Domenica 9 settembre 1973 - Roma, stadio Olimpico - Roma-Lazio 0-0

Da LazioWiki.

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9 settembre 1973 - 1778. Coppa Italia 1973/74 - Girone 2 - III giornata

ROMA: Ginulfi, Morini G., Peccenini, Rocca, Batistoni (84' Bertini G.), Santarini, Domenghini, Di Bartolomei, Cappellini, Cordova (46' Spadoni), Prati. A disp. P.Conti, Bertini, Liguori, Selvaggi. All. Scopigno.

LAZIO: Pulici F., Petrelli, Martini L., Wilson, Oddi, Nanni, Garlaschelli, Re Cecconi, Chinaglia, Frustalupi, Manservisi. A disp. Moriggi, Labrocca, Inselvini, Mazzola (II), D'Amico. All. Maestrelli.

Arbitro: sig. Gussoni di Tradate.

Note: serata calda e umida, terreno in perfette condizioni, illuminazione insufficiente. Espulso Domenghini al 65' per fallo di reazione su Wilson. Angoli 6-2 per la Roma. Una grande ovazione si è levata da tutto lo stadio quando sul tabellone luminoso è apparsa la notizia della vittoria di Novella Calligaris ai mondiali di nuoto di Belgrado con record del mondo.

Spettatori: 85.000 circa (ben oltre il limite massimo dell'Olimpico), di cui 73.521 paganti, per un incasso di £. 245.400.000.

La prima pagina del Corriere dello Sport
L'articolo della Gazzetta dello Sport
In prima pagina su Il Messaggero
Il biglietto della gara
Stretta di mano tra Cappellini e Chinaglia
dalla rivista Giallorossi
Cordova e Wilson negli spogliatoi
da Momento Sera
I due capitani, Cordova e Wilson, al centro del campo
dalla rivista Giallorossi
Wilson e Cordova si scambiano i gagliardetti
Un tentativo di Prati
Oddi si lamenta coi compagni di reparto
Pulici si oppone a Prati
dal Corriere dello Sport
Chinaglia prova a scardinare la difesa romanista
da Paese Sera
Occasione per Prati...
da Momento Sera
... ma Re Cecconi salva sulla linea
da Momento Sera
La difesa romanista sventa un'incursione di Garlaschelli
da Momento Sera
Domenghini, espulso per fallo di reazione su Wilson
dal Corriere dello Sport
Affondo di Prati, tallonato da Wilson
da Momento Sera
Felice Pulici padrone della propria area
da Momento Sera
Acrobatica rovesciata di Chinaglia
da Momento Sera
Prati a terra dopo uno scontro con Pulici
dalla rivista Giallorossi
Tentativo di Chinaglia, contrastato da Batistoni
dalla rivista Giallorossi
Wilson contrasta il tentativo di Prati
dalla rivista Giallorossi
Oddi, con uno stacco aereo, anticipa Cappellini
dalla rivista Giallorossi
Il terzino romanista Rocca
dalla rivista Giallorossi
Problemi fisici per il portiere romanista Ginulfi
dal Corriere dello Sport
Ginulfi esce dal campo dolorante
dalla rivista Giallorossi
Chinaglia e Maestrelli al termine della partita
dalla rivista Giallorossi
L'attaccante giallorosso Prati esce dal campo
dalla rivista Giallorossi
Re Cecconi e Rocca familiarizzano dopo la battaglia
da Momento Sera
Stretta di mano finale tra Maestrelli e Scopigno
dal Corriere dello Sport
I dati di dettaglio dell'incasso
dal Corriere dello Sport
La classifica del girone di Coppa Italia
dal Corriere dello Sport

La Coppa Italia vede subito di fronte le due squadre romane per un derby che può valere la qualificazione al turno successivo. Per l'occasione Maestrelli schiera la migliore formazione. I giallorossi, memori delle due sconfitte subite nella passata stagione, schierano una formazione più guardinga, ma non troppo.

C'è il pubblico delle grandi occasioni, e viene stracciato il record d'incassi per una partita di Coppa Italia. La Lazio parte subito in avanti ed è Re Cecconi a servire con un cross sulla destra Garlaschelli, che però riesce a solo a sfiorare di testa una facile occasione da distanza ravvicinata. La palla giunge poi a Martini che controcrossa per Chinaglia, che di testa manda abbondantemente fuori. Risponde la Roma con Domenghini che crossa in area, ma Oddi anticipa tutti e manda fuori area la palla.

E' ancora la Lazio a rendersi pericolosa con una sforbiciata di Chinaglia su cross dalla destra, che finisce a un metro dal palo sinistro di Ginulfi. La Roma ha però la grande occasione per passare in vantaggio. Un tiro violento di Domenghini non viene trattenuto da Pulici; la palla arriva a Cappellini che spara di poco sopra la traversa, tra le imprecazioni del pubblico giallorosso.

La partita è aperta e godibile, con le squadre che si affrontano a viso aperto. Una punizione di Chinaglia dal limite finisce sulla barriera. Sulla respinta la palla giunge a Re Cecconi che crossa per l'onnipresente Long John che di testa spedisce tra le braccia di Ginulfi ben piazzato. La Roma non sta a guardare e attacca con Prati ben controllato da Petrelli. Sul contropiede biancazzurro è Martini a sfiorare la rete dopo un rimpallo in area giallorossa. Il suo tiro finisce di un soffio sul lato.

Verso la fine del primo tempo, è la Roma a sfiorare il vantaggio: su calcio d'angolo la palla giunge a Prati che sbilanciato tira debolmente, superando però Pulici. Re Cecconi sulla linea spazza via la minaccia salvando il risultato.

La prima parte dell'incontro si conclude con una splendida parata di Pulici su un tiro da lontano, che riesce ad alzare sopra la traversa.

La ripresa inizia con i biancazzurri in avanti, con ottime triangolazioni che mandano in affanno i difensori giallorossi.

Una punizione di Chinaglia finisce sulla barriera e per poco non scatena il contropiede giallorosso. E' la volta di Garlaschelli, che, entrato in area, tira su Ginulfi in disperata uscita. Sul rimpallo, la palla è toccata da Manservisi, ma l'estremo difensore riesce a bloccare. La Lazio affonda e cerca di sbloccare la gara. Manservisi crossa al centro, dove Batistoni, nel tentativo di contrastare Chinaglia, per poco non segna un'autorete.

In un'azione giallorossa, Domenghini, esasperato dalla marcatura di Wilson, reagisce a un fallo sferrando un violento pugno che stende il libero biancazzurro. L'arbitro Gussoni lo espelle immediatamente lasciando i giallorossi in 10. La punizione viene ribattuta dalla barriera laziale.

La partita s'incattivisce e sono numerose le punizioni fischiate dal giudice di gara. Verso la fine della gara è Frustalupi, con un violento tiro da fuori area, ad impegnare in due tempi Ginulfi. Poi è Martini di testa, dopo una furibonda mischia in area, a impensierire non più di tanto il portiere giallorosso.

La gara finisce qui, con un pareggio che va stretto ai biancazzurri, dopo una gara frizzante e piacevole.


► Il Corriere dello Sport in prima pagina “Un derby vinto dal pubblico e perduto solo da Domenghini – 225 milioni di incasso (nuovo record assoluto della Coppa) e 90.000 spettatori all’Olimpico per un combattuto 0-0”. Nell’articolo di cronaca: “Petrelli su Prati una mossa riuscita”.

Olimpico gremito per il primo derby della stagione. Sono tre anni che la Roma non riesce a battere la Lazio, ma i due gol di Prati contro il Milan nell’amichevole di mercoledì hanno riacceso le speranze e gli entusiasmi dei tifosi romanisti. Bandiere giallorosse un po’ dappertutto nell’ultimo affollatissimo tratto prima di arrivare allo stadio.

