Domenica 7 marzo 1999 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Salernitana 6-1

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7 marzo 1999 Campionato di Serie A 1998/99 - XXIV giornata

LAZIO: Marchegiani, Negro (63' Lombardo), Nesta, Mihajlovic, Pancaro, Sergio Conceicao, R.Mancini (84' Gottardi), Fernando Couto, Nedved, Vieri (70' Baronio), Salas. A disp. Ballotta, Crovari, Lombardi, Okon. All. Spinosi - DT Eriksson.

SALERNITANA: Ivan, Bolic (63' Tosto), Fresi, Fusco, Del Grosso, Rossi (78' Tedesco), Breda, Gattuso, Kolousek, Vannucchi (63' Di Michele), Di Vaio. A disp. Balli, Monaco, Bernardini, Belmonte. All. Rossi.

Arbitro: Bolognino (Milano).

Marcatori: 31' Vannucchi, 44' Negro, 51' Vieri, 60' Salas, 69' Salas, 82' Fresi (aut), 90' Nesta.

Note: giornata parzialmente nuvolosa, terreno in buone condizioni. Ammonito Mihajlovic per proteste. Calci d'angolo: 10-4 per la Lazio.

Spettatori: 52.625 per un incasso di 1.788.793.112 lire (abbonati 34358 per una quota di 1.108.043.112 lire, paganti 18.267 per 672.750.000 lire).

Alcune reti dell'incontro
Mancini in azione
La gioia di Vieri dopo la rete
Salas dopo aver segnato

Marcia trionfale Lazio. Anche se la vittoria più rotonda arriva per vie tortuose e dopo un primo tempo da brividi, in cui la Salernitana è a un solo metro dal trovarsi sul 2-0. Finisce 6-1, e non è un'esagerazione se si va a guardare all'irresistibile secondo tempo dei biancocelesti. E' la seconda volta, da quando la squadra di Eriksson ha ingranato la serie-scudetto (siamo a quota 14 risultati utili con due soli pareggi) che una provinciale tenta all'Olimpico di metterle i bastoni tra le ruote. Capitò al Piacenza, che riuscì ad acciuffare l'1-1 dopo un'ora, finendo poi sommerso (4-1). Ora la replica, con la Salernitana addirittura in vantaggio e vicina al raddoppio prima del pari rimediato sul finire del primo tempo. E col diluvio di gol, pali e occasioni della ripresa. Questo per dire che, sia pure alle prese con un certo appannamento fisico, la Lazio c'è mentalmente e mostra di sapersi sempre tirare fuori da ogni complicazione non solo grazie ai colpi dei suoi straordinari solisti, ma anche in virtù di una compattezza morale del gruppo, che passa dai gesti di Mancini a quelli di Nesta, Vieri e Salas. La Salernitana ha creato qualche impaccio finché è stata cortissima e ha avuto fiato per portare il pressing. 45' di problemi aggravati dalle assenze di Almeyda (soprattutto) e Stankovic, che avevano costretto Eriksson a ricorrere a una coppia di centrali di metà campo inedita. Beninteso, Couto, già apprezzato nel ruolo nella scampagnata di giovedì ad Atene, ha disputato una buona partita al pari di Mancini e i due sono anche piuttosto complementari, ma sempre di "lenti a contatto" si tratta, e se gli avversari ti alitano addosso, cavarsela diventa più difficile. E' stato a lungo così, molto bravi in questo Gattuso, Kolousek e quel Vannucchi messo dietro Di Vaio, a metà strada tra centrocampo e attacco. Pochi rifornimenti a Salas e Vieri, Conceicao fuori partita, Nedved tardo ad entrarci, gli uomini di Delio Rossi bravi a non commettere falli e dunque a non innescare Mihajlovic. Conseguenziale che da questo cocktail finissero con l'uscire scarne occasioni della Lazio, con Salas e Nedved un po' distratti, e il meno prevedibile il gol di Vannucchi (30'), che approfittava d'una punizione laterale di Kolousek e delle incertezze a catena di Couto, Mihajlovic e forse anche Marchegiani. Su questa rete la Lazio è andata letteralmente in tilt per dieci minuti, nei quali il pur brillante Di Vaio si è fatto ipnotizzare dall'amico Nesta e Negro a porta vuota ha tolto dai piedi di Marco Rossi la palla dello 0-2. Il pari è arrivato psicologicamente prezioso prima dello scadere del tempo con Negro decisivo per la seconda volta in pochi minuti nel sospingere in rete la punizione (prima in assoluto della partita, terzo fallo della Salernitana in 43') calciata con abituale maestria da Mihajlovic. Eriksson deve avere annusato la situazione e dagli spogliatoi è uscita una Lazio trasformata. Feroce, concentrata e determinatissima nei suoi due straordinari attaccanti. Per la Salernitana è stata assai presto notte, anche se le proteste sul gol del 2-1, Vieri che corregge in porta il controcross di Pancaro, ma dopo avere affossato Bolic sul cross di Conceicao, sono ben motivate. Va peraltro aggiunto che sullo 0-1 Bolognino non ha visto Bolic addomesticare in area con la mano una respinta difettosa di Ivan. Una volta in svantaggio, la Salernitana, che ha un reparto difensivo inadeguato a una corsa-salvezza a cominciare dal troppo molle Fresi, si è sgretolata sotto i colpi di Salas. Due reti in otto minuti al termine delle azioni più belle, geometrie verticali con dentro Nedved - Mancini -Pancaro-Vieri prima e Conceicao poi e col fuoriclasse cileno bravissimo a ispirare e farsi successivamente trovare per le conclusioni sottomisura solo apparentemente facili. Tra l'uno e l'altro gol, Rossi ha mosso la panchina peggiorando le cose (Di Michele per Vannucchi, Tosto per Bolic) ed Eriksson ha supplito al nuovo incidente muscolare di Negro inventando Lombardo terzino destro e poi restituendo Mancini al ruolo di punta con relative delizie dilapidate dal prodigo Salas. Sostituito Vieri con Baronio è stato proprio questi, con la decisiva complicità di Fresi a fare cinquina. A chiudere il conto, il festeggiatissimo primo gol in campionato di Nesta. Contava di più quello del 3-1 al Milan, che valse la Coppa Italia '98. Ma questo profuma di scudetto.

Fonte: Gazzetta dello Sport