L'addio di Edy Reja e l'arrivo di Stefano Pioli

Da LazioWiki.


Stagione

La scheda di Edoardo Reja

La scheda di Stefano Pioli


Il 12 giugno 2014 il mister Edoardo Reja annuncia le dimissioni da tecnico della prima squadra biancoceleste. Al suo posto viene ingaggiato il nuovo allenatore Stefano Pioli. Negli articoli che seguono, tratti da vari organi di stampa, LazioWiki ripropone per i propri lettori la cronaca connessa all'evento.



Edoardo Reja
Stefano Pioli
Stefano Pioli durante la conferenza stampa di presentazione
Foto da sslazio.it

29 maggio 2014

Dal Corriere dello Sport:

Aspettando Reja ecco le altre piste. Si spera nel sì di Edy. Intanto occhi su Inzaghi e Pioli.

Siamo sempre lì: Reja pensa e ripensa, Lotito aspetta e spera. Lo scenario non è cambiato, la verità si conoscerà nel week-end. Edy è la prima scelta, vive la sua pausa di riflessione a Lucinico, accanto alla moglie Livia. Lotito è convinto di andare avanti con lui e con Alberto Bollini, nega contatti con altri allenatori. Ma un piano alternativo esiste, qualche pensiero nelle segrete stanze sarà stato fatto, è normale che sia così. Girano i primi rumors, l’effetto toto-allenatore è scontato in questi casi. Il cognome Inzaghi sta andando molto di moda: a Pippo è stato affidato il Milan AC, a Simone potrebbe essere affidata la Lazio? La sua candidatura va tenuta in considerazione, a Centro Sportivo di Formello in caso di addio di Reja potrebbero optare per la soluzione interna. I profili esterni? E’ spuntato il nome di Stefano Pioli: è ancora sotto contratto con il Bologna, presto si libererà. Ci sono due aspetti da considerare: Pioli non si muove senza il suo staff (è composto da quattro persone), al Bologna vantava uno stipendio da 1,7 milioni lordi, i suoi collaboratori (in tutto) guadagnavano circa 1,3 milioni lordi. Su Pioli c’è il Cagliari, la nuova proprietà sta pensando a lui, l’esito della trattativa si conoscerà tra la fine di questa settimana e l’inizio della prossima. I tempi sono stretti, si viaggia sul filo.

Il top sarebbe Max Allegri, ma non è detto che accetti di ripartire dalla Lazio. Una sorpresa sarebbe Di Francesco, dovrebbe continuare con il Sassuolo. E’ circolato il nome di Roberto Donadoni, non è facile arrivarci, è blindato dal Parma. Lo stesso vale per Colantuono, ha appena firmato con l’Atalanta un nuovo accordo. In passato fu offerto Devis Mangia, oggi allena lo Spezia, è impegnato nei play-off di serie B. La Lazio, se andrà via Reja, non farà scommesse, si affiderà ad un allenatore italiano, sceglierà una soluzione affidabile, punterà su un tecnico pronto per la serie A, è questa la traccia. Voci, rumors, supposizioni, la premessa è sempre la stessa. La Lazio conta di incontrare Reja e di programmare definitivamente il mercato. Edy e Lotito hanno già parlato, si rivedranno ancora una volta. La verità è vicina, bisognerà aspettare qualche giorno per conoscerla. Le preoccupazioni esistono nei pensieri di Reja, questo si sa. S’è rifugiato a Lucinico per ricaricarsi, per valutare bene il futuro. La contestazione, le necessità dell’organico, i punti deboli: su tutto ciò sta riflettendo il furlan. Servirà una Lazio competitiva per vivere una stagione felice, vincente. I rischi sono altissimi, i tifosi sono in subbuglio, aspettano i fatti. Reja s’è beccato molti fischi anche per conto di Lotito, non è facile andare avanti così.


Da Il Messaggero:

Il dilemma di Reja. Lazio, si o no?

