meriteremo? Capovolgendo una frasetta di Oscar Wilde: "It is no bad for one’s morals to see good acting". |
| ► La scheda di Erika Balestrieri |
| Erika Balestrieri è premiata dal Presidente della Lazio Generale Antonio Buccioni, a destra, e dal Presidente della Sezione Nuoto Massimo Moroli |
| LECTIO FACILIOR |
| Nel numero di novembre del 2000 la rivista Lazialità pubblicò, a cura di Fabio Argentini, un diario redatto nel 1899 dal fondatore Luigi Bigiarelli. Alcune notizie riportate all'epoca della pubblicazione si sono rivelate negli anni successivi non esatte, grazie a successivi approfondimenti e nuove ricerche. Riportiamo in galleria cinque articoli ritagliati. Per una loro miglior lettura, potete cliccare sulle foto per ingrandirle. Questi diari erano noti sin dal 1948, quando furono resi pubblici da Olindo Bitetti in un articolo apparso sul Corriere dello Sport. La vicenda è inedita e assai curiosa: Edmondo Pollini si recò, un giorno di fine estate, alla sede del giornale. Il "Corriere" stava, all’epoca, a via del Corso, e precisamente in un palazzo a Largo dei Lombardi e la sua tipografia rombava proprio sotto l’altare maggiore della Chiesa di San Carlo. Edmondo aveva letto i precedenti articoli di Bitetti, pubblicati in una rubrica dal titolo "Ciarle sportive". In essi, il decano della Lazio aveva raccontato le origini del nuoto e della pallanuoto a Roma; e come fossero collegabili ai primi passi della Podistica Lazio. Pollini recò con sé il diario, tenuto in custodia dalla sorella di Luigi Bigiarelli, la signora Anna. Dal testo di Bitetti, che inizia col report della visita inattesa, si evince che il diario sia stato, nella circostanza, addirittura lasciato al giornalista, forse per consentire una più attenta disamina. Ma cosa scrisse il fondatore della Canottieri Lazio, nonché futuro "suggeritore" (così diceva agli amici...) dei colori laziali, nel 1948? Ebbene, la cosa vi stupirà: Bitetti riporta i dubbi podistico-natatori del Fondatore e non allude ad altre motivazioni per la nascita del sodalizio se non alle disgrazie amorose di Bigiarelli. Con spirito elzeviristico, ne fa il centro del titolo: "DALL’AMORE...........". Se pensiamo che da pochi giorni si erano chiusi i Giochi Olimpici a Londra, sorprende che Bitetti non abbia approfittato della coincidenza per ricordare la matrice "a cinque cerchi" della Società che amava tanto. Cosa se ne può dedurre? Beh, noi di LazioWiki ne deduciamo che anche questo episodio non fa che avvalorare quanto sostenuto da noi e dallo storiografo dello sport Marco Impiglia, fresco socio di LazioWiki: qualsiasi ipotesi relativa alla scelta dei simboli, dei colori e dei riferimenti olimpici, coeva alla fondazione della Lazio, è non provata e non suffragata da documenti. Bitetti conclude il suo articolo del ’48 con una informazione pure preziosa: Bigiarelli partì per il Belgio e portò con sé il "seguito" del diario, che come sappiamo si interrompe a dicembre del 1899. Secondo fantasmagorico diario di cui si sono perse le tracce. Ma è sicuro che in questo "Santo Graal" sta il Segreto Vero della Fondazione della Lazio. Beato il Cavaliere del Cigno che lo troverà. Certo è che Bitetti, nel raccontare a Mario Pennacchia delle scaturigini della SS Lazio vent’anni dopo la visita di Edmondo Pollini, non prende assolutamente in esame il diario bigiarelliano. E non ne parla all’amico giornalista! Infatti, non rientrano nelle storie tutti i dubbi di "Giggi" riguardo al nome da dare alla costituenda società. Al contrario, emerge una storia nuova e tenera, ma fino a quel momento sconosciuta. Beh, abbiamo la netta impressione che il "mito di fondazione" sia partito da lì: dal desiderio di Bitetti di appaiare la Lazio ai Giochi Olimpici; che giusto pochi anni prima aveva visto "esplodere" di bellezza e vitalità nella sua città. Una romantica quanto studiata idea, degna dell’uomo che più a lungo