Pulici Felice

Da LazioWiki.

Biografia

I primi passi

Felice Pulici nasce a Sovico (Mi) il 22 Dicembre 1945. Figlio di Piero, operaio alle acciaierie Falk si Sesto San Giovanni, e di Genoveffa, casalinga. E' il padre a fargli amare il calcio, portandolo, già da bambino a vedere le gare del Monza, e lui si appassiona da subito al ruolo del portiere. Già alle elementari si presenta il lunedì con una copia della La Gazzetta Dello Sport nella cartella, e questa passione gli costa i rimbrotti dei suoi maestri, che comunque chiudono un occhio, perchè il profitto dell'alunno è eccellente. Finite le elementari, Pulici, frequenta le scuole tecniche, e per lui è pronto un futuro posto in catena di montaggio. Ma il ragazzo ha talento, e dopo aver vinto un campionato con l'oratorio, firma, a 14 anni, di nascosto della famiglia, un cartellino con il Seregno. Purtroppo però, la cittadina rimane lontana da casa, e lui non può allenarsi, quindi sta fermo un anno. Rigioca con la squadra della Parrocchia di Sovico, e un anno dopo, un osservatore del Lecco lo nota e gli fa un'offerta di aggregarsi nelle giovanili della squadra Lombarda. A 18 anni parte per Orvieto, per il servizio militare nella compagnia atleti, che gli permette di allenarsi ed avere permessi.

Lecco e Novara

Stavolta Pulici, affronta l'impegno e si sorbisce 70 km in treno per andare agli allenamenti, facendo tutta la trafila fino all'esordio in Serie B il 17 Settembre 1967 in Genoa-Lecco 1-1. Nel campionato 1967/68 colleziona 3 presenze, e la stagione seguente viene ceduto al Novara che quell'anno milita in Serie C. 15 presenze nel primo campionato e 21 nel secondo, che coincide con la promozione in Serie B nel 1970 ,anno importante per Felice, che sposa Paola, una ragazza che conosce da quando è nato.

  
 Pulici nel Novara 1970 e in Lazio Novara 5-2, 1971

Non solo Calcio però nella vita di Pulici, infatti il portiere ha conseguito il diploma di geometra e l'iscrizione all'albo, e con il cognato progetta villette in brianza. Praticamente conduce una vita perfetta, fatta di Sport, lavoro e casa. Col Novara gioca tutte le partite dei campionati 1970/71 e 1971/72 classificandosi all'11° e 14° posto subendo un totale di 79 reti in due campionati. Quando affronta la Lazio all'Olimpico subisce 5 reti e non lascia una buona impressione ai tifosi laziali che lo scherniscono, ma al ritorno impedisce ai biancazzurri di pareggiare una partita che il Novara vince per 1-0. La vita scorre tranquilla, fino al Luglio 1972, quando viene avvisato che è stato ceduto alla Lazio in Serie A. Per Pulici è un colpo, perchè deve mollare l' attività imprenditoriale, e per qualche mese la giovane moglie, ma la nuova esperienza lo affascina, anche se l'impaurisce non poco l'arrivo in una grande città come Roma, lui abituato alla quiete della provincia.

L'arrivo alla Lazio

L'impatto con la Lazio non è dei più felici, i tifosi lo accolgono con scettiscismo, la società ha una struttura più complessa di quelle dove era abituato a giocare finora. Dopo il ritiro a Pievepelago alloggia assieme a Re Cecconi e Frustalupi nella pensione "Paisiello" ai Parioli, in attesa che la moglie lo raggiunga. Le cose, però, non vanno bene, ed in Coppa Italia la squadra è un disastro, lui subisce reti ad ogni tiro, tanto che crede che nel mercato di Novembre lo cederanno. Ma prima dell'inizio del campionato 1972/73 Maestrelli lo prende da una parte e gli da fiducia incondizionata, galvanizzandolo non poco, e facendo nascere una stima reciproca che li accompagnerà lungo il cammino di un'incredibile avventura in biancazzurro.

