Lunedì 20 luglio 2020 - Torino, Allianz Stadium - Juventus-Lazio 2-1

Da LazioWiki.

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20 luglio 2020 - Torino, Juventus Stadium - Campionato di Serie A, XXXIV giornata - inizio ore 21.45


JUVENTUS: Szczesny, Cuadrado, De Ligt, Bonucci, Alex Sandro, Ramsey (57' Matuidi), Bentancur, Rabiot, Douglas Costa (57' Danilo), Dybala (89' Rugani), Cristiano Ronaldo. A disposizione: Buffon, Pinsoglio, Demiral, Wesley, Pjanic, Muratore, Olivieri, Zanimacchia. Allenatore: Sarri.

LAZIO: Strakosha, Bastos, Luiz Felipe (90' Falbo), Acerbi, Lazzari (90' Moro), Milinkovic, Cataldi (75' André Anderson), Parolo, D. Anderson (67' Vavro), Caicedo (67' Adekanye), Immobile. A disposizione: Proto, Guerrieri, Armini. Allenatore: S. Inzaghi.

Arbitro: Sig. Orsato (Schio - VI) - Assistenti Sigg. Manganelli e Preti - Quarto uomo Sig. Piccinini - V.A.R. Sig. Mazzoleni - A.V.A.R. Sig. Schenone.

Marcatori: 51' Ronaldo (rig), 54' Ronaldo, 83' Immobile (rig).

Note: esordio in serie A per Luca Falbo e Raul Moro. Ammonito al 37' D. Anderson, al 60' Alex Sandro, all'82' Bonucci, all'88' Danilo tutti per gioco falloso. Effettuati n. 2 "cooling break" al 25' del primo tempo ed al 26' del secondo tempo. Angoli 4-7. Recuperi: 3' p.t., 5' s.t.

Spettatori: -.


Marco Parolo
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Ciro Immobile al tiro
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Felipe Caicedo
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Quissanga Bastos
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Thomas Strakosha
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Bobby Adekanye
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Denis Vavro
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Sergej Milinkovic-Savic
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L'arbitro Orsato consulta il VAR prima di concedere i rigore alla Juventus
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Manuel Lazzari
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I calciatori convocati per la partita odierna

La Gazzetta dello Sport titola: "Juve, la festa è vicina. Ronaldo piega la Lazio con una doppietta. I bianconeri volano a +8 sull'Inter. Già giovedì a Udine il 9° scudetto di fila? CR7 con due gol in 3 minuti dà la svolta al campionato. Il portoghese sale a quota 30 reti, come Immobile che è andato a segno su rigore nel finale".

Continua la "rosea": Con due gol in tre minuti, a inizio ripresa, Cristiano Ronaldo stende la Lazio e chiude il campionato. Se l’Inter non batte domani la Fiorentina, giovedì la Juve, vincendo, può festeggiare il suo 36° scudetto, nono consecutivo. A Udine, piazza non banale. Antonio Conte, che in quel 5 maggio fu tra i più scatenati a festeggiare il titolo strappato all’Inter sul filo di lana, ricorderà. La frenata della Beneamata e dell’Atalanta contro Roma e Verona e la resa della Lazio allo Stadium, hanno apparecchiato la festa bianconera. Tornata alla vittoria dopo una sconfitta e due pareggi, la Juve si è presa la rivincita sui romani che la sconfissero all’andata e le soffiarono la Supercoppa. Ma non è più la stessa Lazio, trasfigurata nel post lockdown da 5 sconfitte e da una marea di infortuni. Eppure ieri ha combattuto fino all’ultimo respiro e ha sfiorato il 2-2 al 90’. Il simbolo è Immobile che, dopo essere stato superato da CR7, ha imbucato il rigore che lo riporta al fianco del portoghese: 30 gol a testa. Sarà uno sprint appassionante. Alla Lazio resta l’onore di una stagione esaltante. Spirito antico. La Juve che vincerà anche questo Palio tricolore è un cavallo scosso, che corre e s’impone grazie all’istinto dei suoi purosangue (CR7, Dybala) più che alle redini del suo fantino. Neppure stavolta è riuscita dominare con il gioco e a congelare una partita grazie al palleggio che dovrebbe essere il tesoro di Sarri e ha confermato sbavature in difesa che era il suo fortino. Però è anche vero che ne è venuta fuori un’altra volta. E ha vinto lo scudetto nel periodo di massima sofferenza, tra partite ravvicinate e caldo sfiancante.

