Domenica 28 novembre 2004 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Cagliari 2-3

Da LazioWiki.

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28 novembre 2004 - 3122 - Campionato di Serie A 2004/05 - XIII giornata

LAZIO: Peruzzi, Oddo, Fernando Couto, Lequi, Oscar Lopez, Pandev (63' E.Filippini), A.Filippini, Liverani (69' De Sousa), Cesar, S.Inzaghi, Muzzi (57' Sereni). A disposizione: Talamonti, Seric, E.Gonzalez, Manfredini. Allenatore: Caso.

CAGLIARI: Katergiannakis, D.Lopez, Maltagliati, Bega, Agostini, Conti (84' Delnevo), Brambilla, Gobbi, Esposito (89' Loria), Zola, Langella (87' Pisano). A disposizione: Iezzo, Alvarez, Peralta, Bianchi. Allenatore: Arrigoni.

Arbitro: Sig. Ayroldi (Molfetta).

Marcatori: 7' Pandev, 34' Langella, 65' Esposito, 71' Zola, 80' Oddo (rig).

Note: espulso al 57' Peruzzi per fallo da ultimo uomo. Ammoniti Pandev per comportamento non regolamentare, Couto per proteste e Diego Lopez per gioco scorretto. Calci d'angolo: 8-5. Recuperi: 0' p.t., 4' s.t.

Spettatori: 4.173 paganti per un incasso di euro 81.550,00 euro, abbonati 28.649 per una quota di 389.648,83 euro.

La gioia di Goran Pandev dopo la marcatura
Un altro fotogramma dell'esultanza del macedone
L'esultanza di Zola dopo la rete

La Gazzetta dello Sport titola: "Cagliari sbarca in zona Champions. Langella, Esposito e Zola: ora Caso è in bilico. La Lazio, in vantaggio con Pandev, crolla dopo l'1-1".

Continua la "rosea": All'Olimpico il Cagliari aveva subito, il 31 ottobre, la maggiore mortificazione della stagione. Un 5-1 della Roma che aveva sottolineato il mal di trasferta dei sardi, peggior performance esterna della serie A insieme a Parma e Atalanta, solo due pareggi conquistati lontano da casa. Fino a ieri. L'Olimpico della Lazio, restituisce infatti al Cagliari tutto con gli interessi: un 3-2 che vuol dire quarto posto in classifica. Non è la prima volta in questo campionato, è accaduto già alla terza (da solo), quinta (con Chievo e Palermo) e ottava (col Chievo) giornata. Furono però traguardi raggiunti a domicilio, che le sconfitte successive, con Lecce, Milan e Roma, subito ridimensionarono. Stavolta, con la prospettiva di ospitare il Chievo domenica prossima, il Cagliari può continuare a coltivare sogni di Champions, non fosse altro che fino a Natale. Per contro, il risultato apre una voragine sotto i piedi della Lazio e in particolare di Mimmo Caso, che sembra avere le ore contate. Curiosamente esonerato a parole dal presidente del Cagliari Cellino, prima degli insoliti ma eloquenti silenzi del presidente biancoceleste Lotito. Caso paga un conto che viene da lontano (nove punti nelle ultime dieci partite). In realtà, almeno per quel che riguarda ieri, non c'è granché sul piano della gestione del match da imputare al tecnico, crocifisso dai fischi all'atto della sostituzione di Pandev, il migliore della Lazio, con Emanuele Filippini quando si era ancora sull'1-1. Il fatto è che Pandev, autore del gol dell'effimero vantaggio dopo pochi minuti e del tiro finito sul palo all'inizio della ripresa, dopo un'ora di gioco s'era fatto male, e il suo forfait è stato obbligato. La Lazio, che ha pagato assai cara l'assenza dello squalificato Di Canio, vera anima temperamentale della squadra, si è sciolta su quell'episodio e soprattutto su quello che lo ha preceduto, la giusta espulsione (12' s.t.) di Peruzzi.

Che aveva messo giù da ultimo uomo Esposito, lanciato da Zola solo soletto verso la porta, in un replay dell'azione che poco dopo la mezzora del primo tempo aveva consentito a Langella, imbeccato da Conti, di filare indisturbato verso l'1-1. Piuttosto che per il cambio Filippini-Pandev e per la decisione di togliere Muzzi per far entrare tra i pali Sereni, a Caso possono essere attribuite altre responsabilità: prendere l'1-1 in contropiede, perdere il portiere titolare e subire l'1-2 in inferiorità numerica più o meno con le stesse modalità (ma l'azione Zola-Langella-Esposito è stata bellissima) desta infatti un certo sconcerto. Come la decisione di utilizzare quale centrale difensivo, al fianco del povero Couto, l'impresentabile Lequi. I suoi incredibili errori (su un tentativo di autogol Peruzzi ha compiuto un mezzo miracolo), sommati alla fragilità difensiva degli esterni Oddo e Oscar Lopez, ha reso la Lazio vulnerabile oltre il limite della decenza. Il resto, in senso negativo, lo hanno fatto degli attaccanti troppo fuori condizione come Inzaghi e Muzzi, cui va aggiunto il piccolo mistero Cesar, ombra del protagonista oggetto del desiderio di Roberto Mancini. Una somma di motivi, che ha trasformato il teoricamente appetibile 4-4-2 di Caso in un troppo frequente 4-3-3 se non addirittura, tra un mancato rientro e l'altro, 4-2-4. Così da favorire le micidiali e rapide verticalizzazioni del Cagliari. Arrigoni lo ha proposto con un 4-3-3 di nome ma non di fatto, visto come Zola fa in realtà il finto centravanti, proponendosi molto più spesso come vertice avanzato del rombo di metà campo, nel quale Brambilla è il bravo dispensatore di geometrie davanti alla difesa e Conti (Abeijon squalificato) e Gobbi i suoi compari laterali.