Specie dopo il tempestoso pareggio casalingo del Brescia contro il Varese, Roma-Lazio è diventata anche una partita decisiva o quasi per il primato del girone e la conseguente qualificazione per i quarti di finale della Coppa Italia. È vero che tanto Maestrelli quanto Scopigno hanno detto chiaro e tondo che a loro interessa soprattutto, per non dire soltanto, il campionato e manca poco meno di un mese al 7 ottobre, data di inizio; è anche esatto però che la Coppa Italia può valere incassi vistosi e addirittura anche un posto nella prossima Coppa delle Coppe e specie per la Roma potrebbe anche diventare il maggior obiettivo della stagione, dato che la Lazio ha invece già in programma e in calendario la Coppa UEFA.

La Roma presenta l'identica formazione di mercoledì con l'unica variante prevista di Ginulfi che riprende il suo posto in porta. Conti è in panchina con il n. 12, ma Scopigno è rimasto talmente soddisfatto l'altro giorno che sicuramente rivedremo presto l'ex aretino tra i titolari. Oltre alla retroguardia, sono stati confermati in blocco anche tutti gli altri protagonisti del primo tempo contro il Milan, compreso il giovane Rocca mediano e la coppia di mezze ali Di Bartolomei-Cordova. Cordova è andato molto meglio di quanto Scopigno stesso non avesse immaginato e previsto contro il Milan e perciò si spera che possa ormai progredire di partita in partita. Di Bartolomei ha mostrato tali qualità da convincere Scopigno ad insistere per consentirgli di fare mestiere ed esperienza: il ragazzo ha 18 anni e, cosi come si è affacciato alla ribalta, può essere considerato una fulgida promessa, uno dei più classici prodotti di tutti i tempi del vivaio romanista.

Poi c'è Prati, chiamato a confermare che i due gol e la spettacolosa esibizione di mercoledì non sono occasionali e irripetibile frutto di tutta la rabbia da sfogare contro il Milan e contro il presidente Buticchi, bensì la più clamorosa e gradita conferma di un ritrovato stato di grazia.

Nella Lazio, purtroppo, non c'è Facco che avrebbe dovuto marcare proprio Prati. Dopo aver sfogliato la margherita fino all'ultimo momento, Maestrelli ha deciso di mondare in campo Petrelli, a sorpresa, invece del ventiduenne esordiente ex casertano Labrocca. Gli altri dieci laziali sono gli stessi della formazione-tipo dell'anno scorso, dal n.1 Pulici al n. 11 Manservisi.

Il colpo d'occhio è stupendo, degno di una finale di Coppa dei Campioni, non di un semplice match di Coppa Italia. Un grande applauso accoglie la notizia della splendida vittoria e del record mondiale di Novella Calligaris.

Marcature previste: Morini - Manservisi, Batistoni – Chinaglia, Peccenini - Garlaschelli da una parte; Petrelli – Prati, Oddi - Cappellini, Martini - Domenghini l'altra: a centrocampo Rocca - Nanni, Di Bartolomei - Re Cecconi e naturalmente CordovaFrustalupi.

Parte di slancio la Lazio e per 5' buoni attacca a tutto spiano, sottoponendo la retroguardia romanista ad un severo lavoro. Ci prova Frustalupi da lontano, senza fortuna al 3'. Replica la Roma con un duetto Rocca-Domenghini, ben controllato da Pulici ai 5'. Un calcio d'angolo per la Roma al 6'. Felice iniziativa di Frustalupi, cross, mezza rovesciata di Chinaglia bella ma fuori bersaglio all’11’. Di Bartolomei porge a Domenghini che si libera di Martini e piazza una gran botta improvvisa al 13': Pulici respinge a terra come può. Cappellini anticipa tutti ma non riesce ad approfittare dell’invitante occasione.

Spopola il giovane Rocca, in questo inizio vibrante, e presto la Roma riesce a capovolgere la preoccupante situazione iniziale e ad assumere spesso anche l'iniziativa. Secondo calcio d'angolo per la Roma al 16' per interrompere un altro “affondo” di Rocca. Punizione da lontano per fallo di Peccenini su Garlaschelli al 19': il tiro violento di Chinaglia rimbalza sulla barriera. Lungo cross di Oddi, testa di Chinaglia, comoda parata di Ginulfi al 21'. Pulici blocca un calcio d'angolo diretto di Domenghini al 28'. Martini scende sulla destra e lavora una palla preziosa per Garlaschelli al 29’: Ginulfi non si lascia sorprendere. Ancora un prepotente “assolo” di Martini che scavalca Santarini e attraversa tutto lo specchio dalla porta con un insidioso rasoterra al 31': il moto perpetuo invoca anche il calcio di rigore per un fallo di mano del libero romanista quasi sicuramente involontario, ma l'arbitro lascia correre. Bel dialogo Nanni-Re Cecconi che però sfuma in extremis al momento giusto al 33'.

Il gioco della Lazio è più ordinato secondo i tradizionali schemi già conosciuti e che hanno portato la squadra di Maestrelli al vertice dei valori calcistici nazionali: le repliche della Roma sono in prevalenza frutto di improvvisazione, perché a centro campo c'è Cordova che marcia a passo ridotto e Di Bartolomei è in grave difficoltà contro Re Cecconi. Calcio d'angolo per la Roma, il quarto, al 37'. Lo batte alla perfezione Di Bartolomei, lo corregge di testa Cappellini per Prati ma Re Cecconi rimedia provvidenzialmente per Pulici già in crisi. Ancora un'idea di Frustalupi al 40' ed un tiro fuori di poco. Ancora due angoli consecutivi, il quinto ed il sesto (zero per la Lazio) per la Roma dal 40' al 41'. Cordova si destreggia e poi fa partire un gran tiro da una trentina di metri che costringe Pulici a salvarsi alzando la palla oltre la traversa.

Il primo tempo finisce 0-0 ed è un risultato giusto: il gioco è stato abbastanza equilibrato, forse le migliori occasioni le ha avute la Roma, ma nel complesso on si può dire che la Lazio sia mai stata in stato di inferiorità.

Entra Spadoni al posto di Cordova all'inizio del secondo tempo. Attacca ancora la Lazio per cinque minuti buoni, poi giusto al 6' Prati galoppa da un capo all'altro del campo su un disimpegno della difesa romanista, ma al momento buono si allarga troppo e non indovina nemmeno il servizio per Cappellini. Una svista di Morini provoca un pasticcio sotto la porta di Ginulfi ma il tiro di Manservisi finisce fra le braccia del portiere della Roma al 9'. Un altro malinteso tra Ginulfi e Batistoni fa venire i brividi ai tifosi romanisti appena un minuto dopo. Una bella parata di Pulici su angolatissimo tiro di Prati al 14'.

La manovra della Lazio è più insistente ma i contrattacchi della Roma sono sempre più pericolosi. Facile intervento di Pulici su Prati al 16'. Fallo di Wilson, eccessiva reazione di Domenghini: l'arbitro ammonisce il romanista che però poco dopo si scaglia ancora contro Wilson e costringe l'arbitro ad espellerlo. È il 20'.

Ginulfi para in due tempi un tiro improvviso di Frustalupi al 25’. Il pubblico, in gran maggioranza romanista, fischia; la partita si accende. L'handicap della mancanza di Domenghini, forse il migliore fino al momento dell'espulsione insieme al giovane ed inesauribile Rocca, si fa sentire. Cross di Rocca, girata al volo di Cappellini alta al 29'.