Una panchina in apnea. Boccheggiava Reja a Roma, a Lucinico iberna le idee: "State tranquilli, ho voluto io una settimana sabbatica". Sette giorni per scongelare la permanenza alla Lazio. Sembrava scontata, ora è Edy a farla tremare. Nei suoi pensieri impuri: era tornato di ferro a gennaio, stavolta i fischi non lo scalfivano. Effetto ritardato, adesso l’eco raggiunge il Friuli: è tosta lavorare nel dissenso, Reja chiede l’aiuto del pubblico. Anzi della dirigenza, perché teme che la contestazione possa proseguire dopo il mercato. Le perplessità del tecnico sono soprattutto legate ai mugugni dell’ambiente. Impossibile spegnerli senza precise garanzie: è finito un ciclo, Edy pretende giocatori "veri" per centrare le prime posizioni sbandierate da Tare. Altrimenti non ci metterà la faccia ad Auronzo. Sarà diretto col ds e Lotito: vertice slittato all’inizio della prossima settimana, nel week-end Reja avrà un impegno col giro d’Italia a Trieste. Poi pedalerà a Roma verso la sua scelta. Alla meta c’è la maglia: Lotito vuole premiare Edy. I colloqui corrono da tempo, bloccati solo dalla pausa di riflessione di Reja. Con tanto d’assenza "giustificata" all’inaugurazione dell’Academy.

La signora Mezzaroma e il presidente lo avevano invitato: "Vieni, sei il nostro uomo di punta". Ma il tecnico lunedì aveva già fissato da mesi un servizio in bici. Ruote ferme sulla Lazio, bisogna però ripartire con chiarezza e decisione. Urgono 4-5 acquisti mirati (due centrali, un terzino, una mezzala e un esterno), salvo altre "cessioni" eccellenti impreviste. Nel prossimo faccia a faccia dovranno baciarsi le vedute: Reja sbircia giocatori già pronti, Tare e Lotito fissano il "progetto giovane" e la valorizzazione del patrimonio della società. Non solo Felipe Anderson (Pereira Gomes Felipe Anderson), ma anche chi arriverà. Sul taccuino ci sono giocatori (vedi De Vrij, nazionale olandese) dal grande avvenire, ma a rischio ambientamento: non è detto che esplodano subito. Intanto si lavorerà sulle cessioni per fare cassa. Pereirinha Marques Bruno Alexandre e Ciani hanno la valigia pronta: per il portoghese si sono fatti avanti diversi club lusitani, sul francese è tornato il Norwich che lo voleva già a gennaio.

Sul filo del rasoio, Reja, si diceva. Tagliente nello scherzo: "Facciamo uno scambio di panchine", ha detto Edy all’amico Guidolin. Così l’Udinese davvero gli ha offerto la poltrona, se non dovesse continuare alla Lazio. Un eventuale divorzio comunque senza traumi: Lotito e il goriziano si stimano, si lascerebbero con una stretta di mano. La Lazio non può non considerare la possibilità, si sta guardando intorno. Ma non s’affaccia su un’alternativa che garantisca il salto di qualità: c’è un altro nome top secret, dopo i sondaggi per Emery. Il sogno resta Allegri. Altrimenti bisognerà virare su un allenatore bravo a valorizzare il "progetto giovane". Da Donadoni, Pioli a Di Francesco, stimato tanto da Tare. Che ha pure un suo "pupillo" in casa: Inzaghi. Con Simone in panchina, il ds avrebbe sempre l’ultima parola. Sarà Reja a dire di voler andare via, altrimenti avanti così. Figuriamoci se Lotito ha intenzione d’accollarsi tre allenatori a busta paga. Edy deve ancora percepire 900 mila euro sino al 2015, Petković Vladimir può ottenere quasi un milione dal Giudice del Lavoro (udienza ancora da fissare) per l’illegittimità del licenziamento biancoceleste e i danni morali e d’immagine. Nessuna conciliazione, promessa "battaglia" all’ultimo respiro.


13 giugno 2014:

Dalla La Gazzetta Dello Sport:

La firma di Pioli, i saluti di Reja. Alla Lazio inizia una nuova era.