si è speso per il bene della SSL. E però LazioWiki è tetragona a simili fantasticherie. LazioWiki ragiona come Sherlock Holmes, motivo per cui ribadisce le sue ferme convinzioni: i colori furono introdotti il 15 maggio 1904 in occasione della prima partita giocata con i "cugini" della Virtus a Piazza d'Armi. Nacquero – quasi per un processo biologico naturale – dai capricci del Fato e furono ufficializzati nel corso del pranzo alla Trattoria dell'Olmo il 24 ottobre 1904, allorché fu donata la bandiera al neo-presidente Fortunato Ballerini. E parimenti vale il discorso inerente all’aquila. Che non spiccò il volo sullo scudo della SPL all’attimo della fondazione. Il simbolo araldico per eccellenza venne adottato almeno dal primo ottobre 1905 – sempre secondo le nostre ultime indagini. Il documento più antico in cui compare rimane quello del marzo 1906, scoperto da Impiglia. Anche per l'ispirazione olimpica, dunque, la bilancia del merito sembra pendere dalla parte di Ballerini – uno dei personaggi più importanti nell’impianto sportivo nazionale nel periodo ante prima guerra mondiale. Ballerini, funzionario incaricato di intrattenere i rapporti con il C.I.O. per far assegnare a Roma le Olimpiadi del 1908, approva nel 1904 un vessillo a righe bianche e celesti che ricorda un poco la bandiera della Grecia. Ed è lui, il futuro segretario del primo CONI, l’uomo che si incarica di trasmettere alla Podistica i valori connessi al concetto decoubertiniano di "amateur", in un ambito disciplinare quanto mai eclettico e venato di sentimenti pedagogici e formativi. Il Mito della Lupa e di Romolo e Remo è cosa grandiosa. Ma è pur sempre una storia. Il Mito della Fondazione Olimpica della Società Sportiva Lazio è grandioso, ma è pur sempre un racconto morale, una carezzevole fiaba. Un racconto che ancor oggi commuove i più giovani lettori. Utile a trasmettere i valori giusti a chi prosegue il cammino. Codesta è, dunque, la "lectio facilior" consegnataci da Olindo Bitetti. Cinquanta anni or sono. |
| ► I diari di Luigi Bigiarelli |
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| I Terrapiattisti |
| Anassagora, Eratostene, Pitagora, Parmenide, pure quel pedante di Platone, Aristotele e poi Plinio il Vecchio, Sant’Agostino, l’Alighieri ne erano certi: la terra è una sfera. Poi intervennero Huyghens, Richer, Newton e ci spiegarono che proprio una palletta la terra non era, bensì un ellissoide. Gli astronauti ci hanno fatto vedere fotografie che solo qualche marziano probabilmente aveva scattato prima di loro e tutti ci siamo convinti che abitiamo su una superficie curva a forma di mela. Tutti? No, non tutti. Ci sono i "terrapiattisti". Coloro che giurano che la terra è una tavola, che il sole dista appena 5000 chilometri e che tutta la scienza precedente e quella attuale sono parte di un complotto; al punto che il loro teorico Charles Kenneth Johnson scrisse un dotto articolo dal titolo "L'idea di un globo rotante è una cospirazione fallace contro la quale Mosè e Colombo si batterono...". In effetti, il mondo dei terrapiattisti (esiste anche la Società) è un assieme variegato come un gelato all’amarena, in quanto a idee bislacche e teorie fumose. Ci sono quelli che sostengono che le scie lasciate dagli aerei in cielo, normali fenomeni di condensazione, siano irrorazioni chimiche rilasciate a fini complottisti da alcune superpotenze. Altri affermano che l’uomo non sia mai stato sulla luna, che Leonardo fosse un alieno, che i "protocolli dei savi di Sion" fossero mezzi per permettere ai perfidi giudaico-massoni di dominare il mondo. Più o meno dalla metà dell’Ottocento circolano queste organizzazioni, e, guarda un po’, sorsero in America. Ricordiamo di aver letto, da ragazzi, una simpatica novella di Rudyard Kipling: The village that voted the Earth was flat. Un divertissement letterario in cui lo scrittore anglo-indiano dimostra come