La Roma gioca sempre più raccolta, il pareggio comincia a diventare un risultato prezioso. Anche Cappellini retroceda spesso ed all'attacco resta soltanto Prati. Ma anche la Lazio arranca in affannoso forcig. Al 39' entra Bertini al posto di Batistoni. Al 40' mischia in area della Roma: conclude Martini di testa, ma centrale; Ginulfi para senza difficoltà.

Fiacchi e poco convinti gli attacchi finali della Lazio. È cosi 0 a 0 fino in fondo e finisce per guadagnarci la Roma, che forse con Domenghini in campo anche negli ultimi 25 minuti si sarebbe resa molto più pericolosa, ma che dopo l'espulsione dell'ex cagliaritano avrebbe potuto anche crollare e naufragare. L'imminente pericolo. invece, ha moltiplicato l'ardore e l'impegno dei dieci giallorossi superstiti, a garanzia dalla forza morale, dell’orgoglio, del ritrovato spirito di sacrificio della squadra.

È stato significativo, soprattutto, il fatto che l'alfiere della nuova Roma, il n. 1 in campo, sia stato uno dei giovani del vivaio, quel Rocca, diciannovenne, che già nelle partite precedenti aveva mostrato grinta, personalità, capacità e varietà di gioco per imporsi a qualunque livello, ma che da ieri sera può e deve essere considerato uno dei punti di maggior forza della squadra. L'altro giovanissimo, DI Bartolomei, diciottenne. un anno meno di Rocca ed un ruolo addirittura di superiore responsabilità, specie con il Cordova non ancora al 100 per 100 di questi tempi, ha dovuto sopportare invece una partita tremenda, sulle orme di Re Cecconi, ed è stato già importante che sia riuscito a battersi fino in fondo con coraggio e dignità, senza ricorrere a deleterie scorrettezze. Non sappiamo quali traguardi potrà raggiungere Di Bartolomei: ma il Roma-Milan di mercoledì ed il Roma-Lazio di ieri sera sono state le tappe indiscutibilmente più importanti della sua ancor verde carriera.

Purtroppo, la bella serata della Roma è stata macchiata dall'assurdo gesto di Domenghini, solo parzialmente giustificabile con il nervosismo dal giocatore per le gravi condizioni del padre. Domenghini stava disputando una magnifica partita e con il suo deplorevole comportamento non solo ha messo in pericolo il derby, ma quasi sicuramente ha privato la Roma del suo apporto prezioso per una o due delle prossime giornate che dovranno decidere la sorte dei gironi di qualificazione di Coppa Italia.

Adesso la situazione è questa: il Brescia ha 4 punti, la Lazio ha 3 punti, la Roma ha due punti, ma Brescia e Lazio hanno giocato una partita in più e per il Brescia c'è in programma per domenica prossima la trasferta dell'Olimpico appunto contro la Roma.

La Lazio ha avvertito molto più della Roma la responsabilità del derby. Dopo il campionato dell'anno scorso la Lazio aveva soprattutto da perdere ed è stato Maestrelli il primo a preoccuparsi di rischiare il meno possibile quando ha deciso di mandare in campo al posto di Facco l'anziano Petrelli invece del giovane esordiente Labrocca. Petrelli ha fatto in pieno il suo dovere e non sono state molte le palle buone che Prati ha potuto giocare. La maggiore difficoltà della Lazio, logicamente ancora in netto ritardo rispetto al suo migliore standard, è stata quella di indovinare il filo giusto del suo vecchio gioco, con un Nanni così giù di tono ed un Frustalupi e un Re Cecconi già eccellenti, senz'altro superiori agli avversari diretti, ma non ancora perfettamente calibrati.

Anche Chinaglia ha faticato più del previsto a farsi luce e Garlaschelli ha incontrato in Peccenini un custode arcigno. Oddi e Martini sono stati, al tirar delle somme, i più in gamba. Ma c’è da considerare che dopo l’immeritata sconfitta di Brescia la Lazio aveva già praticamente rinunciato alla Coppa Italia (meglio il campionato, meglio la Coppa UEFA...) e solo perché è stata sollecitata dal derby ha dovuto spingere più del normale e del necessario da una domenica all'altra. La Lazio ha un programma preciso da rispettare, insomma, e quella di ieri sera non era fra le sue scadenze più importanti.

Sensazionale addirittura l’incasso, 225.489.000 lire, eccezionale lo spettacolo offerto dal pubblico. Pretendiamo troppo nel chiedere una migliore sorveglianza nelle strade di accesso all'Olimpico, ed in particolare nel Viale dei Gladiatori, buio da non vederci, e soprattutto un’immediata revisione dell'impianto di Illuminazione? Milano, Torino e Firenze hanno giù rinnovato le attrezzature, adeguandola a quelle dei migliori stadi americani di baseball: all'Olimpico sembra ancora di essere in una strada di campagna.

► La Gazzetta dello Sport titola: “Chinaglia – Prati duello senza gol – Derby nervosissimo con Domenghini espulso”.

Roma - Ottantamila spettatori - per un incasso record di oltre duecentoventicinque milioni - hanno visto un discreto calcio per circa un'ora e poi, dopo l'espulsione giusta di Domenghini, una lunga serie di scorrettezze che non sono sfociate nel fattaccio (e nel gol decisivo) perché ormai la stanchezza non consentiva più a nessuno un minimo di reazione produttiva. Un vero peccato che tutto si sia risolto in un football concitato, senza idee, non certo degno di due squadre che pur rincorrono una dignitosa quotazione.

Questo primo confronto stagionale fra le due formazioni romane non si poteva in nulla confrontare con i precedenti delle passate annate, ma offriva motivi di studio e di controllo di compiessi sotto un certo profilo inediti. La Roma perché rinnovatissima in avanti ed a centrocampo (con i nuovi, collaudati Domenghini e Prati e con i giovanissimi Rocca e Di Bartolomei) mentre la Lazio, pur essendo inalterata nel suoi componenti, è chiamata a dire, soprattutto in campionato, se lo scorso torneo fu la somma di circostanze favorevoli, oppure la realizzazione di un gioco di squadra capace di durare negli anni (e c'è da dire che se ci trovassimo o questa seconda eventualità, si dovrebbe dar colpa ai dirigenti laziali di non aver voluto rinforzare una formazione che per un anno aveva corso in testa un campionato difficile come il nostro).

Questa sera, Roma e Lazio come prima cosa, hanno dimostrato di essere ancora indietro in fatto di preparazione come dimostrano le scorrettezze dovute più che ad altro a decisivi ritardi negli interventi. Forse il solo Domenghini, pure impiegato troppo a lungo lontano dalla rete avversaria, è apparso già sufficientemente a posto; Re Cecconi è avviato bene. i difensori delle due parti sono troppo condizionati da centrocampi eccessivamente affollati per potersi fare vedere anche in fase di costruzione.

Nel primo tempo, la Lazio ha attaccato di più, ma le due migliori occasioni le ha avute la Roma. Fra i giallorossi c'è la necessità di inserire compiutamente i giovani Rocca e Di Bartolomei che occupano ruoli troppo importanti per essere già adesso esponenti del gioco nuovo che la squadra dovrà pur assumere dopo la sconcertante passata stagione. Perché non si possono sostituire due centrocampisti con elementi inesperti, con a fianco uomini pratici di tutto, senza che sovente si avvertano battute di arresto pericolose proprio nella zona che tutti gli avversari (e non solo la Lazio) occupano con intenzioni esclusivamente offensive. La stessa posizione eccessivamente arretrata di Domenghini sta a significare che tra i giallorossi si guarda con fiducia moderata all’impiego dei giovani come è giusto. Ora sta a vedere se le esigenze del campionato imporranno un diverso indirizzo. Nella squadra un gioco si intravvede e si è in attesa dei gol di Prati che stasera è apparso sempre incapace di smarcarsi confermando la sua scarsa capacità di giocare senza palla: come e dove servirlo allora?