La telenovela è finita: Stefano Pioli è il nuovo allenatore della Lazio. Dopo settimane di consultazioni, contatti, ipotesi, alla fine Lotito ha deciso di puntare sull’ex tecnico del Bologna. Ieri sera a Villa San Sebastiano, sede operativa del presidente laziale, Pioli ha firmato il contratto che lo legherà per due anni al club biancoceleste. Guadagnerà 600 mila euro a stagione ed avrà i collaboratori storici, il vice Giacomo Murelli e il preparatore atletico Matteo Osti. Pioli era stato il primo tecnico ad essere contattato da Lotito dopo che Reja gli aveva comunicato i dubbi sulla prosecuzione della sua avventura laziale, su segnalazione dello stesso zio Edy. Da quel primo contatto a quello definitivo di ieri sono trascorsi una ventina di giorni nel corso dei quali Lotito e Tare hanno corteggiato Allegri e Donadoni, tenuto in ballo la soluzione interna di Simone Inzaghi, valutato ulteriori candidature, come Mangia e Zenga. Senza peraltro mai abbandonare l’idea di continuare con Reja. Una volta incassato il no definitivo di zio Edy e dopo aver constatato che le richieste di Allegri (2,5 milioni per tre anni) erano troppo alte (mentre con Donadoni non è scoccata la scintilla), ecco che alla fine Lotito ha puntato su Pioli. Avrà un compito difficile l’allenatore emiliano, ma il suo nuovo club sembra intenzionato a regalargli un organico importante. Ne dovrebbe far parte Parolo. Dopo l’accordo col Parma, ieri nuovo vertice col manager del giocatore, Cavadini. L’intesa è vicina. "Sono stati anni difficili e intensi. Allenare a Roma non ha eguali. Lotito mi ha chiesto di continuare, ma io la decisione l’avevo presa. E’ giusto aprire un nuovo ciclo con un altro allenatore". Edy Reja si è congedato così. Da gran signore ha rinunciato a un anno di contratto (a 900 mila euro) per il bene della Lazio. "L’ambiente va ricompattato. Una squadra senza pubblico non ha senso, io sono stato criticato pur non avendo mai fatto dichiarazioni contro i tifosi. Spero che la situazione che si è creata possa risolversi".


Dal Corriere dello Sport:

Lazio, è l’anno zero con Pioli. Ha firmato un biennale con opzione sino al 2017, oggi Lotito lo presenta a Centro Sportivo di Formello.

Stefano Pioli è il nuovo allenatore della Lazio. Ha firmato ieri sera intorno alle 21 a Villa San Sebastiano, nel quartier generale di Lotito, dove era arrivato poco dopo le 18. Si attendeva solo la fumata bianca. Contratto biennale più l’opzione da estendere alla terza stagione, sino al 30 giugno 2017, ingaggio da 600 mila euro netti più bonus in caso di qualificazione europea o Coppa Italia. Pioli aveva appena transato, rescindendo il contratto esistente con il Bologna. Era stato il segnale della svolta e dell’accordo imminente con la Lazio. Raccoglierà l’eredità di Edy Reja, che lo aveva indicato per primo come suo possibile successore. Ha 49 anni e viene dall’esperienza di Bologna: due campionati esaltanti e un esonero, respinto con forza dai suoi giocatori, mentre Guardaldi gli stava smontando la squadra. In precedenza la stagione brillante con il Chievo lo aveva fatto diventare uno dei tecnici più quotati della serie A. Sabatini stava per portarlo alla Roma AS prima di consigliarlo al Palermo, dove Zamparini lo tagliò a Ferragosto, prima ancora del debutto in campionato. Viene dalla gavetta: Salerno, Modena, Parma, Grosseto, Piacenza e Sassuolo le tappe precedenti di una carriera in cui è stato apprezzato per buon senso, equilibrio tattico e anche un certo tipo di rigidità. Si fa rispettare, dicono. Sul campo è stato un buon difensore, cresciuto alla Juventus FC e alla scuola del Trap, sbocciato alla Fiorentina. Ieri sera, dopo la firma, è uscito in auto da Villa San Sebastiano con Tare, il suo nuovo diesse. Questa mattina alle 12 Lotito lo presenterà a Centro Sportivo di Formello.

