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Lazio-Reggina 3-0 del 14 maggio 2000

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La partita della Juventus a Perugia

14 maggio 2000 - 2.902 - Campionato di Serie A 1999/00 - XXXIV giornata - inizio ore 15.00

LAZIO: Ballotta, Pancaro (54' Sensini), Negro, Couto, Favalli, Nedved, Simeone, Veron, Mancini (74' Conceição), S.Inzaghi (65' Almeyda), Salas. A disposizione: Concetti, Lombardo, Stankovic, Ravanelli. Allenatore: Eriksson.

REGGINA: Taibi, Oshadogan, Stovini, Giacchetta (51' Possanzini), Cirillo, Brevi, Baronio (59' Vargas), Morabito, Cozza (46' Pirlo), Bogdani, Kallon. A disposizione: Belardi, Foglio, Bernini, Reggi. Allenatore: Colomba.

Arbitro: Sig. Borriello (Mantova).

Marcatori: 33' Inzaghi (rig), 37' Veron (rig), 59' Simeone.

Note: giornata calda, terreno in perfette condizioni. Ammoniti: Fernando Couto per proteste, Giacchetta per gioco falloso, Brevi per fallo di mano. Angoli 6-1 per la Lazio. Recuperi: 1' p.t., 1' s.t.

Spettatori: 65.000 circa, con 2.500 tifosi ospiti. Intorno alle 17.00 sono stati aperti i varchi d'ingresso e moltissimi tifosi sono entrati nello stadio.


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Una giornata indimenticabile, da batticuore, per tutti i tifosi biancocelesti. Alle ore 18.04, in seguito alla sconfitta della Juventus a Perugia per 1-0, la Lazio scavalca i bianconeri in classifica e vince lo Scudetto (il secondo della sua Storia) dopo un pomeriggio vissuto con fortissime emozioni. Nel testo che segue ripercorriamo quei momenti e anche quanto successo nei giorni immediatamenti precedenti la partita.


Un momento della manifestazione
La prima pagina del Messaggero del 12 maggio
I tafferugli scoppiati nel corso della manifestazione
Un momento della contestazione nei primi minuti della gara
Il calcio di rigore battuto da Simone Inzaghi
L'esultanza del bomber piacentino dopo la rete
Il penalty calciato da Juan Sebastian Veron
Diego Pablo Simeone colpisce la palla di testa...
... che si insacca alla destra del portiere reggino
L'esultanza del "Cholo"
Roberto Mancini saluta il pubblico: per lui oggi è l'addio al calcio giocato
L'attacante biancoceleste portato a spalla da Attilio Lombardo
Un altro momento del saluto ai tifosi di Roberto Mancini

Giovedi 11 maggio, la manifestazione dei tifosi biancocelesti in Via Allegri a Roma

La settimana che precede l'ultimo incontro della stagione è avvelenata dalle polemiche contro l'arbitro Massimo De Santis per la rete annullata a Cannavaro nel turno precedente. Anche la Società, per bocca del patron Sergio Cragnotti e di alcuni giocatori come Luca Marchegiani e Alessandro Nesta, lamenta il torto subito gridando allo scandalo. Una manifestazione di protesta, organizzata dai tifosi, sfocia in violenti tumulti. Alle 14.00 in Via Allegri a Roma, davanti alla sede della F.I.G.C., è indetto un sit-in per protestare contro i fatti della domenica precedente, ma la situazione degenera ed iniziano scontri tra la Polizia, che spara numerosi lacrimogeni, ed i supporters. Molti vengono feriti, la zona Salario-Pinciano diventa un campo di battaglia con gli automobilisti in fuga, il traffico è paralizzato ed gli uffici vengono chiusi per precauzione. I telegiornali aprono le loro edizioni con la descrizione di questi fatti che fanno eco anche sulla stampa estera. Il bilancio è pesante, con molti arresti e parecchi danni, oltre a feriti fra le forze dell'ordine e manifestanti.


La Repubblica titola: "Degenera la manifestazione per il "caso De Santis". Cori e lanci di oggetti, poi scattano le cariche. Lazio, davanti alla Figc scontri tra polizia e tifosi. Gli Irriducibili: "E adesso fermeremo il Giro". Cragnotti: "Non giustifico, ma la polizia ha esagerato".

L'articolo così prosegue: Ci mancavano solo gli incidenti con i tifosi a completare il quadro disastroso di questo finale di campionato. Gli incidenti sono arrivati e si sono trasformati lungo la giornata diventando una vera e propria in guerriglia urbana, che è andata avanti per parecchie ore con un bilancio di 18 agenti feriti e cinque tifosi contusi. La miccia è davanti alla sede della Federcalcio, in via Allegri a Roma, dove si riuniscno duecento, forse trecento ultras della Lazio per protestare contro il gol annullato al Parma domenica contro la Juve, contro "lo scippo" subìto dalla loro squadra nella corsa allo scudetto. La polizia carica una prima volta i tifosi dopo che dal gruppo è partito un fitto lancio di uova, arance, sassi e, secondo alcuni testimoni, anche bottiglie molotov. Le forze dell'ordine, che presidiano la zona da questa mattina presto, rispondono con decisione sparando anche qualche lacrimogeno. Gli scontri sono violenti, tanto che due persone rimangono ferite in modo lieve e sono state ricoverate per controlli all'ospedale San Giacomo. Anche un fotografo viene colpito e alcune auto parcheggiate nella strada sono state danneggiate in modo serio. Non ci sono arresti, ma la polizia effettua qualche fermo per individuare i responsabili dei tafferugli. Altri fermi ci saranno nel corso dela battaglia.