Nella Lazio l'abitudine contratta lo scorso anno di produrre un buon calcio è rimasta in molti, forse accentuata senza grossi risultati pratici dai frequenti avanzamenti dei difensori che a campionato avviato potrebbero rivelarsi molto pericolosi. Resta, a nostro avviso, nella squadra biancazzurra la grande difficoltà di raccogliere il premio di un gol per il superlavoro che svolge con ammirevole continuità. La scarsa abilità nel tiro a rete c'è ancora. Né l'estate ha consigliato a Chinaglia un differente modo di offrirsi agli avanzamenti dei suoi compagni: invece di impegnarsi in tempestivi spostamenti sulle fasce laterali per consentire inserimenti al centro dei suoi ed essere a sua volta perennemente a contatto con la porta avversaria, Chinaglia ritiene più opportuno entrare nella manovra della sua squadra retrocedendo verso il centrocampo, ponendo in tal modo eccessiva distanza fra sé ed il portiere da battere ed obbligando i suoi compagni e giungere in zona di tiro ormai stremati. E la traballante difesa della Roma ha sfruttato fino in fondo questo difetto biancazzurro, soprattutto nella ripresa quando di fronte a Ginulfi le occasioni si sono presentate numerosissime.

A circa metà della ripresa, una partita che era stata caratterizzata da un acceso tono agonistico, ma sostanzialmente corretta, riceveva un colpo decisivo da un'inammissibile intemperanza di Domenghini che colpiva due volte Wilson a conclusione di una normale azione di gioco. La logica espulsione vedeva l'uscita del giocatore migliore ed un accendersi di animi, anche in tribuna, non propriamente edificante. C’era un generale prodigarsi in giocatori non ancora in grado di sopportare tanta fatica: continue scorrettezze, con la Roma raccolta in difesa e la Lazio che premeva male ed incapace di attaccare sui lati, perché intenzionata soltanto a passare sul centro. E, come sempre accade in questi casi, erano le puntate in contropiede della Roma ad andare più vicino al gol.

Risultato certamente esatto perché uno zero a zero fra due squadre chiaramente incerte in difesa, è punteggio che suona a condanna soprattutto per i dieci attaccanti. L'avvio è tutto per la Lazio ma la prima palla-gol la costruisce al 15' la Roma: Domenghini, da oltre venti metri, impegna duramente Pulici, ma Cappellini sbaglia la ribattuta. 29': Frustalupi a Martini, perfetto cross per Garlaschelli che però si vede parato il giro da Ginulfi. 31': Re Cecconi-Garlaschelli-Martini: il difensore si trova solo in area, ma sbaglia malamente la conclusione. 40': da calcio d'angolo, Prati viene raggiunto dal passaggio del compagno ma indugia troppo fino a quando Petrelli e Pulici lo travolgono. Salva Re Cecconi sulla linea. 42’: Cordova fa tutto da solo e il suo tiro spettacoloso è magnificamente deviato in angolo da Pulici.

Ripresa: 10’: Ginulfi esce a vuoto su un cross di Martini dalla destra a Garlaschelli, ostacolato da Morini, manca la deviazione. 11': subito dopo Ginulfi esce malamente su un cross di Manservisi in mischia e Santarini libera. 15': bella azione di Prati (la prima e l'unica della serata) che infila tre avversari ma li suo passaggio a rientrare non è raccolto da nessuno.

Il Messaggero titola: “Un derby di fuoco”. “Solita Lazio, Roma diversa” nella cronaca della partita.

Dopo tre successi consecutivi della Lazio, nessun vincitore e nessun vinto ieri sera nel derby. Come dire che il risultato, se ha accontentato i tiepidi, gli spettatori che vanno allo stadio con un certo distacco, ha scontentato gli ultras, sia quelli di parte romanista, sia quelli di parte laziale. Per noi il derby si è concluso nella maniera più logica, più giusta, più aderente ai valori in campo perché, se la Lazio ha giocato un pochino di più della Roma, la Roma ha giocato un pochino meglio, soprattutto nel senso dell'ordine, tanto è vero che sue sono state le più pericolose azioni da gol, tanto è vero che una volta costretta a giocare in dieci, per l'espulsione di Domenghini, la squadra di Scopigno ha saputo rendere vano il forcing della Lazio.

Non disturba questo zero a zero. Non disturba soprattutto perché le squadre, abbandonando ogni alchimia tattica, hanno cercato di superarsi nel gioco e nella manovra. Non ci sono riuscite e forse la cosa deve attribuirsi ai difetti di impostazione, di tenuta atletica che si sono evidenziati unitamente ai non pochi pregi sia sul piano individuale che su quello collettivo, ma una cosa va detta e cioè che Roma e Lazio si sono battute con moltissimo impegno, con la cattiveria, che sta attaccata al derby come l'aquilone al filo e, in definitiva, hanno anche onorato il calcio e lo spettacolo.

Ha giocato un pochino di più la Lazio, abbiamo detto. Ecco, il di più sta nel maggior volume di gioco, in una certa continuità della manovra, che ha costretto la Roma a prendere contromisure prudenziali, e sull'avvio davvero frenetico imposto dai biancazzurri, e nella fase finale della gara quando, come abbiamo già riferito, Domenghini ha dovuto abbandonare il campo, mentre alla fine della partita mancavano ancora ventisette minuti. È servito però a poco questo maggior volume di gioco, anzi a ben poco se il risultato di parità porterà la squadra a temere fino all'ultimo minuto la qualificazione alla fase finale della Coppa Italia, il tetto essendo fissato a cinque punti.

Il fatto è che ieri sera la squadra nel recitare il solito copione del gioco a tutto campo, mentre ha potuto contare su un'organizzazione difensiva apprezzabile al punto da non denunciare l'assenza di un Facco degnamente sostituito da Petrelli nella guardia a Prati, ha invece ovulo cattivi interpreti o quanto meno attori condizionati dalla recitazione della compagnia di fronte. Prendete Chinaglia e Batistoni. Ha giocato male il primo, oppure è stato superbo il secondo? Un po' e un po', anche se personalmente pensiamo di assegnare molte note di merito al secondo. E Nanni e Rocca? Diciamo che Nanni, ancora in ritardo, si è visto poco e che Rocca invece ha illuminato la scena di luce propria, per risultare il migliore in campo in senso assoluto. Nella considerazione poi che l'azione di Re Cecconi si è sviluppata in crescendo, da una base di avvio appena al limite della sufficienza, la conclusione non può essere che questa: la Lazio ha cercato di sviluppare il suo solito modulo, ma non ha potuto farlo.

Costretta a portare palla, appunto perché a Frustalupi mancavano i soliti punti di appoggio, nonostante la vitalità del solito Martini, la Lazio avrebbe potuto risolvere il problema visto che Chinaglia andava poco e Garlaschelli non andava per niente, obbligando Manservisi a tenersi di punta, anche per non consentire a Morini di andare a presidiare il centrocampo. Non lo ha fatto e così come era accaduto quattro giorni avanti al Milan, pur sviluppando un maggior volume di gioco si è consegnata, mani e piedi invischiati, nella ragnatela della Roma.