La strada era segnata da giorni, la Lazio aveva scelto Pioli, esisteva già un accordo verbale. Le ultime ore, dopo il confronto e l’addio di Reja, sono trascorse senza scossoni e colpi di scena. Niente inserimenti, sorprese e sorpassi. Il deserto davanti a Villa San Sebastiano, dove si sono presentati tra le cinque e le sei del pomeriggio il ds Tare, il segretario Calveri, il responsabile della comunicazione De Martino, il nuovo tecnico Pioli e, buon ultimo, il presidente Lotito. Mancavano i dettagli e le firme sui contratti di Pioli e del suo staff. Le indiscrezioni di un presunto incontro con Allegri non hanno trovato conferme. Questo dice la cronaca. Operazione troppo impegnativa e anche l’idea di voler puntare su un altro tipo di tecnico, disposto a rischiare, a metterci una buona dose d’entusiasmo. Pioli era stato interpellato dalla Lazio non a caso per primo, aveva incontrato Lotito tra il 26 e il 27 maggio, quando Reja aveva manifestato l’idea di lasciare, suscitando una buona impressione nei dirigenti. Il suo nome era stato indicato proprio da Edy, che ne apprezza il buon senso, la cultura del lavoro e l’equilibrio tattico sempre dimostrato sul campo. Un allenatore sicuro, cercando di ridurre al minimo i rischi, questo è il motivo che ha escluso dalla corsa Simone Inzaghi, l’altro candidato. La Lazio voleva un tecnico con almeno quattro-cinque campionati di serie A alle spalle, bravo a lavorare con i giovani, con la fame giusta e pronto a calarsi in una realtà complicata.

Neppure è casuale come il lavoro svolto sotto traccia nell’ultimo mese verrà messo alla luce dai dirigenti nelle prossime ore. Già oggi, o al più tardi lunedì, la Lazio dovrebbe ufficializzare il riscatto di Antonio Candreva e l’acquisto del serbo Dusan Basta: un’operazione da 16 milioni con l’Udinese. Parolo è vicino. E poi il rinnovo dei contratti di Balde Diao Keita, Tounkara, Minala, Strakosha, Filippini, Lombardi – il futuro della Lazio – e forse qualche altro ragazzo, a testimonianza di come la dirigenza stia provando a svoltare. Questo dev’essere un anno di rinascita, logico creare un percorso ai talenti, provando a tenere Candreva e cercando tre o quattro acquisti mirati per rinforzare la difesa. Un piano affidato a Pioli.


14 giugno 2014:

Dalla La Gazzetta Dello Sport:

Pioli: "Io qui grazie a Reja. Ho firmato per un anno e resto solo con l’Europa".

Lo ha voluto Lotito, lo manda Reja ed ha dovuto vincere una concorrenza variegata. Ma Stefano Pioli, il tecnico della Lazio presentato ieri a Centro Sportivo di Formello, si sente "una prima scelta" e sa come rilanciare la sua nuova squadra. "Lavoro duro e rapporti chiari. Sono uno che da tutto, ma che pretende lo stesso". La mission è altrettanto chiara: "Sono qui per riportare la Lazio nel posto che le compete: l’Europa. E’ un obiettivo cui credo fermamente, tanto che ho rinunciato a firmare un biennale come mi proponeva la società, preferendo un contratto annuale che si rinnoverà automaticamente se la Lazio si qualificherà in una coppa europea". Motivatissimo ("non vedo l’ora di iniziare, ho fatto anche troppe vacanze"), consapevole che questa sia la sua grande occasione ("sono qui per ambire a qualcosa di importante"), l’ex tecnico del Bologna non si nasconde i problemi che dovrà affrontare. "L’ambiente è diviso? Starà a noi cercare di ricompattarlo. Solo se ci sarà unione di intenti tra le varie componenti, compresa quella dei tifosi, potremo fare strada". E poi c’è il nodo mercato: "Sono andati via giocatori importanti, altri potrebbero partire, ma la società è al lavoro per rimpiazzarli nel migliore dei modi. Sarebbe bello avere la squadra al completo per l’inizio del ritiro, ma so già che non sarà possibile. Questo però non cambia i programmi". Che sono quelli di creare "un gruppo che dia tutto, che abbia la bava alla bocca. Voglio una squadra aggressiva e propositiva che faccia un calcio coinvolgente". Uno dei primi atti di Pioli sarà quello di ringraziare il suo predecessore: "Reja è stato gentilissimo nei miei confronti, lo chiamerò presto". Eh sì, perché è stato proprio il tecnico goriziano a suggerire a Lotito il nome di Pioli come suo successore. "Sì – conferma Lotito -. Quando Reja mi ha comunicato che non se la sentiva di proseguire l’avventura mi ha suggerito il nome di Pioli. La decisione è stata presa subito, le audizioni successive (Allegri e Donadoni, ndr) erano solo di facciata. Pioli è sempre stato la prima scelta per qualità morali e professionali. Ora resettiamo tutto e ripartiamo uniti".