Come sempre la Juve, Sarri o non Sarri, ha saputo soffrire più degli altri. E’ una virtù che si porta dentro da tempo. E’ qui che, al momento, appare inattaccabile. E il campionato non mente mai: vince sempre chi merita di più. Ciro di legno Dybala, escluso a favore di Higuain, rientra in squadra durante il riscaldamento per un acciacco del Pipita. Sarri opta per il regista vitaminico (Bentancur) e per due interni incursori: Ramsey-Rabiot. A destra scatena la corsa di Douglas Costa. Il povero Inzaghi, più che fare scelte, fa la conta dei reduci. Lazzari e Djavan Anderson, allineati spesso ai tre centrali, sono le prime molle della ripartenza quando la Juve perde palla. Cataldi perno centrale, tra Parolo e Milinkovic Savic, il babau stagionale ella Signora, che chiede palla, protegge la difesa, detta movimenti, come un comandante sulle barricate che guida la resistenza. Il vuoto di Luis Alberto è incolmabile. Eppure la Lazio, avvilita dal punticino raccolto nelle ultime 4 partite e dilaniata dalle assenze, gioca un buon primo tempo. Soffre il giusto, risponde quando può e, allo scadere, si procura l’occasione migliore: un gran destro dal limite di Immobile che bacia il palo interno e scappa via alle spalle di Szczesny (44’). E’ anche il primo tito in porta della Lazio. Signora lenta. La Juve ha creato di più nel primo atto e vanta il suo bel palo, ma vediamo come. Minuto 11: De Ligt raccoglie una punizione in area e la scodella sulla testa di Alex Sandro che reagisce d’istinto: palo. Al 41’ è la testa di Cristiano Ronaldo a mandare fuori di poco un corner.

Nel mezzo una cavalcata tipo-Milan di Rabiot che Strakosha intercetta all’incrocio. Morale: due occasioni nate da fermo e una da iniziativa personalissima. Cioè: nessun versetto sarriano, nessun pericolo nato dal palleggio e dal movimento corale. Merito della Lazio orgogliosa che si è compattata bene e ha negato sempre la profondità, ma anche colpa della Signora, la solita: circolazione lenta, pochi palloni dettati tra le linee, misera aggressione degli spazi. In queste situazioni, in genere CR7 si avvilisce e ciondola a testa bassa. Infatti. In queste situazioni di solito risolve Dybala. Vediamo dopo il tè. Per ora, nulla. CR2. Eccoli i soliti due. Un bolide di Cristiano incoccia nel braccio di Bastos. Il portoghese realizza da dischetto (6’) e raddoppia tre minuti più tardi su regalo di Dybala che strappa palla allo svampito Luiz Felipe e, dopo aver corso per metà campo al fianco dell’amico, gli porge l’omaggio del gol numero 30. Giù il sipario. Anzi no, perché di questi tempi la Juve sa riaprire partite come neanche Houdini. Lo ha dimostrato a San Siro e col Sassuolo. Infatti, dopo aver colpito una traversa con CR7 e sfiorato il terzo gol con la Joya, nonostante l’ingresso protettivo di Danilo e Matuidi, non riesce ad evitare un finale da paura contro una Lazio costretta ad alzare Acerbi esterno e a immettere ragazzini. Un affannato Bonucci concede a Immobile il rigore dell'orgoglio: 2-1 e 30-30 tra i due bomber. Rugani per Dybala la dice lunga. Serve un miracolo di Szczesny per scrostare il 2-2 del solito Milinkovic. Ma alla fine la Signora esulta. Gli scudetti si vincono anche così. Le Champions forse no.


► Il Corriere dello Sport titola: .

Prosegue il quotidiano sportivo romano:


Il Messaggero titola: .

Prosegue il quotidiano romano:


► Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:




La formazione iniziale biancoceleste in grafica



► Per questa partita il tecnico biancoceleste Simone Inzaghi ha convocato i seguenti calciatori:

I convocati in grafica




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