Parliamo della Roma, ora, di una Roma che ha fatto perno sull'inimitabile Rocca, che ha confermato la grande solidità della sua difesa e che, per tutto il primo tempo, ha goduto del dinamismo di Domenghini. La Roma, meglio di una Lazio che si intruppava sempre al centro, ha giocato quando ha potuto mandare sulle fasce laterali per cross insidiosi un giocatore che ora era Rocca, e molto spesso, ora era o Domenghini, o Morini. Ciò è accaduto nella parte centrale dell'incontro, quando pur nella scarsa intesa fra Cordova e Di Bartolomei che sono due doppioni e non possono assumersi contemporaneamente i compiti di regia, appunto il dinamismo di Domenghini venuto in soccorso allo spaventoso ritmo del bravo Rocca, ha permesso che l'azione millimetrica non fosse portata per linee verticali.

Proprio in questa parte centrale della gara, la Roma ha avuto azioni più pericolose rispetto alla Lazio. Sta di fatto, però, che sostituito Cordova, nel momento in cui lo Roma si è trovata a poter risolvere il bisticcio tattico Cordova-Di Bartolomei, i due esperimenti fatti da Scopigno hanno dato esito non altrettanto positivo. Ci riferiamo al lavoro di regia svolto da Spadoni fino al 10' e da Domenghini, dal 10' al 18', fino al momento dell'espulsione. Servizi in numero minore per le punte e quindi Prati e Cappellini isolati come a Novara. Se la Lazio avesse avuto qualcosa in più, proprio in questa parte della gara ai sarebbe avuta la svolta decisiva. Non è accaduto niente, invece. E niente di niente è accaduto quando la Roma, dando a Di Bartolomei le redini del gioco e richiamando indietro Cappellini. ha dovuto solo badare a difendersi, in considerazione della sua inferiorità numerica. D'accordo proprio in quei momenti si è vista la Lazio tentare l’aggiramento con un Re Cecconi propenso a buttarsi sulla fascia destra, con qualche sbocco per i suggerimenti di Frustalupi, ma proprio in quei momenti si è visto di quale corazza vestissero i difensori giallorossi e prima e dopo la sostituzione dell'infortunato Batistoni con Bertini.

Alla cronaca, dopo aver detto che, per aver sorvolato su due falli punibili anche con il rigore, Gussoni si è lasciato prendere un po’ la mano, per consentire un gioco piuttosto duro e per meritare una scarsissima sufficienza. La Lazio aggredisce la Roma sulle prime battute. Sembra che i giallorossi non possano farcela. Praticamente si gioca ad una parta. Ma quella costituita da Batistoni e Peccenini è una diga. A poco a poco la Roma si rinfranca al punto che, passata la sfuriata, è proprio Pulici il primo portiere ad essere chiamato al lavoro. Accade al 12' quando, su traversone di Rocca per Prati, Re Cecconi deve intervenire con una mezza rovesciata e appunto il portiere laziale deve sbrogliare la situazione.

La Lazio tiene l'iniziativa, ma Manservisi arretrando, si porta a centro campo Morini e Nanni non ce la fa con Rocca. Proprio da centrocampo parte l'azione della prima palla insidiosa al 15’. È Domenghini che dopo una breve serpentina opta per un tiro da trenta metri. Pulici respinge di pugno e Cappellini, tirando alto, non sa sfruttare l'occasione favorevole. Tre minuti ancora e, mentre la Lazio continua alla sua sterile manovra di palle portate, ecco Rocca che sfila la palla dai piedi di Nanni e crossa per Cappellini. È in ritardo il centravanti, ma è pronto Petrelli a rimettere in angolo.

E finalmente si fa viva la Lazio, nel senso che i suoi uomini ora si affacciano in area. Un colpo di testa di Chinaglia è parato al 22', mentre il lavoro per i difensori giallorossi aumenta. Al 33' dopo uno scambio con Nanni, Martini irrompe dalla sinistra. Tira, dopo aver sbilanciato Santarini, ma il libero della Roma si aiuta con le mani. Ripresa la palla Martini rimette a lato. Giudicato involontario questo fallo, dopo un cross di Re Cecconi sul quale Nanni arriva in ritardo al 34', ecco un corner per la Roma con la palla per Prati che opera uno stop di petto, ma non può tirare in quanto gli si avventa contro Pulici per deviare la palla. Fallo involontario anche questo, per Gussoni. Forse l'arbitro non vuol togliere a Re Cecconi il piacere del salvataggio sulla linea di porta, dopo la deviazione. Sta di fatto che da questo momento la partita diventa spigolosa. Fra l'altro c'è poco gioco fino al riposo, per sette minuti vivacizzati solo da un tiro da lontano di Cordova (43') sul quale Pulici si salva in angolo.

Ripresa con una Lazio più manovriera, dopo l'ingresso di Spadoni nella cabina di regia giallorossa. Qualche accenno ad azioni di aggiramento. Sui cross, Ginulfi esce due volte a vuoto, ma si trova ai 7' puntuale all'appuntamento con II tiro di Manservisi. Ora le punte della Roma sono isolate. Ora la Lazio mostra una tenuta di fondo maggiore, ma, su sgroppata di Martini al 13', Chinaglia si fa pescare in fuorigioco.

La Lazio vuol vincere. Sposta più in avanti la sua sfera di azione, ma al 15' per poco non è trafitta da un contropiede di Prati. Ci vuole un gran Pulici por neutralizzare l'azione. Comunque questa rimane l'ultima azione d'attacco per la Roma. Tre minuti dopo, infatti, per liberare su Domenghini, Wilson dà di gomito. Il giallorosso reagisce con uno spintone a gioco già fermo e Wilson fa scena madre. L'arbitro non abbocca e finirebbe li se fra i due, mentre si aspetta che venga battuta la punizione. non volassero parole grosse. Altra reazione di Domenghini. Questa volta è uno schiaffo vero. E Gussoni indica al romanista la via degli spogliatoi.

La Lazio ha ora in mano la partita. Può passare, ma al 21' il tiro di Re Cecconi è fiacco e al 26' Ginulfi riesce a parare in due tempi su Frustalupi, mentre al 33' si fa pescare in fuorigioco Garlaschelli e al 35' Chinaglia manca. Sostituito al 38' Batistoni con Bertini, le Roma cerca ora soltanto di arginare l'offensiva della Lazio, offensiva che è blanda e che pertanto non porta a nulla di concreto.

Zero a zero il risultato finale. Doveva essere una passeggiata per una delle due squadre romane, segnatamente per la Lazio, questo girone eliminatorio della Coppa Italia. In testa alla classifica, intanto, c’è una squadra di serie B. Il Brescia.

La Stampa titola: “Un derby avvincente sino alla fine – Giorgio Chinaglia meglio di Prati – Risultato in bianco allo stadio Olimpico straripante di folla – Il gioco nel primo tempo è stato abbastanza equilibrato, con frequenti rovesciamenti di fronte – Nella ripresa le squadre, pur stanche, si sono date battaglia – Eccessivo agonismo in campo: Domenghini espulso per un pugno a Wilson”.

Roma - Stadio Olimpico straripante di folla per il derby di Coppa Italia tra Roma e Lazio. Fin dalle prime ore del pomeriggio, schiere di tifosi, con bandiere e stendardi, hanno invaso le vie che conducono allo stadio. Al fischio d'Inizio dell'arbitro Gussoni sulle gradinate erano letteralmente ammassate oltre ottantamila persone (71.521 paganti, che hanno fruttato l'incasso senza precedenti, considerato che non erano validi gli abbonamenti, di 225 milioni 489 mila lire).