Dal Corriere dello Sport:

Pioli: "Lazio, la mia sfida è riportarti subito in Europa".

In attesa del campo, si è presentato in modo convincente. Non è Ballardini. "Una società funziona se c’è sintonia e rispetto dei ruoli. Io sono l’allenatore e faccio le scelte tecniche". Neppure è Petković Vladimir, che due anni fa, arrivando dalla Svizzera, disse che non avrebbe chiamato Reja. Stefano Pioli, invece, telefonerà al vecchio Edy, suo predecessore, profondo conoscitore della Lazio, degli umori dello spogliatoio, dei limiti di una squadra da ristrutturare. Ringrazierà il friulano, che per primo lo ha suggerito a Lotito. E di sicuro lo ascolterà. Perché il modo migliore per tuffarsi in una sfida è affrontarla senza presunzione, comprenderne le insidie, sfruttarne l’onda positiva. L’ex tecnico del Bologna all’impatto con Centro Sportivo di Formello ha dimostrato umiltà, pragmatismo, determinazione. E’ sembrato anche un buon comunicatore, molto meno grigio di quanto era stato dipinto. Ha tanto entusiasmo. Così ha conquistato i suoi nuovi dirigenti, accettando il rischio dell’impresa. E allora ha preteso un solo anno di contratto con il rinnovo automatico in caso di qualificazione europea. Ha fissato l’obiettivo e il suo lavoro si misurerà attraverso i risultati e un gioco piacevole, fondamentale per riconquistare una piazza depressa. Pioli ha spiegato molto: dalle idee tattiche al rapporto con i giocatori, passando per il mercato. Parlando senza ipocrisie, non ha escluso partenze eccellenti. Lotito e Tare gli hanno promesso una squadra competitiva per l’Europa League. Le verifiche sono rinviate al 31 agosto, quando partirà il campionato.

Già nel prologo, Pioli è stato incisivo. "Non posso che essere contento per le parole del presidente. Sono felice, entusiasta, orgoglioso e onorato di ricevere questo nuovo incarico. Metterò con il mio staff tutto quello che è nelle nostre possibilità perché sia una stagione altamente positiva. La società mi aveva offerto un biennale, ha accettato invece la mia proposta, così ho firmato un contratto annuale rinnovabile automaticamente in caso di ingresso in Europa. Non sono venuto alla Lazio a caccia del contratto della vita, ma per lavorare e avere la possibilità di centrare gli obiettivi. Vogliamo una stagione importante, cercando di giocare un buon calcio. La società mi ha sempre fatto sentire una prima scelta. Ci saranno dei cambiamenti. Con la società abbiamo parlato di caratteristiche, di nomi, siamo d’accordo sul fatto che devono arrivare giocatori in grado di migliorare la squadra, di innalzare il tasso tecnico, tattico e anche caratteriale. I ruoli credo li sappiate. Il mercato è lungo, c’è un Mondiale di mezzo, credo possano esserci tante sorprese, la fretta non è una buona consigliera. L’importante è che arrivino giocatori in grado di alzare il livello. La volontà, la serietà e l’entusiasmo sono valori importanti. Mi piace star bene con la squadra, parlare chiaro, avere rapporti diretti: dò tutto per la squadra e pretendo tutto. Trovo corretto uno dei luoghi comuni del calcio: si gioca la domenica per come ci si allena durante la settimana. Siccome vogliamo essere una squadra propositiva, aggressiva, una squadra che non aspetta gli avversari ma prova a giocare un calcio intenso, coinvolgente, con tanta velocità e ritmi alti, sarà fondamentale lavorare bene durante la settimana. Questo sarà una sviluppo prioritario del nostro precampionato. Non vedo l’ora di partire". Poi sono scattate le domande.

