Domenica 1 aprile 1984 - Palermo, stadio Favorita – Catania-Lazio 1-1

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1 aprile 1984 - 2200 - Campionato Italiano di calcio Divisione Nazionale Serie A 1983/84 - XXV giornata

Catania: Sorrentino, C.Ranieri, Pedrinho, M.Giovannelli, Mosti, Gregori, Morra II, Torrisi (65' Chinellato), Cantarutti, Luvanor (76' Crialesi), A.Carnevale. A disp. Costa, Sabadini, Ciampoli. All. G.B.Fabbri.

Lazio: Orsi, Miele, Filisetti, Spinozzi, Batista, Podavini, Vinazzani (58' Meluso), Manfredonia, D'Amico (75' Piga), Laudrup, Cupini. A disp. Cacciatori, Della Martira, G.Marini. All. Carosi.

Arbitro: Pairetto (Torino).

Marcatori: 19' A.Carnevale, 66' D'Amico (rig).

Note: partita disputata sul campo neutro di Palermo.

Spettatori: 5.000 circa.

Laudrup in azione
Il biglietto della partita
Meluso nell'azione del rigore

Per un Catania già spacciato, quella con la Lazio sul «neutro» della Favorita, terza consecutiva gara d'esilio dal Cibali, doveva essere la partita della vendetta e del secondo successo in campionato. Fra i due club c'è ruggine vecchia: lo scontro diretto dell'anno scorso in serie B, a fine stagione, all'Olimpico, quando la Lazio, dopo aver segnato, giocò a nascondere e gelare il pallone costringendo poi i siciliani agli spareggi per ottenere la promozione in serie A, e Il match d'andata di quest'anno quando, sempre all'Olimpico, iniziò per i siciliani la lunga serie dei «soprusi» arbitrali con un rigore concesso da Ballerini per un tuffo di Giordano iniziato addirittura fuori area. Così, lo sparuto pubblico catanese presente a Palermo ha fatto sentire subito le sue cattive intenzioni contestando addirittura la presenza di Chinaglia in tribuna d'onore e quella del giornalisti romani più conosciuti quali assidui frequentatori del «Processo del lunedì». Sul campo i giocatori di G.B. Fabbri riservavano le più assidue cure a Lionello Manfredonia, che assaggiava subito i tacchetti avversari con due pesanti falli nel giro del primo minuto di gioco, con contorno di un fitto lancio di agrumi all'indirizzo del giocatore colpito.

Lo spettacolo latitava, maggior classe fra i laziali con D'Amico, Batista, Laudrup e Manfredonia a cercare d'imbastire qualche azione pregevole; più pratico quello del Catania, ma necessariamente più grezzo se non in un ispirato Torrisi. In un mondo di ciechi, un raggio di sole al 19'. Azione del Catania: da Torrisi a Giovannelli, che crossa in mischia, Manfredonia libera di testa ma appostato al limite dell'area, c'è pronto e smarcato Carnevale — il rinforzo da un miliardo acquistato da Massimino a novembre — che, di prima intenzione, lascia partire un perfetto bolide di sinistro che Orsi nemmeno ha il tempo di vedere insaccare. Esulta la tifoseria catanese e per i laziali e, segnatamente, per Chinaglia. si leva il coro: «Serie B serie B». Mal comune, mezzo gaudio.

Nella ripresa, la Lazio attacca di più; ma, se l'intenzione è valida, i frutti non si vedono. Così il Catania ha modo di rendersi pericoloso in contropiede e al 61' Carnevale, al termine di un brillante affondo, serve di precisione lo smarcato Cantarutti che, a tu per tu con Orsi, alza un facile pallonetto che sorvola la traversa. Un errore davvero marchiano. Tre minuti dopo il patatrac. Meluso, entrato da poco, attacca per la Lazio, entra in area, viene a contatto (?) con Morra e finisce a terra. L'arbitro Pairetto indica deciso il dischetto e mentre il pubblico si attacca alle inferriate e lascia partire arance ed oggetti vari, D'Amico con un perfetto rasoterra angolato sulla sinistra di Sorrentino pareggia. Il lancio di oggetti aumenta, specie sotto la gradinata, e il guardalinee che la presiede, colpito da sputi e da arance, abbandona la posizione per portarsi verso il centrocampo. Piove di tutto in campo: bottiglie di plastica piene d'acqua minerale, agrumi in serie, pietre di più che discrete dimensioni. Il gioco resta fermo per ben dieci minuti, fra il prodigarsi di agenti che fortunatamente non usano le maniere forti e dei giocatori, che si adoperano da seri professionisti, mentre il pubblico urla a Massimino di emulare lo sceicco del Kuwait agli ultimi Mondiali ritirando la squadra dal campo.

Si può riprendere a giocare e la partita arriva al termine senza più altre particolari emozioni se non un nuovo atterramento di Meluso in area all'85', ma questa volta Pairetto lascia correre. Ormai il pareggio sta bene ai due contendenti, che evitano di far degenerare la sfida con un comportamento esemplare sul piano della correttezza sportiva. Per la Lazio un solo punto in'una giornata che ha visto le dirette avversarie nella lotta per la salvezza conquistare punti preziosi ed insperati, per il Catania la possibilità di dover ancora prolungare la lontananza dal Cibali.

Fonte: La Stampa

Nota[modifica | modifica sorgente]

La Caf ha respinto il reclamo della Lazio in merito alla partita Catania-Lazio del 1 aprile. La società aveva richiesto lo 0-2 a tavolino. Ridotta di una giornata (da 3 a 2) la squalifica del campo del Catania.

Fonte: la Repubblica del 20 aprile 1984