Gli ultras dopo questa prima ondata si spostano in via Pinciana, paralizzando ulteriormente il traffico, bloccato da questa mattina. Davanti alla sede negli stessi istanti arriva anche Guido Paglia, portavoce del presidente della Lazio Sergio Cragnotti, che cerca di riportare la calma. La missione non riesce e la contestazione continua. Saluti romani e slogan contro Luciano Moggi, "il nemico storico" si sprecano e la tensione rimane alta. Tanto che un'altra miccia si accende poco dopo le 16 con un gruppo di ultras biancazzurri che carica con manganelli e bastoni un'autoradio della polizia in via Raimondi. Anche qui la risposta è immediata con altre cariche e altri spari di lacrimogeni. Il corteo si sposta verso il palazzo dove risiede l'Associazione degli arbitri, che sta a pochi passi da via Allegri. La polizia crea un nuovo sbarramento. Ma il problema maggiore rimane nei dintorni della Salaria dove il serpentone degli ultras prende a calci motorini e auto parcheggiate e sposta al centro della carreggiata i cassonetti dell'immondizia, parallizando anche in questa zona il traffico. E' il panico, gli automibilisti non sanno cosa fare.

Succede di tutto e gruppi di ultras si tuffano, inseguiti dalla polizia, giù dalla scalinata di piazza di Spagna confondendosi in mezzo ai numerosi turisti, che osservano la scena a bocca aperta. Gli Irriducibili, l'area dura del tifo biancazzurro annunciano che il loro prossimo obbiettivo sarà il Giro d'Italia: "Da Roma non faremo partire più nulla". A fine serata arriva il commento di Sergio Cragnotti: "Chi mi conosce sa che non ho mai giustificato i comportamenti violenti da parte di certe frange della tifoseria, ma in questa circostanza temo si sia scelta una linea dura di cui forse si poteva fare a meno". Poi aggiunge: "Sono profondamente amareggiato per quanto accaduto. Ho parlato con diversi giornalisti presenti ed ho ricevuto informazioni concordanti sulla dinamica degli incidenti. Ne ho tratto l'impressione che se è vero che le forze dell'ordine sono state bersagliate da uova e arance, è anche vero che poliziotti e carabinieri hanno reagito in maniera sproporzionata alla gravità delle intemperanze".


Sabato 13 maggio, il Giro d'Italia boicottato

Parte da Roma il Giro D'Italia e si sparge la voce che alcune frange della tifoseria laziale vogliano bloccare la corsa per protestare sia per i fatti di Torino, sia per gli incidenti di due giorni prima. Le forze dell'ordine si mettono in assetto antisommossa sebbene la protesta avvenga solo con l'esposizione di pacifici striscioni per manifestare lo sdegno per quanto accaduto.


La Gazzetta dello Sport così riporta la cronaca di quei momenti: A poco più di 24 ore dalla grande festa del Giro d'Italia, Roma si appresta a vivere l'ultima domenica del campionato. E non sarà una domenica qualsiasi: gli scontri di giovedì tra forze dell'ordine e tifosi laziali e la minaccia, poi saggiamente rientrata, di ostacolare la cronometro del Giro sono alcuni degli elementi che stanno a testimoniare l'esistenza di una situazione dall'equilibrio molto precario. Per questo oggi Roma vivrà una giornata all'insegna della massima attenzione: per prevenire gli incidenti sono state prese misure di sicurezza eccezionali. Lo stadio Olimpico è presidiato già dalla notte scorsa e il traffico sarà proibito nel centro storico. Un contingente di 2500 uomini controllerà l'afflusso, soprattutto l'uscita, del pubblico che raggiungerà lo stadio. Sotto sorveglianza anche le stazioni ferroviarie, quelle della metropolitana, il Grande Raccordo e le autostrade perchè si scongiurerà un eventuale tentativo di raggiungere Perugia da parte dei sostenitori laziali. A questo compito sono stati mobilitati poliziotti e carabinieri, ma è previsto anche l'impegno dei volontari della protezione civile. Decine di ambulanze sono state dislocate lungo le strade interessate. Tutti questi sforzi - come ha confermato il questore Cavaliere - tendono a mandare a tutti un messaggio di serenità ma anche di fermezza. Oltre che delle misure che coinvolgeranno la circolazione, il prefetto di Roma, Mosino, si è preoccupato anche di vietare, da mezzogiorno a mezzanotte, la vendita di bibite in lattine e in bottiglie nei dintorni dello stadio Olimpico sia nei bar che nelle rivendite ambulanti. I leader del gruppo di tifosi che sono stati coinvolti nei fatti di via Allegri hanno preparato una sorta di cerimoniale che verrà messo in scena prima della partita.


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