Quale ambiente piacerebbe trovare a Pioli? "Se tutte le compomenti sono indirizzate verso un unico obiettivo, se tirano tutti dalla stessa parte, si traggono dei vantaggi e la strada sarà meno in salita di quello che sarà, perché il campionato italiano lo conosciamo tutti. Posso solo dire che ce la metteremo tutta affinché la squadra giochi un buon calcio e ottenga risultati importanti per essere sostenuta con passione". Avete già parlato di mercato? "Sì, ci stiamo confrontando con presidente e ds. E’ chiaro che perderemo giocatori importanti, ma in quei ruoli stiamo già cercando giocatori di qualità, i nomi fatti lo sono, giocatori che possano permettere alla società e allo staff tecnico di avere a disposizione una squadra in grado di lottare per l’Europa". I tifosi temono che Pioli non possa essere troppo indipendente dai dettami societari e nella sua testa che ruolo ha un giocatore come Candreva? "Noi siamo qui per lavorare, sarebbe troppo facile fare delle promesse. Noi possiamo promettere che il nostro impegno sarà totale. Per noi credo sia arrivata la chiamata giusta nel momento giusto. In un’azienda, in una società di calcio, le cose funzionano quando c’è sintonia, grande unione di intenti, quando ci sono le persone adatte a occupare certi posti con le competenze giuste e c’è il rispetto dei ruoli. Io sono l’allenatore, il responsabile tecnico, e faccio le scelte. Candreva è un ottimo giocatore, può ricoprire tanti ruoli, farà i Mondiali, mi auguro li faccia nel miglior modo possibile, è un giocatore chiaramente molto importante".

Cosa teme di questa sfida? Parlerà con Reja? "Non sono abituato a fasciarmi la testa in anticipo, ma a pensare positivo. Ora vedo solo la possibilità di lavorare in un ambiente importante, una società, una piazza prestigiosa. Devo prepararmi al meglio per essere pronto. Con Reja parlerò, chiaramente lo ringrazierò per gli attestati di stima espressi nei miei confronti, nei giorni scorsi non pensavo fosse il momento più adatto". Ha già un’idea sul modulo? "Essere eclettici, flessibili, può essere positivo e importante. Ma la continuità nel sistema di gioco, attraverso il lavoro settimanale, dà vantaggi. La base, anche in funzione ai giocatori che stiamo cercando, sarà 4-3-3. Nella fase offensiva può diventare 4-3-2-1 o 4-3-1-2. La base del 4-3-3 è una base solida, non tralasciando l’ipotesi del 4-2-3-1. Farò le valutazioni approfondite conoscendo i giocatori sul campo". C’è una caratteristica che pensa manchi alla Lazio e ha già chiesto ai suoi dirigenti? "Avrò modo di valutare i giocatori in ritiro. Credo che in questo momento la priorità, senza fretta, sia quella di trovare dei difensori centrali affidabili". Come ha vissuto le ultime due settimane quando la Lazio stava parlando con altri allenatori? "Ero tranquillo, come il presidente ha apprezzato il mio comportamento, io ho sempre ricevuto gli attestati giusti. La Lazio è una società blasonata, non mi illudevo che bastasse un solo incontro e non ho mai escluso che facessero altri sondaggi, ma l’ho vissuta nel modo più tranquillo. Se una società è convinta della scelta, va bene. Altrimenti è meglio che vada su altre strade".

La Lazio parla di progetto giovani? Che idea si è fatto e già ne conosce qualcuno da portare in prima squadra? "La società nel corso di questi anni ha lavorato bene, ha creato le basi per ritrovarsi nel tempo giocatori pronti per la prima squadra. Non ho problemi a far giocare i giovani, parla il campo: se meritano, giocheranno. Ho allenato in passato giovani, maturi, campioni del mondo. Conta lo spirito giusto. La voglia di rincorrere gli avversari una volta persa la palla, essere aggressivi, propositivi, far male agli avversari. Dovremo mettere al centro dell’attenzione non l’io, ma il bene della squadra. Se raggiungi questa mentalità, puoi giocare in qualsiasi maniera. Fa la differenza l’atteggiamento. Passatemi l’espressione: voglio la bava alla bocca, gli occhi della tigre, quello che volete voi. Una squadra convinta di portarsi a casa i tre punti. Non ci riusciremo sempre, ma la mentalità deve essere questa". Reja ha parlato di Lazio da quarto, quinto, sesto posto. Che ne pensa? E’ d’accordo o spera di poter fare anche meglio? "Se ho fatto un contratto con rinnovo automatico in caso di qualificazione in Europa, significa che ho avuto garanzie per raggiungere l’obiettivo. Solo l’anno scorso la Lazio ha avuto difficoltà, ma prima si è sempre piazzata in Europa, quello sarà l’obiettivo e l’organico sarà all’altezza".