si possa tranquillamente sfruttare la credulità popolare. Una caratteristica comune a tutti i terrapiattisti è che non si smontano nemmeno davanti alla prova provata. Niente, intignano. Sono refrattari. I terrapiattisti ci interessano perché pure nella nostra "piccola patria" laziale abbondano e prosperano. E’ vero: prudenza, tolleranza e saggezza vorrebbero che fossero lasciati liberi di credere a ciò che vogliono. Purtroppo, però, costoro instillano le loro convinzioni negli abitanti del villaggio di cui Kipling parla. E il risultato è che elementi storici oramai accertati scendono di rango, divenendo essi stessi oggetto di controversie aleggianti sul tam-tam delle radio e Tv private e dei blog, se non addirittura dichiarati falsi. E qui LazioWiki, sito enciclopedico che da 13 anni, per primo, si adopera a ricostruire la storia della SS Lazio, artefice dell’aver portato alla luce almeno l’80% di tale storia tramite le 25.000 pagine pubblicate e i 130.000 documenti e fotografie messi a disposizione degli appassionati gratuitamente, noi (i "laziowikiani") che abbiamo pubblicato quattro libri sulla Lazio di grande successo critico e commerciale e collaborato alla redazione di un ulteriore volume di fondamentale importanza per conoscere – alla luce della storiografia più seria – la genesi della Società biancoceleste, noi – si diceva – ci alteriamo. Una alterazione amara, un sentimento delicato da luna che si riflette nel pozzo, un rammarico interiore, intimo. Notturno. Laziale. Ma che è successo di così grave? Durante una recente trasmissione televisiva imperniata sulla Lazio, un intervistato, dopo aver dottamente spiegato la situazione concernente l’iter del procedimento teso a far assegnare alla Lazio ex aequo col Genoa il sacrosanto titolo di campione d’Italia 1914-15, nelle more affermava, ex abrupto e con inossidabile certezza, che la Lazio, in sostanza per circa un secolo, ha avuto i colori biancoazzurri e non quelli biancocelesti. A molti potrebbe sembrare una questione di lana caprina. Forse a Montale quel bianco-azzurro piacerebbe molto più del bianco-celeste. Ma per chi ha indagato per anni in biblioteche, emeroteche, archivi e istituti di ricerca, per noi che abbiamo sfogliato migliaia di pagine di giornali, libri, opuscoli, e tutto al fine di dimostrare quali fossero i veri colori della Lazio, udire il pressapochismo ci fa cadere letteralmente le braccia. Dice l’intervistato che la Lazio è biancoceleste perché uno statuto di fine anni ’90 ha deliberato che i colori sociali sono il bianco e il celeste. Tuttavia, aggiunge, la Lazio nasce il 9 gennaio del 1900 e sceglie come bandiera quella greca che era bianca e azzurro chiaro e che prima del campionato 1912/13 la Lazio veniva riportata sui giornali solo per le Sezioni Escursionismo, Podismo e Nuoto e non veniva definita cromaticamente. Poi, dal 1912/13 è stata bianca e azzurra fino alla seconda guerra mondiale e fino agli anni ‘90 la Lazio è sempre bianco azzurra. Fino al 2001 ancora veniva comunemente indicata come biancoazzurra e solo con il nuovo millennio sia diventata biancoceleste. Vogliamo prendere in considerazione la parte sottolineata. E’ certo che i giornali scrivessero "biancoazzurro" e addirittura "turchino", per indicare le maglie dei calciatori della Lazio; ad esempio, lo scrivono La Capitale Sportiva, L’Italia Sportiva e vari altri giornali. Ma la dizione più comune resta "biancoceleste". Se l’intervistato pone come vincolante la decisione dello statuto di fine millennio per il cambiamento da "biancazzurro" a "biancoceleste", perché mai non ritiene altrettanto vincolante lo statuto approvato nell’assemblea dei soci tenuta all’ex convento dei Cappuccini il 9 aprile 1923, in cui, all’articolo 15, si stabilisce che: I colori sociali sono il bianco e il celeste. Il motto: Concordia parvae res crescunt."