Le finalizzazioni offensive sono così delegate, Suazo può attendere, a due velocisti come Langella e Esposito. Il primo ha devastato la Lazio più del secondo, in virtù di un maggiore peso atletico. Dal gol del pareggio all'assist del sorpasso. Quasi sullo stesso piano l'inossidabile Zola, autore del facile 3-1 dopo una penetrazione sulla sinistra stavolta di Gobbi. La Lazio, poco fortunata come sempre accade quando tutto gira male, ha cercato di rientrare in partita col rigore guadagnato da Inzaghi a forza di strattoni ricevuti e ricambiati con Maltagliati. La trasformazione di Oddo, che non lo assolve minimamente dalla propria pessima prova difensiva (Langella lo aveva già trafitto in Coppa Italia la settimana scorsa), è tuttavia arrivata quando ormai si giocava di fatto in nove contro undici, visto che proprio Emanuele Filippini (il sostituto di Pandev), azzoppatosi rimaneva in campo a onor di firma. Proprio per questo, la preoccupazione di Arrigoni, che ha via via sostituito Conti, Langella ed Esposito nei minuti finali, col risultato di arroccare la squadra davanti al portiere Katergiannakis, è sembrata eccessiva. Forse pesava il ricordo dell'Inter, fattasi sotto dall'1-3 al 3-3. Eppure quel giorno proprio la sostituzione di Langella (e Zola) mandò su tutte le furie Cellino. E non solo lui.


La Repubblica titola: "All'Olimpico Zola e compagni superano i biancocelesti per 3-2 approfittando di una espulsione di Peruzzi. Il Cagliari batte la Lazio e vola al quarto posto".

Continua il quotidiano: Arriva all'Olimpico la prima vittoria esterna in campionato del Cagliari. Sullo stesso terreno dove fu travolta dalla Roma, la squadra rossoblu batte la Lazio per 3-2 replicando così la vittoria (2-1) al Sant'Elia in Coppa Italia. Il Cagliari sale così a quota 19 punti in classifica, rimettendosi in corsa per una posizione che vale l'Europa mentre la Lazio, al suo terzo stop casalingo, resta a 16 lunghezze. Con Dabo e Di Canio squalificati e Giannichedda, Negro, Siviglia, Zauri e anche Rocchi indisponibili, Caso deve ritoccare ancora una volta l'impianto di gioco. Lequi vince il ballottaggio in difesa con Talamonti, Emanuele Filippini va in panchina per dar spazio, a centrocampo, a Muzzi, l'eventuale terza punta pronta ad affiancarsi alle due di ruolo, Inzaghi e Pandev. Assenze importanti anche per Arrigoni: Suazo (con Sabato) è ancora in infermeria, Abeijon è squalificato. Rispetto all'incontro di Coppa Italia con i biancazzurri, rientrano Lopez ed Esposito, con l'azzurro che forma il tridente in compagnia di Zola e Langella. E' la Lazio a fare subito la partita e ad andare in gol alla prima occasione creata: all'8', direttamente da corner, Couto stacca di prepotenza, Katergiannakis fa quel che può ma deve arrendersi al tocco di Pandev, che festeggia con troppo entusiasmo la sua prima rete in campionato tanto da rimendiare un giallo. Il Cagliari accusa il colpo ed i biancocelesti continuano a premere senza però trovare il colpo del ko.

Peruzzi, al 18', si scalda su una punizione dalla distanza di Langella, il suo collega rossoblu deve uscire col corpo su Pandev e coi piedi su Inzaghi. All'undici di casa manca però la spinta di Cesar, in ombra, e di Oddo, protagonista suo malgrado del pareggio dei sardi, che arriva, inatteso, al 34'. Il lancio di Conti trova in bambola il difensore azzurro, che lascia andar via, sul filo del fuorigioco, Langella, bravo ad andarsene e a battere Peruzzi in mezzo alle gambe. Riparte convinta la Lazio, nella ripresa, con il solito Pandev a creare scompiglio: dopo una manciata di secondi chiede invano un rigore per una spinta in area, al 4' manda il suo velenoso sinistro a stamparsi sul palo. La frittata, però, la combina Peruzzi al 12': l'ex bianconero, per frenare l'avanzata solitaria di Esposito lo atterra fuori area. Espulsione sacrosanta, Sereni entra per Muzzi e, in inferiorità numerica, la Lazio crolla. Caso si becca i fischi dell'Olimpico mandando dentro Emanuele Filippini per lo zoppicante Pandev, preludio involontario del vantaggio rossoblu. Che arriva al 20': Zola invita alla sgroppata Langella (e Oddo è ancora in ritardo) e Esposito, su preciso invito, infila al volo il 2-1.

Non è finita, perché il Cagliari, al 26', fissa il punteggio sul 3-1: c'è sempre lo zampino di Langella e della difesa di casa, Zola si ritrova tutto solo al centro dell'area e non ha problemi a scoccare il suo sinistro. La partita vive una ultima fiammata al 35', quando Maltagliati atterra in area Inzaghi. Per Ayroldi è penalty (ma avrebbe dovuto sventolare il rosso al centrale isolano) e Oddo, dal dischetto, attenua almeno in parte la sua giornataccia. Ci sarebbe anche il tempo, per la Lazio, di organizzare l'assalto, ma l'uomo in meno (due, visto che nel finale si fa male anche Emanuele Filippini) si fa sentire.