Domenica 18 novembre 2001 - Udine, stadio Friuli - Udinese-Lazio 1-4

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18 novembre 2001 - 2973 - Campionato di Serie A 2001/02 - XI giornata

UDINESE: De Sanctis, Gargo, Sottil, Bertotto, Almiron (55' Caballero), Helguera (71' Marcos Paulo), Pizarro, Pinzi (71' Sosa), Jorgensen, Muzzi, Di Michele. A disposizione: Turci, Scarlato, Pieri, Nomvete. Allenatore: Hodgson.

LAZIO: Peruzzi, Negro, Nesta, Fernando Couto (87' D.Baggio), Favalli, Poborsky, Giannichedda, Liverani, Stankovic (80' Fiore), Crespo, S.Inzaghi (83' C.Lopez). A disposizione: Concetti, Gottardi, Mendieta, Kovacevic. Allenatore: Zaccheroni.

Arbitro: Sig.Treossi (Forlì).

Marcatori: 53' Crespo, 74' Liverani, 76' Caballero, 86' C.Lopez, 90' Crespo.

Note: espulsi Bertotto e Gargo. Ammoniti Giannichedda, Nesta, Liverani, Poborsky, S.Inzaghi. Recuperi: 1' p.t., 5' s.t.

Spettatori: 14.000 circa.


La rete dello 0-1 di Hernan Crespo
Il raddoppio di Fabio Liverani
Caballero accorcia le distanze
Claudio Lopez scocca il tiro dell'1-3
La doppietta di Hernan Crespo
Alessandro Nesta in azione

Non ditelo a Sergio Cragnotti e al bilancio della Lazio, ma a volte perdere un derby e uscire dalla Champions League al primo turno può fare bene. Da quel buco profondissimo la Lazio si è rialzata non guardando più in faccia nessuno, neppure il calciomercato e le valutazioni miliardarie. Sono andati in panchina Mendieta, Fiore e Lopez, la Lazio ha vinto due partite di fila e riguadagnato 5 punti in classifica al Milan, 4 alla Roma, 2 a Inter e Juve. E proprio contro i bianconeri, sabato sera all'Olimpico, si giocherà una clamorosa riammissione alla zona-scudetto. Il calcio sarebbe troppo facile se a un allenatore bastassero tre cambi per trasformare una squadra e ribaltare una situazione. Ci vuole qualcosa di più. Secondo un'analisi sacchiana servono occhio, pazienza e "fortuna", anche se l'espressione originale era più anatomica e colorita. Zaccheroni ha avuto l'occhio nelle scelte degli uomini (Liverani, Poborsky, Simone Inzaghi), la pazienza nel continuare il lavoro tattico (il pressing e la modestia di congelare la difesa a tre e riproporre quella a quattro, più gradita ai giocatori) e la fortuna negli episodi. La Lazio è stata "zaccheroniana" all'inizio dei due tempi. Squadra ordinata, corta, capace di chiudere gli spazi e ripartire veloce. In una parola: bella.

Nel primo tempo non è bastato, perché Simone Inzaghi e Crespo hanno sprecato due occasioni facili. Nel secondo tempo, invece, la Lazio ha capitalizzato la partenza sprint. Una verticalizzazione di Liverani ha smarcato Simone Inzaghi, bravissimo ad accantonare l'egoismo, attirare su di sé il portiere e offrire a Crespo un assist da mettere nella porta vuota (8'). Due minuti dopo è arrivata l'espulsione di Bertotto che ha chiuso la partita. Dalla superiorità numerica sono nati altri tre gol: Liverani su altro assist di Inzaghi (pregevole tacco), Crespo di testa su cross di Lopez e lo stesso Lopez con un bel diagonale di sinistro. Nel mezzo, l'inutile gol di Caballero (testa ad anticipare Negro su corner) e un'altra espulsione, quella di Gargo, sempre per doppia ammonizione. Due parole per Fiorenzo Treossi da Forlì, professione arbitro. Non è colpa sua se i designatori, con il loro cervellotico sorteggio, l'hanno rimandato a dirigere l'Udinese proprio contro la Lazio: nel campionato scorso fischiò rigore ed espulsione di Bertotto per un fallo di mano in area apparso ai più involontario. Le proteste del presidente friulano Pozzo arrivarono sulla luna. E non è colpa sua se i giocatori della Lazio sono stati bravi a dividersi cinque ammonizioni in cinque e quelli dell'Udinese sprovveduti a trasformarne quattro in due espulsioni.

Fonte: Corriere della Sera