Considera la Lazio la sua grande occasione? "Sono sempre soddisfatto quando il mio lavoro viene apprezzato. E’ chiaro che la Lazio ci dà la possibilità di fare qualcosa di importante. Cercheremo di riportare la Lazio ai traguardi che le competono". Pensa che Marchetti, Lulic e Candreva possano partire? E in attacco serve altro? "Ci sono troppi se. Tutti i giocatori nominati oggi fanno parte dell’organico. Per la fase offensiva siamo completi, anche se Perea Vargas Brayan Andrés ha avuto questo infortunio. Possiamo cominciare con sicurezza. Faremo altre valutazioni con più precisione a luglio". E’ un handicap o uno stimolo partire con l’obiettivo di riportare entusiasmo? "Credo di aver sempre avuto un equilibrio anche nelle difficoltà. Questo è il mio grande stimolo: riportare la Lazio in Europa, farla giocare in modo importante e riconquistare l’entusiasmo tra i tifosi. Ne ho fatte già troppe di vacanze. Non vedo l’ora di iniziare".


Lo staff di Pioli: C’è anche Adriano Bianchini.

Lo staff di Stefano Pioli è stato ufficializzato ieri a Centro Sportivo di Formello. Il vice è Giacomo Murelli, lo segue da anni, hanno iniziato insieme. Il preparatore atletico è Matteo Osti, sarà aiutato dai collaboratori Francesco Perondi e Adriano Bianchini (è un uomo di fiducia della società, lavora con la Lazio da anni, negli ultimi mesi è stato il preparatore di Reja, in passato si occupava del recupero infortunati). E’ stato confermato Adalberto Grigioni, sarà il preparatore dei portieri (Pioli in passato ha lavorato con Graziano Vinti, non l’ha seguito a Roma). Il nuovo tecnico biancoceleste è sbarcato con quattro uomini, nella lista è compreso Davide Lucarelli, è l’osservatore, studia gli avversari. E’ da definire la figura di Jesse Fioranelli, match analyst di Petković Vladimir e Reja. Fioranelli rimarrà a Centro Sportivo di Formello, nei prossimi giorni si deciderà il suo ruolo: Pioli prenderà in esame il profilo. Fioranelli è legato al progetto "Academy", se non avrà compiti diretti in prima squadra si occuperà di altre situazioni. La società è contenta del suo lavoro.


Lotito: Mai avuto dubbi nella scelta.

Parole in libertà (le solite), poi Lotito ha presentato Pioli: "E’ stata una scelta voluta, ponderata, basata sulla professionalità e sulla moralità della persona e ovviamente sulle qualità tecniche. Questa scelta è stata fatta da subito, non a caso o perché legata a valori economici. La finalità della Lazio era trovare una persona che avesse anche l’entusiasmo giusto per innescare un processo di cambiamento all’interno del sistema. Le audizioni fatte erano di facciata, sono state la conferma della bontà della scelta iniziale fatta nei confronti di Pioli. E’ stata una scelta peraltro concordata con Reja, è stato uno dei suoi sostenitori. Con Edy abbiamo un rapporto eccezionale, sono convinto che lo avremo anche con Pioli". Lotito ha chiesto pazienza alla piazza: "Pioli ha accettato questa sfida sapendo che avrebbe affrontato una piazza che già critica, non si possono fare critiche preventive. Vorrei che si ricominciasse daccapo, resettiamo tutto quello che è successo mantenendo ciò che c’è stato di buono ed eliminando il resto. Chiediamo di ripartire con un entusiasmo diverso, tutti insieme".





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