    
  Immagini di Pulici in campo e con Maestrelli

Ed infatti l'allenatore ha ragione, la Lazio comincia il campionato alla grande, gioca bene e mette sotto, pur non battendole l'Inter e la Juventus, mentre batte la Fiorentina in trasferta. Sembra un sogno, giornata dopo giornata i biancazzurri lottano sempre di più per lo Scudetto parola che mancava dal vocabolario Laziale dal campionato 1936/37. Il 12 Novembre 1972 Pulici gioca il suo primo derby davanti ad oltre 85.000 spettatori, e la Lazio vince 1-0 grazie alla rasoiata di Nanni. In tutta la stagione, Pulici subisce solo 16 reti, un record che è attualmente ancora detenuto, di cui 3 tutte insieme contro il Milan, e un'autogol da lui provocato contro il Cagliari all'Olimpico. A Centro Sportivo Tor di Quinto-Tommaso Maestrelli si allena sempre con diligenza lasciando le briciole al suo compagno Moriggi. Fa parte del clan di Chinaglia e spesso si scontra verbalmente con Martini ,ma sempre con rispetto reciproco. Nulla può a Napoli, il 20 Maggio 1973 quando Damiani lo trafigge all'89°, vanificando i sogni di gloria dei biancazzurri. Pulici, come gli altri compagni, ci rimane male, anche perchè non sa quando un'occasione così gli può ricapitare.

La stagione del trionfo

Pulici è un buon cattolico praticante. Ogni Domenica presiede la messa officiata da Frà Lisandrini padre spirituale dei biancocelesti, con cui ha un ottimo rapporto, e chissà quante volte ha pregato il Signore di ridargli una chance come quella appena passata. E verrà esaudito al termine della stagione 1973/74 che lo vedrà Campione d'Italia. Ma prima di arrivare all'ambito traguardo, c'è da sudare, anche perchè la Lazio non è più la squadra-sorpresa, bensì ogni avversario la affronta con il coltello fra i denti. Pulici diffonde sicurezza ai compagni, è sempre preciso tra i pali, e non cerca spettacolo, ma va al sodo. E' l'eroe salva-risultato a Cagliari, e in numerose partite sembra invulnerabile. Para un rigore a Cuccureddu durante Lazio Juventus 3-1 del 17 Febbraio1974, una delle sue migliori prestazioni assieme a quella di Milano contro il Milan che fa portare a casa un prezioso punto. E' il capitano in Lazio Verona 4-2 e si prende un'ammonizione, l'unica della stagione, ma anche lui resta inchiodato tra i pali attendendo per 15 minuti che gli scaligeri tornassero in campo per sbranarli. E il giorno del trionfo arriva il 12 Maggio 1974 quando finalmente riesce a conquistare lo scudetto mentre contemporaneamente la moglie da alla luce la secondo genita. Festeggia il tricolore sull'aereo che lo riporta a casa per vedere la piccina, dopo aver fatto un salto all'ospedale San Giacomo, perchè gli avevano scambiato le scarpe con Martini ricoverato dopo l'incidente di gioco. L'unico neo, è la mancata convocazione per i Mondiali in Germania; a lui che era nazionale Under 23, gli fu preferito Castellini. Ma poco importava, poteva godersi il meritato riposo e la famiglia che cresceva sempre più.


 
12/5/74 la fuga negli spogliatoi e durante una partita benefica

I mondiali se li vede in televisione tra un pannolino e un biberon, giusto il tempo per riposarsi in vista della nuova stagione che vedrà la Lazio giocare con lo scudetto sul petto. All'inizio le cose vanno bene, i biancazzurri sembrano aver la possibilità di bissare il successo dell'anno precedente, ma poi il vento cambia e la Lazio perde posizioni e punti importanti. A Marzo, poi, Maestrelli si ammala, entra in clinica ed inizia il calvario, che di riflesso si abbatte anche sulla squadra e su di lui, che soffre terribilmente la malattia del suo allenatore. La domenica in cui vengono a sapere la verità sullo stato di salute di Maestrelli, subisce 5 reti dal Torino ma lui non se ne accorge neanche, perchè ha il viso rigato dalle lacrime e gli occhi rossi. Il campionato 1974/75 va in archivio con un onorevole 4° Posto e arriva un nuovo allenatore Corsini completamente diverso da Maestrelli, con cui, come i suoi compagni, non lega. La Lazio, completamente ed inspiegabilmente rinnovata, naviga in acque basse, e solo dopo l'esonero di Corsini e il ritorno di Maestrelli in panchina riesce a salvarsi. Pulici, comunque mantiene un livello di gioco ottimo e solo grazie ad alcune parate miracolose, che la Lazio ottiene punti preziosi per la salvezza.

