Martedì 23 aprile 2024 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Juventus 2-1
► Stagione
23 aprile 2024 – Roma, stadio Olimpico - Coppa Italia, Semifinale di ritorno - inizio ore 21.00
LAZIO: Mandas, Casale, Romagnoli, Gila (46' Patric), Hysaj, Guendouzi (83' Pedro), Cataldi (81' Rovella), Marusic, Felipe Anderson (61' Vecino), Luis Alberto, Castellanos (81' Immobile). A disposizione: Sepe, Renzetti, Pellegrini, Isaksen, Gonzalez. Allenatore: Tudor.
JUVENTUS: Perin, Danilo, Bremer, Alex Sandro, Cambiaso (70' Weah), McKennie (81' Yildiz), Locatelli, Rabiot, Kostic, Chiesa (90'+1' Alcaraz), Vlahovic (81' Milik). A disposizione: Szczesny, Pinsoglio, Iling-Junior, Miretti, Rugani, Djalò, Nicolossi Caviglia. Allenatore: Allegri.
Arbitro: Sig. Orsato (Schio) - Assistenti Sigg. Carbone e Perrotti - Quarto uomo Sig. Marcenaro - V.A.R. Sig. Di Paolo - A.V.A.R. Sig. Irrati.
Marcatori: 13' Castellanos, 49' Castellanos, 82' Milik.
Note: ammonito 35' Locatelli. Angoli 2 a 5. Recuperi: 1' p.t., 6' s.t.
Spettatori: 45.000 circa.

► I calciatori convocati per la partita odierna
• Il Corriere dello Sport titola: “Milik gela una Lazio super”. Prosegue il quotidiano sportivo romano: “Bella partita dei biancocelesti, che fanno tremare una Signora a lungo incapace di rispondere alla doppietta di Castellanos. Ma nel finale entra il polacco e regala ad Allegri la qualificazione. La Juventus va in finale di Coppa Italia. Tudor sfiora l’impresa di rimontare lo 0-2 subito a Torino però sbaglia la sostituzione di Felipe”.
Max, con un gioco di prestigio e baciato dalla sorte dei cambi, si è preso la finale di Coppa Italia. Milik, appena entrato al posto di Vlahovic, ha spento il sogno della Lazio, cancellando l’incubo dei supplementari. Tudor si è fermato a un passo dalla rimonta. Se aveva preparato benissimo la partita, disegnandola alla perfezione per sessanta-settanta minuti, l’ultima mossa è stata sbagliata. L’ingresso di Vecino (e non Pedro o Isaksen) per Felipe ha tolto di fatto una punta, ogni riferimento offensivo, la possibilità di agire in contropiede e colpire per la terza volta la Juve spedendola al tappeto. Peccato, perché l’atteggiamento conservativo e intelligente (che avrebbe dovuto adottare anche allo Stadium nella semifinale di andata) aveva permesso alla Lazio di segnare due gol e di sognare a lungo l’impresa, trascinata dal Taty, in versione stellare. Due gol da vero centravanti e una prestazione autorevole, a tutto campo. L’argentino ha dimostrato di poter raccogliere (con il tempo) l’eredità di Immobile, entrato un attimo prima del gol di Milik. È stata una semifinale entusiasmante.
Ariete. La Juve si è ritrovata subito sotto. Luis Alberto ha calciato un angolo lungo e potente, sul secondo palo. Alex Sandro, invece di saltare, si è abbassato. Castellanos è salito in cielo e ha colpito di testa, fulminando Perin. Una frustata. Erano passati solo 12 minuti, rovinato il piano di Allegri. La partita ideale per Tudor. Predica un calcio offensivo, ma ieri servivano intelligenza, coperture e ripartenze. Si poteva giocare sul filo dei supplementari. Di Sarri è rimasto il palleggio, la capacità di addormentare il gioco. Il croato in difesa ha aggiunto Casale con Gila e Romagnoli. Tre centrali e due terzini. La Lazio, alzando il muro, ha tenuto, non si è aperta come allo Stadium e ha concesso una sola vera palla gol in 45 minuti. Rabiot ha favorito l’inserimento di Chiesa, sinistro ravvicinato di Vlahovic, Mandas con il piede è riuscito a respingere. Niente altro hanno costruito i bianconeri. Il fraseggio era discreto, su livelli superiori rispetto a Cagliari. Mancavano la fantasia e l’ultimo passaggio, la capacità di penetrare. Squadra piatta.
Entusiasmo. La Lazio invece ha preso corpo, spessore e coraggio nell’ultimo quarto d’ora. Marusic e Hysaj davano poca profondità, ma Felipe tra le linee era pericoloso. Alex Sandro faticava a prendergli le misure. Rabiot teneva Guendouzi. Locatelli guardava Cataldi. La differenza, come al solito, l’ha fatta Luis Alberto. Tudor, rispetto a Sarri, l’ha spostato più avanti di una decina di metri. Da mezzala a trequartista, ma conta l’interpretazione. Il numero 10 spagnolo, attratto dalla palla e libero di agire, scompare e riappare, senza concedere riferimenti. La Lazio all’intervallo è rientrata negli spogliatoi con il rimpianto di aver mancato il raddoppio. Danilo ha murato Felipe e Perin in uscita ha intercettato il Taty. Una palla gol clamorosa inventata da Luis Alberto.
Raddoppio. L’argentino ha impiegato solo tre minuti, in apertura di ripresa, per farsi perdonare. La Juve si è fatta trovare scoperta. Da Felipe a Luis Alberto, altro filtrante. Danilo teneva in gioco il Taty, bravo a sfilarsi dal contrasto di Bremer e poi a battere di nuovo Perin. La partita si è infiammata. Marusic in spaccata ha salvato a porta vuota su Vlahovic. Dopo Gila, Tudor ha perso Felipe e lo ha sostituito con Vecino. Ha scelto un muscolare, non un fantasista, spostando Guendouzi sulla trequarti, come a Marsiglia. Errore fatale. La Juve rabbiosa e un po’ isterica, fischiata dai propri tifosi, si stava facendo avanti. La Lazio non aveva più attaccanti. Il croato si è giocato la carta Ciro e Rovella: sperava nell’impossibile. Allegri ha risposto con Milik e Yildiz. Come un prestigiatore, è passato all’incasso in pochi secondi. Traversone di Kostic, diagonale potente di Weah e sul palo opposto è spuntato il centravanti polacco, spegnendo il sogno dell’Olimpico.
• Il Messaggero titola: .
Prosegue il quotidiano romano: .
• Il Tempo titola: .
Prosegue il quotidiano romano: .
• La Gazzetta dello Sport titola: .
Continua la "rosea":
► Per questa partita il tecnico biancoceleste Igor Tudor ha convocato i seguenti calciatori:
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