La Lazio inizia a tutta velocità, sorprendendo nettamente la difesa giallorossa, che accusa qualche sbandamento. La Roma stenta ad organizzarsi: poi, però sotto la spinta di Rocca e Domenghini, riesce a liberarsi della stretta laziale, portandosi avanti. Il gioco ristagna a centro campo, ma è tutt'altro che noioso. Affiora qualche scontro deciso. Chinaglia è falciato da Batistoni. Nonostante il caldo torrido, Il ritmo è abbastanza elevato. Al 12' il primo brivido per i giallorossi: su un cross di Frustalupi. Chinaglia aggancia la palla e si esibisce in una acrobatica rovesciata, sfiorando di poco il palo della rete difesa da Ginulfi. Al 14' la Roma sfiora la marcatura: un gran tiro di Domenghini viene respinto da Pulici di pugno; sulla respinta la palla giunge ancora al cagliaritano, che da ottima posizione spara alto.

La difesa della Lazio, in cui spicca il solito Wilson, può contare sull'ottimo affiatamento acquistato nello scorso campionato, cha inutilmente cercano di servire Prati, marcato strettamente da Petrelli. Sull'altro fronte, Chinaglia raramente riesce a superare il roccioso Batistoni. Al 21' il centravanti laziale riesce a deviare di testa verso la porta giallorossa, ma Ginulfi è pronto alla parata. I biancoazzurri mettono in mostra un gioco più ordinato, che rivela quanto sia stato utile mantenere lo stesso schieramento che sfiorò la conquista dello scudetto. Nella Roma emerge, specialmente nella retroguardia, qualche sfasatura causata da una intesa ancora approssimativa. Al 37', però, la più grossa occasione per portarsi in vantaggio è della Roma: in seguito a calcio d'angolo battuto da Di Bartolomei, Cappellini passa a Prati, sul quale esce Pulici alla disperata. La palla supera la porta e rotola verso la rete incustodita, fermata in extremis da Re Cecconi sulla linea. Cinque minuti più tardi un tiro improvviso di Cordova da fuori area costringe Pulici a deviare al volo la palla, che stava per insaccarsi sotto la traversa.

Il gioco, nel primo tempo, è stato abbastanza equilibrato. Ad una leggera superiorità di manovra dei biancoazzurri, la Roma ha replicato con pericolose incursioni, che avrebbero meritato sorte migliore. Purtroppo, ai romanisti è mancato Prati, in serata non molto felice.

Anche nella seconda parte della gara l'inizio è tutto di marca laziale. I biancazzurri stringono d'assedio la difesa romanista che si salva affannosamente. Ginulfi deve uscire precipitosamente su Manservisi. La Lazio continua ad attaccare, mentre nella Roma emerge sempre più netta la frattura tra il reparto di punta e il centrocampo, accentuata dall'uscita di Cordova.

I giocatori sembrano avere speso molto nel primo tempo. Il ritmo diminuisce, ma non l'agonismo: al 62' gli animi accendono. Domenghini, dopo aver subito un fallo da Wilson, sferra un pugno sul volto del suo avversario che rotola a terra facendo un po' di scena. Interviene l'arbitro, la breve mischia sembra placata, ma Domenghini insiste nell'agitare le mani e Gussoni lo espelle.

I laziali tentano di far valere la superiorità numerica, si portano avanti in massa. Frustalupi costringe Ginulfi a parare in due tempi. La Lazio sembra ormai padrona del campo, mentre la Roma tenta qualche sporadico contropiede, sorretta dal tifo assordante dei suoi tifosi.

Il Tempo titola: “Un “pari” buono solo per la Roma – Davanti a una folla record derby senza gol – Chinaglia è apparso sottotono, mentre Prati è stato servito poco e male – Dopo l’espulsione di Domenghini, la squadra biancazzurra si è prodotta in un vano forcing – Tanto agonismo ma gioco mediocre – Ancora in evidenza Rocca. Nella ripresa Spadoni al posto di Cordova”.

Gli applausi del derby sono tutti per Novella Calligaris e Klaus Dibiasi. La folla va in delirio quando il tabellone luminoso, qualche minuto prima dell'inizio dell'incontro, dà l'annuncio della conquista della medaglia d'oro da parte della nuotatrice e del tuffatore. I fischi sono tutti per Angelo Domenghini che lenta di schiaffeggiare Wilson sotto gli occhi dell'arbitro Gussoni intento a segnare i nomi dei due per un precedente diverbio che sembrata ormai archiviato.

Il “fattaccio”, accaduto al 19' della ripresa, ha causato un radicale mutamento della situazione: la partita si è fatta troppo accesa e Gussoni, in serata del tutto negativa, non l'ha saputa tenere sui binari della regolarità, lasciando correre troppi falli e quasi sempre a danno della Roma. Inoltre il gioco, che nel primo tempo non aveva certamente appagato i buongustai del calcio, è ulteriormente scaduto. Ben altro avrebbe meritato l’immensa platea dell'Olimpico.

Dunque, il derby dei cannonieri Chinaglia e Prati si è chiuso senza gol. I due attesi protagonisti, per diversi motivi, sono in parte mancati alla prova. Il biancazzurro è apparso sottotono ed ha tentato di battere l'attento Ginulfi con qualche deviazione di testa: il giallorosso è salito raramente al proscenio anche perché servito poco e male dai compagni. Così hanno fatto bella figura i rispettivi difensori che erano Batistoni da una parte e Petrelli, chiamato all'ultimo momento a sostituire l'infortunato Facco, dall'altra.

Il risultato di parità finisce per stare bene alla Roma sia perché la squadra di Scopigno non partiva con il favore del pronostico, sin perché ha disputato gli ultimi 26 minuti della partita con un uomo in meno dopo la giusta espulsione di Domenghini. Proprio nell’arroventata fase finale, la squadra giallorossa ha messo in evidenza un temperamento ammirevole, che raramente si era riscontrato nella passata stagione. Nel clima infuocato si sono distinti il giovane Rocca, il cui dinamismo non finisce di stupire, Santarini, sempre pronto a chiudere i varchi di una difesa messa alla frusta da una Lazio in forcing, Cappellini, ammirevole nel tentare la via del gol partendo da lontano, e Spadoni, mandato in campo da Scopigno nella ripresa al posto di un Cordova ancora lontano da una sufficiente condizione. Il riminese è stato stupendo sul piano agonistico, lui che passa per un freddo: evidentemente vuole riconquistare il posto in squadra. Ginulfi ha dimostrato di meritare la fiducia accordatagli dall'allenatore: il titolare e ancora lui. Nel primo tempo al ha neutralizzato un colpo di testa di Chinaglia da distanza ravvicinata; all'8’ della ripresa ha detto di no ad una conclusione di Manservisi, venutosi a trovare a tre metri dalla rete per un imperdonabile errore di Morini e al 25' ha fermato in due tempi un fortissimo tiro dal limite di Frustalupi.

Soltanto in queste occasioni, la Lazio è riuscita a rendersi pericolosa, dopo un brillante avvio che aveva visto Chinaglia prodursi in una spettacolare rovesciata, su cross di Frustalupi, con conclusione di poco alta. Torniamo alla Roma. Peccenini ha montato la guardia con un certo profitto a Garlaschelli, mentre Di Bartolomei ha perso il duello con Re Cecconi, ma dal giovane romanista non si poteva pretendere di più, troppo netto essendo il divario di dinamismo e di esperienza con il biondo maratoneta biancazzurro.

Per fortuna della Roma, Rocca si è battuto da pari a pari con Nanni e non si è limitato a contrastare il mediano laziale, ma si è spesso proiettato in avanti. Sconcertante la sua riserva di fiato e la sua grinta. Ad un elemento così Scopigno non potrà certo rinunciare. Morini aveva iniziato benino, con qualche incisiva proiezione offensiva. ma quando è stato chiamato a fare il difensore puro si è smarrito.