Gli anni difficili

Maestrelli peggiora sempre di più, e al suo posto viene chiamato Vinicio un ottimo allenatore che riesce a rilanciare i biancazzurri. Il 28 Novembre1976 nel derby capitolino, Pulici convinto che in tribuna ci sia Maestrelli, gioca la sua più bella partita della carriera, facendo almeno una dozzina di parate memorabili e inspiegabili per difficoltà, superandosi ogni volta e facendo vincere la Lazio per 1-0 grazie alla rete dell'astro nascente Giordano. A fine gara dedica la vittoria a Maestrelli che alcune ore dopo entra in coma. La morte dell'allenatore, giunta 4 giorni dopo, è un brutto colpo per tutti, e ancor peggio la morte di Re Cecconi avvenuta in drammatiche circostanze, il 18 Gennaio 1977. Pulici è l'unico che riesce a vedere il cadavere, nudo con un foro roseo sul petto, steso nell'obitorio dell'Ospedale; una visione che non cancellerà mai dalla mente.

              
              Pulici durante un derby nel 1975/76

Qualcosa è cambiato, niente sarà più come prima ormai, e Pulici se ne è accorto. A fine stagione, la Lazio acquista un giovane portiere emergente Garella, e Vinicio fa capire che punta su di lui. Pulici per un pò sta in silenzio, poi sbotta e litiga ferocemente con l'allenatore, venendo ceduto al Monza ad ottobre. Preferisce l'esilio della Serie B all'umiliazione della panchina con un allenatore che lo detesta. Dopo 5 campionati e 15 presenze, un'altro pezzo della Lazio scudettata se ne va, tra i rimpianti dei tifosi che non perdoneranno mai ne a Vinicio ne a Garella, questo episodio. Per Pulici si apre un nuovo capitolo della sua lunga carriera.

Arrivederci Lazio

L'esilio a Monza dura solo un anno,e la squadra sfiora una clamorosa promozione in Serie A piazzandosi 4° a soli 2 punti dalla terza classificata. Nel 1978/79 Pulici passa all'Ascoli, dove il presidente Costantino Rozzi, crede in lui. Nel capoluogo Piceno, Pulici scopre una nuova giovinezza. Apprezzato dal pubblico e amato dalla squadra, che si piazza al 10° posto, dopo un campionato onorevole. Felice, si emoziona solo quando incontra la Lazio e il pubblico lo acclama ogni volta che lo rivede. L'anno successivo, l'Ascoli, va addirittura in Coppa U.E.F.A. con un clamoroso 5°posto subendo solo 28 reti in tutto il campionato. Anche il terzo anno, è abbastanza tranquillo con una salvezza conquistata senza grossi patemi.

              
              Pulici con la maglia dell'Ascoli

Ormai è su con gli anni, ed a Ascoli gli viene preferito un'altro portiere più giovane. Ma contemporanaeamente si accorda con la Lazio dove accetta di chiudere la carriera come vice di Marigo. Dopo quasi 5 anni ritorna a casa.

Il ritorno e gli scarpini al chiodo

Al ritorno a Centro Sportivo Tor di Quinto-Tommaso Maestrelli trova tutto cambiato e la Lazio in Serie B , ma non si scoraggia e si allena con diligenza. Le cose non vanno per niente bene, e l'8 Novembre 1981 Pulici torna in porta da titolare in Pistoiese-Lazio 0-1. E' una bella soddisfazione anche se platonica vista la situazione della squadra.

                
                Pulici nel 1981/82

Il 14 Marzo 1982 a Lecce gioca la sua ultima partita ufficiale e a Giugno lascia il calcio dopo oltre 15 anni di carriera. Intanto ha ripreso a studiare, e si laurea in legge. E' un mago del diritto sportivo, e dopo l'iscrizione all'albo degli avvocati, il Dott. Pulici Avv.Felice è pronto ad intrapendere una nuova vita.

Dietro una scrivania

Il ritorno di Chinaglia come presidente coincide con l' ingresso di Pulici come dirigente in società. Quell'avventura non finisce bene, ma Felice, tra un incarico e un'altro, e periodi di riposo forzato continua a far parte della società.

           
           Pulici dirigente

E' con Cragnotti che Pulici tocca il massimo come dirigente. Dal settore giovanile, ad avvocato della società ricopre quasi tutti gli incarichi. Vede la sua Lazio vincere Coppe in Italia ed Europa, e il secondo scudetto nel 2000. Rimane anche dopo l'addio di Cragnotti, ma avverte disturbi al cuore ed ha un principio d'infarto, che viene felicemente risolto in ospedale. Con l'avvento di Lotito per Pulici non c'è più posto in società, e nel gennaio 2007 accetta un contratto da dirigente dell'Ascoli Calcio.