Domenica 17 febbraio 2002 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Chievo 1-1

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17 febbraio 2002 - 2989 - Campionato di Serie A 2001/02 - XXIII giornata

LAZIO: Peruzzi, Colonnese, Nesta, Fernando Couto, Pancaro, Poborsky, D.Baggio (87' Gottardi), Liverani (72' Stankovic), Mendieta, Crespo, S.Inzaghi (86' C.Lopez). A disposizione: Marchegiani, Mihajlovic, Comazzi, De La Peña. Allenatore: Zaccheroni.

CHIEVO: Lupatelli, Moro, Legrottaglie, D'Anna, Lanna, Esposito (51' Corradi), Perrotta, Corini, Manfredini (82' Franceschini), Cossato (75' Mayelé), Marazzina. A disposizione: Ambrosio, Rinaldi, Lorenzi, Barone. Allenatore: Delneri.

Arbitro: Sig. Messina (Bergamo).

Marcatori: 76' S.Inzaghi, 85' Legrottaglie.

Note: Ammoniti D'Anna, Crespo e Nesta. Crespo ha fallito un calcio di rigore al 66'. Minuti di recupero 1 pt e 4 st.

Spettatori: 38.000 circa.


L'azione del vantaggio biancoceleste
La rete di Simone Inzaghi
Il pareggio di Legrottaglie
Hernan Crespo sul dischetto, ma fallirà il calcio di rigore
Il biglietto della gara
La delusione biancoceleste

Sergio Cragnotti fa la guerra all'arbitro, la Lazio non fa pace con la classifica e la curva Nord resta feroce con Mihajlovic, di nuovo fischiato e insultato dopo la lettura di un comunicato sul presunto sputo verso la curva ultrà in Lazio-Milan di Coppa Italia. Se qualcuno cercava una ruvida sintesi dell'annata dei biancocelesti, eccola servita: 90' giocati con modestia da alcuni (Liverani, Poborsky, Pancaro) e insolita ruggine da altri (Nesta), ma almeno con impegno. Non basta che Dino Baggio faccia la migliore partita da quando è arrivato a Roma, assist per il gol incluso ma anche la distrazione sul pareggio del Chievo, che Gaizka Mendieta sia più combattivo e utile del solito o che Simone Inzaghi riesca a ribadire in rete un miracolo di Lupatelli su Crespo solo davanti a lui (30' della ripresa). La classifica resta quella che è: otto punti di distacco dal quarto posto, sorpasso da parte del Torino, aggancio del Perugia. Sergio Cragnotti si unisce al coro dei presidenti imbufaliti contro gli arbitri. Questa è la sua sintesi dell'operato di Messina: "Scandaloso. C'erano due rigori e ne ha fischiato uno solo, c'era l'espulsione di Lupatelli su quello non concesso, c'era l'espulsione di un difensore fin dal primo tempo. Il pareggio è per l'80% dell'arbitraggio". Messina ha in effetti arbitrato male: ha sistematicamente ignorato i falli tattici e da dietro, si è fidato sempre dei suoi guardalinee, che ieri sembravano peggio di lui, con notevole scarico di responsabilità.

L'episodio che ha scatenato Cragnotti è arrivato al 27' della ripresa, sullo 0-0, dopo che Crespo aveva già sprecato un penalty (fallo di mano di D'Anna al 21' del secondo tempo) con un molle piatto destro di Crespo intercettato da un bravissimo Cristiano Lupatelli, pronto a esultare verso la curva Sud dove ha lasciato un pezzo di cuore giallorosso. Nella seconda occasione il portiere del Chievo ha agganciato nettamente il piede di Inzaghi, che però si è esibito nel suo classico numero della ricerca del contatto prima e più del gol. Il rigore c'era ed era netto, ma forse Inzaghi dovrebbe interrogarsi sul perché a lui non vengono fischiati. Errori e sfortuna non esauriscono, però, i motivi del pareggio. Il Chievo ha avuto due clamorose occasioni nel primo tempo - Manfredini spara su Peruzzi (all'8') un perfetto assist di Marazzina; il neo-azzurro svirgola il pallone a cinque metri dalla porta (29') dopo un rimpallo -, ha colpito un palo con Corini su punizione nella ripresa e raggiunto l'1-1 con un colpo di testa su azione di calcio d'angolo che chiama in causa l'organizzazione dell'intero reparto. Dietro Legrottaglie, al primo gol in serie A, c'era Corradi anche lui libero e in netto anticipo su Nesta. Quel che resta è un pareggio che allontana ancora di più la Lazio dall'obiettivo Champions League e che permette al Chievo di non farsi superare dal Bologna. La squadra di Delneri non è più brillante e in difesa continua a rischiare troppo, ma i punti sono 38 e lamentarsi sarebbe follia. L'Europa resta un possibile sogno.

Fonte: Corriere della Sera