In apertura di ripresa, con l’area giallorossa affollata di laziali, dopo una respinta di Ginulfi, ha accarezzato il pallone anziché calciarlo con veemenza, mettendo Manservisi nella condizione ideale per segnare. Albertone Ginulfi ci ha messo una pezza, cucita con il filo della classe e della esperienza. Ancora una prova positiva di Batistoni che ha tenuto bene Chinaglia, dimostrandosi fortissimo sui palloni alti. Il centrocampo giallorosso è parzialmente mancato in fase di impostazione perché Cordova è vistosamente in ritardo di preparazione e perché Domenghini manca di continuità, preferendo gli spunti rabbiosi ad un lavoro di rifinitura. La prova di Domenghini, comunque, sarebbe stata da considerate positiva (un suo bolide al 14' del primo tempo ha costretto Pulici ad una respinta a casaccio, ripresa da Cappellini che ha però sbagliato di poco la conclusione) senza quel brutto gesto che gli è costato la espulsione.

La cosa è andata così, Domenghini avanza palla al piede e Wilson commette fallo di ostruzione, facendo cadere il giallorosso. Questi si rialza e accenna a colpire il capitano biancazzurro che, recitando alla perfezione, crolla a terra come morto. Accorre Gussoni con il taccuino in mano e, mentre si accinge a segnare i nomi dei due contendenti, Domenghini tenta di colpire con uno schiaffo Wilson, che gli si era avvicinato forse protestando. Di Prati ho detto. Posso aggiungere che al 30' l’ex milanista, su angolo battuto da Di Bartolomei, ha toccato debolmente il pallone mentre Pulici gli rovinava addosso; la palla si avviava verso la rete, ma Re Cecconi con molta calma la ricacciava lontano.

Contro una Roma che va ancora alla ricerca di schemi validi e spesso non riesce a dare sveltezza alla manovra, la Lazio è apparsa lontana dallo standard della scorsa stagione. La Lazio del terzo posto, in definitiva, era tutt'altra cosa. La difesa si è ben comportata, anche se Petrelli non dà la fiducia di Facco, ma il centrocampo è rimasto su livelli appena accettabili. Frustalupi ha girato a corrente alternata, pur avendo nel primo tempo di fronte un Cordova frenato; Nanni ha trovato nel trottolino Rocca un avversario di tutto riguardo e quasi mai ha trovato lo spazio per tentare quelle conclusioni che tanto preziose risultarono lo scorso anno; Manservisi si è visto poco nel primo tempo ed Il suo risveglio è risultato tardivo.

Il solo Re Cecconi, al solito, si è dannato l'anima, giocando a tutto campo, ma i suoi spunti non sono bastati a mettere in movimento un Chinaglia ancora non perfettamente carburato e infastidito dalla stretta marcatura di Batistoni (sostituito nel finale da Bertini) e in Garlaschelli assai fumoso e controllato con diligenza da Peccenini.

La lunga notte del derby, dunque, non ha offerto quelle intense emozioni che gli ottantamila spettatori si attendevano, ma ciò che è mancato sul piano del gioco è stato compensato dall’impegno dei giocatori. È già qualcosa.

Paese Sera titola: “Derby incandescente – Roma-Lazio: nessun gol, ma tante emozioni – Nonostante lo 0-0 gli ottantamila dell’Olimpico hanno assistito a 90 minuti di gioco duri e spasmodici – Ad una Lazio più classica si è contrapposta una Roma piena d’entusiasmo – Spadoni sostituisce Cordova – Batistoni azzoppato – Incandescente finale. Frastornato l’arbitro Gussoni – Perché i due centravanti sono rimasti all’asciutto”.

Nella cronaca: “Petrelli e i nervi di Domingo – Maestrelli sorprende tutti ripescando il terzino (che va su Prati) – I tentativi dei due centravanti di sbloccare il risultato – Ottimi interventi di Pulici – Espulso Domenghini (battibecco con Wilson).

Il derby si presenta al suo primo appuntamento della nuova stagione. È il derby del caldo asfissiante nonostante si giochi alla luce dei riflettori, è il derby dei misteri, delle incertezze, fors’anche della paura visto che Roma e Lazio, dopo le ultime esibizioni amichevoli e di Coppa hanno l'assoluto bisogno di concludere quanto meno in tranquillità questo prologo al campionato.

Lo stadio Olimpico è gremitissimo. Duecentoventicinque sono i milioni di incasso. I primi spettatori dei posti popolari hanno conquistato una gradinata con oltre tre ore di anticipo e le bandiere, gli striscioni e le urla si sono levate in alto già prima che l'arbitro Gussoni guidasse le due squadre al centro del campo. L'occasione, la grande occasione, l'ha offerta I’annuncio del clamoroso trionfo di Novella Calligaris ai mondiali natatori di Belgrado: la medaglia d'oro a tempo di record assoluto guadagnata dalla formidabile ragazza di Padova, scritto in caratteri luminosi sugli immensi tabelloni sovrastanti le due curve, ha sollevato in piedi la folla entusiasta che si è poi immediatamente ripetuta all'annuncio delle due formazioni.

È la Lazio che offre la sola grossa sorpresa. Non c'è II terzino destro Facco infortunato a Brescia e, se la cosa segue la logica, non altrettanto avviene con la presentazione del sostituto che non è Labrocca, non è Inselvini, bensì l'ex romanista Petrelli, un giocatore destinato ad emigrare alla riapertura delle liste di novembre e ripescato da Maestrelli solo alla vigilia di questa eccezionale sfida cittadina.

Nella Roma c'è anche Domenghini, ed è quindi lo schieramento del primo tempo amichevole giocato con il Milan, fatta eccezione per Ginulfi in porta al posto del meno esperto Conti. Anche le marcature si presentano come nelle previsioni, pure se potrebbe destare sorpresa la posizione di Rocca, costretto spesso in retrovia dall'obbligo di controllare Nanni.

Morini su Manservisi, Batistoni su Chinaglia, Peccenini su Garlaschelli, Santarini libero da una parte; Petrelli su Prati, Oddi su Cappellini, Martini su Domenghini, Wilson libero dall'altra. A metà campo si fronteggiano queste accoppiate. Re Cecconi-Di Bartolomei, Frustalupi-Cordova. Il numero dieci e regista giallorosso torna nell'occasione in possesso della fascia di capitano.

La Lazio ha un avvio furente, come nelle sue migliori caratteristiche, ed in tre o quattro minuti tenta ripetutamente la battuta nella porta difesa da Ginulfi. Pare che la Roma stenti a trovare le misure, ma è questione di tempo. Non molto. Perché i giallorossi si arrestano rapidamente nella metà campo e, traendo profitto soprattutto dalla impressionante vitalità del diciannovenne Rocca che non perde tempo a dimostrare azzeccata anche questa mossa di Manlio Scopigno, Rocca contra Nanni e rovescia impetuosamente il fronte con inarrestabili galoppate sulla destra del versante d'attacco romanista, imitato in modo eccellente dal vecchio, abile, Domenghini il quale strappa applausi anche per il primo vero tiro - un violento fendente da venti metri - nello specchio della porta.

La Roma si distende bene e riesce ad Incutere soggezione negli avversari che ora ripiegano prudentemente indietro. Piovono tre o quattro cross dalla destra nel pieno dell'area biancoazzurra tra Oddi e Petrelli, in specie il “ripescato” inchiodano inesorabilmente le due punte giallorosse. Sorprende innanzitutto l’autorità con la quale Petrelli affronta e vince il suo duello frontale con Pierino Prati.

