Domenica 14 gennaio 2007 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Siena 1-1

Da LazioWiki.

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14 gennaio 2007 - 3.225 - Campionato di Serie A 2006/07 - XIX giornata

LAZIO: Peruzzi, Oddo, Stendardo (45' Bonetto), Cribari, Zauri, Mudingayi, Ledesma, Mutarelli, Mauri (75' Manfredini), Pandev (55' Makinwa), Rocchi. A disposizione: Ballotta, Belleri, Behrami, Foggia. Allenatore: D.Rossi.

SIENA: Manninger, Bertotto (79' Negro), Rinaudo, Portanova, Molinaro, Antonini, Codrea, Vergassola, Corvia (75' Chiesa), Locatelli (65' Cozza), Frick. A disposizione: Benussi, D'Aversa, Gastaldello, Candela. Allenatore: Beretta.

Arbitro: Sig. Gava (Conegliano) - Assistenti di linea Sigg. Tonolini e Grilli - Quarto uomo Sig. Tommasi.

Marcatori: 61' Rocchi, 87' Cozza.

Note: ammoniti Stendardo e Mudingayi per gioco falloso, Locatelli per comportamento non regolamentare, Cozza per proteste. Calci d'angolo: 6-8. Recuperi: 2' p.t., 5' s.t.

Spettatori: totali 16.925.


Un'azione della gara
Gaby Mudingayi in un momento dell'incontro
Cristian Ledesma in azione di contrasto
Massimo Mutarelli in un fotogramma della gara
Tommaso Rocchi
L'esultanza dei biancocelesti dopo la rete del vantaggio siglata da Tommaso Rocchi
Un momento dell'incontro
Il pareggio della formazione senese
Da Goal del 15/1/2007

La Gazzetta dello Sport titola: "C'è Cozza, il Siena ferma la Lazio".

Continua la "rosea": È un quarto posto più virtuale che reale quello che la Lazio agguanta grazie al pari interno col Siena (1-1), risultato che è bene subito chiarire sta stretto ai toscani. Mercoledì 24 gennaio si recupera infatti Catania-Empoli (26 e 25 punti), giocoforza una delle due tornerà davanti ai biancocelesti. Sono tuttavia calcoli effimeri: se c'è ancora qualcuno che non sa chi sarà la quarta classificata al termine del campionato, beh, lo avrà capito vedendo questa brutta partita. E' il Milan, che domenica sera rende visita alla Lazio e che ormai è lì, a un tiro di schioppo. L'Oddo non si sa più quanto destinato a cambiare sponda finirà con l'avere una importanza relativa. Specie l'Oddo di questi tempi: frastornato, distratto, e due volte decisivo, nel bene e soprattutto nel male. Quando calcia la punizione che deviata prima da Rocchi e poi da Bertotto porta dopo un'ora la Lazio in vantaggio, e quando a pochi minuti dal termine svirgola nella propria area un pallone che dopo un pellegrinaggio pazzesco (con probabile minifuorigioco di Frick) finisce sulla testa di Cozza che se la rompe pur di buttarlo dentro. Un gol viziato, forse: ma l'assedio finale del Siena in inferiorità numerica, e sull'1-1 l'autopalo di Mutarelli, la dicono lunga sulla legittimità del risultato finale. Due squadre speculari, entrambe col rombo a centrocampo, vertici alti Mauri e Locatelli, bassi Ledesma e Codrea. L'unica disposizione tattica speciale è il mandato che Beretta assegna all'interessante Molinaro che aspetta Oddo e lo assale non appena quello supera la metà campo. Il Siena gioca col doppio centravanti, il tecnico Corvia e il rapido Frick che tengono impegnati i centrali Stendardo e Cribari, mentre Rocchi e Pandev spaziano sul fronte dell'attacco laziale, costringendo Bertotto, Rinaudo e Portanova, i tre della linea difensiva completata da Molinaro, a non distrarsi. Con Mudingayi-Vergassola e Mutarelli-Antonini accoppiate di metà campo, Zauri sulla corsia di sinistra avrebbe l'opportunità di prendersi qualche licenza.