? Tale decisione è confermata anche nel contemporaneo Regolamento della società che all’articolo 66 specifica nel dettaglio colori e divise. Se poi si desiderassero altre prove, è sufficiente scorrere le pagine de L’Italia Sportiva del 27 settembre 1920, e leggere un breve segmento dell’articolo dedicato all’inaugurazione dello chalet del Circolo Canottieri Lazio, che recita: Risibile, poi, è l’assunto dell’intervistato laddove afferma che prima del campionato 1912/13 la Lazio veniva riportata sui giornali solo per le Sezioni Escursionismo, Podismo e Nuoto e non veniva definita cromaticamente. "Ma siamo pazzi?", direbbe Totò. A parte che i giornali trattavano di Calcio e di Lazio quasi quotidianamente, per smentire che non ci siano stati riferimenti cromatici è sufficiente leggere una parte della cronaca del settimanale Roma Sportiva del 4 maggio 1908, relativa al match Naples FC-SP Lazio valido per la Coppa Salsi: "...Alle quattro e pochi minuti l’arbitro, il signor Lau-Esposito, chiama in campo le due squadre. La squadra della Lazio (camicette bianco-celesti) è favorita dalla sorte e il suo capitano, Dos Santos, sceglie il campo: alla squadra del Naples (camicette bleu-celesti), capitano Potts, resta la palla..." E di che colore erano le sette strisce della prima bandiera sociale donata al presidente Ballerini alla trattoria dell'Olmo il 24 ottobre 1904? Bianche e celesti, naturalmente. Giunti a questo punto, sempre Totò esploderebbe la celebre frase: "Si informi e si convinca!" Tuttavia, dovendo convincere gli increduli, qui offriamo loro altre prove. Con quali colori il grande Santino Ancherani aveva fatto confezionare da sua madre e dalla sorella le camicie da gioco a riquadri per indossarle nella prima partita ufficiale Lazio-Virtus, giocata a piazza d'Armi il 15 maggio 1904? E’ facile: il bianco e il celeste. In un articolo apparso sul Corriere dello Sport nel 1961, il primo centravanti – l’antenato più lontano di Ciro Immobile – spiegava al giornalista Vittorio Finizio la cosa. Fu lui, dunque, come ci ha ricordato il libro di Impiglia sulla "Podistica", l’atleta che diede ai compagni i bei colori. La storia della bandiera greca e dell’aggancio alle Olimpiadi fu una versione assai tarda, risalente alla metà degli anni sessanta, operata da Olindo Bitetti per il libro di Mario Pennacchia. Infatti, per quanto noi si sia solcato in lungo e in largo i mari della documentazione critica, archivistica o di emeroteca, mai è uscito fuori alcun accenno all’"olimpismo" genetico della SPL, avanti detta pubblicazione. Forse – come ci ha più volte detto l’amico Marco – l’idea geniale della bandiera greca sopravvenne a Bitetti in rapporto all’inaugurazione del vessillo sociale a rigoni bianchi e celesti, occorsa poco dopo l’avvento alla presidenza di Fortunato Ballerini. Che giusto in quei giorni portava avanti il progetto di allestire a Roma i Giochi Olimpici del 1908. E se c’è qualcuno che ha dato alla Lazio un assetto amatoriale altamente organizzato e lo spirito olimpico pan-culturale che fu del barone Pierre Fredy de Coubertin, costui è stato il grande Ballerini. "Sua Eccellenza", come gli si rivolgevano i pionieri. Crediamo sia inutile continuare, giacché i documenti da mostrare, a sostegno del nostro logos, sarebbero numerosi. E allora, ancora una volta ci viene in soccorso il Principe De Curtis: "Ogni limite ha una pazienza". A noi di LazioWiki il biancoceleste piace. Ci gusta un chicchero. I primi footballers lo scelsero perché era "delicato e signorile" – come ricordò con tanta emozione e sentimento Santino –, motivo per cui ce lo teniamo ben stretto. Inoltre, resiste da 116 primavere. Ciò detto, rispettando il pensiero democratico di Gorgia, è pure vero che a ogni questione sono applicabili almeno due argomentazioni. Così la terra è rotonda e piatta allo stesso tempo. Ma a ognuno il suo mestiere, per cortesia! |
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