La Lazio apre il fronte offensivo con la maggiore chiarezza di idee che le viene dal suo ormai collaudato meccanismo di scambi e dal ritmo di Re Cecconi e Martini, ma nessun biancoazzurro in attacco riesce ad aprirsi il varco verso la rete. Si assiste quindi ad una concreta superiorità della Roma che prova a battere Pulici con conclusioni da mezza distanza.

E’  una partita veloce, con rapidi scambi di fronte: è però dominata da centrocampisti e difensori, dai difensori soprattutto, poiché anche Chinaglia trova vita durissima con Batistoni e Garlaschelli cede spesso alla robusta implacabile marcatura di Peccenini. Un'acrobazia di Chinaglia, all'11' su centro teso di Frustalupi, finisce sul fondo. Due minuti più tardi Domenghini risponde sparando il tiro fortissimo di cui si è già detto. Pulici, sorpreso, respinge a pugni chiusi e Cappellini, pressato da Oddi, spara alta la replica. Emerge sempre più frequentemente Rocca che al 18' cerca la testa di Prati con un cross calibrato e costringe Petrelli a salvarsi in angolo.

Petrelli ferma ancora due o tre volte in modo nitido il cannoniere romanista e al 20’ - su e giù implacabilmente – Chinaglia conclude ancora troppo fiaccamente di testa un ottimo centro di Frustalupi che lo aveva smarcato alle spalle dello stopper romanista a pochi metri da Ginulfi. Ancora un tentativo di Chinaglia al 25', in slalom, poi perso per il mancato triangolo di Nanni e poi una deviazione di testa sul fondo di Garlaschelli servito da Martini.

La Lazio sembra aver ripreso animo e ritrovato il suo gioco. Re Cecconi non è al massimo ma corre come un forsennato obbligando Di Bartolomei a recuperi faticosissimi. Al 31' azione personale di Martini che Santarini non riesce a frenare pure toccando, involontariamente, con le mani in area. Il tiro di Martini è abbondantemente fuori. C’è un'altra bella iniziativa dei biancazzurri con uno scambio volante Nanni-Re Cecconi-Nanni, che il mediano non riceve lisciando la battuta conclusiva. È il 35' e, passato il pericolo, salta nuovamente fuori la Roma che manovra di rimessa e conquista gradatamente terreno. Cappellini evita Oddi su punizione di Cordova ma tira da lontanissimo e fuori. Al 37' la Roma ha la più grossa occasione per passare in vantaggio: controlla la palla sulla destra Domenghini, che fa spiovere un centro lungo che cade di misura sul petto di Prati. L'ex milanista sbaglia lo stop, la palla corre troppo in avanti, infila Petrelli e Pulici arrivati di corsa ma viene ribattuta da Oddi un metro prima della linea bianca. Un’occasione buttata al vento. Tuttavia, la Roma insiste in avanti e Cordova, dopo aver superato un avversario in dribbling, tenta ancora con un gran sinistro da venti metri: Pulici deve volare fra i pali per scacciare da sotto la traversa. Si arriva al riposo sempre con la Roma in attacco.

Nella ripresa una variante nello schieramento giallorosso. Spadoni prende il posto di Cordova in ritardo di condizione ed evidentemente logorato ed appesantito dai 90' interi giocati mercoledì scorso contro il Milan. La Lazio conferma tutti e si lancia spavaldamente all'offensiva trovando, però, come risultato solamente un pericoloso contropiede impostato dagli avversari su Prati, solitario poco oltre la metà campo. L'ala sinistra della Roma perde il passo grazie ad una deviazione di Wilson intervenuto tempestivamente. Prati recupera lungo la linea dell'out e poi spreca con un centro sui piedi di Frustalupi che è il regista nemico e che in questo momento gode di una bella libertà di movimento.

L'iniziativa resta nelle mani laziali ed all’8’ Ginulfi non frena un cross di Re Cecconi dalla destra e ringrazia la generosità di un paio di biancazzurri, fra i quali Chinaglia, fuori tempo sul pallone a pochi metri dalla porta indifesa. Subito dopo un'altra caotica mischia in area giallorossa rimediata alla meglio da una deviazione sbilenca di Batistoni con il petto, e qualcuno dice aiutandosi con il braccio.

La Roma gioca ora quasi esclusivamente di rimessa. Scopigno ha piazzato Domenghini mezz’ala autentica su Frustalupi e Spadoni in zona neutra lungo la fascia sinistra del campo. Sul romagnolo va ora Martini. Al 13' a Prati riesce, finalmente, di battere il suo diretto rivale. Salta Petrelli in tackle, evita l'intervento di Frustalupi ed in corsa supera anche Wilson allargandosi però troppo sulla sinistra. Prati riesce ancora a controllare, ma sul suo centro violentissimo rasoterra, arriva di pugno Pulici che ribatte lontano.

La partita ai accende, si incendia addirittura, all'improvviso, al 20' con un incidente che costa alla squadra romanista l'espulsione di Domenghini pescato ingenuamente in doppio fallo di reazione. C'è stato un intervento scorretto di Wilson che ha fatto muro col petto all'ex cagliaritano lanciato in azione personale di contropiede. Il signor Gussoni ha fischiato, ma Domingo ha ritenuto di farsi giustizia da sé piazzando una mano sul viso del capitano biancoazzurro. Gussoni ha, comunque, perdonato lo scatto del numero sette romanista, limitandosi ad ammonirlo, senonché Domenghini, nervoso ed ingenuo come un ragazzino alle prime armi, ha ripetuto il gesto, ha bissato il colpo sulla faccia di Wilson davanti all'arbitro, prendendo cosi con 25' d’anticipo la via degli spogliatoi.

La Lazio in superiorità numerica dilaga inevitabilmente portando in avanti anche Oddi che segue scrupolosamente Cappellini dirottato dalla panchina romanista in retrovia. Ai biancazzurri manca, però, un briciolo di inventiva sotto rete. Garlaschelli è ancora lontano dall’efficienza, Manservisi non è lucido come sarebbe minimo pretendere, e Nanni si vede soltanto raramente. Per Chinaglia, stretto nella arroccata retroguardia avversaria, non arriva un suggerimento pulito. Re Cecconi è incontenibile e sottrae regolarmente al controllo del fragile, benché piacevole, Di Bartolomei e dà spinta ed ossigeno all’aggressione laziale. Molta paura ma pochi pericoli concreti per Ginulfi.

Il rischio più grosso la Roma lo corre 6' dopo l'espulsione di Domenghini quando Manservisi, in corsa verso un centro dalla destra di Re Cecconi, trova il piede malandrino di Morini che Io inchioda a terra, faccia a faccia con Ginulfi. Scontro involontario. Così dice di pensarla il signor Gussoni, il quale nel frattempo ha mostrato tanta indifferenza di fronte all'inasprirsi degli scontri. Scatta in controtempo Rocca due volte (mezza girata volante di Cappellini alta su servizio del giovanissimo pimpante mediano), insiste pedissequamente nella metà campo avversaria la Lazio, senza trovare il briciolo di un tiro diretto a rete. In verità ce n’è uno di Frustalupi attorno alla mezz’ora. Il pallone parte da fuori area ma trova pronto in tuffo Ginulfi che perde e recupera prontamente. Al 30' Bertini sostituisce Batistoni nel ruolo di stopper nella Roma. L'ex veronese accusa una contusione.

Non succede più niente. Finisce zero a zero, un risultato che non risolve la battaglia di Coppa Italia nel secondo girone e che, forse, compromette le aspirazioni di entrambe le squadre. Non resta che consolarsi con il formidabile incasso e con l'eccezionale, incredibile entusiasmo manifestato dai tifosi delle due formazioni.