Ma la voglia è poca, la preoccupazione molta, e il resto lo fa Locatelli, abbastanza intraprendente da andare spesso a impegnarlo. Tutto questo disporsi tatticamente, poco assecondato da un ritmo accettabile e molto inquinato da un numero infinito di piccoli falli che l'arbitro Gava tralascerà di fischiare solo nella ripresa, rende la partita un autentico strazio. Il Siena, sia chiaro, ha poco da rimproverarsi: riesce pure a impegnare Peruzzi con un tiro da fuori (Antonini) e in un'altra circostanza è Frick che denuncia i suoi limiti col sinistro. E' la Lazio che dovrebbe fare la partita e non ci riesce, con Mauri assente (fatta salva una bella rovesciata), Pandev incapace di saltare l'uomo e l'Oddo di cui sopra. Senza sbocchi sulle corsie laterali, si arriva alla conclusione solo per linee interne: un paio di volte ci riesce Rocchi, l'unico che mostra una certa vitalità. La sveglia suona nella ripresa con l'ingresso in campo di Makinwa (per Pandev) che precede di poco il vantaggio (assai casuale) della Lazio. Il Siena reagisce e Beretta decide di muovere i suoi (decisivi) pezzi da novanta dalla panchina: Cozza, Chiesa e alla fine Negro (l'amatissimo ex) rilevano Locatelli, Corvia e Bertotto, mentre Rossi, che ha dovuto supplire all'infortunio (fatale) di Stendardo col piccolo Bonetto e scalando centrale un altro bassetto, Zauri, cerca di coprirsi togliendo Mauri per Manfredini. Questi fallirà in contropiede la più facile delle occasioni, poi sarà tutto un diluvio Siena. Dal gol fallito da Rinaudo da due passi, alle parate di Peruzzi, all'1-1 di Cozza fino all'autopalo di Mutarelli. Credeteci, alla Lazio dispersa tra le dune di Dubai è andata di lusso.


Il Corriere della Sera riporta:

Il quarto posto, che vuol dire Champions League e svariati milioni di euro, è raggiunto. Non la vittoria, che svanisce quando il novantesimo è lontano appena tre minuti e la Lazio è aggrappata a un golletto di Rocchi. Ma Delio Rossi deve benedire questo risultato, un punto guadagnato di fronte a un Siena bello e spregiudicato, che pareggia di testa con Ciccio Cozza e rischia di vincere nel recupero (Mutarelli al 91' colpisce il palo della propria porta). La sosta lunga è una specie di roulette russa, che premia la formazione di Beretta, dinamica e aggressiva. Ci vuole coraggio a non mollare dopo essere finiti sotto a Rocchi, complice la decisiva deviazione di Bertotto. In quel momento, la Lazio pensa di avere in mano la partita. Ma non ha fatto i conti con il Siena, che nel momento più difficile tira fuori il meglio di sé. Beretta indovina le mosse: dentro Cozza e Chiesa, la squadra alza il baricentro, sfrutta le fasce, mette alle corde i rivali. Il pareggio di testa dell'ex reggino, dopo una mischia, è quasi inevitabile anche se arriva con Frick in fuorigioco. Tredici minuti prima Rinaudo, di testa, aveva incredibilmente messo il pallone sopra la traversa a porta vuota. E sull'1-1 arriva il palo di Mutarelli, dopo l'ennesima mischia. La Lazio ha un solo rimpianto. Manfredini, entrato due minuti prima, spreca il facile 2-0, un ghiotto suggerimento di Makinwa, protagonista di una bella galoppata sulla fascia sinistra. Ma la squadra di Delio Rossi è pallida fotocopia di quella che alla fine del 2006 ha scalato la classifica. Mauri è a disagio dietro le linee, gli attaccanti sono imprecisi e fanno poco movimento, il centrocampo finisce in fretta nelle mani del Siena che gioca in dieci metri, riparte con prontezza, non perde concentrazione e non si allunga neppure quando comincia a farsi sentire la stanchezza.

Beretta sistema Locatelli dietro le punte e dà fiducia a Corvia (preferito a Chiesa), un ragazzino di scuola romanista che prova a vincere il suo personalissimo derby. La Lazio è arrugginita, non sfrutta le fasce, non verticalizza, non cambia mai ritmo. Pandev finisce nella trappola dei difensori senesi, che lo circondano e lo annullano. Rocchi non capitalizza l'azione migliore della partita, avviata da Oddo, proseguita da Ledesma e valorizzata da Mutarelli con un tocco calibrato per il centravanti. Rocchi, il bomber, solo davanti a Manninger tira piano e centrale. L'Olimpico, semideserto, non aiuta i biancocelesti. Ha un sussulto prima di cominciare per l'ex Paolo Negro, poi se ne sta in silenzio senza aiutare la squadra in difficoltà. E il pareggio, alla fine, è un risultato da non disprezzare. Certo, resta l'amarezza per l'occasione sprecata. Ma il quarto posto, in compagnia del Catania, mitiga l'amarezza. Contro il Milan, domenica sera all'Olimpico, servirà un'altra Lazio. Oddo, alla fine, si sfoga: "Non sono tranquillo. L'occasione di andare al Milan è importante e la società sa qual è la mia volontà. Ho parlato con i tifosi, non sono un ipocrita". Sul caso Oddo il presidente Lotito è furioso: "La Lazio non è terra di conquista. Ancelotti pensi a fare l'allenatore".